sabato 16 luglio 2016

Miracleman - Libro Quarto - L'età dell'oro: Neil Gaiman è l'uomo dei miracoli


Per uno che di mestiere fa lo scrittore di fumetti, non dev'essere facile ereditare una serie dopo che è stata rivoluzionata dal genio di Alan Moore. E' quello che è successo a Neil Gaiman nel 1990, quando si è trovato a dover continuare la storia di Miracleman, l’unico che poteva non andare sotto in un’impresa del genere, era proprio il papà di Sandman.

Iniziata nel 1990 e terminata prima del tempo, senza una vera conclusione nel 1993, la run di Neil Gaiman e del disegnatore Mark Buckingham ci viene riproposta (con tanto di finale!) in Italia dalla Panini Comics, stesso formato, una serie di albi spillati mensili, per comporre i tre archi narrativi scritti da Gaiman e siccome con il numero 6 si è concluso il primo, intitolato “L’Età dell’oro”, quale occasione migliore per parlarne!

Alan Moore ci ha mostrato l’ascesa di Mike Moran da uomo a super eroe e il suo successivo passaggio a Dio in Terra, nel suo ultimo ciclo di storie intitolato Olimpo, abbiamo visto come Miracleman e la sua divina famiglia hanno fatto quello che di solito i super eroi nei fumetti non fanno mai: risolvere tutto.


Qui "Radio Olimpo", anche oggi va tutto bene...
La Terra è un paradiso dove non esistono più guerre, malattie, dove il denaro non è più necessario, Miracleman ha trasformato la vita di tutti in un'utopia di pace e prosperità, un finale più nichilista di quello che potrebbe sembrare, ma anche molto difficile da portare avanti. Neil Gaiman trova l’unico modo possibile e anche quello più adatto al suo stile, concentrandosi sulle persone che in questo coraggioso nuovo mondo ci devono vivere.

Gaiman ha una prosa magnifica, la sua capacità di raccontare storie poetiche e sempre molto umane è unica, questo suo primo ciclo di storie su “Miracleman”, mi ha ricordato molto la parte centrale di storie di Sandman, in cui Morfeo non compariva quasi mai, allo stesso modo qui, Miracleman è una presenza distante, proprio come ci si aspetterebbe da un Dio e attraverso i personaggi e la loro incredibile umanità, Gaiman tratteggia questa “Età dell’oro”.

Come cantavano gli AC/DC: It's a long way to the top.
Si comincia con la prima storia: un padre che ha perso moglie e figlia nel massacro di Londra avvenuto per mano del folle Kid Miracleman, impegnato in un vero e proprio pellegrinaggio nel gigantesco (forse dovrei dire Gargantuesco, capita così raramente di poter usare questo aggettivo, citando la bionda di “Kill Bill”) palazzo di Miracleman, uno sfiancante viaggio lungo giorni, nella speranza di poter avere udienza da Miracleman in persona, ma si sa che gli Dei non forniscono risposte, o ancora peggio, quando lo fanno, potrebbero non piacerci.

Neil Gaiman è bravissimo a mostrarci i moti giovanili nati intorno al culto del cosiddetto “Avversario”, ovvero Kid Miracleman, solo un Inglese come lui poteva inventarsi un movimento alternativo idealmente ispirato al Punk.

Ma nell’età dell’oro tutti trovano il loro posto, se l’uomo è libero di esprimersi ai massimi livello, deve poterlo fare anche nell’arte, partendo da una vignetta scritta da Alan Moore nel finale del suo “Olimpo”, Neil Gaiman ci racconta la storia dal punto di vista del clone numero 6 di Andy Warhol, qui Mark Buckingham si scatena, trasformando le tavole in vera pop art, utilizzando pastelli su carta nera o combinando vere fotografia con chine e matite, insomma un lavoro che forse sarebbe piaciuto anche a Warhol.

Buckingham e l'esame di Pop-art: Promosso a pieni voti.
Una dei miei capitoli preferiti è stato il numero cinque, dedicato ad una spia, una storia molto strana nell’atmosfera rispetto alle altre del volume, che mi ha ricordato la bellissima serie tv “Il prigioniero”, sono sicuro che Neil Gaiman la conosco molto bene e abbia voluto omaggiarla qui.

Nel capitolo conclusivo del volume, ritroviamo tutti i protagonisti delle singole storie, insieme per festeggiare il carnevale, la festa voluta per ricordare le vittime di Londra e celebrare il nuovo inizio dell’umanità, ovviamente per un volume che s'intitola “L’età dell’oro” che parla di un'utopia di pace e serenità in Terra, il finale non può che essere qualcosa di lieto, ma la notizia migliore è che Neil Gaiman e Mark Buckingham continueranno a raccontarci le storie di questo mondo nel prossimo libro di “Miracleman”, all’età dell’oro non può che seguire quella dell’argento, non vedo l’ora di leggerla!

8 commenti:

  1. Io ho il Miracleman di Moore ancora nella zona "in attesa di lettura" della mia collezione di fumetti, quindi per me leggere il proseguimento di Gaiman per ora è impensabile. Davvero splendide comunque le pagine warholiane. Da grande appassionato di fumetti qual era è molto probabile che l'artista avrebbe apprezzato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La zona "Attesa di lettura" per noi amanti dei fumetti è una costante di vita, un rassicurante obelisco di cose da leggere ;-) Hai fatto bene ad accumulare tutto il ciclo di Moore, così potrai leggerlo tutto insieme e goderne a pieno. Penso anche io che avrebbe apprezzato, qui viene omaggiata la sua arte ma anche un pò la sua vita. Attendo il tuo parere sul Miracolato di Moore ;-) Cheers!

      Elimina
  2. Bellissimo. Purtroppo l'ho letto molto dilazionato nei mesi, quindi appena posso passerò un pomeriggio interessante chiuso in casa con tutti e 6 gli albetti.
    Non vedo l'ora che arrivi la "silver age" Gaimiana e poi la promessa "dark age" in cui le cose si rimetteranno male!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Con il ciclo di Moore ho imparato ad accumulare un pò di numeri, penso che farò così anche per la "Silver age", e soprattutto per la tanto attesa "Dark age", che davvero non promette nulla di buono per i protagonisti. Cheers!

      Elimina
  3. Per favore, potresti segnalare un fumetto brutto? A forza di segnarmi i capolavori non so più dove scrivere! :-P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahah ok va bene cercherò di mettere solo fumetti da evitare, sarebbe anche un servizio di pubblica utilità ;-) Cheers

      Elimina
  4. Il passaggio di testimone mi ha convinto. La tavola pop finale è davvero stupenda!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gaiman ha trovato un gran modo per portare avanti la storia, senza scimmiottare Moore ma restando fedele al suo stile ;-) Cheers

      Elimina