Se vivete su
questo gnocco minerale che ruota intorno al Sole, in linea di massima dovreste
aver sentito parlare di Clint Eastwood. Avanti veloce su tutto questo nome
comporta per la storia del cinema, potreste anche aver sentito le sue affermazioni
su Donald Trump che hanno reso il vecchio Clint l’unico famoso di Hollywood
che ha detto qualcosa a favore dell’45esimo presidente degli Stati Uniti.
Mi fa sempre
ridere il fatto che le persone si dimentichino che Eastwood è repubblicano, per
i suoi innegabili meriti e per un carisma fuori ordinanza, Eastwood è il
favorito di tutti, anzi di più è il mito dei vostri miti, persino Bruce
Springsteen cambia espressione quando parla di lui, il che è davvero tutto
detto.
Più che con
altri personaggi, sembra che in politica e cinema per Eastwood debbano sempre
essere i due grandi temi che ruotano intorno a lui, fin dai tempi in
cui la stampa di sinistra gli demoliva film sottovalutati come “Bronco Billy”
etichettandoli come dei trionfi di patriottismo (bah!), fino ad arrivare alle
affermazioni su Trump che, ci tengo a sottolinearlo, non condivido perché
sembravano tanto gli sproloqui di un vecchio brontolone pronto a dire “Ai miei
tempi si stava meglio anche se si stava peggio!”.
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"Cos'è tutta questa roba moderna? Ai miei tempi bastava un revolver". |
La memoria
delle persona va di pari passo con la qualità dei film sfornati da Eastwood,
quindi finchè arrivano film bellissimi come "Mystic River",
"Million Dollar Baby" e "Lettere da Iwo Jima" (ci metto
dentro anche "Changeling" che mi è piaciuto molto), erano tutti sul
carro dei vincitori pronti ad etichettare Eastwood come il grande vecchio del
cinema americano, l’unico con il vissuto giusto per parlare di luci ed ombre
del più grande Paese del mondo (come si sono auto nominati), ma soprattutto la
mia affermazione preferita, “Un Repubblicano illuminato”, cos’è un repubblicano
illuminato? Uno di destra seduto sotto un neon?
Più facile
criticare Eastwood quando fa discorsi a sedie vuote (il vecchio brontolone,
secondo estratto) e dirige cose decisamente meno memorabili come “Hereafter” e
“Jersey Boys” e, magari, cito anche American Sniper, perché è, comunque, un film che ha diviso molto, sulla qualità forse
più che sul contenuto.
Per quanto mi
riguarda sulla questione ho una posizione molto chiara: il cinema mi piace più
della politica e non giudico i film in base all’orientamento politico del
regista. Se facessimo tutti così dovremmo vedere solo film di Ėjzenštejn o
di John Milius in base alle preferenze, cosa di cui me ne sbatto visto che mi
piacciono entrambi. Per me Clint Eastwood è la storia del cinema, non lo dico
per fare quello che piscia più lontano, ma amavo i suoi film da regista prima
che diventasse di moda farlo, alcuni dei suoi film che preferisco sono arrivati
prima del grande sdoganamento di “Mystic River”.
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"Avremmo un po' di turbolenza dovuta a qualche corrente politica...". |
Infatti, sono
molto contento del fatto che “Sully” sia un bel film, perché sono sempre felice
di vedere un bel film di Clint Eastwood (e un bel film in generale), ma
soprattutto, perché ora mi siedo qui, pronto a godermi il rumore di pneumatici
sull’asfalto, per le clamorose inversioni ad “U” in cui si esibiranno tutti
quelli che hanno detto peste e corna al vecchio Clint, dopo che avranno visto
questo film.
Presentato in
anteprima al 34esimo Torino Film Festival (piccoli vantaggi della vita quassù),
“Sully” è la storia di Chesley 'Sully' Sullenberger, il pilota di aerei che
malgrado i due motori fuori uso, ha portato in salvo i 155 passeggeri (lui
compreso) del volo US Airways 1549, eseguendo un complicato ammaraggio nel
fiume Hudson il 15 gennaio 2009, probabilmente ricorderete anche voi l’impresa.
