lunedì 1 febbraio 2016

The Hateful Eight (2016): La Cosa (Western) di Quentin Tarantino


Quando viene annunciata l’uscita di un nuovo film, ci sono alcune categorie di pellicole che mi mandano in sollucchero: i film Western e la nuova fatica di Quentin Tarantino. Immaginate come mi posso sentire quando esce il nuovo Western diretto da quel pazzoide!

Per quanto mi riguarda il Western è il Re dei generi cinematografici, sta al Cinema come il Rock ‘n Roll sta alla musica, l’unico altro genere che mi fa sciogliere è l’Horror, lasciatemi l’icona aperta, perché questa volta Tarantino ha sfornato un altro bellissimo film Western dopo “Django Unchained”, ma allo stesso tempo ha saputo fare qualcosa di differente…

L’ottavo film (e mezzo, se contiamo anche “Death Proof”) di Tarantino ha rischiato di non vedere la luce, o meglio, il buio della sala. Sì, perché esattamente com'era già accaduto con “Kill Bill” la sceneggiatura è finita in rete prima del tempo, solo che a differenza del film sulla vendetta della Sposa, Quentin questa volta si è incazzato di brutto, minacciando di gettare tutto nella spazzatura. Il regista di Knoville ha dichiarato di avere nel taschino 10 altri progetti e non credo sia una sparata, anche perché ormai ho perso il conto dei progetti annunciati da Tarantino negli anni.

"Because we LOOOOOOOOOOVE making movies!".
In ogni caso, dobbiamo tutti dire grazie a Samuel L. Jackson: completamente esaltato dalla lettura del copione, è riuscito a far cambiare idea a Tarantino. La prossima volta che incontrare Sam Jackson in coda alla casse dell’Esselunga ricordatevi di ringraziarlo.

Ovviamente, Quentin non sarebbe Quentin se non facesse le cose a modo suo, non solo alla fine si è convinto a dirigere “The Hateful Eight” (primo film del regista con tre parole nel titolo), ma dopo le opportune modifiche lo ha trasformato in un dramma da camera, però diretto nel glorioso Panavision anamorfico a 70mm. Perché dirigere un film di quasi tre ore, ambientato principalmente in una sola location, nello spettacolare formato in pellicola che ha reso gloriosa la gara di bighe di “Ben-Hur” (1959) o “Gli ammutinati del Bounty” (1962)? Perché questo mondo appartiene a Quentin Tarantino, e noi siamo tutti suoi ospiti. Guardate il risultato finale e provate a dirmi che non ha avuto ragione lui su tutta la linea, visto Sabato scorso nel cinema Arcadia di Melzo, mi devo ancora riprendere da tanta bellezza...


I nostri genitori hanno avuto "Il grande sentiero" e "Lawrence d'Arabia", ora abbiamo il NOSTRO film in 70mm...
Pochi anni dopo la Guerra civile americana, nel Wyoming il cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russell) scorta la criminale Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh) a Red Rock, dove tenendo onore al soprannome di Ruth, verrà impiccata. Lungo la strada danno un passaggio, prima al maggiore Marquis Warren (Nero, infatti lo interpreta Sam Jackson) e poi al sudista Chris Mannix (Bianco… Walton Goggins) e il viaggio fino a Red Rock rischia di diventare la versione in piccolo della Guerra civile.

Giunti al rifugio di Minnie e Sweet Dave, restano bloccati a causa di una buffera di neve in arrivo, insieme ad altri quattro “gentiluomini” arrivati prima di loro... Seguono tanti dialoghi, tensione a palate e un fottio di sangue.

Togliamoci subito il dente: a me il film è piaciuto e non necessariamente poco, ma temo che una parte del pubblico rischierà di restare delusa, proprio perché “The Hateful Eight” (da qui in poi “Gli Ottodiosi”) è un film di quasi tre ore in cui i protagonisti parlano per tutto il tempo, incastrati in una sola location. La classica cosa che può far scappare urlando il pubblico generalista, specialmente quello che si sarebbe aspettato di vedere “Django Unchained 2”.


