lunedì 27 marzo 2017

Underworld - Blood Wars (2017): i Pearl Jam hanno sempre ragione


Non so voi, ma mi sento un po’ come il Dennis Nedry di Jurassic Park, provate a dire in giro che è uscito il nuovo capitolo di “Underworld” e dalle reazioni potreste facilmente capire che non gliene frega niente a nessuno.

Quinto capitolo, vi rendete conto che per la quinta volta Kate Beckinsale s'infila nuovamente nella tutina di lattice della vampira Selene, anzi quarta, perché in un capitolo la vampira implasticata era Rhona Mitra, prima che ad essere di plastica fosse la sua faccia (che gran spreco…), questo giusto per ribadire il concetto, se l’attore protagonista cambiasse in qualunque altra saga cinematografica, si scatenerebbe l’inferno dei Nerd inferociti, qui invece? Bah, chissene.

Mi diventa anche difficile trovare un altro titolo che al netto di così tante trovate gustose tutte insieme nella stessa pellicola, riesca ad essere tanto noioso, no io dico: se hai per le mani un soggetto che parla del millenario scontro tra Vampiri e Licantropi che si scontrano all’ombra del mondo degli umani, con da una parte vampire fatte a forma di Kate Beckinsale in tuta aderente e dall’altra dei “Lycans”, stando al vocabolario di questo film, ribelli e proletari, ti devi anche impegnare a risultare noioso, eppure? Eppure, la saga di “Sottomondo” ogni volta mette a dura prova le mie mascelle per via del tanto sbadigliare.

Kate indossa anche il cappotto di Whiteout, due piccioni con un photoshop.
L’altro grande mistero è: ma se mi annoiano così tanto, perché li ho visti tutti? Bah, non so, con la serialità mi fregano sempre e a questo punto, fatto 30 facciam 31, anzi, facciamo 5 e guardiamoci pure questo ultimo (si spera) capitolo della saga.

Allora (non si iniziano le frasi con allora!), da quanto ricordo dal capitolo precedente, ora Selene è mamma di una bimba mezzosangue e non iniziate con le solite battute su Kate Beckinsale mamma, ok? Dai, fate i bravi che già ho le mie difficoltà a ricordarmi le trame dei film precedenti. Insomma (non si iniziano le frasi con insomma!), da una a parte abbiamo quei parrucconi dei vampiri che sono tutti fissati con la purezza della razza e del sangue che non sia contaminato ne incrociato in alcun modo, in pratica dei Talebani delle piastrine. In ogni caso una trama meno avvicente di una campagna per la raccolta del sangue, anzi, mi viene da consigliarvi di andare all'AVIS piuttosto che perdere tempo con questo film, sicuramente minuti di vita usati in modo più sensato.

Dall’altra, i Lycans che, invece, hanno capito che l’ibridazione è il futuro della specie, anche se poi con gli incroci non possono partecipare alle mostre canine che tanto, si sa, sono tutte il solito magna magna e vincono solo gli allevatori con le mani in pasta signora mia!

CGI così brutta da far tenerezza, quasi quasi ti adotto cagnone.
I Lycans per fare l’ultimo salto di qualità, vogliono la figlia di Selene ene a com'è bello stare qua, seguono casini.

Alla regia di questo quinto capitolo troviamo l’esordiente Anna Foerster, una che si è fatta le ossa nella seconda unità di parecchi filmdi Roland Emmerich, ma ha firmato anche qualche regia di episodi di “Criminal Minds”, se seguite quella serie, sapete che questo non è proprio un gran biglietto da visita.

Previously on Game of Throne Sottomondo
 Ora, sarà che nel cast ci sono ben quattro attori che arrivano dalla serie tv Giocotrono, tra cui Charles Dance, quell padre-padrone di Tywin Lannister, ma questo “Sottomondo: Guerra sanguinosa” nell’aspetto e nel ritmo, sembra proprio un episodio a caso di una serie tv e nemmeno una di quelle particolarmente belle, a dirla tutta.

Toh guarda, abbiamo anche la cosplayer di Daenerys Targaryen!
Capisco anche che uno dei tratti distintivi di questa saga sia l’aspetto algido e notturno, perché se tre quarti del tuo cast è composto da Vampiri, è anche logico che non possa essere il film più solare della storia, eppure, ogni volta che vedo un nuovo film di “Underworld”, a me sembra tutto dannatamente blu, ogni maledetta cosa è blu! Roba che nemmeno Domenico Modugno avrebbe mai potuto immaginare.

