Lo ammetto è
colpa mia, non sono tanto bravo a sottolineare le mie passioni, quindi è
legittimo che non ve ne siate mai resi conti, però, magari, se siete stati
proprio tanto, ma tanto tanto attenti, leggendo bene tra le righe, captando i
miei velati messaggi, potreste aver leggerissimamente intuito che sono uno che
gradisce appena appena il lavoro del regista John Carpenter. Lo so: avrei
dovuto essere più chiaro nel dichiarare i miei intenti.
Di conseguenza,
quando ho scoperto che la Cosmo editore ha finalmente deciso di portare anche
qui da noi in questo strambo Paese a forma di scarpa, il fumetto ispirato a
quello stra mega iper uber capolavoro che risponde al titolo di Grosso guaio a Chinatown, vi lascio immaginare la mia reazione pacata, riflessiva,
interiorizzata.
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Ecco, è andata più o meno così. |
Anche perché non
era mica da tutta la vita che aspettavo di sapere cosa succedeva sul Pork Chop
Express di Jack Burton, no no, ma figuriamoci, inoltre è dal 2009 che la mia
scimmia mi morde sul collo, più o meno quando Evan Bleiweiss e Jason Badower
annunciarono un seguito a fumetti del film del Maestro, per la Top Cow che,
però, non venne mai realizzato, sta lì da qualche parte, nell’inferno dei
fumetti mai pubblicati, porco mondo.
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Il secondo saluto ufficiale della Bara Volante, funziona anche a fumetti. |
La scimmia a
ricominciato il suo lavorio di denti nel 2014, quando cazzeggiando online,
scovai un paio di immagini promozionali della mitica casa editrice Boom!
Studios, questa volta Jack Burton e il suo Pork Chop Express, erano davvero
tornati a far tremare i pilastri del cielo!
Altro motivo di
esaltazione: l’autore del fumetto è Eric Powell, il creatore del bellissimo
“The Goon”, una serie fantastica di cui sono riuscito a leggere solo i primi
volumi ed un giorno dovrò decidermi a riprendere in mano, finanze permettendo. Cacchio per leggere tutti i fumetti che vorrei dovrei essere milionario!
I disegni sono
stati affidati a Brian Churilla, disegnatore dal tratto quasi caricaturale, ma
molto adatto all’operazione, i personaggi a cui siamo affezionati dopo aver
visto [INSERIRE-QUI-NUMERO-SPROPORZIONATO] volte il film di Giovanni
Carpentiere sono tutti riprodotti alla grande, Egg Shen ha lo stesso occhio
semi chiuso di Victor Wong, ma il migliore resta Jack Burton con lo stesso
identico mascellone di Kurt Russell, insomma: una gioia!
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La mascella è proprio quella, non si scappa. |
Sulla copertina
tra gli autori troneggia anche il nome di John Carpenter, perché l’operazione è
stata supervisionata dal Maestro in persona, quindi, per tutti quelli che non
considerano canonici i seguiti a fumetti, si mettano l’anima in pace, anche se
ecco, Carpenter non perde mai il suo stile in nessuna delle cose che fa e ha
un'idea di supervisione tutta sua, ben riassunta dalle sue stesse parole
intervistato in merito a questo fumetto: «Eric lavora sodo, mi manda la sua
roba e io gli rispondo: “Bel lavoro!”. È il miglior rapporto di lavoro
possibile ed è l’unico che riesco a fare»
Aggiungo io che
probabilmente era troppo impegnato a guardare i suoi Lakers in tv, o a dare
fuoco a qualche palco in giro per il globo, il che mi sembra anche cosa buona e
giusta.
Quindi, che dire? Un applauso alla Cosmo per aver deciso di festeggiare i trent’anni di Grosso
guaio a Chinatown, permettendoci di leggere il fumetto anche qui, nell’inferno
dei Paesi a forma di scarpa, come già fatto per le nuove avventure di Jena Plissken, impegnato a fuggire dalla Florida e dalla Siberia, il fatto che quel fumetto fosse ben poca cosa, non
è certo colpa della Cosmo, ma al massimo dei suoi autori.
Con la
gioia nel cuore, inizio a leggere il ritorno a fumetti di Jack Burton dicendo
mena il tuo colpo più duro, non mi fai paura! Arrivo a metà della (breve)
introduzione al volume che fornisce le obbligatorie spiegazioni sul film e sul
suo regista (davvero esiste qualcuno che non li conosce? Vabbè), m'imbatto
nella frase: “…era il 1986, da quando uscì nei cinema di tutto il mondo uno dei
lavori più controversi di Jack Carpenter”.
