lunedì 13 febbraio 2017

La La Land (2017): The great Jazz swindle


Mettetevi comodi, non sarà un cosa breve.
La verità è che io “La La Land” non lo volevo nemmeno vedere, sì, perché lo dico ad ogni piè sospinto che i musical non mi piacciono e per i miei gusti si parlava già troppo di questo film, alla fine mi sono detto: posso pormi dei limiti legati al genere cinematografico, proprio io che mi trito ogni tipo di pellicola senza soluzione di continuità? In fondo, poi, Whiplash, il precedente film di Damien Chazelle, mi era pure piaciuto un sacco, dai proviamoci!

Lo dico subito: “La La Land” non mi è piaciuto e lo dico a costo di passare per “Hater” per usare un giovanilismo che mi si addice pochino, perché l’affare “La La Land” è scappato di mano, le 14 nomination agli Oscar m'interessano poco o nulla, la sensazione che ho è che questo film sia nato sovraesposto, i cori di entusiasmo e di schifo si sono alzati fin dal primo trailer del film, di cui ho visto circa venti secondi per poi pensare che Whiplash, mi sarebbe mancato un sacco.


Vai pure sciolto, rilassato, senza nessuna pressione addosso.
Non credo ci sia stato un momento in cui “La La Land” abbia avuto il beneficio del dubbio che si deve a tutti i film, quella condizione da gatto di Schroedinger, in cui, almeno prima di uscire, i film possono essere allo stesso tempo sia orrendi che bellissimi, avendo fatto il giro di tutti i festival che contano, “La La Land” è stato strombazzato minimo minimo come il secondo avvento cinematografico. Lo dico sempre che i film visti nei film festival, fanno storia a sé.

Sul perché i ragazzi (si fa per dire…) dell’Accademy abbiano appioppato 14 nomination agli Oscar a questo film non entro nemmeno nel merito, molte mi sono sembrate quanto meno esagerate, ma della celebre statuetta mi frega il giusto, alcuni dei miei film preferiti di sempre non sono mai stati presi in considerazione nemmeno per la coppa del Nonno.

Sfiga! Quando il pubblico bombardato da tutta queste stellari aspettative va in sala e non trova il film che pensava di vedere (nella sua mente), nel 2017, anno del gallo secondo il calendario cinese, succede che poi va su internet a dire “Ehhhh che merda ‘sto La La Land” e giù bordello, perché ormai funziona così: ci sono pellicole che se ne parli male sei un “Hater” o che vengono odiate per i motivi sbagliati, poi escono in sala e tutti se ne dimenticano tempo pochi mesi. Qualcuno ha detto Ghostbusters?

Di che parla “La La Land”? Di un ragazzo che incontra una ragazza, tutto sommato la trama è questa, nel dettaglio il ragazzo è un fanatico del Jazz duro e puro di nome Sebastian Wilder (Ryan Gosling) e la ragazza un'aspirante attrice di nome Mia Dolan (Emma Stone), seguono svariate canzoni.

"Ho una grande idea per un film, un ragazzo che incontra una ragazza, eh? mica male no?".
Le mie aspettative per questo film erano meno di zero, l’ho detto, non lo volevo nemmeno vedere. L’inizio è fulminante, Damien Chazelle apre subito con un piano sequenza che mi ha fatto pensare: ok, va bene un flash mob diretto bene. Ma con il passare dei minuti la coreografia diventa più intricata e risulta una gran scena d’apertura.

Adesso ripeto dettagli che potreste aver letto in TUTTI i commenti relativi a “Tripla L” e che sono anche un po’ banali: bella fotografia, bei colori, ma soprattutto bello che la macchina da presa di Chazelle sia quasi sempre in movimento anche durante alcuni dei dialoghi.

Dal punto di vista strettamente tecnico il film è davvero ottimo, Chazelle è uno che ha studiato quintali e quintali di cinema classico e si vede, in certi momenti i titoli di riferimento vengono snocciolati come se piovesse e persino io che non sono un appassionato di musical, in parecchi momenti mi sono ritrovato a dire: ok, questa è la scena in piscina di “Boogie Nights” di Paul Thomas Anderson, questa, invece, è la passeggiatina tra le stelle di “Moulin Rouge” di Baz Lurhman, qui stanno rifacendo “Cantando sotto la pioggia”, “West Side Story” e giù fino ad arrivare a omaggi palesi e dichiarati in stile giocatore di biliardo che chiama la prossima mossa, l’arrivo in auto all’osservatorio Griffith di “Gioventù bruciata”, è replicato identico a se stesso.


"Ragazzi ha telefonato Baz Lurhman, rivuole indietro la sua scena madre".
“La La Land” è un'operazione che si muove in quella terra di nessuno che sta tra il plagio e l’omaggio, se questo tipo di citazionismo vi disturba, sappiate che “Tripla L” non fa per voi, quello che mi sono detto è che se una trovata come questa, posso accettarla quando viene fatta da Quentin Tarantino, non vedo perché dovrei criticarla fatta da Chazelle, solo perché anzichè i Western e i film di genere, qui ad essere omaggiati sono i musical.

