«La Rivoluzione non è un
pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non
si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta
grazia e cortesia. La Rivoluzione è un atto di violenza.»
Mao Tse-tung
Non volevo darmi un'aria
intellettuale tutto d’un colpo e nemmeno citare la frase iniziale di “Giù la
testa” a caso, ma la citazione di Mao è molto adatta per parlare di questo
film.
Come sapete non ho questo
gran rapporto con
Episodio VII - Il risveglio della Forza, un film che mi ha molto deluso, tanto che ho passato
un anno a discuterne con chiunque (Ciao Valerio), non arrivando ad una conclusione,
continuo a pensare che sia una paraculata, vedremo se con i film successivi,
riusciranno a creare una trilogia coerente, ci spero, ma in ogni caso ho
trascorso l’ultimo annetto da separato in casa con Star Wars, pensate che dalla delusione ho pure
smesso di guardare
Star Wars Rebels che mi stava anche piacendo.
Fin dal suo annuncio,
questo “Rogue One” mi ha dato dieci ragioni per attenderlo e altrettante per
temerlo, mettiamo pure il nome del regista, la presenza di un cast mica male
tra le cose positive, mentre la scottatura di
Episodio VII e il fatto che i prequel
sono storie molto in voga, ma raramente davvero valide, tra i punti negativi.
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Quella sporca (mezza) dozzina. |
La cosa incredibile di “Rogue
One” è che avrebbe potuto sbagliare tutto trasformandosi in un disastro, invece
manda a segno tante di quelle trovate positive da riuscire in un intento mica
da ridere, quello di mandarmi a casa felice dopo aver visto un nuovo film di
“Star Wars”, scusate se è poco.
Per quei due nella
galassia che ancora non lo sapessero, “Rogue One” è il primo spin-off della
saga creata da Lucas, anche se ufficialmente è un prequel, visto che si colloca
prima di “Guerre Stellari” o come si chiama oggi
Episodio IV - Una nuova speranza. Quindi, trovo abbastanza buffa
tutta questa ansia da SPOILER che sembra il più grosso problema che affligge
la razza umana. Calma, tiriamo tutti il fiato, avete visto “Guerre Stellari”?
Bene, allora sapete già come finisce “Rogue One”, solo se siete stati
intrappolati nella Grafite per gli ultimi quarant’anni, siete giustificati.
Ogni fan di questa saga sa benissimo del sacrificio che c’è stato dietro al
recupero dei piani di costruzione della Morte Nera, una delle storie “non
narrate” più affascinanti di questa saga.
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Running as fast as they can, Iron Man lives again! (Cit.) |
Da vecchio giocatore di
avventure grafiche della LucasArts, mi hanno sempre sfiziato i giochi ispirati
al mondo di “Star Wars”, tipo “Dark Forces”, ma anche i più recenti “Jedi Knight”
e, perché no, “Battlefront”, la cui particolarità era presentare personaggi
inediti, incastrando le loro vicende con quelle note della trilogia originale, anzi
scusate LA TRILOGIA e magari facendo fare qualche comparsata illustre ai
personaggi principali.
“Rougue One” fa proprio questo,
inoltre, dà una logica ad uno dei più grossi buchi di Guerre Stellari,
sfruttandolo per far cominciare la trama, avete presente la Morte Nera? La più
grande arma di distruzione della galassia che si può comodamente distruggere
sparando un colpo nel punto giusto? Non era un difetto di progettazione, tra
gli ingegneri Imperiali uno ha volutamente inserito questa debolezza per
favorire la caduta dell’Impero, il suo nome è Galen Erso, ha il faccione
monolitico di Mads Mikkelsen (l’Hannibal Lecter
della serie tv) e una figlia di nome Jyn Erso (Felicity Jones), abbandonata
nella mani dell’estremista ribelle Saw Gerrera (Forest Whitaker), quando papà
venne costretto con le cattive a tornare a lavorare alla stazione da battaglia
dal simpaticissimo (si fa per dire…) Orson Krennic (Ben Mendelsohn), ambizioso
capo della divisione armamenti dell’Impero.
