lunedì 2 ottobre 2017

Blade Runner (1982): Ho visto Classidy che voi umani non potreste immaginarvi...


Tra “Blade Runner” e il sottoscritto balla giusto un anno di differenza, 365 giorni non sono poi tanti (a meno che voi non siate dei Replicanti), quindi posso dire che siamo quasi vecchi uguali, poi è inutile girarci attorno: questo non è un film come tutti gli altri. Proprio per questa ragione e tutte quelle che vedremo da qui all’ultima parola di questo post, ha diritto al suo posto tra i Classidy!


Avete presente quei montaggi fatti mettendo insieme scene famose di film ultra celebri, di solito assemblate per celebrare la storia del cinema? Ecco, in nove su dieci di quei montaggi (ma anche dieci su dieci) “Blade Runner” non manca mai, perché negli anni è assorto allo stato di culto assoluto. Se voi siete più o meno nostri coetanei (miei e di Blady qui) allora saprete bene che quell’aurea gigantesca di culto è un'ombra lunga che anticipa il film, come Silver Surfer l’arrivo di Galactus, scusate mi è scappata una metafora da lettore Marvel.

Ma la verità è un’altra, ve la dico a costo di beccarmi sputi e anatemi (lo spazio per i commenti la sotto serve anche a quello). La prima volta che qualcuno, quasi tutti, guardano “Blade Runner” non è che lo apprezzino poi così tanto, prima di mettere mano a torce e forconi, però, lasciatemi l’icona aperta, vi prometto di tornarci, per ora vi dico solo: pensateci. Questo film non è piaciuto poi così tanto nemmeno a quelli che lo hanno visto in sala nel 1982. Ora, come se fossi la voce narrante di Deckard, lasciate che vi porti qualche passo indietro, all’inizio di questa storia.

In principio fu Philip K. Dick e a questo punto dovreste già essere tutti in piedi al solo sentir nominare il grande scrittore di fantascienza. Il suo romanzo “Do Androids Dream of Electric Sheep?” (da noi uscito con il titolo “Il cacciatore di androidi”) del 1968 un paio di anni dopo è l’oggetto del desiderio di Hollywood, persino zio Martin Scorsese pare interessato a dirigerne un adattamento, ma il più veloce a mettere le mani sui diritti di sfruttamento fu il produttore Herb Jaffe che per adattare il romanzo in una sceneggiatura affidò tutto a suo figlio Robert. Sì, la parola che state cercando è nepotismo, bravi.


Vi distraggo da queste pratica di Hollywood con la bella Daryl Hannah, tiè!
A Dick il lavoro di Jaffe Jr piacque così tanto che quando i due s'incontrarono la prima volta all’aeroporto Filippo Kappa C… Vabbè, per oggi lasciamo perdere di tradurre i nomi, gli disse: «Devo picchiarti qui all'aeroporto, oppure quando arriveremo al mio appartamento?» (storia vera). Serve uno sceneggiatore, uno che sappia il fatto suo ed è qui che la storia diventa intricata, la sceneggiatura diventa come l’ovale durante una partita di rugby, la riceve Hampton Fancher che passa a Michael Deeley, che prima coinvolge Ridley Scott e poi passa a David Peoples, che con le ultime riscritture finalmente ottiene l’approvazione di Philip K. Dick, ma siccome l’universo sa essere beffardo, il grande scrittore morirà nel Marzo del 1982, senza mai vedere il film terminato. Beh, considerando che Scott ha sfornato tre versioni del film, l’ultima datata 2007, il grande Dick (e non ridete dai! Siate seri!) sarebbe dovuto arrivare ad avere l’età di Matusalemme!

Theatrical, Director's e Final cut, a giudicare dalla faccia, Philip K. Dick aveva già capito tutto.
Già Ridley Scott, dopo quel capolavoro pazzesco di Alien, il regista inglese era incastrato nella lenta e complicata produzione di “Dune”, alla ricerca di qualcosa di qualcosa che lo riportasse presto su un set, Scott mollò tutto e si dedicò a questo soggetto, ma senza prima non dire la sua sulla sceneggiatura. Sì, perché se nel film abbiamo dei “Replicanti” e non degli “Androidi” lo dobbiamo a Scott, responsabile anche del titolo del film, che arriva dal romanzo del 1974 di Alan E. Nourse “The Bladerunner” (da noi “Medicorriere”) la cui trama ruota intorno a… Tutta un’altra roba! In realtà, Scott il libro di Nourse forse non lo ha nemmeno letto, gli piaceva giusto il titolo, come Justin Timberlake in “The Social Network” suggerisce di togliere il “The”, Blade Runner, il gioco è fatto.

Ma se volete sapere tutto, ma proprio tutto tutto sulla notte in cui Scott scippò il titolo ad Alan E. Nourse, passate a trovare Lucius sulla pagine di Non quel Marlowe, che è pronto a raccontarvi tutta la storia.


Una Sean Young talmente bella che potrei stare a guardarla per ore.
Ridendo, scherzando e scippando titoli in giro, la lunga pre produzione del film viene a costare quasi tre milioni di ex presidenti defunti stampati su carta verde. I produttori sono ancora pronti a lasciare sul tavolo un’altra ventina di milioni degli stessi presidenti, ma ad una condizione: il film deve uscire a giugno, quindi tenendo conto della post produzione, non si sposta nemmeno di un giorno la data del fine riprese. Tenete a mente questo dettaglio, la storia del cinema passa anche da qui.

In cerca di uno alla Robert Mitchum per il ruolo di Rick Deckard, Scott prende in considerazione tutti da Gene Hackman a Sean Connery passando per Dustin Hoffman (!) e Schwarzenegger (identico a Mitchum per altro) poi sceglie semplicemente l’attore più caldo del momento, Harrison Ford reduce da due titoli da niente come L’Impero colpisce ancora e I Predatori dell’arca perduta, non so chi fosse l’agente di Ford allora, ma sapeva come guadagnarsi i suoi soldi.

