domenica 19 giugno 2016

Fuga da New York - Fuga dalla Florida: Più le cose cambiano, più i film restano meglio...


Lo sapete che, da queste parti, tutto quello che fa Carpenter è molto ben visto e sapete anche che i fumetti sono un'altra di quelle cose che mi manda in sollucchero. Poteva esserci qualcosa di più invitante di un fumetto dedicato al grande Jena Plissken?

Approda nelle edicole di questo strambo Paese a forma di scarpa il volume dell’Editoriale Cosmo dedicato al personaggio creato da John Carpenter nel 1981, in quel capolavoro senza sterzo che è 1997: fuga da New York, si tratta dell’edizione italiana della miniserie pubblicata negli Stati Uniti dalla BOOM! Studios: 192 pagine in bianco e nero che vengono via per poco meno di sette euro che, francamente, avrei anche potuto spendere in modi migliori, tipo in birra, ad esempio…

Il titolo italiano del volume è appena appena ridondante. Spieghiamolo un attimo: “Fuga da New York” per chiarire di cosa stiamo parlando, “Fuga dalla Florida” è la nuova fuga che Snake è costretto ad affrontare e, anche qui, il termine non è propriamente esatto, perché Plissken (“Chiamami Jena!”) in Florida ci va di sua spontanea volontà…


Occhio alle teste, una è piuttosto riconoscibile...
La storia comincia un minuto dopo la fine del capolavoro di Carpenter, lo scambio di nastro rende Jena (“Chiamami Plissken!”) il nemico pubblico numero uno, dopo una fuga rocambolesca in elicottero (John Carpenter apprezzerebbe…), Snake si rifugia nell’unico Stato del Paese che si è auto dichiarato libero, ovvero la Florida.


Ve lo ricordate il T-1000 di Terminator 2? Ecco uguale.
Quindi, citando Lebron James, Jena porta il suo talento a South beach, ma si trova presto di fronte alla realtà: la Florida è governata da due pestiferi ragazzini, due gemelli con presunti poteri telecinetici (!) che fanno il bello e il cattivo tempo, anche perché la loro guardia del corpo è una muscolosa energumena in vestitino animalier (!!) che risponde al nome di Tata (!!!). Una roba a metà tra la Tatina del “Conte Dacula” e la Cinzia Otherside di Rat-Man… Non vi dico... Credibilissima! E poi c’è chi critica la scena della pallacanestro di “Fuga da Los Angeles”!.

Tutta la storia è strutturata come un videogames, con vari livelli da superare: prima lo scontro con Tata (no sul serio non riesco nemmeno a dirlo… Marò!), poi una resistenza improvvisata da organizzare insieme ad un gruppo di ribelli locali e poi una fuga da un campo di prigionia, forse l’unico momento in cui il personaggio poteva davvero mostrare le sue caratteristiche peculiari, peccato che l’autore della storia Christopher Sebela proceda con l’avanti veloce dimostrando di non aver davvero capito molto del personaggio di Jena.


La reazione dei fan di Jena di fronte a questo fumetto.
Su quanto la conclusione della storia sia forzata non mi va nemmeno di dirvelo, quello che ho trovato maggiormente urticante è la rappresentazione di Snake, un personaggio che era già MOLTO ben caratterizzato nei film diretti da Carpenter e che qui Christopher Sebela ripropone in maniera grossolana e banale: ogni tanto gli fa pronunciare “Chiamami Jena” e gli fa arraffare tutti i pacchetti di sigarette disponibili lungo il suo tragitto, ma per il resto, sembra un'imitazione venuta male.

Non puoi rendere Jena un personaggio ciarliero che s'infila volontariamente in situazioni impossibili solo per aiutare qualcuno. No, sul serio Sebella, ma tu il film di Carpenter sei sicuro di averlo visto?


