venerdì 8 luglio 2016

Fantasmi da Marte (2001): L’ultimo assedio di Mr. Carpenter


I film di Carpenter che al momento della loro uscita nella sale sono stati accolti positivamente da critica e pubblico sono talmente pochi che potreste contarli sulle dita di una mano, avanzando pollice e mignolo, tra flop e brutte recensioni, non si è salvato quasi nessuno, ma “Fantasmi da Marte”, da questo punto di vista, gioca in un'altra categoria… Benvenuti ad una nuova puntata della rubrica di John Carpenter’s The Maestro!



Parliamo subito dell’elefante che ha piazzato il suo culone nel centro del soggiorno e non ha intenzione di schiodare, inutile che io stia qui a dirvi che “Fantasmi da Marte” è un capolavoro imprescindibile o uno dei migliori film del Maestro, eppure a questo film gli voglio bene, puntualmente me lo vado a riguardare, per anni, è stato l’unico film di Carpenter che per motivi puramente anagrafici, sono riuscito a vedere al cinema alla sua uscita, qualcuno era in sala quando uscì La Cosa, io “Fantasmi da Marte”… Se volete siete liberi di aggiungere: “Che culo!”.

Avevo 17 o 18 anni, ero già Carpenteriano fino al midollo e già dalla prima visione in sala mi era chiaro che no, questo film non è un capolavoro, ma gli ho voluto subito bene, anche per i suoi riff Metallari che partono a cazzo durante tutto il film, per me “Ghosts of Mars” rappresenta il film da intrattenimento definitivo, una gran caciara metallara che alla fine risulta divertente, che poi, erano anche le intenzioni originali di Carpenter.

Nei primi anni 2000, le balle del Maestro vorticavano a velocità supersonica, stufo marcio delle regole di Hollywood e degli insuccessi al botteghino, Carpenter era ad un passo dal mandare tutti al diavolo e ritirarsi dalle scene, per uno come lui, che prima di ogni velleità autoriale e artistica, nei film che ha diretto ha sempre cercato di divertire e divertirsi (nei contenuti speciali del DVD di questo film il Maestro dice proprio: “Ho sempre fatto i film che avrei voluto vedere al cinema”), proprio quella gioia inizia a mancare. “Fantasmi da Marte” parte anche da qui: il ribelle Carpenter che scalcia e dice: “Ok, vaffanculo! E allora io faccio un film dove mi diverto e basta!”.


Ecco, questo già somiglia alla mia idea di film divertente e culturale.
“Fantasmi da Marte” scritto insieme al compare Larry Sulkis, suona come un Greatest Hits del vostro gruppo preferito, avete presente come funzionano i Greatest Hits, no? Si mettono insieme, a volte anche un po’ alla rinfusa, tutti i pezzi più celebri, con lo scopo di far esaltare tantissimo l’ascoltatore ad ogni nuova traccia, a differenza di un disco da studio, le raccolte non cercano tanto l’equilibrio tra le singole canzoni. Non so voi, ma secondo me i Greatest Hits non sono quasi mai il modo migliore per far la conoscenza di un gruppo o un cantante, ma sono perfetti per esaltarsi immotivatamente passando da un pezzaccio all’altro. Ed ora fatemi uscire da questa pericolosissima metafora musicale in cui sono andato ad incastrarmi!

Bisogna anche dire che “Fantasmi da Marte” è il frutto di vari rimaneggiamenti rispetto alle idee originali del Maestro, il piano A per Carpenter era quello di sfornare il terzo capitolo della avventure di Jena Plissken, il titolo era già pronto “Escape from Mars”, ma il flop al botteghino di Fuga da Los Angeles, ha tarpato le ali a tutti soprattutto i produttori.


"Porta le chiappe su Marte... Porta le chiappe su Marte..." (Cit.)
Il film viene riscritto e modificato, Snake Plissken diventa Desolazione Williams e quello che doveva essere la conclusione della trilogia sul più celebre anti-eroe Carpenteriano, diventa un altro film di assedio con forze demoniache pronte a ritornare, quasi un remake di Distretto13 che una sera al bar fa la conoscenza de Il Signore del male.

Ancora una volta, Carpenter prende come riferimento Un Dollaro d’onore (e il suo quasi gemello “El Dorado”) e in un film solo ficca dentro tutte le cose che gli piacciono: anti-eroi refrattari alle regole che parlano poco, l’assedio, guardie e ladri che per esigenza si trovano a combattere spalla a spalla contro un nemico comune, insomma è Assault on Precinct 13 (1976) ambientato su Marte, infatti la storia è ambientata nel 2176.


John Carter Carpenter da Marte.
Marte è un pianeta terraformato per l’80%, il Tenente di polizia Melanie Ballard (Natasha Henstridge) e la sua piccola squadra hanno il compito di raggiungere la cittadina mineraria di Shining canyon, per prendere in consegna uno dei criminali più pericolosi della galassia, Desolation Williams (Ice Cube). Arrivati a destinazione non trovano quasi nessuno… Ancora vivo!

