martedì 17 ottobre 2017

Il gioco di Gerald (2017): Non c'è cosa più divina che ammanettare la Gugino


Il 2017 è il grande anno di zio Stephen King, l’adattamento per la tv di Mr. Mercedes, quello (disastroso) di La torre nera, ma non facciamo i finti tonti, stiamo tutti qui ad aspettare il nuovo “IT” di Andrés Muschietti, il film che è già uscito in tutti i Paesi civilizzati del pianeta tranne in uno strambo e fatto a forma di scarpa.


Ma non disperiamoci, per riempire la lunga attesa arriva in soccorso un titolo minore e forse per questo poco considerato, ma in grado di regalarci delle gioie, perché “Il gioco di Gerald” riesce nella non scontata impresa di risultate un riuscito adattamento Kinghiano, non sono troppi i film che possono vantarsi di questo successo.

Personalmente ho sempre amato molto le storie di sopravvivenza, con un protagonista incastrato in un'unica location intento a cercare di portare a casa la pelle ed è anche un filone molto prolifico che ci ha regalato un sacco di titoli, figuratevi se rimaneggiato da zio Stevie poteva non piacermi. Il romanzo originale datato 1992 devo averlo letto pochi anni dopo, pescando dalla libreria di un amico che dopo aver letto “IT” comprò tutti gli altri libri di King sulla fiducia (storia vera), non so se poi li ha letti tutti, ma nel dubbio ho pescato a piene mani dalle sue mensole.

La parola più comune che sentirete associata a “Il gioco di Gerald” è infilmabile, perché una protagonista ammanettata ad un letto dopo un gioco erotico finito male, afflitta da fame, sete e svarioni mentali da tanti è stato considerato un soggetto del tutto non adatto al cinema. Sarà... Ma permettetemi di dubitare, una sola location pochi attori, una trama facilissima da vendere, che potremmo riassumere così: Carla Gugino in vestaglietta sexy ammanettata al letto, dai andiamo! Chi non vorrebbe vedere un film così!

Tanto quello che scrivo sotto questa foto non lo leggerà mai nessuno, quindi ciao!
Sembra il tipo di soggetto che uno come Jason Blum affiderebbe al suo regista di fiducia, ovvero Mike Flanagan insieme al solito budget da 5 milioni di ex presidenti spirati per dirigerlo, infatti è andata proprio così, la vera sorpresa, però, è che a produrre non è Blum, ma Netflix. Boom! Plot twist!

Mike Flanagan, pesca uno dei pochi libri di King che ancora non era stato portato al cinema e dimostra che non esistono titoli infilmabili se hai il giusto talento e il giusto approccio al materiale che vuoi adattare, infatti Flanagan fa davvero tutto giusto e dopo essersi barcamenato tra progetti su commissione più o meno riusciti come Somnia (Before I Wake), Hush e Ouija - L'origine del male, qui manda a segno il suo film più riuscito dai tempi di “Oculus - Il riflesso del male” (2013), titolo che personalmente ho apprezzato e non per forza pochino.

Jessie (una perfetta Carla Gugino) e sua marito Gerald (Bruce Greenwood) si trasferiscono per un weekend nell’isolata villa di campagna, obbiettivo quello di riportare un po’ di pepe nel loro matrimonio sprofondato in una seria crisi. Attrezzatura minima necessaria, una testiera del letto molto resistente, due paia di manette serie, non quelle cazzate con il pelo rosa attorno (qua facciamo sul serio) e per lui una pillola blu che ad occhio e croce non mi pare uscita dal pacchetto delle Zigulì.

Un'altra foto così e faccio lo sciopero delle didascalie ok!?
Il problema è che a Geraldo oltre che a farlo strano, piace pure farlo violento, cosa che Jessie gradisce il giusto (come darle torto), quindi gli animi sbolliscono in fretta e quello di Geraldo, in particolare, il suo cuore passa dalla fase “Mandiamo tutto il sangue giù a sud al muscolo dell’amore!” a quella “Tracciato piatto” in un tempo più breve che pronunciare la frase: tratto da un romanzo di Stephen King.

Un marito morto ai piedi del letto, due mani ammanettate, un cellulare troppo lontano da raggiungere, un bicchiere d’acqua su una mensola e nessuna speranza di qualcuno che arrivi a salvarla, per Jessie la situazione è pessima e continua a peggiorare, perché come ospiti avrà soltanto un cagnone randagio che non disdegna la carne ribattezzato “Cujo” (occhiolino occhiolino), un sacco di demoni interiori con cui fare i conti e un visitatore notturno forse reale, forse frutto di una mente traumatizzata, un gigantesco figuro che nella versione cinematografica prende il nome di “Moonlight Man”, giusto per strizzare l’occhio ad un altro libro di King, ovvero “Mucchio d’ossa” (1998).

