Una mosca può
rovinarti una tranquilla serata in poltrona, con il suo ronzio e il suo
fregarsi le zampette può essere ridicola e fastidiosa in parti uguali. Ma è
bastato un solo film, a cambiare per sempre la percezione di questi insetti,
dopo il 1986 le mosche (e gli umani) non sono mai più state le stesse, colpa
del protagonista della rubrica… Il mio secondo Canadese preferito!
Già solo per la
capacità di smuovermi un terremoto interiore emotivo, i film come “La Mosca”
sono molto rari, questo poi è un esempio su come dovrebbero sempre essere fatti
i remake, ma anche una pellicola che ad ogni visione sa confermarsi senza
sentire l’effetto del tempo, persino quell’acconciatura anni ’80 su Geena Davis sta ancora benissimo. Dopo trent’anni dalla sua uscita, un film può apparire
vecchio, ma “La Mosca” no, è un classico e sarà sempre un Classido!
Il successo de La Zona Morta mette David Cronenberg
sulla cartina geografica, Hollywood lo vuole a tutti i costi, gli viene offerto
qualunque titolo, ma qualunque sul serio! Da “Beverly Hills Cop” a “Flashdance”
(!) passando per Il ritorno dello Jedi.
Ma l’unico che lo tiene bello stretto è quel califfo di Dino De Laurentiis che
immagino non avrà fatto notare la cosa, no no…
Se il vecchio
Dino non avesse avuto le mani bucate e la propensione per i progetti più folli, oggi nella filmografia di Cronenberg
figurerebbe “Atto di Forza”, progetto a cui il regista stava lavorando, prima della
bancarotta della casa di produzione di De Laurentiis. Sarebbe stato un film che
avrei guardato volentieri, così come un remake di “L'esperimento del dottor K”
(1958), diretto da Tim Burton e interpretato da Michael Keaton. Sì, perché proprio
il futuro regista di “Batman” era la scelta numero uno per il progetto, ma
quando Keaton rifiutò la parte, beh, tutto da rifare.
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"Aiudoooo!!! Aiudoooo!!!" (Cit.) |
Pensare che
esisteva già una sceneggiatura pronta, scritta da Charles Edward Pogue e fortemente
debitrice del film con Vincent Price, anche nelle atmosfere in stile anni ’50,
ma Cronenberg è uno dei miei preferiti di sempre anche per la sua unicità, pur
di averlo i produttori di loro spontanea iniziativa hanno fatto lievitare il suo
cachet da 750 mila ex presidenti morti stampati su carta verde, ad un bel
milioncino tondo tondo (storia vera), ma invece di svendersi e dirigere una sgambettante Jennifer Beals, Davidone nostro ha optato per un remake con tre
attori e un paio di location, quasi tutte d’interni. Noi quasi sette miliardi,
lui unico al mondo.
Davide rimette
mano alla sceneggiatura di Charles Edward Pogue, con il suo occhio da
anatomopatologo ne capisce il potenziale, ma ne modifica le carni fino a
spogliarla di tutte le sovrastrutture, mettendoci dentro dosi abbondanti di Burroughs
e soprattutto di Kafka e prendendo ispirazione più che al film del ’58, alla
novella originale di George Langelaan, “The Fly”, pubblicata su Playboy nel
giugno 1957, rivista più famosa per le conigliette che per le mosche, ma poco
importa.
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Quanto sono fastidiosi questi titoli di testa che ronzano! |
L’intendo di
Cronenberg non è solo quello di fare un remake di un vecchio film, vuole
proprio aggiornare storia e soggetto, farli suoi e renderli parte della sua
poetica cinematografica, esattamente quello che ha fatto Carpenter pochi anni
prima con
La Cosa. Due esempi di come
i remake dovrebbero SEMPRE essere fatti, peccato che pochi abbiano imparato la
lezione dei due maestri.
