giovedì 12 ottobre 2017

Spetters (1980): Controversi sogni di gloria


Facciamo un gioco, io vi dico Paul Verhoeven e voi mi dite il titolo più scandaloso della sua filmografia, lo so non sono pochi, ma se avete risposto “Basic Instinct” è soltanto perché non avete ancora visto il film di oggi protagonista della rubrica… Sollevare un Paul Verhoeven!


Già il buon Paul ha saputo sollevare più di un polverone nella sua carriera, quando nel 1995 il suo “Showgirls” divenne il bersaglio preferito di tutta la critica americana, il molti rimasero stupiti dalla calma sfoggiata da Verhoeven, qualunque altro regista sarebbe corso a nascondersi ricoprendosi il capo di cenere, per lui era ben poca cosa, rispetto a quanto non aveva già passato per “Spetters”.

Sì, perché proprio con questo film Verhoeven è riuscito a farsi odiare davvero da tutti, riuscendo nell’impresa impossibile di mettere d’accordo rappresentanti di tutte le categorie solitamente opposte, tutti uniti nella crociata contro il suo film che è stato definito una pellicola misogina, omofoba, anti-invalidi e anti-cattolica, insomma ambo, terno, quaterna e cinquina.


"Rutger cosa ne pensi di questo gran risultato del nostro amico Verhoeven?" , "Jeroen, lo conosci Paul, non è certo un timido".
A volte un aneddoto legato ad un film spiega della pellicola stessa più di mille parole, quello più celebre su “Spetters” lo fa davvero, visto che con il suo precedente film Soldato d'Orange, Verhoeven aveva attirato l’attenzione della produttrice Kathleen Kennedy e del suo più celebre socio, Steven Spielberg che entusiasta del film le provò tutte per convincere l’amico George Lucas ad affidare all’Olandese la regia di Il ritorno dello Jedi. L’errore del nostro Paul? Presentarsi al colloquio con sotto braccio le pizze della sua nuova pellicola di cui andava tutto orgoglioso. Ora, non so voi, ma non riesco a non mettermi a sghignazzare pensando a Spielberg e Lucas a cui viene un mezzo colpo apoplettico davanti alle scene di sesso esplicite e alle tematiche forti del film, risultato finale: niente Ewoks per Paul Verhoeven, ma la sua conquista del nuovo mondo, per ora, è soltanto rimandata.

Sapete che vi dico? Meglio così, perché non sapremo mai come sarebbe stato uno Star Wars diretto da Verhoeven, ma abbiamo guadagnato un film bellissimo, capace di assestarti dei discreti calci sui denti (dati con gli anfibi) e di mettere a prova i limiti anche del cinefilo più smaliziato, ma che consiglio davvero a tutti di vedere come ho fatto io, ovvero senza sapere nulla della trama. Sul serio, cercatelo guardatelo poi se avrete voglia tornate qui, anche solo per insultarmi.

Paul Verhoeven e i SUOI ragazzi della 56a strada.
Un film di prime volte questo “Spetters”, primo vero film scandalo, ma anche primo film di Verhoeven senza il suo storico produttore Rob Houwer, questo forse spiega perché senza Houwer con cui battibeccare e a tenere le mani sul guinzaglio, Verhoeven sia stato così libero di sfogarsi, ma tranquilli, Houwer avrà ancora un ruolo in questa rubrica. Inoltre, “Spetters” è stato il primo soggetto originale, non tratto da nessuno romanzo portato al cinema dal buon Paul.

Il titolo originale del film doveva essere l’equivalente olandese di “Buddies" perché di questo parla di un gruppo di amici, ma a metterci un po’ di mostarda fu la moglie di Verhoeven, Martine che vi ricordo di professione faceva la psicologa, infatti è stata proprio lei a suggerire “Spetters” che in olandese vuol dire “Spruzzi” quelli dell’olio della friggitoria della bionda Fientje, oppure un altro tipo di spruzzi più facili da associare ai maschietti del film. Non ho indagato, ma sono abbastanza sicuro che la signora Verhoeven fosse una psicologa Freudiana, così, mi viene da pensarlo.

