Un tempo, conoscere il personaggio di Visione,
voleva dire essere un Marvel fan convinto, uno di quelli senza ritorno, perché
se qualunque super eroe, malgrado la storia editoriale più o meno lunga, può
essere descritto con poche parole (Hulk, grosso e verde, L’uomo ragno, spara le
ragnatele…) solo per descrivere chi è Visione bisogna citare più nomi che in un
elenco del telefono.
Bisogna dire che Joss Whedon ci ha facilitato
il lavoro, da quando ha introdotto il personaggio nel suo film Avengers - Age of Ultron e, siccome
Whedon è un dritto, ha anche capito una cosa fondamentale: Visione è un po’
il cuore dei Vendicatori e, potenzialmente, il loro membro più potente in
assoluto.
Creato dal terribile Ultron, Visione è un
androide sintezoide capace di alterare la sua densità corporea, cosa che gli
permette di attraversare le pareti, diventare inamovibile come una montagna o
volare, prima nemico e poi alleato degli Avengers, ha un approccio alla Spock
di Star Trek ai problemi, analizzando
tutto in modo molto logico, in fondo è un robot, no?
Più o meno, perché i suoi tracciati mentali
sono basati su quelli del vendicatore noto come Wonder Man, motivo per cui
Visione ha intrecciato una complicata storia d’amore con Wanda Maximoff (la
strega Scarlet), senza farla troppo complicata: i due hanno avuto dei bambini,
malgrado il fatto che Visione sia al 100% un androide, se volete vi spiego pure
come, ma qui rischiamo di cascare in quel discorso di prima, dei Nerd senza
ritorno.
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La scena chiave della mitica "Even an Android can Cry" scritta da Roy Thomas e John Buscema, del 1968. |
Tom King, al suo esordio su un fumetto della
Marvel, si trova per le mani
un personaggio dalle origini difficili da riassumere (anche per uno provo del
dono della sintesi come me), ma ancora fermo proprio a quelle stesse origini.
Ora, io non voglio dire che Tommaso Re ha fatto per Visione quello che
Frank Miller fece ai tempi per Daredevil,
questo solo il tempo potrà confermarcelo, ma in coppia con il disegnatore Gabriel
Hernandez Walta ha dato una grossa spallata al personaggio.
Quello che vi serve sapere è che ora Visione
lavora come contatto, tra il governo degli Stati Uniti e gli Avengers, di cui è
portavoce, per questa ragione si è trasferito nei sobborghi bene di Washington,
ma non ha certo lasciato perdere quella sua vecchia idea di una vita normale e
di una famiglia, quindi dopo il fallimento con Wanda, Visione qui tenta il
passo successivo e si crea lui stesso una famiglia.
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Una delle (guardabili) copertine interne del volume. |
Una moglie di nome Virginia e due figli
adolescenti, i gemelli Viv e Vin, un nucleo famigliare ideale, ricalcato sul
modello dell’american way of life, casa con il pratino, staccionata bianca,
tutti sorrisi e cordialità con i vicini. Se
Matt Fraction e David Aja ci hanno mostrato la vita privata di Occhio di Falco,
grazie a tavole artistiche e bei momenti d’azione, Tom King fa la stessa cosa,
ma premendo sul pedale di temi molto attuali, le problematiche all’interno di
un gruppo famigliare, ma ancora di più la paura del diverso e la difficoltà d'integrarsi in una comunità.
Tom King fa un ottimo lavoro sulla semantica,
i Visione comunicano con un vocabolario molto forbito e s'interrogano
costamene sul significato delle parole, nel tentativo di comprendere il senso
di umanità, ma la storia in sé si discosta moltissimo dai canoni del vostro
classico fumetto di super eroi, tutto azione, pugni e pianeti da salvare,
prendendo una svolta quasi sinistra (aggettivo non scelto a caso, quando
leggerete la storia capirete…).