Dopo aver
prodotto un altro David (Lynch, nel 1980 con “The Elephant Man”) la Brooksfilms
di Mel Brooks produce anche David (inteso come Cronenberg) che sceglie come
protagonista Jeff Goldblum, che è anche uno
dei pochi attori disposti a sottoporsi alle lunghe sessioni di trucco
necessarie a diventare il “Brundlemosca”. Jeff secondo i produttori non è un divo di forte richiamo, ma Davidone non cambia idea e poi
zittisce tutti, anche perché Goldblum con la sua prova di recitazione si
teletrasporta immediatamente nella storia del cinema, quindi state zzzzzzzzitti e fatemi
dirigere.
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"Vedi Jeff, tu entri lì dentro e fai Puff! Poi al resto ci penso io". |
Jennifer Jason
Leigh e Laura Dern vengono scartate per la parte di Veronica perché Davide
Birra vuole un volto nuovo, una ragazza (sexy) della porta accanto. Sentendo
parlare di ragazze, quello stracciamutande di Jeff, immagino gesticolando a
rallentatore come nel suo stile se ne esce con “La conosco io una carina”. La
carina è Geena Davis, i due insieme avevano già recitato e fatto anche altre
svariate cose visto che l’anno dopo sarebbero diventati marito e moglie (solo
per tre anni, però). Già presi singolarmente Jeff e Geena sono due personaggi
di culto e questo è il film con cui entrambi si sono guadagnati la mia
imperitura stima, vale poco lo so, ma è inalterata da trent’anni!
Amo tantissimi
film, ma “La Mosca” è speciale, perché ogni volta è una rivoluzione emotiva, la
persona che sei ad inizio film, non è proprio la stessa che arriva ai titoli di
coda, al pari di Seth Brundle questo film ti teletrasporta scomponendoti in un
miliardo di atomi, modificandoti e turbandoti nel profondo, la frase di lancio
involontariamente suggerita da Mel Brooks mentre leggeva la sceneggiatura di
Cronenberg, “Be afraid. Be very afraid." è perfetta per questo film che
per me e molti della mia generazione è stato un rito di iniziazione: traumi
infantili a go-go!
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In compenso avrei sempre voluto portare lei a cena dicendole la parola magica "Cheesburger!". |
Non mi è mai
mancato il gusto per il macabro e questo film l’ho visto alle elementari
durante un passaggio televisivo. Il giorno dopo a scuola, tutti i miei compagni
erano turbati dalle unghie staccate e dal vomito-sputo (realizzato mescolando
uova, miele e latte, buona colazione a tutti!), ma nessuno sapeva come
terminava la storia, perché causa strizza, erano tutti scappati a letto, quindi
ho dovuto raccontare loro il finale, ma credetemi non lo dico per fare il
grosso, nemmeno per me è stato tutto pesche e crema quella volta.
Per la scena in cui
Ronnie torna da Seth e lo trova impegnato a camminare sul soffitto, mi è quasi
venuto il panico, non per il massiccio uso degli ottimi effetti speciali di Chris
Walas (premiati con l’Oscar), sono i piccoli dettagli del film ad essere
davvero terrorizzanti. Con la macchina da presa girata (effetto sottosopra)
Davide Birra inquadra il protagonista mentre si avvicina agli spettatori, è
mutato malamente, ma non si vede bene, con il suo umorismo da sociopatico
scherza su un nuovo organo che gli sta spuntando sotto la maglietta (“Questo
cos’è? Non lo so”), poi salta giù ed è come se guardasse te negli occhi, a quel
punto ho spento la tv (storia vera). In quei due secondi di schermo nero tutto
il mio futuro di cinefilo, mollo tutto e corro a letto? No, devo sapere come
finisce la storia! Se sono ancora qui ad amare il cinema dopo trent’anni, devo
ringraziare solo il coraggio di quel bambino occhialuto, grazie capo te ne devo
una!
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Quello che non ti uccide di paura ti rende un cinefilo. |
Cronenberg ha
sempre dichiarato di aver ereditato la sua ossessione per gli insetti da Burroughs,
per simmetria e numero di arti, non esiste nulla di più lontano dagli umani e
vicino agli extraterrestri degli insetti, “La Mosca” incorpora tutta questa
fascinazione, in quello che è a tutti gli effetti la versione di Cronenberg de
“La metamorfosi” di Kafka.
