venerdì 4 marzo 2016

Pericolo in agguato (Someone's Watching Me!) (1978): Piccola televisione, grande Cinema


L’ultimo capitolo della “Trilogia 78ina” va in onda nel novembre di quell’anno, per molto tempo è stato considerato il “Carpenter perduto”, ma ancora oggi rappresenta uno dei titoli migliori per riassumere il talento e il carisma del grande John… Benvenuti ad un nuovo capitolo di Giovanni Carpentiere’s The MAESTRO!


Non so voi, ma io sono un po’ “Formica” nel fare le cose, cerco sempre di essere preparato per tempo, di anticipare i possibili casini mettendo fieno in cascina, essendo fondamentalmente un pigro, penso che tutto il lavoro fatto in anticipo, ti eviti di dover correre dopo, non so se Carpenter sia uno da “Formica” o è più sul genere “Cicala”, in ogni caso tra tutte le sceneggiature seminate dopo l’uscita di Distretto 13 - Le brigate della morte, portarono i loro frutti nel 1978, un anno piuttosto impegnato per il Maestro.

Mentre era alle prese con la pre-produzione di un film a basso costo su un assassino di babysitter, di cui potreste aver sentito parlare come di uno dei più fondamentali film horror di tutti i tempi, il canale televisivo NBC acquistò la sua sceneggiatura di “Pericolo in agguato” (Someone's Watching Me!) chiedendogli di dirigerlo. Senza porsi il minimo problema sul fatto che il lavoro offerto fosse “solo” la regia di un film per la Tv, Giovanni si tirò su le maniche, il risultato è qualcosa di televisivo solo nel formato, di certo non nella qualità o nei contenuti.


Ormai una tradizione, i titoli di testa Carpenteriani.
Leigh Michaels (Lauren Hutton), si trasferisce a Los Angeles per un nuovo lavoro come regista di programmi televisivi. La città californiana da qualche tempo è funestata da una serie di suicidi di giovani donne e ben presto Leigh sospetta di essere diventata il bersaglio principale di uno stalker particolarmente sfuggente, ma soprattutto molto ben organizzato…

Leigh cerca prima l’aiuto della polizia, anche se il Detective Gary Hunt (Charles Cyphers) può fare davvero poco. Quindi la donna con l’aiuto della collega di lavoro Sophie (Adrienne Barbeau) e il neo fidanzato Paul Winkless (David Birney) passa al contro attacco e da vittima designata si ribella e dà la caccia all'assassino.

Impossibile non notare molti tratti in comune con agli altri film del 1978 firmati da Carpenter, anche se privo delle sfumature più smaccatamente horror, lo stile registico è molto simile a quello di Halloween. Inoltre, Giovanni porta avanti il suo discorso sulla sguardo tra vittima e persecutore, la Leigh Michaels interpretata da Lauren Hutton è bella, bionda, non dice sempre di sì, però è determinata e affascinante con il suo look molto (tanto) anni ’70, in questo è molto simile a Laura Mars, anche i lavori delle due donne sono molto simili: Leigh è una regista televisiva, Laura una fotografa, entrambe, abituate ad osservare gli altri per professione, si ritrovano osservate (e perseguitate) da un assassino che le ha prese di mira.


La guardabile Lauren Hutton in giro per tutti i 97 minuti di film... Poteva andarci molto peggio.
La differenza tra le due donne sta nel finale dei rispettivi film, la sceneggiatura di Occhi di Laura Mars scritta da Carpenter fu rimaneggiata svariate volte, infatti nel corso del film la protagonista passa dall’essere indipendente, a damigella in pericolo. Questo non accade a Leigh Michaels il cui arco narrativo è inverso rispetto a quello della sua “collega”, infatti nel finale affronterà da sola il misterioso persecutore, in questo senso Leigh ha tutte le caratteristiche della tipica eroina carpenteriana, una che è alla pari, se non sfacciatamente superiore ai personaggi maschili.

Nel 2016 è normale cercare di ingraziarsi il pubblico femminile (pagante) utilizzando donne forti come protagoniste, il più delle volte caratterizzate come delle tipe che sanno come fare a botte, cosa che non fa mai male, ma resta piuttosto riduttivo, Carpenter ci era già arrivato nel 1978. Ora chiedetevi perché lui è The Maestro e noi, invece, ci doppiamo puppare i filmetti “Young Adult”…

Malgrado la giovane età e i limiti di budget, Carpenter con “Pericolo in agguato” non ha perso l’occasione per sperimentare i meccanismi della suspense, rivolgendosi idealmente ad uno dei suoi punti fermi cinematografici, il risultato è un film che è impossibile non definire hitchcockiano.