Ford accetta a condizione che Deckard non indossi il Fedora (aveva già dato, storia vera), come vanno le cose tra lui e Scott sul set? Lasciatemi scegliere le parole giuste, ok trovate… Una merda! Il regista è arrivato a definire Ford “Una spina nel fianco”, mentre se ancora oggi chiede ad Indy di Ridley, vi fa gli sguardi scuri pensando alle notti sotto la pioggia.


La reazione di Harrison Ford quando gli chiedono se si è divertito a girare questo film.
Va decisamente meglio, invece, con Rutger Hauer, Ridley Scott lo vede recitare in Fiore di Carne, Kitty Tippel e “Soldato d'Orange” e lo vuole a tutti i costi, ma non ha fatto i conti con il senso dell’umorismo di Rutger, che il primo giorno si presenta conciato con occhiale gigante da sole tipo Lapo Elkan, pantalone di satin rosa shocking imbarazzante persino per il David Lee Roth dei tempi migliori e, colpo di genio, maglione bianco con enorme volpe disegnata sopra. Voi pensate che io stia esagerando, in realtà, è una storia vera. Grasse risate tranne la produttrice esecutiva Katherine Haber che a momenti sviene, ah ah bello scherzo Rutger e poi quei capelli ossigenati, davvero ridicoli sei un grande! Chissà come l’ha presa la Haber quando ha scoperto che il capello era il primo dei tanti contributi di Rutger Hauer a Roy Batty il personaggio che lo ha portato alla porte di tannhäuser dell’empireo cinematografico.

Vi avevo promesso che sarei stato bersaglio per i vostri insulti, quindi lasciatemi riprendere l’icona lasciata lassù. Fin dalle mie prime bimbo-visione del film mi è stata chiara la cura con cui “Blade tannhäuser Runner” è stato girato, a memoria mia potrebbe essere stato uno dei primi film che mi ha fatto capire che quelle belle immagini in movimento sullo schermo, capaci di raccontarti una storia appassionante, potevano essere anche qualcosa di più che, per ora, chiameremo arte.


Il modello cinematografico di futuro, che ancora oggi viene ricalcato in TUTTI i film.
Ma la prima volta che vedi “Blade Runner”, in realtà, non è che faccia tutto questo grande effetto, troppa attesa, troppo eco, alla sua uscita fu praticamente ignorato, al netto di un budget di 28 milioni di dollarazzi, ne portò a casa 27 vittima anche lui dell’enorme successo al botteghino di “E.T. l’extraterreste” uscito un paio di settimane prima, l’alienuzzo simpatico di Spielberg passò tipo schiacciasassi sopra “Blade Runner” e La Cosa di John Carpenter, usciti entrambi il 25 giugno del 1982. Ed ora fermiamoci tutti un momento ad invidiare gli spettatori del 1982 che potevano scegliere se vedere questo o il capolavoro del Maestro.

La verità è che “Blade Runner” inizi ad amarlo dopo, personalmente ho sempre adorato la voce narrante di Deckard della versione originale, anche se spesso sottolinea l’ovvio, anche perché i produttori temevano che il pubblico non capisse dettagli come la parlata cittadina di Gaff, perché alcune frasi sono ancora tra le mie citazione preferite, ad esempio cerco sempre un contesto per utilizzare cosette tipo «Sushi. Così mi chiamava la mia ex-moglie. Pesce freddo».


"Con 'ste cacchio di bacchette sembra un'operazione al cervello più che una cena!".
Di quella versione ho sempre trovato insopportabile il finale, ricordo ancora quando da bambino davanti alla tv mi sono ritrovato a dire: "Ma che è ‘sta roba?". Un film intero a parlarci della vita limitata dei Replicanti e poi in una frasetta infilata a caso mi dite che Rachel è diverso dagli altri? Ma poi quella scena in pieno giorno, girata al volo su un camion traballante, montando spezzoni avanzati dei titoli di testa di “Shinning” (1980) per dare l’illusione di una navetta in volo, no davvero, mai piaciuto.

Mi ha sempre urtato questo finale, voi non avete idea.
La raffazzonata “Director's cut” uscita in DVD nel 1997 sistema questi dettagli, ma è davvero stata messa su in fretta e furia, ho dovuto aspettare la “Final Cut” del 2007 per avere in mano tutti gli elementi necessari ad apprezzare a pieno il film, anche perché per allora, avevo già tritato tutti i romanzi di Philip K. Dick che sono riuscito a trovare.

Animali onirici come se piovesse (e in "Blade Runner" piove un sacco).
Nel romanzo gli Androidi sono esseri avidi di vita e di sensazioni, egoisti e incapaci di empatia, mentre Deckard è un grigio burocrate che dà loro la caccia, ma piano piano comincia ad assomigliare sempre di più alle sue prede, le motivazioni del personaggio sono banali, per far colpo su una moglie sempre strafatta che lo ignora, Deckard vorrebbe una rarissima pecora androide, animale scelto per simboleggiare una vita pavida passata nel gregge. Quello che fa Dick con il suo romanzo è un inno all’unicità, tema caro allo scrittore di Chicago quasi un monito a non perdere progressivamente noi stessi.

Mentre i replicanti Nexus 6 di Scott sono superuomini volutamente Niciani che vivono ogni sensazione in maniera amplificata, perché è allo stesso tempo la prima, ma potrebbe anche essere l’ultima visto il poco tempo di vita a loro disposizione. Le due trame sono simili procedono su binari paralleli, il film di Scott è una riflessione su cosa ci rende davvero umani, proprio per questo c’è così tanta enfasi nell’omicidio di Zhora (Joanna Cassidy scelta perché l’unica attrice a sua agio a recitare con addosso un pitone birmano… Non fate battutacce! In ogni caso, bel cognome Joanna) da parte di Deckard, perché se arrivi a sparare ad una donna in fuga alle spalle, vuol dire che forse l’umanità la stai perdendo.


Che brutta morte... Avvolti nel Domopack come gli avanzi del pranzo.
Ecco perché la “Final Cut” guadagna punti, proprio perché semina più indizi (l’origami a forma di unicorno) sul grande mistero che ruota attorno a Deckard, il film lascia intendere che anche lui potrebbe essere un Replicante, proprio per questo il fatto che già esista un “Blade Runner 2(049)” di prossima uscita, toglie un po’ di quella poesia, ah comunque lo dico ora: se in questo seguito scopriremo che Ryan Gosling è un replicante io ribalto il cinema sottosopra, ok? Che si sappia.

