giovedì 6 ottobre 2016

Rollerball (1975): Jonathan! Jonathan! Jonathan!


La fantascienza distopica degli anni ’70 ci ha regalato molte gioie e altrettanti titoli memorabili, forse “Rollerball” non è uno dei più celebri, ma questo non mi ha impedito di vederlo cinquecento volte, perchè è proprio il tipo di storia che piace a me, capace di mescolare discorsi sulla società, sull’individuo allo sport.
Magari non sarà un film impeccabile e gli anni che si porta dietro un po’ si notato, ma ancora oggi è un film unico e coinvolgente, potrebbero anche esserci gli estremi per il Classido!



Siamo nel futuro, nell’anno 2018, lo so fa ridere, ma abbiamo ancora due anni per allinearci alla realtà del film.

In un'asettica società futura post guerre corporative, tutto è saldamente controllato dalle mega multinazionali che gestiscono ogni aspetto della vita dei cittadini, tenuti scientificamente sotto controllo grazie al controllo delle informazioni, ad un sapiente utilizzo di sostanze di varia natura, un mondo “perfetto”, con una sola valvola di sfogo: il Rollerball.


Il campo da gioco, sul parquet è più facile pulire il sangue.
L’unico sport del mondo, appassionati di calcio, mi spiace vi è andata male, tanto violento da sublimare tutti gli istinti umani, specialmente quelli di ribellione. Il Rollerball sembra il frutto di una notte d’amore tra l’Hockey e il Football americano, il campo da gioco è una pista di pattinaggio tonda e pure leggermente inclinata con due canestri/porte in cui si segna oppure da difendere al seconda del momento di gioco.

I giocatori, casco in testa, pattini a rotelle ai piedi (anni ’70 bimba!), guanti borchiati, poche protezioni e soprattutto huevos (grandes!) inseguono una boccia di ferro del peso di 5 KG, sparata da un cannone ad aria compressa, insomma: pattinano alla ricerca della sfera come se fossero dentro un enorme Flipper. Alcuni giocatori sono alla guida di una motocicletta corazzata, alla quale i compagni di squadra possono appendersi per darsi lo slancio, tipo Marty McFly con lo skateboard, per capirci.

That's the power of love (si più o meno, si fa per dire).
Ogni “goal” vale un punto, vince chi segna di più, le regole sono grossomodo tutte qui, gli arbitri intervengono (raramente) assegnando minuti di penalità ai giocatori che picchiano eccessivamente, ma i loro fischietti mettiamola così, non sono propriamente roventi.

Nella squadra dello Houston, impegnata a mantenere il titolo di campione del mondo, gioca Jonathan E. (il grande James Caan), il capitano ha guidato i suoi colori in tante vittorie, è il giocatore più famoso al mondo, in pratica il Michael Jordan del Rollerball. Malgrado la corporazione spinga in tutti i modi per convincerlo a ritirarsi, il nostro Johnny non ne ha nessuna intenzione, ancora baldanzoso sul campo, ma anche fuori, dove cerca in tutti i modi di scoprire qualcosa sulle misteriose guerre corporative, volutamente cancellate dalla storia e dai ricordi.


Cosa c'è di più anni '70 dei pattini a rotelle?
Scritto da William Harrison e diretto dal solido Norman Jewison (“Jesus Christ Superstar”, ma anche “La calda notte dell'ispettore Tibbs”) uno che non è nuovo a film di critica sociale, “Rollerball” da questo punto di vista è davvero riuscito, in questo film di fantascienza distopico non è difficile riconoscere tante idiosincrasie della nostra società, ad esempio, lo sport come oppio dei popoli, d’altra parte i Romani dicevano “panem et circenses”, no? Detto che vale ancora oggi: possiamo avere mille problemi veri, ma ci si scanna per il rigore non concesso.

Girato quasi interamente in Germania, l’Audi Dome, campo della squadra di basket F.C. Bayern München venne trasformato per alcuni giorni della pista da Rollerball, persino il vicino palazzo BMW di Monaco è stato camuffato, diventando la sede della società Energy, dove Jonathan E. incontra Bartholomew (John Houseman) all’inizio del film.