Dico sempre che
un ossessivo non molla un'idea fino a che non l’ha sviscerata per benino,
Brundle è l’ennesimo “Mad Doctor” della filmografia di Cronenberg, ma ci sono
anche molti altri elementi tipici del cinema di Davide Birra che ne “La Mosca”
trovano un palcoscenico ideale: c’è una storia d’amore tragica come ne La Zona Morta, quantitativi abbondanti
di melodramma come in Rabid e le
telecapsule che ricordano volutamente il cilindro di una Ducati Desmo 450,
tengono fede alla passione per i motori di Cronenberg che della continuità tematica fa il suo marchio di fabbrica.
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Se quello è il cilindro chissà come sarà la ruota anteriore. |
Per essere un
melodramma, “La Mosca” è un film che va dritto al sodo senza perdersi in
chiacchiere, un capolavoro di sintesi, 90 minuti in cui non ci sono passaggi superflui
e, grazie ad un ritmo invidiabile, i personaggi seguono la loro traiettoria
verso il disastro (emotivo) finale. L’impianto drammaturgico è perfetto,
pochi personaggi scritti ed interpretati in modo straordinario che iniziano e
terminano un arco narrativo completo. Tre attori e un paio di interni, un
modello quasi teatrale, non è un caso che lo stesso Cronenberg abbia reso questa
storia un musical nel 2008, con le musiche del solito e fidato Howard Shore.
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Hanno fatto il musical dell'uomo ragno, perché non quello dell'uomo mosca. |
"Questo
cambierà il mondo!" è quello che dice Seth, facendo anche un po’ il grosso
con la bella Ronnie quando cerca di convincerla ad andare a casa sua a vedere
la sua collezione di
farfalle telecapsule, in realtà a cambiare (in
peggio) sarà solo il mondo dei tre protagonisti, mentre l’amore tra Seth e Veronica
si evolve, allo stesso tempo procede anche il difficile rapporto tra la
giornalista e il suo ex fidanzato e datore di lavoro Stathis Borans (bravissimo
John Getz in un ruolo tutt’altro che facile). Il triangolo si conclude con
l’ultimo vertice: la rivalità a distanza tra Seth e Stathis, fatta di gelosie
da maschio dominante. Trovo geniale che la motivazione che spinge il “Mad
Doctor” Seth a provare su se stesso la sua invenzione, non sia la solita brama
di potere, ma la gelosia condita da una buona dose di alcool nel sangue.
A seguire una
linea retta è anche la mutazione del corpo del protagonista, destinato a
passare dalla condizione iniziale (Seth Brundle) a quella finale (Brundlemosca),
il culto del corpo è nato proprio negli anni ’80, lo stesso Seth in preda al
delirio di onnipotenza quando gli chiedono se fa Bodybuilding, risponde sì,
smonta e ricostruisce corpi.
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Fun fact: Cronenberg
era certo che i babbuini sul set, avrebbero eletto Jeff capobranco per via del
suo fisico da Tarzan (storia vera).
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A suo modo anche Cronenberg
ricostruisce corpi, Jeff Goldblum passa dall’essere un topo di laboratorio con
vestiti tutti uguali (grigi, non neri come in
Jurassic Park), dopo la fusione a livello genetico con la mosca (“Ci
ha accoppiati senza neanche presentarci”) diventa un super uomo dagli appetiti
insaziabili, voglioso di zucchero e di (va)Geena Davis. Al pari di
Peter Parker dopo il morso di ragno fa
esercizi ginnici sfoggiando il suo nuovo corpo, ma non è Fly-Man, qui niente
eroi tanto meno super. Cronenberg, però, è bravissimo a sfruttare l’1.94 di Goldblum
mostrandolo l’apice della forma fisica, prima di devastare il corpo pezzo dopo
pezzo con trovate raccapriccianti, come il museo di storia naturale Seth
Brundle inaugurato nell’armadietto del bagno.
