sabato 14 maggio 2016

Rover Red Charlie: Quattro zampe bene, due zampe malissimo


Da buon appassionato di fumetti, ogni volta che varco la porta di una fumetteria, inizio a salivare come i cani di Pavlov alla vista di tutta quella bella carta, se avessi una coda scodinzolerei. L’altro giorno nel mezzo del mio consueto giro di acquisti, tra i fumetti appena arrivati, la mia attenzione è stata attratta dalla copertina di “Rover Red Charlie”, perché oltre ai fumetti, mi piacciono molto anche i cani, quindi il mio fiuto è stato attratto da quei tre pelosi in copertina che da soli mi avevano già convinto a portarli a casa con me. Poi ho alzato lo sguardo sopra il titolo, ho letto il nome “Garth Ennis”… Il mio fiuto ancora funziona!

Tante storie hanno trattato il tema dell’Apocalisse, la fine del mondo come lo conosciamo (come cantavano i REM) e dell’umanità, ecco, perché peccando di presunzione noi bipedi ci dimentichiamo di essere solo i primi animali che indossano i pantaloni (questa, invece, la cantavano i Pearl Jam), questa storia è diversa, perché ci racconta la fine della razza umana, ma dal punto di vista dei migliori amici dell’uomo: i cani.

Rover, Basset Hound inglese che arriva dall’altra parte del “Bagnato più grande”, Red, pastore irlandese matto come un cavallo (come tutti gli Irlandesi, a due e a quattro zampe, Garth Ennis compreso) e Charlie, border collie (o come li chiamo io “Spotty”) impiegato per il supporto ai non vedenti. Questi tre sono i rappresentanti dell’unica razza sul pianeta, che in caso di nostra scomparsa, probabilmente sentirebbe la mancanza dell’uomo… Per un po’ almeno.


"Ragazzi, ho l'impressione che non siamo più nel Kansas".
Quel matto di Garth Ennis non ci dice molto della piaga che colpisce l’umanità, proprio come i tre pelosi protagonisti, dobbiamo capire cos'è successo agli “Sfamatori”, che di punto in bianco, hanno iniziato a farsi male tra di loro, una malattia simile a quella di un altro fumetto di Garth Ennis, ovvero Crossed (non è un caso se l’introduzione al volume sia scritta dal grande Alan Moore, ormai amicone di Ennis) raccontata dal punto di vista canino, che vede i tre amici prima fuggire dalla città, per poi intraprendere un viaggio da costa a costa, in cerca di un “Posto dei cani” dove stare.

Inutile girarci attorno: là fuori è pieno di gente pronta a dirvi “Questa storia mi ha fatto piangere, quindi è bellissima”, personalmente ho una gestione dell’emotività tutta mia, non lo dico per fare il duro a tutti i costi, normalmente non mi commuovo con una storia (almeno non la prima volta), mi tengo i miei sentimenti per me e la mia ex moglie mi chiamava “Sushi” pesce freddo (Cit.), le lacrime per me non sono un metodo valido per misurare la qualità di una storia, ma “Rover Red Charlie” è un gran fumetto e basta, uno dei migliori che mi sia capitato di leggere in questo 2016, una storia che ha tutto per colpirvi alla pancia e al cuore. Se poi, come il sottoscritto, fate parte di quella porzione di pubblico che gli scodinzolanti li conoscono e magari ne ha un paio che girano per casa, il vostro livello di coinvolgimento per questa storia salirà alle stelle.

Se, invece, siete dei gattofili, o magari dei patiti dei pennuti, mi spiace, ma “Rover Red Charlie” non fa una grande pubblicità ai “Soffiosi” e ai “Qua-Qua”, ma in una storia cane-centrica ci può anche stare, quello che è impossibile negare è che Garth Ennis sia riuscito davvero a capire i cani e a fornire il loro punto di vista su noi umani e sul nostro (strambo) mondo del tutto credibile, convincente e coinvolgente.


Mai fidarsi di uno che caga in una scatola.
Il creatore di Preacher, manda a segno un altro piccolo capolavoro, i tre protagonisti sono ben caratterizzati e vi faranno fare il tifo per loro fin dalla prima pagina, lo scrittore Nord-Irlandese gestisce alla grande il vocabolario dei personaggi, umanizzato per esigenze di leggibilità, ma perfettamente adatto agli animali protagonisti, quindi ci sta che i cani abbiamo un numero di parole più limitato rispetto ai ben più intelligenti gatti (detti Soffiosi), anche se molto più ampio di quello degli stupidissimi uccelli, ma anche degli irritanti Chiwawa!