"Al mio segnale, scatenate l'inferno" (Cit.)
Il campo era talmente ben realizzato che nella pause tra una ripresa e l’altra, il cast e gli stuntmen organizzavano partitelle di Rollerball, tanto per ammazzare il tempo, per fortuna, a differenza delle voci circolate intorno alla produzione, sul set nessuno è morto per l’eccesso di violenza: si chiama cinema gente, è bellissimo, ma essenzialmente finto.

Ecco, spiegatelo al pubblico invitato a riempire gli spalti, il gioco piacque così tanto che già si rumoreggiava di mettere su una vera squadra, cosa che ha fatto venire i capelli bianchi a Norman Jewison, visto che il suo intento finale era quello di fare un film anti violenza. Ma consolati Normy: ancora oggi in uno strambo Paese a forma di scarpa, ci sono persone incapaci di capire la Satira.

Il film ha risentito un po’ del passaggio del tempo, vuoi per i pattini a rotelle o per i vestiti indossati dai personaggi fuori dal campo, è impossibile non notare che si tratta di un film degli anni ’70, se proprio devo dirla tutta, fin dalla prima visione, ho sempre percepito la differenza di ritmo tra le parti del film relative alla partite dello Houston e quelle fuori dal campo.


"A sinistra, passaggio a sinistra! Mai fidarsi di un terrestre James Caan, ragazzi!" (Cit.)
Le partite sono frenetiche, violente e utilizzando inquadrature molto ravvicinate, è chiara la volontà di fornire il punto di vista dei giocatori, una differenza stilistica netta con le scene fuori dal campo, che hanno un ritmo molto lento, ma sono comunque necessario per approfondire il mondo in cui “Rollerball” è ambientato.

Norman Jewison non ha mai nascosto di essersi ispirato a Stanley Kubrick per queste porzioni di film, in particolar modo al capolavoro “Arancia meccanica” (1971), specialmente nella scena della festa per il ritiro di Jonathan (di cui il capitano non vuole sentir parlare) l’influenza di Kubrick è palese: uso ripetitivo degli zoom, musica classica in contrapposizione con le immagini. Uno dei miei momenti preferiti del film è l’inizio, quando viene preparato il campo da gioco e i giocatori si vestono per la partita, come se andassero ad un funerale (il loro), sulle note Toccata and Fugue in D minore di Bach.


Il futuro come lo immaginavano negli anni '70.
Più Jonathan E. cerca di ribellarsi alla volontà delle multinazionali, più loro cercano di convincerlo a ritirarsi applicando modifiche al regolamento di gioco. La colpa di Jonathan, oltre ad una curiosità legittima, ma fastidiosa per i potenti, è quella di essere diventato più famoso del gioco stesso, ad ogni partita il regolamento cambia, le penalità già quasi assenti vengono annullate poco prima della partita contro il Tokyo.

La squadra giapponese è temibile perché, come dice il Coach, è mossa da uno spirito da Samurai ed allenata con precetti presi dalle arti marziali, sarà... Ma Moonpie (John Beck) per tutto il film porta avanti il suo tormentone: “I Giapponesi sono bassi”.


Saranno pure bassi, ma mi sembrano sul nervoso andante.
Moonpie è un personaggio di culto, i baffoni di John Beck sono comparsi in parecchi film, qui ha il compito di interpretare uno spaccone muscoloso che sarà pure un cliché baffuto, ma è un tipo di personaggio credibile, se avete familiarità con gli sport professionistici americani, saprete che non è raro trovare qualche Mr. Muscolo schierato sul campo con il compito preciso di fare da guardia del corpo alla super star della squadra, se qualcuno fa fallo sulla stella, l’azione dopo arriva il Moonpie di turno a restituire il favore, per non fare nomi, quello che faceva Bill Cartwright per Michael Jordan nei suoi anni ai Chicago Bulls.