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Morte Nera, per il cattivo che non deve chiedere mai. |
Se c’è una cosa che Star
Wars ci ha insegnato è che i rapporti padre/figlio sono sempre al centro di
tutti i casini intergalattici che tuo papà sia un contrabbandiere rubacuori,
un Jedi passato al lato oscuro della Forza, o il capo progettista della Morte
Nera, finisce tutto a colpi di “Blaster”, stando al nuovo (tremendo) doppiaggio
della celebre arma.
Bisogna dire che non
parte benissimo questo “Rogue One”, dopo la classica “Tanto tempo fa in una
galassia lontana lontana…” (ma niente scritta che sparisce verso l’orizzonte
questa volta) c’è parecchia carne al fuoco, ci vengono introdotti i personaggi
chiave che nel corso del film non hanno ulteriore spazio, quello che
ne esce più danneggiato di tutti è proprio Saw Gerrera, anche per colpa di un
doppiaggio del tutto inadatto e urticante, ma su questo punto conosco un
Ribelle che fa al caso nostro,
l’uomo giusto per questo tipo di lavoro…
Saw Gerrera, con il suo
nome che ricorda volutamente Che Guevara, qui ha davvero poco spazio, ma il suo
passato era già stato raccontato, perché si tratta di uno dei pochi personaggi
dalla serie animata “Clone Wars” che trova spazio in un film della saga, l’altro
era il
generale Grievous. Mi viene da
pensare che tutti i personaggi di quel cartone soffrano di gravi problemi
respiratori, decompressione tra piccolo e grande schermo? Bah, chi lo sa.
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Ora lo sappiamo, anche i cartoni animati invecchiano. |
Per nostra fortuna, con il
passare dei minuti “Rogue One” trova il suo ritmo, Gareth Edwards dimostra di
essere cresciuto anche lui a pane e Star Wars, fin dalla prima inqaudratura si
dimostra subito a suo agio e la cosa che mi ha fatto più piacere in assoluto
è stato vedere che il regista di “Monsters” (2010) e del sottovalutato “Godzilla”
(2014) ha saputo imprimere un tocco personale alla storia, optando per una
palette di colori più oscuri, molto adatti alla storia, mi rifiuto di
utilizzare la parola “Dark”, per colpa di Christopher Nolan ora non la posso
più sentire, a meno che non si parli di gruppi con Robert Smith alla voce.
Avevo dei dubbi anche
sugli sceneggiatori, non tanto per Tony Gilroy che ha scritto tutti i “Bourne”
e diretto quello sbagliato (Legacy), più che altro, per Chris Weitz che ha
scritto
Cenerentola di Kenneth
Branagh e diretto un “Twilight” (Gulp!), devo dire che i due hanno fatto un
mezzo miracolo di equilibrismo, riuscendo a sfornare personaggi riusciti, anche
se pensati per accontentare il reparto marketing. Ad un'occhiata veloce i
protagonisti di “Rogue One” potrebbero essere etichettati come: protagonista
giovane e carina che va di moda ad Hollywood, Han Solo e Chewbecca in versione
discount, un Pakistano (Riz Ahmed quello di
The Night of) e un paio di Cinesi perché sono il
mercato più grosso del mondo e vanno onorati.
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"Tecnicamente parlando io sarei Inglese, come Alec Guinness". |
In realtà, i personaggi
funzionano alla grande, sarà un dato da poco, ma ho già imparato tutti i nomi,
non posso dire lo stesso di tutti i personaggi di Episodio VII, quello che ho
trovato davvero riuscito dei ribelli di questo film, è che risultano
incattiviti dalla guerra, la dimensione del male si misura anche sugli effetti
che esso ha su quelli che lo combattono, in “Rogue One” non ci sono eroi, al
massimo anti-eroi che sparano alle spalle ai traditori della causa dopo
avergli detto “Andrà tutto bene”, che calcolano in percentuale la possibilità
di disastro, o quando va bene (si fa per dire…) si gettano contro il nemico
alla cieca, affidandosi solo alla fede ("La Forza è con me ed io sono un
tutt'uno con la Forza" già frase di culto).
