martedì 21 giugno 2016

High-Rise (2016): Se il palazzo è così, figuriamoci la riunione condominiale


In principio fu James Graham Ballard e il suo romanzo “Il condominio”, in originale High-Rise, così abbiamo anche spiegato il titolo del film.

Pubblicato nel 1975 è considerato ancora oggi un capolavoro di satira, balzo in avanti a circa, l’anno scorso direi, guardo qualche minuto del trailer (sto cercando di smettere…): persone bene dentro un palazzo lussuoso e tecnologicamente avanzato, poi qualcosa va storto e come direbbe la volpe di Von Tier -“Il caos regna”-, solo che lei direbbe: "Il caaaAAAaaaooooos reeeeeegnaaaaaa!".


La copertina del romanzo originale di Ballard.
Fermo il trailer a metà, ho visto tutto quello che mi serve sapere, il film mi interessa, sapete perché? Perché mi ricorda nella trama e nella atmosfere, un film del mio secondo Canadese preferito, David Cronenberg, ovvero “Shivers” (Il demone sotto la pelle) che, guarda caso, è uscito proprio nel 1975. Se fossi Lucarelli vi direi qualcosa tipo: “E’ un caso? Questa è una storia strana, una storia che fa paura.”.

Sì, va bene Cassidy, ma dove vuoi andare a parare?

Non lo so, però se Cronenberg forse si è ispirato al romanzo di Ballard, sicuramente si sono ispirati gli autori della storica serie inglese “Doctor Who”, che nel 1987, proprio prendendo spunto dal lavoro di Ballard, hanno prodotto l’episodio “Paradise Towers” con protagonista il settimo dottore, Sylvester McCoy, la trama si complica, sapete chi ha diretto due episodi di Doctor Who con Peter “Twelve” Capaldi, non nel 1987, ma nel 2014? Ben Wheatley che, guarda caso, è proprio il regista di “High-Rise”.


"Io odio i piccioni".
Cosa vuol dire tutto questo? Non lo so, se fossi intelligente vi spiegherei il legame e tutti direbbero “Come sei intelligente Cassidy ci hai spiegato il legame”, voi intanto tenete a mente tutti questi nomi che adesso parliamo della trama, ma tra un po’ tornano utili.

Londra 1975, Robert Laing è un giovane, elegante ed affascinante medico con la faccia di Tom Hiddleston, siccome lui è Tom Hiddleston, è stiloso quando fa il portiere dinotte, figuriamoci quando fa il medico! Si becca un super appartamento al 25esimo piano del super palazzo costruito dall’architetto Anthony Royal, uno che è regale anche nel cognome, infatti vive con l’eccentrica moglie al piano attico, con tanto di giardino chilometrico popolato di animali stile valle dell’Eden. Chi interpreta Royal? Jeremy Irons, toh guarda! Uno che Cronenberg lo conosce molto bene.


Poi dite che non penso alle mie lettrici... Tutte e quattro.
Siccome Tom Hiddleston è figo anche quando fa il fratello cattivo di Thor e quando cammina per strada le donne urlano e svengono ai suoi piedi (non necessariamente in quest’ordine), come extra si becca pure la vicina di casa, si può dire porca parlando di un personaggi interpretato da Sienna Miller? Facciamo finta si possa dire. Insomma: va tutto bene e gli abitanti del palazzo, per quanto eccentrici, vivono le loro vite agiate.


La vicina di casa che i miei lettori (tutti e quattro) vorrebbero avere.
Oddio agiate, in base al piano in cui abitano agiate, come succede a quel dandy di Pangbourne (James Purefoy che passa agevolmente dal riccone inglese al Texano spiantato Lansdaliano con la stessa disinvoltura) che essendo lassù passa da una festa all’altra, mentre i poveri cristi come il documentarista con poster di Che Guevara in casa, Richard Wilder (Luke Evans visto anche ne Lo Hobbit), vive una vita un po’ meno agiata ai piani inferiori.