Il bello di “Blade Runner” sta anche nella sua sontuosa messa in scena, che passa dalle epiche note della colonna sonora di Vangelis, fino ad arrivare ai singoli dettagli, alle bambole tra cui si nasconde Pris (una bellissima Daryl Hannah) allo scontro finale tra Roy Batty e il suo creatore, un'ascesa ideale piena di simbolismi espliciti dello scontro tra i due (la partita a scacchi) e dell’ascesa di Roy (l’ascensore) il ritorno del “Figlio prodigo” come lo chiama il dott. Eldon Tyrell (Joe Turkel) che si conclude con un'illuminazione: sul tetto del palazzo Roy capisce il senso della vita con il suo monologo e la pioggia in questo caso è qualcosa di simile ad un battesimo.


La lunga partita a scacchi con il creatore.
“Blade Runner” è stato forse l’ultimo grande film realizzato prima dell’avvento della computer grafica, la scena di apertura nella Los Angeles del 2019, ad esempio, è un tripudio di mascherini e strati aggiunti sulla pellicola base, aggiungendo ogni volta l’effetto della fiamme, oppure i fondali, molti dei quali semplicemente dipinti e posizionati lontano rispetto alla macchina da presa per dare l’illusione di profondità come si faceva ai vecchi tempi.

Mi piace moltissimo lo scontro quasi da slasher tra Roy e Deckard (“Sette otto, va all’inferno, poliziotto!”), ma è inutile girarci attorno, dove “Blade Runner” si guadagna il suo posto nella storia è nella scena in cui tutto quanto raccontato fino ad ora torna, la realizzazione del set, il tempo di produzione limitato, come quello della vita dei Nexus 6 e il monologo di Roy Batty. Se avete la sfortuna di leggermi con una certa frequenza potreste aver intuito che ho una predilezione per gli aneddoti di produzione, quello che arriva ora lo ammetto, è uno dei miei preferiti in assoluto.


"Per onestà devo confessarti che questo è il mio braccio più debole" (Cit.)
Ultima notte, non a Warlock, ma sul set del film, non manca da girare molto, giusto il finale (robetta proprio) quello che manca è il tempo, perché per effetto della lunga pre produzione Ridley ormai è agli sgoccioli bisogna consegnare il girato e iniziare la post produzione domani, quindi è ora o mai più, sul set corrono tutti come formiche operaie la controfigura di Harrison Ford è pronta a prendere posto sul cornicione finto, un set composto da due alte porzioni di palazzo finto, montate su carrelli mobili, a simulare i due palazzi uno di fronte all’alto, con il vuoto in mezzo dove si consuma l’ultimo atto dello scontro tra Deckard e Roy Batty. Nel trambusto generale manca, però, la controfigura di Rutger Hauer, colui che dovrà eseguire il salto da un “palazzo” all’altro, tick tock tick tock Ridley Scott come uno dei suoi Replicanti non ha più tempo, come fare? Niente paura, ci pensa Rutger!

Ridley! Ridley! Lo faccio io il salto, sono in forma mi alleno tutti i giorni posso farcela, fammi avvicinare il set di mezzo metro lo faccio io. Scott a quel punto guarda il suo attore pensando: ok, così se nel migliore dei casi si giri una caviglia o peggio mi fai la fine di Willy il coyote posso fare “CIAIONE!” al mio finale, ma l’Olandese è convinto, Ridley alle strette prende una decisione fa avvicinare le due porzioni di set e tiene le dita incrociate.


"Qualcuno mi liberi da questo ossigenato, sono troppo giovane per morire!".
Rutger agguanta il piccione (ok, lo so è una colomba, ma avete capito), rincorsa rincorsa rincorsa, salto, fletto i muscoli e sono nel vuoto. Come finisce? Non lo dovete chiedere a me perché già lo sapete, lo avete visto nel film (tutte e tre le versioni), il salto di Rutger è talmente buono che Scott non ritiene di doverne girare un’altra, buona la prima, finisce dritta nel montaggio finale. Ma non c’è il tempo per stappare una bottiglia di quello buono, bisogna girare il monologo, la notte in cui Rutger Hauer entrò nella storia del cinema dalla porta principale.

Il Roy Batty di Hauer è così riuscito non solo perché può contare sull’approccio fisico (e i capelli ossigenati) che l’Olandese imprime sempre ai suoi personaggi, ma perché la sua intuizione geniale è quella di capire che Roy ha 4 anni di vita, quindi spesso da quell’aurea da super uomo emerge il fatto che sia un bambino, quindi spesso curioso o giocoso, ma anche avvezzo alla cattiveria solo perché non ha ancora i mezzi per riconoscere il bene dal male, gli è mancato il tempo per assimilarli, cosa che fa nel monologo finale.


La folle notte del dottor Rutger, termina lassù nell'empireo del cinema.
La ricca staffetta di sceneggiatori aveva partorito un monologo di alcune pagine, Rutger di sua spontanea iniziativa decide di ignorare circa 300 parole, tiene un paio di battute già presenti (tra cui quella epica sulle porte di Tannhäuser) e ne aggiunge una improvvisata al momento, una robetta piuttosto ispirata che suona tipo: «Tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia» vi ricordo solo che fino a cinque minuti prima stava rischiando l’osso del collo facendo la controfigura di se stesso, mica male per una notte di lavoro.

La bellezza di questo monologo sta nel fatto che non lo sappiamo se Roy ha davvero visto navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, forse nella sue parole descrive soltanto un desiderio, quello che si sarebbe aspettato dalla sua vita se la sua vita fosse durata più di così, ma in un certo senso il desiderio di una vita più lunga del Replicante è stato accontentato, Roy Batty ora vive in eterno, avrà una vita lunga almeno quanto quella del cinema, non so se gli androidi sognano pecore elettriche forse fanno sogni di celluloide, diretti da Ridley Scott e con le musiche di Vangelis.

