sabato 1 aprile 2017

Grosso guaio a Chinatown: il ritorno a fumetti di Jack Burton!


Lo ammetto è colpa mia, non sono tanto bravo a sottolineare le mie passioni, quindi è legittimo che non ve ne siate mai resi conti, però, magari, se siete stati proprio tanto, ma tanto tanto attenti, leggendo bene tra le righe, captando i miei velati messaggi, potreste aver leggerissimamente intuito che sono uno che gradisce appena appena il lavoro del regista John Carpenter. Lo so: avrei dovuto essere più chiaro nel dichiarare i miei intenti.

Di conseguenza, quando ho scoperto che la Cosmo editore ha finalmente deciso di portare anche qui da noi in questo strambo Paese a forma di scarpa, il fumetto ispirato a quello stra mega iper uber capolavoro che risponde al titolo di Grosso guaio a Chinatown, vi lascio immaginare la mia reazione pacata, riflessiva, interiorizzata.

Ecco, è andata più o meno così.
Anche perché non era mica da tutta la vita che aspettavo di sapere cosa succedeva sul Pork Chop Express di Jack Burton, no no, ma figuriamoci, inoltre è dal 2009 che la mia scimmia mi morde sul collo, più o meno quando Evan Bleiweiss e Jason Badower annunciarono un seguito a fumetti del film del Maestro, per la Top Cow che, però, non venne mai realizzato, sta lì da qualche parte, nell’inferno dei fumetti mai pubblicati, porco mondo.

Il secondo saluto ufficiale della Bara Volante, funziona anche a fumetti.
La scimmia a ricominciato il suo lavorio di denti nel 2014, quando cazzeggiando online, scovai un paio di immagini promozionali della mitica casa editrice Boom! Studios, questa volta Jack Burton e il suo Pork Chop Express, erano davvero tornati a far tremare i pilastri del cielo!

Altro motivo di esaltazione: l’autore del fumetto è Eric Powell, il creatore del bellissimo “The Goon”, una serie fantastica di cui sono riuscito a leggere solo i primi volumi ed un giorno dovrò decidermi a riprendere in mano, finanze permettendo. Cacchio per leggere tutti i fumetti che vorrei dovrei essere milionario!

I disegni sono stati affidati a Brian Churilla, disegnatore dal tratto quasi caricaturale, ma molto adatto all’operazione, i personaggi a cui siamo affezionati dopo aver visto [INSERIRE-QUI-NUMERO-SPROPORZIONATO] volte il film di Giovanni Carpentiere sono tutti riprodotti alla grande, Egg Shen ha lo stesso occhio semi chiuso di Victor Wong, ma il migliore resta Jack Burton con lo stesso identico mascellone di Kurt Russell, insomma: una gioia!


La mascella è proprio quella, non si scappa.
Sulla copertina tra gli autori troneggia anche il nome di John Carpenter, perché l’operazione è stata supervisionata dal Maestro in persona, quindi, per tutti quelli che non considerano canonici i seguiti a fumetti, si mettano l’anima in pace, anche se ecco, Carpenter non perde mai il suo stile in nessuna delle cose che fa e ha un'idea di supervisione tutta sua, ben riassunta dalle sue stesse parole intervistato in merito a questo fumetto: «Eric lavora sodo, mi manda la sua roba e io gli rispondo: “Bel lavoro!”. È il miglior rapporto di lavoro possibile ed è l’unico che riesco a fare»

Aggiungo io che probabilmente era troppo impegnato a guardare i suoi Lakers in tv, o a dare fuoco a qualche palco in giro per il globo, il che mi sembra anche cosa buona e giusta.

Quindi, che dire? Un applauso alla Cosmo per aver deciso di festeggiare i trent’anni di Grosso guaio a Chinatown, permettendoci di leggere il fumetto anche qui, nell’inferno dei Paesi a forma di scarpa, come già fatto per le nuove avventure di Jena Plissken, impegnato a fuggire dalla Florida e dalla Siberia, il fatto che quel fumetto fosse ben poca cosa, non è certo colpa della Cosmo, ma al massimo dei suoi autori.

Con la gioia nel cuore, inizio a leggere il ritorno a fumetti di Jack Burton dicendo mena il tuo colpo più duro, non mi fai paura! Arrivo a metà della (breve) introduzione al volume che fornisce le obbligatorie spiegazioni sul film e sul suo regista (davvero esiste qualcuno che non li conosce? Vabbè), m'imbatto nella frase: “…era il 1986, da quando uscì nei cinema di tutto il mondo uno dei lavori più controversi di Jack Carpenter”.