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SAAAAAAACRILEGIOOOOOOOOOO! (Cit.) |
Alt! Alt! Alt!
Frena quella Spider, Jack Carpenter!? No, aspetta, respiro forte, respiro forte,
diamo un'attenuante all’autore dell’introduzione, nella riga successiva cita il
personaggio di Jack Burton, quindi ci può stare un Lapsus durante la scrit… Ma
un lapsus il cazzo! Non mi puoi sbagliare il nome del Maestro porco mondo!
Resisto alla
tentazione di lanciare il fumetto dall’altra parte della stanza e di reagire come Jack Burton quando gli tagliano la strada mentre sta guidando, ma siccome
come avrete intuito sono un omino morigerato nella reazioni, specialmente
quando si parla di Giovanni Carpentiere, mi limito a fare un’altra doverosa
citazione a Jack Burton: E allora va a cagare!
Per fortuna, la
lettura mi rimette in pace con me stesso, la storia comincia un secondo dopo la
fine del film e, finalmente, assistiamo allo scontro tra Jack Burton e il
dentuto mostrone, passeggero clandestino sul Pork Chop Express. E’ complicato
dare una continuazione ad uno dei finali più fighi del Maestro (anche se i
finali sono sempre stati una delle sue specialità), qui hanno trovato un modo
simpatico di farlo, non vi rovinerò la sorpresa della lettura, ma sappiate che
il mostro si chiama Pete, non aggiungo altro.
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Dai ammettetelo, era tutta la vita che aspettavate di sapere come continuava no? |
Eric Powell trova
il modo di far incontrare nuovamente Jack Burton e i suoi compari, Egg Shen e Wang
Chi, che insieme partono per una missione degna di un racconto fantasy che ci
permette di esplorare qualcuno degli “Inferni” citati nel film, non quello degli
scuoiati vivi, ahimè, ma altri altrettanto coloriti.
Partiamo dai dati
negativi. Questo fumetto alla pari del film, diventerà una lettura che vorrete
ripetere almeno una o più volte l’anno, come personalmente faccio con la
pellicola di Carpenter (e questo vi dice dei miei problemi)? Credo proprio di
no. Se lo volessimo considerare la sceneggiatura di un possibile seguito,
sarebbe un film con un budget molto più alto e sicuramente meno esplosivo.
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Nell'edizione Cosmo però è tutto in bianco e nero, addio ragazze con gli occhi verdi! |
Inoltre, almeno
un passaggio mi è sembrato scricchiolante. Miao Yin, ad un certo punto, decide
che non vuole più essere solo la damigella in pericolo, millantando studi
marziali ricevuti in giovane età dal nonno che la rendono un personaggio
attivo e calciante della storia. Lo stesso Eric Powell deve essersi reso conto
che questo dettaglio funziona poco, perché nella vignetta successiva, fa dire
al vecchio Egg Shen, una cosa tipo: "Ma lo sai che l’altra volta, se avessi
combattuto invece che farti rapire dai signori della morte, avresti evitato un…
Grosso guaio a chinatown?". Ecco, la
faccenda termina così, lasciandomi perplesso.
Cosa funziona del
fumetto, invece? Oltre ai disegni di Brian Churilla, come detto, adatto, anche se
nell’edizione Cosmo, i colori restano sacrificati nella ristampa in bianco e
nero dal formato Bonelliano. Di sicuro a funzionare è la passione che ci mette
Eric Powell: è chiaro che l’autore di “The Goon” sia uno di noi, uno che conosce
a memoria ogni singola battuta del film e la ripete durante la sua
quotidianità.
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La copertina variant americana, disegnata dal grande Rob Guillory. |
Jack Burton parla
proprio come Kurt Russell nel film, in certi momenti, le sue frasi sono così
azzeccate che sentivo la voce del suo doppiatore in testa leggendo le vignette,
il che è sicuramente un bene, nel finale, che si conclude con un altro finale a
sorpresa (di cui mi aspetto la continuazione dalla Cosmo il prima possibile), ricalca forse un po’ troppo gli eventi del film originale, un pelo di
creatività in più sarebbe stata gradita, ma almeno Jack Burton e compagni,
parlano e agiscono come le loro versioni originali cinematografiche, a
differenza del fumetto su Jena Plissken che sembra scritto da uno che non ha
mia visto né
il film originale, ma
nemmeno
il suo seguito.