"Posso fare due mosse alla Bruce Lee che fanno subito anni '70?".
Il condominio gradualmente inizia a creare problemi dovuti alla sua stessa complessità tecnica (siamo entrati in zona METAFORONE!), piccoli blackout che diventano sempre più frequenti, sembrano essere il vero termometro delle dinamiche interne al palazzo. Quando la tecnologia viene meno e il cibo comincia a scarseggiare, lo scontro tra le classi sociali dei piani alti e di quelli sottostanti diventa inevitabile. Questo è il momento in cui cito una delle mie frasi preferite di sempre: Benvenuti nel regno della razza umana!

Cronenberg ha già portato un libro di Ballard sul grande schermo (Crash, 1996), non si è mai cimentato con “Il condominio”, anche se non mancano i punti in comune. Bisogna dire che a Ben Wheatley l’imitazione di Cronenberg viene bene, ma non benissimo, il regista inglese si sforza di mettere in scena certi passaggi della trama che al canadese vengono fuori con una naturalezza disarmante.


Prima: Quando il problema maggiore era ritrovarsi in smoking ad una festa in costume.
Non ho letto il romanzo originale di Ballard che conoscevo solo di fama, Ben Wheatley fa un buon lavoro, rimanendo molto lineare nella narrazione nella parte iniziale del film, per diventare sempre più spezzettato e volutamente caotico (anche nel montaggio). Quando la situazione va fuori controllo, si arriva ad un punto in cui le motivazioni di mischiano: chi cospirava un minuto prima, aiuta quello successivo.

Per i più recalcitranti di voi all’idea della metafora, no, i protagonisti non lasciano mai il palazzo nemmeno nei momenti peggiori, o quando sarebbe logico farlo, ma considerando il condominio come la nostra società, come si fa ad abbandonarla?

Ben Wheatley fa un ottimo lavoro, non inventa molto perché alla fine la storia è un classico: metti tanti umani nello stesso posto, togli il minimo sindacale di tecnologia e stai a guardare cosa succede (un gran casino!), eppure, Wheatley dimostra di aver fatto i compiti, apre il film con un piccolo sguardo tre mesi nel futuro della storia, una piccola scena di umorismo nerissimo (non scomoderei A boy and his Dog, ma un cane ha i suoi quindici minuti di gloria), con un Tom Hiddleston devastatissimo, poi riavvolge la storia e ci racconta come tutto è degenerato.


Dopo: Quando tutto è andato a rotoli...
Lo fa da studioso del cinema, passando dalla violenza all’orgia satirica, dimostrando di aver guardato per ore il lavoro di tutti i registi giusti, con le differenze del caso alcuni momenti li “suona” alla Ken Russell e altri alla Stanley Kubrick, ottenendo un ottimo risultato.

Considerando che negli anni questo romanzo ha rischiato di essere portato al cinema da nomi non da poco come Nicolas Roeg, Richard Stanley o un altro canadese come Vincenzo Natali, sicuramente Ben Wheatley ci ha regalato la sua interpretazione della storia, anche la ricostruzione degli anni ’70 è rigorosa, nel film tutti fumano, il cibo finisce prima delle sigarette e non riuscirete a togliervi dalla testa le due interpretazioni di “S.O.S.” degli ABBA, la prima del compositore Clint Mansell e l’altra dei Portishead, un pezzo che non solo fa subito anni ’70, ma sembra quasi il grido di aiuto di un palazzo che potrebbe farvi rivalutare quello in cui vivete anche voi, vi assicuro che a vicini molesti e fuori di melone, non ho niente da inviare a Tom Hiddleston, tzè!

So when you're near me
darling can't you hear me S.O.S.

24 commenti:

  1. M'ispira, ma Hiddleston lo trovo un discreto cane - mi perdoneranno le famose quattro lettrici - e già Cronenberg è da maneggiare con cui, chi gli fa un po' troppo il verso non so se mi piacerebbe. Spero di rimediare il romanzo (leggendo, sono più propenso alle stranezze) e di vedere poi il film. Magari, mi ci pongo meno scetticamente (scetticamente?). :)

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    1. Tommaso non lo trovo così male, forse non ha tanti ruoli, ma queste parti da tipo stiloso gli vengono facili. Cronenberg è uno dei miei preferiti, ma quello va a gusti, Ben Wheatley ha puntato in alto con questo adattamento (d’altra parte si chiama High-rise…), forse non fa proprio tutto giusto, ma si vede che è uno che ha fatto i compiti, il che è apprezzabile, ora però anche io vorrei leggere il romanzo ;-) Cheers!