"Non avrete mica dei problemi con il mio amico Johnny, vero?".
Ora, io da appassionato di basket con questo film ci sono sempre andato a nozze, restando all’interno del regolamento, sono sempre stato un giocatore, diciamo abbastanza fisico, ecco...E' un gioco di contatto, no? Quindi sportivamente ci si picchia, l’escalation di violenza del film è percepibile anche dall’ultimo degli spettatori, ma se avete sudato su un campo, forse sarà più facile capire cosa vuol dire fare a cazzotti senza supporto arbitrale.

La partita contro il Tokyo è una tonnara, la cosa più spassosa è il pubblico che incita la squadra di casa muovendo i pugni in aria in stile Cobra Kai, cantilenando la martellante Ganbare Tokyo! Ganbare Tokyo! Che tradotta dal Giapponese suona una cosa tipo “Fai del tuo meglio Tokyo”, incitazione in pieno stile fair-play che stona lievemente con le mazzate che volano in campo, citofonare Moonpie per conferma.

James Caan è impeccabile sotto il caschetto di Jonathan E. Norman Jewison lo ha scelto per la parte del capitano dello Houston dopo averlo visto recitare la parte del running back dei Chicago Bears Brian Piccolo, nel film per la tv “Brian’s song” (1971). Se chiedete a me, malgrado Caan sia un attore celebre per un sacco di ruoli, tipo quello del focoso Santino Corleone ne “Il Padrino - Parte I” (1972), ogni volta che penso a lui mi immagino la sua maglia arancione numero sei mentre pattina al grido di Jonathan! Jonathan! Jonathan!


Jonathan contro il sistema (METAFORONE mode: On!).
James Caan con il suo fisico da taglialegna è perfetto per il ruolo di moderno gladiatore, rocciosità fisica che torna buona nella partita finale tra Houston e New York, giocata senza falli, ma soprattutto senza limiti di tempo, un massacro dove i giocatori cadono uno dopo l’altro.

“Rollerball” è proprio il tipo di film che mi piace perché è un inno all'individualità dell’uomo, costretto a lottare per non essere soffocato dal sistema, il tutto utilizzando lo sport come metafora di vita e satira sociale, una presa di posizione ideologica drittissima, che si riassume nel massacro finale, l’ultima partita che si conclude con quella sequenza maestosa e silente, interrotta solo dal coro del pubblico. Non li fanno più i film come questo: dritti, crudi, tosti, come un cazzotto nelle costole dato a gioco fermo.


Ancora oggi, uno dei più grandi finale di sempre.
Esiste anche un remake del 2002 che ricordo solo pasticciato e pieno di fronzoli inutili, lo rivedrò solo perché è stato diretto da John McTiernan, quindi una seconda occasione la merita. Per ora, mi tengo l’originale, visto tante volte, ma sempre coinvolgente e condivisibile nel suo satirico messaggio di fondo.

Jonathan! Jonathan! Jonathan! Jonathan!

34 commenti:

  1. Ottimo modo di iniziare una giornata che si preannuncia plumbeaa.
    Film bellissimo, d'accordo che ha qualche momento di stanca e a volte eccede nel metaforone mode (es: scena degli alberi), ma giustamente classico (o classido).

    [SPOILER]

    L'unica cosa che non ho mai capito è perché il diavolo di manila sia bianco (manila, apprendo da wikipedia, è nelle filippine), oltre ad essere, sostanzialmente, un fagianotto. Ma dovrei rivederlo in lingua originale, per capire se Manila non sia in realtà una licenza poetica dei nostri doppiatori.
    Brividi sulla scena finale, e quel sapiente uso del suono: quando nel silenzio tombale monta il grido "jonathan!jonathan!jonathan", si piange...

    [/SPOILER]

    Ma le "vie della violenza" sempre con un (vecchio e) monumentale james caan l'hai visto?

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    1. Gli anni si notano e le parti fuori dal campo sono fondamentali, ma non certo le migliori del film. Il finale invece è una bomba, ancora oggi resta potentissimo!

