Se state
dicendo: “Il giorno della luna cosa?!”. Tranquilli, è la stessa cosa che ho
pensato io qualche settimana fa quando ho scoperto l’esistenza di questo film,
ma siccome questa rubrica nasce con l’intento di essere il più completa
possibile, oggi parliamo di un Carpenter che non ci si aspetta. Benvenuti ad un
nuovo appuntamento con John Carpenter’s The Maestro!
L’attività di
sceneggiatore di Carpenter è ampiamente sottovalutata, come vi raccontavo, il
Maestro ha sfornato una serie di script, non tutti sono diventati dei film, “Il
giorno della Luna Nera” (Black Moon Rising) è una delle poche sceneggiature che
Giovanni non ha anche diretto.
Il soggetto
del film è di Carpenter, ma gli sceneggiatori accreditati insieme al Maestro
sono William Gray e Desmond Nakano, non ho trovato informazioni in merito, ma
guardando il film verrebbe da pensare ad un progetto abbandonato in corsa da
Carpenter, o, comunque, dove la sua influenza è quasi tutta riassunta nella parte
iniziale del film, anche perché Giovanni in quel periodo aveva per le mani un
altro progettino, una cosina su di un camionista con degli ottimi riflessi in
gita a San Francisco, potreste averne sentito parlare e tranquilli, ne
parleremo! Per ora, invece, parliamo della trama di questo film.
Sam Quint è un
ladro professionista che viene assoldato dall’EFFE BI AI, per recuperare un
nastro contenente informazioni vitali per incastrare un grosso criminale che
verrà processato pochi giorni dopo a Los Angeles. Dopo aver sottratto il
nastro, per metterlo in salvo dalle grinfie del suo rivale Marvin Ringer (Lee
Ving), Quint lo nasconde nel prototipo della Luna Nera, che non è una carta dei
tarocchi, ma un auto prototipale super veloce alimentata ad idrogeno, alla
faccia delle sette sorelle.
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A vederla così non si direbbe, ma inquina pochissimo. |
A complicare
l’assunto ci pensa Nina, ladra d’auto professionista che fa parte di un gruppo
che gestisce un grosso giro di automobili di lusso rubate, Quint dovrà, quindi,
trovare il modo per infiltrarsi nel tecnologico palazzo che fa da quartier
generale della banda di Lupin e rubare a casa del ladro.
La prima cosa
che salta agli occhi è che qualunque avvocato praticante, senza esperienza,
potrebbe smontare un processo basato su una prova chiave, procurata assoldando
un ladro professionista, ma il nastro al centro della storia è da considerare
come un MacGuffin che fa cominciare la trama, esattamente come succedeva per il
nastro del Presidente (“il Presidente di che?” cit.) in 1997 Fuga da New York. A ben pensarci i due film hanno una struttura comune: entrambi hanno un carismatico
antieroe assoldato dal governo per intrufolarsi in un luogo impenetrabile e
recuperare informazioni vitali in un tempo brevissimo.
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"Ma perchè ci dobbiamo ridurre sempre all'ultimo minuto?". |
Per il ruolo
del protagonista sono stati presi in considerazione parecchi attori: Tom
Berenger, Don Johnson, il solito Jeff Bridges (uno che Carpenter voleva sia per
la parte di Jena Plissken che per La Cosa
e con cui ha potuto lavorare solo in Starman)
e addirittura Richard Dean Anderson… Come? Chi è Richard Dean Anderson? MacGyver
che cavolo! MacGyver!
Alla fine la parte
venne affidata all’allora 40enne e ancora non famoso, Tommy Lee Jones, che per caso si ritrova a lavorare per la seconda volta in carriera
ad un film scritto, ma non diretto da John Carpenter, ovvero Occhi di Laura Mars. La cosa divertente
è che Tommy Lee sembra più giovane in questo film che in quello precedente,
anche perché con quella faccia dimostrava 40 anni anche quando ne aveva 20!
