giovedì 25 maggio 2017

Savage Dog (2017): Adkins vs. Zaror - Gara 2


Sarà che sono il tipo di persona che preferisce i cani, oppure più semplicemente i film di menare, ma un film che s'intitola “Savage Dog” con Scott Adkins proprio non me lo potevo perdere! Per assurdo, come e forse anche più dell’ultimo Boyka Undisputed, si nota il problema che attanaglia tutta la carriera del buon Scott: la sua insana voglia di sfoggiare il suo talento di recitazione a tutti i costi.

Basta guardare i titoli di testa del film, s'inizia con la pioggia battente sulla giungla che sembra una scena presa di peso da Basic, poi il classicheggiante font scelto per i titoli di testa fa pensare subito ad uno di quei film in costume in cui se va bene, di solito spunta il faccione ripieno di botox di Richard Gere, invece qui la scritta “Scott Adkins in” ti fa pensare che le cose sono due, o il ragazzo si è messo in testa di concorrere per l’Oscar, oppure la sua fase “Attore vero” è ormai definitivamente scappata di mano.

Mettici del Jazz in sotto fondo è sembra l'ultimo di Woody Allen.
L’ambientazione è anche originale, l’Indocina del 1959 è il luogo ideale dove ex Nazisti come il cattivissimo Steiner (Vladimir Kulich) possono rifugiarsi e mettere su un impero di terrore basato su combattimenti clandestini su cui i ricconi annoiati possono scommettere. Aiuta per tenere a bada prigionieri e teste calde varie, poter contare su un soldato locale di nome Boon (il mitico Cung Le) e perché no, uno Spagnolo fedele al dittatore Franco, noto come Rastignac, ma famigerato per il suo coltellaccio e il suo soprannome "The Executioner", per di più interpretato da Marko Zaror. Sì, lo so, adesso ho la vostra attenzione.

A tutto questo aggiungete l’incolpevole Martin, ex legione straniera, finito in Indocina un po’ per caso, ma bravissimo a menare, visto che è interpretato da Scott Adkins che per qualche ragione, decide inventarsi un accento tutto matto per il personaggio. Ora, quando in un film si parla di legione straniera, io penso sempre a Jean-Claude Van Damme, anche perché il Belga ha ricoperto questo ruolo un'infinità di volte, un trucchetto molto semplice per giustificare il suo accento e, soprattutto, penso a quella bomba assoluta di “Lionheart” (1990) dove scommesse e combattimenti erano la base del film.

Tutto questo fa molto Lionheart, e quindi va benissimo!
Un “Lionheart”, ambientato nell’Indocina del 1959, ovvero poco prima che quella zona del mondo venga universalmente riconosciuta come il Viet “Fottuto” Nam e con Scott Adkins, brutto? Sulla carta no, nella realizzazione, non è proprio tutto pesche e crema, ecco.

Ora, dalla storia e dal nome del personaggio, credo che lo strano accento che Scott Adkins tenta invano di imitare qui, sia quello irlandese che è molto caratteristico e non semplicissimo di suo e con tutto che sto in fissa con l’Irlanda, beccami gallina se sono riuscito a riconoscerlo, ve lo posso assicurare, qualunque cosa sia quell’accento, è tutto tranne che irlandese!
Anche perché una questione è imitare l’accento russo (uno dei più semplici da replicare) per regalarci un credibilissimo Yuri Boyka, ma è tutto un altro paio di maniche fare l’emigrato irlandese e mi spiace Scott, questa è una prova che è proprio fuori dalla tua portata.

Qui Scott si monta la testa e pensa di essere diventato Hannibal dell'A-Team.
Il problema di “Savage Dog” è forse lo stesso di tanti prodotti destinati ad uscire dritti in home video, azione se va bene diretta come si deve e tante parti di dialogo, di solito girate in interni, per tenere al minimo i costi di produzione, ma qui lo scarto tra le due tipologie di scene è fin troppo visibile, la voglia di recitazione di Adkins continua a spingerlo in territori dove il suo talento sembra dirgli “Vuoi andare vai! Ma da qui in poi sei da solo, io torno a dare calci al sacco”.

I 94 minuti di “Savage Dog” in certi momenti sembrano il triplo, tocca assistere alla storia d’amore tra Martin e la bella signorina locale, mentre il barista simpaticone Keith David (non uno a caso! Come hanno fatto a sbagliarlo questo film!) svolge anche svogliatamente il compito di voce narrante.