Ho sempre fatto un po’ a
pugni con i film interpretati da Felicity Jones e Diego Luna, invece qui li ho
trovati entrambi molto azzeccati, la Jones nei panni di Jyn Erso in
particolare, sarà pure giovane e carina come Rey, ma non è nemmeno da
paragonare, è una che le cose deve guadagnarsele, una che anche se dice “So
come distruggere la Morte Nera!” nessuno le crede, è una signorina che si tira su le maniche e fa il lavoro sporco, mica una squinzia con il papà famoso, che
prende in mano una spada laser e diventa subito un Jedi, insomma, il tipo di
personaggio che piace a me, che ci volete fare, sono nato ribelle.
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Rebel Rebel, how could they know? Hot tramp, I love you so! (Cit.) |
Questi personaggi sono
talmente sul genere “brutto sporco e cattivo” che persino la quota simpatia del
gruppo, il droide, di fatto, è un'arma rubata al nemico e riconvertita in puro
stile guerriglia, K-2SO, inoltre, ha un pragmatismo più vicino a quello dei
pessimisti che al freddo calcolare dei Robot, per la maggior parte del
tempo sottolinea le (basse) percentuali di successo e ci ricorda, in uno
dei pochi casi della storia del cinema, che trovare dei file nascosti non è
affatto una cosa semplice (specialmente su una nave spaziale grande come un
pianeta) e che bisogna tenere conto delle dimensioni dei file per inviarli.
K2 ha il piglio di uno
che andrebbe da Marvin, l’androide paranoide della Guida Galattica di Douglas
Admas, gli metterebbe una mano sulla spalla e gli direbbe: “Fai bene ad essere
depresso, hai lo 0% di possibilità di uscire vivo dalla tua vita”. Per queste
ragione fa ridere, ma è anche quello che ho trovato simpatico da subito, la sua
resistenza finale è coinvolgente, che poi è la parola chiave parlando della
sporca (mezza) dozzina di “Rouge One”, lasciatemi alzare un pallone ai
“Browncoat” là fuori, i fan della serie tv “Firefly” che sono gli unici che
possono davvero capire che i personaggi di Alan Tudyk sono evidentemente
destinati prima a farci ridere e poi a stenderci con un groppo alla gola che
levati, ma levati proprio.
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“I am a leaf on the wind. Watch how I soar" (Cit.) |
Menzione speciale
doverosa per Donnie Yen, che giova ricordarlo, è il vero motivo per cui la Cina
è stato l’ultimo Paese al mondo che ha potuto vedere
Il Risveglio della Forza, perché era già prevista in patria
l’uscita di
Ip Man 3, noi a Natale
cinepanettoni, loro Donnie Yen (storia vera!). Che qui nei panni di Chirrut
Îmwe, riesce ad essere il primo artista marziale orientale, a non fare la
figura della scimmia ammaestrata in un blockbuster americano, vendicando così
gli sprecati Iko Uwais e Yayan Ruhian, ma, perché no, anche il Tony Jaa di
Fast and furious 7.
Il suo Chirrut è una
“Furia cieca” devoto alla Forza, i combattimenti che lo vedono protagonista
funzionano, anche se probabilmente Donnie Yen non avrà nemmeno sudato per
realizzarli, li avrà considerati gli esercizi che fa tutte le mattina quando si
sveglia prima di fare colazione.
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Chissà come rimbombano le mazzate dentro quel casco. |
Il suo personaggio riesce
a fornire il giusto livello di epica, in una scena in particolare, ma anche a
fornirci la prova concreta che gli Stormtrooper imperiali hanno una mira
veramente di merda, sono anni che li vediamo colpire qualunque cosa tranne che
il loro bersaglio, ora abbiamo le prove: sono più ciecati di Chirrut!
