Se vi dico
“Schivare le pallottole” voi a cosa pensate? Se avete risposto una di queste
tre parole a caso, “Keanu”, “Matrix”, o “Reeves” le cose sono due: o siete
troppo giovani, oppure siete vittima di una grande ingiustizia cinematografica,
siete stati privati nella vostra vita dell’occasione di fare la conoscenza di
Remo Williams, l’eroe che tutti vorrebbero essere!
30 anni fa, il
14 Marzo 1986, usciva in Italia “Il mio nome è Remo Williams” (Remo Williams:
The Adventure Begins) un film divenuto di culto per una generazione, per quei
pochi che hanno avuto la pazienza (o la fortuna) di scovare questo film. Per celebrare a dovere il compleanno, ho fatto squadra con il mitico Lucius, che non solo ha sfornato il banner che vedete qui sotto, ma sul suo blog Il Zinefilo racconta, a suo modo, il film di Remo Williams.
Basato su una
lunga serie di romanzi “The Destroyer” di Warren Murphy e Richard Sapir, Remo
Williams è un personaggio con un quantitativo di materiale alle spalle
notevole, pensate che sul finire degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 la Marvel
Comics gli ha pubblicato una serie a fumetti tutta sua.
"Questo legge solo fumetti della Distinta Concorrenza, che faccio lo butto nel bidone dell'umido?". |
Se volete sapere tutto dei romanzi e dei fumetti dedicati a Remo Williams, qui sotto trovate un infilata di collegamenti ai blog di Lucius, ed occhio che dopo vi interrogo!
"Gli Archivi di Uruk" presenta il personaggio nella sua vita letteraria italiana.
"Fumetti Etruschi" racconta di quando il fumetto di Remo provò ad uscire in Italia.
"CitaScacchi" racconta di una partita a scacchi tra Remo contro un cattivo nazista, in uno dei rari suoi romanzi usciti in Italia.
"IPMP" (Italian Pulp Movie Posters) presenta la locandina italiana apparsa sui giornali dell'epoca.
"NonQuelMarlowe" presenta note personali sui romanzi usciti in Italia.
In occasione di questo compleanno sono andato a rivedermi “Il mio nome è Remo Williams” con enorme piacere, ritrovando un film invecchiato alla grande, grazie anche ad una grande ironia che distingue iquesta pellicola, ma parliamo un po’ della trama ora.
"Gli Archivi di Uruk" presenta il personaggio nella sua vita letteraria italiana.
"Fumetti Etruschi" racconta di quando il fumetto di Remo provò ad uscire in Italia.
"CitaScacchi" racconta di una partita a scacchi tra Remo contro un cattivo nazista, in uno dei rari suoi romanzi usciti in Italia.
"IPMP" (Italian Pulp Movie Posters) presenta la locandina italiana apparsa sui giornali dell'epoca.
"NonQuelMarlowe" presenta note personali sui romanzi usciti in Italia.
In occasione di questo compleanno sono andato a rivedermi “Il mio nome è Remo Williams” con enorme piacere, ritrovando un film invecchiato alla grande, grazie anche ad una grande ironia che distingue iquesta pellicola, ma parliamo un po’ della trama ora.
Durante un
turno notturno, il poliziotto Makin (Fred Ward) viene aggredito da alcuni
criminali, dopo una rissa da cui este pesto ma vincitore, la sua auto finisce
nel fiume… Con lui dentro.
Creduto morto,
si risveglia in un ospedale, con una nuova faccia e una nuova identità,
l’agente reclutatore Conn MacCleary (J.A.Preston) gli comunica il suo nuovo
nome (a questo punto dovreste averlo già intuito), ma soprattutto il suo nuovo
lavoro, ovvero: essere “L’undicesimo comandamento” per l’agenzia segreta
indipendente chiamata CURE, il cui compito è quello di eliminare, per conto del
Presidente (“Il presidente di che?” Cit.) tutti i nemici del governo, come il
costruttore di armi George Grove (Charles Cioffi) colpevole di fornire
fucili e difettosi all’esercito.
The man from C.U.R.E. |
Ma prima di
entrare in azione, Remo dovrà superare le lunghe e complicate sessioni di
allenamento di Chiun (Joel Grey), Maestro Coreano di Sinanju e vostro prossimo
personaggio preferito della storia del cinema, garantito al limone!
L’idea del
film nasce come alternativa americana a James Bond, infatti l’uomo dietro a
tutta questa operazione è proprio il regista Guy Hamilton, famoso per molti
capitolo della serie dedicata all’agente 007 (Goldfinger, Una cascata di
diamanti, Vivi e lascia morire e L'uomo dalla pistola d'oro), ma anche del
seguito de “I Cannoni di Navarone”, ovvero “Forza 10 da Navarone”.
