lunedì 24 aprile 2017

La cura dal benessere (2017): Un film SPAventoso!


Anche se ho smesso di guardare quella serie, mi rendo conto di fare un po’ come Sheldon Cooper quando decide di scegliersi un nemico mortale, tipo Wil Wheaton, o nel mio caso, Gore Verbinski.

Ho passato anni a dire peste e corna di Gore Verbinski, detto Verbinski(fo), detto anche “Il non-regista” per il semplice fatto che buona parte dei titoli della sua filmografia, li avrebbe diretti di sicuro qualcun'altro se lui si fosse rifiutato di farlo, roba tipo “Un topolino sotto sfratto” (1997), “The Mexican” (2001), anche lo stesso “The Ring” (2002), di cui come dico sempre, preferisco la versione originale giapponese, anche perché la versione americana, forse campava di luce (e paura) riflessa.

Salto a piè pari i tre film sui Pirati dei Caraibi che ha diretto che solo a pensare a Johnny Depp mi viene l’orticaria, arriviamo direttamente a quello che mi ha messo in crisi, “Rango” premiato con l’Oscar come miglior film d’animazione nel 2012 e, per di più, doppiato dal maledetto Depp.

Non un film impeccabile, a tratti derivativo come Verbinski è sempre stato, eppure brillante, mi è capitato di vederlo un paio di volte ed ogni volta mi ha divertito, complice anche quell’omaggio gigantesco a Clint Eastwood che mi piace illudermi e pensare fosse il ramoscello d’ulivo del mio arci nemico.


Gore non offenderti, ma vista la tua fissa, bevo solo alcolici grazie.
“Lone Ranger” (2013) è stato un flop perché il mio quasi ex nemesi tende a sbracare con la durata dei suoi film (tenetemi l’icona aperta che ripasso…), con il budget e poi, francamente, Johnny Depp nella parte della spalla comica, l’indiano Tonto, che ha più spazio del protagonista Lone Ranger, ha bello che rotto le palle.

“La cura dal benessere” è il nuovo film del mio nemico giurato, un horror da cui non mi aspettavo nulla, che ho deciso di vedere solo perché da “Rango” in poi ho iniziato a guardare Gore Verbinski con la faccia di chi dice: ma ci sei o ci fai?

Risultato finale: no “A cure for wellness” non è un capolavoro, il mio quasi ex nemico Gore nel frattempo non ha ancora limato alcuni dei difetti del suo cinema, ma si riconferma visivamente abile quando ci si mette e, soprattutto, capace di tirare fuori una personalità, cosa che fino a qualche anno fa mancava totalmente all’appello.


Il talento visivo invece quello non gli è mai mancato.
L’affarista di Wall Street Lockhart (Dane DeHaan, quello di "Chronicle" e l’Harry Osborn dello Spider-Man sbagliato), viene spedito tra le Alpi svizzere dai suoi superiori, non perché sia un investigatore, ma solo perché è il più giovane e ricattabile delle società.

Il suo compito è quello di riportare indietro l’amministratore delegato che per dirla come “Il Dottor Stranamore” ha perso il boccino e sta cercando di superare la sua profonda crisi personale in un centro benessere tra le montagne, facendo massaggi, cure termali alla SPA e bevendo molta acqua sotto le amorevoli cure del dott. Heinreich Volmer che, siccome ha la faccia del redivivo Jason Isaacs, è sicuramente uno di cui fidarsi, no? Ceeeeeerto.


Beh si ovvio, ne "Il Patriota" era un tale simpaticone.
Per colpa di un incidente e di una gamba ingessata, Lockhart resta bloccato tra le Alpi, dove beve molta acqua, fa la conoscenza di Hannah (Mia Goth, vista in Everest e vista meglio in "Nymphomaniac" di Von Trier) unica giovanotta in una comunità di anziani pazienti e tra un bicchiere e l’altro di acqua, viene a conoscenza delle leggende legate al vecchio castello e al bizzarro conte che lo abitava, seguono casini.