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"...L'atterraggio avverrà in orario, il clima fuori è freddo e parecchio umido". |
“Sully” è un
film dritto e lineare, che nelle mani di Eastwood diventa ancora più solido,
visto che qui Clint non fa davvero nessuna sbavatura in fase di regia e, se
possibile, il suo cinema essenziale fatto di pochissimi Ciak (che tanto
sfiancano solo gli attori togliendo spontaneità) sembra fatto dal sarto per
portare sul grande schermo questo storia.
Eastwood non
si gioca subito il principale motivo d'interesse di un film come questo
(ovvero la manovra aerea del protagonista), ma parte forte mostrandoci il dopo,
gli incubi notturni di Sully e il modo in cui affronta una fama che non ha
richiesto e a cui di sicuro non è interessato. L’occasione per mostrarci cosa è
accaduto a bordo arriva con l’indagine messa su dalla compagnia aerea sui
motivi della non canonica scelta fatta da Sully, anche perché l’opzione
ammaraggio è solo la quindicesima del manuale fornito ai piloti, ma con
l’assicurazione di mezzo non si scherza.
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"Mantenete la calma e procedete ordinati, non sono Schettino". |
Quindi, del
breve volo e dell’ormai celebre ammarraggio del US Airways 1549, vediamo tutti
i punti di vista, quello della torre di controllo, quel dei due piloti (il
secondo è un baffuto Aaron Eckhart), ma, soprattutto, le venti e passa simulazioni
al computer che dichiarano che tornare indietro e atterrare su una pista
dell’aeroporto La Guardia era possibile e che il nostro Sully non è tutto
questo eroe di cui la stampa parla.
Come detto, la
regia di Eastwood non sbaglia un colpo, anche la ricostruzione del salvataggio
dei 155 passeggeri è davvero ben fatta e coinvolgente, certo guardare come si
comporta il Sully interpretato da Tom Hanks, avendo in testa Schettino ci
ricorda che, a volte, quella grande pozzanghera chiamata Atlantico che ci separa
dagli Americani è davvero tanto, ma tanto grande.
Tom Hanks
anche lui sembra fatto dal sarto per questo ruolo, sembra strano che due icone
del cinema americano come Eastwood ed Hanks ci abbiano messo così tanto per
collaborare. Tommaso Matasse riesce a risultare rassicurante, ma non nel
solito modo alla Tom Hanks, il suo Sully
in pubblico ha la sicurezza dei professionisti, di quelli che fanno e quindi
sanno come funzionano le cose che solo 42 anni passati a pilotare possono darti
(i due flashback non invasivi sottolineano il concetto), ma in privato Sully
confessa i suoi dubbi alla moglie Lory (Laura Linney) e poi… Corre. Corre come
tutti i personaggi di Clint Eastwood.
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Non voglio sentire nessuno urlare "Corri Forrest, corri!" dai, fate i bravi. |
Quante volte
avete visto
l’ispettore Callaghan
allenarsi mentre pensa al caso da risolvere? Qui è la stessa cosa, mi viene
quasi da pensare che se Clint avesse avuto qualche anno in meno, forse questo
personaggio lo avrebbe anche interpretato e questo avvicina ulteriormente
“Sully” ai film di Eastwood di quella porzione della sua filmografia
antecedente a “Mystic River”, a ben pensarci avrebbe davvero potuto farlo, in
fondo ha accumulato tutte le ore di volo necessario fin dai tempi di “Firefox -
Volpe di fuoco” (1982).
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"... E poi una delle hostess aveva due bocce così". |
Il film è
perfettamente coerente con tutta la filmografia Eastwoodiana, ancora mi ricordo
quando fu annunciato “The human factor”, che altro non era la prima idea di
titolo per il film che ora conosciamo tutti come “Invictus” (con inutile
sottotitolo italiano mai così inutile), anche qui il “Fattore umano” è
essenziale, quello che fa davvero la differenza e che un computer non può
calcolare, in un film in cui manca un vero nemico (gli uccelli che mandano in
palla i motori non contano, non è un film di Hitchcock), gli unici antagonisti
sono i burocrati che vivono di numeri e calcoli, l’intuizione di Eastwood (o
del direttore del casting) è di prendere Anna Gunn ad interpretare uno di
questi, perfetta visto che mezzo mondo la odiata nei panni di Skyle in “Breaking
Bad”. Per altro, siccome ho sempre digerito poco la burocrazia e mai come in
questo periodo la vedo come fumo negli occhi, un film di questo tipo mi trova
anche ben disposto. Giusto per aggiungere una nota personale.
