sabato 15 aprile 2017

Hellboy all'Inferno vol.2 - La carta della Morte: L'ultimo valzer di Hellboy


Mi rendo conto a distanza di tempo che il 1998 per me è stato un anno grosso, avevo 15 anni, un sacco di roba, che ancora amo visceralmente oggi, ha fatto il suo esordio nella mia vita allora, nell’elenco metteteci anche un grosso diavolo rosso con le corna limate e il caratteraccio.

A 15 anni avevo due posti preferiti: il campo da basket e l’edicola del mio paesello, entrambe in linea d’aria da casa mia, ma nel mio paesello, tutto era in linea d’aria da casa mia. Un giorno, direzione campetto, faccio la solita tappa a spulciare le nuove uscite, oltre ai classici come Tex e Dylan Dog, ho già scoperto da un pezzo i fumetti della Marvel, li leggo da poco, ma sto recuperando il tempo perso. Quel giorno mi cade l’occhio su un volumetto con la copertina nera che somiglia ad un fumetto di super eroi, nella forma, ma è diversissimo nella sostanza: “Hellboy: Il seme della distruzione".

Chi è quel tipo rosso, perché è così figo? Cos’ha in testa sono occhialoni da aviatore? Non saranno mica… Corna? No cos’è sta roba lo voglio, guardo il prezzo. Lo rimetto al suo posto, no 10.000 lire mi compro tre fumetti Marvel, dai. Torna a casa, non riesco a pensare ad altro che a quel diavolo con il cappotto, non avevo mai visto niente di simile in vita mia.

All’alba del terzo giorno, il fumetto è ancora lì che mi guarda, nessuno lo ha portato a casa, ci credo con quel prezzo, alla fine lo faccio io, volo fino a casa per leggerlo, a mia madre, avete presente l’occhio di Sauron? Ecco uguale, cade subito l’occhio sul prezzo, seguono sensi di colpa che terminano non appena inizia la lettura, la prima di tante, molte solo in quella settimana, un fottio negli anni, le 10.000 lire meglio spese della mia vita.

La sacra reliquia, direttamente dai miei polverosi archivi.
19 anni, due film di Guillermo Del Toro e un quantitativo esagerato di fumetti dopo, Hellboy ed io siamo ancora grandi amici, a differenza di tutti gli altri eroi di carta, pur restando sempre lui, grosso rosso e con le corna limate (postilla per il me stesso degli 1998: sì, sono corna quella non occhialoni da aviatore, ciao me stesso del 1998, forza Bulls!), Hellboy è l’unico che come me è cambiato restando tutto sommato sempre lui, certo ora ha un occhio in meno e per salvare il mondo dalla distruzione... Beh... E' morto, ma ora sta molto meglio.

Mentre sulla Terra i suoi compari del B.P.R.D. continuano le loro avvenute, Mike Mignola il geniale creatore di Hellboy, ha spedito il suo figlio prediletto all’inferno, dove la sua storia prosegue, in fondo è un diavolo, no? Il secondo volume della collana “Hellboy all'Inferno” intitolato “La carta della Morte” è la fine della sua storia, per me iniziata tra gli scaffali dell’edicola dove lo conobbi.

Fine dei giochi per il ragazzo dell’inferno? Forse, in realtà non lo sa davvero nemmeno il suo creatore Mike Mignola che nella post-fazione al volume ammette candidamente che le sue idee erano differenti, ma sono i personaggi a suggerirti la loro storia e quella di Hellboy ha preso una piega inaspettata anche per il suo autore.

Quando ho scoperto che siamo arrivati alla fine, ho reagisto allo stesso modo.
L’industria dei fumetti americana oggi è diversa, se persino un personaggio famoso ma unico come Hellboy, è arrivato ad Hollywood (ma solo perché Del Toro è un enorme fan del fumetto e un omino pieno di gusto) vuol dire che l’aria è cambiata, di film tratti dai fumetti americani ne esce in sala uno al mese.

Hellboy nato nei primi anni ’90 è figlio di un' Era in cui il concetto di “personaggio di proprietà del suo creatore” era leggerissimamente diversa, eppure si è evoluto, restando una mosca bianca, una cattedrale nel deserto, o qualunque altra metafora che serve ad indicare l’unicità sia di vostro gradimento.

Il Mignolaverse si è espanso nel numero di testate, ad esempio B.P.R.D. prosegue a gonfie vele grazie al socio di Mignola, il talentuoso John Arcudi e i disegni di un manipolo di bravi disegnatori capitanati da Guy Davis. Ma Hellboy non ha mai dovuto davvero tener conto di logiche e mode del mercato, motivo per cui la storia ha sempre seguito la visione e le pulsioni creative di Mignola.

La campana questa volta suona per Hellboy...
Dalle interviste era chiaro che l’idea di Mike era quella di risolvere i problemi tecnici di un povero diavolo (in tutti i sensi) che si ritrova all’inferno in tempi brevi, poi proseguire la storia, con Hellboy impegnato a fare Danteschi incontri tra i gironi infernali, motivo per cui in questo volume tornano un vecchio avversario (Il Vampiro di Praga) e la moglie di Hellboy, sposata nel suo periodo messicano, quello che lo stesso Red etichetta come “Bevevo un sacco in quel periodo”, pienamente nel suo stile.