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Il filo interdentale non sarà più necessario. |
L’allora 43enne
David Cronenberg sfoggia un controllo dei generi invidiabile, “La Mosca”
rappresenta il capolavoro con cui chiudere la prima fase della sua carriera, quella
più smaccatamente body Horror, da qui in poi le mutazioni del corpo saranno
interiori, ma comunque traumatiche. Questo livello di controllo gli permette di
giocare con i clichè del genere, come la classica scena dell’incubo della
protagonista, qui impegnata a partorire un'enorme larva di mosca (gulp!),
Cronenberg sottolinea questa deviazione dall’impianto drammaturgico comparendo
lui stesso nella scena, nel suo unico cameo in uno dei suoi film (in quelli
altri è più attivo, lo si vede spesso), pare che fu proprio Geena Davis a
suggerirgli la comparsata nei panni del ginecologo (storia vera).
Curioso perché Martin
Scorsese la prima volta che incontrò Cronenberg gli disse che somigliava ad un
chirurgo plastico di Los Angeles, tra questo e il fatto che dico sempre che ha
un occhio da anatomopatologo, si vede che Davide ha proprio la faccia da
dottore!
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"Spinga signora spinga! Si vedono già le ali". |
Gli attori sono
bravissimi, la Davis ad ogni espressione sembra sempre terrorizzata, ma riesce anche a
far trapelare l’amore che prova per Seth, Jeff Goldblum giganteggia,
invece di affidarsi solo al vistoso trucco prostetico, fa un lavoro molto
fisico, ogni volta mi dà i brividi e mi esalta quando con la testa mima un tick
che ricorda il ronzio che fanno le mosche.
Quando Veronica
non riesce a capire i suoi deliri sulla politica degli insetti è dramma vero, quando
arriva alla frase “Io... sto dicendo che sono un insetto che aveva sognato di
essere un uomo e gli era piaciuto. Ma adesso il sogno è finito e l'insetto è
sveglio.” e la musicona struggente e funerea di Howard Shore parte, capisci che Cronenberg
ha appena adattato Kafka per il grande schermo entrando dritto sparato nella
storia del cinema.
Considerato il suo anno di
uscita, capisco perché tanti hanno visto nel film una metafora della diffusione
del virus dell’HIV, ma mi è sempre sembrata una chiave di lettura riduttiva, anche perché non
si parla mai di trasmissione sessuale dell’infezione, a mio avviso, la
trasformazione in Brundlemosca è la versione estremizzata dell’invecchiamento,
o ancora meglio di una malattia.
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Lui qui le dice "Ho paura". Non credo serva aggiungere altro. |
Seth all’inizio cerca
di allontanare Ronnie, a sua detta perché non vuole essere un altro di quei
malati che parla solo di capelli che cadono e noduli. Ma l’amore tiene legati i
protagonisti di questo melodramma che sono destinati a stare vicini, nell’invocazione
di quell’essere ormai più mosca che Seth (“Aiutami, aiutami ad essere umano”)
Ronnie rivede qualcosa dell’uomo che ama, in un arco di tempo brevissimo i due
sono diventati una coppia anziana, con lei che vede il suo amore sfiorire
fisicamente sfiancata dalle infinite veglie al capezzale e lui un malato a cui
la sua patologia concede un effimero momento di lucidità. Basterebbe anche solo
questo a lasciare lo spettatore in ginocchio.
Negli ultimi 15
minuti Cronenberg getta il carico pesante, non può esserci melò senza
dramm e qui si consuma tra mani e caviglie sciolte a colpi di vomito acido,
fucili calibro dodici e l’ultima mutazione, la fusione tra Brundlemosca e parte
della telecapsula, annunciata dalla vocina sintetica del computer che ha l’effetto
raggelante del medico che uscendo dalla sala operatoria della persona che ami,
ti dice che ci sono state delle complicazioni.
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Brutte complicazioni, ma ottimi effetti speciali. |
Ciò che resta di
Seth è un corpo macchina, nuovissima dolorante carne, se fosse un horror
qualunque quell’atrocità biomeccanica tenterebbe l’ultimo attacco alla Final
Girl di turno, ma questo è un capolavoro, non servono più i dialoghi,
non servono nemmeno più gli attori, siamo così coinvolti che basta solo la
musica di Shore, le urla disperate della Davis e quella creatura che a livello
razionale lo sai essere solo una maschera di gomma molto ben fatta, ma quando
si porta la canna del fucile alla testa e guarda Veronica, in quello sguardo vedi
un insetto che ha sognato di essere un uomo, senti solo la sua volontà di
mettere fine al dolore, suo e di Ronnie: un'eutanasia liberatoria, ma
dolorosissima.