      Nel film si parla di altre squadre di Rollerball, oltre a quelle che vediamo giocare (Houston, Madrid, Tokyo e New York) vengono citate Roma, Pittsburgh e Manila. Quindi potrebbe essere una piccola licenza poetica, una specie di nome di battaglia guadagnato sul campo giocando con il Manila, sue ex squadra di provenienza, in originale mi pare la frase sia “Our new speedball from Manila” se non ricordo male.

      E’ quello con Benicio Del Toro vero? Ne avevo visto un pezzo in qualche passaggio tv, dovrei recuperarmelo, così come “Las Vegas” la serie tv in cui ha recitato Caan per anni, e che non sono mai riuscito a vedere DOH! ;-) Cheers

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  2. Rollerball è pura poesia. Per me è perfetto anche nei ritmi anni '70, i dialoghi non sono mai inutili e descrivono un mondo distopico da cui voler fuggire (l'ingiustizia del "furto" della moglie per un vezzo di un potente è efficace), oppure sfoggiano ambienti (quelli in Germania) che ancora oggi sembrano fantascientifici, seppur gli interni e i costumi rimangano indissolubilmente anni '70 (uno strascico della "space era" degli anni '60). A quel punto gli scontri sul campo da rollerball diventano il perfetto sfogo oltre che fonte di ansia per lo spettatore preoccupato per la vita di Jonathan, specialmente quando comincia l'escalation di violenza premeditata da parte dei dirigenti. La soddisfazione finale è solo fugace perché sappiamo che non c'è un futuro per il protagonista, i drammatici zoom su fermo immagine di Jonatan e la musica d'organo ce lo ricordano.
    Il vero protagonista però è l'adagio di Albinoni.
    Insomma, fuori dalla pista da rollerball, visivamente, il film è invecchiato, ma il messaggio è ancora valido e la storia viene narrata efficacemente. Un capolavoro.

    Inutile dire che non ho mai visto il remake e mai lo farò.

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    1. Assolutamente d’accordo con te, lo stacco tra le parti fuori dal campo e quelle con i pattini a rotelle è netto, funziona proprio per quello, in abiti civili Jonathan cerca di sfruttare la sua reputazione per fare chiarezza e avere risposte, potrà anche vincere tutto e avere la folla che urla il suo nome durante le partite, ma deve stare al suo posto in questa società “perfetta”, quel finale lì è epico e drammatico, ma è anche una vittoria di Pirro, da spettatori non si può non tifare per il protagonista e la sua ribellione, ma sono proprio le parti della storia ambientate fuori dal campo che ci danno la certezza che per Jonathan (e la società del film) non può esserci futuro.

      Del remake ricordo poco, un giorno lo rivedrò solo per via del suo regista, ma è più facile che prima decida di rivedermi questo ;-) Cheers

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    2. Anche io prima stavo per descrivere il finale come "una vittoria di Pirro" :P

      Il remake lo devi vedere e recensire così mi leggo il tuo articolo e mi risparmio due ore di abominio. Mi è bastato leggere che non c'era niente di "politico" nel rifacimento per tenermene alla larga.

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    3. Sempre più convinto che tu abbia poteri telepatici ;-) Da quello che ricordo (poco) posso confermare, abbi pazienza, il commento arriverà, ho dei piani a lungo termine ;-) Poi se posso evitare un proiettile cinematografico a qualcuno mi fa sempre piacere. Cheers!

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  3. Dimenticavo di dire che la prima volta lo vidi registrato in TV, mi pare La7, e avevano una copia antichissima e scurissima dove non si distingeuva quasi niente, difatti le scene del party (quando vanno a far esplodere gli alberi) pensavo fossero notturne.
    Quando comprai il DVD fu come vedere un nuovo film... eppure, già da quella visione sbiadita e scurita, lo adorai subito.