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"...La tua entrata era buona, la sua migliore!" (Cit.) |
Non so voi, ma
io quando in un film c’è Tommy Lee Jones, mi rilasso perché so che almeno uno
che recita come si deve è della partita, ognuno ha il suo film preferito con il
grande Tommy Lee, in molti casi anche più d’uno, troppo facile ricordare il suo
agente K di “Men in Black”, se pensate a cose mitiche come "Apache pioggia
di fuoco" o "Blown Away - follia esplosiva", a ruoli mattissimi
e sopra le righe come "Batman Forever" o "Assassini Nati",
o serissimi e intensi come "Non è un paese per vecchi" e "The
Hunted", quello che viene fuori è un attore incredibilmente versatile, più
di quanto il suo grugno da Bulldog lascerebbe pensare, una di quelle facce che
appartengono al Texas come cittadinanza, ma al cinema per diritto acquisito. Qui per una delle poche volte nella sua carriera è alle prese con il classico
protagonista di un film d’azione e, guarda caso, sembra che non abbia mai fatto
altro per tutta la carriera!
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La quinta faccia da aggiungere sul monte Rushmore. |
Ora, se avessi
un euro per tutti i film d’azione che cominciano con l’eroe che sventa una
rapina in un minimarket, avrei sicuramente da parte un bel gruzzoletto,
Quint lo fa alla sua maniera, intento a bersi il suo caffè, si ritrova con la
pistola dell’aspirante rapinatore puntata in faccia, lui non perde la calma e
gli fa notare le telecamera di sorveglianza, gli mette fretta e le sirene della
polizia in lontananza lo aiutano, il rapinatore se la dà a gambe e Quint
termina il suo caffè, quieto, come un piccolo Fonzie. Una bella variazione
sul tema della solita rapina al minimarket.
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"Prendo un caffè e un rapinatore a portar via grazie". |
A proposito di
protagonisti, non possiamo non parlare della Black Moon, che dà il titolo al
film, un nome figo che in qualche modo ricorda un pezzo (altrettanto figo) dei Creedence,
ma che purtroppo di suo, di davvero stiloso ha molto poco. Mettiamola così:
Christine continua a restare l’auto più sexy della carriera di John Carpenter.
A guardarla, l’idea che mi ha dato la Luna Nera è quella di un grosso fermaporte,
avete presente quegli oggetti semi triangolari che si usano per evitare di far
sbattere la porta quando c’è corrente? Ecco, uno di quelli, però con le ruote e
un vistoso alettone posteriore.
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Negli anni ’80 pensavano che nel futuro saremmo stati tutti bassissimi. |
Ora, io non
sono un gran fanatico di auto, anzi proprio per niente, di solito mi piacciono
quelle che tutti considerano brutte, ma la Luna Nera è brutta pura per i miei
standard! Per fortuna, è protagonista di davvero poche scene, anche se tutte
piuttosto efficaci, questo bisogna dirlo.
Nina la super
ladra di auto è interpretata da Linda Hamilton che arrivava dritta sparata dal
successo di Terminator. La prima cosa
che colpisce del suo personaggio è la vistosa parrucca parcheggiata sulla sua
pettinatura anni ’80, quindi già voluminosa di suo, il risultato è una specie
di Mullet riccio che rivaleggia con la Luna nera in quanto a bruttezza.
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"Pronto? Vorrei denunciare il mio parrucchiere". |
Per fortuna la
parrucca sparisce presto, il personaggio di Nina ha un suo spessore: è una
tosta, ma non banale, potrebbe rientrare nella lista degli ottimi personaggi
femminili della filmografia di Giovanni Carpentiere, peccato che con il passare
dei minuti, il tocco del Maestro si perda sempre di più e questo ha
ripercussioni sul personaggio, anche se Linda Hamilton fa un ottimo
lavoro.
Bisogna dire
che il casting di questo film funziona molto bene: il cattivone è
monodimensionale, ma essendo interpretato dal grande Robert Vaughn guadagna
subito carisma, divertente vedere il grande (in tutti i sensi) Bubba Smith nei
panni dell’agente dell’FBI, una variazione sul tema del personaggio che lo ha
reso celebre, ovvero Hightower di “Scuola di polizia”. Da poliziotto ad agente
governativo: ha fatto carriera!
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"No Mahoney e Tackleberry sono rimasti a casa, per te basto io". |
A livello di
ritmo, il film inizia abbastanza bene grazie alla presentazione di tutti i
protagonisti della storia, ma quando Tommy Lee Jones insegue Linda Hamilton
alla guida della Luna Nera, si nota subito che il budget è quello che è e
dietro alla macchina da presa non c’è il Maestro, ma il regista Harley Cokeliss,
uno che ha fatto parecchia televisione e che non sa cavare sangue dai centesimi
come John Carpenter, cosa che si nota. Alla fine è impossibile non vedere che
questo film ha quattro location, fra le quali quella finale: un grosso parcheggio
coperto (storia vera).