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Con due occhi non ti vedo, con due piedi ti spezzo. |
Donnie Yen forse ancora
non lo sa, ma è appena entrato nel club di Alec Guinness, ovvero il grande
attore che verrà ricordato dal grande pubblico solo per la sua parte in “Star
Wars”, Sir Guinness ci ha messo parecchi anni a fare pace con questa fama, sono
sicuro che Donnie con il suo ego smisurato ci metterà molto meno tempo.
A proposito di grandi
attori del passato, nel film trova spazio anche Tarkin, interpretato da Peter
Cushing nel film del 1977 e qui rimpiazzato da un sosia vitaminizzato a colpi
di computer grafica, normalmente sono contro questo tipo di operazioni, però qui mi ha
fatto piacere vedere che si sono impegnati usando della buona CGI, che ha evitato
risultati imbarazzanti come quello di Jeff Bridges ringiovanito (male) in
quella porcheria di “Tron: Legacy”.
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"Nun me somiglia pe niente!" (Cit.) |
Inoltre, la presenza di
Tarkin non è una strizzata d’occhio ai fan della vecchia guardia, ma un ruolo
concreto che, proprio per questo, non mi ha infastidito, a differenza di un
altro personaggio celebre di questa saga, di cui non vi rivelerò il nome, ma
che compare proprio nell’ultima inquadratura del film, che, invece, ho trovato
davvero una forzatura in odore di pupazzata che avrebbero tranquillamente
potuto evitare, a volte meno è meglio.
Visto che siamo
sull’argomento personaggi celebri della saga (non è uno SPOILER, compare anche
nella locandina del film), l’entrata in scena di Darth Vader funziona alla
grande, specialmente quando il compositore Michael Giacchino accenna la
“Imperial march” di John Williams e come direbbero gli Yankee: “And the crowd
goes banana!”.
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Un'estate al mare. Stile balneare... |
Sapete che non ho
apprezzato per niente l’esagerato “Fan service” (scusa Sergio, non lo dico più
giusto) di
Episodio VII, mi sono
posto il problema mentre guardavo “Rouge One” ho proprio pensato: perché questo
mi sta piacendo e quell’altro mi ha irritato e basta? Anche qui c’è qualche
strizzatina d’occhio ai fans, la prima arriva dopo 25 minuti di film (piccola,
ma presente, giusto per dirne una), mi sono dato una risposta: tutto il
secondo atto del film ha l’obbiettivo d'incastonarsi in un'iconografia già
esistente e molto nota, cosa che è ben diversa dal pescare dal passato, per
mettere in scena qualcosa e venderla come “nuovo”, virgolette obbligatorie.
Gareth Edwards, lo ammetto
candidamente, è stato il principale motivo per cui ero quasi più interessato a
questo “Rouge One” che a
Il risveglio della Forza, il ragazzo sa davvero come gestire un film ad alto budget: più
i dettagli da portare in scena sono tanti e massicci, più lui diventa una
macchina da guerra dietro la cinepresa, motivo per cui la battaglia finale è
grandiosa, state pure tranquilli che ricorderemo la battaglia di Scarif come
una delle più riuscite dell’intera saga di “Star Wars”, lassù nell’empireo dei
nostri cuoricini insieme a quella di Endor o di Hoth.
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"Arruolati nell'Impero dicevano, vedrai posti bellissimi dicevano!". |
Il tutto senza perdere il
gusto per un tocco quasi autoriale, ho trovato azzecatissimi Jedha City con i
suoi echi mediorientali, una città polveriera pronta ad esplodere, perché
piegata da un assedio militare che, volendo, potrebbe essere letto come una
metafora, non voglio buttarla giù troppo dura, ma Edwards è riuscito nei limiti di un blockbuster natalizio PG-13, a ricordarci che la guerra è brutta e
cattiva e che chi la combatte rischia di perdere tutto, anche l’umanità per la
causa, in questo il monologo finale di Cassian è credibile, travolgente, ma è
la negazione del classico discorso motivazionale pre battaglia a cui Hollywood ci
ha abituati tutti.