Tra cadaveri decapitati i poliziotti scoprono che i minatori hanno risvegliato un'antica forza, gli spettri di un'antica civiltà Marziana sono tornati, per impossessarsi del corpo dei vivi, trasformando tutti in Indiani sanguinari vestiti come Marilyn Manson con un unico scopo nella vita: trucidare gli invasori terrestri.


"Questi terrestri che vengono qui e ci rubano il lavoro!".
Non si può parlare di questo film senza fare riferimento al casting, che riesce allo stesso tempo ad essere giusto, ma anche completamente sbagliato. Carpenter per il ruolo della Ballard voleva Courtney Love, la leader delle Hole vedova di Kurt Cobain aveva già accettato la parte, ma ha dovuto rinunciare quando il suo fidanzato, facendo manovra con la Volvo, le è passato sopra un piede (storia vera!).

La scelta per la sostituta ricade sull’attrice e modella canadese Natasha Henstridge, celebre per aver vestito i (pochi) panni della letale predatrice aliena della saga di Species. Malgrado il fatto che in alcuni momenti la Henstridge chiude le palpebre sparando con le armi a salve (eh vabbè!) risulta parecchio azzeccata per la parte, tutto sommato nel cambio forse ci abbiamo pure guadagnato.


Natasha, se vedi Courtney Love spara, farai felice Dave Grohl.
Giovanni Carpentiere ha visto uscire una rockstar dalla finestra, ma in compenso si è visto entrare una stella del Rap dalla porta, sì, perché la sua scelta principale per il ruolo di Desolazione Williams era Jason Statham, ma l’Inglese che arrivava da due ottimi film di Guy Ritchie ("Lock & Stock" e "Snatch"), non era considerato molto appetibile per il pubblico americano dai produttori, che volevano un nome grosso da mettere in cartellone, quindi l’inglese è stato spostato nel ruolo secondario del Sergente Jericho Butler e dentro la canotta di Desolation Williams ci è finito Ice Cube… Time out Cassidy!

Facce che ben riassumono il casting del film.
Ci rendiamo conto che Carpenter è stato il primo a capire che Jason Statham era due righe adatto ai ruoli d’azione? Il tempo avrebbe dato ragione al Maestro, a mio avviso, Giasone avrebbe dato tutto un altro spessore a Desolazione Williams, purtroppo non lo sapremo mai, fine del Time out!

A ben pensarci, la scelta di Ice Cube per la parte non è nemmeno così campata in aria, affidare a quello che con gli N.W.A. ha contribuito ad inventare il genera Gangsta Rap (ovvero uno dei generi musicali più incazzati di sempre) è qualcosa che sulla carta potrebbe funzionare, i trascorsi criminali e la “Street cred” (come dicono i giovani) del cubettone di ghiaccio potevano compensare il non detto di un personaggio come Williams, peccato che Ice Cube come attore, abbia sempre dato il meglio con le commedie che con i film d’azione (anche se la sua prova in “xXx 2” non era malissimo), di sicuro con quella facciotta paffuta non ha proprio il fisico da eroe d’azione, in alcuni momenti funziona, ma in soldoni sa tanto di occasione persa. Poteva essere un nipote rapper di Napoleone Wilson, in realtà sembra solo un personaggio dal nome fighissimo, interpretato da uno fuori posto, troppo Heavy Metal questo film per uno come Cube.


Cosa diceva quel pezzo degli N.W.A. che parlava della polizia?
Per parlarvi di quello che, secondo me, è il vero punto di forza del film, vi devo raccontare di quella volta in cui ad una cena di squadra, uno dei ragazzi che giocava con me a Basket mi ha presentato la sua ragazza, anche lei “uno di noi”, ovvero appassionata di cinema. Non so se il mio compare si aspettasse una specie di duello western a chi snocciola più nomi, mi ricordo solo che l’esordio è stato parecchio in salita.

Per spiegarmi il tipo di film che guardava di solito, mi ha fatto l’esempio opposto, buttando lì il titolo di un film che aveva visto che proprio non si poteva guardare secondo lei: "Fantasmi da Marte".

...Intanto, nel cervello di Cassidy: "Trovate quella donna, date fuoco al pianeta se necessario".
La mia risposta: “Carpenter è il mio regista preferito”.

Cala il gelo, a quel punto, la cosa ha rischiato di diventare western sul serio e se avessimo avuto delle Colt 45 probabilmente non ci sarebbero state alternative. Per la nuda cronaca vi dico solo che non è finita nel sangue, non mi sono messo a rivoltare tavoli da poker sparando sulla folla, ho semplicemente detto quello che nessuno dice mai su “Ghosts of Mars”, un film a cui certo non manca la personalità, molto meglio questo (con tutti i suoi difetti) che un compitino spento come Villaggio dei Dannati, ma non mi piace fare i paragoni con il peggio, la vera forza di “Fantasmi da Marte” è il quantitativo di idee presenti al suo interno. Carpenter è sempre stato una fucina di buona idee e anche questa volta non è stato da meno.