SAAAAAAACRILEGIOOOOOOOOOO! (Cit.)
Alt! Alt! Alt! Frena quella Spider, Jack Carpenter!? No, aspetta, respiro forte, respiro forte, diamo un'attenuante all’autore dell’introduzione, nella riga successiva cita il personaggio di Jack Burton, quindi ci può stare un Lapsus durante la scrit… Ma un lapsus il cazzo! Non mi puoi sbagliare il nome del Maestro porco mondo!

Resisto alla tentazione di lanciare il fumetto dall’altra parte della stanza e di reagire come Jack Burton quando gli tagliano la strada mentre sta guidando, ma siccome come avrete intuito sono un omino morigerato nella reazioni, specialmente quando si parla di Giovanni Carpentiere, mi limito a fare un’altra doverosa citazione a Jack Burton: E allora va a cagare!

Per fortuna, la lettura mi rimette in pace con me stesso, la storia comincia un secondo dopo la fine del film e, finalmente, assistiamo allo scontro tra Jack Burton e il dentuto mostrone, passeggero clandestino sul Pork Chop Express. E’ complicato dare una continuazione ad uno dei finali più fighi del Maestro (anche se i finali sono sempre stati una delle sue specialità), qui hanno trovato un modo simpatico di farlo, non vi rovinerò la sorpresa della lettura, ma sappiate che il mostro si chiama Pete, non aggiungo altro.

Dai ammettetelo, era tutta la vita che aspettavate di sapere come continuava no?
Eric Powell trova il modo di far incontrare nuovamente Jack Burton e i suoi compari, Egg Shen e Wang Chi, che insieme partono per una missione degna di un racconto fantasy che ci permette di esplorare qualcuno degli “Inferni” citati nel film, non quello degli scuoiati vivi, ahimè, ma altri altrettanto coloriti.

Partiamo dai dati negativi. Questo fumetto alla pari del film, diventerà una lettura che vorrete ripetere almeno una o più volte l’anno, come personalmente faccio con la pellicola di Carpenter (e questo vi dice dei miei problemi)? Credo proprio di no. Se lo volessimo considerare la sceneggiatura di un possibile seguito, sarebbe un film con un budget molto più alto e sicuramente meno esplosivo.


Nell'edizione Cosmo però è tutto in bianco e nero, addio ragazze con gli occhi verdi!
Inoltre, almeno un passaggio mi è sembrato scricchiolante. Miao Yin, ad un certo punto, decide che non vuole più essere solo la damigella in pericolo, millantando studi marziali ricevuti in giovane età dal nonno che la rendono un personaggio attivo e calciante della storia. Lo stesso Eric Powell deve essersi reso conto che questo dettaglio funziona poco, perché nella vignetta successiva, fa dire al vecchio Egg Shen, una cosa tipo: "Ma lo sai che l’altra volta, se avessi combattuto invece che farti rapire dai signori della morte, avresti evitato un… Grosso guaio a chinatown?". Ecco, la faccenda termina così, lasciandomi perplesso.

Cosa funziona del fumetto, invece? Oltre ai disegni di Brian Churilla, come detto, adatto, anche se nell’edizione Cosmo, i colori restano sacrificati nella ristampa in bianco e nero dal formato Bonelliano. Di sicuro a funzionare è la passione che ci mette Eric Powell: è chiaro che l’autore di “The Goon” sia uno di noi, uno che conosce a memoria ogni singola battuta del film e la ripete durante la sua quotidianità.


La copertina variant americana, disegnata dal grande Rob Guillory.
Jack Burton parla proprio come Kurt Russell nel film, in certi momenti, le sue frasi sono così azzeccate che sentivo la voce del suo doppiatore in testa leggendo le vignette, il che è sicuramente un bene, nel finale, che si conclude con un altro finale a sorpresa (di cui mi aspetto la continuazione dalla Cosmo il prima possibile), ricalca forse un po’ troppo gli eventi del film originale, un pelo di creatività in più sarebbe stata gradita, ma almeno Jack Burton e compagni, parlano e agiscono come le loro versioni originali cinematografiche, a differenza del fumetto su Jena Plissken che sembra scritto da uno che non ha mia visto né il film originale, ma nemmeno il suo seguito.

