All eyes on
me, come cantava Tupac, no, non ho deciso di impelagarmi in una complicata
metafora Hip-hop che non saprei gestire visti i miei gusti musicali da ragazzo
bianco e rockettaro, ma il pezzo in questione descrive alla perfezione la
condizione in cui si è ritrovato Mike Flanagan dopo quella bombetta di “Oculus
- Il riflesso del male”, questo suo nuovo film era atteso come un banco di
prova per testare la sua stoffa, mi è piaciuto? Mah… Somnia…
Piccolo passo
indietro. “Oculus” è la versione estesa di un corto scritto e diretto dallo
stesso Flanagan, un film che ha diviso abbastanza, ma ha trovato i suoi
estimatori tra cui il sottoscritto, la storia dello specchio maledetto che fa
impazzire la gente era un film che sfoggiava un'ottima coerenza interna in
termini di sceneggiatura. Certo, non era del tutto imprevedibile nello
svolgimento, ma il bello del film era proprio quello: una
pellicola che sapeva fare leva non sulla paura della morte, ma sul terrore
scaturito dalla consapevolezza di non avere nessuna speranza di salvezza, di
essere già condannati…
“Il terrore
del silenzio” anche noto con il suo ben più efficace titoli originale Hush, era un home invasion condito da
una protagonista sordomuta, una cosina molto riuscita, anche
grazie alla cura di Flanagan nella sceneggiatura, semplice, ma solida, eppure non era in grado di smuovere l’ago della bilancia del giudizio su
questo regista, la prova del nome era proprio “Somnia” o “Before i wake” se
preferite il titolo originale… Trama! Una trama al tavolo due grazie!
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"Buongiorno, sono Cody ho portato con me la trama". |
I coniugi
Hobson, Jesse (Kate Bosworth) e Mark (Thomas Jane) affrontano in modo diverso
il lutto per la morte del loro figlio Sean, affogato nella vasca da bagno per
mancanza di appigli, di attenzioni genitoriali o forse per esigenze narrative,
l’ultima mi sembra la più quotata…
Malgrado il
trauma ancora vivo e palpante, l’agente sostituta di Dana Scully in X-Files, Annabeth
Gish affida loro il piccolo Cody, caruccio, educato e precisino, malgrado le
vistose occhiaie da sonno. Sì, perché Cody oltre ad una fissa per le farfalle
non dorme MAI, vitaminizzandosi con bibite zuccherate alla caffeina, le tenta
tutte pur di non chiudere occhio la notte.
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"C'è qualcuno?" , "NO", "Ah ok, buona notte". |
Anche perché ogni
volta che Cody si addormenta, i suoi sogni si trasformano in visioni molto
realistiche, per i coniugi Hobson non è poi tutto questo grosso problema
ritrovarsi il soggiorno pieno di farfalle colorate, anche le sporadiche visioni
del dipartito Sean inizialmente risultano quasi consolatorie. A questo punto
anche gli spettatori che dormono in ultima fila avranno capito che il principio
vale anche per gli incubi di Cody, il più delle volte popolati dal segaligno “Uomo
cancro”, la personale versione dell’uomo nero di Cody, frutto della brutta
esperienza che lo ha reso orfano…
Ora, se anche
io, che sono nato geneticamente privo della capacità di sintesi (potreste
averlo notato…) possono riassumervi la trama del film in poche righe, questo
dovrebbe già dirvi qualcosa su “Somnia”. Certo, la trama di Hush era ancora più stringata, eppure il
film funzionava lo stesso, il problema è che Mike Flanagan per spiegarvi questi
essenziali passaggi (già ben riassunti nel trailer del film) ci mette una mezz’ora
buona, su un film di 90 minuti, potete capire che è un po’ tantino…
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"Stavo già dormendo mamma, questo film concilia la nanna". |
Gli Hobson
sono tratteggiati in maniera grossolana, mamma Kate Bosworth di giorno alimenta
in tutti i modi il subconscio di Cody, sperando di poter rivedere anche solo
per pochi minuti, suo figlio Sean di notte, papà Thomas Jane (con degli
inguardabili capelli lunghi, l’idea di Flanagan di esteriorizzare il lutto del
personaggio) tenta la via delle coccole, del “Non è giusto usarlo come
proiettore di filmini umano” (citando a memoria), ma beccami gallina se nessuno
dei due si pone il problema sulla natura dei poteri del bambino!
