Abbiamo
lasciato Rick e i suoi alle prese con le prime schermaglie con la comunità dei “Sussurratori”,
il nuovo volume di The Walking Dead mena ancora un pò il can per l’aia, prima
di menare il suo colpo più duro nel finale!
La serie
creata da Robert Kirkman ha fatto parlare un sacco di sè, non solo per il suo
sbadiglioso adattamento televisivo, ma soprattutto per la sua capacità di
calamitare il pubblico più di altre serie in cui i protagonisti sono alle
prese con la fine del mondo (come lo conosciamo), tenendo sempre fede a quella
promessa fatta nel 2003 da Robertino, ovvero sfornare la “Never ending zombie story”
che continua e prosegue negli anni, oltre il punto dove di solito
le altre storie di zombie si fermano.
Dopo un
cattivo come Negan che ancora tiene banco, calamita attenzione e crea
grattacapi a Rick (anche in questo volume) era difficile alzare ulteriormente
il livello dello scontro, perché Kirkman negli anni ha dimostrato di aver
assimilato la lezione Romeriana: gli Zombie sono un metaforone, quasi un
MacGuffin che serva a dare il via alla storia, ma sono i personaggi umani a
costringerci a riflettere sulla nostra società e sulla natura umana.
Eppure, proprio
con i “Sussurratori”, Roberto Kirkuomo ha mandato a segno un altro gruppo di
cattivoni pronti a mettere in crisi le certezza di Rick, di Carl e di noi
spettatori. Ormai Alexandria e Hilltop rappresentano l’uomo civilizzato che ha
saputo tenere a bada la natura violenta e cattiva (rappresentata dagli Zombie),
fondando comunità basate sul baratto, in una specie di Far West prossimo
venturo… Figata!
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Un coraggioso nuovo mondo dai modi molto spicci. |
Controaltare proprio
i “Sussurratori”, che vivranno pure in contatto con la natura (e gli Zombie,
indossando maschere di pelle per mimetizzarsi, ma agli occhi di Rick e Carl
(anche se dovrei usare il singolare per polifemo Carl) sono solo dei selvaggi,
BAM! Kirkman ha appena mandato a segno un altro metaforone azzeccato!
Carl dopo aver
perso la testa per la giovane Lydia, figlia di Alfa, la capobranco dei
Sussurratori, si mescola tra le loro fila per badare alla sicurezza della sua
fidanzatina. Il volume prosegue lento, gettando dubbi, siamo sicuri che ci
siano poi così tante differenze tra i due gruppi, alla luce delle scelte di
amministrazione della giustizia di Maggie a Hilltop?
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Michonne, da oggi anche in versione bucaniera. |
Appena da
lettore ti rassegni all’idea che il volume numero 24 di “The Walking Dead”,
serva più che altro a spostare i personaggi, come pedine sulla scacchiera e ad
approfondire metafore e tematiche, quel bastardello di Kirkman apre le ostilità
con quella doppia splash page finale che toglie il fiato: proprio come Rick, ci
ritroviamo a scorrere velocemente gli occhi sulle vignette sperando di non
scorgere facce amiche. Non voglio rovinarvi il colpo di scena, ma quando
leggerete il volume, capirete perché agitare un pugno al cielo gridando “Kirkman
sei un bastardoooooooo!” non è mai una cosa sbagliata da fare.
Risultato:
appena pensi che la trama stia per diventare prevedibile, Roberto Kirkuomo
riporta subito in alto il livello dell’attenzione, facendoci già attendere impazientemente
il prossimo volume, come nella migliore tradizione delle soap opera o dei
fumetti super eroistici tipici del mercato americano. La “Never ending Zombie
story” continua inesorabile, anche questa volta ha avuto ragione Kirkman, tanto
per cambiare.
Due parole
ancora sui disegni di Charlie Adlard: avrà anche chiesto un aiuto per le chine
quando la serie (negli Stati uniti di Yankeelandia) è diventata bimensile, ma
non perde un colpo! A mio avviso, attenta a qualche record come disegnatore più
longevo su una sola serie a fumetti: anche per lui la zombie story sembra
eterna.
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