I protagonisti del film sono uno spaccato della gioventù che si barcamena per trovare una propria strada nella periferia post industriale della Rotterdam di fine anni ’70, mai come in gioventù la vita è dominata da desideri, pulsioni e voglia di andar via, che poi è proprio la materia che il cinema di Verhoeven sa trattare meglio e come non capirli questi ragazzi che vivono in un posto squallido e a loro modo sognano solo una vita migliore.

Rien (Hans van Tongeren), Eef (Toon Agterberg) e Hans (Maarten Spanjer) sono tre amici accumunati dalla passione per il motocross, le loro giornate passano riparando moto nel garage di Eef, oppure sui tracciati a correre, in un'eterna lotta a chi di loro tre è il più veloce, una maschile gara a chi lo ha più lungo, che in una scena (molto ironica e con calibro alla mano) non diventa solo un modo di dire.


Il mio vecchio professore di meccanica avrebbe da ridire sull'utilizzo di quello strumento.
Il loro mito è il campion di Motocross Gerrit Witkamp, palesemente ispirato al vero campione olandese di questa specialità Gerrit Wolsink, qui interpretato dal solito attore feticcio di Verhoeven, ovvero il grande Rutger Hauer al quarto film con il regista e continuate a tenere il conto perché non abbiamo ancora finito. Per altro, nei panni di un commentatore sportivo compare anche Jeroen Krabbé, riformando così la coppia vista in Soldato d'Orange.

I tre ragazzi sognano di essere come Gerrit, di trionfare sulla sella per avere un giorno fama, donne e soldi, anche se a cavallo di una moto hanno talenti diversi, il più promettente nel poter aspirare al titolo di prossimo campion è Rien, la cui tuta da motocross non a caso è bianca scintillante, Hans è quello candido, ma anche codardo ed oggetto di scherno, oltre che quello più pippa in motocicletta (per lui una bella tuta gialla sgargiante da clown), mentre il meccanico Eef quello più tormentato e ambivalente veste una tuta proprio di due colori, nero e rosso.

Come sempre, Verhoeven ama raccontarci di personaggi le cui vite vengono sconvolte da un evento esterno che irrompe con forza fino a cambiarle per sempre, se per il gruppo di amici di Soldato d'Orange era l’occupazione nazista in Olanda, per i nostri motociclisti è l’arrivo della bella “Pantera fritta” Fientje (Renée Soutendijk).


Ho detto pantera fritta, non patata fritta, non iniziamo a fare battutacce ok?
La biondina tutta riccioli oltre ad essere allergica al reggiseno è un bel tipino, insieme al fratello gestisce una friggitoria mobile facendo il giro di tutte le manifestazioni sportive. La ragazza sa farsi rispettare anche contro tizi grossi e cattivi, inoltre ha un piglio da tornado mica male, è una che sogna in grande a giudicare dai poster di John Travolta e di “Grease” appesi sopra il suo letto, ma anche una che sa che se puzzi di fritto difficile che qualcuno ti prenda davvero sul serio, del tutto rappresentativa in tal senso la frase che ad un certo punto pronuncia ovvero: «Due deboli che si mettono insieme difficile che facciano una forza». L’attore 23enne Renée Soutendijk che la interpreta oltre ad essere molto carina è davvero brava, sembra la versione olandese di Olivia Newton Jones, ma decisamente più rustica, una che si lava i denti e poi se li sciacqua facendo i gargarismi con una lattina di Heineken ecco, cosa che per altro nel film fa davvero.

La Olivia Newton Jones della classe operaia.
Nel mondo di questi personaggi, gli echi della rivoluzione politica del ’68 si sono spenti, lasciando un vuoto politico ed emotivo che questa generazione cerca di colmare dando libero sfogo ai propri impulsi sessuali e scalpitando per emergere, in preda ad un arrivismo che li anima e li consuma.