Marte ci viene volutamente mostrato come terraformato, attraversabile dagli umani usando gli occhiali/respiratori ad ossigeno, ma di fatto è un'ambientazione desertica da frontiera (spaziale) del West, infatti il film è stato girato tutto di notte, in una cava di gesso del New Mexico, tinta di rosso utilizzando coloranti naturali, per ricreare il suolo Marziano.


"Allora com'è Marte?" , "Mah un mortorio, ci si spara giusto un pò il sabato sera".
La società del 2176 è un matriarcato, qui finalmente Carpenter prende i personaggi femminili forti che hanno fatto bella mostra di loro in tutta la sua filmografia e le porta finalmente al potere, di conseguenza, ridimensiona (con il giusto quantitativo di satira) il ruolo dell’uomo, messo in secondo piano rispetto alla donna in un capovolgimento che è veramente tipico di un ribelle come Carpenter.

Alcuni uomini, come il personaggio di Jason Statham sono “Stalloni”, ovvero dei veri e propri “Fuchi Fichi” (Cit.), per questo Jericho è caratterizzato come uno che ha una sola cosa in testa, in pratica… Come qualunque uomo terreste di sana e robusta costituzione! Nei dialoghi (spesso non memorabili) del film, il mio momento preferito è quando Ballard ridimensiona la spacconate di Jericho, facendogli il gesto con pollice e indice dicendo: “Sì... E questi sono venti centimetri”.


Natasha ci spiega il sistema metrico decimale.
Ogni volta che sento qualcuno spararla più grossa del necessario mi viene in mente Natasha Henstridge, inoltre, dicono che la perdita dei capelli sia legata all’alto quantitativo di testosterone, quindi la scelta di Jason Statham è azzeccata. Come dite? Venti centimetri… Ok, va bene torno al film!


"Non ho pochi capelli, sono pettinato come Bruce Willis".
Un'altra idea che ho sempre apprezzato di “Ghosts from Mars” è il fatto che i protagonisti si ritrovino al centro di una vicenda (già iniziata) e molto più grande di loro, i dettagli che riescono a capire, arrivano quasi tutti per bocca della dottoressa interpretata da Joanna Cassidy (no, non siamo parenti putroppo), così facendo il mondo immaginario che fa da scenario alla storia, viene percepito come grande e molto definito, malgrado il budget non sia certo da capogiro.

Questo film ha nelle sue budella materiale da cui potrebbero essere tratti tre o quattro altri film, cosa che succede spesso per i fil di Giovanni, qualche esempio? "Crank" di Mark Neveldine e Brian Taylor (2006) parla di un personaggio in lotta contro il tempo che non può fermarsi, un po' come successe a Jena Plissken, sempre per restare dalle parti di Snake “Lockout” (2012) prodotto da Luc Besson, parla di un anti eroe che deve salvare la figlia del Presidente, è talmente uguale che Carpenter ha vinto una causa legale per plagio (storia vera!).


"Psss Cube! Se mi fai uscire da qui ti faccio fare una parte nel mio film".
Tutto questo per sottolineare che a Carpenter le idee non sono mai mancate e “Fantasmi da Marte” non è da meno, inoltre, come tutti i film del Maestro, dagli anni ’90 in poi, c’è una maggiore attenzione alla struttura cinematografica, non si arriva agli apici metacinematografici de Il seme della follia o di Fuga da Los Angeles, ma è interessante come Carpenter sfrutti i continui cambi di punti di vista tra i protagonisti e i tanti (tantissimi!) flashback presenti nel film, non solo per raccontare lo svolgimento della trama, ma ci gioca per creare qualche colpo di scena.

Ad esempio, quando Uno, Dos e Tres (Ok l’impegno per inventare i nomi è rimasto a casa…) ci vengono mostrati nel flashback come tre minatori, salvo poi con un colpo di scena, sorprendere tutti (anche Ballard e soci) rivelandosi come membri della Posse di Desolazione Williams.

Certo tutto quell’utilizzo massiccio di flashback può risultare spiazzante, non è una tecnica che Carpenter ha mai utilizzato spesso nei suoi film, qui in alcuni passaggi quasi ne abusa, ma proprio grazie a tutti questi cambi di punti di vista, il Maestro sottolinea la struttura quasi da videogames della storia. D’altra parte Carpenter sono anni che loda prodotti come “Dead Space” e questo film è la cosa più vicina ad uno sparatutto in soggettiva mai diretto da Carpenter!

"...Giù giù giù triangolo triangolo cerchio L R".
Devo mettere sul piatto anche i personaggi di contorno della storia, tutti un po’ schematici. Pam Grier di nuovo al lavoro con Carpenter, esce dal film molto presto (purtroppo), mentre le altre reclute vengono caratterizzate soltanto come i nuovi arrivati, quindi tutti i casini che fanno (non pochi) sono giustificati in questo modo.