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Che siate voi, io oppure Geena, alla fine di questo film si arriva così. |
La storia è finita,
l’insetto è sveglio e questo finale ogni volta, ti strappa il cuore dal petto
per lanciartelo in faccia. Il film come una telecapsula, ti scompone a livello
molecolare, ti rivolta emotivamente e poi ti rimette insieme apparentemente com’eri
alla partenza, ma, in realtà, cambiato. 90 minuti di teletrasporto
cinematografico che ti fonde geneticamente con il grande cinema senza neanche
presentarci. Grazzzzzzzie Mr. Cronenberg.
Ah! Quasi dimenticavo, non perdetevi i pezzi del
Cumbrugliume e del
Zinefilo dedicati al film!
Post capolavoro per un capolavoro capolavorissimo: non si può vedere questo film e rimanere gli stessi. Hai ragione, alla fine senti che qualcosa è cambiato in te, per sempre.
RispondiEliminaChiunque altro avrebbe fatto un semplice remake, chiunque altro avrebbe interpretato un semplice ruolo: David e Jeff ci mettono ogni brandello dei loro corpi per creare l'essere perfetto, che vivrà per sempre. Ancora nel 2086 la gente volgerà lo sguardo quando Seth vomiterà sulla merendina, tratterrà il fiato quando si aprirà l'ultima capsula e proverà pena per l'insetto che ha sognato di essere un uomo.
Dobbiamo essere eternamente grati agli anni Ottanta per aver creato i migliori remake possibili al cinema...
Ti ringrazio moltissimo! ;-) Un capolavoro di sintesi, perfetto in tutte le sue parti, 90 minuti che ti stravolgono totalmente e ad ogni visione non perde un millimetro della sua potenza. Se mai facessero un remake oggi, sarebbe una brutta copia del film di Cronenberg, con effetti speciali digitali (come accaduto per “La Cosa” nel 2011), chiunque voglia dirigere un remake, dovrebbe guardare il film del 1958 e poi questo, prima di fare qualunque altra cosa. Cheers!
EliminaSul remake de LC ogni tanto mi domando se sia stato effettivamente fatto o me lo sono sognato! XD
Elimina"Dobbiamo essere eternamente grati agli anni Ottanta per aver creato i migliori remake possibili al cinema..."
Già! XD
Più che un sogno un incubo, non lo ricordi? Molto meglio cosi credimi ;-) Cheers
Eliminal'ho visto moltissimi anni orsono e mi era piaciuto molto.
RispondiEliminail più bel fim di cronemberg insieme a history of violence.
buon week end
rdm
Come hai fatto a non rivederlo per tutto questo tempo? No ok, ti capisco perché ;-) Non vedo l’ora di arrivare laggiù da quelle parti della filmografia di Cronenberg, per scrivere di “History of violence”, ma ho ancora un sacco di titoli fighi in mezzo ;-) Buon week end anche a te! Cheers
Eliminagrandissimo film, uno dei miei horror preferiti di sempre :)
RispondiEliminaSiamo in due a pensarla così, bro-fist! ;-) Cheers
EliminaCome non concordare con quello che hai scritto? Film bellissimo e ottimamente interpretato, sono d'accordo su tutta la linea.
RispondiEliminaPeccato solo che quando lo vidi la prima volta scambiai il regista Cronenberg con Carpenter (dai, si assomigliano di nome :p ) e alla fine visione pensai: "Bè, il film su "La Cosa" era molto più riflessivo e complesso; questo ha una struttura più classica". Col senno di poi ho avuto modo di redimermi. XD
Il finale è assolutamente splendido, presenta quel tocco di sensibilità che non funzionerebbe se non ti fossi affezionato ai personaggi e non è assolutamente un aspetto da trascurare.
