Quando vivevo con i miei e andavo ancora al lavoro in auto avevo fatto
amicizia con un gattone nero, che tutte le mattine mi fissava a debita distanza
mentre uscivo dal garage, un giorno, complice il rincoglionimento mattutino,
quel gatto che mi fissava silente, mi ricordò i senza tetto di questo film, da
allora ho deciso di chiamarlo “Il signore del male”. Ancora oggi penso sia un
bel nome per un gatto, ma di sicuro, è un bel titolo per un film dell’orrore! Benvenuti al consueto appuntamento con… John Carpenter’s The Maestro!
Dopo i
disastri al botteghino de La Cosa e
di Grosso guaio a Chinatown, John
Carpenter non si lascia abbattere, anche perché credo che nemmeno le cannonate
possano abbatterlo. Il Maestro sottoscrive un contratto con la Alive Films, una
cosina molto azzeccata alle necessità di Giovanni in quel periodo.
La Alive Films
si fa carico della distribuzione in home video dei vecchi film di Carpenter
che, ridendo e scherzando, sono comunque dei titoli molti interessanti,
considerando il fatto che La Cosa,
proprio in home video, si stava riconquistato il titolo di capolavoro che ha
sempre meritato. In cambio la Alive Films avrebbe prodotto quattro film del
regista, il tema? Libero, creatività totale, Maestro faccia pure quello che
vuole.
Niente male come contrattino, Carpenter per la prima volta dopo parecchio
tempo, si trovava di nuovo nella posizione di poter fare i suoi film, senza
doversi preoccupare della risposta del botteghino, già solo con gli introiti dell’home
video, si trovava in attivo. Giovanni si alliscia i baffi e parte alla grande!
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Posso avere anche il tema musicale oltre che i titoli di testa del film? |
Il primo film che sforna è proprio “Il signore del male”, uno dei titoli
della sua filmografia di cui si parla sempre troppo poco, per una ragione
chiara e semplice: si tratta del secondo capitolo di quella che è stata
soprannominata la “Trilogia dell’apocalisse” che oltre a questo titolo comprende La Cosa e “Il seme della follia” (prossimamente su questi schermi). L’unica colpa di “Prince of Darkness” è quella di essere il figlio di mezzo
della trilogia, incastrato tra quelli che probabilmente (ma anche senza
probabilmente) sono i migliori film mai girati dal Maestro.
Ma per quanto mi riguarda, “Prince of Darkness” può girare per strada a
testa altissima, ogni volta che mi ritrovo a pensare (piuttosto spesso in
effetti) ai film dell’orrore che fanno DAVVERO paura, “Il signore del male” è
sempre uno dei primi titoli che mi vengono in mente.
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"Andiamo Victor, il Maestro ha di nuovo bisogno di noi...". |
Padre Loomis (nome non scelto a caso visto che è interpretato dal grande Donald Pleasence, al terzo film con
Carpenter) eredita il difficile ruolo di prete custode di una vecchia chiesa di
Los Angeles, dov'è custodito un minaccioso cilindro ripieno di un liquido
verde sempre in movimento. La sostanza misteriosa è stata tenuta nascosta anche
al Vaticano per decenni. Nel tentativo di capire qualcosa di più, Padre Loomis
contatta il professor Howard Birack (Victor Wong, secondo film con il Maestro ed ennesimo ruolo di culto della sua carriera), il docente della University of
Southern California (la stessa dove ha studiato Carpenter insieme all’amico Dan O’Bannon) porterà con sè i suoi
studenti migliori per studiare da vicino quella robaccia verdastra.
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Il bagnoschiuma più incazzato del mondo. |
La apparecchiature installate dai tecnici dimostrano che il liquido è vivo
e senziente, comunica attraverso un complesso mix di lingue antiche e formule
matematiche, alla luce dei fatti gli uomini di scienza capiscono presto di
essere di fronte alla pura essenza del male, sinistramente attratta dai corpi
umani e dagli specchi… Se tutto questo non fosse sufficiente, vermi e insetti
di vario tipo iniziano ad essere calamitati dalla Chiesa, così come succede
agli inquietanti senza tetto che, come il gatto della mia storiella, fissano (in
maniera poco rassicurante) il gruppo di ricercatori all’interno dell’edificio.