Il film è
stato scritto da Christopher Wood, ma Guy Hamilton ha candidamente ammesso di
aver riscritto molte parti della sceneggiatura, compresa la scena della Statua
della Libertà (lasciatemi l’icona aperta che ripasso…), per rendere fede alla
sua idea, ovvero creare la risposta americana a James Bond, con un personaggio
molto più “Operaio” (Guy Hamilton lo ha definito proprio “Blue collar”), ma
anche molto più sopra le righe, se pensate che l’agente segreto più famoso del
mondo sia sempre stato uno spaccamontagne, è soltanto perché non sapete cosa è
in grado di fare Remo Williams!
Per la parte
del protagonista, per un po’ è stato preso in considerazione anche Ed Harris,
considerando l’infilata di personaggi fighi interpretati in carriera da Harris,
se avesse avuto anche Remo Williams sul suo curriculum, sarebbe assorto al
Valhalla cinematografico della figosità, in compenso, la storia ha voluto che
per la parte, venne scelto uno dei pochi bipedi sul pianeta più fighi di Ed
Harris: Fred Ward.
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A Ferdinando Reparto bastano DUE dita di violenza. |
Ex soldato in
Vietnam passato poi alla recitazione, con un figlio primogenito di nome Django
(storia vera) e una serie di titoli clamorosi in carriera, Fred Ward è una
specie di icona vivente. Per tutti quelli della mia leva, è ricordato
principalmente per i suoi ruoli in Tremors
e Tremors 2, in cui ho già avuto modo
di cantarvi le sue lodi, ma Remo Williams è il personaggio che lo ha reso
celebre, anche perché il faccione da Bulldog di Ferdinando Reparto e la sua
ironia, sono totalmente azzeccati per il personaggio.
Il film è
popolato da tutte le facce giuste: il capo dell’agenzia CURE ha i baffoni di Wilford
Brimley (visto anche ne “La Cosa” di John Carpenter), l’iconico sgherro cattivo
con il diamante incastonato nel dentro (parodia degli tirapiedi Bondiani come
Jaws o Le Chiffre) è il grande Patrick Kilpatrick e, per altro, guardando il
film qualche giorno fa, mi sono reso contro che il Maggiore Rayner Fleming
interpretato da Kate Mulgrew, è la stessa Kate Mulgrew che interpreta la mitica
Red in Orange is the new black, solo
qualche anno e diverse taglie dopo.
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"Ecco dove ti avevo già vista soldatina...". |
Menzione
speciale per l’agente reclutatore Conn MacCleary, interpretato da J.A. Preston,
la sua principale caratteristica, resta celata per tre quarti di film, almeno
fino alla fantastica scena dell’irruzione nella fabbrica della Grove, non vi
dirò nulla per non rovinarvi la sorpresa, ma ancora oggi resta una chicca
notevole, in un film che compie 30 anni.
Ma staremmo
qui a parlare dell’aria fritta, se non citassimo il personaggio che divide lo
schermo con Remo, ovvero il Maestro Chiun. Interpretato dall’attore americano Joel
Grey, già premio Oscar nel 1973 per il film “Cabaret”. Grey non ne voleva
sapere di interpretare il personaggio, per due ragioni: la prima, la sua totale
ignoranza in fatto di arti marziali, la seconda ragione, il fatto di NON essere
Coreano… A pensarci, un dettaglio non da poco.
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"Oddio ora attacca con la solfa sul glutammato monosodico". |
L’attore si
convinse ad accettare la parte solo dopo aver parlato con Carl Fullerton,
responsabile del trucco e degli effetti speciali per il film, che gli mostrò
come avrebbe potuto renderlo un credibile maestro Coreano 80enne usando solo il
make-up, il risultato fu così efficace che Fullerton quell’anno venne nominato
agli Oscar per la sua prova, ma senza vincere il dorato premio, altro motivo
per cui questo film è rimasto così invisibile per tanti anni.
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Niente di meglio che una bella passeggiatina sul cornicione di primo mattino... |
Chiun incarna
alla perfezione tutte le caratteristiche del maestro cinematografico, ha
qualcosa di Yoda e qualcosa del Miyagi di “Karate Kid”, solo che essendo
Coreano si ritiene superiore a tutti gli altri (specialmente gli odiati
Giapponesi) quasi al limite del razzismo, in particolar modo tratta Remo con
malcelato schifo, come fa del resto con qualunque attività tipicamente americana, dal Fast Food (“Do you know why Americans call it fast food? Because
it speeds them on the way to the grave”) all’utilizzo degli orologi,
considerati trucchetti inventati dagli Svizzeri. Unica concessione alla
modernità del maestro? Le soap opera che considera un altissima forma d’arte e
di cui non si perde una puntata (storia vera).