In questa versione scodinzolante di “Stand by me”, Garth Ennis lima anche le trovate violente e grottesche che hanno sempre caratterizzato tutta la sua produzione a fumetti, in “Rover Red Charlie” ci sono una paio di scene forti (che giustificano il logo “Per un pubblico maturo” sulla copertina), ma niente di visivamente troppo sconvolgente, davvero all’acqua di rose in confronto a quello che Ennis ci propone normalmente.


Le vecchie abitudini non muoiono mai, nemmeno durante la fine del mondo.
Il vecchio Garth s'infila magistralmente nella tradizione dei fumetti con protagonisti animali (non antropomorfi), ma anche della letteratura, è impossibile non pensare a “La fattoria degli animali” di George Orwell, quando lo scrittore sfrutta gli altri cani incontrati dai nostri protagonisti durante il loro viaggio, per fare un po’ di metafora sulla bestia più pericolosa di tutte: l’uomo.

Ora, non ho mai avuto il piacere e l’onore di uscire una sera a bermi numerose Guinness con il grande Garth, ma questo fumetto è l’ennesima riprova della mia affinità con quel pazzoide, non solo per la rappresentazione degli odiosi Chiwawa (una delle rare razze canine che proprio non riesco a digerire…), ma anche per l’utilizzo metaforico dei Tedeschi (intesi come Pastori), uno dei miei cani non li sopporta, quindi quando giro per strada, ormai, sembro un soldato alleato di una storia di guerra di Ennis, appena ne avvisto uno (“I Tedeschi!”) devo correre ai ripari per evitare una rissa tra cani.


... Proprio quando pensi che le cose non possano andare peggio.
Bene, qui Ennis sfrutta proprio due di questi cagnoni, storicamente utilizzati dalle forze armate, per mandare a segno un po’ di critica a noi umani, non voglio rovinarvi la lettura, ma il cane che fedelmente attende il ritorno dei suoi “Sfamatori” soldati, è una delle metafore anti militariste più riuscite, tra quelle (poche) lette di recente.

Menzione speciale anche per i disegni di Michael DiPascale, che per tutto il volume sceglie intelligentemente di disegnare una serie di inquadrature basse (dal punto di vista dei quadrupedi protagonisti) e si barcamena alla grande tra le varie espressioni facciali canine, che come chi conosce bene i cani vi potrà confermare, non sono affatto poche, ma per fortuna DiPascale non fa mai l’errore di umanizzare gesti ed espressioni per facilitarsi il compito. Il risultato è che tra gli ottimi disegni e l’ispirata prosa di Ennis, sarà molto semplice per voi riconoscere i tick e le abitudini dei vostri amici pelosi, nei comportamenti del riflessivo Rover, del mattissimo Red e del turbato Charlie.


Incontri ravvicinati del pollo tipo.
“Rover Red Charlie” è l’ennesima prova di talento di uno scrittore che ho sempre apprezzato, che manda a segno uno dei possibili candidati a miglior fumetto dell’anno, era dai tempi di A boy and his dog che non si vedevano cani alle prese con la fine del mondo, e che ci ricordano la massima Orwelliana che tutto ciò che ha due gambe è malvagio, mentre tutto ciò che ne ha quattro è buono, in un modo coinvolgente e non banale, senza fare sconti Disneyani a nessuno, sicuramente non a noi umani, dopo aver letto questo fumetto, non potrete più ascoltare l’abbaiare di un cane allo stesso modo e non è tanto per dire.

4 commenti:

  1. Credo ci troviamo di fronte all'ennesima prova che Garth Ennis è un fottuto genio!!! :-P
    Sono anch'io un "canaro" (cioè preferisco i cani agli altri animali da compagnia) quindi questa storia l'adorerei: spero di riuscire a trovarla ;-)

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    1. Un idea semplicissima che ti fa dire: "Cavolo perchè non si ho pensato?", perchè i geniacci come Ennis trovato gran storie in idee semplici, poi però devi rendere credibili i tre protagonisti, e se ami i cani... Ciao, questa storia ti porta via ;-) Cheers!

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  2. Blogger mi fa scoprire tante cose fighe.
    Grazie della segnalazione!

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    1. Figurati, questo merita, aspetto il tuo parere ;-) Cheers

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