Per sfuggire dallo squallore della vita in una periferia degradata sognano in grande, qualcuno di scappare in Canada altri di vincere il campionato di motocross per poter fuggire via, ma i loro sogni di gloria prenderanno una dolorosa nasata contro la realtà e ne usciranno tutti ridimensionati. I tre amici vengono ripresi dalla tv locale ad inizio film e si rivedono in televisione alla fine, quando ormai la vita e gli eventi avranno già avuto la meglio su di loro, in pratica una versione a colori e su piccolo schermo della fotografia in bianco e nero di Erik e i suoi amici in Soldato d'Orange.

“Spetters” è caratterizzato da una messa in scena meno realistica, il direttore della fotografia, infatti, non è il fidato Jan de Bont, ma Jost Vacano, inoltre Verhoeven strizza già l’occhio al cinema di Hollywood, la prima gara di motociclette è girata molto bene, davvero realistica e tra la presentazione dei personaggi e i vari incidenti durante il percorso somiglia volutamente ad una versione in piccolo della corsa tra bighe di “Ben-Hur” (l’originale, non quella cagata di remake), infatti era proprio questo il film che Verhoeven voleva omaggiare con questa scena (storia vera).


Purtroppo nessuno ha le ruote in stile "Carro Greco" ma la scena è bella lo stesso.
La sensazione è quella di un regista che ha capito di essere un pesce grosso e che sta già rivolgendo lo sguardo allo stagno dove quelli come lui dovrebbero nuotare (Hollywood) come quei talenti del basket europeo che guardano all’NBA perché sanno che è là che devi vincere se vuoi stare tra i migliori, ma l’approccio di Verhoeven è unico e totalmente riconoscibile, “Spetters” ha la precisa volontà di spostare un po’ più in là il limite del mostrabile nel cinema rivolto al grande pubblico, sconfinando in territori che fino a quel momento erano frequentati solo dalla pornografia, per dirla in parole povere: si vede il pene, anzi si vede il pene in azione, quindi se vi scandalizzare facilmente e siete omofobici, mi spiace sono problemi vostri, però magari meglio se girate molto al largo da questo film.

Eppure, Verhoeven non cerca mai lo shock fine a se stesso solo per fare rumore e far parlare di sé, l’ambiguità morale dei protagonisti domina, ma è chiaro che il regista non è intenzionato a puntare il dito contro questa o quella minoranza, semplicemente non prende nessuna posizione e s'impegna al massimo a mostrare nel modo più realistico possibile le vite dei protagonisti che si muovono davanti alla sua macchina da presa, Verhoeven ha così a cuore il destino dei suoi personaggi che li mostra in maniera assolutamente anti moralistica.


La locandina italiana ha capito tutto e fa sembrare il film un remake apocrifo di 1997 fuga da New York.
Tanto che per lui il genere cinematografico non è un limite, ma è solo il fondale davanti a cui recitano i suoi personaggi, non è un caso se Verhoeven sia passato da commedie, storie d’amore, film di guerra e molto presto sarebbe approdato alla fantascienza e al cinema d’azione americano. La sua poetica, le sue ossessioni e le sue tematiche cinematografiche restano intatte attraversando tutti questi generi, ve lo dico chiaramente: questa è una caratteristica che hanno solo i grandi uomini di cinema.

Qualunque altro regista, con lo stesso materiale per le mani, avrebbe trasformato tutto in un melodramma moralista, una critica alle barbarie della classe sociale più bassa buona solo per mostrare lo squallore e far sentire superiore il pubblico. Paul Verhoeven, invece, non offre un punto di vista borghese sulla vicenda, ma uno completamente privo di moralismo offrendo uno spaccato sociale dolente, ma di incredibile forza che si traduce in un'esperienza cinematografica che non dovreste negarvi solo perché si vede il pene, ecco.


"Ma si è sbagliato, voleva scrivere PANE" , "No no, penso intendesse proprio pene".
Ma allora perché è così controverso questo film? Troviamo le solite scene di sesso e i riferimenti Biblici che piacciono tanto a Verhoeven (Hans inquadrato dal basso, con una lampadina dietro la testa che sembra volutamente un'aureola), ma dove “Spetters” dà un paio di piste anche ai film precedenti del regista è nel travagliato arco narrativo di Eef, ah! Da qui in poi SPOILER così lo sapete.