Molti criticano sempre il look dei Marziani invasati, a mio avviso funziona, sono Indiani con i loro rituali, si adornano per scendere in guerra e, siccome sono fuori di testa a sanguinari, non fanno altro che tagliarsi come tanti EMO, infilarsi oggetti metallici sottopelle e usare arti mozzati come decorazioni, in alcuni momenti corrono sul filo sottile del trash, ma di certo non si può dire che non abbiano un aspetto minaccioso!

"Non sono Alice Cooper! Quello è un altro film!!".
Inoltre, la colonna sonora di Carpenter, smaccatamente metallara, contribuisce a far sembrare gli assedianti dei tizi usciti da un concerto di qualche band novergese, piuttosto che i silenti assassini di Distretto 13, ma come detto: caciare deve essere e che caciara sia!

Una delle cose più divertenti dei contenuti speciali del DVD del film, è proprio la parte dedicata alla colonna sonora, se il Carpenter regista di “Fantasmi da Marte” ha sperimentato (pure un po’ troppo) con una struttura a Flashback, quello compositore ha dato libero sfogo alla Rockstar dentro di lui, collaborando attivamente con alcuni membri degli Anthrax, con il chitarrista Steve Vai e quello dei Guns N' Roses (formazione attuale, non quella storica) Buckethead. Ditemi cosa volete, ma vedere Giovanni in sala d'incisione che incita gli Anthrax a fare molto più casino con quel riff di chitarra non solo è uno spasso, ma rende perfettamente l’idea di come si dovrebbe guardare “Fantasmi da Marte”: con l’audio a volumi criminali e con la voglia di divertirsi di uno spettacolo da Drive-in!


"Ok qui voglio un bel riff metallaro fatto come si deve ok ragazzi?".
“Ghosts of Mars” è uno strambissimo Western spaziale molto caciarone, sicuramente non è il film più raffinato mai diretto dal Maestro, non voleva esserlo negli intenti, ma è un tipo di film che se beccassi iniziato in tv a tarda notte, senza sapere nulla del suo regista, alla fine mi godrei senza troppi problemi. All’interno della filmografia di Carpenter, è possibile ritrovare un po’ del rapporto tra Napoleone Wilson e Bishop, ma anche di Jack Crow e Montoya in quel finale spalla a spalla (“La marea si sta alzando, è il momento di restare vivi!”).

Di “Fantasmi da Marte” non si possono negare né gli evidenti limiti, né gli altrettanto evidenti meriti. Per quanto mi riguarda è l’ultimo vero Carpenter della filmografia del Maestro, lo è perché ne riassume temi, fissazioni e passioni in maniera puramente celebrativa, una festaccia a base di Heavy Metal e voglia di divertirsi. L’ultimo Carpenter anche perché prima di poter tornare in sala a vedere un nuovo film del Maestro, siamo dovuti passare attraverso un embargo di nove anni di ritiro vero, un tempo anche più lungo del necessario per criticare questo film.

Tipo il finale di Distretto 13, ma con il triplo della caciara.
D’altra parte Carpenter poteva semplicemente sparire dando ragione all’industria che lo voleva ai margini in silenzio, oppure, con un ultimo dito medio alzato e uno sbuffo di sigaretta in faccia. Non so voi, ma preferisco la seconda opzione: quando la marea si alza, meglio farsi trovare pronti, in piedi, pronti ad andarsene facendo fuoco e con un riff Metallaro degli Anthrax nelle orecchie, per il silenzio di fucili, sintetizzatori e chitarre c’è sempre tempo, ora… E’ il momento di restare vivi!

“Tide's up. Time to stay alive.”


Prima di partire per il pianeta rosso, fate un salto sulla pagine del Faccialibro de Il Seme Della Follia - Fan Page italiana dedicata a John Carpenter che ospita questa mia rubrica, ma ricordatevi di non fare incazzare i Marziani!

39 commenti:

  1. Credo di avere qualche anno più di te, però anche per me questo è il primo Carpenter visto al cinema! Tecnicamente avrei potuto vederne anche altri prima, pure Starman che all'epoca adoravo, ma non è mai capitato.
    Tutti lo criticano ma all'epoca veniva lanciato come il grande ritorno di J.C. e in sala non mi sono affatto annoiato, anzi ho sghignazzato come uno scemo: tipo alla scena dell'idiota che fa il maschio col coltello e poi si affetta una mano! Mica ero l'unico, l'intera sala gli ha riso in faccia!
    Il film l'ho visto solo un paio di volte, mentre la colonna sonora l'ho sentita un filino di più. Dal 2007 al 2012 ho fatto il pendolare su treno e, per riuscire a dormire e non sentire la gente che grida al cellulare, mi sparato Ghosts from Mars a tutto volume nelle orecchie, in loop: mi salvavano dai rumori molesti della gente e mi rilassavano, e per anni tutti i giorni ho dormito con gli Anthrax nelle orecchie :-P (di solito mi svegliavo quando arrivava il duetto chitarra-sassofono...)

