lunedì 17 aprile 2017

Boyka Undisputed (2017): L'ultimo Boyka scout


Inutile fare i finti tonti, il ritorno di Yuri Boyka era uno degli eventi più attesi di questo 2017, avrebbe dovuto arrivare a Gennaio, poi le cose sono andate per le lunghe, tanto per le lunghe, pensate che conosco di persone che per riempire l’attesa, si sono messe a scrivere fan fiction sul personaggio, e sono arrivati al terzo capitolo! Finalmente l’attesa è finita, Boyka è tornato, come è andata? Mah, alti e bassi…

Era legittimo avere delle aspettative, il capitolo precedente Undisputed III Redemption è un film esaltante, il giusto equilibrio di epica, botte e personaggi ben tratteggiati, il tutto diretto come un film di menare dovrebbe SEMPRE essere diretto, in poche parole il meglio su piazza. Superare un tale traguardo non era certo un’impresa facile, questo quarto capitolo, che nel frattempo ha cambiato titolo diventando “Boyka Undisputed” purtroppo non riesce nell’impresa, anzi se proprio devo dirla tutta, è il capitolo più debole di tutta la saga, non è brutto, ma è chiaramente un film in tono minore, dopo tutta questa attesa, sembra la montagna che partorisce il topolino. Vi lascio il tempo per incassare questo pugno in faccia…

Scott Adkins torna nei panni del suo personaggio più famoso “The most complete fighter in the world” (pronunciato rigorosamente in finto accento Russo), il ragazzo ha recuperato pienamente dopo l’intervento al ginocchio, come già visto anche in Hard Target 2. Qui Scott è tirato come una spina e mena sempre come un fabbro, ma i problemi del film sono da cercare altrove, nel regista ad esempio.

Cinque uova a colazione e poi una bella corsetta.
Todor Chapk… Todor Chapka… Oh mamma mia, Todor Chapkanov (Salute!) ha alle spalle un sacco di regie televisive e ancora più esperienza come regista di seconde unità in tanti titoli, tra cui il più famoso è forse “London Has Fallen” (2016), quindi non proprio un gran biglietto da visita. Per fortuna a bordo, ma solamente nel ruolo di produttore, è rimasto Isaac Florentine, che garantisce un minimo di continuità. Cacchio! Non l’hanno ancora capito Isaac e Scott che quando lavorano insieme è meglio per tutti!

L’altro grosso problema è la trama, ok va bene, lo so che non si guarda Undisputed per la trama, lo so benissimo, però a questo punto Boyka è un personaggio che conosciamo molto bene, a suo modo anche un personaggio unico, perché ha esordito come crudele avversario di Michael Jai White in Undisputed II, ma è diventando assoluto protagonista nel film successivo, quello che concludeva in modo perfetto la parabola di Boyka.

In questo film lo ritroviamo impegnato con il campionato nazionale, non zoppica nemmeno più ormai, tanto che lo sceneggiatore si è sbrigato a gettare dentro una mezza riga di dialogo in cui 
l'agente del campione gli ricorda quanti soldi ha speso per sistemargli il ginocchio (altra ragione meta-cinematografica per cui Boyka e Adkins sono indivisibili). Boyka è oggettivamente il più forte di tutti, tanto che nel combattimento di apertura del film, il suo avversario Viktor (Emilien De Falco, intravisto in “Crossbone” con John Malkovich) va a terra, non si rialza più, ma proprio mai più, un KO eterno, niente fiori ma opere di bene grazie.

"Qualsiasi cosa lui colpisce lui la distrugge" (Cit.)
Qui subentra la svolta al limite del buonista del personaggio, il nostro Yuri ormai è super religioso, non fa il chierichetto in chiesa, però le donazione alla locale parrocchia non mancano, in stile pubblicità dell'8 per 1000. Mosso dai sensi di colpa, parte alla volta dell’Ucraina (interpretata per l’occasione dalla solita Bulgaria), per incontrare la famiglia di Viktor, che consiste nella bella vedova Alma (Teodora Duhovnikova, e di nuovo salute!), in pratica il personaggio ora è l'ultimo boy scout, anzi, l'ultimo boyka scout.

La signora è incastrata in un debito con il solito gangster locale da film di cassetta, per ripagarlo serve ai tavoli del locale del boss dove la principale attrattiva sono gli incontri clandestini. Avete capito come prosegue no? Non serve certo il riassunto.

Ora, io capisco l'inversione ad "U" da cattivo a buono del personaggio, ma il bello di Yuri Boyka è il modo duro e puro con cui affronta ogni cosa, dai combattimenti sul ring, al suo interagire con le persone, il tutto sempre senza MAI sorridere.