Era lecito aspettarsi di più e meglio, sicuro, ma il fumetto funziona come riuscito omaggio al mondo di Grosso guaio a Chinatown ed aggiunge anche qualcosina, nell’ironia del volume, anche un momento serio, la spiegazione del perché Jack Burton non dà mai il bacio d’addio, nemmeno alla bella Gracie Law, motivo per cui, se avete amato tanto il film (e se siete personcine come si deve sì, lo avete amato), questo fumetto risulta un simpatico compendio, non vi cambierà la vita, ma vi farà tornare al fianco di Jack Burton, brutto?

Il bello è che in copertina quel “1 di 3” promette tanto altro Jack Burton, già uscito nella edicole, anche l’incontro a fumetti più atteso da tutti i Carpenteriani, ovvero il crossover tra Jack Burton e Jena Plissken, pubblicato dalla Boom! Comics solamente lo scorso anno. Tranquilli, è già sul mio comodino!


"Sono velocissimo a pescar fumetti dal comodino. È una questione di riflessi".
Quindi, state calmi, tenete il fortino e conservate vivo l'amore, da queste parti grazie alla Cosmo, avremmo ancora tanto Jack Burton, si spera solo che non mi sbaglino più il nome del Maestro questa volta, un altro scherzetto del genere e le ali della libertà potrebbero perdere le loro piume

14 commenti:

  1. Ma che cazz, davvero nell'intro hanno sbagliato il nome del regista? XD
    Comunque, io come un coglione non l'ho preso e l'avevo sgamato subitissimo (pensa, dal giorno dopo mi sono arrivate foto e mail con questa segnalazione!)
    Molto bello il fatto che leggendolo, avevi in testa la voce del protagonista. Significa che hnno catturato lo spirito vero di questo capolavoro cinematografico^^

    Moz-

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    1. La Cosma porta da noi bei fumetti, poi fa queste cose, nemmeno si chiamasse Giannis Antetokounmpo, cavolo John Carpenter è uno dei nomi più famosi e semplici da ricordare del mondo! Il fumetto non è rivoluzionario ma si lascia davvero leggere Eric Powell è uno di noi, e giù sulle pagine di "The Goon" aveva mostrato il suo talento ;-) Cheers

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    2. Sì, assurdo come possa aver sbagliato nome.
      Tipo scrivere Simon Spielberg.

      Moz-

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    3. El senor Spielbergo di quell'episodio dei Simpson ;-) I volumi Cosmo hanno un prezzo quasi popolare ma gli effetti collaterali sono questi. Cheers!

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    4. Sono tra quelli che lo segnalarono al Moz... 😀

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    5. Lo so che si può sempre contare su di te ;-) Cheers

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  2. Sono contento arrivino in Italia queste delizie ma davvero toglier via il colore e ridurre a bonellide è un sacrilegio...
    Lo scontro fra Jack e Jena me lo sono perso per strada, non ho capito se in America è continuato: devo controllare...

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    1. Se fosse l'unica versione esistente ci potremmo rassegnate, ma quando in rete vedi le stesse pagine a colori molto più belle viene voglia di mordersi le mani. Ti farò sapere se l'edizione italiana é una storia completa o no, é tra le mie prossime letture. Cheers!

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  3. Il caro Jack...
    AHAHHAHA
    Sai non ci avevo fatto caso!

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    1. Sto qui proprio per questo tipo di cose, ed occhio che tra un po' arriva un altro fumetto sempre in tema ;-) Cheers

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  4. Cult, diretto da quel geniaccio di John Carpenter, ho visto e recensito tutti i suoi film da me ^^

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    1. Non mancherò di leggermi anche quelli, ogni giorno passato a leggere, scrivere e parlare di Carpenter è un giorno ben speso! ;-) Cheers

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  5. Uno dei pochi film che avrebbe meritato un seguito finalmente ce l'ha! Ho trovato per caso questo albo in un'edicola e l'ho preso mettendomi poi alla caccia dei successivi, che non hanno avuto una periodicità regolare.
    Non ricordo bene cosa accade in ciascuno dei tre volumi, dico solo che sembra davvero di vedere il film del seguito della storia.

    Del film ho il cofanetto in edizione speciale, e conosco uno che sa tutte le battute a memoria, gli dici una frase da un punto qualsiasi del film e lui attacca da lì alla fine del film, se non lo fermi prima... 😁

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    1. Ne conosco anche io uno così :-P Nel frattempo è uscito anche "Old man Jack", lo trovi commentato qui sulla Bara, mi manca ancora l'ultimo volume di quello, il terzo. Cheers!

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