Avrebbero dovuto essere quattro volumi di storie infernali, invece con la naturalezza di chi conosce il suo personaggio e la totale libertà creativa che solo un ventennio di sfoggio di talento ti può dare, Mignola ha deciso di mettere la parola fine alla storia del suo personaggio.

“Hellboy all'Inferno vol.2: La carta della Morte” è un volume bellissimo e voi direte: "Eh sì, è bellissimo perché ora sei in fase malinconica", no no, mi sono sempre lanciato in odi sperticate per il talento di Mignola e questo volume non è da meno, lo stile mi Mignola ormai è al limite dell’ermetismo, la sua esperienza nel maneggiare le regole della narrazione e della costruzione della trama in un fumetto, è snella e asciugata da anni di esperienza, ha un controllo invidiabile della nona arte, sembra di guardare l’ultima stagione di Tim Duncan, uno che ha deciso di smettere quando ha voluto lui, dopo una carriera fatta di fondamentali individuali impeccabili e continuità assoluta, come Mignola.

Mike disegna con la stessa spavalda sicurezza del suo personaggio.
Nel corso di tutto il volume non c’è una singola vignetta ridondante, persino il modo in cui le incastra per costruire le pagine, contribuisce a dare un'idea di movimento ai personaggi disegnati, da lettori siamo costretti a muovere gli occhi sulla pagine, nella stessa direzione in cui guardano i personaggi, il tutto con estrema naturalezza.

Mignola può permettersi anche pagine doppie senza alcun dialogo, riempiendo la vista del lettore con le sue città gotiche in declino, o i demoni in fuga dall’arrivo di un Hellboy anche più silenzioso del solito, fondamentale il lavoro sui colori di Dave Stewart, che restituisce il caratteristico rosso della pelle di Hellboy, piano piano seguendo l’evoluzione del personaggio e il suo progressivo ritorno alla piena forma fisica.

Gli americani direbbero: It's been a hell of a ride!
La parabola dell’eroe con l’aspetto da cattivo si conclude, tenendo sempre a mente il concetto del libero arbitrio che è sempre stato il filo rosso che ha unito tutti i numeri della serie di Hellboy, come lo stesso Mike Mignola nella post-fazione, la storia del personaggio si conclude qui, ma può essere davvero finita? Considerando che dopo la sua morte, abbiamo avuto altri due volumi di storie, è davvero tutto possibile, ma se mai vedremo ancora storie soliste di Hellboy, sarà solo per volontà di Mignola e del suo personaggio, artista e protagonista liberi da ogni vincolo commerciale con il paradiso del mercato fumettistico, una maturità e una libertà creativa che consente loro di fare tutto, anche di regnare all’inferno.

8 commenti:

  1. Grande Hellboy!
    Ne approfitto per farti gli auguri di Buona Pasqua
    Ciao!

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    1. Grazie Nick e tanti auguri anche a te e alla tua famiglia! ;-) Cheers

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  2. Non ho mai letto il personaggio ma condivido pienamente il tuo ricordo delle edicole. Ogni volta che uscivo per andare a scuola o da qualsiasi altra parte mi fermavo a spulciare le edicole sul percorso. E anch'io mi imbattevo spesso in novità troppo costose o troppo strane, "Non posso comprare qualsiasi cosa" mi ripetevo, poi ci ripensavo, poi me le sognavo, e quelle erano lì a guardarmi ogni giorno, finché non le compravo. L'edicola è una droga, di quella migliore...
    John Arcudi l'ho molto amato per il suo lavoro su Aliens e Predator, ed ecco perché ha smesso di scriverne: perché è stato rapito da Hellboy! Sono contento per te, ma egoisticamente mi sarebbe piaciuto fosse rimasto un altro po' fra gli alieni :-P

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    1. Sapevo di poter contare su di te, vedere tutti quei tesori esposti, e poi continuare a fantasticarsi su, roba che solo le edicole potevano regalare ;-) Questa storia è tutta farina del sacco di Mignola, ma John Arcudi ormai è stata arruolato nel BPRD, è un bravissimo autore che sa davvero come sviluppare una storia, anche di ampio respiro, Mignola che ha l'occhio lungo per il talento lo tiene stretto ;-) Cheers

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  3. Della saga "All'inferno" devo ancora recuperare molte cose...
    Per il resto, passa delle buone vacanze Pasquali!

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    1. Doveva essere una saga in quattro parti, alla fine sono rimaste solo due, anche se entrambe ottime ;-) Grazie mille e buona vacanze di Pasqua anche a te e alla tua famiglia! ;-) Cheers

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  4. Hai un vero e proprio cimelio! Io devo la mia passione al primo film, senza di esso non avrei mai letto Hellboy.
    Devo ammettere che Hellboy all'inferno non mi ha fatto impazzire, mi ha lasciato un po' stranito, mi dicevo "non può finire così!" e infatti...

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    1. Ho anche, diciamo dello stesso livello di anzianità, un volumetto con la storia "Colossus" che è stata successivamente ristampata, ma mi tengo stretto anche quello ;-) Si era un po' strana, alla fine mi è piaciuta, ma non era certo un finale definitivo ecco ;-) Cheers!

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