Mentre strizzo gli occhi in una brutta imitazione di Clint Eastwood, cercando di carpire qualcosa in questo filtro color Puffo che caratterizza il film, la noia ha il sopravvento, i dialoghi sono senza brio, così come le battaglie che cercano di essere epiche senza riuscirci mai davvero, ma il riassunto di tutta l’operazione è proprio la sua protagonista.

Gargamella, Il direttore della fotografia, cerca di nascondere la non voglia di recitare di Kate.
Che Kate Beckinsale sia più che guardabile non è certo un segreto, ma se metto insieme tutti i commenti letti o sentiti su questa saga, pare che la Beckinsale in tuta aderente sia davvero l’unico motivo d'interesse, è un po’ come Resident Evil, ma in misura maggiore e molto più drammatica, si guarda perché la protagonista è bona, non ha una trama? Sì, ma la protagonista è bona! E’ una noia mortale con effetti speciali spesso pezzenti? Sì, ma c’è Kate Beckinsale, in tuta di latex aderente! Ok, ho capito il concetto, non avevo idea che ci fossero così tanti feticisti delle tute in lattice da giustificare ben cinque film.

"Salve, mi chiamo Kate Threepwood, sono una temibile vampira, vendo queste belle tute di pelle".
Non credo sia un caso se per la prima volta in tanti anni, “Underworld” e “Resident Evil”, siano usciti in sala (negli stati uniti) nello stesso mese, come se ormai alle rispettive protagonista, mariti registi e produttori e casa alle Major paganti non fregasse più niente di mantenere le distanze, infatti entrambi i capitoli finali delle due saghe sono anonimi e fatti a tirar via.

Basta guardare Kate in questo film: lo sguardo spento, il cerone per fingere il pallore, i canini di plastica e negli occhi lo sguardo del vitello che vede passare il treno, più che una combattiva vampira sexy, sembra la moglie costretta in curva nord dal marito tifoso la domenica pomeriggio. Viene voglia di entrare nel film ed abbracciarla dicendole che è quasi finita: domenica prossima andiamo al mare come volevi tu.

Se puoi uscire una domenica sola con me, mi porterò la Cinquecento di papà...
Poi, per fortuna, tutto finisce, con un finale che definire frettoloso sarebbe un insulto alla fretta, con tanto di voce fuori campo che ci spiega come si conclude la vicenda, in modo che anche gli spettatori che russano in ultima fila possano capire e nei titoli di coda la risposta: prodotto da Len Wiseman.

Len Wiseman, un cane, pardon, un Lycans, regista dei primi due Underworld, dell’inutile remake di “Total Recall” (2012) e del Die Hard che ha mandato tutto in vacca, guarda caso il marito di Kate Beckinsale (ancora l’ombra delle maledizione degli Anderson, Paul W.S. e Milla) che intervistato continua a dire che sì, ci sarà un sesto capitolo per questa saga, mentre la mogliettina fa spallucce dicendo non so, forse con in testa le domeniche al mare sempre più lontane.

L'Amore è una gabbia e questa immagine riassume tutta la saga.
Da un lato un marito voglioso che spinge per farsi fare la sua saga, dall’altra la moglie con il pigiamone e i calzini di spugna che recita con il brio di chi dice: “Non stasera caro ho mal di testa”, più che un film con una protagonista tosta, sembra violenza domestica applicata al cinema. Basta, diciamo basta a tutto questo, mollalo Kate! Non ti merita, puoi avere di meglio di così!

She lies and says she's in love with him, can't find a better man
She dreams in colour, she dreams in red, can't find a better man
Can't find a better man
Can't find a better man

24 commenti:

  1. Io mi sono fermato al primo che non era malaccio ma sapeva gia' di obsoleto.
    Leggendo la recensione intuisco che non mi sono perso nulla XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il primo era il meno peggio, dire bello mi sembra una parola forte ;-) A meno che tu non sia un grande appassionato di protagoniste in tuta di latex che fanno il broncetto quando sparano, puoi davvero saltare tutto a piè pari ;-) Cheers

      Elimina
  2. Manco sapevo che fossero arrivati al terzo, figurati al quinto...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, abbiamo avuto anche un capitolo con Rhona Mitra al posto di Kate Beckinsale, nessuno si è accorto della differenza ;-) Cheers

      Elimina
  3. Il primo ricordo che mi era piaciuto poi peró dopo il secondo e il terzo mi sono fermato...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ti sei perso davvero moltissimo credimi, nemmeno con questo ultimo (forse) capitolo. Cheers!