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Sullenberger fiero di essere impersonato dal grande attore di Philadelphia Turner e il casinaro. |
C’è il rischio
dell’agiografia? Forse un pelo, perché “Sully” termina quando potrebbe andare
avanti e diventare ancora più controverso, perché ai tempi ho seguito la
vicenda del pilota eroe e del polverone venuto su dalle sue affermazioni
durante i vari (ed inevitabili) processi che sono seguiti. Chesley Sullenberger
ha sottolineato come molti piloti dovessero fare i doppi turni per ripagarsi i
debiti degli studi universitari e della scuola di specializzazione per piloti,
ai tempi, una volta aperto il vaso di Pandora, molti di quelli che
etichettavano Sully come un eroe, non erano più tanto felici di sentire cosa
aveva da dire.
Di tutte
queste cose il film, però, non si occupa e a suo modo è un'altra tacca alla
cintura del suo regista, perché “Sully” non è un soggetto scelto per fare pace
con l’altra metà del pubblico che ha votato Clinton, ma solo perché è un
tipo di storia perfetta per il cinema di Clint Eastwood e il risultato, infatti,
è davvero ottimo: un film che va avanti schiena dritta e testa alta come il suo
protagonista.
Per
concludere, posso dire che proprio riguardo alle affermazioni di Eastwood su
Trump, la mia wing-woman mi ha chiesto come facevo a conciliare le mie idee
politiche con il culto per il vecchio Clint, non ricordo cosa ho risposto,
probabilmente qualcosa di circostanza, ma non ho smesso di pensare alla
domanda, sono giunto alla conclusione che l’ex sindaco di Carmel ed io
politicamente parlando non saremmo mai d’accordo (specialmente su Trump), per
fortuna quando si parla di cinema è tutta un'altra faccenda.
Ottima recensione.
RispondiEliminaquesto film me lo sono perso al Torino Film Festival .
andrò a vederlo al cinema.
a proposito di Festival : tu sei mai andato al Festival Noir di Courmayeur ???
io sì.
dal 1998 il Festival Noir di Courmayeur me lo sono perso un paio di volte.
e dopo 25 anni cosa fanno???
lo spostano in Lombardia a Como e Milano.
dire che sono arrabbiato è dire poco.
saluti e grazie
Rdm
Sempre gentilissimo, grazie a te!
EliminaCi sono stato una volta sola purtroppo, ha sempre avuto programmi pieni di titoli ottimi. Stiamo perdendo tutte le iniziative culturali migliori un pezzo alla volta, il che mi fa girare le scatole e non poco. Ci basterà continuare a produrre automobili in eterno? Io non credo, ma sono un signor nessuno, magari non vedo il quadro generale. Cheers
Non ho visto il film ma a pelle sento di essere d'accordo con te ;-)
RispondiEliminaLa cosa curiosa è che molti considerano Eastwood autore solo in tempi recenti, quando in realtà Clint se la comanda da... sempre! Non so se ci sono film che ha interpretato controvoglia, a parte la gavetta anni Sessanta, e come regista va per la sua strada dagli anni '70.
Pensa che quando nei primi anni '80 la Warner ha voluto creare una collana di libri con protagonista Callahan (in minima parte arrivati anche da noi), Clint aveva diritto di veto sulle storie, perché non voleva bruciarsi eventuali sceneggiature future. Clint comandava la Warner Bros... quindi non lo chiamerei semplicemente "attore"...
Ricordo che all'epoca fece sommessamente notare che "Attrazione fatale" (1987) era un plagio smaccato del suo "Brivido nella notte" (Play Misty for Me, 1971) ma davanti agli scopiazzi americani neanche Clint può nulla...
Ti ringrazio per la fiducia ;-)
EliminaPerfetto hai riassunto la questione, uomo-Warner se ne esiste uno, avevo visto un documentario sulla storia dello studio che era presentato dallo stesso Eastwood, giusto per fare un esempio. Pare che per Eastwood abbiano tutti la memoria corta e selettiva, che si parli di politica o di cinema. Cheers!