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    1. Ecco anche Starman sarebbe stato bello vederlo al cinema, sarebbe stato bello vederli tutti per la verità! ;-)
      La scena del pollicione mozzato è scemissima ma sottolinea ancora una volta quanto Carpenter volesse ridicolizzare il machismo in questo film, per questo penso che “Fantasmi da Marte” sia un film pieno di idee giuste, e poi diciamolo, intrattenimento al 100%

      Ti capisco benissimo, sui mezzi pubblici bisogna tutelarsi dagli urlatori telefonici, e poi con l’heavy metal si dorme benissimo, mi sono abbioccato per anni con il metallo sparato in cuffia dormendo come un pupo ;-) La colonna sonora è fighissima, il duetto con il sassofono è uno dei miei passaggi preferiti. Cheers!

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    2. Mi stai facendo venir voglia di vedere "Starman", l' unico suo che non ho ancora visto! XD Nonostante sia pure tra i più replicati! XD Devo ammettere che mi attira poco.
      Comunque il comiato di Carpenter dal cinema lo trovo quasi simbolico, in un momento in cui i film cominciavano a diventare, sic, "franchise".

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    3. Ah, no. Ci sono anche "Il villaggio dei dannati" e "Fuga da Loes Angeles"! Questi due tendo sempre a dimenticarli! XD

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    4. Starman a me piace un sacco, così come "Fuga da LA", "Villaggio dei Dannati" ha dei tocchi Carpenteriani, ma è quello che apprezzo di meno. Cheers!

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  2. Tra le altre cose in seguito "Ice Cube" ha sparato a zero sul regista e sul film, colpevole -secondo lui- di non aver abbastanza valorizzato il suo talento di attore e quindi di aver danneggiato la sua successiva carriera. In questo secondo me il rapper ha dimenticato un particolare importante: che come attore non è quella cima che sostiene di essere. Ho visto in questi ultimi anni molti ex rapper cimentarsi col Cinema, alcuni come "Ice-T" vi sono riusciti abbastanza egregiamente, anche per la fortuna di aver trovato il personaggio giusto, altri come "Ice-Cube", semplicemente avrebbero bisogno di un bagno di umiltà.

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    1. Ok “Boyz n the Hood” era figo, ma Cubettone ha fatto qualche tamarrata e parecchie commedie di poco conto, non è proprio Marlon Brando, la sparata contro Carpenter non è proprio un mossa di stile. Ice-T me lo ricordo perfetto nel ruolo del capo dei ribelli in “Johnny Mnemonic”, una volta di queste quel film dovrei rivedermelo ;-) Cheers!

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  3. Per me è il film di Carpenter che continua a svanire dalla mente. Ogni 10 anni lo rivedo, gli do un'altra possibilità ma niente, continuo a dimenticarmi di che parla finché non lo rivedo e ne vengo nuovamente deluso. Forse l'unico film di Carpenter che non mi riesco a godere. Ci vedo tutte le cose che piacciono a Carpenter e a me ma nel complesso non funziona, almeno per quelli che sono i miei gusti. L'inizio è sempre molto promettente ma il finale per me è una pietra tombale... sai già come andrà a finire e a me i film senza speranza piacciono poco.
    Il film ha rimandi a TUTTI i film precedenti di Carpenter ma ogni volta che vedo la nebbia che invade la città penso "era meglio se guardavo The Fog", quando vedo l'assedio penso "era meglio se guardavo le brigate della morte", quando vedo i rimandi a Jena penso "era meglio se guardavo Fuga da LA", quando vedo quel Valek marziano penso "era meglio se guardavo Vampires" etc etc...
    Non che il film manchi di momenti azzeccati e un look memorabile (nessuno ha pensato che sarebbe potuto essere un buon film di Doom se opportunamente modificato?) ma è l'ultimo che consiglierei per una maratona Carpenter e non so cosa ne pensi Carpenter del suo stesso film ma se mi dicevano che lo aveva girato uno sconosciuto ci avrei creduto e avrei compreso perché si trovava solo nei cestini dei DVD a 1,99.

    Articolo comunque impeccabile, le cose che hai citato sono le uniche che mi sono rimaste impresse. Sebbene non condivida l'entusiasmo per il film, capisco di quali elementi un fan può godere.
    Questa poi mi ha fatto scoppiare a ridere: "Allora com'è Marte?", "Mah un mortorio, ci si spara giusto un po' il sabato sera".

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    1. Ti ringrazio, aspettavo la tua randellata! ;-) Capisco in pieno il tuo punto di vista, questo film lo si ama con tutti i suoi difetti, o semplicemente è un grosso no impossibile da digerire. Sono pronto a riconoscere tutti i difetti del film, ci sono inutile negarli, e nei confronti diretti con gli altri film di Carpenter va sotto bevendo con l’idrante, in questo sono d’accordo con te.