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  2. Ballard è un'ottima lettura ma il suo stile è anti-cinematografico e infatti non mi piacciono i suoi adattamemti. Però se questo uscirà in italiano magari un'occhiata gliela do ;-)

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    1. Confesso l’enormità della mia lacuna, conosco Ballard solo per “Crash” di Cronenberg, però il film mi ha messo voglia di approfondire. A mio avviso non è un brutto film, però non posso fare paragoni con il libro. Cheers!

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  3. Avevo letto il libro un bel po' di anni fa, a questo punto devo vederlo per forza. Con Hiddleston poi... è imperativo!

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    1. Ho sempre problemi a pronunciare il suo cognome, mi si incarta la mascella, però il ragazzo sta lavorando parecchio e bene, qui secondo me è azzeccatissimo per la parte ;-) Cheers!

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  4. Amo alla follia il libro, che considero un trattato di futurologia pienamente realizzabile, per cui posso dire che il film, per fortuna, non ne una trasposizione fedele al 100%. Se lo fosse stata, il film si sarebbe rivelato deludente. Invece il regista ha dimostrato di saperne fare un'opera personale, riempiendo il film di dettagli e lavorando su un maggior numero di simbologie, visivamente azzeccate. La differenza maggiore è che il film è più corale (forse è per questo che non spicca particolarmente la bravura di Loki, ciò non toglie che siano tutti azzeccati nella loro parte). Inoltre, mentre nel libro il finale arriva come un'immagine improvvisa e dirompente nel suo carattere di profezia postapocalittica (chi leggerà saprà, cerco di non spoilerare né la carta né la pellicola), nel film se ne danno piccoli indizi disseminati ogni tanto (e proprio perché sapevo, me li sono goduti al massimo). Sono tutte cose che ho trovato comunque godibili. Certo, non si tratta del film dell'anno, ma un altro punto a favore del regista e consiglio vivamente sia la visione che la lettura.

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    1. Non avendo letto il romanzo mi sono basato sul lavoro del regista, ho apprezzato molto come abbia saputo cambiare registro, ci sono spunti che ricordano il lavoro di un sacco di maestri del cinema, non penso nemmeno io sia un capolavorone, ma si lascia guardare e mi ha messo voglia di leggermi il romanzo ;-) Cheers!

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  5. Mi incuriosisce, anche se prima voglio leggere il romanzo.

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    1. Prevedo un aumento delle vendite per il romanzo ;-) Cheers

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  6. nelle mie prossime visioni, adesso sono ancora più incuriosito

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    1. Legittimo, metaforico satirico, mi rendo conto che ha tutto per piacere o per non piacere. Cheers!

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  8. non so, nonostante Tom mi sa che passo...magari prima il libro...

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    1. Ben Wheatley è uno da tenere d'occhio, devo recuperare il suo "Kill list".
      Secondo me se compriamo una decina di copie del romanzi ci fanno pure lo sconto ;-) Cheers!

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  9. Ho un'enorme curiosità rispetto al libro da secoli,ma a questo punto mi sa che mi vedrò prima il film....Tom non è sicuramente Ed Norton,ma secondo me se la cavicchia,sopratutto nei panni dello stiloso e/o sofferto ;)

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    1. Mamma mia come mi manca Edoardo Anti-Virus era uno che pensavo avrebbe spaccato, purtroppo si vede pochissimo. Tom chi é proprio nel suo, il film secondo me merita ora sono curioso di leggermi il romanzo ;-) Cheers!