Iniziamo con i difetti, tanti, quindi mettetevi comodi.
Se volete un horror che vi sorprenda nel suo sviluppo, lasciate perdere, Verbinski si fa aiutare a scrivere la sceneggiatura da Justin Haythe, ma in certi passaggi è sempre lui, il mio arci nemico che scivola su bucce di banana, tipo mostrare incessantemente i bicchieri d’acqua offerti al protagonista che insospettiscono tutti gli spettatori in sala, ma non il protagonista che, scemo, se ne sgarzarozza uno ogni volta che gli viene offerto: bravo furbo!
Giuro che non vi racconterò altro della trama, ma proseguendo nel corso del film, Verbinski spesso calca troppo la mano su alcuni dettagli che vi faranno risolvere il rebus con qualche minuto di anticipo, se odiate gli horror del tipo “ma si capisce come va a finire” lasciate perdere.

No, l'assassino non è il maggiordomo, almeno quello no.
Altri difetti? Ci sono un paio di passaggi di sceneggiatura forzati e anche l’ultima scena mi è sembrata un po’ frettolosa nella risoluzione, ma a quel punto la storia in sé era già terminata, quindi è solo una delle (tante) sbavature in un film che, tutto sommato, ha il suo perché.

Ah! Non aiuta nemmeno che il tema musicale sia la più classica delle cantilene infantili inquietanti, mi sono rivisto un pezzo di The Ward qualche giorno fa e davvero la colonna sonora sembra la stessa (NON composta da Carpenter ci tengo a ricordarlo).

Vi ho elencato tutti i difetti? Non credo, l’importante è che sia arrivato il messaggio “A cure for wellness” ha dei difetti, qualcuno imputabile alle sceneggiatura, altri a scivoloni di Verbinski. Bene, ora parliamo dei pregi perché, stranamente, non lo avrei mai detto, ma ci sono anche quelli.


Ad esempio il bel panorama, ed un ampio parcheggio!
“La cura dal benessere” parte in zona “Shutter Island” e poi piano piano scivola verso l’horror, un horror molto classico, per altro, in cui il castello di Hohenzollern in Germania, che ha fatto da location per le riprese, si unisce alla lunga tradizione dell’horror gotico fatto di castelli, case stregate e porte cigolanti.

Inoltre, incredibile a dirsi per uno che ha quasi sempre fatto solo film su commissione, ma “A cure for wellness” è il film in cui ho realizzato che Verbinski è in fissa con l’acqua. L’acqua del pozzo di “The Ring”, degli oceani dei suoi pirati e di quella che spariva provocando la siccità in “Rango”, quindi diventa abbastanza logico che un centro di cure terminali, dove l’acqua è la base di tutti i trattamenti, possa diventare il film più SPAventoso per uno che sta in fissa dura con l’acqua. Ecco, ho trovato come etichettare la pellicola: un film SPAventoso!

Anziani ed acquagym, ok, è decisamente un horror!
Certo 146 minuti di durata potrebbero spaventare gli spettatori più del contenuto del film, un minutaggio inusuale per un horror non indipendente (quindi gli unici che escono in sala anche da noi), ma qualcuno dovrebbe spiegare a Verbinski che lo pagano anche se fa un film che dura meno di due ore e la sua narrazione ne gioverebbe.

Verbinski, però, è abile nel trasformare il centro termale in un microcosmo, un luogo isolato che vi farà pensare ad altri dieci titoli, come accade sempre con i film di Verbinski, potremmo citare “Youth” di Sorrentino, o tirare in ballo come ho fatto prima Scorsese, però se devo fare nomi, io mi gioco Lovecraft.