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I due sveglissimi genitori adottivi, due fulmini di guerra. |
Mi è sembrata
la classica situazione iniziale che uno come Stephen King, in un suo romanzo,
saprebbe venderti benissimo, grazie al minimo sindacale di caratterizzazione,
avrebbe giustificato i comportamenti dei personaggi, purtroppo Micheluzzo
Flanagan non fa lo stesso tipo di lavoro, quindi tutto questo è presente nel film,
ma soltanto abbozzato…
Così com'è
abbozzato il resto della storia: il bullo scolastico con meno motivazioni
della storia del cinema, prende di mira Cody, scatenando di fatto il ritorno
dell’Uomo cancro, quello che segue sono sicuro lo potete facilmente immaginare,
la parola che inizia a fare spallate per emergere nel fondo della testa degli
spettatori è: Prevedibilità.
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I'm your boogie man, I'm your boogie man, Turn me on... |
Detta fuori
dai denti: persino la scelta del nome del “Boogeyman” personale di Cody, non mi
è sembrata una grande idea, mi ha dato tanto l’impressione di uno che si spara
in un piede da solo, perché sono sicuro che chi di voi ha visto più di due film
Horror nella sua vita, potrà tranquillamente intuire non solo l’andazzo di
tutto il film, ma anche la “Sorpresa” finale che conclude la pellicola. Non per
fare il grosso, ma dopo venti minuto mi sono detto: “Vuoi vedere che alla fine
si scopre che…” e purtroppo Mike Flanagan non mi ha smentito.
Sarebbe stata
tutta un'altra faccenda se almeno la messa in scena, fosse stata abbastanza
coinvolgente da superare la prevedibilità della trama invece… Ciccia!
Mike Flanagan
si gioca un paio di moscissimi “Salto-Paura” (Jump-Scare) lungo il percorso, Kate
Bosworth è tanto caruccia quanto monocorde, cambia il titolo del film, ma le sue prove recitative negli anni restano fotocopia
una dell’altra.
Non va tanto meglio con Tom Jane, uno che mi sta anche simpatico, ma poveretto proprio di recitare intensamente non è capace, per altro, inoltre pensavo che dopo l’ottimo “The Mist”, avesse chiuso con le parti da bravo padre di famiglia, invece è recidivo!
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"Kate fammi una faccia più... See vabbè, bravissima ferma così". |
Non critico
nemmeno tanto gli effetti speciali utilizzati per portare in scena l’uomo
cancro, essendo una creatura onirica ci può stare che sia schematico e animato
a scattoni, la tragedia vera è il modo in cui Mike Flanagan fallisce nel creare
tensione e coinvolgimento ogni volta che il cattivone del film entra in scena,
livello di minaccia prossimo allo zero, paura? Nemmeno l’ombra, insomma (‘somnia)
tracciato piatto totale, per un film che annoia durante la visione e che si
dimentica presto quando iniziano i titoli di coda…
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Anche voi, apritela una finestra ogni tanto! |
Il che è
assolutamente deludente, visto che Micheluzzo Flanagan è stato capace di
rendere veramente minaccioso uno specchio inanimato, per poi perdersi in un
bicchiere d’acqua, con una storia molto più semplice da gestire…
Insomma (‘somnia), delusione noia e tedio, passo falso oppure dobbiamo già archiviare Flanagan tra le ex nuove promesse? Bah, in questo caso, era meglio farsi un bel sonno, poco ma sicuro.
Insomma (‘somnia), delusione noia e tedio, passo falso oppure dobbiamo già archiviare Flanagan tra le ex nuove promesse? Bah, in questo caso, era meglio farsi un bel sonno, poco ma sicuro.
A me, paradossalmente, questo è l'unico dei suoi che mi è parso quantomeno carino :-P
RispondiEliminaIl soggetto non è brutto, sa tanto di già visto, e non mi ha preso granchè, vedremo cosa combinerà Mike in futuro, speriamo di non averlo caricato di troppe aspettative ;-) Cheers!
EliminaBoh, non so. Son curiosa ma lei non mi è mai piaciuta particolarmente e Jane, dopo The Veil...