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  10. Ho letto il libro ed è bellissimo...il film mi è piaciuto, però pecca di mordente in sceneggiatura nonostante la messa in scena sia veramente degna di nota...come anche il cast, da notare la presenza di quella gnocca di Stacy Martin in un ruolo molto divertente. Bella la fotografia unita ad una spaiente scenografia, la colonna sonora ed in particolare la regia peccato che la trama non spicchi sempre il volo. Ma semore meglio che niente, ma con Cronenberg in regia avevamo ben altro livello nel senso di sceneggiatura e di estrapolazione dei contenuti verso lo spettatore.

    Aggiungo in fase di montaggio non è che Ben si è ispirato a Peter Greenaway? Perché ricorda molto il suo stile, cioè come le scene si alternano durante lo sviluppo narrativo..

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    1. In effetti è una questione mica male, come sviluppo dei punti in comune con Peter Greenaway ci potrebbero anche essere. Davvero Cronenberg avrebbe fatto grandi cose, lui con Ballard ha una marcia in più, però aveva già fatto "Il demone sotto la pelle" ;-) In ogni caso il buon Ben sa il fatto suo, inoltre si rifà al tutto il cinema giusto, lo ha dimostrato anche con "Free Fire". Cheers!

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  11. Avevo letto qualche tempo fa la tua recensione e avevo messo il film tra quelli da vedere e l'altro ieri finalmente sono riuscito a guardarlo: niente male. Il rettaggio di Cronenberg in effetti è presente per tutta la pellicola, ma non si tratta di uno scopiazzare piuttosto di un'affinità nella messa in scena: il regista ha saputo cogliere le atmosfere e riproporle secondo la sua visione, indubbiamente inspirata dal canadese. La colonna sonara mi ha stupito: uno dei primi pezzi che si ascoltano è dei Gila, una band kraut rock sconosciuta ai più che mai mi sarei aspettato di sentire in un film, soprattutto contemporaneo e poi si prosegue con i Can e altri nomi importanti della scena anni 70. Tra l'altro due dei membri dei Gila erano Conny Veit e Florian Fricke i quali con i Popol Vuh anno firmato diverse colonne sonore per Herzog tra cui quella magnifica di Nosferatu.
    Mi è piaciuto come è stato sviluppato il metaforone sociale: tolti i beni indispensabili, le regole sociali vengono meno e la società stessa va in frantumi perchè i suoi compoenti perdono la propria identità: chi ha meno ha la possibilità di adattarsi e capire il cambiamento al contrario di chi ha sempre avuto molto che si ritrova completamente spaesato e si prende in deliri di vario tipo pur di ripristinare lo status quo, cosa che alla fine avviene ma solo quando si crede falsamente di aver eliminato coloro che detengono il potere: ci sarà sepre qualcuno che ne prenderà il posto e sarà disposto a difendere tale status coi denti...coltelli.
    E' anche interessante il metaforone dell'architetto che vive nel suo giardino pensile e provvede oltre che alla creazione del palazzo pure al suo popolamento...
    Chi ha detto Peter Greenaway? In effetti vedendo la conclusione mi è venuto in mente il finale de I Misteri dei Giardini di Compton House...so che ci sono differenze varie ma me lo ha proprio ricordato.
    Meno male che ci segnali diversi bei film, continua così.
    Bye

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    1. Non conosco molto il gruppo quindi ti ringrazio molto per la spiegazione, la colonna sonora del Nosferatu di Herzog la ricordo bene! Non avevo nemmeno pensato al paragone con “I Misteri dei Giardini di Compton House” che ricordo di aver visto circa un’era geologica fa, quindi sono io che ringrazio te! ;-) Cheers

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    2. Si ti dico non è che vedo un paragone per l'intero film con quello di Greenaway, ma il finale si...anche se forse, tirando un pò lo scompiglio che porta il pittore nella casa può essere visto come una destabilizzazione sociale...anzi lo è ...quindi boh...dovrei rivedere il film pure io perchè l'ho guardato se non un'era geologica fa, mezza di sicuro...Il gruppo ha fatto due dischi molto validi, se piace il genere: un folk psichedelico il secondo disco, che acolti nel film, più prettamente kraut rock il primo.
      Direi che li trovi anche su youtube, dacci un ascolto.

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    3. Lo farò grazie per la dritta ;-) Cheers!

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