"Vi prego ditemi che per lo meno sono finito in un film di Scorsese...".
Perché questa è la tipica del cinico protagonista materialista che crede solo nelle sue certezze, che arriva in un posto e inizia a dubitare della sua sanità mentale, come la stragrande maggioranza dei personaggi scritti dal solitario di Providence. Da questo punto di vista aiuta molto la convincente prova di Dane DeHaan, uno che non è certo un divo capace di portare la gente al cinema con il suo nome in cartellone e, a dirla tutta, ha anche un po’ la faccia da stronzo che per una parte del genere è giusta, ma più in generale “La cura dal benessere” mi ha ricordato tanto horror degli anni ’70.

Ecco, ora vi dico cosa ho apprezzato di questo film, se invece di averlo visto sul grande schermo nel 2017, lo avessi scoperto su una gracchiante VHS durante la mia adolescenza, uguale identico (se non nel formato) con tutti i suoi difetti, penso che lo avrei apprezzato.

“La cura dal benessere” crea un luogo che trasuda malattia e situazioni malsane, Verbinski di suo zitto zitto, in un horror film mainstream piazza inquietanti storie di incesti, sangue mestruale e fa leva su qualche paura ancestrale, come quella di essere scambiato per pazzo oppure il terrore per i dentisti e i loro tremendi strumenti, ad esempio, se non amate il trapano del dentista, state lontani da questo film.


"Sentirà solo un piccola punturina, una roba da niente".
Non voglio fare paragoni grossi, però le anguille di Verbinski, si mettono in scia alla tradizione delle bestie schifose di tanto Horror nostrano d’annata, tipo le Tarantole “...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà” di Fulci e i vermi che popolano gli incubi diretti da DarioArgento e, guarda un po’, Mia Goth sarà nel cast del remake di “Suspiria”, tanti auguri a tutti, ma proprio tanti tanti…

Signorina il capitone non si mangia solo a Natale? Poi dubito che si cucini in questo modo...
Non sto dicendo che Verbinski sia improvvisamente diventato né Fulci né Argento, però questo film mi dà la sensazione del classico titolo che visto senza aspettative e magari scoperto per caso, potrebbe regalare un paio di torciamenti sulla sedie e quel senso di malessere che un Horror dovrebbe sempre lasciare.

Siamo molto lontani dal capolavoro, se volete vederlo, soppesate quanto vi ho descritto e valutate voi, per ora non posso ancora dire di aver fatto pace con il quasi ex nemico giurato Gore Verbinski, ma se continua a sfoggiare questa personalità e correggesse un po’ il tiro, vedo degli spiragli all’orizzonte, speriamo non sia il faro del treno che sta arrivando.

20 commenti:

  1. Mi ti immagino a fine film, che alzi la testa e i pugni al cielo e gridi "Goooooooooore!!!!" :-D
    Ho letto cose contrastanti sul film ma non ho molta voglia di sincerarmi di persona: quando capiterà ti farò sapere ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bravissimo, è proprio la mia faccia quando lo vedo fare certi scivoloni :-D

      https://media0.giphy.com/media/aw5gFuiPa8otq/giphy.gif

      I difetti ci sono tutti, e pure tanti, mi è piaciuta l'atmosfera di malessere e lo stampo da film anni '70, guardandolo senza pretese o aspettative, a suo modo intrattiene ;-) Cheers!

      Elimina
  2. Va visto per Mia Goth e Lovecraft, ho capito va. :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lui è il prototipo del personaggio Lovecraftiano, che inizia spavaldo e arriva alla fine con il fiato corto (sempre se ci arriva), Mia Goth sta già facendo le prove generali per "Suspiria", dita incrociate. Fammi sapere come lo hai trovato ;-) Cheers!

      Elimina
  3. E' ancora lì che attende di essere visto, ma la durata di due ore e mezza mi frena un po', non tanto per la durata in sè quanto più che altro perchè due ore e mezza una sera le devo proprio trovare. La tua recensione mi conforta. Altre invece lo hanno demolito.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le due ore e mezza sono il primo difetto, avrebbe potuto tagliare molte parti. I difetti ci sono e pure tanti, se lo avessi beccato in seconda serata so che me lo sarei goduto anche di più, quell'atmosfera malata sa il fatto suo, ma non aspettarti il filmone. Cheers!