La differenza sostanziale, però, è un'altra: Tarantino (che può starvi simpatico o antipaticissimo) anche citando come se non ci fosse un futuro, rimaneggia sempre il materiale originale tanto da tirare fuori qualcosa di totalmente differente, recentemente ha fatto un Western, che partiva da La Cosa di John Carpenter (inserire Carpenter nel commento di “La La Land”? Fatto!) per parlare dell’America di oggi.

Chazelle su una storiella molto semplice, tira fuori un musical classico, quasi fuori moda, in equilibrio tra una disillusione alla Woody Allen e una malinconia per i tempi andati che traspare anche dal personaggio di Sebastian (che vuole salvare il Jazz, ma lo predica solo nella sua forma più pura e classica). Ho questa immagine in testa di Woody Allen in sala che punta il dico contro lo schermo e dice: “Ecco! Era così che lo volevo fare “Tutti dicono i love you” proprio così!”.


La La Land, il film preferito dai carrozzieri.
Il secondo problema è che questa operazione è così fuori moda che tanti giornalisti in cerca di clamore hanno già salutato come una rinascita del genere, a me sembra piuttosto fine a se stessa, perché di moderno “La La Land” anzi scusate “Tripla L”, non ha davvero nulla, ne vuole averlo. Visto che è un film che va a sensazione, quella che ho io è che passata la gran buriana mediatica e la notte degli Oscar (in cui trionferà di sicuro), il film di Damien Chazelle sposterà bene poco, magari mi sbaglio e verranno messi in produzione cento musical per la gioia degli amanti del genere, ma ci credo davvero poco.

Quello che è chiaro guardando “Tripla L” è che Damien Chazelle sia tecnicamente davvero bravo, ma è anche un autore in fase di maturazione, ho apprezzato molto gli evidenti segnali di continuità con il precedente Whiplash e, in un filmaker, la coerenza è qualcosa che apprezzo sempre.

Sia Sebastian che il batterista del precedente film sono fissati con il Jazz e non sono disposti a scendere a patti né a fare compromessi, a suo modo Chazelle fa lo stesso: è riuscito a rendere protagonista di due pellicole di estrazione completamente diversa il genere musicale preferito. Whiplash utilizzava il Jazz per fare un film quasi sportivo, non vorrei esagerare dicendo alla Rocky qui, invece, ha un ruolo centrale in un musical in stile vecchia Hollywood. Se tanto mi dà tanto, il prossimo film di Chazelle potrebbe essere un horror dei Jazzisti zombie, oppure un cartone animato con dei gatti che vogliono fare il Jazz (ma mi sa che quello esiste già…) o chissà che altro, sempre se gli 87 Oscar che vincerà per “La La Land” non lo vincoleranno a vita a dirigere musical, questo dipende da lui.


"Tutti quanti, tutti quanti, tutti quanti voglion fare il Jazz..."
Parlando di generi, però, devo registrare il fatto che “Tripla L” è piaciuto di sicuro a chi già amava i musical, ma ha saputo conquistare anche alcuni insospettabili che normalmente apprezzano altri tipi di film. A me non è sembrato tutto questa gran cosa, è vittima della sua notorietà e se dovesse portare a casa tante statuetta di Zio Oscar, andrà soltanto peggio. Vi ricordate come è finita con La grande bellezza, vero?

La trama è davvero risicata e... Sì, lo so! In un musical l’evoluzione dei personaggi passa attraverso le canzoni, ma a fine film le avevo già dimenticate tutte, anche se si sono impegnati parecchio a cercare di trivellarci le meningi con “City of stars” che si sente in due o tre occasioni, la parti cantate e quelle recitate si dividono in maniera equilibrata il minutaggio, se devo dirla tutta, le ho trovate meno fastidiose di quelle di Oceania.

Visto che avete intuito che è un film dove le sensazioni contano, quella che ho io è che il musical sia un genere per cui le persone sono più propense a chiudere un occhio sui difetti, perché la trama minimale, scritta sul retro di un fazzoletto di “La La Land”, pare non essere un problema per nessuno, mentre quelle di Mad Max Fury Road, “The Raid” o “Pacific Rim”, sono un'onta che impedisce di prenderli sul serio?

Seguitemi nella mia iperbole: anche il film di George Miller ha una fotografia, un montaggio, delle coreografie e dei colori che ti s'imprimono nella retina, però non mi sembra che abbia avuto 14 nomination agli Oscar, eppure numeri alla mano, se il genere è così amato da critica e pubblico, perché vengono sfornati così pochi musical?

"Oh ma che bei colori", DVD-quote suggerita dalla signora dietro di me al cinema.
Se non altro, in un film d’azione, se il tuo protagonista non è credibile, perdi quasi tutta la tua credibilità, quindi parliamo di attori. Emma Stone qui raggiunge l’apice del tuo faccettismo, nei primi piani è tutta occhi, diciamo che mi ricordava Andy Serkis, solo perché non mi va di dire Gollum, però, se non altro, quando deve cantare un minimo di voce la tira fuori, il buco nell’acqua è il suo compare.