      Però ogni volta che lo rivedo, non riesco a demolirlo in pieno, è più grezzo e volutamente rozzo degli altri film del Maestro, ma è comunque pieno di idee e voglia di intrattenere, non lo consiglierei a chi non conosce Carpenter, ma consigliato alla persona giusta potrebbe piacere, gli appassionati di sparatutto in soggettiva ad esempio potrebbero apprezzarlo ;-) Cheers!

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    2. "Va sotto bevendo con l'idrante" è una battuta epica, me la devo ricordare.

      In generale si potrebbe dire di quasi tutti i film di Carpenter "lo si ama pur riconoscendone i difetti" e lo capisco benissimo ma in realtà il mio approccio a questo film è diverso, ovvero non ne vedo proprio i pregi! Cioè vedo tante piccolissime cose carine ma che affondano in un film piuttosto anonimo secondo me. Il fatto che rimandi a precedenti suoi film sa più di mancanza di idee che di omaggi a sé stesso.
      Forse è proprio per quell'inizio promettente, l'immaginarsi ciò che sarebbe potuto essere se fosse stato una terza avventura di Plissken... tutto ciò rema contro il mio godimento del film. Sarebbe stato un divertente terzo capitolo di Plissken, specialmente con Natasha Henstridge che fa da protagonista facendosi solo "aiutare" da Jena, dandoci così un inedito punto di vista sulle avventure di Jena (ovvero quello di un agente di polizia, da sempre soltanto nemico).

      Oserei dire che anche la scelta cast contribuisce a non farmelo piacere. Copione scritto bene ma quasi tutte le facce secondo me non si addicono ai personaggi. Desolazione Williams è scritto benissimo ma non credo che il volto di Ice Cube si addica. La protagonista è OK ma niente di più. A rivederlo oggi, altri attori funzionano anche meno: Statham che fa il generico cazzone da film horror degli anni 2000 lo trovo stravagante... Clea DuVall per l'amor di dio, con quella faccia che sembrava presa direttamente da uno slasher di quel periodo, Pam Grier "abboffata" in volto e fuori tempo massimo... etc. Insomma, Carpenter avrebbe dovuto licenziare chi era al casting. Immagino che molti di questi siano stati messi lì per insistenza degli studios (non me lo spiego altrimenti) il che è un peccato.

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    3. Una somma delle cose che piacciono e fanno subito Carpenter, gli omaggi ai precedenti film di Carpenter lì vedo come qualcosa di inevitabile in un film del genere, di solito apprezzo che i protagonisti si muovono sullo sfondo di un mondo strutturato, la minaccia aliena era già in azione al loro arrivo, tutta la storia del matriarcato e la satira sul maschilismo, è un film che ha più voglia di far caciara che altro, ma non ha poche idee.

      Dopo il finale (definitivo) di “Fuga da LA” non so se avrei voluto vedere altri film su Plissken, di sicuro insieme a Natasha Henstridge sarebbe venuta fuori una gran coppia! ;-)

      In casting è un mezzo disastro, Pam Grier fa poco più di una cameo, Clea DuVall ha la faccia da pittbull stordito, Ice Cube ci crede poco, e Statham quando non broccola Ballard (che mi fa sempre ridere) apre porte. Anche solo Statham al posto di Ice Cube, avremmo avuto un film del tutto differente, garantito al limone! ;-)

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    4. Concordo che le idee non sono poche ma rimangono comunque molto in terzo piano, neanche in secondo. E quelle erano le cose che più avevo apprezzato.

      Statham al posto di Cube ce lo vedo benissimo! Ma ancora meglio un Fuga 3, con Jena che finalmente non rimane solo sul finale ma trova in Henstridge la sua donna, indipendente, femminista, cazzuta. Difatti quel finale di Ghost of Mars funziona solo se al posto di Desolazione Williams ci fosse stato Jena (con lo scambio di battute: saresti stato un buon poliziotto/e tu una buona ladra... seguito da "naaaah!". Era qualcosa del genere)
      Io un Fuga 3 ce lo avrei visto benissimo. Non so se con i fantasmi o meno ma decisamente su scala interplanetaria... e per continuare l'auto-parodia del secondo film avrebbero potuto trasformare l'intera Terra in una discarica-prigione dopo aver istituito un nuovo fascismo su Marte. O vice versa, Marte prigione (in quel caso Fuga da Marte) e Terra dominata dall'America fascista etc.
      Discorsi da fan, lo so.

      Insomma, comunque lo si guardi, Ghost of Mars rimarrà sempre il "chissà come sarebbe stato se..." della carriera di Carpenter.