Yuri è uno che esprime la sua gioia in modo diverso ecco...
Scott Adkins alla pari di Jean-Claude Van Damme, ha passato la fase “Sono un attore vero!”, è andata come è andata lo sappiamo, non proprio benissimo, tanto che il cinema impegnato (o presunto tale), chiama Scott giusto quando ha bisogno di qualcuno che tira due calci mimetizzati in quintali di computer grafica. In questo film qualcosa del suo mai sedato desiderio di recitazione deve essere rimasto, perché le parti in cui Scott Adkins deve recitare non mancano, e non scopro certo l’acqua calda se dico che il buon Scott non è certo un grande attore, non si offende nessuno vero?

Ad un certo punto, ho anche sinceramente temuto il peggio, quando Alma, titolare del locale centro per ragazzi che non sanno leggere bene (e vogliono imparare a fare anche altre cose), chiede se i pargoli possono stare a guardare Boyka mentre si allena (!). Ecco, su quella scena mi sono aggrappato ai braccioli gridando “Eh no eh! La sindrome di Mad Max oltre la sfera del tuono no però!”. Per fortuna è solo un breve momento (di panico) che si conclude prestissimo, ma in generale la storia, il suo finale, e i momenti di pathos, sono quasi tutti delegati al modesto talento di recitazione di Adkins, che fa tornare di moda il discorso del topolino e della montagna. Oh! Poi per fortuna abbiamo sempre la parte per cui si guarda Undisputed, ovvero il menare, e quello tutto sommato va meglio... fiuuuu!

Dopo Mad Max, abbiamo anche Arma Letale Boyka!
Todor Chapka… Oh insomma Todd qui, fa il suo dovere nel dirigere i combattimenti, il “Main event” del film e dell’affare in cui Boyka si ritrova incastrato, prevede lo scontro con i tre campioni del cattivone ("Bring me your fucking champion" piccolo momento di esaltazione), tutti quanti coreografati da Tim Man, lo stesso che aveva già lavorato con Adkins in “Ninja: Shadow of a Tear” (2013) del solito Isaac Florentine.

Quindi in generale i combattimenti non sono affatto male, come detto Scott Adkins è in ottima forma e quando mena non ha davvero rivali, l’apice del film resta il secondo match, in cui i campioni schierati contro Boyka sono ben due!

Ma farlo tutto così il film, brutto?
Qui Chapacoso muove la macchina da presa bene, le coreografie sono ben curate, non solo permettono ad Adkins di esibirsi nei suoi spettacolari calci, quelli che non capisci mai con quale piede ti colpirà, ma il tuo dentista ha già prenotato le vacanze a Bora Bora. Ma è proprio il susseguirsi dei colpi ad essere ben fatto, ad esempio, ho gradito molto il modo in cui hanno mostrato e gestito l’infortunio che Boyka rimedia durante il match, espediente necessario (quasi obbligatorio direi) per creare pathos per il gran finale. Si vede proprio il momento in cui cade male battendo la schiena sopra l'avversario (già mandato nel mondo dei sogni) che non avrebbe dovuto trovarsi lì, tutta roba che se non coreografata e diretta bene, lo spettatore non può capire, mentre qui è chiara in quanto ben mostrata.

Il film cerca un crescendo drammatico, che dovrebbe coincidere con l’arrivo del “Mostro finale”, interpretato dal bodybuilder 33enne Martyn Ford. Di lui sappiamo che ha quintali di “Followers” su Twitter (ah interessante), che ha dichiarato di fare un pasto ad ogni ora (sempre più interessante) e di non sapere come mai la gente si spaventa quando lo incontra per strada. Benedetto figliolo, sei alto 2.03, pesi 140 kg e hai più inchiostro addosso tu di un salone di tatuaggi, non ci vuole Stephen Hawkings per capire il perchè dai!

Non riesco davvero ad immaginarlo, un così caro ragazzo poi...
Martino interpreta Koshmar, anzi scusate “Koshmar the Nightmare”, un personaggio che ha look e nome giusto per sembrare un Ivan Drago 2.0, il problema però è che un attore può anche essere fisicamente enorme, e minacciosissimo nell’aspetto, ma non funziona in un film come questo, se non sa tirare nemmeno un pugno.

Solo dalla posizione di difesa dei pugni, mi ha fatto tenerezza, per quanta tenerezza un cristone del genere possa generare ovvio. Inoltre mi ha fatto sorridere il modo in cui hanno cercato di presentarlo, la sua entrata in scena, scortato da guardie armate, incatenato, e con una museruola in puro stile Hannibal Lecter, ti fa pensare subito ad una specie di bestia rabbiosa, un'arma che una volta sguinzagliata può solo seminare morte. La prima cosa che ho pensato è stata: Ma dopo come fanno a rimettergli la museruola? Hanno tipo un fischio speciale per richiamarlo? Muovono la scatola con dentro i suoi biscotti preferiti? Kosmy! Vieni qui Kosmy andiamo a fare la passeggiata!