Ryan Gosling è un ciocco di legno, nelle scene di ballo si vede che la specialità non fa proprio per lui, impietoso nel paragone diretto con Gene Kelly, evidentemente Chazelle poteva avere chi voleva per i protagonisti e ha scelto due attori che, malgrado abbiano recitato insieme in tre film, ancora sono ben poco affiatati. A Gosling viene bene una cosa: la fissità totale, da cui in qualche modo, riesce a tirare fuori un suo modo di essere espressivo. Lo ha capito Refn, d’altra parte se uno risulta un palo quando deve recitare le battute scritte da Shane Black, cosa gli volete dire? Black è riuscito a far sembrare un attore persino uno dei fratelli Wayans e non ci è riuscito con questo, qualcosa vorrà dire, no?

Ryan Gosling impegnato ad interpretare la frase sopra che lo riguarda.
Tirando le somme, “La La Land” mi è sembrato un film in grado di far esaltare gli appassionati di musical, classico al limite del conservatore alla faccia di chi lo spaccio come moderno, al massimo post moderno, Chazelle ha ancora ambi margini di crescita, spero, però, che mantenga la coerenza e la poetica dei suo…

Da un foro rotondo nel soffitto, si calano degli uomini in tenuta anti sommossa.

Tassidy sei stato identificato come hater e per questo condannato per crimini contro il film del momento!
Ma fermi! Ho solo espresso il mio parere, poi non sono Tassidy! Io mi chiamo Cassid…
STUMP!
Feccia hater, sono solo capaci di gettare fango, compilate il modulo 27B/6 e poi liberatevi di questo bastardo.

46 commenti:

  1. Risposte
    1. Risposta automatica generata dalla LLL Srl:

      Il blog [La Bara Volante] è stato posto in regime di amministrazione controllata presso la nostra società (aut.min.rich), il facinoroso, membro di gruppo antagonisti, e in quanto barbuto potenziale membro dell’ISIS conosciuto come [Cassidy], in questo momento si è sottoposto di sua spontanea volontà [Vedere modulo 27B/6 firmato con sangue 0+] alla “Cura La La Land”, fino a quando non dichiarerà il suo amore incondizionato per il grande fratello e il film di Chazelle.

      Per il resto della giornata in filodiffusione continuata una selezione musicale composta da “City of Star” e una musichina allegra di stampo Brasiliano.

      Fine comunicazione automatica, prevalga la LLL Srl.

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    2. Idranti anti-manifestante LLL Srl attivi tra 3... 2... 1...
      ;-)

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    3. Un critico dal cuore arido che fugge dalla Polizia Anti-Hater: "Cassidy Runner", nei migliori cinema :-D

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    4. Figo! Lo voglio vedere! ;-) "Sushi. Così mi chiamava la mia ex-moglie. Pesce freddo" ;-) Cheers

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  2. Risposte
    1. Un trafelato tecnico di laboratorio attraversa di corsa i corridoi della LLL Srl.

      «Lord Lalalaader signore, il ribelle non risponde alla terapia, continua ad inneggiare ai generi cinematografici».
      «Trovo insopportabile la sua mancanza di fede in questo film. Lo utilizzeremo per testare la potenza della nostra nuova arma, la City of Deathstar".

      [Sottofondo musicale: "The Imperial Engagement Party" di Justin Hurwitz e John Williams]

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    2. Ma come...come...e te lo dice una che apprezza filmettini non propriamente smielosi...

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    3. Lo so lo so, tra tutti i cinefili che conosco, ho raccolto reazioni agli antipodi, è stato amato da chi non avrei mai pensato, e viceversa. Non mi viene in mente un film che recentemente abbia fatto lo stesso.

      Posso solo dire che tecnicamente è ineccepibile, le canzoni non mi hanno annoiato (il che è una gran cosa) se lo giudico con la testa non ha molto per cui criticarlo, ma di pancia? Zero, non mi ha smosso nulla, coinvolgimento nessuno.

      Ma, e ti leggo il comunicato che mi hanno costrett… Ehm invitato a leggere “La LLL Srl sta lavorando per rendermi nuovamente un membro produttivo della società” Ed ora scusa mi devono legare nuovamente alla poltroncina del cinema ;-) Cheers

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  3. Cassidy ora ti tolgo il follow!

    Ovviamente scherzo XD
    Penso che tu abbia cominciato a giudicare il film troppo prima di vederlo. Il fenomeno che ci hanno creato intorno ovviamente ti obbligava un po' a farlo.
    Perchè secondo me su alcuni punti hai perso la chiave di lettura giusta. Anche se, come dicevo da me, non penso che sia uno di quei film che può piacere a tutti, e che un po' il concetto di musical bisogna apprezzarlo per cogliere il sottotesto. Che c'è!
    Non parla di un ragazzo che incontra una ragazza ;) parla di cosa comporta inseguire un sogno, innamorarsi di un sogno. Riferendosi in particolare al fare cinema, è metacinematografico (come dicono quelli che sanno cosa vuol dire)
    E proprio per questo i due interpreti principali non dovevano essere da musical (canterini e ballerini) anzi dovevano essere imperfetti in questo.
    Ma è uno di quei film che se lo vedi e non entri nella sua ottica, ti pare per forza una banalità!