«… È tempo di morire».

64 commenti:

  1. Grande articolo, con un sacco di retroscena che non conoscevo. Anche io non ho amato Blade Runner subito, ho dovuto aspettare di rivederlo in vhs a fine anni 90 per capirlo appieno. È un film che non è invecchiato male come molti suoi coetanei, anzi, come il buon vino probabilmente migliora, ed ha segnato indelebilmente la nostra idea di futuro. Sembra poco?

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    1. Ti ringrazio, ho collezionato storie e storielle sul film negli anni, pensa che quando uscì il cofanetto delle “Final Cut” passai una settimana a vedermi tutte le versioni, il sabato ormai parlavo come la voce narrante di Deckard ;-) Tutta quella cura e le varie riscritture però hanno fatto sì che ancora oggi sia un film quasi senza rughe, che davvero ha influenzato il modo di mostrare il futuro al cinema, forse pure troppo ;-) Nei film moderni la pre-produzione è la prima fase di lavorazione che viene falciata via. Cheers!

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  2. bella recensione grazie.

    andrò a vedere blade runner 2047 ma mi spaventa molto la lunghezza.

    cambiando argomento: hai visto kingmsn 2??

    se sì attendo la recensione e ti faccio subito una domanda : secondo te la produzuione ha chiesto alla casa reale di svezia il permesso di prenderli bellamente per il cucculo???

    grazie

    rdm

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    1. Grazie mille! Del nuovo Blade Runner 2(049) mi preoccupa più che altro il produttore esecutivo Ridley Scott, speriamo bene…

      Devo ancora vederlo ma lo farò il prima possibile, ora più che mai mi torna buona la mia frase preferita del Joker di Nicholson, così tante cose da fare e così poco tempo ;-) Ma tranquillo ne parleremo, magari un po’ in ritardo ma arrivo. Cheers!

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  3. Bellissima recensione, c'è poco da aggiungere. Nel mio piccolo (peraltro non sono un amante di film di fantascienza), posso dirti che anche io ho apprezzato il film alla seconda visione. Nella prima ci ho capito poco, ero straniato. Sai qual è stata la prima visione: in prima superiore, nell'ora di religione, perché il prete (bravissimo) che ci faceva religione ci faceva vedere sempre dei film e poi li commentavamo in aula. Naturalmente il film veniva spezzato in due parti e non era proprio l'ideale per apprezzarlo al massimo :D

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    1. Muchas gracias ;-) No in effetti non è proprio un film da vedere in due tempi, riprenderlo da metà ti tira troppo fuori dall’atmosfera della storia, io avevo un prof di musica che faceva così, anche perché l’ora di religione non l’ho mai fatta, sono sempre stato un demonio fin da piccolo ;-) Cheers!

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  4. Il finale della prima versione del film non mi piacque come quello di Highlander di Russell Mulcahy ( 1986) e, curiosamente, oltre all'epilogo non convincente, almeno ai miei occhi di allora, hanno in comune una riflessione su come si dovrebbe vivere nella nostra vacanza nella Realtà Prima presentata via antagonista: di Roy ha detto Carabara qui sopra, io ricordo il Kurgan di Clancy Brown che è immortale fino a quando qualcuno non riuscità a decollarlo e che ritiene sia meglio consumarsi velocemente come una candela che brucia a nord e sud simultaneamente piuttosto che restare il tempo sufficiente a tradurre Proust in tutte le lingue possibili comprese klingon ed esperanto. Ulteriore coincidenza, i due film lasciarono perplesso il pubblico all'esordio e sono, in modo diverso, oggi cult.

    Gosling è un replicante di Reynolds. Mi pare nessuno gli abbia mai visti insieme per strada.
    Una idea per un film: Ryan è un immortale che guarisce in tempo zero se vulnerato e si innoia uno zinzino per cui parte per le colonie extramondo dove la sua amica Fedora scrive olofables sugli unicorni, ma resta invischiato in un traffico di corni delle bestiole che nell'universo si crede rendano di nuovi fertili gli immortali come Ryan che si riproducono solo via clonazione. Sci fi colla solita riflessione su cosa sia davvero il sale della vita. Pubblico perplesso ora, ma cult prima o poi. Forse. Ciao ciao

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    1. Bravissimo, anche il finale di “Highlander” è una bella truffa per lo spettatore, quella frettolosa spiegazione con una scena solare davvero accomuna i due film. Verissimo anche la riflessione sulla candela bruciata dai due lati di Roy e Kurgan, per altro Clancy Brown sarebbe stato perfetto per la banda dei Nexus 6 in fuga ;-)

      Gosling è il replicante di Reynolds senza il senso dell’umorismo però, Reynolds dev’essere una versione più aggiornata ;-) Basta farlo uscire prima nella versione normale e poi una “Director’s cut” vent’anni dopo. Cheers!

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    2. Però il finale è coerente con il film. Ora Connor può amare e trascorrere il resto della vita con l' amata. Il giusto contraltare a quanto successo con Heather. In BR quella frase su Rachel invece è una bella truffa. XD

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    3. Vero, il problema è che risultano entrambi incollati come post it nel vento, e quello di Blade Runner ha sempre urticato anche me. Cheers

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  5. Io ho rivisto il film giusto qualche mese fa dopo aver letto l'opera originale di Dick, e devo dire che il film è invecchiato benissimo e lo ritengo persino superiore all'opera originale.

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    1. Anche io me lo sono rivisto qualche mese fa, non ritengo affatto il libro uno dei migliori di Dick, quindi il film lo ha sicuramente surclassato, soprattutto nella fama, infatti penso che chiunque dovesse provare a leggere il romanzo, avendo in testa il film di Scott, potrebbe restare molto deluso. Quello che apprezzo molto è che le due storie si muovano su binari paralleli, infatti la lettura è molto consigliata, basta non aspettarsi monologhi e pioggia battente ;-) Cheers

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  6. Un grande (per non dire altro) film nonostante il mio lavoro preferito di Scott rimanga sempre i Duellanti. BR è stato in grado di creare uno scenario cyberpunk futurista che ancora adesso va di moda per i film di genere e non è stato sostituito addirittura, per non parlare poi della colonna sonora di Vangelis.