"Scendi il Koshmar che lo piscio!".
L’idea di schierare da una parte Boyka, e dall’altra un avversario molto più alto di lui, non replica lo straordinario finale di Undisputed III, per il semplice fatto che si Martino sarà pure qualche centimetro più alto di Marko Zaror, ma il Cileno è un fenomeno, con una velocità micidiale e dei movimenti di gambe da ballerino. Ford invece sembra un personaggio scappato da Mad Max Fury Road finito per caso in questo film, anzi a dirla tutta, Nathan Jones, che da George Miller è stato diretto sul serio, come avversario del protagonista in un film di botte è andato molto meglio del nostro Fra Martino Tatuato.

Insomma non credo nemmeno sia un problema di aspettative alimentate da un'attesa troppo lunga, “Boyka: Undisputed” è un film meno riuscito sotto quasi tutti gli aspetti, l’unica costante è l’indiscusso talento marziale di Scott Adkins, ma la sensazione che ho è quella del limbo.


Yuri Boyka 1 - Isaac Newton 0.
Adkins non è mai riuscito a fare il salto che il suo talento gli consentirebbe, diventando un nome grosso per il grande pubblico, temo veramente che d’ora in poi potrà solo accettare tutti i ruoli minori che gli verranno proposti, e magari sfornare un nuovo Boyka ogni anno, fino all’esaurimento, suo oppure di quello del pubblico, ma vorrei evitare di dover ricominciare ad attendere il prossimo film, questo si è già fatto attendere pure troppo.


Ed ora, finalmente posso andare a leggermi il commento del Zinefilo! Se volete approfittare conoscente la strada, io vado!

8 commenti:

  1. Ho finito giusto ieri di recuperare tutto Undisputed e... niente, mi avete fatto passare la voglio di vedere pure questo. Mannaggia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedere questo, con negli occhi ancora la meraviglia di "Undisputed III" deve essere una sofferenza, ti consiglio di far passare qualche giorno magari, non è brutto, è proprio tanto, troppo un film in tono minore. Cheers!

      Elimina
  2. Arrivo tardi causa indigestione di colomba pasquale :-P
    Contento di scoprire che non è stata solo mia la delusione per il film, temevo di aver mitizzato troppo il personaggio e di aver perso il metro di giudizio. È stato davvero criminale lasciare un talento ancora così in forma come Adkins in mani così poco capaci. Spero che Isaac torni a dirigerlo in un film alla sua altezza: se la Disney riesce a sfornare uno Star Wars all'anno, che ci vuole a fare un filmucolo bulgaro all'anno???
    Ah, grazie per le citazioni e "l'ultimo boyka scout" te lo devo rubare assolutamente :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La colomba pasquale è più difficile da mandare giù di Koshmar the Nightmare :-P
      I bambini, il ginocchio aggiustato in mezzo dialogo, ma anche la questione sulla libertà di Boyka, il titolo della tua recensione “Troppo poco, troppo tardi” riassume tutto. Non credo sia nemmeno una questione di aspettative, è semplicemente un film più brutto, qui ci vuole Issac!!
      Vai pure usala come vuoi, sono contento che ti sia piaciuta, mentre scrivevo mi è venuta fuori così :-D Cheers!

      Elimina
  3. Rispondo ora xchè ho tecuperato finalmente solo ora questo capitolo uscito su netflix. Con tutte le sue ingenuità è giustamente considerato inferiore rispetto agli altri capitoli, però si lascia vedere comunque perchè il nostro Scotty mette le ali. Comunque l'idea di riprendere l'uomo tigre come idea non è accio. Cattivo prima e buono dopo con lui che combatte per i bambini dell'orfanotrofio. Il rimando è lampante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Santa Netflix lo dico sempre. In effetti hai ragione, l'Uomo Boyka che lotta contro il male ;-) Non è una direzione che mi dispiace, anzi per niente, Adkins sta in gran forma, ma ci vorrebbe Isaac Florentine oppure qualcuno al suo livello. Cheers!

      Elimina
  4. Non mi e' piaciuto molto, li' adkins fa il possibile per tenere su la baracca, ma e' dura.
    Per prima cosa i combattimenti sono un po' tirati via, poi il boss finale e' ridicolo.
    Imho il boss perfetto era Dolor di Undisputed 3. Alto, ma non gigantesco, fisico tirato ma non massiccio, velocissimo, cattivo. Era un Tong Po versione 2.0.
    Si vedeva il vero combattente, uno che ha fatto arti marziali, che sa combattere, che sa come e dove picchiare.
    Martyn Ford e' invece un pupazzone, enorme e muscoloso, resistente ai colpi e molto potente, ma completamente ignorante nel combattimento.
    Dolor e Tong Po hanno il fisico del lottatore, sono davvero molto credibili.
    Ford invece non e' credibile nel ruolo di combattente, e' un body builder, non un fighter.
    Se uno cosi' salisse sul ring con uno come (ai tempi) Dolph Lundgren verrebbe corcato di manate in un round.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perfetta analisi, hanno cercato di forzare un po' la mano su tutto, ma il film risulta meno della somma delle sue parti. Cheers

      Elimina