    Però non arrabbiarti con quelli che lo hanno adorato! Ok?!?!?111 che poi li fai piangere! Cassidy cyberbullo

    XD

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    1. http://www.lercio.it/cinefilo-non-parla-di-la-la-land-e-gli-viene-assegnato-un-parere-dufficio/

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    2. Ero ponto alle fucilate di coloro che il film lo hanno amato, sono in modalità Ronin ;-)

      Ho cercato di analizzare la sovraesposizione di questo film, personalmente non avevo grosse aspettative, ho riassunto (forse anche troppo) la trama con “Un ragazzo incontra una ragazza” ma in fondo anche “Intrigo interazione” potrebbe essere riassunto così, si parte da lì per parlare di altro, ho apprezzato molto la coerenza di Damien Chazelle nel parlare di sogni da inseguire (Jazz e cinema), purtroppo è un film che mi ha lasciato freddino…

      “Whiplash” mi ha preso subito, pochi al cinema ci hanno ricordato che perseguire un obbiettivo, vuol dire lasciare indietro tutto, amore compreso, e non è detto che le ragazze siano tutte delle “Adriana” (visto che ho citato Rocky), pronte ad aspettarti.

      Capisco che Sebastian insegua il suo sogno, ma lo fa da conservatore del Jazz, e allo stesso modo Chazelle è conservatore nel suo omaggiare i classici, dirige come un drago, però non capisco chi dice che “La La Land” è un musical moderno, al massimo post-moderno ;-) Ho trovato più originale il protagonista di “Whiplash” che quelli di “La La Land”.

      Mi piace la tua teoria dei protagonisti ballerini imperfetti, questo è uno spunto di riflessione, ho la sensazione che il pubblico sia più pronto ad accettare i difetti di questo film, rispetto ad altri generi cinematografici, da qui il mio tentativo di riflessione, poi purtroppo il coinvolgimento emotivo, che per me è stato assente, non me lo posso inventare ;-)

      Giurin giurello non voglio maltrattare nessuno, anzi, sono pronto al fatto che mi bolleranno come “Hater” perché il film del momento non mi è piaciuto, ma sarebbe stato disonesto dire il contrario, a dirla proprio tutta, mi aspetto che siano i fan di “La La Land” a chiudermi nell’armadietto e a “smutandarmi” tipo capitano della squadra di football con il secchione ;-) Cheers!

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    3. Lercio è sempre il pezzo, non perdono un colpo ;-) Cheers

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    4. In realtà avrei qualcosa da dire anche sul discorso generi. Anche mad max fu premiato! Poi più o meno premi non fanno una questione di disparità tra i generi. È il business... ogni genere ha il suo giro e soprattutto il suo pezzo di pubblico.

      Sulla questione post-moderno non aspettarti che tutti sappiano di cosa si tratta. Però, anche se filosofia non la studio, per me è insieme post moderno e insieme una critica al postmodernismo... magari farò un allegato al mio post per mostrare e spiegare questa mia teoria ignorante.
      XD
      Per moderno nel linguaggio comune si intende spesso qualcosa di non vecchio!

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    5. “Mad Max” forse non è l’esempio giusto (avrei potuto dire, che so “The Raid”) o forse sì, perché al netto di dieci nomination (mi pare) ne ha portate a casa sei (sempre mi pare) ma nessuna di quelle che conta, a differenza di “La La Land” che mi sembra più lanciato verso i premi grossi.
      Più che altro volevo cercare di buttare lì un discorso, a parità di film girato bene e trama stringata, mi pare che il pubblico abbia un occhio più benevolo verso il musical. Mi piace il confronto sui film, i miei commenti non sono scritti scolpendo la roccia ;-)

      Bene mi leggerò di gusto il tuo pezzo extra, sul post-modernismo, concetto che centellino perché si finisce subito per passare per criticone snob, “La La Land” è sicuramente qualcosa di non vecchio, il problema è che non mi è parso così nuovo ecco ;-) Cheers!

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    6. non conosco The raid, per cui comprendo meglio l'esempio con Mad Max. Non sappiamo ancora quanti premi si aggiudicherà Lalalalal Comunque sono due film molto diversi. Non vorrei mai offendere la tua sensibilità di fanboy ;-) , ma fury road non si è inventato niente di più di La Laetc... No?

      Per quanto riguarda la postmodernità non ne sono davvero all'altezza! Sorry ;-)
      Però in questo commentino posso dire che se è vero che per postmodernità si intende il fallire delle "grandi narrazioni", questo c'è, ma quel che io odio del concetto di post-modernità così come esposto da alcuni pensatori (per quel poo che so) è il pessimismo, la tendenza al nichilismo.... questo invece è il contrario di quello che avviene nel finale di La La Land. Almeno per la chiave di lettura che ho usato io del film.