Era lecito
aspettarsi di più e meglio, sicuro, ma il fumetto funziona come riuscito
omaggio al mondo di
Grosso guaio a Chinatown ed aggiunge anche qualcosina, nell’ironia del volume, anche un
momento serio, la spiegazione del perché Jack Burton non dà mai il bacio d’addio,
nemmeno alla bella Gracie Law, motivo per cui, se avete amato tanto il film (e
se siete personcine come si deve sì, lo avete amato), questo fumetto risulta un
simpatico compendio, non vi cambierà la vita, ma vi farà tornare al fianco di
Jack Burton, brutto?
Il bello è che in
copertina quel “1 di 3” promette tanto altro Jack Burton, già uscito nella
edicole, anche l’incontro a fumetti più atteso da tutti i Carpenteriani, ovvero
il crossover tra Jack Burton e Jena Plissken, pubblicato dalla Boom! Comics solamente lo scorso anno.
Tranquilli, è già sul mio comodino!
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"Sono velocissimo a pescar fumetti dal comodino. È una questione di riflessi". |
Quindi, state
calmi, tenete il fortino e conservate vivo l'amore, da queste parti grazie alla
Cosmo, avremmo ancora tanto Jack Burton, si spera solo che non mi sbaglino più
il nome del Maestro questa volta, un altro scherzetto del genere e le ali della
libertà potrebbero perdere le loro piume
Ma che cazz, davvero nell'intro hanno sbagliato il nome del regista? XD
RispondiEliminaComunque, io come un coglione non l'ho preso e l'avevo sgamato subitissimo (pensa, dal giorno dopo mi sono arrivate foto e mail con questa segnalazione!)
Molto bello il fatto che leggendolo, avevi in testa la voce del protagonista. Significa che hnno catturato lo spirito vero di questo capolavoro cinematografico^^
Moz-
La Cosma porta da noi bei fumetti, poi fa queste cose, nemmeno si chiamasse Giannis Antetokounmpo, cavolo John Carpenter è uno dei nomi più famosi e semplici da ricordare del mondo! Il fumetto non è rivoluzionario ma si lascia davvero leggere Eric Powell è uno di noi, e giù sulle pagine di "The Goon" aveva mostrato il suo talento ;-) Cheers
EliminaSì, assurdo come possa aver sbagliato nome.
EliminaTipo scrivere Simon Spielberg.
Moz-
El senor Spielbergo di quell'episodio dei Simpson ;-) I volumi Cosmo hanno un prezzo quasi popolare ma gli effetti collaterali sono questi. Cheers!
EliminaSono tra quelli che lo segnalarono al Moz... 😀
EliminaLo so che si può sempre contare su di te ;-) Cheers
EliminaSono contento arrivino in Italia queste delizie ma davvero toglier via il colore e ridurre a bonellide è un sacrilegio...
RispondiEliminaLo scontro fra Jack e Jena me lo sono perso per strada, non ho capito se in America è continuato: devo controllare...
Se fosse l'unica versione esistente ci potremmo rassegnate, ma quando in rete vedi le stesse pagine a colori molto più belle viene voglia di mordersi le mani. Ti farò sapere se l'edizione italiana é una storia completa o no, é tra le mie prossime letture. Cheers!
EliminaIl caro Jack...
RispondiEliminaAHAHHAHA
Sai non ci avevo fatto caso!
Sto qui proprio per questo tipo di cose, ed occhio che tra un po' arriva un altro fumetto sempre in tema ;-) Cheers
EliminaCult, diretto da quel geniaccio di John Carpenter, ho visto e recensito tutti i suoi film da me ^^
RispondiEliminaNon mancherò di leggermi anche quelli, ogni giorno passato a leggere, scrivere e parlare di Carpenter è un giorno ben speso! ;-) Cheers
EliminaUno dei pochi film che avrebbe meritato un seguito finalmente ce l'ha! Ho trovato per caso questo albo in un'edicola e l'ho preso mettendomi poi alla caccia dei successivi, che non hanno avuto una periodicità regolare.
RispondiEliminaNon ricordo bene cosa accade in ciascuno dei tre volumi, dico solo che sembra davvero di vedere il film del seguito della storia.
Del film ho il cofanetto in edizione speciale, e conosco uno che sa tutte le battute a memoria, gli dici una frase da un punto qualsiasi del film e lui attacca da lì alla fine del film, se non lo fermi prima... 😁
Ne conosco anche io uno così :-P Nel frattempo è uscito anche "Old man Jack", lo trovi commentato qui sulla Bara, mi manca ancora l'ultimo volume di quello, il terzo. Cheers!
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