"Django? Questa volta mi sono portato anche io DUE pistole".
Di certo, non mi lascio spaventare da un film dove i protagonisti parlano tutto il tempo, specialmente se è scritto così bene, anche perché “Gli Ottodiosi” non ha davvero nulla di meno rispetto agli altri film di Tarantino. Di tante pellicole che ci sono in circolazione, dove i personaggi sono scritti con i piedi e spesso si perdono nelle voragini della sceneggiatura, un film come questo è una boccata di aria fresca. Gli otto protagonisti che arrivano al capanno (che poi sono nove, la campagna pubblicitaria non tiene conto dell’autista della carrozza O.B. interpretato da James Parks, figlio del grande Michael) sono tutti scritti alla grande, le motivazioni che li muovono sono chiare, rendono le loro azioni e le dinamiche interne lampanti allo spettatore. Ognuno di loro come promette il titolo è una bomba di odio pronta ad esplodere, figuratevi cosa può venire fuori riunendo otto (nove) personaggi così, forzatamente nello stesso posto, in un clima di odio, ma anche di sospetto.


I magnifici Otto(diosi)... Faccio la conta come Steve McQueen.
Inoltre, non credo che sia una novità che i film di Tarantino siano caratterizzati da lunghi ed articolati dialoghi, in tutti, compreso “Gli Ottodiosi”, i personaggi hanno ereditato la stessa favella del loro creatore. Proprio come Tarantino nelle sue interviste, i protagonisti di questo dramma da interni, sono tutti capaci di uscire dai guai (o sprofondarci dentro) utilizzando solo il dono della parola. Per me questa è continuità stilistica.

Tarantino recupera la struttura a capitoli che lo ha reso celebre, la suddivisione con tanto di titoli, come in “Pulp Fiction”, ma anche la trovata narrativa di far fare un passo indietro alla storia, raccontandoci il tutto, da un altro punto di vista. Sì, perché Tarantino prima di essere uno che parla a mitraglia e cita film con la stessa velocità, è un narratore che levati, ma levati proprio!

Qui porta in scena una storia che potrebbe funzionare anche a teatro, un racconto dove Quentin dimostra di aver letto e capito Agatha Christie, tra gli Ottodiosi di Tarantino e i “Dieci piccoli indiani” della scrittrice, non c’è solo un'analogia numerico/western, vedere per credere (nessuno SPOILER Giuro!).


"No, non possiamo fare un pupazzo di neve... E smettila di chiamarmi Hobbes!".
Ma Tarantino è talmente fenomenale da dominare la narrazione a suo piacimento, per più di metà della sua durata “The Hateful Eight” procede in maniera lineare, introducendo i personaggi e mettendo legna sotto il fuoco dei loro conflitti interni e dei sospetti tra di loro, poi ad un certo punto, Tarantino si permette di inserire una voce narrante (per altro dello stesso Quentin), che fa fare prima un piccolo salto in avanti di 15 minuti alla storia, fornendo agli spettatori delle informazioni in più rispetto ai protagonisti in scena, in modo da aumentare la suspence, come da manuale del giallo. La cosa bella, è che quel salto in avanti di 15 minuti, non dà mai la sensazione di un trucchetto (nello stile del “Rullo mancante” di Grindhouse) per risparmiarsi di dover scrivere un pezzo di sceneggiatura, no, anzi, sono piuttosto sicuro che Tarantino aveva già tutti i dialoghi anche per quella porzione di film.

Tarantino non si limita a scrivere benissimo una storia che è già pronta, così com’è, per esordire a teatro su tutti i palcoscenici del mondo, no! Ci ficca dentro quanto più Cinema possibile, lo fa con le solite citazioni interne, ma soprattutto grazie ad alcune inquadrature filmate nel glorioso Panavision a 70mm che risultano bellissime, davvero da togliere il fiato, al resto poi ci pensa la colonna sonora di Ennio Morricone, una delle migliori tra quelle composte dal grande musicista. Un'altra intendo dire.


"Liberatemi da questo pazzo... Aiuto".
Chiamo un attimo Time-Out solo per dirvi che per quanto riguarda le citazioni, le chicche, le strizzatine d’occhio e gli Eastern Eggs (chiamateli come vi pare), arriverà un post specifico, giusto per tentare di evitare di far diventare questo un papiro lungo chilometri… Missione persa in partenza trattandosi del sottoscritto!