    Io ho sempre guardato la Director's Cut di questo lavoro di Scott


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    1. Il mio Scott preferito resta “Alien” ma “I duellanti” davvero non lo cita mai nessuno, eppure è fantastico, insieme a questo sono i suoi tre lavori migliori non ho dubbi. Non credo che sia corretto definirlo Cyberpunk, però dici molto bene, quintali di iconografia, ancora oggi al cinema le città sono buie, piovose, illuminate solo dai neon e possibilmente con robe Giapponesi a buttare ;-) Da quando ho scoperto la “Final Cut” ho iniziato a preferirla, anche se mi manca la voce narrante di Deckard. Cheers!

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    2. ID considerato troppo dì autore mi sà! XD

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    3. Il film che mi ha fatto pensare che Ridley potesse essere il regista avrebbe ereditato il titolo direttamente da Stanley Kubrick, ancora oggi penso che “I duellanti” e "Barry Lyndon" siano quasi film gemelli, potenzialmente diretti dalla stessa mano. Cheers

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  7. Post eccezionale per un film altrettanto eccezionale, un capolavoro visivo straordinario, e la director's cut è pure meglio ;)

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    1. Ti ringrazio moltissimo! Resta davvero curatissimo e pur non apprezzando molto la propensione a rimaneggiare i suoi lavori da parte di Scott (ci ha riprovato anche con “Alien” e “Il Gladiatore”) devo dire che la “Director's cut” migliora e la “Final cut” ancora di più. Cheers

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  8. Splendido pezzo, ed in effetti è vero. Per tutti gli anni Ottanta neanche ricordo citato il film, mentre esplose potete nel 1991. Sia perché ritornò al cinema a presentare la prima delle infinite director's Cut, sia perché se lo comprò Tele+1 - è stato il suo primo film trasmesso! - e in pratica lo mandava in onda ogni sera, inserendo una sua immmagine in ogni spot televisivo.
    Sai che non sono un fan del film, che l'ho rivisto non so più quante volte nel disperato tentativo di provare lo stesso amore degli altri, ma proprio niente, mi lascia davvero freddo nell'insieme: ha molte scene mitiche, ma sono singole. (E preferisco di gran lunga il romanzo).
    Però pensa che invece a me la versione con la luce piaceva. dopo due ore di buio finalmente sorgeva l'alba e tutto veniva bruciato via: non sapremo il destino dei due, sapremo solo che tutto finirà con un flash.
    Nei primi Duemila pensa che comprai il DVD, tipo la cinquecentesima director's cut, quella senza frase finale e col cavallo di carta: l'ho rivenduta alla prima occasione :-D
    Per la settimana prossima sul mio blog alieno sto preparando il commento di Ridley Scott ad "Alien: Covenant" (estratto dal DVD appena uscito), e ti anticipo... che Ridley Scott è totalmente impazzito, ha perso ogni contatto con la realtà e si fregia di essere la persona più ignorante del mondo, sfoggiando conoscenze scientifiche e concettuali inferiori anche a un bambino dell'asilo!
    Se ha messo mano alla sceneggiatura del Nuovo Blade Runner, aspettati la distruzione totale :-D

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    1. Mille grazie ;-) In effetti il film è diventato un culto dopo, ora sappiamo anche perché Tele+ ha la sua responsabilità. Tu ed io siamo troppo fanatici di “Alien” per amare alla follia anche questo, penso che il destino di “Blade Runner” sia quello di essere visto e rivisto nel corso degli anni, quasi un amore odio, o per lo meno uno turbolento rapporto ;-)

      Dici bene, di quella versione è bella l’incertezza, tutta umana, con cui i protagonisti proseguono le loro vite insieme, non l’ho mai amato solo perché arriva senza il minimo preavviso, fin dalla prima visione mi è sempre sembrato incollato al volo, cosa che poi in effetti è stato.

      Non vedo l’ora di leggerla questa sparata di Scott(o), già in “Covenant” ha dimostrato di stare sparando in aria cercando di colpire qualcosa e di fare la figura dell’intellettuale a tutti i costi, infatti per Blade Runner 2(049) sono estremamente preoccupato, ma proprio tanto! Cheers

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    2. Lo citava Sclavi in uno dei primissimi DD, "Alfa e omega". XD

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    3. Cavolo vero me lo ricordo anche io! ;-) Cheers

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  9. Devo dire che con me è stato amore a prima vista, a 11 anni non avevo mai visto nulla di simile, mi persi gran parte dei nessi logici della trama ma rimasi incantato. l'unica cosa che mi preoccupa del remake, che tutto sommato sembrerebbe promettente (villeneuve al timone), è che dal trailer sembra riciclare per l'ennesima volta l'impianto visivo dell'originale. Che per carità, è straordinario, ma forse dopo trentacinque anni si può inventare qualcosa di nuovo

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    1. Sei l’eccezione che conferma la regola ;-) L’incanto si, quello penso che sia inevitabile alla prima o alla centesima visione. Villeneuve è l’unico in cui sperare perché è dannatamente bravo, ma è il problema di tutto il cinema contemporaneo, non solo vengono riciclati titoli del passato, ma non si prova nemmeno a creare nuova iconografia, gli ultimi film che ho visto di recente mi convincono sempre più che sia anche colpa nostra come spettatori.

      Ormai mi sembra che la malinconia, l’assomigliare a qualcosa del passato, sia più importante di tutto, della storia, dei personaggi a cui affezionarsi, sulla base solo del trailer (visto una sola volta) il nuovo “Blade Runner 2(049)” fa proprio questo, e temo che lo farà anche nella trama, ma spero di sbagliarmi. Cheers!

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  10. Oggi sono in stra-ritardo ma arrivo. Con calma ma anche oggi la sfanghiamo!

