sabato 29 luglio 2017

Moon Knight vol. 2 - Reincarnazioni: Motore e... Azione!


Il cavaliere lunare della Marvel ormai è un appuntamento fisso per la Panini comics, lo abbiamo lasciato alla fine del volume precedente in totale balia della divinità chiamata Khonshu, e di un altro piccolissimo problema: la sua follia.
Per Moon Knight la Marvel sta optando per una divisione in volumi che somiglia di più alle stagioni delle serie televisive, ed ogni nuovo “Stagione” contribuisce a riqualificare un personaggio che faceva parte della serie B degli eroi mascherati, e che grazie alla run di Brian Michael Bendis prima, e a quella breve ma fondamentale di Warren Ellis, adesso è il personaggio in cui la Marvel può permettersi di sperimentare di più.

Il Canadese Jeff Lemire, vero astro nascente tra i giovani scrittori della Casa delle idee, nel volume precedente ha minato le sicurezze del personaggio, chiuso in un manicomio per un po’ si è ritrovato a pensare che la sua mente già provata, sia crollata in mille pezzi sul serio, e l’andazzo di questo volume non aiuta di certo la sua psiche già devastata.

Improvvisamente il protagonista non è più un paziente in fuga da un istituto psichiatrico, ma nuovamente il ricco produttore cinematografico Steven Grant, alla prese con un progetto che dovrebbe portargli molti soldi, ma che si rivela più complesso rispetto alle sue aspettative: un film su Moon Knight.


Questo però sembra più un film di fantascienza a vederlo così.
Sfruttando la moda imperante e la passione per il pubblico per i film tratti da fumetti di super eroi, Jeff Lemire porta la storia quasi in zona meta-fumettistica, Grant sta producendo il nuovo film dei Marvel Studios dedicato al cavaliere lunare, peccato che ogni tanto passa dal essere sul set del film, a ritrovarsi all’interno di un lurido taxi, con l’identità del tassista Jake Lockley.

Il cambio repentino è resto graficamente con un efficace cambio di disegnatore, si perché Lemire può contare su quattro talenti ognuno impegnato a disegnare le tavole di una delle diverse personalità del personaggio, il tratto morbido di Wilfredo Torres è perfetto per la vita comoda del ricco Steven Grant, invece il tassista Jake Lockley è disegnato dal nostro Francesco Francavilla, talentuoso disegnatore che ormai spunta spesso nei fumetti americani, e grazie ad un tratto sempre più noir è perfetto per questa porzione di storia. Per altro Francavilla, ormai è uno specialista di tavole di questo tipo, il fumetto da lui stesso scritto e disegnato “The black beetle” è un buon esempio di eroe Pulp.


Francesco Francavilla in versione Travis Bickle.
Gregg Smallwood già a suo agio con il personaggio, si occupa delle parti dedicate a Marc Spector, mentre la novità sono i disegni di James Stokoe, alle prese con un inedito Capitano Spector, una versione spaziale di Moon Knight, impegnato insieme ai pochissimi sopravvissuti della razza umana arroccati su una base lunare, a combattere gli invasori che hanno spazzato via la vita sulla terra… Un eserciti di lupi mannari!

Come fanno ad interfacciarsi un tassista dei bassifondi, un ricco produttore cinematografico e un eroe dello spazio impegnato a combattere i Mannari? Non si interfacciano! Si danno il cambio come giocatori di basket per guidare la mente del protagonista, ma nel finale del volume, la loro convivenza viene spiegata, quello in cui è molto bravo Jeff Lemire è nel far emergere le singole personalità.


Uno dei repentini cambi di location di questo volume.
Di fatto l’intero volume è una tappa dell’eterno scontro con il Dio Khonshu, che molto probabilmente terminerà nel prossimo volume, e dovrà farlo con il botto perché Moon Knight da questa storia esce rafforzato, dopo aver fatto pace (anche letteralmente) con le sue personalità multiple.

In coda al volume poi la Panini ci regala una piccola chicca, una storia inedita del personaggio datata 1980, scritta da Doug Moench e disegnata dal grande Bill Sienkiewicz qui ancora agli albori della sua arte, la storia vede il cavaliere lunare alle prese con l’assassino noto come il Tagliagole, un salto indietro nel tempo all’epoca in cui i fumetti di super eroi avevano tanti tanti tanti dialoghi, infatti il colpo d’occhio è notevole, ci sono più parole in tre pagine di questa storia, che in tutto il primo racconto del volume, il modo di fare fumetti è cambiato completamente ormai.


La copertina del fumetto inedito del grande Bill Sienkiewicz.
Insomma questo volume porta avanti il percorso di uno dei personaggi più bizzarri dell’universo Marvel, che proprio per questa sua natura folle si presta alla perfezione per la sperimentazione visiva, ben venga, finché la qualità resta a questo livello.

6 commenti:

  1. Con le personalità di Moon Knight temo di essermi già perso un mucchio di tempo fa... :-)

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    1. Non ti preoccupare, lo stesso Moon Knight va in giro a dire la stessa cosa ;-) Cheers

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  2. Che disegni splendidi: al massimo avevo visto fumetti cambiare disegnatore ad ogni pagina, ma addirittura a vignette alterne è un record! (Da mal di testa :-D )
    Pensa che da ragazzo, quando leggevo e rileggevo e rileggevo i primi albi del Punitore arrivati in Italia, in appendice c'erano le storie di Moon Knight: provavo a leggerle - anche perché in una storia sfoggiava uno splendido nunchaku come arma! - ma il mio gene anti-Marvel già era attivo :-P

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    1. Considerando che disegnatore e scrittore magari vivono in due posti diversi, pensa che fitto scambio di mail, chiamate e videochiamate per coordinare addirittura quattro disegnatori ;-) Jeff Lemire avrà dovuto immaginare la sceneggiatura, con una suddivisione in vignette molto chiara, lavoraccio!

      Moon Knight ha una serie di belle armi, ed usa parecchie tecniche marziali, purtroppo è diventato un personaggio davvero interessante solamente ora, negli anni '80 era un Batman vestito di bianco, e nei '90 faceva capolino nelle storia altrui, tra cui proprio quelle di Frank Castle ;-) Cheers!

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  3. A tratti mi è tornato in mente "Deadpool Uccide I Classici", ma solo in frammenti di concept... Voglio leggerlo.

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    1. "Deadpool uccide i classici" è ancora più spudorato nel suo essere metafumettistico, qui se la gioca con la mente spezzettata del protagonista, ma comunque non è niente male ;-) Cheers

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