Il Grunge non ha
mai avuto una vera continuità musicale, ma più che altro una geografica, un
manipolo di capelloni in camicia di flanella provenienti tutti dalla stessa
città, Seattle. Un’altra cosa ha purtroppo accumunato i gruppi Grunge, un tetro
destino.
Un infilata di
lutti fin troppo lunga e dolorosa, iniziata con la prematura dipartita di
Andrew Wood, per poi passare a Kurt, Layne e adesso, porco mondo, Chris.
La brutta notizia
è stata confermata dall’agente Brian Bumbery, non sono ancora chiare le cause,
e ve lo dico fuori dai denti, non mi interessa nemmeno di conoscerle davvero. Ci
sono già una serie di aggravanti a rendere tragica questa perdita, il fatto che
ieri Chris si fosse esibito al Fox Theatre di Detroit con i suoi Soundgarden, e
che 52 anni, che non saranno i 27 di Kurt, però cazzo è troppo presto lo
stesso.
Per me Chris
Cornell è sempre stata la voce più completa e potente tra tutti i cantanti di
quello che è stato l’ultimo grande genere del Rock, ovvero il Grunge. Non la
più bella, quel primato per me tocca ancora ad Eddie (a gusto mio) ma
decisamente la più potente.
Non so nemmeno
scegliere qual è il mio pezzo o disco preferito dei Soundgarden, Chris Cornell
lo amavo fin da prima, dai tempi dei Temple of the Dog, il super gruppo messo
insieme con i componenti degli allora neonati Pearl Jam, proprio per onorare la
scomparsa di Andrew Wood.
In quel disco c’erano
alcuni dei miei pezzi preferiti di Cornell, ad esempio la bellissima “Hunger
Strike" cantata in duetto con Eddie Vedder, ancora oggi è il pezzo che
rappresenta meglio la voce straordinario che Cornell si portava appresso.
Di Chris ho
sempre apprezzato la capacità di reinventarsi, ditemi cosa volete, ma il primo
disco degli Audioslave del 2002 era una bomba, non posso dire lo stesso degli
altri due dischi sfornati in collaborazione con tre quarti dei Rage Against the
Machine, ma il primo era micidiale. Ecco, se dovessi spiegare ad un marziano
chi è Chris Cornell gli direi (non so in che lingua) di ascoltarsi “Shadow on
the Sun”.
Quella capacità
di adattare il suo enorme talento a pezzi sempre nuovi, con cui ci ha regalato uno
dei migliori pezzi Bondiani di sempre, la fighissima “You Know My Name”. Sto
saltando di palo in frasca perché non so davvero cosa dire, questo brutta
notizia è stata un colpo al cuore.
Ci sono pochi
bellissimi suoni che mi sono più familiari della voce di Chris Cornell, da che
ricordo l’ho sempre ascoltato cantare e non smetterò certo a breve, ci tengo
però a salutarlo, say hello to heaven Chris, ci sentiamo nelle canzoni.
RIP
RispondiEliminaRIP, questo 2017 tira stilettate davvero letali. Cheers
EliminaCavoli, ho letto della notizia. Dispiace davvero.
RispondiEliminaSenza nessuno preavviso, sarebbe già brutta ma così è una botta. Cheers
Eliminagran peccato, uno dei miei preferiti in assoluto
RispondiEliminaUn gran peccato davvero, notizia pazzesca, purtroppo non ne sentiremo mai più tanti con quella straordinaria voce. Cheers
EliminaUn altro dispiacere potente :(
RispondiEliminaMolto molto potente :-/ Cheers
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