Ricorda anche un po' Gaetano, quello del film con Renato Pozzetto.
Mike Flanagan scrive la sceneggiatura a quattro mani in copia con il suo solito socio Jeff Howard, il risultato è un lavoro davvero ottimo che bilancia bene tutte le sue parti, che siano quelle reali della trappola in cui si ritrova Jessie, o quelle immaginarie generate dalla sua mente, bravissimi la Gugino sfattissima legata al letto e perfettamente pettinata quando interpreta la parte lucida della mente delle protagonista, il contro altare è proprio Bruce Greenwood che ha dovuto recitare in mutande tutto il film, però risulta davvero azzeccato nella parte della vocina al fondo del cervello che ci tiene a ricordarti che andrà tutto male.

Ma per essere la storia di Carla Gugino ammanettata ad un letto, “Gerald's Game” cambia faccia, scenario e atmosfere spesso e anche bene, è chiaro che Mike Flanagan conosce molto bene i romanzi di Stephen King, non voglio rovinare la visione a chi non avesse ancora visto il film, oppure letto il romanzo, ma anche qui troviamo un tema Kinghiano classico, ovvero la necessità di ritornare all’infanzia per esorcizzare i demoni del passato che ancora ci perseguitano nell’età adulta. Quanti libri di King avete letto che ruotavano intorno a questo tema? Ve lo dico io: tanti.

"Come devo dirtelo è tutto nella tua testa malata" , "Detto da te mi offende proprio capitan mutanda".
Se proprio siete “Fedeli lettori” smaliziati, spero apprezzerete il fatto che Flanagan sia riuscito a trovare un modo sensato per far pronunciare a Gerald la frase “All things serve the beam”, che gli appassionati della saga della Torre Nera conoscono molto bene, per assurdo risulta un omaggio migliore a Roland e al suo Ka-Tet di tutta quella porcheria di film uscito qualche mese fa.

Ho apprezzato molto anche il fatto che la sceneggiatura mantenesse la connessione con il libro “gemello” di “Il gioco di Gerald” ovvero “Dolores Claiborne” (1993) già adattato per il grande schermo da Taylor Hackford nel 1995 e uscito da noi con il titolo “L'ultima eclissi”. In entrambe le storie proprio l’eclissi coincide con un momento spartiacque della vita delle rispettive protagonista e Mike Flanagan lo sfrutta anche dal punto di vista visivo per mettere su un'atmosfera molto suggestiva.

Black hole sun (Won't you come).
Ne esce fuori un personaggio femminile come quello di Jessie credibile e sfaccettato, visto il tema e la situazione che sono pronto a credere nel 2017 qualcuno di certo paragonerà ad un Cinquanta sfumature di grigio in sala Stephen King per vendervi il film (diffidate dal “Clickbait” violento di questi nostri anni social-dipendenti), sarebbe anche stato facile scadere nel ridicolo, invece grazie anche all’ottima prova di Carla Gugino tutto quanto funziona.

Jessie è una che per tutta la vita ha negato il trauma subito, Gerald è la personificazione dei suoi problemi paterni e il gioco erotico che presto si trasforma in una trappola mortale, la più efficace seduta di terapia del mondo per prendere coscienza di se stessi e risorgere più forti di prima, ma di solito questo tipo di processo prevede che prima si tocchi moralmente (o fisicamente) il fondo, che per questo film coincide con la parte più smaccatamente horror della storia.

Per la parte del Moonlight Man, Mike Flanagan ha l’intuizione azzeccata di scegliere il mitico Carel Struycken, sì, proprio il gigante di Twin Peaks, che risulta sinistro il giusto nelle sue orrorifiche comparsate, se poi siete preoccupati dal fatto che in una trama del genere possa mancare il sangue, tranquilli, anche quello arriva, fondamentalmente quasi tutto in una scena, però decisamente funzionale.

Ogni volta che lo vedo mi parte la musica di Badalamenti (o quella degli Addams) in testa.
“Il gioco di Gerald” è il classico film che si guarda per capire come farà la protagonista ad uscirne viva e se mai ci riuscirà davvero, non solo, Flanagan mentiene un ottimo equilibrio con tutte le varie anime della storia, ma riesce a sfornare un film in grado di coinvolgere chi non ha mai letto il libro e allo stesso tempo, ad intrattenere anche i Kinghiani più convinti. Mica male, per una storia considerata infilmabile, arrivare ai titoli di coda e rivelarsi uno degli adattamenti cinematografici di un romanzo di zio Stevie più centrati.