Uno dei film più asciutti e sobri di Clint; La scelta di rappresentare per tre volte la scena dell'incidente, ogni volta aggiungendo un punto di vista o un dettaglio in più, l'ho trovata una finezza registica tutt'altro che scontata e "tradizionale", come spesso viene etichettato Clint.
RispondiEliminaVero, altri avrebbero puntato tutto su quello, qui invece viene centellinata ogni volta aggiungendo qualcosa, e poi dici bene, asciutto, il cinema di Eastwood lo è sempre stato, qui davvero non c’è una sbavatura, presenti invece in altri suoi film recenti, sto pensando alla scena del bicchiere di “Gran Torino” ad esempio. Cheers
EliminaPost strepitoso, Bara.
RispondiEliminaPoliticamente e cinematograficamente.
Peccato solo che secondo me Jersey Boys sia un gran film, American Sniper una bomba e soprattutto, Hereafter uno dei grandi film più sottovalutati degli ultimi anni.
Mentre Changeling resta per me uno degli Eastwood più deboli e commerciali della carriera del Maestro. ;)
Ti ringrazio molto ;-)
EliminaJersey Boys mi è piaciuto ma converrai che è un film minore. "American Sniper" in generale mi è piaciuto, anche se gli mancava il colpo del KO, "Hereafter" non mi ha convinto molto, ma l'ho visto una volta sola. "Changeling" è chiaramente un film su commissione, ma la protagonista è molto Eastwoodiana, e poi il grande Clint ha fatto recitare la Jolie, non tanti ci sono riusciti. Cheers!
Come tutti i vecchi (tipo me), il vecchio Clint si è anche bevuto un po' il cervello. Ma non cinematograficamente. Col cinema usa (U.S.A.) ancora un linguaggio sensato. E per fortuna Sully non è Schettino, ma l'Italia è un paese assai strano, da che lo conosco. (Per quanto mi riguarda) Meglio non parlare neppure della politica italica, dei suoi sì e dei suoi boriosi e da me ampiamente detestati no. Concord(no) un bel film. Nulla di pazzesco, a parte la manovra pazzesca del pilota ma un buon film. Sarebbe anche una perfetta storia di Natale, peccato che è accaduta a gennaio.
RispondiEliminaAbbiamo la memoria corta, ci ricordiamo solo quello che ci torna comodo e pure in modo selettivo, per fortuna cinematograficamente parlando, quando Clint dirige così mette d'accordo tutti, nulla di pazzesco, per quello mi ha ricordato i primi film da regista di Eastwood, che comunque mi piacevano quindi va bene così ;-) Cheers
Elimina"Concord(no) un bel film. Nulla di..." mi è scivolata la mano per salvare la birra. Volevo dire "Concord(o) un bel film. Nulla di "
RispondiEliminaHai fatto bene, non avrei potuto avere una birra sulla coscienza, tranne quelle che svuoto io, sacrificate per una giusta causa (il mio alcolismo). Cheers!
EliminaIo sto ancora aspettando che arrivi la recensione di Schettino.
RispondiEliminaCredo dirà che è un film poco realistico. Soprattutto per il comportamento del capitano... :)
Sarebbe fantastico che Eastwood ora facesse il controcampo della storia proprio con Schettino protagonista, ho già il titolo "Lettera da isola del Giglio" ;-) Cheers!
EliminaEcco, per me è stato proprio quel finale che "termina quando potrebbe andare avanti e diventare ancora più controverso" che non me lo ha fatto amare fino in fondo.
RispondiEliminaPerò, in barba alle sue idee politiche, Clint è sempre immenso.
Mi sembrava l'occasione giusta per parlare di artista e uomo, comunque anche se non la pensiamo uguale politicamente, Clint ha sempre la mia stima ;-) C'era materiale per almeno un'altra ora di film comoda, da un certo punto di vista, una precisa scelta comunque comprensibile e coerente con il cinema di Eastwood. Cheers!
EliminaSono indeciso se vederlo... Ultimamente Eastwood ed Hanks mi hanno dato grossi pacchi
RispondiEliminaUltimamente, ma non questa volta, vai sicuro! ;-) Cheers
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