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"È la macchina, vero? Piace a tutte le ragazze" (Cit.) |
Inutile
girarci attorno: più passano i minuti più trovate tematiche Carpenteriane in
questa pellicola diventa difficile, ma in generale, l’assenza
del Maestro è ancora più marcata che in Occhi di Laura Mars, eppure un po’ a
sorpresa, il film si lascia guardare, quasi sempre grazie all’ottimo stato di
forma (attoriale e fisico) di Tommy Lee Jones.
Una delle
scene migliori è quella di quando Quint viene aggredito dagli scagnozzi di Marvin Ringer,
Tommy Lee Jones sul set ha fatto tutti gli stunt del film da solo, è questo non
fa che fargli guadagnare altri punti simpatia (come se fosse ancora
necessario), non ci sono particolari coreografie, solo un sacco di pugni piazzati
come si deve, è una messa in scena degli scontri vecchia maniera, Jones si fa
lanciare a destra e a manca come un sacco di patate, prima di battere i suoi
avversari in astuzia più che in forza e in questo senso ricorda molto lo
scontro tra Jena Plissken e Ox Baker in Escape from New York.
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Pugni, calci e mazzate come se non ci fosse un futuro! |
Il finale è un
po’ frettoloso, ma funziona e diverte, si vedono tutti, ma proprio tutti i
limiti del budget e finalmente anche la Black Moon manda a segno qualcosa che
fa valere la sua presenza nel titolo. Non vi rivelo niente, ma guardando quel
finale non ho potuto non pensare che “Il giorno della Luna nera” era un film
sconosciuto per il sottoscritto, ma qualcun altro lo conosceva e se lo ricordava.
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"Parchieggio perfietto!!" (Cit.) |
Di sicuro non
si tratta di un capitolo essenziale della carriera di Giovanni Carpentiere, ma
sono contento di aver colmato questa lacuna, un film divertente da guardare che
mette in chiaro ancora una volta che a Carpenter le idee non sono mai mancate,
ma nemmeno il fiuto per scegliersi i soggetti migliori. Resta il rammarico che
il Maestro e Tommy Lee Jones non abbiano mai lavorato insieme direttamente, sarebbero
potute venire fuori della cose davvero ottime.
I see the bad BLACK moon arising.
I see trouble on the way.
I see earthquakes and lightnin'.
I see those bad times today.
Ora lanciate
la vostra Luna Nera a super velocità verso la pagina del Faccialibro de Il Seme Della Follia - FanPage italiana dedicata a John Carpenter, che gentilmente
ospita questa rubrica, so che anche loro sono fanatici del rumore di copertoni
sull’asfalto.
Non sapevo fosse stato scritto da Carpenter, ma paradossalmente ho conosciuto questo film prima dei lavori di Giovanni :-P
RispondiEliminaAvevo tipo 12 anni quando vidi il trailer, e la scena dell'auto che volava dalla finestra era irresistibile: ho ancora quel fotogramma in mente! Rivisto decenni dopo, ti do ragione su tutta la linea.
L'auto credo fosse una scopiazzata della Kit di "Supercar": molto meglio una certa Plymouth di nostra conoscenza :-P
Guarda sei sempre una sicurezza, sapevo di poter contare su di te ;-) Non sospettavo nemmeno l'esistenza di questo film fino ad alcune settimane fa, però capisco mi è capitato di incontrare Giovanni prima dei suoi film "veri" anche a me, ne parleremo in questa rubrica ;-) Hai ragione anche sul fatto che la luna nera è la brutta copia di Kit, però il film è divertente, si lascia guardare anche grazie a quel finale ;-) Cheers!
EliminaIl film non mi era piaciuto, ma mi sono goduto il vecchio Tommy Lee che già allora mi piaceva. Come al solito grande recensione.
RispondiEliminaTi ringrazio moltissimo ;-) In effetti il vero motivo di interesse del film è proprio la prova di Tommy Lee Jones, peccato che non abbia mai collaborato con Carpenter direttamente. Cheers!
EliminaNon lo vedo da talmente tanto tempo... Pensa che al posto di Tommy Lee Jones mi ricordavo che ci fosse Clint Eastwood! La memoria è annebbiata di brutto....
RispondiEliminaAhahah mi sa che hai fatto un incrocio con "Firefox - Volpe di fuoco", non sarebbe nemmeno male un film con Eastwood e Tommy Lee Jones, me li ricordo insieme solo in "Space cowboys" ;-) Cheers!
RispondiElimina