Figlio di un padre bigotto, in stile vecchio testamento e con le mani piuttosto pesanti, il ragazzo è costantemente teso da pulsioni (omo)erotiche, proprio per questo finisce a rapinare un coppia gay dopo essersi appartata per una marchetta. Ora io lo dico fuori dai denti: quando si tratta di cinema ho accumulato le mie belle “Ore di volo”, non sono uno che si fa traumatizzare anche dalle scene più truculente, ma come diceva Clint Eastwood "In un bel film, ogni uomo dovrebbe conoscere i propri limiti", i miei sono le scene di stupro, se c’è qualcosa che mi fa friggere sulla poltrona al cinema sono proprio queste, quella di “Spetters” è terribile per il suo realismo e per il modo implacabile con cui Verhoeven non tira via la mano mostrandoci tutti, effetti collaterali compresi. Io ve lo dico, così lo sapete.


Anche Verhoeven eccelle nel vecchio "colpo segreto del malessere" (GULP!).
Eef scopre la sua (omo)sessualità nel modo più drammatico possibile, anche questa una costante di molti personaggi di Verhoeven, dopo la violenza uno dei suoi stupratori gli dice di imparare ad accettarsi che anche questo è un modo di essere uomini (quindi potete capire l’ira della comunità gay), eppure in questo modo anti moralista di mostrare sesso e violenza, Verhoeven costruisce un personaggio.

Eef esiste solo nell’abuso, che sia sessuale o autoritario, rappresentato dalle botte del padre, per assurdo, però, lontano dalle polemiche della sua uscita, è chiaro che “Spetters” non sia affatto un film omofobico, tanto che il ragazzo alla fine resta e pur di ribadire la sua omosessualità è pronto a rischiare un'altra clamorosa selva di mazzate paterne, perché come dice il ragazzo riferendosi al bigotto padre: «Lui mi deve capire». Proprio per questo il film andrebbe valutato come lo ha girato Verhoeven, ovvero senza ipocrisia.

Giovani, biondi e felici, non dura molto ma finchè dura...
Anche Rien si trova costretto a trovare un altro modo per essere uomo, il suo drammatico incidente spezza i suoi sogni di gloria nel motocross e il suo corpo, privato delle gambe (verrebbe da dire tutte e tre) nel pieno dei suoi anni, l’arco narrativo del personaggio si conclude in tragedia, in una scena che non vi rivelo, ma che per fortuna Verhoeven ha girato in maniera molto meno granguignolesca di come avrebbe voluto fare, anche perché purtroppo Hans van Tongeren, l’attore che interpreta Rien nel film è morto suicida nel 1982 e di certo il film non aveva bisogno anche di questa tegola sulla testa.

A ben pensarci, da spettatori potremmo iniziare a guardare i protagonisti con sospetto, ma Paul Verhoeven è bravissimo a mostrarceli tutti senza alcuna eccezione negativa, la bella Fientje capisce presto che guadagnarsi un po’ di potere in questo mondo ha solo il suo corpo e il suo bel faccino (in questo senso è molto simile a Kitty Tippel) e anche se potrebbe passare per un'arrivista che passa da un ragazzo all’altro, da spettatori si patteggia comunque per lei.

Glory days, well, they'll pass you by, Glory days...
Quando la vediamo mettersi con Hans ed insieme aprire una friggitoria, più che un lieto fine sa tanto di una resa, considerando che il biondo Hans viene umiliato da tutti, compreso dal suo idolo Gerrit Witkamp (Rutger Hauer è bravissimo a costruire un ruolo non facile e con pochi minuti sullo schermo a disposizione), quindi rinuncia a sua volta ai suoi sogni di diventare un grande campione. Fine degli SPOILER!