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    5. Il dialogo finale è proprio così ;-) In effetti la prima bozza del terzo Fuga ruotava intorno a Marte trasformata in una Terra 2, dopo il casino del finale di "Fuga da LA", inoltre in coppia con la Henstridge, Plissken avrebbe avuto finalmente una compagna sua pari, cose che la bionda di 1997 e Valeria Golino di "Fuga da LA" non potevano essere ;-)

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    6. Secondo me a pensarci Carpenter fa come Hawks che rifece "Un dollaro d' onore" con "El dorado", solo un pò più c...aro! XD

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    7. Sono sicuro che abbia pensato la stessa identica cosa anche Carpenter, super estimatore di Hawks ;-) Cheers

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  4. Anche io l'ho visto al cinema, ma ero un po' più vecchietto! Il mio quarto Carpenter dopo Il Seme della Follia, Il Villaggio dei Dannati e Fuga da Los Angeles. Chissà perché avevo saltato Vampires :-o Gran bel western spaziale con tanto di assalto alla diligenza. Che poi tanto quasi tutti i film di Carpenter sono in realtà dei western, giusto? Al tempo mi sono divertito un casino e dovrei proprio riguardarlo...

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    1. Hai mandato a segno un bel poker di titoli ;-) Esatto, sono quasi tutti dei Western alla fine anche Big Trouble lo è, e "Fantasmi da Marte" non è da meno, solo che la frontiera è quella dello spazio profondo ;-) Cheers

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    2. Lo stesso Carpenter nelle interviste dice di quasi tutti i suoi film che sono praticamente dei western ahah.
      Vampires per me rimane probabilmente il miglior film sui vampiri, non scherzo. Forse pari merito con Blade.

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    3. Lo dichiara ogni volta, il meglio è quando di "Distretto 13" gli parlano di livelli di lettura differenti, e lui risponde: "Io volevo solo fare un Western" ;-) Vampires per me è uno dei migliori film sul tema Vampiresco in circolazione. Punto ;-) Cheers

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  5. GoM è Carpenter allo stato puro!
    Chi non ama questo film, non me ne voglia, ma evidentemente ha capito poco della poetica carpenteriana!
    Non voglio polemizzare con nessuno (i gusti sono gusti ma che brutto averne di cattivi) però se uno mi scrive che: "sai già come andrà a finire e a me i film senza speranza piacciono poco" allora forse è meglio seguire altri registi (consiglio Spielberg e Lucas con i loro finali rassicuranti) e non certo Carpenter.
    Un'affermazione del genere nei confronti di un regista che l'happy end non sa neanche cosa sia, mi fa appunto pensare che (forse) non ricorda i suoi capolavori precedenti che da Halloween, a The Fog, a EfNY, a The Thing, a Christine, a PoD, a They Live a EfLA, a... devo continuare?... ha fatto dei finali "senza speranza" il proprio marchio di fabbrica!

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    1. Ti farei continuare solo perché mi piace il tuo utilizzo degli acronimi ;-)
      I finali Carpenteriani sono sempre stati neri e tosti, quello di “Fantasmi da Marte” è cugino di “Distretto 13”, un ideale chiusura del cerchio, anche con “Rio Bravo”. Cheers!

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    2. Intendo senza speranza per l'intera umanità!
      Essi vivono finisce con la sconfitta dell'elaborato sistema di copertura alieno, l'intero mondo diviene cosciente della loro presenza, da quel momento si potrà pensare come combatterli, tutti! È "senza speranza"? Mi pare l'opposto. Fuga da Los Angeles: torniamo tutti all'età della pietra resettando sia il fascismo imperante americano che gli estremismi rivoluzionari dell'altra fazione, ti sembra "senza speranza"? La vedo come un'opportunità per quel mondo. The Fog: la nebbia si vendica dell'ultimo discendente dei cospiratori, sti cazzi, non mi sembra che l'intera umanità ne venga coinvolta... è "senza speranza"? Devo continuare?

      Non mi aspetto un finale rassicurante, ma i fantasmi di Marte non li fermeranno di certo il non-Jena Plissken e la Henstridge con le loro mitragliette argentate, è palese che l'intero pianeta e i suoi abitanti sono destinati a soccombere. Un destino segnato a livello planetario è ciò che considero senza speranza.
      Sei tu che sbagli a definire i finali di Carpenter "senza speranza", saranno amari, poco rassicuranti, cinici, ma non senza speranza.

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    3. Nel finale di "The Fog" io finisco sempre a fare il tifo per Blake ;-) Mentre quello di "Fuga da Los Angeles" è un riavvio del pianeta, c'è almeno un film di Edgard Wright (non dirò il titolo per chi non lo ha visto) che deve parecchio al film di Carpenter ;-)

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    4. "consiglio Spielberg e Lucas con i loro finali rassicuranti"

      Di certo un bel consigliare. XD Non capisco però perché questi due vengano inseriti quasi in ogni dove! "American graffiti" mica ha un finale così rassicurante comunque per dire! XD O "L' uomo che fuggì dal futuro". XD

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    5. Una volta di queste THX me lo riguardo. Cheers!

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    6. Cassidy, attendi la versione cinematografica in 4k che stiamo restaurando a casa Doppiaggi Italioti. Quella esistente in DVD e Blu Ray è più inguardabile dei Guerre Stellari ritoccati in digitale, non esagero.
      Ci vorrà un po' ma ne sarà valsa la pena.