      Elimina
  4. Io e te non andiamo mica d'accordo!
    Con tutto che il primo tempo ha della personalità e visivamente è molto bello, va a parare nel nulla questo film... anzi nel trash.
    Ci sono più scene inutili che utili, c'è un mix di generi fatto coi piedi, una storia che non si può minimamente considerare interessante...
    e poi che rabbia, ancora mi rode avergli dato dei soldi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma va bene, ma è giusto così, perché mi fornisci l'altro punto di vista ;-) La tua critica è sensata però inizia come uno "Shutter Island" e finisce come un horror gotico, o almeno un tentativo, non dico che sia tutto riuscito, quello proprio no, ma qualcosina di figo si trova, certo poi va visto aspettandosi zero, ma qui mi ha aiutato il fatto che io dal mio arci nemico Gore non mi aspetto mai quasi nulla. Cheers!

      Elimina
    2. non saprei... questo fatto che un film vada bene se ci si trova qualcosa di figo non mi convince ;-)
      Se la storia non racconta nulla il film non racconta nulla di conseguenza.... e io lo boccio in toto XD

      Elimina
    3. Questo è anche vero, ma cerco sempre di soppesare lati negativi (che in questo film abbondano) e lati positivi ;-) Cheers

      Elimina
  5. Il vero dubbio è... con le anguille se la cava meglio Valeria Marini o Mia Goth? In attesa di una risposta porgo cordiali saluti e complimenti per la recensione :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Domanda difficile che denota una lunga memoria cinematografica, è una bella lotta, forse direi Mia Goth, ma non tanto per questo film, più che altro per quello precedente! Muchas gracias! ;-) Cheers

      Elimina
  6. Mi hai incuriosito, quasi quasi gli do una possibilità...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tu ben sai che non è mia abitudine dire bene di Verbinski, è un film da cui non bisogna attendersi nulla, e stranamente qualcosa arriva, fammi poi sapere come è andata ;-) Cheers

      Elimina
  7. Parlavo ieri di Verbinski dalle mie parti ed ecco il mio nuovo acquisto, La cura dal benessere. Fiducia massima, stasera lo si guarda!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Spero ti piaccia, è tutto tranne che un film impeccabile, ma secondo me ha il suo perché. Aspetto il tuo parere ;-) Cheers

      Elimina
  8. Visto ora. Ehi, ma è davvero un film che ti tiene sulle spine! Lungo ma denso e certe scene sembrano non finire mai, tanto ti tengono lì. Mia è molto brava, ottimo pure il protagonista. Poi quando si parla di dottori e medicina mi viene la tremarella, figurati qui!
    Ci hai preso su HPL, il percorso è quello : una storia di formazione estremamente inquietante. Sono colpito, non è un film Gore (:P ) ma assesta un paio di pugni ben dati...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gore di film Gore non ne ha mai fatti, se fossi in lui non farei altro in vita mia :-P
      HPL e gotico classico vecchia maniera, è tutto tranne che un film impeccabile, ma mi fa piacere che ti sia piaciuto ;-) Cheers

      Elimina
  9. Si concordo è il secondo film più interessante che ha girato dopo Rango, poi l'atmosfera Svizzera fa scuola nella sua ambiguità sin dai tempi di Phenomena (nonostante si girato in un castello in Germania). Durante certe parti mi è sembrato di veder lo stile del penultimo Burton (quello di Sleepy Hollow) ma anche di tastare quel fantasy un po' troppo estetico di Crimson Peak (ma forse con più mordente).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bisogna dire che è un discreto casino, ma ci trovo dentro delle cosette gotiche fatte proprio bene che mi piacciono, sforbiciato di qualche minuto e di qualche sotto trama inutile avrebbe potuto essere davvero ottimo. Cheers!

      Elimina