      Resta il fatto che sociologicamente sono ignorante, quindi potrei aver detto solo delle bestialità.

      puoi ridere di me :)

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    7. Vero per ora non ha ancora vinto nulla ;-)
      Ma certo “Fury Road” non ha inventato nulla, è la prova che facendo film alla vecchia maniera oggi (vere automobili, pochissima CGI) si può ancora fare buoni film. Non volevo di certo dire che un film è migliore dell’altro, li ho paragonati perché hanno dei punti in comune a ben guardare, ma la sensazione che ho avuto è che il grande pubblico, alcuni difetti se li vede in un musical è più pronto ad accettarli, poi magari mi sbaglio.

      Ma che ridere figurati, si chiacchiera e basta, semplificando molto, al cinema si intende postmoderno quando si rielabora vecchi stilemi cinematografici, per cercare di tirare fuori qualcosa di citazionista si, ma anche nuovo, ad esempio Brian De Palma che si rifà tantissimo a film di Alfred Hitchcock, o Tarantino che rimaneggia i film italiani degli anni '70, è più articolato di così però ;-) Cheers

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    8. ah ma allora ditelo che quando parlate di postmoderno sono l'unica a farsi viaggi su complicate teorie filosofico-sociologiche ;-)
      Che comunque ci stanno!
      A quanto pare comunque ne so di più di sociologia che di cinema XD

      In ogni caso l'ultima parola sarà dopo gli oscar. Non so se si sia meno critici nei confronti di un musical... in ogni caso era un pezzo che non ne vedevamo uno vero. o sbaglio?

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    9. Eh eh, buono a sapersi, se dovessi avere bisogno di una consulenza in sociologia, almeno so a chi chiedere ;-) Proprio per il fatto che c'è stata questa risposta di pubblico, mi pare stano che ne producano così pochi musical, magari dopo la premiazione cambierà qualcosa, era un pezzo che non ne facevano uno. Cheers!

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  4. Gene Kelly è stato progettato da Gene Colan - quello immediato inchiostrato da Tartaglione, Giacoia o financo Tanghal e non quello fotorealistico filtrato dalla personalità di Tom Palmer - e Ryan Gosling è creatura di Carlos Vogt o Dan Maramotti ed afferrare le nuances è + difficile. Emma Stone è una idea di Dave Cooper - si veda il suo contributo alle due antologie Bizarro Comics della Dc - e speriamo di averla nella nostra pellicola indie in cui il Gollum è una valchiria interinale che se ne scappa dal Valhalla con il diario delle prossime apocalissi condannano i nove mondi ad una eterna Mirabilandia.
    Ne parlavo proprio qualche sera fa con il Miller dei vari Mad Max. Il suo sogno era girare il musical definitivo ( " Non esiste genere + specificatamente cinematografico di quello: nella Realtà Prima non capita che uno prenda e si metta a cantare e ballare in mezzo alla via , sotto la pioggia " ) ma la commissione che stanziava i fondi a giovani directors nella terra down under era stata perentoria ( " potevo avere i dindi solo se mi mettevo a girare qualcosa di plausibile come posse di dannati mutanti in conflitto dopo una guerra nucleare " ) e sappiamo tutti come è andata a finire.
    Non ci crederai, ma anche le Streghe di Eastwick avrebbe dovuto virare al musical ( " avevo questa idea di Jack Nicholson esorcizzato da Sting preso di peso dal suo video Spread your little happiness " ) e Babe Maialino Coraggioso sarebbe dovuto essere una satira a la The Wall di Alan Parker ( " Giovanni Rana ed il suo consigliori Kermit tiranni da operetta contro carbonari vegani " ), ma coloro che siedono nella stanza dei bottoni degli Studios non brillano per lungimiranza.
    Davvero un peccato...

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    1. Una specie di “Death Note” in versione Normanno/Romagnolo insomma ;-) Ora mi immagino maialini rosa che diventano salsicce nel tritacarnone sotto gli occhi del temibile Giovanni Rana, che posso assicurarti, parlo per esperienza diretta, è un super cattivo degno dei capi della Spectre! Cheers

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  5. La tua analisi è giusta.
    Secondo me è che il miusicol è un genere che può attirare di più, e poi vuoi mettere? Puoi vedere facilmente la sauntrac.
    Certo, pomparlo con 14 nominescion (tipo quel cesso di Avatar) è assurdo. Ma sarà che la lobby giudaico-cinematografica ama queste cose così. E oi, dai, nominò anche Fiuri Roud lo scorso anno.

    Moz-

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    1. Tutto questo mi fa intendere che farai il tifo per Mel Gibson ai prossimi Oscar? :-D
      Scherzi a parte, non conosco l’orientamento religioso dell’Accademy, ma in merito Woody Allen o i fratelli Coen avrebbero sicuramente qualcosa di spassoso da dire ;-)

      Detto questo le nomination e i premi seguono logiche (di mercato?) tutte loro, per dire, anche l’Oscar alla carriera al grande Jackie Chan mi sembra pensato ad arte. Non so quanti dell’accademy (giudei, buddisti, shintoisti o rettiliani) sappiano citare più di un titolo di Chan. La questione è che tu ed io lo sappiamo, ma presso il grande pubblico l’etichetta “14 nomination” ha ancora il suo fascino e crea aspettative. Cheers!