Se volete vi fischietto la sigla di "Alfred Hitchcock presenta".
Non entrerò nei dettagli per non rovinarvi i colpi di scena, è chiaro che gli omaggi più espliciti sono tutti per "La finestra sul cortile" e "Vertigo", ma non mancano omaggi meno palesi, ad esempio la dissolvenza dei titoli di testa animati del film, che lasciano spazio alla facciata del palazzo sono presi di peso da quelli di “Intrigo Internazionale”. Ma Hitchcock non è l’unico Maestro omaggiato da “The Maestro”, il personaggio interpretato da James Murtaugh si chiama Leone e anche i muri del palazzo dove vive Leigh hanno capito che è chiaramente un omaggio al Maestro Sergio (non serve il cognome).

"Nasconditi! Jimmy Stewart ci sta spiando con un cannocchiale".
“Pericolo in agguato” ha lo stesso carisma del suo regista, per utilizzare un termine strettamente tecnico, se ne impippa (tecnicissimo…) dei limiti del formato televisivo, per portare in scena un thriller che intrattiene alla grande e incolla allo schermo proprio grazie allo stile di John Carpenter, l’utilizzo degli spazi è impeccabile, il tecnologico palazzo dove vive la protagonista, diventa un luogo claustrofobico, in questo senso il modo in cui Leigh si nasconde sotto la grata per nascondersi all’assassino è rappresentativa, sembrano quasi le prove generali per la famigerata scena dell’armadio di Halloween - La notte delle streghe.


"Forse era meglio stare chiusi dentro l'armadio, era meno umido...".
La location diventa, quindi, protagonista della storia, il tecnologico palazzo non rappresenta uno scudo contro l’orrore, esattamente come succede in Il demone sotto la pelle (Shivers) di David Cronenberg del 1975, poco importa che la minaccia sia uno stalker o gli shifosi vermazzi infettivi del Canadese, la tecnologia avanzata non protegge la protagonista. Ho promesso di non rivelare troppo della trama, ma considerando che si tratta di un film del 1978, è comunque interessante notare il fatto che gli ultimi ritrovati della tecnica presenti nell’appartamento di Leigh, siano parte integrante della suspence, non un modo semplice di risolvere il mistero nascondendosi dietro a qualche “Mambo Jumbo” tecnologico. Malgrado il fatto che il film sia datato, i suoi meccanismi funzionano alla grande, riuscendo ancora oggi ad intrattenere lo spettatore e a lasciarlo in ansia per il destino della protagonista… Cosa vi dicevo? Impipparsene del budget e dei limiti di formato per fare quello che a Carpenter viene meglio, ovvero: buon cinema.

Impossibile, però, parlare di “Pericolo in agguato” senza citare l’inizio della collaborazione tra John Carpenter e la mitica Adrienne Barbeau, collaborazione molto stretta, visto che due anni dopo le riprese di questo film, i due si sposarono e da quel matrimonio nacque Cody, che ha seguito le orme paterne ed ora fa il musicista e il compositore, per altro, ha collaborato con papà al suo primo disco da solita, Lost Themes.


Carpenter's Touch: Qualcuno che passa di sfuggita non visto dalla protagonista.
Non credo che Adrienne Barbeau abbia bisogno di presentazioni, protagonista di film di Carpenter (di cui parleremo… Sicuro come la morte e le tasse!) e di un miliardo di altri Horror mitici, quello che bisogna dire, però, è che nel 1978, Adrienne era famosa più che altro per la serie tv “Maude” dove recitò dal 1972 fino alla sua chiusura proprio nel ’78. Il manager della Barbeau sosteneva che la difficoltà nel fare il grande salto al cinema, era dovuta proprio alla fama dell’attrice, conosciuta presso il grande pubblico come una star della Tv. In soldoni: perché dovrebbero pagare dei soldi per vederti al cinema, quando possono ammirarti gratis accendendo la televisione?

“Pericolo in agguato” fu la svolta per Adrienne Barbeau, Carpenter le affidò il ruolo di Sophie, la collega omosessuale di Leigh, ma tirate il freno a mano delle vostre fantasie, la stessa Sophie chiude la porta in faccia alla biondina dicendole: “Tranquilla, non sei il mio tipo”. Fine di ogni tipo di fantasia erotica gente…


"Ammettilo, ti piacerebbe vero biondina?".
A parte le mie caSSate, ci voleva quel ribelle di Giovanni Carpentiere per portare sugli schermi televisiva dell’America del 1978, un personaggio dichiaratamente omosessuale, ma soprattutto, non stereotipato, dettaglio che dovrebbe servire a gettare altra legna sotto il fuoco del discorso John Carpenter e i suoi personaggi femminili.

Nel saggio “Il signore del male” di Paolo Zelati, è riportata una divertente intervista ad Adrienne Barbeau in merito all’omosessualità del personaggio di Sophie e al suo primo incontro con Giovanni, a grandi linee le cose sono andate in questo modo...


"Hey ma chi è quel figaccione con i baffi laggiù?".
Chiamata a colloquio dal regista, Adriana butta un occhio al giovane Giovanni e pensa: "Beh, sto baffo, mica male!". E quando chiede lumi su come interpretare un personaggio omosessuale, travisa quasi completamente le parole di Giovanni (probabilmente aveva già gli ormoni che facevano le sgommate…), risultato: Adrienne pensa che tutto il discorso di John, sia il suo modo per dirgli che lui stesso è Gay… Due anni, tre film (e mezzo) insieme, un matrimonio e il frugolo Cody dopo hanno confermato che Adrienne aveva capito Roma per Toma.