Anche qui i personaggi femminili risultano molto più forti di quelli maschili, tutti troppo impegnati ad assecondare i loro istinti, eppure tutti ci vengono mostrati con estremo realismo, la sensazione a fine film è che Verhoeven ci abbia trascinati giù nello squallore, ci abbia moralmente preso a schiaffi, ma invece di lasciarci avviliti, ci si sente arricchiti, non ne ricordo tantissimi di film e di registi con questo tipo di coraggio.


Una vita per il cinema Paul Verhoeven, una vita per la moto (quasi-Cit.)
Del tutto privo di ipocrisia e moralismi di sorta, ma armato di talento e palate di empatia, Verhoeven ha sfornato un film bellissimo, un'esperienza cinematografica in grado di mettervi alla prova, se vi sembra qualcosa nella vostre corte buttatevi, al massimo mi trovate qui per gli insulti.

Poi vabbè, per colpa di questo film Verhoeven non è mai finito a dirigere gli Ewoks, sapete che c’è? Vista la dolente bellezza del risultato finale, aveva ragione lui a presentarsi davanti a Spielberg e Lucas tutto orgoglioso del suo film e ‘sti cazzi degli Ewoks!

34 commenti:

  1. Grandissimo film, davvero senza compromessi. Certo che a sollevare un Paul Verhoeven questo misterioso regista era davvero bravo! Ho visto il film la prima volta poco dopo il successo di Basic Instinct, quindi capirai come la mia attenzione fosse rivolta soprattutto ad alcune scene (riguardate più volte per apprezzare meglio... Oh, erano i tempi delle vhs, internet e youporn non c'erano!). Poi ho capito anche il resto...

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    1. A costo di passare per esagerato, mi sento di dire che ne è valsa la pena recuperare i film che mi mancavano di Paul Verhoeven anche solamente per vedere questo, che ho trovato davvero bellissimo, mi sono piaciuti tutti fino ad ora, ma questo vince a mani basse ;-)

      Si davvero non avevamo le comodità di adesso, quindi certe porzioni di nastro di vhs erano più consumate di altre ;-) Ma in generale butti lì un ottimo argomento, quando è uscito questo film il pubblico non era smaliziato come ora ad un certo tipo di scene, il contributo di Verhoeven è anche quello di spostare un po’ più avanti il limite del mostrabile nei film per tutti, ci va una sicurezza nei propri mezzi e dei “Cojones” notevoli per farlo. Cheers!

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  2. Mai visto ma messo giù così me lo hai venduto facilmente e dopo una ricerca velocissima mi pare sia disponibile su YouTube in integrale (ma in lingua originale). Appena posso prometto che lo recupero. Magari vedo se lo becco da qualche parte almeno sottotitolato in inglese...
    Conoscevo molto poco il primo Verhoeven e mi stanno molto sorprendendo i suoi esordi. Il ragazzo è partito in quarta già da subito! Credevo, ignorando, che il suo percorso autoriale e la sua "voglia di stupire" e spostare sempre un po' più in là l'asticella fosse stata una cosa graduale. Una sorta di crescita artistica graduale e invece le tematiche del suo cinema sono presenti in tutti i suoi lavori già dal principio. Complimenti a lui!
    Se il nostro Paul avesse diretto "Il Ritorno dello Jedi" come minimo Leila seduceva Luke, se lo bombava e solo dopo scopriva che sono gemelli passando quindi a Han Solo. E ancora prima, da prigioniera di Jabba, Leila doveva subire le "attenzioni" di Bib Fortuna eccitato dal costumino di metallo della Principessa... Gli Ewoks poi sarebbero stati una tribù di orsetti ancora più selvaggi e primitivi che figliavano senza sosta anche davanti ai protagonisti. Già mi immagino la scena: Verhoeven davanti a Lucas e Spielberg allibiti spiegava con nonchalance che in fondo gli Ewoks sono animali, orsacchiotti pelosi che fanno sesso come fanno tutti gli animali. Che male c'è a metterne un paio sullo sfondo che si ingroppano mentre C-3PO racconta le avventure del gruppo davanti ad un falò? E la battaglia di Endor sarebbe stato un tripudio di zampette pelose che saltano e orsacchiotti che esplodono. E' la guerra, mica una scampagnata! Lucas avrebbe infartato, Spielberg invece prendeva appunti per "Salvate il Soldato Ryan"...
    Infine passerò per maniaco ma la scena dello stupro la conoscevo già (anche se non l'ho mai vista). Anni e anni fa quando nel film IRREVERSIBLE Cassel si stupra (e fa innamorare nella vita vera) la Bellucci, la scena venne descritta dai più come iper-realistica, agghiacciante, che dava malessere,.... Con quello venivano presentati i più famosi stupri cinematografici ("Sotto Accusa", "Un Tranquillo Weekend di Paura",...) fino ad arrivare al famossimo rape&revenge movie "Non Stuprate Jennifer". Tra i vari titoli che citavano per le scene c'era "Spetters" di Verhoeven.