La trama la potete facilmente intuire anche senza aver visto il film, Scott Adkins vince tutti i combattimenti, poi i personaggi che devono morire lo fanno, scatenando la rivincita e la voglia di vendetta del protagonista che dopo un frettoloso training montage nella giungla (in odore di Kickboxer, quindi ancora Van Damme di cui Scott aveva sicuro il poster in camera) si parte con la sparatoria e lo scontro con i boss finali, uno schema visto un milione di volte, insomma.

Un fotogramma che riassume tutta la parte "Non menante" del film.
Alla regia troviamo Jesse V. Johnson, uno con una lunga esperienza come coordinatore di stunt, che svolge il suo compito e lasciatemi iniziare dai lati positivi: le scene di combattimento sono tutte dirette (e montate, dettagli non secondario) molto bene, Scott Adkins mena come un fabbro e ci si diverte un sacco, ma oltre alla voglia di Scott di fare l’attore a tutti i costi, mettete in conto anche l’incapacità di Johnson di dirigere qualunque cosa che non siano persone che si menano.

Sembra sempre che il montaggio sia due e otre secondi in ritardo, il risultato è davvero molto strano da guardare, inoltre Jesse V. Johnson sta in fissa con le dissolvenze laterali, per capirci e fare un esempio famosissimo: i cambi di scena del primo Guerre Stellari ve li ricordate? Ecco, qui Johnson usa solo dissolvenze di quel tipo, sembra la scena di quella puntata dei Simpson, in cui Homer mette insieme le foto di famiglia utilizzando solo la dissolvenza a stella e quando Lisa gli fa notare che ne esistono altre, lui niente, dissolvenza a stella. Ecco, uguale, non potevo fare a meno di guardare il film pensando al regista in sala montaggio che grida “Dissolvenza a stella!”.

"Ok premi il grilleto e poi dissolvenza a stella!”.
Non manca una lunga scena in cui Scott dimostra di poter anche sparare oltre che menare le mani, cosa che aveva già ampiamente dimostrato nello spassosissimo Close Range, peccato che di nuovo il montaggio grossolano non aiuti, le comparse cadono malissimo e sempre un paio di secondi troppo tardi, per fortuna oltre a pistole e fucili Adkins utilizza anche un machete e, bisogna dirlo, questo film ha un certo gusto per sangue e budella, guardandolo devo dire che ho contato più braccia mozzate qui che in tutta la saga di Star Wars… Ecco perché utilizza solo dissolvenze laterali! Ma allora era un omaggio! Jesse V. Johnson è uno di noi alla fine!

Il meglio il film lo riserva davvero nei combattimenti, quello tra Adkins e Cung Le è molto figo, ma ovviamente da quando ho scritto il suo nome, voi vorrete sapere della “Gara 2” tra Scott e Marko Zaror che, ovviamente, è quella che conclude il film.

Benvenuti a Gara 2 Scott vs. Marko!
Lo dico subito: siamo molto lontani dai livelli da sogno di quel capolavoro di Undisputed III, anche se è divertente vedere Adkins colpire Zaror al ginocchio (la vendetta di Boyka!), bisogna anche dire che lo scontro di concludere con una trovata grondante sangue in linea con il film, non vorrei scomodare “L’ultimo dei Mohicani”, ma quasi. Insomma, finché Scott si limita a menare e non a recitare, va tutto alla grande, in pratica nulla di nuovo rispetto a quanto non sapevamo già su di lui.

Però una soddisfazione il film sul finale me l’ha regalata, prima della frase sulla legione straniera con cui Jesse V. Johnson sceglie di concludere il film, il nostro eroe inserisce una bella dissolvenza, tonda questa volta, tipo quelle in coda agli episodi dei Looney Tunes per capirci, grande Jesse! Allora vedi che quando vuoi qualche altro tipo di dissolvenza riesci ad utilizzarla? Grande!

That's all folks!

8 commenti:

  1. Ce l'ho in lista anche io ma ancora non l'ho visto. Mi aspetto una roba dignitosa ma molto media... sperando di essere smentito :)

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    1. Aspetto il tuo commento fregandomi le zampette, fammi sapere com’è andata ;-) Cheers!

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  2. Ancora non l'ho visto, quindi ti tengo "in caldo" e torno a leggerti appena l'ho visto ;-)

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    1. Fai con comodo tanto il commento non spacca, aspetto il tuo parere ;-) Cheers

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  3. scusate l'off topic mostruoso ma due paroline sulla scomparsa di Sir ROGER MOORE sono in previsione oppure devo arrendermi all'oblio di questo grande interprete?

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    1. Sono in ritardo causa settimana complicata, ma il Bondiano in me aveva già un programma, ne ho approfittato per rimediare. Cheers!

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  4. Messo così sembra un action di venti anni fa

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    1. In effetti si, però con strane ambizioni di recitazione ;-) Cheers

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