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"Salve salvino, vicino!" (Cit.) |
Dietro ai problemi semantici della famiglia,
si nascondono problemi filosofici sulla natura stessa della famiglia, ma anche
sulla comunità in cui vivono. Riuscireste ad accettare come vicino di casa un
non-umano dalla pelle sintetica di colore rosso, capace di uscire a salutarvi
sulla soglia di casa semplicemente smaterializzandosi attraverso la porta? Vi
sentireste al sicuro sapendo che ha salvato la terra 37 volte, o la sua
diversità lo renderebbe un emarginato e magari una minaccia? Tutti problemi
non diversi dalla vita di molte persone, fuori dai fumetti e dentro la nostra
società.
Viv e Vin, ad esempio, a scuola sono emarginati
in quanto diversi, bulli e ignoranti privati di una parola per denigrarli, sono
costretti a smuovere i pochi neuroni e ad inventarne una, perché se fossero
neri, orientali, oppure omosessuali ne avrebbero pure di parole per
etichettarli, ma di fronte ad un nuovo tipo di diversità, l’ignoranza è la
prima ad aggiornarsi.
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L'adolescenza non è semplice nemmeno per gli androidi, figuriamoci quelli con i cappeli verdi. |
Se la discriminazione non fosse già spaventosa
di suo, Tom King alza la posta, da una parte fa il parallelo tra i figli di
Visione che si tormentano riflettendo sul monologo Shylock ne “Il mercante di
Venezia” (Non ha occhi un ebreo? Non ha mani un ebreo?), dall’altra ci fa
riflettere su un dettaglio non da poco: l’umanità di questa famiglia di
androidi è reale, o una semplice facciata, una finzione necessaria ad
integrarsi? L’umanità è qualcosa che si può ottenere, oppure alla peggio solo
fingere? Quella grossa “M” rossa in alto a sinistra ci ricorda che sì, stiamo
ancora leggendo un fumetto della Marvel Comics.
Virginia emerge come il
personaggio più importante di questo primo arco narrativo (che si completerà
con il secondo volume, edito in Italia sempre da Panini Comics), il primo
numero si conclude con un grosso colpo di scena che non solo mette in chiaro
che non stiamo leggendo il solito fumetto di super eroi, ma anche che Virginia
è costretta a nascondere il suo segreto al marito per mantenere il nuovo status
quo. Un personaggio non semplice e tormentato, anche dal fatto di essere stata
creata utilizzando le onde cerebrali di un’altra donna, la cui identità non è
difficile da intuire e che penso sarà al centro del secondo arco di storie.
Bisogna arrivare alla fine del volume, però,
per capire come mai, la voce narrante nelle vignette utilizzata da Tom King,
parla di tutti i personaggi al passato, non vi dirò il perché, ma grazie alla
comparsa di una vecchia conoscenza dei lettori di “Avengers”, ovvero Agatha Harkness,
maestra di Scarlet, Tom King rende più sinistro tutto lo scenario, per quello
penso che “Un po’ peggio di un uomo” potrebbe essere la storia che cambierà per
sempre la percezione di Visione presso il grande pubblico.
Alle matite troviamo Gabriel Hernandez Walta,
mentre ai colori Jordie Bellaire. Walta è molto adatto alla storia, bravissimo
a far trasparire le emozioni (o le NON emozioni) sui volti dei personaggi, i
colori, poi, hanno un ruolo chiave, senza la pelle sintetica rossa della
famiglia, una delle scene più efficaci del volume (quella in cui Visione chiede
al figlio delucidazioni sulla nuova mascotte della scuola) non avrebbe affatto
senso.