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    7. Mi sono sempre rifiutato di compare l’edizione su raggio blu, perché malgrado abbia inserito le scimmie, sono contro i rimaneggiamenti di Lucas, ho visto un pezzo di quella scena su youtube e mi sono rifiutato. Sono legatissimo alla versione originale che poi è anche l’unica che ho visto. Quindi dammi pure del ruffiano, ma quando ho letto che eravate al lavoro mi sono ripromesso che solo quella versione comparirà nella mia collezione, aspetto tutto il tempo che serve e anche di più ;-) Cheers

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  6. Ci credi che ho scoperto che è di Carpenter solo pochi anni fa?..........................

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    1. Non stento a crederci è un film che divide molto, immagino ci siano molti fan di Carpenter pronti a negarne l’esistenza. Cheers!

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  7. Misandria allo stato puro. Ho trovato fastidiose e offensive le frecciate anti-uomo di tutto il film, tra l'altro totalmente gratuite e fuori posto, prive di quasiasi giustificazione e senso narrativo. Non l'ho trovato affatto un "ribaltamento" di ruoli perché nei film "normali" non esiste affatto una costante ricerca dell'umiliazione femminile, anzi. La misandria è spesso presente anche nei film "dalla parte degli uomini", e sempre di più, negli ultimi anni. Detto questo, non ho sopportato l'autocitazione esagerata a jena plisskeen e a distretto 13 (troppo comodo strizzarsi da soli l'occhio perché non si ha voglia di creare nuovi personaggi). Trama floscia, poche trovate interessanti, umorismo di cattivo gusto (la scena del tizio che si taglia il pollice è proprio fastidiosa e stupida). Ice Cube (o come si scrive) totalmente fuori posto. Scopro nella tua recensione che in teoria avrebbe dovuto essere il terzo film su Jena e questa cosa mi perseguiterà per il resto dei miei giorni, che passerò a pensare a come avrebbe potuto essere il terzo film della saga...
    Sicuramente il passo falso più clamoroso di Carpenter, che fino a quel momento era un ottimo candidato al ruolo di mio regista preferito.

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    1. Beh Carpenter ha sempre avuto un occhio di riguardo per i personaggi femminili, probabilmente ha calato di più la mano, ma non ci vedo misandria, solo un film molto più caciarone e grezzo del solito. Non penso nemmeno ci sia volontà di auto citare “Distretto 13”, credo che “Rio Bravo” sia la cifra stilistica del cinema di Carpenter, ogni volta che può ci torna. Per il resto anche io non credo che avrebbe funzionato come terzo film di Jena Plissken, più che altro perché il secondo chiude definitivamente con il personaggio nel modo migliore. Cheers!

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  8. Un pò sotto gli altri, ma divertente. Negli ultimi anni stò trovando incredibilmente arduo trovare del sano e genuino divertimento al cinema! Bella l' ambientazione marziana e nonostante sia effettivamente D13 su Marte, riesce a vivere di vita propria. Peccato che PG si veda poco.
    Ah, ah! Veramente volevano fare "Escape from Mars"!?! lol In quel periodo il pianeta rosso al cinema parve non attirare molto gli spettatori. Ci vorrà di recente Ridley Scott.

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    1. Vero, ma non voglio sentir più parlare di Ridley Scott(o), pensare che ancora qualcuno parla mare di “Fantasmi da Marte” quando in giro esistono film come “Alien Covenant”. Cheers!

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  9. Una summa del cinema di Carpenter ne più e ne meno. Si porta dietro i pregi ma anche i difetti. Lo riguardo volentieri se ne capita ancora l'occasione.

    La traccia Ghost Poppin è un vera perla

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    1. Ci sta che un autore torni sui temi a lui cari, questo film con un casting più affilato (tipo lo Statham di oggi al posto di Desolazione Williams) sarebbe stato migliore, ma mi capita spessissimo di aver voglia di rivedermi questo film sempre con gran piacere. Ghost Poppin è meravigliosa sicuramente la più memorabile di tutta la rockettara colonna sonora ;-) Cheers

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  10. Bellissimo post! Ora ho scritto anche io la mia dichiarazione d'amo... Ehm, recensione di Ghosts of Mars, forse più ne scriviamo bene più è possibile un nuovo film di zio John, per qualcosa di karmico, chissà... :--)

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    1. Grazie capo, ieri stavo per cliccare sul tuo post su questo film e sono stato interrotto (storia vera) in giornata passerò a leggerti! ;-) Cheers

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  11. Di sto film mi ha sempre incuriosito la rassomiglianza di fondo con il manga "Mazinsaga" di Nagai uscito 10 anni prima: Mazinga e i terrestri vanno a vivere su Marte, e ci trovano gli spiriti dei marziani pronti a fargli il mazzo ( solo che invece di possedere i terrestri , possiedono altre creature aliene e robotiche create in laboratorio ).
    Chissà se entrambi copiano da qualche racconto di fantascienza sul pianeta rosso ...

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    1. Bella domanda, sono sicuro qualcuno dei lettori della Bara saprà rispondere ;-) Cheers

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