Per altro, Charles Cyphers che in questo film interpreta il Detective Gary Hunt (e che ha recitato anche in Halloween e “The Fog”) e il mitico Tom Atkins, entrambi amici di vecchia data della Barbeau, cercarono in tutti i modi di convincerla a non frequentare John Carpenter, non perché avessero qualcosa in particolare contro Giovanni, ma semplicemente perché il Maestro è sempre stato un tipo dall’aria piuttosto inquietante, i due arrivarono a dichiarare: “Non possiamo permettere che frequenti quel pazzo!”. Bravi, eh! Bella gratitudine gente!


"La soggettiva dell'assassino" Arte su pellicola, John Carpenter 1978.
Basta la chiudo qui, prima di trasformare queste pagine nell’angolo del Gossip (La Bara Sbaciucchiante… Brrrrr! Questo si che fa paura!) e torno a parlarvi di “Someone's Watching Me!” che per anni è stato etichettato come il film perduto di Carpenter, per via della sua scarsa reperibilità in home video, problema fortunatamente risolto nel 2007 quando venne riproposto in DVD. Ricordo ancora la gioia quando lo scovai tra gli scaffali, per altro l’edizione in mio possesso aveva un secondo disco strapieno di interviste a Giovanni, che ovviamente ho consumato negli anni… Soldi ben spesi!

L’impegnatissimo 1978 di Giovanni Carpentiere si chiude con “Pericolo in agguato”, un riuscitissimo omaggio al cinema di Alfred Hitchcock, ma per quanto mi riguarda, la prova più concreta del fatto che il talento di Carpenter non possa essere arginato dai limiti dal budget, o relegandolo al piccolo schermo. Con il 1978 abbiamo concluso, con i Venerdì Carpenteriani, per fortuna siamo solo all’inizio... Cerco di non far vedere che mi sto divertendo come un bambino, ma non so se ci sto riuscendo.

14 commenti:

  1. Mi metti in seria difficoltà e imbarazzo... perché apprendo da te l'esistenza di questo film! Andrò scalzo in pellegrinaggio in videoteca a rimediare immediatamente al mio peccato nei confronti di Carpenter ;-)

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    1. Non è molto famoso, ma per nostra fortuna il DVD oggi come oggi si trova facilmente, non posso che aggiungere: Buona visione! Fammi sapere cosa ne pensi ;-) Cheers!

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    2. Esiste, vi assicuro che esiste ho il Dvd ;-) Cheers!

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  2. Inchino al maestro, anche in uno dei suoi film meno noti la mano si riconosce... :)

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    1. Esatto, si vede e anche molto, onore al Maestro! ;-) Cheers

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  3. Anni dopo (era il 1987) Ridley Scott realizzerà "Someone to Watch Over Me" in italiano "Chi Protegge il Testimone". Titolo originale praticamente identico a quello del film del Maestro, ma nettamente inferiore, seppur discreto, e con una trama totalmente diversa.

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    1. Si vero, i due titoli si somigliano molto, la differenza è forse nella presenza del protagonista maschile Tom Berenger, qui invece la protagonista si mette in proprio e si aiuta da sola ;-) Cheers!

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  4. Ancora non mi capacito su come non abbia mai sentito parlare di questo film. Il look "televisivo" del film mi ricorda un altro film poco noto (di Crichton): Looker ("Troppo belle per vivere").

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    1. Mi manca quel film di Crichton, anche se il titolo mi dice qualcosa. Per anni è stato il Carpenter perduto, una delle sue due regie per la tv, se escludiamo gli episodi della serie "Masters of Horror", te lo consiglio caldamente, ormai si trova piuttosto facilmente ;-) Cheers!

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    2. Non mancherò assolutamente. Del resto basta il nome del regista per motivarmi!
      Riguardo Looker, attento però che la canzone di apertura potrebbe rimanerti in testa per qualche settimana https://www.youtube.com/watch?v=hb2TfhJuVvk
      Mi raccomando non leggere la trama prima di vederlo! Rischi lo spoiler

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    3. Ho guardato solo un pezzettino del video e mi sono convinto che merita il recupero, correrò anche il rischio con la canzone ;-) Cheers!

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  5. Sono appena riuscito a vedere questo film (in inglese) ed era ottimo, se non fosse stato per te non lo avrei mai scoperto.
    Sono tornato a commentare per ringraziarti, scusami se sono un po' assente di recente. Ho un sacco di arretrato da leggere

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    1. L'Intento di questa rubrica era cercare di essere la più completa possibile, sono contento di averti fatto scoprire il film e ancora di più che ti sia piaciuto ;-) Figurati nessuno problema, mi trovi qui quando vuoi... Cheers!

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