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Dare tutta una nuova dimensione al concetto di pellerossa. |
Ribadisco il concetto che avevo già espresso:
la Distinta Concorrenza è conservatrice con i suoi personaggi, la Marvel se
guardata con occhio distratto sembra più farfallona e ruffiana nel cercare di
vendere (sì, sto pensando alla “Polemica” su Capitan America agente
dell’HYDRA), è la stessa che sceglie una ragazzina di colore per sostituire
Tony Stark e anche quella che ti sforna un'adorabile stupidata come
Il Fichissimo Hulk, però è anche questa,
quella capace di usare il suo personaggio dalle origini più complesse, per
parlare di temi complessi e fare metafora dei nostri tormentati tempi moderni,
poi ditemi che non sono al passo con i tempi.
Ti lascio immaginare i miei occhi vacui quando nel film è apparso Visione, tra squilli di tromba: e mo' chi è questo? :-D Dalle tue parole mi pare di capire che non riuscirò mai a capirlo...
RispondiEliminaEcco perché sulle copertine dei nuovi numeri di Iron Man l'armatura ha fattezze femminili: credevo fosse una licenza poetica del disegnatore :-P
Whedon è stato accurato, anche nel film il personaggio pesca dai suoi compagni di squadra per crearsi un identità (la scena del mantello, imitando quello di Thor), ma sono dettagli che nel film non sono chiari, troppa carne al fuoco, basta dire che nel film non vengono nemmeno spiegati i poteri di Wanda, vediamo solo una rossa che fa svolazzare le cose. Visione avrebbe avuto bisogno di una ventina di minuti dedicati solo a lui.
EliminaQuesta è la prima storia con protagonista Visione, in cui non ci ripetono ancora i suoi trascorsi con Ultron e con Wanda ripetuti negli anni mille volte.
No no nessuna licenza poetica, Tony Stark ha trovato una sostituta (per un po’), visto che era impegnato nello spazio con i Guardiani della galassia prima, e nella seconda guerra civile dei super eroi adesso, è uscito il film “Civil War” non vuoi fare “Civil War II” nei fumetti? ;-) Cheers
Quella vignetta con Visione che piange mi accompagna dal lontano 1973. A quei tempi ogni giorno che usciva un albo marvel-corno era, per me e i miei amici, un giorno di festa ;-)
RispondiEliminaGran ciclo di storie quello, e gli albi della Corno hanno fatto la storia! Per il resto ti capisco, ancora oggi il Giovedì è il mio giorno preferito della settimana, perché escono i fumetti nuovi ;-) Cheers
EliminaUeilà, recensionona di prima mattina, bella. Amo i fumetti da sempre, dei vari super eroi ho le collezioni complete, a partire da Nembo Kid, ma mi fermo agli anni '90.
RispondiEliminaGrazie mille Max ;-) Più o meno quando è morto e poi risorto quindi, collezioni di fumetti, con me sfondi una porta aperta! Sai che il genere super eroistico è ripetitivo per natura, molti personaggio non fanno che ripetere all’infinito la stessa tipologia di storia, ed è un motivo per cui questo ciclo di storie merita, per la prima volta Visione non è il solito androide placido in cerca di se stesso, ben venga questo tipo di esperimenti ;-) Cheers!
EliminaDi Visione ricordo ancora il bellissimo ciclo di Byrne in quel dei Vendicatori Della Costa Ovest.
RispondiEliminaCome personaggio mi è sempre piaciuto ed avevo letto altre recensioni positive, ergo la tua è una nuova conferma.
E' una storia che mi intriga parecchio, anche perché non so perché ma mi ricorda molto come atmosfere quei racconti di fantascienza anni '60/70 di Wyndham e Finney.
Byrne ai tempi qualunque cosa toccasse, la tramutava in oro, penso anche ai suoi Fantastici Quattro.
EliminaAnche a me è sempre piaciuto, potenzialmente è uno dei Vendicatori più potenti, in effetti l’idea di provincia tranquilla con un elemento di fantascienza, ha dei punti di contatto con i vari “Gli invasati” e “Villaggio dei dannati”, però il punto di vista è quello dell’elemento “alieno” sbarcato in provincia ;-) Cheers
Scusa,una domanda personale:seguì anche i fumetti Disney? Per curiosità.