Insomma: un tranquillo week end di paura, in cui non è possibile nemmeno farsi
una dormita, infatti, uno alla volta quasi tutti i protagonisti iniziano a fare lo
stesso sogno, una figura spettrale sulla porta delle chiesa e una voce che
comunica dall’anno… Uno… Nove… Nove…
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Scusatemi, ma questa è talmente geniale che non posso non utilizzarla! |
Nel cast troviamo un riuscito mix di vecchie conoscenze Carpenteriane, ai
già citati Pleasence e Wong, aggiungete anche Dennis Dun, il mitico Wang di Grosso guaio a Chinatown. Questi
tre attori sono stati voluti da Carpenter a tutti i costi, tanto che i loro
personaggi sono stati scritti da Giovanni apposta per i tre attori, questo
spiega perché Walter, il personaggio di Dennis Dun, da solo scardina parecchi
clichè dei personaggi Horror dello stesso tipo, essendo il simpaticone del
gruppo, non perde occasione per stemperare e raccontare barzellette (sceme)
nemmeno nei momenti di massima tensione, che in questo film, vi assicuro non
mancano!
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"Cosa c'è scritto?" , "Inferno dei laureandi assediati in chiesa". |
Completano il quadro Jameson Parker (celebre per la serie tv Simon &
Simon) e Lisa Blount. Ora, a costo di fare quello che batte sempre sullo stesso
tasto: anche questa volta il gran occhio di Carpenter per le attrici si
riconferma.
Anche qui Carpenter utilizza uno pseudonimo, non per curare il montaggio
del film (come fatto per Distretto 13), ma per firmare la sceneggiatura del
film che viene accreditata a tale Martin Quatermass, un chiaro riferimento al Dottor Dottor Bernard Quatermass. L’idea di Carpenter
è quella di rendere omaggio a Nigel Kneale, scrittore e sceneggiatore di
romanzi e serie tv di fantascienza.
Ma gli omaggi nei nomi non si limitano a questo: il personaggio
interpretato da Lisa Blount si chiama Catherine Danforth, cognome di uno dei
protagonisti de "Alle montagne della follia" di H.P. Lovecraft, il
solitario di Providence e i suoi orrori infiniti, sono la materia di cui è
fatta la “Trilogia dell’apocalisse” Carpenteriana, questo film è quanto di più Lovecraftiano
vi possa capitare di guardare nella vostra vita, garantito al limone.
Ma la trovata più gustosa di tutto il casting è il capo dei senza tetto che
assediano la chiesa, sotto il pastrano e il cappellaccio di lana troviamo il
grande Alice Cooper, che per non farsi mancare nulla, ha composto anche il tema
principale “Prince of Darkness”, contenuta nell'album “Raise Your Fist and Yell”.
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Study's the world with hungry eyes... |
Il soggetto de “Il signore del male” è frutto di un'idea della solita Debra
Hill, la storica collaboratrice del Maestro raccontò a Carpenter l’idea di una
figura sinistra, che compare sulla soglia di una chiesa, Giovanni elaborò il
tutto nel suo testone, mescolando le sue letture su Tachioni e fisica
quantistica, alla sua ossessione per la religione. E’ cosa piuttosto nota che
Giovà ai tempi leggeva libri di fisica come voi ed io leggiamo Salgari, mentre
la fissa per la religione, pare che sia nata grazie all’utilizzo dell’acqua
santa nei film Horror classici, in particolare quelli della Hammer, tanto che
il secondo omicidio che si vede in questo film (l’accoltellamento di fronte
alla chiesa) ricorda molto da vicino una scena simile del film "L'implacabile
condanna" ("The Curse of the Werewolf" 1961) di Terence Fisher,
uno che la Hammer la conosce molto bene.