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    1. Sai che questa cosa della visione scurissima mi sollecita dei ricordi anche a me? Ai tempi comprai la VHS su imbeccata paterna, ed in effetti notammo questa cosa delle scene scure. Qui purtroppo ho un buco di memoria, mi pare di ricordare che quella copia in VHS rimase danneggiata (troppe visioni? Probabile), quindi, sempre se non ricordo male, registrammo il film dalla tv, e riponemmo il nastro nella custodia della vecchia VHS. In ogni caso anche questa seconda copia era parecchio scura! Facile che abbia registrato il passaggio televisivo su La7 di cui parlavi tu ;-)

      Devo verificare, ma forse mio padre ha anche una copia in DVD del film, tanto per stare tranquilli ;-) Cheers

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    2. Se ritrovi la versione scura mi controlleresti se per caso non abbia i titoli tradotti in italiano? Sognare è gratis!

      Mi ricorda anche Brazil che passava sulla Rai in una versione coperta da una nebbia impenetrabile.

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    3. Proverò a fare una verifica, avevo già intenzione di controllare i VHS che ho a casa dei miei ;-) “Brazil” in effetti era affetto dallo stesso problema, hai ragione. Cheers

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  4. Visto a 9 o 10 anni ed ovviamente la sua violenza mi colpì moltissimo. Diventato subito un mito per me, chiesi a mia madre di farmi la maglietta rossa con il numero 6 di Jonathan (non lo fece per non rovinare la mia maglietta rossa). Ovviamente non ci vidi il messaggio originale ma solo un film ganzo di un uomo contro tutti e tutto... Negli anni 90 trovai il DVD nel cestone del supermercato e lo acquistai per poche lire e visione dopo visione ho apprezzato il film per quello che veramente è.
    Un bel film pieno di ricordi :)

    Complimenti come al solito per la recenzione.

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    1. Ti ringrazio, in effetti ci stanno tornando a tutti quanti un sacco di ricordi legati al film ;-) Mentre cercavo foto in rete per questo post, continuavano ad uscirmi un sacco di siti che vendono magliette numero 6 ispirate al film, sai che quasi quasi ;-) Cheers

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  5. Sai questo film lo conosco un sacco bene perchè ha ispirato ha ispirato il gioco di Blood Bowl!
    Davvero un bel classico :D

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    1. Hai ragione! Ma mi sa che esisteva anche un videogames più vecchio ispirato a Rollerball, forse si chiamava Speedball o qualcosa del genere, me lo ricordo abbastanza bene, dovrei verificare. Cheers!

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    2. Cavolo cosa mi avete ricordato ! Vero il gioco si chiama rocketball per C64 (ho ancora le cassette) Mi era venuto in mente di collegare il mio C64 ma ora con le nuove TV non funziona io non ci sono riuscito.... :)
      Grandi

      Ho trovato questo su youtube : https://www.youtube.com/watch?v=K7KWfeqolR8

      :)

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    3. Almeno dall'immagine iniziale, l'omaggio a "Rollerball" è palese, tienitele strette quelle vecchie cassette ;-) Cheers

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    4. Ordinato cavo su ebay :) vediamo cosa funziona e pensare che tutto la mia passione per i PC e giochi partì da un film con una frase: Giochiamo alla Guerra Termonucleare Globale :) Magari è lo spunto per una tua prossima recenzione.

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    5. Un giorno mi dovrò rivedere anche "Wargames" grazie per l'assist, giusto per restare in tema di sport e giochi ;-) Cheers!

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  6. Visto da ragazzino e l'immagine di Caan nel finale, con il fuoco, mi ha accompagnato per anni: davvero un film che ha fatto epoca e ha lanciato la scintilla di tanti film sui "giochi di morte" futuri. (Anche una bella spinta l'ha data un altro capolavoro troppo spesso dimenticato, uscito due mesi prima di Rollerball: un certo Death Race 2000...)
    Da ragazzino James Caan contendeva a Burt Reynolds la bandiera del maschio esagerato: sia che in TV apparisse il baffo che il ricciolino, gli ormoni femminili ribollivano! :-P Prima di "Alien Nation", per me Caan era solo il mitico attore di Rollerball!
    Ah, tempo fa hanno ricoverato un folle urlante e si è scoperto essere McTiernan, impazzito dopo che ha dovuto dirigere quella busta di diarrea che è il remake di Rollerball. Bravi attori per un peto di film che fa finta di essere adrenalinico ma è mille volte più statico dell'originale: ovviamente è scomparsa ogni critica politica, è solo gente che fa caciara sperando che lo spettatore non si accorga che il film è liquame maleolente e basta...