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  6. Sei andato là dove il Zinefilo non osa mettere piede: non avrò mai il coraggio per vedere "il musical del momento", interpretato poi da non cantanti. Cioè, non capisco: sarebbe tipo fare un film dove si combatte e chiamare attori che non sanno combattere. Ah, aspetta, adesso ho capito... :-D
    Ho amato violentemente "Whiplash", mi ha fatto male dentro e l'ho amato in modo sofferto: non infangherò il bel ricordo di quel film nero, più nero del sangue, con 'sta roba "colorata": Whiplash è musica, quella che ti fa male, che ti fa sanguinare, che per ricostruirti deve prima distruggerti. LalleroLand mi puzza di compilation di jingle senza futuro: scommetti che tra un mese nessuno ricorderà una sola canzone?
    Constato una volta di più che il cinema del Duemila ha sposato in pieno il concetto "Non importa il messaggio, importa la forma in cui è veicolato: il contenitore è il contenuto". Una volta quando si diceva che un film "è fatto bene" il sottotesto era: fa schifo, però è tanto caruccio. Era come dire di qualcuno "è tanto simpatico": era per dire "è brutto in culo, però poverello, è tanto simpatico".
    Oggi invece è il complimento per eccellenza: se un film è tecnicamente eccellente - e a parte i filmacci della Asylum quale grande titolo non lo è? - va bene così. Può bastare. Pure se stringi stringi è la solita storiella da due soldi pompata ad arte. L'importante è che il contenitore sia perfetto...
    Mamma diceva che il cinema è come una scatola di cioccolatini: quando l'apri e ti accorgi che è vuota... tanto vale dire che è una bella scatola! :-D

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    1. P.S.
      Sento un elicottero della SWAT ronzare sopra il mio palazzo: che siano già arrivati???

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    2. Questa volta sono andato troppo oltre, il punto di non ritorno, ma la mia passione cinematografica mi spinge anche a questo, vivo il mio blog un quarto di post alla volta ;-) Quello che mi chiedevo è proprio questo, perché un film di genere (non musical) deve essere impeccabile per venir considerato, e un musical può giocarsi un protagonista (famoso) che non sa ballare?

      “Whiplash” è bellissimo, ha le palle di dire chiaramente che se vuoi arrivare in alto, devi essere ossessionato dal tuo obbiettivo, e non ci saranno finale da Hollywood per te. Sono curioso di vedere come verrà ricordato questo film, tra un mese o tra un anno. Per ora mi è sembrato si una bella scatola, ammiro la coerenza del regista, ma emotivamente non mi ha smosso nulla, in questo per me è stato l’anti-Whiplash. Cheers!

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    3. P.S. No tranquillo, quando arrivano non fanno rumore. Al massimo escono dalla fottute pareti ;-) Cheers

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  7. Il tuo punto di vista ci sta :D
    Anzi, penso che molti si siano fatti prendere anche dall'entusiasmo collettivo

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    1. Oh grazie ti ringrazio ;-) Capisco perché si sono entusiasmati, ci sono i motivi per farlo, però purtroppo io sono rimasto freddino. Cheers!

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  8. Sono d'accordo su molti punti, anche se forse ci sarei andata meno pesante con gli interpreti. La cosa assurda, però, è che a me è piaciuto. Sì, lo so che "piaciuto" non va bene e bisognerebbe argomentare, ma con quella tecnica lì, insomma, come fai a non restarne ipnotizzato sin dall'intro? Ammetto che nel corpo centrare mi è importato molto poco dei personaggi, ma il finale - proprio perché inaspettato - mi ha shakerato ben bene.

    Detto questo, Fury Road è il film del decennio. ;-)

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    1. Non volevo andarci giù duro con i protagonisti, perché è capitato anche di vedere film in cui mi sono piaciuti, l'intro mi ha fatto pensare "Come lo hanno girato quello?" che di solito è sempre un buon segno, il finale invece mi ha detto poco, non che sia un brutto finale anzi, ma emotivamente mi ha lasciato freddino. Concordo, ma ora vediamo quanti premi in più vincerà Tripla L ;-) Cheers

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  9. secondo me è stato così premiato perchè in fondo non è un musical, è un ibrido. Vengono scelti attori e non cantanti, ci sono poche canzoni in due ore e rotti di film... per me il discorso del jazz che c'è all interno del film è una metafora metacinematografica sul musical stesso... o sono io che mi sto spippolando troppo :-)

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    1. In effetti la proporzione tra parti recitate, e parti cantante non è un 50 e 50 come ho scritto, la parte recitata è in vantaggio, sarà per quello che sono riuscito ad arrivare fino alla fine ;-) Chazelle parla di Jazz duro e puro, ma in realtà sta parlando di cinema, il film offre materiale per spippolarsi in effetti, ma la tua teoria non è così sbagliata ;-) Cheers

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  10. Come avrai capito mi è piaciuto tantissimo e quindi non sono quasi per nulla d'accordo con ciò che scrivi, se non con quelle obiettivamente inappuntabili: regia ottima, sceneggiatura deboluccia sulla quale è facile chiudere un occhio. Però il paragone con Mad Max: anche luiha avuto 10 nomination - ok, non sono 14 - e ne ha vinti 6, mi pare che sia stato abbastanza apprezzato anche da quelli dell'academy!