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Il sorrisetto fuori luogo che ogni volta mi regala un golfino di pelle d'oca. |
L’idea del Maestro era quella di sfornare un film con un'atmosfera
completamente terrorizzante, un soggettto che tentasse qualcosa di nuovo nel
tema della meccanica quantistica e della religione, da qui l’idea che se la
scienza ha provato l’esistenza della materia e dell’anti materia, allora se la
religione predica l’esistenza di un Dio del bene, probabilmente potrebbe anche
esistere un Anti-Dio fatto di puro male.
Carpenter non prende prigionieri, attraverso i dubbi di Padre Loomis non le
manda dire alla Chiesa, colpevole di nascondere una verità scomoda su Gesù,
descritto come un profeta sì, ma anche pazzo, una cosina che Giovanni butta lì
nel mucchio, pensare che Dan Brown per molto meno ha scatenato un mezzo putiferio
(e venduto un sacco di libri), anche se non sa scrivere bene come Carpenter,
quello è poco, ma sicuro!
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Scienza e religione concordano su una cosa: I libri di Dan Brown sono una fregatura. |
Il messaggio di Carpenter, però, va oltre il semplice dualismo “La Scienza è
figa!” contro “La religione puzza!”, il Maestro è molto meno banale di così,
ma anche infinitamente più pragmatico e cinico. Per Carpenter se anche un Dio
(e la sua negazione) dovesse esistere, non potrebbe mai essere fatto ad immagine
e somiglianza dell’uomo come predicano le religioni. Anzi, la faccenda è ancora
più complicata perché la religione è inutile nel suo cercare di interpretare le
forze superiori, mentre la scienza può limitarsi a spiegare alcuni segnali,
senza mai davvero poterli controllare o opporsi.
Di fatto, Carpenter prende scarpe e pallone e porta il suo talento nel campo
da gioco dell’unico bipede al mondo che ha saputo descrivere Dei e orrori
indescrivibili, il risultato è che “Prince of Darkness” è un film totalmente Lovecraftiano.
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H.P. vecchio mio... Qua la mano! |
Il film va volutamente in crescendo, con il passare dei minuti l’orrore diventa
sempre più tangibile e minaccioso, il fluido verde possiede corpi umani
manipolandoli e deformandoli (un po’ come faceva la creatura aliena de La Cosa) e i protagonisti si trovano
assediati nella chiesa dai senza tetto posseduti (un esercito senza volto
come gli aggressori di Distretto 13).
Per vedere il primo omicidio bisogna attendere una mezz’oretta, il “primo
sangue” è firmato da Alice Cooper, la Rockstar sul set ha ricevuto la direttiva
di non esagerare con la recitazione, non come il vecchio Alice è solito fare nei
suoi concerti, il Maestro ha specificato: “Alice, comportati come uno con il
cervello completamente andato, niente facce e faccette”.
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"Bravo Alice, così sei perfetto... Buona la prima!". |
Il risultato è efficacissimo: gli assedianti sono sinistri e inquietanti ed
Alice Cooper è il loro degno capo, il cantante si è calato così tanto nel
ruolo che il rottame di bicicletta che il suo personaggio utilizza per
ammazzare uno dei tecnici (per altro interpretato dall’esperto di computer della
serie tv “Riptide” per chi di voi è della mia leva e ancora la ricorda) faceva
parte degli attrezzi di scena di Cooper e se l’era portata letteralmente da
casa (storia vera!). La cosa curiosa è che il nerd viene ammazzato da Alice
Cooper, mentre in cuffia sta ascoltando “Prince of Darkness” di… Alice Cooper.
Che è un po’ come se io mi mettesti a spalmare fette di pane e marmellata ogni
volta che ascolto i Pearl Jam…
Visto che stiamo parlando di musica (più o meno), parliamo anche delle
musiche del film, come al solito firmate da John Carpenter insieme ad Alan Howarth. Lo sanno anche i sassi che Carpenter è geniale alle tastiere almeno quanto lo è
dietro la macchina da presa, eppure con le musiche di “Prince of Darkness” si è
superato, non solo i singoli pezzi sono incredibilmente sinistri e capaci di
rendere l’idea di un male strisciante pronto a tornare in vita, ma è proprio il
modo in cui accompagnano le singole scene ad essere esaltante e terrificante
allo stesso tempo. Rivedendo (sempre con grande gioia) questo film per la
rubrica, mi sono ritrovato a pensare che negli Horror moderni di solito la
musica sottolinea solamente i momenti “BUUU!”, mentre Carpenter riesce a
farti capire quanto nella cacca siano i protagonisti, solo dall’intensità con
cui le musiche si fanno largo nella pellicola, un utilizzo davvero espressivo
della musica che raramente capita di ascoltare in un film Horror.