    Ottima recensione come sempre, che te lo dico a fare!

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    1. Questo si trova un po’ più facilmente rispetto ai primi titoli della filmografia di Verhoeven, vantaggi dell’essere un film “Scandalo” ;-) Davvero partito fortissimo fin dagli esordi, ho sempre saputo che era un regista di carattere, ma dopo aver scoperto questi suoi primi film, sto rivalutando in meglio anche la seconda parte della sua carriera… Che già adoravo! :-D

      Hai dato un immagine chiarissima di come sarebbe stato “Il ritorno dello Jedi” di Verhoeven, pensa il vigore della Forza come sarebbe stato rappresentato! :-D

      “Spit on your grave”, “Deliverance” e “Sotto accusa” sono tutti film bellissimi e tostissimi, “Irreversible” ruota tutto attorno a quella chiacchierata scena, ma il filone è prolifico, sto pensando anche a film meno famosi come, quello con Tom Selleck innocente che finisce in prigione (“Un uomo innocente”). Proprio perché è un tema delicato mi fa girare i maroni quando uno stupro viene portato in scena con leggerezza e senza tener conto delle conseguenze, si, sto pensando ad una certa serie con i draghi, i lupi e i troni. Ti ringrazio molto sempre gentilissimo! ;-) Cheers

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    2. Diciamo che Mel Brooks ci andò abbastanza vicino con lo sforzo...

      http://vignette4.wikia.nocookie.net/spaceballs/images/5/5f/Big_Schwartzes.jpg/revision/latest?cb=20131029184159

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    3. Anche per questo Mel Brooks è un genio, solamente Verhoeven avrebbe potuto osare di più ;-) Cheers

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    4. Mi intrometto per dire che "non violentate Jennifer" è uno dei (pochi) film che effettivamente mi ha sconvolto nella sua crudezza e nel suo realismo. Anche se del genere il mio cult è assolutamente l'ultimo treno della notte. Un capolavoro.

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    5. Film enorme ma terribile, un martirio per la protagonista e in parte anche per lo spettatore, mi contorcevo sulla poltrona. Ecco quello si che è un altro titolo da contorciamenti! Cheers

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  3. Non so quando riuscirò a vedermi tutti questi film che mi mancano del Polveròn, ma ti devo ringraziare per questo viaggio splendido alle origini di un regista che a questo punto posso dire di non aver mai conosciuto, se non superficialmente.
    Ah, e meno male che all'epoca di "Basic Instinct" in Italia nessuno conosceva questo film, perché guarda caso sono le stesse accuse che la comunità gay sollevava anche qui da noi. (Ovviamente del tutto a sproposito, visto che se davvero avessero visto il castissimo "istinto" avrebbero capito che non c'era nulla da strillare.)