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Una posa comoda per guardare la TV. |
Ma il maestro
Chiun può contare su un altro primato, ovvero: la più bella entrata in scena
della storia del cinema e se tale non dovesse essere, è almeno nelle prime
cinque posizioni di questa ipotetica classifica. Quando Remo piomba nel suo
appartamento e gli spara addosso, Chiun evita una dopo l’altra tutta le
pallottole, per poi togliere il caricatore della pistola di Remo con un solo
(fighissimo) gesto. Per imitare lo stesso gesto, il nostro Remo impiegherà un
intero film scandito da duri allenamenti, tutti conditi dalle frasi
motivazionali di Chiun, roba del tipo: “Fear is just a feeling. You feel
hot. You feel hungry. You feel angry. You feel afraid. Fear can never kill you”.
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"Keanu Reeves? Neo? Mai sentiti nominare...". |
Sono proprio
gli allenamenti di Remo a rendere questo film un vero spasso, nel tentativo di
perfezionarsi con il Sinanju (“Ricorda, la perfezione è un percorso, non il
punto di arrivo!”) Remo è costretto a fare le cose più pazze: saltellare sui
pali installati nell’appartamento di Chiun o tentare di camminare sul cemento
liquido, il tutto migliorando nel corso dei minuti del film, diventando un
guerriero quasi accettabile anche per Chiun… Per essere un non-Coreano ovvio.
Il film spesso
ha un taglio un po’ troppo televisivo, bisogna dirlo, tanto che come avrete
intuito dal titolo originale (Remo Williams: The Adventure Begins), avrebbe
dovuto essere solo il primo capitolo di una lunga serie, purtroppo gli scarsi
incassi hanno posto prematuramente fine all’iniziativa, anche se un timido
tentativo è stato fatto, nel 1988 la serie tv “Remo Williams: The Prophecy” ha
fatto il suo esordio, con Roddy McDowall nai panni di Chiu e Jeffrey Meek in
quelli di Remo. Ora, però, mi tocca citare “Pulp Fiction”, voi siete al corrente
di un'invenzione chiamata televisione e che in questa esistono una cosa
chiamate serie? Bene, allora avrete già capito che dopo il pilot, la serie è
diventata niente, mettendo per sempre la parola fine alla trasferta di Remo sullo
schermo, piccolo o grande che sia.
Ma “Il mio
nome è Remo Williams” resta un film bellissimo per svariate ragioni, tra cui i
suoi dialoghi a tratti micidiali, il mio preferito? Facile! Il discorso motivazione dell’agente
reclutatore: “Tutto ciò che posso prometterti è terrore per colazione, tensione
per pranzo, esasperazione anziché sonno, le tue ferie dureranno due minuti, se
non ti uccideranno prima e se vivrai tanto da avere una pensione sarà un
miracolo.”
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"Non guardare in basso, non guardare in basso, non guardare in basso...". |
L’Ironia con
cui tutto il film viene affrontato, rende la pellicola una specie di cartone
animato con attori in carne ed ossa, con il passare dei minuti, man mano che
Remo apprende le lezioni del maestro Chiun, il personaggio può permettersi cose
sempre più folli, tipo farsi sparare addosso (“hai usato le altre quattro
[pallottole] ieri”, “Ho ricaricato”) o
attraversare al volo enormi cumuli di sabbia. Saltandoci dentro!
Se non avete
visto il film, mi rifiuto CA-TE-GO-RI-CA-MEN-TE di descrivervi le ultime due
scene, lo scontro finale con il cattivo e la fuga via acqua di Remo e Chiun,
vi dico solo che anche voi vi ritroverete ad affermare: “Chiun, you're
incredible!” (risposta: “No! I am better than that”).
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La vostra faccia, quando vedrete l'ultima scena del film. |
L’altra cosa che
funziona del film e che lo rende ancora oggi una visione piacevolissima, è il
gusto di Guy Hamilton per le scene spettacolari, tutte condite con
grande ironia, scandiscono l’intera durata del film, oltre agli allenamenti sui
cornicioni, impossibile non citare la fuga appeso al tronco d’albero, la lotta
con lo sgherro con il diamante sul dento (il cui finale resta un apice di
ironia ancora inarrivabile!), oppure una delle mie preferite in assoluto:
l’irruzione notturna di Remo alla fabbrica Grove, sì, sto parlando della mitica
scena con i Doberman.