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"Prima il tema di 'Halloween' ora anche questo..." |
Come dico sempre, Carpenter è Maestro anche nel caratterizzare i personaggi
femminili. Ad un certo punto di “Prince of Darkness” tutte le possedute
portatrici del male sono donne, ma anche l’eroina principale del film è la
rossa Lisa Blount, personaggio che Carpenter tratteggia con davvero poco, un
dialogo in particolare è molto riuscito, quando Brian le chiede: “Who was he,
the one that gave you such a high opinion of men?”, si capisce molto del
personaggio e sulle dinamiche della coppia. Di fatto, si tratta di un omaggio di
Carpenter ad “Acque del Sud” di Howard Hawks (Ma dai! Giovanni che omaggia
Hawks? Non succede mai!), in cui Lauren Bacall chiedeva quasi la stessa cosa ad
Humphrey Bogart, soltanto invertendo i ruoli di chi fa la domanda, Carpenter
mette in chiaro chi è la vera protagonista di questo film.
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Nota a margine extra cinematografica: Anche una bella protagonista. |
Come al solito, Carpenter cava sangue dai centesimi del budget,
semplicemente montando al contrario (come fatto per la scena di resurrezione di
Christine), il Maestro ottiene degli
effetti visivi opposti alla fisica del pianeta, tipo il liquido verde che
gocciola verso l’alto e allaga il soffitto, che poi a ben pensarci, in un film
che contiene al suo interno tale livello di Satanasso, è un po’ come far girare
al contrario i dischi dei Black Sabbath (o di Alice Cooper) in cerca di
invocazioni sataniche… Vuoi vedere che il Giovanni lo ha fatto apposto?
Diavolaccio!
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Qualcuno per favore chiami Max Von Sydow. |
Dove “Il signore del male” eccelle non è solamente nel tenere sulla
corda lo spettatore, creando un riuscitissimo film d’assedio (la scena in cui
Walter è chiuso nello sgabuzzino, risulta efficace anche dopo centinaia di
visioni), ma anche alzando di parecchio l’asticella di un altro tema classico
del film horror: gli specchi.
Quanti film Horror avete visto nella vostra vita in cui uno specchio era al
centro di una scena di tensione? Posso azzardarmi a dire “Parecchietti” (come
direbbe mia madre)? Scommetto che ognuno di voi ha la sua scena horror con uno
specchio preferita, se dovessi citare le mie probabilmente direi quella dell’armadietto
del bagno di “Sbirri oltre la vita” e quella di Ash vs. Ash in La Casa 2, ma ci sono stati anche horror in cui lo
specchio è centrale nello svolgimento della trama (sto pensando al recente Oculus). Ecco, da questo punto di vista “Il signore del male” gioca in un'altra categoria,
in un altro campionato, anzi in un altro sport! (Cit.).
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"Non mi fare le ditate sullo specchio appena pulito!!". |
Lo specchio diventa il vero portale attraverso cui il male può raggiungere il nostro mondo, semplicemente mostrando una mano della creatura e qualche
semplice trucco visivo (come il mercurio, usato per creare l’effetto
gocciolante dello specchio) Carpenter rende una normalissima superfice riflettente
un elemento di terrore concreto.