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    1. Per una volta il mio istinto cinefilo mi ha consigliato bene, erano anni che volevo esplorare il lato olandese della filmografia del Polveròn, avevo dei dubbi che potesse non interessare ai lettori della Bara, invece tutto questo carne e sangue è roba che qui sopra va forte! ;-) A questo punto sono estremamente curioso di rivedermi anche i film che già conoscevo, e che già mi piacevano prima di conoscere la continuità tematica di Verhoeven. Anzi a questo proposito poi ci parliamo che dobbiamo organizzare un compleanno tra un po’ ;-)

      “Basic Instinct" affonda le sue radici proprio tra questi primi film olandesi, ora mi è chiarissimo, dici bene le polemiche sono le stesse, ma pensa se gli Yankee avessero visto questo film, finivano tutti traumatizzati come Spielberg ;-) Cheers!

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  4. come sei riuscito a vederlo? Io l'ho trovato solo in olandese e senza sottotitoli...che barba :(

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    1. Stranamente rispetto a quelli prima questo sono riuscito a trovarlo abbastanza facilmente, in versione integrale, ho dovuto integrare con i sottotitoli per le parti in olandese. Se hai bisogno fai un fischio i sottotitoli si trovano ;-) Cheers

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    2. oh grazie, allora mandameli su faccialibro che il film me lo scarico subito ^_^

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    3. Ci leggiamo sul Faccialibro allora ;-) Cheers!

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  5. Mai visto, del tipo che manco proprio l'ho mai sentito nominare e per fortuna che c'è La Bara Volante.
    Cavolo, amo i flm così, nudi crudi e 70's. Lo voglio.
    E mi piace anche il sottotesto, e ormai credo che le accuse delle varie comunità coinvolte siano cadute (di solito, queste cose sono figlie del loro tempo, o per meglio dire, lasciano il tempo che trovano).
    Insomma, mi hai convito. Schizzi siano.

    Moz-

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    1. Bene ottimo, l’obbiettivo della Bara Volante è sempre quello, aiutare a trovare bei film da vedere ;-) Ti dirò che questo film mi ha fatto capire che certi titoli simili, la buttato davvero troppo sul pietismo, l’assenza di moralismi di Verhoeven dovrebbe essere preso come un esempio. Fammi sapere poi il tuo parere, non ti auguro buoni schizzi perché suona piuttosto equivoco ;-) Cheers

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    2. Uh, e mica ci formalizziamo. Buoni schizzi va bene, tanto tutti schizziamo da qualche parte :)
      Ti dirò, anzi se si trova in vendita lo compro a scatola chiusa.
      Sai come farmi godere, Cass.

      Moz-

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    3. In DVD si trova abbastanza agilmente, sappi che la cosa è reciproca! Buoni schizzi diventerà presto il nuovo saluto ufficiale! :-D Meno formalizzazioni più schizzi ;-) Cheers!

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  6. Facciamo un gioco, io vi dico Paul Verhoeven e voi mi dite il titolo più scandaloso della sua filmografia, lo so non sono pochi, ma se avete risposto “Basic Instinct” è soltanto perché non avete ancora visto il film di oggi protagonista della rubrica.

    Dopo questa intro, non dovrei leggere il post ma andarmi a vedere il film! :D

    Prima di commentare la tua recensione, domanda, ma Basic Istinct era così scandaloso?

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    1. Ottima recensione Cassidiy! Sulla brutalità di certe scene, personalmente preferisco che sia il cinema a spingere sull'acceleratore, piuttosto che magari un manga (per questo sono meno tollerante con le opere di Go Nagai); ovviamente deve esserci funzionalità con la trama (e questo credo sia il caso), altrimenti il film è mera exploitation. Comunque da te ho capito che il buon Paul è tipo che non scherza, io pensavo l'uccisione di Robocop prima che diventasse Robocop fosse il massimo della sua brutalità :D, invece...

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    2. Ricordi quando la scorsa settimana dicevamo che volevi qualcosa di più tosto di “Soldato d'Orange”? Eccolo! ;-) Ti consiglio di saltare la parte indicata con gli spoiler, meno sai della storia meglio è.

      Secondo me no, ma gli americani sono bacchettoni, non sono pronti per uno come Verhoeven oggi, figuriamoci nel 1992, ma ne parleremo. Cheers!