    Allora, dico anche la mia su questo film E-N-O-R-M-E. Talmente grosso che non so da dove cominciare o cosa aggiungere ad una recensione magnifica e ricca di aneddoti succosi. Quelli riguardanti il girato della scena finale poi è materiale per girarci su un film a se stante tanto è pregno di storie.Comunque anche a me non piacque granché alla prima visione, forse perché ero troppo piccolo per capire la metafora, il senso e tutti i sotto livelli di lettura del film. Mi limitavo a vedere un cupo film di fantascienza ma per me la fantascienza era "Star Wars" e non replicanti, poliziotti cacciatori e una megalopoli perennemente scura e piovosa. C'erano poi passaggi oscuri come le domande del test Voight-Kampff che mi facevano uscire ai pazzi più del finale. Perché sta fissa per gli animali? Solo leggendo anni dopo il romanzo scoprii l'arcano. Così il film lo accantonai per anni ma poi crescendo cascai nella bolla cyberpunk (chi giocava al gioco di ruolo "Cyberpunk 2020"?) e ci cascai veramente con tutte le scarpe. Capii l'importanza della pellicola, il ruolo di Deckard e la magnificenza di Batty, il suo essere una nemesi perfetta e il suo essere veramente "più umano dell'umano" come recita la reclame della Tyrell. La parabola del "figlior prodigo", il ritorno dal proprio creatore per avere più vita e chiedergli il senso della sua breve esistenza. Tanta, tantissima carne al fuoco solo per un film. Ero in fissa totale e lessi il romanzo da cui il film era tratto (anzi, diciamo "ispirato" visto che molte cose sono totalmente diverse). Anzi, rilanciai leggendo pure l'agghiacciante seguito ("La Notte dei Replicanti"), giocai alla nausea il videogioco per pc e mi sparai le due versioni (non esisteva ancora la "Final Cut") della pellicola. Anche nella maratona che Sky, anzi Tele+, dava a ripetizione. La colonna sonora di Vangelis poi era perennemente in uno dei caricatori porta cd dello stereo (storia vera: anno 1996, Londra. Comprai alla HMV il cd che già avevo a casa per usare la "Love Theme" come colonna sonora con una ragazza conosciuta in un viaggio studio).
    Per me, considerando tutto, è un film fondamentale dove tutto si incastra e gira alla perfezione creando un mix perfetto e irripetibile. E per questo me la sto facendo addosso per questo weekend...

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    1. Per oggi è andata via apprezzo moltissimo lo sforzo ;-)
      Il videogioco me lo ricordo, era uscito in pompa magna come seguito ideale del film, e bastato aspettare abbastanza ed ora siamo qui a preoccuparci per il seguito ufficiale del film, buffa la vita ;-) Mi hai confermato un'altra mia idea, che non si guarda "Blade Runner" si vive con "Blade Runner" un po' ti accompagna, un po' ci si perde di vista, ci si ritrova mi vengono in mente pochi altri titoli che hanno questo effetto su così tante persone. Cheers!

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  11. Ecco un altro che fa il rewatch giusto nella settimana in cui uscirà il seguito. Che dire, un capolavoro assoluto del cinema e stranamente non ho così paura per ciò che uscirà Giovedì, date le mani a cui è stato affidato.

    Interessante come un film che nasca per essere un blockbusterone poi alla fine si evolva nella maniera in cui si è evoluto Blade Runner, con interessanti riflessioni sociali e filosofiche.

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    1. Colpevole! ;-) Il regista è davvero l'unica cosa che mi rassicura di tutta l'operazione. Davvero, film estivo ad alto budget con attori di richiamo che diventa il manifesto dei film filosofici impegnati, dici bene, forse ci fa capire con che cura facessero anche i blockbuster una volta ;-) Cheers!

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    2. "Davvero, film estivo ad alto budget con attori di richiamo che diventa il manifesto dei film filosofici impegnati, dici bene, forse ci fa capire con che cura facessero anche i blockbuster una volta ;-) "

      Sante parole!

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    3. La pre-produzione, quella che oggi ormai è quasi sconosciuta. Cheers!

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  12. ci ho pensato tutta la notte e devo dire che se dovessi decidere chi salvare fra the thing e blade runner tutta la vita the thing.

    maledetto et.

    rdm

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    1. Non mi serve tutta la note per pensarci, “The Thing” tutta la vita. Con tutto che mi piace l’alieno di Spielberg penso che sia stato un caso quasi unico nella storia del cinema, due capolavori oscurati in contemporanea. Cheers

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  13. Ottimo post!
    Sintetizzo tutto con una parola: "Capolavoro"!

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    1. Hai il dono della sintesi, quello di cui io sono geneticamente privo, grazie mille ;-) Cheers!

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  14. grandissimo, l'ultima frase è quasi da far scendere la lacrimuccia...
    e per essere un post su Blade Runner ce ne vuole...
    comunque concordo praticamente su tutto, anche sul fatto che è un film che va masticato e rimasticato... alla ventesima visione, quando rivedi quei ventilatori nell'ufficio, quando conosci a memoria praticamente ogni goccia di pioggia, allora praticamente è diventato parte di te e non puoi più prescinderne...

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    1. Non sono lacrime è pioggia, grazie mille ;-)
      Ci penso da qualche giorno a qualche altro titolo che al pari di “Blade Runner” sia un film da rimasticare così a lungo nel corso degli anni, non ne ho ancora trovato nessuno sullo stesso piano, anzi sono aperto a suggerimenti! Cheers

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    2. Secondo me un altro che va davvero masticato a lungo, per continuare a usare questa metafora, è Apocalypse Now...
      anche quello colpisce fin da subito per certi aspetti, ma per altri va lasciato decantare e in ciò è uguale a Blade Runner...
      l'hai classidyficato anche quello?

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    3. Ecco bravo quello si che è un film dello stesso spessore, per assurdo a livello personale quello l’ho amato fin dalla prima visione, ma è davvero una tipologia di film alla “Blade Runner” ci vuole tempo e visioni per assimilarlo in pieno.
      Non ancora purtroppo, ma è un predestinato al mio club del logo rosso, insieme ad altri titoli di Francis Ford Coppola. Lui è De Palma (per fare un solo nome) mancano qui sopra, ah ma dammi tempo, prima o poi arrivo! ;-) Cheers

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  15. Leggo dappertutto che il film non ebbe grande successo di pubblico all'inizio, e può darsi, ma chi lo vide capì l'importanza della pellicola. Andai a godermelo al cinema con altri beati giovanotti dell'epoca, tutti si resero conto di quanto fosse immenso.