L'influenza di Kafka è ovviamente presente anche se tuttora sogno un mediometraggio fedele al testo originale; se si scendesse a giusti compronessi, inevitabili in una trasposizione, potrebbe venire fuori qualcosa di splendido.
Saluti!
In pratica ai scambiato il mio secondo Canadese preferito con il mio regista preferito, beh dai poteva andare peggio ;-) Comunque non hai sbagliato di troppo, hai legato "La Cosa" e "La Mosca" che oltre a due dei film film preferiti sono i migliori remake di tutti i tempi ;-) Il finale funziona proprio perché ormai Seth e Ronnie sono due di noi, e Cronenberg fa ancora in tempo ad adattare Kafka, mai dire mai ;-) Cheers!
EliminaBellissimo film e bellissima anche la parodia dei Simpsons. :-P
RispondiEliminaChe volendo conta come citazione del giorno, quindi bravo, è proprio quella! Episodio geniale per altro ;-) Cheers
EliminaAh, ah! Bellissima! XD
EliminaUna delle mie preferite. Cheers!
EliminaQuesto film lo vidi che ero più grandicello di te e nemmeno in un passaggio televisivo perchè lo vidi e rividi all'epoca dell'uscita grazie alle VHS pirata e pezzottatissime che ora non guarderei neanche per sbaglio! Questo solo per dire che non mi spaventò ma mi angosciò e rattristò tantissimo ed ancora adesso, o forse soprattutto (considerando le mie 44 primavere!), non riesco ad approcciarvi con leggerezza! Ma un VERO capolavoro può fare anche questo no?
RispondiEliminaChapeau come sempre per le recensione... in cui hai detto praticamente TUTTO!!!
Hai detto una cosa molto vera, le prime visioni, magari da più giovani, possono spaventare, le altre, ti entrano sotto pelle, facendo leva su paure come la malattia, oppure perdere una persona cara, aveva ragione Geena "Abbiate paura, abbiate molta paura". Ti ringrazio moltissimo, è stata una piacevole scalata che rifarei anche cento volte ;-) Cheers
EliminaNon mi piace Cronenberg, te l'ho già detto. Questo ho fatto fatica veramente a reggerne la visione, ma ne riconosco l'importanza capitale per il suo tipo di cinema. Che a me all'alba del 2017 non è ancora arrivato completamente...
RispondiEliminaLo so che non è tra i tuoi preferiti, apprezzo molto il tuo apprezzare però, troppo facile parlare bene solo dei registi che amiamo. Sono sicuro che prima o poi almeno questo titolo di Cronenberg ti arriverà, è uno dei suoi film più dritti e potenti. Cheers!
EliminaSe non ricordo male, questo capolavoro, l'ho visto che ero già grandicello e solo dopo che per puro caso avevo visto "La mosca 2". Le scene iniziali di quel film, che richiamavano quello di Cronenberg, mi entrarono in testa e vi rimasero fino a quando, finalmente riuscii a recuperare l'originale...fu amore a prima vista...Un film che riesce a spaventarti, ma con un finale così struggente che a qualcuno potrebbe sfuggire una lacrimuccia...
RispondiEliminaI tempi sono finalmente maturi perché io mi riveda anche “La Mosca 2”, fin con inizio che ti prende a schiaffoni, sono curioso di rivedermelo ora, vediamo come andrà. Dici bene Bro, finale da lacrime, non riesco tanto a piangere al cinema, ma il finale di questo film è un frullatore emotivo, mi lascia sempre scosso, ci starebbe il pianto liberatorio, ma di solito l’esaltazione di essere comunque di fronte ad un capolavoro vince su tutto ;-) Cheers!
EliminaLe scene che mi colpirono di più furono quella del povero babbuino, il sogno con il larvone ed i denti che si staccano! Mamma mia il video di SB! Chissà se ci fosse stato youtube all' epoca quante visualizzazioni avrebbe fatto il nostro scienziato! XD
RispondiEliminaDopo l' adattamento di King, ecco il remake! Un back to back clamoroso!