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    3. Grazie mille gentilissimo! No il povero Alex Murphy era solo uno dei tanti massacrati dal buon Paul, capisco il senso del tuo discorso, anche secondo me la violenza ha un senso solo se non è fine a se stessa, per caso stai pensando al cinismo nerissimo di “Devilman”? ;-) Cheers

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    4. Mi consigli di saltare la parte degli spoiler? Mi ci sono tuffato :D come Zio Paperone nel deposito, come un bimbo sul cabaret di pasticcini, come il Moz sulle puntate di Twin Peaks.

      Ovviamente hai citato l'opera giusta!

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    5. Beh io ci ho provato no? ;-) Però ti ringrazio, perché ora mentre guarderò le puntate che mi restano da vedere della terza stagione di "Twin Peaks" avrò in mente il Moz vestito da Zio Paperone che si tuffa nelle doppie cascate :-D Avevo intuito ti riferissi a quella, apice di cattiveria "Devilman". Cheers!

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  7. Stavolta tocca a me sorprenderti con un premio più che meritato...
    Nel mio blog tutte le spiegazioni:

    http://lastanzadigordie.blogspot.it/2017/10/blogger-recognition-award-la-stanza-di.html

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    1. Sei il mio super eroe preferito. Bro-Fist! :-D Cheers

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  8. Io l'ultimo film di Verhoeven che ho davvero apprezzato è stato "L'amore e il sangue". Dei successivi ho visto solo "Showgirls" e "Basic Istinct", e li ho trovati privi dello smalto dei suoi precedenti film, soprattutto il primo.

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    1. "L'amore e il sangue" mi è piaciuto, ma ho apprezzato anche molto "Il quarto uomo", sono curioso di gettarmi sui suoi film americani ora, ma credo che un film bello, dolente e anti-moralista che mi sia piaciuto come questo "Spetters" farò fatica a trovarlo, mi stanno piacendo molto i film olandesi di Verhoeven, ma questo ha vinto tutto per me ;-) Cheers!

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  9. aspetto la tua recensione de il quarto uomo, film che mi è piaciuto parecchio xD

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    1. Arriverà venerdì devo dire che é piaciuto molto anche a me, un'anteprima ;-) Cheers

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  10. È come Rumble Fish e The Outsiders di Coppola (quando il suo cinema era impegnato nella fase giovanile stile Gioventù bruciata)...però secondo le regole di Verhoeven, quindi perdendo quella classicità nel mostrare sogni di libertà luccicanti e così via tipicamente Americani...devo dire che non sentivo un impatto simile dai titoli che ti ho citato precedentemente. Sono sempre racconti che colpiscono per la realtà di come le forze vengono messe in gioco e si evolvono. Bella la colonna sonora che fa da sfondo che raggiunge l'apice alchemico con il girato in molte volte, in particolare quella nel finale dove il fratello di lei se ne va via vi è una ripresa in prima persona alla guida molto cinematografica.

    Però la fellazio in presa diretta mi mancava d'aggiungere al suo curriculum...oltretutto nelle mie vaste visioni mi ricordo solo una scena del genere in Brown Bunny di Vincent Gallo, ed in quel caso era la Sevigny ad attuarla.

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    1. Bravissimo, il paragone con i due filmoni di Coppola ci sta tutto, si potrebbero quasi affiancare questi film, quello di Verhoeven però ha in aggiunta di essere la versione europea, con ragazzi che guardano al mito dell’America, come il loro regista guarda al cinema del paese a stelle e strisce. Vero, ottima scena quella così come la colonna sonora.

      Ricordo anche di averlo visto quel film, non ne ho visti molti con Vincent Gallo (che per altro ha recitato, pure molto bene, in un film di Coppola, per chiudere il cerchio), la scena è famigerata, decisione disastrosa per il seguito della carriera della Sevigny per altro. Cheers

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    2. Ora che mi viene in mente..anche in questo film le arance sono presagio di morte o comuque di svolte negative...tutta colpa sempre di Coppola!

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    3. Mi sai che hai scovato un filone, vuoi vedere che Verhoeven è un grande appassionato dei film di Francis Ford? ;-) Cheers

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