RispondiEliminamagari finito il trasloco, senza troppa fretta, ci darò una occhiata.
Anche a me lei dice ben poco, "The Veil" me lo sono risparmiato, affrontare un trasloco è molto più spaventoso che vedere questo film... Che la Forza sia con te! ;-) Cheers!
EliminaMa cos'è, l'anno di Thomas Jane? Stavo giusto giusto dimenticandomi del suo Punisher e nel giro di pochi mesi lo ritrovo poliziotto unto contro le ginoidi in "Vice" (2015), contadino armato in "Standoff" (2026), santone schizzato in "Verità sepolte" (The Veil, 2016) ed ora qui... Ora capisco perché non trova il tempo di lavarsi i capelli :-D
RispondiEliminaIn effetti la trama sembra davvero ovvia e se il ragazzino non dorme temo che io lo farò eccome, ma mi hai messo curiosità e me lo vedrò sicuramente.
Hai ragione, “The Veil” me lo sono risparmiato, ma ho “Standoff” da vedere, pensa che ormai sono così ossessionato da Tom Jane, che l’altro giorno in un film ho visto uno con i capelli unticci e ho gridato: “Anche qui Tom Jane!?!” (storia vera) ;-) Cheers!
EliminaFinalmente uno che la pensa come me. Stavo cominciando a pensare di non aver capito nulla di questo film ahaha
RispondiEliminaAl terzo sbadiglio di fila nella fila dietro del cinema mi sono trovato la giuria del Guinness dei primati, pronta a certificare il nuovo record di sbadigli consecutivi ;-) Cheers!
EliminaUno dei mali dell'horror moderno sono proprio i personaggi insipidi, per niente caratterizzati -e poco svegli- da come me li descrivi i due genitori del film non fanno eccezione.
RispondiEliminaSi fanno mille problemi, ma mai quelli giusti, se da spettatore non ti immedesimi nei personaggi, ciao ciao coinvolgimento. Cheers!
EliminaTi dirò che a me non è dispiaciuto affatto, anzi...
RispondiEliminaCerto i cliché per spaventare sono sempre gli stessi ed effettivamente la sceneggiatura, nel descrivere i personaggi, ha qualche buco, ma trovo che Flanagan riesca comunque a creare tensione e qualche brivido.
E se è vero che chiamando l'uomo nero "Cancer man" è facilmente intuibile dove il regista sta andando a parare, d'altro canto conferisce al film un tono da favola nera che ricorda un po' il cinema di Del Toro (vedi Il labirinto del fauno), anche se naturalmente non ha la stessa forza evocativa e classe del cinema del regista messicano, poiché non ha le basi storiche per esserlo. Però per lo meno si differenzia da molti horroricchi giovanilistici che nulla aggiungono al genere...
Poi c'è anche il fatto che il bambino protagonista (lo stesso di Room) ha un faccino che non può non conquistarti...
Si vero il bambino funziona (purtroppo non ho visto Room), è un film con delle idee, ne butta nel mucchio parecchie ma ne sviluppa davvero pochine, si siamo ad un livello un pochino di alto di tanti orroricchi da niente che affollano le sale, ma da Flanagan mi aspettavo un pochino di più di cosi, fa ancora in tempo a stupirmi con il prossimo film ;-) Cheers!
EliminaAnche il mio giudizio è "meh". Insomma. Si può fare di meglio. Bah. Vabbè. Uffa.
RispondiEliminaAnche io direi che mi attesto sul "meh", ma mi piace anche l'Uffa ;-) Cheers!
EliminaLei è bellissima, quindi qualcosa del film mi sono goduto.
RispondiEliminaIl resto, boh.
Il bambino aveva solo una battuta praticamente: " vi chiedo scusa ". :-P
Concordo, da quel punto di vista Kate Bosworth non è mai stato messa in discussione ;-)
EliminaEsatto va ripetendo sempre la stessa cosa, con logica, ma anche un pò monotematico. Cheers!
Come immaginavo. Dal trailer avevo già capito tutto...
RispondiEliminaSto cercando di smettere di guardarli, ogni tanto ancora ci casco, alcuni sono un alternativa al film completo per quanti elementi snocciolano. Cheers!
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