Aneddoti sempre interessanti! ^^
Mel Brooks che produce Lynch e Cronenberg! Incredibile, ma sono usciti dei grandi film da queste bizzarre associazioni! XD Ho pure scoperto che le primi due pellicole del regista canadese li ha prodotti Ivan Reitman! °_O
"Hollywood lo vuole a tutti i costi, gli viene offerto qualunque titolo, ma qualunque sul serio! Da “Beverly Hills Cop” a “Flashdance” (!) passando per Il ritorno dello Jedi"
Oh, mamma! Chissà come avrebbe usato il nostro il corpo di Jennifer Beals! XD
Un talento che Hollywood non é mai riuscito ad assimilare, e nemmeno a replicare veramente unico il Canadese ;-) Cheers
EliminaAnalogamente anch'io sono incappato in questo capolavoro da piccolo...ed era uno di quelli che era sempre in rotazione nel mio videoregistratore assieme alla trilogia di RoboCop, Grosso Guaio a Chinatown, la trilogia di Alien, i due Predator, Explorers, i due Gremlins e tanti altri. Ricordo sempre la tuoneggiante colonna sonora all'inizio del film che fin da subito ti fa capire il livello della pellicola. Cito anche la bella prova di John Getz molto credibile (che ritornerà poi nel sequel, di cui stranamente ho un ricordo positivo) e la cotonatissima Joy Buschel nel piccolo ruolo in cui si ritrova.
RispondiEliminaJohn Getz è bravissimo, ha un personaggio viscido che nell'arco di poco svolta, a memoria mia ricordo davvero pochi personaggi paragonabili al suo. Joy Boushel è l'anti-Geena, dove una era carina, intrigante e cotonata, l'altra è grezza ma sempre cotonata ;-) Cheers
EliminaLa frase "sto dicendo che sono un insetto che aveva sognato di essere un uomo e gli era piaciuto. Ma adesso il sogno è finito e l'insetto è sveglio.” è però una citazione alla famosa frase del filosofo cinese Zhuāngzǐ :"Figlioli, questa notte ho sognato che ero una farfalla: ora io non so se ero allora un uomo che sognava d'essere farfalla, o se io sono ora una farfalla, che sogna di essere uomo. So che l'una o l'altra risposta sono parimenti logiche. Vi prego di meditare molto prima di scandalizzarvi.”
RispondiEliminaAh vedi? Questa non là sapevo, ti ringrazio molto! Cheers
EliminaMi è capitato di vedere l'episodio 1x15 di "Star Trek: Voyager", scritto dal solito Brannon Braga che aveva già copiato Richard Matheson per un episodio di TNG e rifarà identica la discesa di Ripley nell'alveare di "Aliens", sempre in "Voyager".
RispondiEliminaUn personaggio ha un'idea balzana per potenziare una navetta, entra, parte, ritorna e nessuno sa cosa gli sia successo. Ne esce sano, tutto allegro, ha funzionato, possiamo spostarci ovunque in un lampo, poi però il personaggio comincia a stare male... a perdere capelli... e pezzi del proprio corpo... fino a scappare verso la sua macchina con una donna al seguito, a formare una "famiglia".
Fregandosene di qualsiasi regola della serie che lui stesso co-produce, Brannon Braga ha copiato paro paro "La Mosca" con tanto di trucco identico del protagonista! Il tutto poi si risolve con due secondi di spiegazione e si va avanti: Brannon Braga è uno di noi, gli piacciono le cose giuste e non ha paura di copiarle in continuazione :-D
Non vedo l'ora di arrivare a vedere anche "Voyager" anche solo per questo episodio, d'altra parte io ogni volta che vedo qualcuno teletrasportato in Star Trek penso al povero Seth Brundle, la sua invenzione ha iniziato a funzionare sul serio solo nel 24esimo secolo ;-) Cheers
EliminaIl "blockbuster" di Cronenberg, grandissimo film, finale perfetto ma qui come nella zona morta e un po' m.butterfly c'è l' "eroe buono" cosa che con Cronenberg non succede mai
RispondiEliminaAnche il suo film più famoso, non mi stancherà mai ;-) Cheers
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