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    1. Conosco il tuo parere, e sapevo che non avrei raccolto consensi unanimi, sarebbe stato impossibile, vero Mad Max ha fatto un sei su dieci (però tutti Oscar tecnici), e anche per quello è un titolo che ho scelto per portare avanti la mia balzana tesi ;-) Cheers

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  11. L'analisi che hai fatto è sicuramente condivisibile e comprensibile; però non so se si possa considerare Tripla elle un film e un musical classico: è sbilanciato nella struttura (canzoni nella prima parte, distribuite in maniera poco omogenea fra i personaggi), e nessun numero musicale nella seconda parte e i due pezzi finali). Poi, gli attori scelti hanno troppi difetti per poter essere raffrontati a Gene Kelly o a Ginger e Fred, sia nelle movenze sia nella vocalità; in più la loro recitazione ha un tono più o meno realistico e moderno, diversamente da quello dei Musical degli anni d'oro, (e in questo ricorda la vera ispirazione di Chazelle, Les Parapluies de Cherbourg, poco conosciuto in Italia). Quindi io penserei più che altro a un'interpretazione del film nel senso di separazione netta fra senso di realtà e di fantasia, era moderna e classica. I protagonisti sono e vogliono essere fuori moda, nostalgici, quindi esprimono i loro sogni con un linguaggio fuori moda, quello del musical, ma allo stesso tempo vivono nel loro tempo, e sono persone piene di difetti, da qui le loro voci non proprio piene, incerte, e i loro passi di danza poco puliti. Infatti i loro sogni, insieme alla musica, svaniscono nel secondo tempo del film, e ciò mi sembra rappresentare l'irruzione della dura realtà nelle loro vite, con un'ultima concessione al sogno nel finale. Perciò un film sicuramente imperfetto, non un capolavoro, ma un'operazione intelligente, per quanto mi riguarda, e direi moderno nella sua consapevolezza di sé (ad un certo punto Emma stone dice pure di aver paura che la sua pièce possa non piacere perché troppo "nostalgica", occhiolino), anche alla luce del finale. Poi può non piacere, per carità, ma questo resta ai gusti dello spettatore.
    P.S. Riguardo al fatto del musical come genere meglio accolto, proprio non saprei, non se ne fanno quasi mai al cinema dagli anni 80, e se chiedo in giro a tutti i miei amici mi dicono che è un genere insopportabile. Scusa per il papiro!

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    1. Ma figurati, visto quanto scrivo io non criticherò mai un papiro, anzi è benvenuto ;-)

      Sto chiacchierando riguardo a questo film con chiunque in lungo e in largo, in effetti è vero, la parte recitata è in vantaggio (anche in termini di minuti) rispetto a quella musicale, non il 50 e 50 che ho scritto nel pezzo, forse per questo sono arrivato fino alla fine ;-)

      Sul discorso degli attori imperfetti è un punto valido, secondo me rientra nel discorso che il musical, come genere, viene accettato più facilmente dal pubblico, quindi attori imperfetti qui vengono percepiti come realistici, in un altro genere, velocemente bollati come scarsi. Eppure tanto pubblico si annoia a guardare i musical, quindi è una coperta corta, sono a questo punto delle mie riflessioni sul film, grazie per il contributo! :-D Cheers

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  12. Visti i colori potrebbero usarlo nei negozi di elettrodomestici per dimostrare le qualità delle tv.

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    1. Ahahaha fantastico, il film ideale da mandare a rotazione, invece che tutti quelli immagini di animali che si muovono a rallentatore in 4K :-D Cheers

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  13. Carpenter dev'essere sempre citato, mai scordarsi di lui! ;)
    Per quanto riguarda La La Land, a me è strapiaciuto da matti nonostante non sia un appassionato dei musical. Mi ha molto commosso sul finale (non mi ha fatto piangere solo perchè avevo i dotti lacrimali svuotati da "Sette minuti dopo la mezzanotte", visto il giorno prima), è riuscito ad intrattenermi per tutta la sua durata e ho percepito grande empatia nei confronti di Gwen Stacy e il Giovane Hercules. ;)

    In ogni caso il miglior musical di sempre resterà il film di "South Park". Vuoi davvero paragonare la canzoncina di Trombino e Pompadour con "City of Star"? :D
    (Citare Parker & Stone in un commento su La La La Bara volante? Check!)

    Saluti!