Difetti? Forse solo l’epilogo, che mantiene la natura epistolare presente anche nel finale del romanzo, che potrebbe passare tanto come uno “Spiegone”, forse meno, sarebbe stato meglio, magari anche in termini di minutaggio specialmente nella parte centrale, ma sono davvero difetti da poco.

Per chi vive in un Paese civilizzato, un'altra chicca Kinghiana, per noi residenti in uno strambo Paese a forma di scarpa, uno dei pochi al mondo che ancora non ha potuto vedere il nuovo “IT” di Andrés Muschietti, un aperitivo, il migliore possibile direi.

38 commenti:

  1. Il film è ancora in rampa di lancio (sono al quinto giorno di abbonamento a Netflix!), ma intanto ti meriti 90 minuti di applausi per il titolo scelto :D

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    1. Dai come potevo resistere e non utilizzare un titolo del genere, in certi momenti mi rendo conto di essere come Roger Rabbit con "Ammazza la vecchia", non posso proprio trattenermi ;-) Anche io sto pescando parecchi titoli da Netlifx in questo periodo non solo serie tv, buona visione aspetto il tuo parere! Cheers

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  2. Situazione di base semplice e plausibile, location ridotta all'osso, 2 protagonisti e qualche scheletro nell'armadio. Un bravo scrittore (King) ci costruisce un romanzo, un bravo sceneggiatore riesce a ricavarci un film e infine un regista può farne un ottimo film. Oppure può uscirne una c@gata pazzesca (per dirla alla Fantozzi), mai dire mai. Ma già che ci sia la Gugino è decisamente un punto a suo favore... (Gugino+d'Addario combo più devastante del terremoto in "San Andreas"!). Film che al di là della protagonista mi acchiappa. Vedo se lo pesco da qualche parte.

    P.S.: ricordo secoli fa nelle mie imberbi, insonni notti a scanalare per tv regionali in cerca di donnine discinte, un film molto simile dove era lui legato per giorni ad una testiera da un'infoiata Pamela Prati (mi pare...). Vuoi vedere che anche King di notte faceva le ore piccole guardando via satellite le tv regionali nostrane?

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    1. Lo trovi disponibile su Netflix ma comunque si trova. La tua combo ai tempi l’avevo ribattezzata “Movimenti tettonici” a proposito di titoli di commento di film raffinati tipici del sottoscritto ;-) I film con la singola location e il protagonista incastrato a rischio vita mi piacciono sempre, ma possono anche svaccare facilmente, questo tiene botta per fortuna. Cheers!

      P.S. Sulla filmografia di Pamela Prati ammetto le mie lacune, ma zio Stevie ogni tanto anche lui i suoi bei momenti laidi li utilizza, ma più che altro perché scrive di qualunque cosa, poi avranno le tv private anche nel Maine no? ;-)

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  3. In questi giorni ci sono le Olimpiadi dei Giochi di Parole con la Cugino, ma tu sei riuscito lo stesso a sbaragliare la concorrenza ^_^
    Non so perché sia fra i romanzi di King più criticati, io l'ho amato tantissimo - ed era un periodo molto difficile della mia vita - e gli sono ancora affezionato, anche perché è l'ultimo che ho letto del Re. Ah, ecco un aneddoto inutile ma che mi è rimasto in mente da decenni: Gerald's Game era il libro che stava leggendo Soon Yi durante il processo di Woody Allen! I giornalisti andavano a nozze con la cosa e fotografavano la ragazza che usciva dal tribunale con il libro in mano, con la scritta KING in evidenza: quel processo ha fruttato parecchio allo scrittore del Maine :-P
    Sono contento sia venuto un bel prodottino e aspetto di vederlo.

    P.S.
    Zio, sicuro fosse Pamela Prati? La trama sembra quella de "La gabbia" (1985) con Laura Antonelli che teneva l'amante Tony Musante legato al letto. La Pamelona ha lavorato pochissimo al cinema e sempre in minuscole particine: al massimo legavano lei, al letto :-D Però ora cercherò quel film...