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Le forze di occupazione Americane Imperiali. |
Questa sporca (mezza)
dozzina di partigiani che combattono per la libertà sono pronti all’estremo
sacrificio, roba da farti patteggiare totalmente per loro, tanto che ad un
certo punto ti devi chiederti: "Siamo sicuri che questa roba sia davvero stata prodotta
dalla Disney?".
I personaggi sono così
azzeccati per questo tipo di storia e Gareth Edwards fa un lavoro talmente
ottimo, che riesci addirittura a dimenticarti il dettaglio (non proprio
insignificante) che tu sai già come finirà questa storia, che poi è l’unico
modo possibile per giustificare l’esistenza di un prequel.
Si passa dal groppetto in
gola (storia vera) al fomento per la battaglia, al totale coinvolgimento di un
finale che di Disneiano (e Natalizio) ha poco (aggiungerei per fortuna), per poi
incastrarsi perfettamente nei binari che conosciamo, motivo per cui tutta
questa ansia da “Spoiler” è più che mai assurda.
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"La Forza sarà pure potente, ma un grosso fucile è meglio". |
L’ultimo regalo Edwards
lo piazza nel finale, il controcampo di quella mitica scena, quella che
ricordiamo tutti come uno dei più incredibili momenti cinematografici di
sempre, la prima volta da bambini in cui quella porta scorrevole si è aperta e
ha fatto il suo ingresso un cristone nero vestito, che ansimava da dietro una
maschera. Qui lo vediamo poco in azione, ma se non fossi venuto su guardando
Star Wars a ripetizione, mi sarei fatto domande come: "Chi è quel tipo? Chi sono
i Jedi?
Ce ne sono altri come
lui?". Ovvero quello che un prequel dovrebbe sempre fare, roba da uscire dal
cinema ed andare subito a casa a mettere su il DVD di
Guerre Stellari.
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Vader, Fener, chiamatelo come volete, come entra in scena lui non lo fa nessuno! |
Per motivi puramente
anagrafici, mi sono perso La Trilogia, un dettaglio che mio padre non perde
occasione di ricordarmi, lui si che nel 1977 andò in sala a vedere lo Star Wars
giusto e ci portò pure mia madre, mia madre! A cui non frega un'infiocchettata
di questi film ha visto Guerre Stellari ed io? La “Prequel Tragedy” o al
massimo quello di GIEI GIEI Abrams.
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La Forza scorre potente in quest'uomo. |
Gareth Edwards mi ha
fatto ricordare perché Darth Vader era il mio personaggio preferito della saga
(poi è arrivato Yoda, e allora ciaone!), ma soprattutto fin’ora è stato l’unico
che è riuscito a lasciarmi galvanizzato dopo aver finito di vedere un nuovo
film di Star Wars. Grazie Gareth, mi hai fatto fare pace con questa saga.
"La Forza è con me
ed io sono un tutt'uno con la Forza".
Hai fatto venir voglia di vederlo anche a me, che non vedo film di Star Wars da trent'anni :-D Questo poi dovrò vederlo per forza (capito? Per "forza"!) perché c'è il maestro Donnie.
RispondiEliminaA proposito, appena sposati i miei genitori hanno visto al cinema "Dalla Cina con furore", guadagnandosi la mia eterna invidia :-P
E’ un anomalia, uno dei pochi film moderni, che pur essendo parte di una saga, può essere visto da solo, una vera rarità ormai, e poi cavolo Donnie Yen! Restando nel PG-13, si mangia tutto il film ogni volta che entra in scena! Fai i miei complimenti ai tuoi per il loro buon gusto cinematografico ;-) Cheers
EliminaBella la tua recensione, sempre nel dettaglio e nelle curiosità :)
RispondiEliminaIo l'ho fatta di pancia... Perchè sto "Rogue One" mi è piaciuto un botto, tanto da darmi carica!
Ti ringrazio, la tua devo ancora leggerla, giornata incasinata oggi, ma rimedierò! In ogni caso hai ragione, è una bombetta, anche a me è piaciuto un sacco. Cheers!