RispondiEliminaUn tempo leggevo a balzelli Paperinik, ma ormai è una vita che non leggo più un fumetto della Disney. Cheers
EliminaBel volume, ammetto che sono stato incuriosito dalla copertina. Visione è un personaggio che conosco davvero poco...
RispondiEliminaI Visione che fanno capolino dalla porta sono un immagine curiosa e anomala per la media dei fumetti di super eroi, ma il fumetto è davvero bello, anche se il personaggio si conosce poco. Cheers!
EliminaCiao.
RispondiEliminaVisione è un personaggio che mi piace fin da quando ero ragazzino e di anni ne ho 47.
Ricordo gli albi Corno e i Vendicatori e i F.Q e tutti quegli eroi cosmici tipo Silver Surfer che mi facevano sognare ad occhi aperti.
Figurati che da ragazzino aspettavo un albo dove Visione si togliesse la maschera per rivelare la sua vera identità ed ero arrabiato ogni volta che leggevo la cronologia in terza di copertina dei vendicatori dove al numero 144 c'era un albo intitolato "Le origini di Visione" e io l'avevo perso.
Anche perchè ti sto parlando di fine anni 80 credo e io sicuramente facevo le elementari e gli albi che mi capitavano a casa erano regali dei miei genitori e parenti che sapendo la mia passione per i fumetti mi compravano indistintamente quelle maxibuste dove trovavi a random fumetti una volta dell'uomo ragno e una volta di Batman ecc..
Finche' un giono mi capito un albo (forse nemmeno dei Vendicatori) dove tra le domande stupide che facevano allora i lettori tipo se è piu' forte Hulk o la cosa o quanto sono lunghi i capelli di Medusa ce ne era una dove qualcuno chiedeva spiegazioni sulle origini del mio personaggio preferiti e la risposta che mi ha scioccato è stata che era un androide costruito in laboratorio!
Ne son passati di anni e Visione è rimasto sempre uno dei miei personaggi preferiti..tu scrivi che è uno dei piu' potenti ma permettimi di non essere daccordo.
Non so quante volte è stato disattivato , smontato disassemblato e riprogrammato distrutto da She Hulk in Vendicatori divisi e infine ricostruito da Stark pochi anni fa'!
Tutta sta storia della diversità poi non mi convince a pieno ( credo che gli mettessero i tracciati di cerebrali di Hulking te lo troveresti pure gay) nel senso che lui non ha ache vedere con le minoranze discriminate ma la sua particolarità eè quella solo di voler essere considerato umano al di là di sesso religione e credo politico.
Comunque non ho ancora letto il ciclo dedicato a Visione che recensisci , ma credo anzi sicuramente recupererò quando uscirà in unico volume (prima o dopo come fanno ormai con questo tipo di storie) e intanto me lo godo in " I nuovissimi vendicatori" ogni quindici giorni in edicola.
Ciao Massimiliano
Ciao Massimiliano e benvenuto sulla Bara Volante!
EliminaLe maxibuste con i fumetti, mi hai fatto fare un salto indietro nel tempo ;-) Quando Visione venne spezzato in due da una furente She-Hulk in “Vendicatori Divisi” ho urlato “Nuuuuuuooooooooo” mentre voltavo le pagine, maledetto Bendis, solo colpi al cuore!
In effetti il personaggio della Visione cambierebbe in base ai tracciati mentali, ma in questo primo arco di storie, è proprio la sua volontà di umanità al centro della trama, quello che lui intende come “Vita normale” costringe noi lettori a riflettere, per altro, è da poco uscito il volume due, che non vedo l’ora di leggere, non so se uscirà l’edizione completa con entrambi i volumi, ma penso di sì, di solito pazientare paga con questo tipo di cose. Ciao e grazie per il commento! ;-) Cheers!