L’elemento soprannaturale (lo specchio) e quello scientifico (il messaggio
dall’anno uno… Nove… Nove…) si uniscono nel film per cercare di sconfiggere il
male, ma quello che ottengono, è un finale che ogni volta risulta NERISSIMO e,
malgrado io abbia visto il film un numero imprecisato di volte, ogni stramaledettissima
volta QUEL colpo di scena finale mi coglie impreparato. Ecco perché quando
penso ai film davvero capaci di tenerti sulla corda “Prince of Darkness” è
sempre in prima fila, poi parliamoci chiaro: avete mai provato a tornare a
casa di notte, dopo una serata passata a guardare Halloween? Ogni ombra sarà quella della strega (o del boogeyman),
alla stessa identica maniera, un minuto dopo la fine dei titoli di coda de “Il
signore del Male”, provate a fare una cosa semplice come entrare in una stanza
dove c’è uno specchio, provateci, poi ne riparliamo…
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Il Signore del Male: Ovvero come ho imparato a smettere per sempre di farmi la barba. |
Purtroppo conosco pochissimo questo film, ma sono cresciuto venerando "Simon & Simon" e "Riptide", quindi con il cast sono pienamente a mio agio :-P
RispondiEliminaMiticissima rece e vado a risentirmi la colonna sonora!
Non si parla mai a sufficienza di questo film, eppure è uno dei più fighi mai sfornati da Carpenter, nemmeno io ricordavo tutta questa proliferazione di attori provenienti dalla serie tv della mia infanzia, infatti è stata una piacevole sorpresa ;-)
EliminaTi ringrazio moltissimo, ma se ascolti la colonna sonora in cuffia… Stai lontano dagli specchi! ;-) Cheers
È una sceneggiatura grandissima. A me piace tantissimo e lo riguardo sempre con piacere, per altro l'ho visto piuttosto tardi ed è stato di fatto l'ultimo film che ho visto a mettermi veramente paura. Se devo essere onesto lo preferisco anche a the thing e mouth of madness, pur reputandoli bellissimi... sarà che i volti dei protagonisti di Prince of Darkness sono tutti poco noti (al contrario di Sam Neill e Kurt Russell) probabilmente. È sempre in cima alla lista dei film che nomino a chi mi chiede consigli su un film da vedere, purtroppo poi scopro che sono in pochi a guardarselo.. e qualcuno ha anche avuto il coraggio di dirmi che non gli è piaciuto!
RispondiEliminaAnche secondo me è un film unico, nessuno ha mati trattato scienza e religione (e Lovecraft) così bene, insieme a “The thing” e “In mouth of madness” completa una trilogia incredibile che forse sarebbe piaciuta al solitario di Providence. Esatto! Qualcuno riesce anche a dire che non è granchè… Secondo me è un film pazzesco, un'altra tacca sulla cintura del Maestro ;-) Cheers
Eliminavisto circa trentasette milioni di anni fa (minchia...) mi fece una gran paura...dovrei rivederlo...
RispondiEliminaTe li porti alla grande, complimenti! ;-) Ti assicuro che non ha perso un millimetro dell’angoscia che questo film è in grado di evocare, garantito al limone!
EliminaScusami mi sono focalizzato solo su quel fake di Jar Jar Binks
RispondiEliminaCi ho pensato, lo metto o non lo metto, poi mi sono deciso, se conosci il film è una trovata comica troppo azzeccata! ;-) Cheers
EliminaIo adoro Carpenter. Io adoro Alice Cooper. Io adoro Donald Pleasance. Potevo non adorare Il Signore del Male?
RispondiEliminaHo sempre saputo che sei un uomo dagli ottimi gusti, un gran trio per un gran film ;-) Cheers
EliminaSe dovessi consigliare un film horror, anche al più smaliziato spettatore, consiglierei sicuramente questo... sinistro e inquietante in ogni suo minuto! La sola semplice scena in cui Dennis Dunn guarda le due ragazze ferme fuori l'armadio mi fa sempre lo stesso effetto! Recensione come sempre ottima e degna della pellicola in questione!
RispondiEliminaDici un gran verità, perchè da un horror ci si aspetta almeno che faccia paura, "Il signore del male" è capace di evocare l'ansia nello spettatore, per il resto Muchas gracias! ;-) Cheers
EliminaAndare in bagno dopo aver visto questo film e non sapere se aver paura della porta o dello specchio..check!