Eliminasiamo in linea , interessante il parallelismo con Marvin!
RispondiEliminaAnche questa volta direi. Dopo l'androide paranoide, abbiamo l'androide pessimista ;-) Cheers
EliminaSe il mio warsie di fiducia lo promuove, sono fiducioso <3
RispondiEliminaTi ringrazio moltissimo per la fiducia, vai e divertiti, aspetto il tuo parere poi ;-) Cheers
EliminaL'ho visto giusto ieri sera e mi ē piaciuto abbastanza. La prima parte ho fatto un po' di fatica ma nella seconda si riprende di brutto fino ad un finale da orgasmo.
RispondiEliminaE comunque a me era piaciuto tanto (piú di questo tra l'altro) anche episodio Vii
Bene sono contento che ti sia piaicuto, la prima parte è quella che ha subito più rimaneggiamenti ed è anche la più macchinosa, il finale invece va in crescendo ;-) Cheers
Eliminahai mai visto "These final hours"? buon film australiano apocalittico di qualche anno fa.....
RispondiEliminase lo hai visto sai già quale scena gli è stata direttamente plagiata
No mi manca, ma hai detto due parole chiave “Australiano” e “Apocalittico” che già prese singolarmente mi sfiziano figuriamoci insieme, indagherò, grazie per la dritta. Cheers!
EliminaDe nada .....😉😉😉
EliminaMi metto alla ricerca, ora ho la pulce nell'orecchio che morde ;-)
EliminaNon ho parole per sto film , so solo che son dovuto andare a vederlo due volte al cinema :D
RispondiEliminaPosssono inventarsi tutti i Kylo Ren del mondo ma come Darth Vader non c'è nessuno…e sai che a me il VII è piaciuto eeeeh. ma quando entra in scena LUI…io smetto di respirare … :D
Al massimo iniziamo tutti a respirare con l'asma ;-) Lo so e sono contento che ti sia piaciuto così tanto, spero che nella testa della Disney sia arrivato il messaggio, osare con qualcosa di un minimo più adulto funziona e piace al pubblico. Spero di riuscire a rivederlo in questi giorni festivi, magari in lingua originale ;-) Cheers
EliminaQuesto spin off mi è piaciuto. Sì, dai, per fortuna non è una pagliacciata. Ha però qualcosa di diverso rispetto alla serie, qualcosa in meno e a volte qualcosa in più. Quello che manca, "pesa", ma finché lo considera uno spinoff, lo si accetta ed è tanta grazia.
RispondiEliminaA caldo mi era piaciuto molto, poi a freddo, riflettendo, vedi alcuni gap, debolezze e ti rendi conto che una volta visto, via, è fatta, la storia la sai e non lo rivedrai 20 volte come la serie originale e la nuova trilogia. Perchè? perchè la "forza" (ma anche la consistency, la profondità e l'epicità) scorre a corrente alternata: poco all'inizio, forte alla fine. Da tener conto che il film beneficia molto dell'allure di SW: vedi un x-wing che plana su un pianeta e già godi. Senza gli "occhiali" di SW, guarderemmo il film con tutt'altri occhi sdolcinati. Cmqe, ripeto, sono contento.
COSA MI E' PIACIUTO (SPOILER MINORI):
- il droide k2 è un mito, voglio un film solo con lui.
- belli anche gli altri personaggi comprimari
- il timore x il pussy power è contenuto
- alcune scelte coraggiose, non proprio Disney di Natale
- final batte
COSA NON MI E' PIACIUTO
- Diversi personaggi poco sviluppati, peccato.
- le prime due location (mercato, base dei piani) hanno l'aria di essere piccoli set e che il budget dedicato sia stato basso
- darth vader: non mi ha entusiasmato. E' un po' imbolsito e il doppiaggio ita doveva essere aggiustato in post produzione (il doppiatore è invecchiato, cazzo, sembra mio nonno)
- zero spade laser!
- Donnie Yen: doppiaggio ita non gradevole, sembra il china del take away. E poi il maestro shaolin cieco è un clichè troppo vecchio ed abusato. E va bene tutto, ma un cieco che abbatte un Tie...!