      Elimina
  4. Sembra davvero che la serialità sia un'azienda di famiglia, fatta di mariti che riprendono le mogli finto giovani in lattice: temo che il pubblico feticista sia di gran lunga superiore a quello che cerca una buona storia in un film...
    Visto che a giorni questa roba dovrebbe arrivare in Italia, dovrò per forza recensirla visto che mi sono già sparato il dolorosissimo ciclo "Manco a Lycani" :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mentre lo guardavo non ho potuto fare a meno di pensare al tuo ottimo ciclo su “Resident Evil” e a quello su “Manco a Lycani”, frase che ancora oggi mi fa cadere dalla sedia dal ridere (Storia vera) :-D Cheers!

      Elimina
  5. secondo me del primo è buono l'incipit, i primi cinque minuti .... il salto di Kate dalla torre e l'atterraggio è un ottima scena ... poi piano piano va tutto a rotoli

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per altro sono anche alcune delle poche scene che ricordo a distanza di tempo di quel film, vorrà pur dire qualcosa no? ;-) Cheers

      Elimina
  6. Giuro, mi ha sempre fatto cagare a spruzzo questa saga (considera che odio licantropi, vampiri e tutto il resto). Ma un mio caro amico scommetto che si gaserà a morte.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Qualcuno a cui piace questa saga ci dovrá pur essere se hanno fatto cinque film no? ;-) Cheers

      Elimina
  7. Di questo sequel importa zero anche a me, ma sui Pearl Jam... hai ragione! :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono di parte perché sono il mio gruppo preferito, quindi hanno ragione sempre e comunque ;-) Cheers

      Elimina
  8. Ricordo che il primo lo avevo trovato davvero gradevole... ho visto i due seguiti (o meglio, il seguito e il prequel) e non ricordo una scena che sia una...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche io faccio una gran fatica a ricordarmi gli eventi dei seguiti, una saga che lascia il segno direi ;-) Cheers

      Elimina
  9. E' uscito un nuovo Underworld? E chi lo sapeva... Ho detto tutto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si esatto, questa la dice davvero tutta ;-) Cheers!

      Elimina
  10. Bobby Han Solo.
    Anch'io ho patito il filtro blu come non mai. Certe scene diventano veramente confuse. Comunque Rhona Mitra non interpretava Selene, bensì una sua antenata. E i costumi erano di foggia medievale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero, era un antenata di un era medioevale precedente, era una specie di prequel.
      Di cui a parte la guardabile Rhona, ricordo solo una scena di inseguimento, talmente posticcia che mi ha sempre ricordato il cavallo finto dell'ultimo episodio de "I tre volti della paura" di Mario Bava, che da maestro quale era, si giocava la carta dell'ironia per lo meno. Cheers!

      Elimina
  11. Veramente, Blood Wars è come un preludio televisivo ad una serie. Mi è sembrato in certi punti di notare quello che Goyer aveva fatto con Blade, che ha avuto un film televisivo ed una serie, solo con meno mordente 😅

    A parte Kate, Charles e Lara Pulver ricorderò veramente (in senso negativo) la morte off-screen di Michael Corvin che era una delle trovate più interessanti della serie assieme a Victor e Lucian.

    Comunque penso che la sostituzione di Kate con Rhona sia dovuta alle scene di sesso, visto che la Kate aveva già figli al tempo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Avrei trovato il modo di tenere a bordo Rhona, anche solo perché si tratta di lei ;-) In ogni caso questa saga è più famosa che bella, si salva forse solo il primo capitolo, questo “Blood Wars” per fortuna sono riuscito a rimuoverlo quasi totalmente dalla mia mente ;-) Cheers

      Elimina
    2. Rhona quella che faceva le cosacce nei bagni con Kevin Spacey e poi lo cita per molestie sessuali alla corte di giudizio (tutto questo nel film ovviamente)

      Elimina
    3. “The Life of David Gale” che ora è diventato “The Life of Kevin Spacey”, la realtà che supera la finzione. Cheers

      Elimina