"Sebella, ti conviene sperare che non torni mai più...".
Va un po’ meglio con la seconda mini-serie contenuta nel volume, “Fuga dalla Siberia” (da non confondere con “Fuga dall’Albania”, quello è un genere di film del tutto differente…). Ora, perché il volume della Cosmo non faccia riferimento a questa seconda storia non lo so, per coerenza avrebbero dovuto intitolare l’albo Fuga da New York - Fuga dalla Florida - Fuga dalla Siberia”, vabbè forse meglio così…


"La morte cala dal cielo!" (Cit.).
In ogni caso, la seconda storia risolleva un pochino le sorti di questa disgraziata lettura, la trasferta (questa volta forzata) in Siberia, viene sfruttata dal maledetto Sebella per infilare dentro qualche flashback sul passato di Jena, che serve almeno a darci un'illusione di conoscere qualcosa sul passato del personaggio, in realtà non ci rivela poi molto (anzi quasi niente…). In compenso, torna anche un personaggio storico del primo film, a mio avviso, utilizzato molto male.
Non solo per il look (un'armatura borchiata che lo fa sembrare una specie di enorme uomo-Cactus), ma anche per le motivazioni del personaggio che stonano con quelle della sua versione cinematografica… No, sul serio, è un'idea talmente scema che mi rifiuto di rivelarvi il mistero.


Il cattivissimo ehm... Uomo Cactus? See vabbè!
Diego Barreto ai disegni fa il suo dovere, anche se il suo Plissken non somiglia quasi per niente a Kurt Russell, nel fisico e nemmeno nella mascella, inoltre, la Cosmo ci mette del suo: trattandosi di una delle collane “Noir” dell’editore, il volume è completamente in bianco e nero, quando la storia originale della BOOM! Studios era a colori. Il cambio grafico (quasi in stile Essi vivono) e di formato (da quello classico da Comic book americano, a quello pseudo Bonelliano della Cosmo) non aiutano dei disegni che già di loro non brillano particolarmente.

Alla fine gli unici disegni che mi sono piaciuti sono quelli della copertina, firmata da Tim Bradstreet, uno dei migliori copertinisti in circolazione, già autore di molte copertine della serie MAX del Punitore, firmato da Garth Ennis, solo per citare qualcosa.

"Chiamami Jena!" no, "Chiamami Di Caprio!".
In soldoni: il fumetto è una mezza delusione, Christopher Sebela aveva l’occasione di esplorare il mondo (fuori dalla prigione) creato da John Carpenter ed invece… Ciccia! L’unico suo contributo alla causa è quello di averci spiegato l’avvicendamento tra il presidente di Fuga da New York (interpretato dal grande Donald Pleasence) a quello di “Fuga da Los Angeles” (che ha il volto di Cliff Robertson). Interessante, ma un po’ pochino, non trovi Chris?

La prossima volta che mi viene in mente di comprare un altro fumetto come questo, corro a casa a rivedermi i film di Carpenter, tempo sicuramente speso meglio…

10 commenti:

  1. Penso che la lascerò tranquillamente perdere, per me Jena Plissken è solo quello del primo film.

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    1. Un fumetto davvero dimenticabile, per quanto riguarda il secondo film, ti dico che non vedo l'ora di commentarlo ;-) Cheers!

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  2. Ma davvero l'hanno fatto??? Hanno fatto un fumetto su "Fuga da New York"?!??!?!?! Cavolo, mi manca!

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    1. É uscito da qualche mese, si trova abbastanza agilmente ;-) Cheers!

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  3. Bella schifezza, si. L'ho comprato con la felicità di una bambina e finito con il dolore di chi gli è appena morto il gatto.

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    1. Il formato della Cosmo non aiuta, ma é proprio la storia ad essere una fregatura di suo, si salva solo la copertina. Cheers!

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  4. Grazie della dritta. Sette euro risparmiati...

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    1. De nada, se posso risparmiare una fregatura a qualcuno è sempre un piacere. Cheers!

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  5. Avevo letto il primo numero in originale e non mi aveva dato alcuna voglia di leggere il secondo, e capisci che per una storia con Plissken questo è quasi una bestemmia! La IDW (mi pare) sta proseguendo la sua saga di "Big Trouble in Little China" ma non ho il coraggio di leggerla: chissà se la Cosmo la porterà da noi...

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    1. Avevo puntato anche io il fumetto di "Grosso guaio a chinatown", ma ormai sono almeno due anni che lo attendo, e ancora non si è visto, la Cosmo offre tante pagine ad un prezzo abbordabile, ma questo fumetto proprio no, questo protagonista ha la benda e la canotta ma non somiglia per nulla a Jena! ;-) Cheers

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