Quentin Tarantino ha dichiarato di essersi ispirato ai mitici Western televisivi come “Bonanza”, “Ai confini dell’Arizona” e “Il Viriginiano”, ricordando che almeno un paio di volte a stagione, questi episodi si giocavano la carta di un episodio in cui tutti i protagonisti erano chiusi nella stessa stanza, a volte utilizzando una tempesta di neve come espediente narrativo, ma personalmente mentre guardavo il film ho avuto un paio di dejà vù molto potenti.
Non ci volevo credere, perché da fanatico dei film di John Carpenter, ho sempre paura di fare la figura del fanboy che vede il suo mito da tutte le parti, ho seriamente temuto di essermi fatto influenzare dalla presenza di Kurt Russell nel cast. Ma nella scena in cui O.B. e Chris Mannix escono fuori nella neve, per piantare i paletti che serviranno a creare il passaggio dal rifugio alla latrina, ho proprio avuto un flash di un certo film in particolare che amo appena appena, a quel punto mi sono detto: "Ma vuoi vedere che quel matto di Quentin sta rifacendo la sua versione de “La Cosa” di Giovanni Carpentiere?".


"Io so di essere umano. E se voi foste tutti Cose mi avreste già assal... No aspetta, questo è un altro film".
Sempre senza rivelarvi nulla della trama (non voglio rovinarvi la visione), il capolavoro del Maestro Carpenter è davvero l’archetipo cinematografico a cui Tarantino si è affidato: esattamente come per “La Cosa” anche “Gli Ottodiosi” porta in scena un gruppo di uomini, sospettosi uno nei confronti dell’altro, pronti a tutto pur di portare a casa la pelle, dentro, tensioni, accuse e sospetti dominano, fuori, invece, la neve e un freddo assassino costringono tutti alla (impossibile) convivenza forzata.

A questo aggiungete esplosioni di sangue a secchiate ed il gioco è fatto! Il risultato è uno stranissimo Western che ricorda un po’ “Le Iene” e tanto “La Cosa” di Carpenter. Sempre senza rivelare nulla, provate a guardare la scena finale dell’ottavo film (e mezzo) di Tarantino e provate a dirmi se non ha davvero tantissimo in comune con il capolavoro di Giovanni Carpentiere.



"Daisy, fagli vedere cosa intendiamo per Horror".
Nella sua intelligenza Tarantino capisce che Western e Horror, hanno molti tratti distintivi in comune, e sfrutta la ehm…. Cosa, alla grande. Per altro recentemente abbiamo assistito ad un altro caso di Western/Horror (con Kurt come protagonista), quindi due indizi iniziano davvero a fare una prova. Tarantino ha dichiarato la sua intenzione di volersi cimentare con il genere Horror (probabilmente è uno di quei 10 progetti di cui parlavo ad inizio commento), ormai lo sappiamo che Quentin 100 ne dice e una ne fa, il suo entusiasmo gli scioglie la lingua anche più del solito, ma a questo ci credo (o forse come X-Files “I want to believe”) perché le prove generali per fare un film dell’orrore, Tarantino le ha già fatte qui, evidentemente Kurt Russell lo ispira, dopo aver girato uno Slasher movie con le automobili, ora ha anche detto la sua sul capolavoro di Carpenter.

Quando, poi, ho scoperto da IMDB, che l’unico film che Tarantino ha mostrato al cast è stato proprio “The Thing” ho capito che non erano fissazioni da fanboy (questa volta almeno). Ora ditemi cosa volete, ma io avrei voluto essere una mosca, per vedere la faccia di Kurt Russell, quando Tarantino ha dichiarato che avrebbe fatto vedere agli attori il film di Carpenter, mi immagino una cosa del tipo: “Vuoi far vedere ‘La Cosa’ a ME Quentin? … Really?!”.


"Ottima scelta ragazzo, quello si che è un bel film".
Il fatto che il film di Carpenter sia stato la principale fonte di ispirazione per Quentin è messo in chiaro anche dalle musiche: nel film si sentono porzioni delle tracce “Bestiality" e “Despair", pezzi composti da Morricone per “The Thing”, ma scartati da Carpenter, che ai tempi, nel suo viaggio a Roma per incontrare il grande compositore, gli chiese di restare sul semplice, usando molti Synth. Salvo poi scartare tutto e tenere sì e no un paio di pezzi, di tutti quelli composti da Morricone, cose che ai tempi fece incazzare non poco il buon Ennio… Ma si sa che il piglio decisionista di Giovanni Carpenter è uno dei suoi tratti distintivi.

L’anima Horror di questa pellicola non si limita ai pezzi avanzati da “La Cosa”, sui titoli di coda del film Tarantino si gioca la carta Roy Orbison, con il suo pezzo "There Won't Be Many Coming Home", che ero sicuro di aver già sentito in un altro film. Dopo essermi arrovellato il Gulliver e una piccola ricerca dove mi sono ricordato di che film si trattava, “L’ultima casa a sinistra” di Wes Craven del 1972… Guardate che stavolta il film Horror Tarantino lo fa davvero, non è stata solo una sparata delle sue!