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    1. Qui sopra Carpenter ha sempre spazio e cittadinanza, così come le creature di Parker & Stone di cui sono un grande appassionato, “South Park: Il film” vince in tutte le categorie, non solo miglior musical :-D

      Sono contento ti sia piaciuto, purtroppo a me ha detto davvero poco, ma forse ho ancora un minimo di speranza, visto che invece “Sette minuti dopo la mezzanotte" mi ha esaltato, non sono ancora (totalmente) un pezzo di ghiaccio senza cuore, ma mi manca poco! ;-) Cheers

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  14. Io e Cass siamo stati prevenuti sin dall'inizio su questo film, perché il suo arrivo in pompa magna iperelogiato dalla critica penso ci fece un po' lo stesso effetto. Già non mi fido quando mi dicono che un film è brutto e noioso, figurarsi quando mi dicono che è bellissimo. Lo vidi all'uscita e ricordo che pensai "embè? tutto qui?". Erano quei 10 minuti finali ruffianissimi a salvare baracca e burattini, altrimenti sarei uscito dalla sala col coltello tra i denti.
    Ieri sera l'ho rivisto per una specie di malsana reazione alla visione del remake di Aladdin, del tipo "ok, ho visto una roba orrida con canzoni cantate fuori sincrono e numeri musicali imbarazzanti, rivediamo qualcosa di più serio sull'argomento". Molto paradossalmente ho avuto impressioni (quasi) opposte alla prima visione, ovvero è stato il film nel suo insieme a piacermi più del finale stesso.
    Continuo a non condividere il clamore e lo strapparsi di capelli per quest'opera, ma lo capisco un po' di più, è girato con un occhio "vecchio" di quasi un secolo fa e per qualcuno questo è stato un valore aggiunto. Chazelle è un ruffiano bastardo che sa come girare dei piani sequenza ottimi e a cavare fuori sangue dagli attori anche se sono rape, e tutti quei giochi di luci colori e fotografia non possono non colpirti, il film ne è pieno dall'inizio alla fine.
    Perciò diciamo che oggi mi sta un po' meno antipatico, sa toccare le giuste corde e funziona. E' un film "vecchio" girato con maestria tale da risultare fuori dal tempo, ed è su questa contraddizione che ha costruito il suo successo.
    Come dicevano di Alan Moore quando scrisse Watchmen (Cassidy lo sai bene), era il grido di qualcuno che diceva "guardate quanto sono bravo!", LLL mi ha dato la stessa impressione di Chazelle. In ogni inquadratura sembra gridare "guarda quanto sono bravo. non ti piacciono i musical? non ti piace il jazz? guarda cosa ti so girare io con questi generi". Poi continuo a preferire Whiplash al 100%. Ma LLL è un musical da manuale, non innova un bel niente, non osa in nessun frangente (a parte nell'essere vecchio, fuori tempo e fiero di esserlo), ma è fatto con un mestiere e mano ferma da un regista classe '85, e anche questo credo abbia avuto la sua importanza nell'immaginario di chi l'ha osannato.

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    1. Non so, cioè lo so, “Whiplash” era rabbioso ti diceva, vuoi qualcosa nella vita? Fatica per averla. “Tripla L” è caramelloso e compiaciuto, sul fatto che Chazelle sia bravissimo nulla da dire, ma anche alla luce di “First Man”, lo preferisco quando il suo cinema resta a fuoco nel raccontare i personaggi, e non si perde nel fraseggio e nel virtuosismo, affascinante quanto vuoi, anche se mi crea più fastidio che ammirazione. Cheers!

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  15. Rileggendo un po' i vari commenti mi affascina il parallelo con Mad Max e vorrei provare a smontarlo: non è questione di trama che sia poco più che un canovaccio. La diversa percezione viene dai generi: musical, genere secolare, tra i fondanti del successo stesso del cinema come mezzo di intrattenimento, e l'azione pura che è nata solo in seguito. Ma soprattutto LLL è ossessivamente inchiodato sullo schema classico del musical e della trama fuori dal tempo, il fatto che Emma Stone interpreti un'attrice è il pallino autoreferenziale del vecchio cinema che parlava spesso di storie di gente di cinema, è un classicismo ossessivo. Con LLL Chazell voleva riportare davanti agli occhi del mondo un antico splendore. Con Fury Road George Miller voleva fare l'esatto opposto, mostrare al mondo quando il "suo" genere, quello dell'azione, potesse essere spinto ai confini più estremi del ritmo e della tecnica, perché nessuno prima di Fury Road avrebbe scommesso mezzo dollaro sul fatto che l'azione pura e cruda potesse dire qualcosa di diverso, non in un cinema assopito tra gli eccessi delle saghe di Fast & Furious, nei cinecomic e nell'esasperante uso della CGI. Miller ha fatto qualcosa di nuovo con un'idea vecchia di cinema, esattamente l'opposto di Chazelle. E non è un caso che abbiamo un regista giovane che fa un capolavoro di tecnica "retorica" del musical e un veterano che fa azione esagerata per spingersi oltre le possibilità del mezzo cinematografico per come l'ha conosciuto.
    E' un parallelo interessantissimo per me, ma è Miller a vincere su tutta la linea, perché il "vecchio" Miller ha fatto un balzo oltre, nel futuro, Chazelle nel passato. Il rigore di un giovane primo della classe che impara dai vecchi, e un vecchio che conosce così bene l'azione da capire alla perfezione quanto di più si può fare, guardando a ciò che già aveva fatto.

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    1. Analisi impeccabile, aggiungo solo che Miller ha spiegato a tutti cosa deve essere un film d’azione, ovvero un film in cui è l’azione stessa a portare avanti la storia, molti ancora credono che un film di questo genere, sia quello dove ad un certo punto basta infilare in inseguimento. Cheers!

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