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    1. Ti ringrazio, non potevo perdere l'occasione per un po' di sana "stupidera" ;-) Ti capisco bene, pensa che il mio amico da cui ho preso in prestito il libro lo ha odiato oltre misura proprio per le stesse caratteristiche per cui a me é sempre piaciuto. Ricordavo la storia del libro durante il processo di Woody, non ricordavo fosse proprio questo grazie! Davvero una situazione che sembra creata ad arte ;-) Ora mi godo la ricerca del film che fosse Pamelona o meno! Cheers

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    2. @Lucius: potrebbe anche essere, onestamente non ne ho idea... Trama e risvolti psicologici dei film alle 2 di notte non erano importanti. Era altre le cose a cui davo peso!

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    3. Bisogna dare delle priorità lo dico sempre ;-P Cheers!

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  4. La Gugino è sempre stata una buona/bona attrice sin dai tempi di Snake Eyes del buon De Palma e per Greenwood vi è poco da dire un caratterista che non si è mai sprecato nella recitazione anche lui brilla si da Exotica di Atom Egoyan.

    Sembra un film molto interessante...magari lo guarderò..

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    1. Concordo in pieno bona e brava, mamma mia che film pazzesco era "Snake's eyes" uno dei miei De Palma del cuore ;-) Questo merita si lascia guardare e potrebbe piacere anche a chi non ama l'horror in senso stretto. Cheers

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    2. Merita una visione e fatto con passione quasi ai livelli di Darabont, che non è poco.

      Non vorrei dirne una grossa ma forse è una delle migliori prove della Gugino che abbia visto fino ad ora.

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    3. Il paragone con Frankuzzo Darabont ci sta tutto, se ti paragonano a Darabont, vuol dire che sei qualcuno per quanto mi riguarda ;-)

      Non esageri, bellissima lo è sempre stata, qui è anche molto brava, non so se hai visto “Hill House” (ho il post in rampa di lancio) stesso regista, stessa Gugino, serie molto bella. Cheers!

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  5. Alla fine hai optato per una versione più light del mio titolo, mi sembra giusto data la delicatezza del tema. Comunque film davvero ottimo, Flanagan si conferma maestro della messa in scena minimale. Fra i migliori adattamenti kinghiani, sicuramente uno dei più fedeli al suo spirito

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    1. Spero tu abbia gradito la strizzata d'occhio, ho fatto una modifica per riassumere il tema del film. Flannagan in questi anni di horror a basso costo rischia di arrivare a firmare 15 film nel giro di 5 anni, questo é uno dei suoi lavori migliori é riuscito dove altri hanno toppato, adattare King al cinema, poteva andarci peggio ;-) Cheers

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  6. Ti dirò: Il gioco di Gerald è sulla mia libreria da anni, perché è stato uno dei primi King che ho letto.
    E ti dirò di più: siccome evita noiose e inopportune lungaggini, mi piace anche adesso.
    Il film non l'ho visto ma potrebbe piacermi, non sapevo ci fosse addirittura il Gigante (o dovrei dire Pompiere?) di Twin Peaks :)

    Moz-

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    1. Anche per me é ottimo mi piace molto, quando King ci porta nella mente dei protagonisti ha sempre una marcia in più. Ora lo sai, non ho capito la cosa del pompiere ma solo perché sto ancora guardando la terza stagione di Twin Peaks ;-) Cheers!

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  7. Non conosco il libro, ma posso aggiungere il film alla lista dei 'vedrò'. Carino il cane vicino a un po' di budella, cosa che non guasta mai :D. E il mitico gigante di Twin Peaks è un altro buon motivo per non perdere questa pellicola.

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    1. Ci tenevo a far sapere che il gigante é della partita, anche perché non é uno spoiler ;-) Il film merita si lascia davvero guardare cagnone inquietante compreso ;-) Cheers!

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  8. Il titolo vince tutto.
    Il film, a sorpresa, pure: teso, solitissimo, recitato da una Gugino più brava che mai.
    Ora aspettiamo It e 1922...

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    1. Assolutamente scelta di casting perfetta. Sono curioso di vedere anche 1922 mentre sono alle prese con la serie ispirata Mr Mercedes. King, Stephen King ovunque ;-) Cheers!

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  9. Posso capire l'infartuato.
    La Gugino non è per tutti. :-P
    Il romanzo nel suo piccolo è adorabile, devo vedere assolutamente la pellicola.

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    1. Amen, non avrei potuto dirla meglio di così, veramente notevole.
      Concordo anche sul libro quindi a questo punto consigliarti di vedere il film serve a pochino visto i due elementi già citati ;-) Cheers

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  10. Da buon claustrofobico, che odio anche qualsiasi forma di prigionia, so che mi farà stare male.
    Penso alla povero Cugino legata tutto quel tempo. Ha la mia stima.

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    1. In effetti é angoscioso il giusto e anche un pelo di più. Cheers!