RispondiEliminaNel dubbio, uscire dal muro scavando un tunnel come fa Dennis Dun nel film ;-) Cheers!
EliminaSemplicemente il mio film preferito di sempre.Ogni qualvolta mi si chiede di fare una classifica e' sempre li in cima.Davvero unico secondo me.
RispondiEliminaVerissimo é il Carpenter di cui si parla sempre troppo poco, ma che diventa più solido e spaventoso ad ogni visione. Cheers!
EliminaOgni qualvolta mi si chiede di fare una classifica dei miei film preferiti e sempre li' in cima.
RispondiEliminaUn film inimitabile ed unico in ogni sua parte.
Prima o poi ne uscira' una versione in bluray che gli renda onore(dannato terzo mondo dell'home video questo nostro stivale)
Lo aspetto anche io da molto tempo viviamo nella periferia del mondo, per di più a forma di scarpa. Cheers
EliminaTocchi affascinanti come i barboni zombie, lo specchio, il sottoscala ed i sogni, ma la sceneggiatura... Dio, anti-Dio, Gesù, Satana... roba da far girare la testa! @_@ E dire che di solito i film di Carpenter sono piuttosto semplici da questo punto di vista! Boh! Godibile ed interessante, ma non tra i miei preferitissimi del regista! Film dall' atmosfera così cupa comunque non li fanno quasi più nell' era del digitale.
RispondiEliminaNon penso che sia poi così complesso, è una bella contrapposizione tra scienza e religione, immersa in un atmosfera nerissima, che fa paura, ma paura vera come non ne fanno più concordo ;-) Cheers
EliminaMi chiedo come sia quasi sconosciuto...
RispondiEliminaLa sequenza del sogno premonitore è un apice che in pochissimi possono raggiungere, un vero incubo..
"Questo non è un sogno. Non è un sogno. Noi stiamo usando il sistema elettrico del cervello come ricevente. Noi non possiamo trasmettere attraverso neuro interferenze consce. Voi ricevete questa trasmissione come un sogno."
Un mistero incredibile, a mani basse il capolavoro del Maestro meno considerato. Ma è una questione di tempo, ho visto il recente “The Void” di fatto un omaggio di 90 minuti a questo film, prima o poi questo film verrà riconosciuto da tutti come il capolavoro assoluto che è, a quel punto potremmo dire che lo sapevamo già da molti anni ;-) Cheers
EliminaVisto ieri sera per la prima volta e leggendo la rece mi aspettavo qualcosa in più... questo film è vecchio, nella "velocità", nella "messa in scena" ed anche (forse soprattutto) nella recitazione che mi è sembrata pure parecchio scadente.
RispondiEliminaL'idea si è buona... ma della trilogia che citate La cosa ed Il seme della follia sono su un altro livello in tutte le categorie, ma principalmente proprio come "freschezza" , sono 2 film che non sono invecchiati per nulla (se non per qualche effetto speciale) a differenza di questo che in alcune scene o battute risulta anche ridicolo.
Quando hanno cominciato a nominare i tachioni ogni 3X2 me li hanno anche gonfiati :D Con quella parola ci si potrebbe fare tranquillamente un drinking game!
Stavo rivedendo le sigle TV dei telefilm anni '80 e mi sono imbattuto in Simon & Simon... Quindi non appena ho visto Jameson Parker mi è tornato alla mente questo film... Su una cosa posso assolutamente concordare con te, caro Cass: fa sempre la sua porca paura! Anche a distanza di anni ricordo sempre la scena finale e mi corre un brivido per la schiena... In più la commistione tra il messaggio mistico/ trascendentale e fantascientifico lo trovo davvero una genialata che solo un grande come il Maestro poteva rappresentare con tale potenza e credibilità senza scadere nel ridicolo.
RispondiEliminaGrande film e grande post. Sto continuando a ripassare nella Bara...
Per me è uno di quelli che mette addosso più sincera fifa tra tutta la produzione Carpenteriana, quindi non proprio titoli che fanno rilassare, buon ripasso ;-) Cheers
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