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Ditemi cosa volete, ma quando arrivano i Doberman mi rotolo dal ridere per tutta la scena. |
Una scena che sottolinea quanto questo film sembri un cartone animato con parolacce arti
marziali, com'era possibile solo negli anni ‘80, vedere Fred Ward, farsi gioco
dei cani da guardia è uno spasso, ma è ancora più divertente il modo in cui i
quadrupedi, per tutta la scena, si dimostrano più tenaci (ma anche più furbi!)
del nostro protagonista.
Come vi dicevo,
Guy Hamilton ha riscritto di suo pugno alcune scene, come quella della Statua
della Libertà, fortemente voluta dal regista, al fine di sfruttare il celebre
monumento. Il problema è che durante le riprese estive del film, la celebre signora francese non era disponibile, si stava rifacendo il trucco in vista delle
celebrazioni per il centenario degli Stati Uniti d’America. Questo non fece che
convincere ancora di più Guy Hamilton su quanto la Statua della Libertà, con i
tralicci e le impalcature dei lavori in corso, avrebbe potuto essere una location
ancora migliore per il suo film, non riuscendo, però, ad ottenere i permessi e a
film quasi completato, Hamilton richiamò parte della troupe in Messico, dove il
clima era migliore e i costi più bassi, obbiettivo? Costruire una statua delle
libertà in miniatura, per girare la scena.
Sul set messicano vennero ricreate la torcia e parte del corpo, farcendo il tutto con le
impalcature sulle quali Remo combatte con gli sgherri di Grove, ditemi cosa
volete, ma considerando il risultato finale, ha avuto ragione lui!
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"Viene da chiedertelo, vero? Se sia nuda sotto quel manto. È francese! Lo sai, no?" (Cit.) |
Come tutti gli
eroi cinematografici che si rispettino, anche Remo Williams ha il suo tema
musicale, composto da Craig Safan, già autore delle musiche per quel pezzo di
cuore intitolato “The Last Starfighter”. Sappiate solo che ogni volta che “Remo’s
Theme” inizierà a risuonare durante il film, sarà impossibile non esaltarsi
tantissimo… Poi non ditemi che non vi avevo avvisati!
Qualche giorno
fa ho scoperto che forse, abbiamo una remota possibilità di vedere Remo
Williams nuovamente in azione in un film, pare che (tenetevi forte) Shane Black
sia al lavoro su un adattamento cinematografico della saga “The Destroyer”.
Ora, ho già una stima tendente all’infinito per Shane Black, se mai dovesse
mandare a segno anche questo colpo, mi troverò costretto a dedicare una statua
a quell’uomo!
Insomma, l’obbiettivo
era alto lo so, oltre che celebrare i primi 30 anni di questo film di culto,
spero di essere riuscito a mettere la pulce nell’orecchio, magari qualcuno
deciderà di andare a recuperare questo grandioso e divertentissimo film, non so
se ci sono riuscito, ma se così dovesse essere, nelle remota possibilità che
quando vi chieda cosa pensare quando vi dicono “Schivare le pallottole”, voi gridate
fortissimo: Remo Williams!
“Ma voi chi siete?”
“Siamo quelli di arrivano i nostri!”.
Nient: ho letto il titolo e stavo già a lucciconi emozionali della serie " Quante soddisfazioni mi da sto ragaSSo." Leggo e torno.
RispondiEliminaMa non lo vogliamo dire che SOLO chi lovva questo film può aver capito da dove eran prese le scene di Daredevil della Netflix quando Murdok reincontra il suo maestro? E quanto Pai MEi di Tarantino debba allo stesso?
EliminaInchini e riverenze, ma soprattutto… Bro-Fist! ;-)
EliminaGli addestramenti di Pai Mei, e il suo disgusto mal celato per tutto e tutti, deve molto a Chiun. Tra gli sceneggiatori Netflix qualcuno è cresciuto con questo film… Sicuro! ;-) Sarà televisivo quanto vuoi, ha dei cali di ritmo vero, ma va riscoperto questo film, oggi funzionerebbe meglio di 30 anni fa con i dovuti aggiustamenti ;-) Cheers!
EliminaNegli anni Ottanta veneravo di brutto questo film, poi è scomparso nel nulla e l'ho rivisto solo in tempi recenti, rimanendone delusissimo. Infatti nel mio post l'ho trattato male, perché non ci ho ritrovato quel divertimento che ricordavo.