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    1. Visto allora, senza tutte le anticipazioni che oggi fanno parte della normale distribuzione cinematografica, deve essere stato un discreto colpo al cuore ;-) Se mi dici che poi hai fatto anche una scappata nella sala dove proiettavano “La Cosa” allora sappi che sei soggetto a Cassidiana invidia :-P Cheers!

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    2. Per la precisione fu un flop in patria. Da noi andò bene ed anche in Francia se non ricordo male.

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    3. Qual'era il film di Woody Allen che finiva con lui che ringraziava i Francesi? Forse era "Stardust Memories" ;-) Cheers

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  16. Non posso proprio dire di non averlo apprezzato alla prima visione, ma sicuramente ho imparato a gustarlo col passare del tempo, ed il monologo di Hauer (anche se dovrei più parlare di Sandro Iovino) ormai lo considero una poesia da inserire nelle antologie di letteratura nelle scuole! Tempo fa l'ho anche umilmente reinterpretata in un auto-provino che magari ti farò ascoltare!
    Magari rischio il pubblico ludibrio ma ho sempre preferito il Theatrical cut, anche e soprattutto per il monologo interiore di Deckard dopo la morte di Batty. Ma io non faccio testo... sono un tenerone! XD
    Il romanzo di Dick l'ho letto qualche anno fa e quello sì che ho faticato maggiormente ad apprezzarlo... essendo maggiormente legato alle caratterizzazioni del film!

    P.s.: Al cinema nell'82, tra i due litiganti ("La cosa" e "Blade Runner"), vista la tenera età, optai felicemente per E.T., e per ben due volte! :-D

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    1. Provino! Provino! Provino! Provino! :-D
      Anche se ridondante sono comunque affezionato alla voce narrante di Deckard, però davvero ribadisce l’ovvio, visto che l’hai citata, la questione in merito a quella scena è stata descritta bene dal mitico Frank Darabont, che sostanzialmente ha detto, tu sei lì, hai appena sentito il monologo di Roy, hai occhi e orecchie piene, vedi la colomba alzarsi in volo e come una secchiata gelata mentre stai facendo sesso arriva la voce di Deckard che ti spiega quello che hai appena visto. Non sono le parole esatte ma il succo è questo ;-)

      In realtà il problema non si sarebbe mai posto, sono nel 1982 è il 25 giugno cosa vado a vedere? “E.T.”, “Blade Runner” e “La Cosa” e poi al massimo torno a vederli tutti, io sicuramente avrei fatto così ;-) Cheers

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    2. Tiè, fatti due risate: https://www.youtube.com/watch?v=QTkGf6WOEpM&t=2s
      Tengo a precisare che mi ero opposto alla dicitura "doppiatore" perchè, in tutta onestà, è come dipingersi un mirino sul petto! :-D

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    3. Lo sai che se Ridley Scott(o) vedesse mai questo, tempo due minuti tira fuori un'altra versione del film, la quarta ;-) Grazie per averlo condiviso fa un effetto strano sul faccione di Rutger però mi sei piaciuto. Cheers!

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    4. Eheheh troppo buono, grazie! In verità sono contento per 2/3: sync e (più o meno) pathos... ma la voce é nasale! :-(

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    5. Il sync in una parte iniziale sbarella un po' non mi sembra tanto nasale ma in questi giorni ascolto solo Caparezza e Tom Petty quindi magari non faccio testo ;-) Cheers

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    6. Se aggiungi anche Bob Dylan ti sembrerò Luca Ward!!!! XD

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    7. Ecco, alle brutte potresti sempre fare Alias il personaggio di Bob Dylan in “Pat Garrett e Billy Kid” ;-) Cheers

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    8. "Il romanzo di Dick l'ho letto qualche anno fa e quello sì che ho faticato maggiormente ad apprezzarlo... essendo maggiormente legato alle caratterizzazioni del film!"

      Successo anche a me.

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    9. "anche e soprattutto per il monologo interiore di Deckard dopo la morte di Batty."

      Non posso che quotare!

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  17. Io sono ancora alla prima visione... mi aveva deluso, avevo delle enormi aspettative e non ero pronta all'estetica del brutto iniziata da Scoot(o). Ho voglia di riprenderlo, ma mi manca il tempo. Cavolo.

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    1. La prima visione é come sbattere contro un muro, il mito di questo film é un'ombra molto lunga. Siamo tutti dei piccoli Roy Batty abbiamo bisogno di più tempo ;-) Cheers

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  18. Bella recensione.

    Sappi che sto film mi spatascia emotivamente a QUEL monologo e alla scena d'amore tra Rachael e Deckard.
    Hai detto un sacco di aneddoti interessanti che non sapevo tante grazie. Grande hype per 2049 ma questo rimarrà in eterno nelle porte di Tannhauser del mio cuore.

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    1. Grazie mille gentilissimo!
      Non è possibile ignorare questo film, ha un densità di dettagli, crea davvero un mondo unico futuristico ma già vecchio che è unico ed è stato imitato ancora oggi. Penso che sarà difficile per il sequel volare a questo livello, staremo a vedere, tanto questo è sempre qui, in tre comode versioni ;-) Cheers

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  19. Avremo occasione di parlarne ma purtroppo per come la vedo io 2049 è stato un pochino deludente. Non dal lato visivo ma dal lato storia e luuuuunghezza film. A risentirci su questo. Qui, eh. Non ho molta voglia di parlarne sul mio blog, :D

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    1. Ammetto di non avere molta fredda di vederlo, mi attira più che altro per il lavoro di Roger Deakins e Denis Villeneuve nuovamente insieme. Ne parleremo sicuramente in ogni caso ;-) Cheers!