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  11. Bello, bello davvero questo film, visto giusto ieri. E giusto ieri parlavamo dei miei problemi con King che non mi permettono di leggere suoi libri. Così come giusto ieri mi sono accorto che La Gugino invecchia sempre meglio. Flanagan ala fin fine a parte il sequel di Ouija per me non ha sbagliato un film..

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    1. Non mi è piaciuto molto "Somnia" ma gli altri tutto sommato si lasciano guardare malgrado i difetti. questo ha un altro passo, un ottimo adattamento e un ottima protagonista, in tutti i sensi. Cheers!

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  12. Avevo provato a postare un mio commento stamattina ma la pagina non lo caricava. Vabbè, avevo fatto tutto un lungo discorso che potrei riassumere così: "Opera molto bella anche se un'approfondito legame col testo del libro fa perdere alla pellicola quella sintesi cinematografica che forse sarebbe necessaria mettere in risalto. In ogni caso, ho trovato degne di nota le scene dell'eclissi e della fuga sanguinolenta, così come il percorso di maturazione della protagonista. La Gugino regge benissimo il suo one woman show" Poi avevo fatto qualche battuta(ccia) sull'attesa del nuovo IT e ti salutavo. :D
    Saluti!

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    1. Stranissimo, si vede che hai beccato un momento in cui la piattaforma di Blogger era al bar con un quartino di bianco, mi spiace che tu abbia dovuto scrivere due volte è qualcosa che trovo molto fastidioso, ma apprezzo moltissimo che tu lo abbia fatto, grazie!
      In effetti Flanagan ha voluto restare molto aderente al libro (verrebbe da dire AI libri di King), però tutto sommato funziona anche grazie alla prova della Gugino… Ora però voglio la battutaccia sull’attesa per il nuovo IT! ;-) Cheers

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    2. Nulla di che, era una cosa del tipo "Ah, vedo che non sono l'unico che cerca di smorzare l'attesa di IT con film sui romanzi di King ma che però non essendo IT non ti smorzano un bel niente." Solo in questo strambo paese a forma di scarpa potevano far uscire quella mer...aviglia de "La torre nera" in contemporanea agli USA mente per IT ci vuole un mese.:p Domani l'attesa sarà finita XD
      Saluti!

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    3. Minchia veramente la Torre Nera in contemporanea e questo dopo un mese, spero che lo abbiamo avuto rovinato per bene al doppiaggio, visto che hanno avuto tutto questo tempo! Questa settimana è lunghissima per molte ragione, tra cui proprio IT, dai, domani è giovedì ;-) Cheers

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  13. Titolo di post geniale! :)

    Il film però continua a non attirarmi troppo. Sarà perché non sono un kinghiano doc, o sarà perchè ne parlate tutti bene e a me piacciono di più le pellicole di cui tutti dicono un gran male come Madre!.

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    1. Muchas gracias! Ma ringrazia anche Enrico uno dei miei lettori per l’assist che ho solo dovuto andare a schiacciare ;-) Ecco io “Madre!” voglio vederlo! Proprio perché ne parlano tutti male! Appena riesco a farmi largo tra sto periodo di gran casino vorrei vedere anche quello, poi ci scambieremo i pareri. Cheers!

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  14. In tanti me ne hanno parlato bene, ora che ho anche la tua conferma, appena posso me lo gusto...Del resto il libro è uno dei più claustrofobici di Zio King e i film ambientati in un unico ambiente dal quale il protagonista deve fuggire intrigano molto anche me...

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    1. Vai sereno che vai bene, chissà perché non avevo dubbi che il libro, con quelle premesse, fosse di tuo gusto ;-) Cheers!

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  15. Io l'ho trovato pessimo....il libro era riuscito a trasmettermi un'angoscia e un'ansia incredibile,tanto che lo avevo divorato in pochi giorni,il film invece mi ha trasmesso solo enormi sbadigli....si è focalizzato troppo sulla personalità di Jessie con quei dialoghi interminabili tra personaggi reali e immaginari,dopo mezz'ora giuro non ce la facevo più. Capisco che fosse davvero difficile filmare un libro del genere,ma qui la tensione è praticamente assente,ci sono momenti che ti viene voglia che il cane la sbrani pur che smetta di parlare o pensare!Boh,non mi è piaciuto.

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    1. Cavolo mi spiace, ho trovato interessante quella parte, è il modo con cui Jessie affronta il suo trauma, devo dire però che amo molto le storia con i personaggi incastrati in un solo posto e a rischio vita. Cheers!

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