RispondiEliminaDa ragazzino credevo sul serio che il maestro fosse un attore asiatico, e ho un amico che all'epoca provò il metodo Chiun per irrobustire le dita. Ma rivisto oggi ho visto troppi difetti per poterlo ricordare con piacere: è un eroe che non fa nulla in un periodo in cui I suoi colleghi falciano dieci cattivi per mano, lo trovo davvero fuori tempo massimo...
Sono contento che tu l'abbia omaggiato "in positivo": il ragazzo che è in me ti ringrazia! ^_^
Infatti il tuo pezzo mi è piaciuto un sacco, perché elenca alla perfezione tutti i difetti del film. Pellicola che era decisamente fuori tempo massimo, non abbastanza “Macho” per gli action anni ’80, e troppo in anticipo per i film d’azione con umorismo, infatti “Arma letale” (primo titolo grosso di questa nuova tipologia di eroi) è del 1987. Sono io che ringrazio te, pensavo di conoscere i fumetti del personaggi ma anche oggi mi hai mandato a scuola ;-) Cheers!
EliminaCom' se dich: SEVERO MA GIUSTO
EliminaConcordo, il giudice Bulgaro alla gara di tuffi, ci vuole ci vuole ;-) Cheers
EliminaA sua discolpa c' è da dire che questo capitolo era sul suo addestramento!
EliminaSi avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una serie che non è mai diventata tale. Cheers
EliminaIl destino di questo film fu che arrivò fuori tempo massimo, era un periodo di transizione e "Remo Williams" non riusci ad inserirsi né nel filone di quello che c'era prima né in quello degli action che sarebbero venuti poi. Questo non gli ha impedito di farsi la reputazione di una sorta di kult!
RispondiEliminaAnche secondo me è andata così, non ha superato una generazione, ed è un peccato, perché malgrado tutti i limiti, è un film che oggi funzionerebbe meglio, per l’ironia e per le arti marziali, che sembrano più super poteri che una vera disciplina ;-) Cheers!
EliminaHo 30 anni da recuperare... Non si smette mai d'imparare :)
RispondiEliminaBeh tutti e 30 mancano anche a me, però puoi iniziare da questo film, fammi sapere come lo hai trovato ;-) Cheers!
EliminaCosa mi hai tirato fuori...Da piccolo adoravo questo film, però poi non sono più riuscito a vederlo...ho provato a cercarlo in dvd, ma non l'ho mai trovato (ha mai avuto una distribuzione italiana in dvd?)
RispondiEliminaOra provo a cercarlo tramite altri canali per rivedermelo...potrei aver bisogno di imparare a sfiorare le pallottole...
Non credo proprio esista il dvd italico, per fortuna io ho comprato l'unica edizione esistente su Amazon regolarmente! ... Ok ora che é andata via la finanza posso dire la verità, scaricato nel glorioso 4/3 ;-) Schivare le pallottole torna sempre utile... Cheers!
EliminaGrande ! Filmone...., sono andato subito a cercare la VHS. Trovata e stasera lo rivedo.... e ti dico. Non ci crederai ma non ricordo la fine. Ricordo che con il diamante incastonato nei dente del cattivone si apre la sua via di fuga, ma per il resto nulla. Sarà un bel vedere....
RispondiEliminaGrazie :)
Figurati grazie a te! La scena del diamente fa troppo ridere, ma il finale è ancora meglio, fammi sapere come hai trovato il film rivedendolo ;-) Cheers!
EliminaAltra chicca scoperta grazie al Mereghetti anni fa! ^^ L' ho recuperato qualche anno dopo e devo dire che mi ha stupito il taglio televisivo sopracitato! Leggendo che dovevano farne una serie e vedendo il titolo originale mi sono chiesto se fosse il pilot poi distribuito al cinema! Boh!
RispondiEliminaEffettivamente la messa in scena non è all' altezza dei film contemporanei, ma la coppia maestro-allievo è davvero ben riuscita e divertente. Davvero gradevole e simpatico.
Ah, però che chicche dietro le quinte ci ha regalato anche questo! ^^
Riguardo il trucco di Joel Grey, oggi questa cosa sarebbe considerata politicamente scorrettissima! XD Sic!
Si oggi sarebbe etichettata come “White Washing” o peggio ;-) Ti ringrazio, non è molto famoso, specialmente presso il pubblico più giovane, se uscisse oggi con qualche aggiustamento, penso farebbe faville, aveva già un tono ironico che oggi è più in voga. Cheers!
EliminaL'ho sempre schivato. Ma non lo farò mai più.
RispondiEliminaBen felice e buona visione ;-) Cheers
EliminaMorto fred word rip
RispondiEliminaSui social della Bara stiamo ricordando Fred Ward da giorni. Cheers
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