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    1. “Death Race 2000” è una bombetta, Roger Corman al suo meglio, con Stallone nei panni del tamarrissimo cattivo Italo-Americano ;-) “Alien nation” è un’altra meraviglia vista tante volte da ragazzetto, una volta di queste me lo riguardo, anzi, grazie per avermelo ricordato!

      Di quel remake ricordo poco, giusto Rebecca Romijn, un cameo degli Spliknot a caso, mi pare ci fosse un rapper (LL Cool J? Bah…), e una pazzesca scena tutta in notturna completamente senza logica, il film dello scandalo di Mctiernan, dentro e fuori i cinema. Mi sembrava una tamarrata inutile ai tempi. Cheers!

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    2. LL Cool J al suo peggio, un supercoatto inutile. Non è solo un brutto film, è anche molto fastidioso. Da far vedere a quelli che ancora pensano che sia giusto fare remake :-P

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    3. Allora era lui, ho dei flash di bruttezza assoluta ;-) Cheers

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  7. Questo si che è un cult! Ci sono affezionato anche perché da piccolo giocavo sempre a Speedball, un videogioco per C64 che a Rollerball era ispirato non so quanto ufficialmente :)

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    1. Eccolo! Allora mi ricordavo bene che si chiamava "Speedball" ;-) Un cult che non potevo non omaggiare, visto troppe volte ;-) Cheers

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  8. Il remake lascialo perdere tranquillamente... Non vale le due ore che ci metti a vederlo.
    Anch'io adoravo speedball sul C64!

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    1. Giusto per tenere tutto informati sulla questione remake. Cheers!

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  9. https://www.youtube.com/watch?v=PRaNOUKFPQw speedball
    https://www.youtube.com/watch?v=K7KWfeqolR8 rocketball

    Il tema c'è ma per rocketball sono stati molto più sfacciati :)

    Comunque a speedball non ci ho mai giocato

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    1. Si decisamente più sfacciati ;-) Confermo, che quello a cui giocavo io era Speedball. Cheers!

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  10. Ma che film! Che film!! Non posso che non essere d'accordo sulla tua recensione: è una metafora che anche oggi che siamo OLTRE il 2018 risulta validissima!

    Sarei curioso di scoprire qualche aneddoto sul come hanno deciso di inventarsi il rollerball, che so, tipo una riunione! Comincia il primo: "allora io farei una roulette gigante ma senza tacche..." e così via...

    Non sapevo del luogo dove era stato girato né tantomeno del camuffaggio della sede della BMW...e pensare che ci sono pure stato! 😄

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    1. Non lo so proprio e purtroppo non ho trovato notizie in merito, eppure è uno sport con regole più definite rispetto a che so, il calcio ;-) Potrebbe essere praticato come lo vediamo nel film, e funzionare, quando si parla di fantascienza si tira in mezzo sempre la “world building” ecco, qui è stata fatta benino direi ;-) Cheers!

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    2. Almeno nel rollerball non ci si incazza col fuorigioco! 😄😄

      Visto che siamo in tema: io, come ormai sai, non posso non essere un estimatore di John McTiernan per la quantità di film Classidy e ClassiDave che è riuscito a sfornarci...però...eee PERO'.... Sai dove voglio andare a parare, no? 😉

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    3. Pensavo proprio al fuorigioco quando ho scritto quella frase (ed io non capisco nulla di calcio) ;-) Detto questo, il post sul “Rollerball” di McTiernan è uno di quelli a cui voglio più bene per il semplice fatto che mi sono divertito a raccogliere tutte le informazioni per scriverlo. Cheers!

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    4. Andrò a leggerlo allora...ma giusto perché l'hai scritto tu, eh! 😀

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    5. Troppo gentile grazie! ;-) Cheers

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