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  20. Domandona da un milione di dollari: Se avete la vostra ragazza che non ha mai visto blade runner e lo vuole vedere prima di andare al cinema a vedere quello qppena uscito che versione mi consigliate di propinarle? Già ovviamente mi ha cestinato l'ipotesi do farle vedere due versione diverse. Accetto consigli please

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    1. Avevo lo stesso identico problema mesi fa, ho chiesto a tutti, fatto sondaggi, ne sono uscito senza una risposta. Alla fine ho optato per rivederci insieme la versione originale del 1982, spiegando che ne esistono altre versioni senza voce narrante. Arrivato alla scena finale (l’unica con il sole) ho detto che questa è stata tagliata dalla altre versioni.

      Circa la scorsa settimana la mia Wing-woman mi ha detto: «Ma lo abbiamo visto Blade Runner?» lei sostiene di essersi addormentata (Storia vera). Sapevo che sarebbe finita così, in certi momenti i monologhi interiori di Deckard funzionano anche nella vita reale ;-) Cheers

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  21. La prima volta che ne seppi l' esistenza mi sembra fu durante la proiezione di GS - edizione speciale. Mi pare di ricordare infatti che mandarono il trailer del film. Rimasi infatti affascinato dalla scena nell' ufficio di quella piramide moderna e riconobbi Harrison Ford. "C' è Ford!?! E che film è!?!" mi chiesi. Poi sul cataloghetto Warner vidi la copertina-poster della VHS che trovo sia uno dei più belli di sempre!
    Sempre in quel periodo in una rivista TV lessi che su RAI1 facevano: "BR - TD'C 1991". "Ah, BR ha pure un seguito!". Vai a sapere all' epoca che significasse director's cut! XD
    Ecco che LA7 lo ritrasmette. Mi piace e ne sono affascinato, ma non riesco a capire perché troviamo un unicorno messo lì a mozzo! XD L' anno dopo lo rifanno e, sopresa, stavolta è la versione uscita al cinema! Affascinante voce fuoricampo infatti, niente unicorno (per fortuna XD) e finale a cielo aperto. Io alla fine preferisco questa versione perché rende ancor meglio il misto tra fantascienza urbana e poliziesco anni 40-50. Peccato solo per quella frase su Rachel che si scopre essere eterna! °_O Mah! Bastava non ci fosse stata quella e sarebbe stato tutto perfetto! Sic!
    Grazie per gli aneddoti che neanche io conoscevo. Sempre interessanti! ^^ Su questi evergreen si scopre sempre qualcosa di nuovo.

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    1. Me la ricordo la messa in onda su La7, il misto tra fantascienza (futuro) e noir (passato) è la vera forza del film, un mondo futuristico ma già vecchio. Ti ringrazio molto, mi diverto sempre a scovare le storie di produzione ;-) Cheers!

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  22. Ottima recensione, con tutte quelle curiosità che mi fanno piacere questo blog...per quanto mi riguarda mi metto tra quelli a cui il film è piaciuto da subito, infatti avevo circa 10 anni quando lo proponeva su tele+, così vidi l'inizio numerose volte poi la trasmissione veniva oscurata. Qualche tempo dopo passarono il film su una rete mediaset: lo vidi, lo registrai, lo rigurdai tante volte e me ne innamorai da subito; qualche anno dopo ebbi il piacere di vere al cinema la director's cut e fu un'esperienza potente. Recentemente ho visto la final cut e devo dire che per questa versione è stato fatto un gran lavoro. Tra la director's cut e la final a livello narrativo non ci sono grandi differenze, ma la sequenza dello scontro tra Roy e Rick risulta, se possibile, ancora più convincente grazie a pochi fotogrammi aggiunti. La maggiore differnza è nella scena del volo della colomba: se nelle prime due versioni (82, 93) essa vola verso un cielo azzurro nella final questo è sostituito col grigio panorma della città, ne risulta un simbolismo più pessimista, forse più in linea con la trama generale. Sarei comunque curioso di sapere se tale scena era stata girata al tempo o se è stata rimaneggiata per la versione del 2007.
    Per quanto riguarda la vexata questio se deckard sia un replicante o meno è indubbio che le ultime due versioni inseriscano un forte sospetto, ma non una dichiarazione precisa e credo che questa ambiguità aumenti il valore narrativo del film, certo la morale sarebbe più efficace se il blade runner fosse un uomo, ma a ben pensarci può funzionare altrettanto anche se egli fosse stato un replicate. Se poi questa era la vera intenzione del regista va rispetta.
    Blade runner è un capolavoro? sicuramente; è un arthouse? sicuramente, ma la forza di questa pellicola sta nel fatto che, a fronte di un impianto visisvo eccezzionale, aggiunge una riflessione esistenziale profonda così il tutto crea un mondo che entra nello spettatore e lo accompagna per tutta la durata del film e al termine della visione innesta un ricordo sospeso tra artificialità e realtà che non si perde come lacrime nella pioggia, ma che perdura grazie ai sentimenti e alle atmosfere che ha saputo suscitare.
    Personalmente devo dire che questo film è stato uno dei titoli che ha influenzato di più il mio approccio al cinema e non solo, quindi gli sono legato a diversi livelli.
    Detto ciò, due parole sul nuovo: è figo! Meglio di quanto mi sarei mai aspettato...Cassidy vai a vederlo se non lo hai già fatto e vedrai che sarai contento. A mio parere è il miglior sequel dai tempi di Indiana Jones e l'ultima crociata.
    Dai...facci una recensione così poi ne praliamo tutti insieme.
    Saluti

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    1. Ti ringrazio moltissimo ;-D Il problema (se di problema si tratta) della “Final cut” è che la rimasterizzazione rende alcune immagini più pulite, troppo pulite, tanto che in qualche passaggio si vedono i trucchi di scena, ma siamo davvero in zona “Fare la punta ai chiodi” ;-)

      La questione Replicante si, Replicante no (Replicante Boom, se famo du spaghi, cit.) anche secondo me aggiunge fascino, sarebbe un film migliore se Deckard fosse un Replicante? Non credo, è nell’ambiguità che “Blade Runner” guadagna un altro strato di fascino.

      Fammi uscire vivo da sto gran periodo di casino e andrò a vedermi il film molto volentieri, anche dovesse farmi schifo sicuramente meglio della mia attuale routine media, Bara Volante e poche altre cose escluse per mia gran fortuna! ;-) Cheers

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