Su metacritic il giudizio medio è 65%. Forse bassino, io sarei più generoso...ma ho ancora su gli occhiali SW!
In generale sono d'accordo con te, è un film che sfrutta l'epica (e la malinconia) di "star Wars senza far finta di inventare cose nuove che nuove non sono (Vero GIEI GIEI Abrams?), questo me lo riguarderà di sicuro ;-) Cheers
EliminaBello, bello! E dopo episodio VII volevo proprio che fosse bello :)
RispondiEliminaCi voleva, avevamo bisogno di questo film per fare pace con Star Wars ;-) Cheers
EliminaConcordo con tutta la rece, io sono stato molto più sintetico e superficiale ma il succo è quello.
RispondiEliminaUnico appunto la musica, su quella non ci siamo.
Ma è perdonabile.
Non sono mai stato sintetico in tutta la mia vita, ma sono felice che la pensiamo alla stesso modo ;-) Cheers!
EliminaEcce recensione https://doppiaggiitalioti.wordpress.com/2016/12/31/nome-in-codice-rogue-uno-ladattamento-italiano-di-rogue-one/
RispondiEliminaPuoi finalmente aggiornare il link nell'articolo! Ahah
F-F-Fatto! :-D Grazie mille! Cheers
EliminaSabbath ❤❤❤
RispondiEliminaConvengo con te che è l'unico film realizzato nel "nuovo corso" che mi piace!
Ho anche gradito il fatto di non "vedere spade laser" ossia la battaglia Sith-Jedi: essendo uno spin-off mi sta bene che l'attenzione verta su altro e che tutto il resto della storia principale rimanga sullo sfondo!
Ti dirò, non avessi visto comparire Lord Fener non mi sarebbe dispiaciuto affatto...però non c'è niente da fare: quando entra in partita è sempre un bel vedere!! 😍
Si quella scena funziona, ma questo film è forse l'unico, pensato per noi vecchi appassionati, gli altri sono giunto alla conclusione, che non siano più per noi. Cheers!
Elimina"questo film è forse l'unico, pensato per noi vecchi appassionati, gli altri sono giunto alla conclusione, che non siano più per noi"
RispondiEliminaTi prendo in prestito queste parole, perché riassumono il mio punto di vista: è chiaro che questo film sia stato pensato per chi, quando è andato a vederlo, aveva almeno più di venti-venticinque anni sulle spalle.
Ci sono eroi abbastanza defilati: non sono malvagi, ma non si fanno problemi ad usare sotterfugi (fermo restando che, comunque, gli stormtrooper sono trattati come cattivelli di bassa lega, e non soldati normali, coi loro cazzi e mazzi cui badare). Credo che un po' tutti svolgano bene il loro ruolo: non c'è bisogno di affezionarti, non sono stati concepiti per essere coinvolgenti emotivamente. sono i sacrificabili (per dirla alla rat-man).
In compenso, il film porta una serie di location nuove per la saga (Scariff è il posto che visiterei nella galassia galassia lontana, possibilmente sul lato del pianeta distante dal centro imperiale), i lritorno a quel design rugginoso, coi mezzi che recano i segni di scontri a fuoco. I death trooper (gli all blacks) sono stati una gradita aggiunta.
Ottima la scena con Fener sul finale e il modo in cui il film cerca di collegarsi al capostipite del 77...non liscia come dovrebbe, ma apprezzabile lo sforzo e sicuramente 100 volte meglio della saga di Rey Mary Sue.
Quando uscì sembrava un passatempo in attesa dei "veri" Star Wars, ora molti lo hanno rivalutato anche grazie a "The Mandalorian" che ha messo in chiaro che questa era la strada giusta e che la transmedialità della saga ha quasi vinto, "Clone Wars" ignorato per anni dai fan duri e puri, ora riceve più attestati di stima della trilogia penosa di GIEI GIEI. Ma si sa che saltare sul carro è quasi una specialità olimpica ;-) Cheers
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