"Dici che siamo vestiti giusti per un Horror?" , "Non so, ma visto che sei nero, fossi in te mi preoccuperei". 
Oltre alle influenze Horror, un'altra cosa che ho amato molto è stata la sotto trama raziale che pervade tutto il film, in questi ultimi mesi abbiamo visto Quentin sfilare per i diritti degli Afro Americani (mi immagino che il suo rivela storico Spike Lee, abbia preso molto bene questa cosa), ho apprezzato moltissimo il fatto che “Gli Ottodiosi” non cerchi mai di mettere in bocca ai suoi protagonisti, concetti mutuati al secolo in cui viviamo, credo che non ci sia niente di più odioso che raccontare personaggi del passato, facendoli passare per moderni attivisti, non ha senso mostrare che so, gli Spartani, come soldati con lo stress post traumatico, oppure negare il fatto che Thomas Jefferson (uno dei maggiori fautori dell’abolizione dello schiavismo) aveva schiavi neri al suo servizio a casa sua, solo perché è qualcosa che nel 2016, risulta sconveniente.


Chris Mannix ci regala la sua imitazione di James Brown (I feel good!).
Tarantino non si nasconde dietro ad un dito, attraverso i personaggi, in particolare quelli del Maggiore Marquis Warren e di Chris Mannix, porta in scena le tensioni ancora presenti negli Stati Uniti dopo l’assassinio di Lincoln e sempre per la gioia del rivale storico Spike Lee, non tira via la mano nemmeno nel modo di parlare, pare che la famigerata “parola con la N” (Nebbia? Nibbio?) venga pronunciata circa 56 volte durante il film. Quindi aspettatevi delle inutili accuse di razzismo anche per questo film…

Anche perché le accuse di misoginia, per come viene trattato il personaggio di Jennifer Jason Leigh purtroppo sono già arrivate. Ora, dichiarare che Tarantino è un misogino, è assurdo, anche perché ha sempre scritto personaggi femminili emancipati e forti e si può dire la stessa cosa anche di Daisy Domergue. La storia inizia con lei (la sua impiccagione) e ad ogni svolta il suo personaggio è coinvolto in prima persona, inoltre penso che sia l’unica ad essere sempre in scena (anche nelle scene in cui non parla). Carpenter ha sempre dichiarato che il suo alieno mutaforma era di essere femminile (o almeno, l’equivalente femminile per una razza aliena), quindi “La Cosa” era un film di uomini, in balìa di una sola femmina, qui è esattamente la stessa cosa, perché tutti gli uomini e i loro destini, alla fine ruotano intorno all’unica femminuccia del gruppo. Insomma, come successo al povero Joss Whedon, anche questa volta le accuse di misoginia sono totalmente campate in aria, anche perché Daisy Domergue è un personaggio tosto e carico di odio, esattamente come gli altri suoi sette compari e Jennifer Jason Leigh non recitava così alla grande da anni.


"Daisy, come faceva l'indiano di The Revenant?".
Il cast è straordinario, il mondo è sempre troppo impegnato a parlare di quanto Tarantino sia un citazionista e troppo spesso si dimentica che è anche un grande regista di attori. Qui il cast, composto da qualche esordiente e tante vecchie conoscenze Tarantiniane (non avevo ancora usato questo aggettivo, ma qui mi è scappato) offre uno spettacolo esaltante.

Il Maggiore Marquis Warren di Samuel L. Jackson, a lungo sembra l’unico buono del film, poi si rivela viscido e vendicativo, tra tutti è forse il personaggio simbolo di questo gruppo di bastardi (senza gloria), tutti quanto carichi di odio e allo stesso tempo con qualcosa da nascondere.


"Già... ma tu non somigli a quello che li incassa" (Cit.)
John Ruth è tanto risoluto quando poco sveglio, infatti commette un paio di leggerezze imperdonabili, Kurt Russell è il solito monte Rushmore di carisma, la decostruzione del suo personaggio ha qualcosa in comune con il lavoro fatto su Stuntman Mike, ho un'altra teoria, ma non posso fare anticipazioni sulla storia.

Tarantino riesce a far tornare a recitare in serie A anche Michael Madsen, ormai relegato a recitare (svogliato) in troppi film di serie B (se non Z). Per il resto, sono felice che finalmente Tarantino abbia fatto tornare il suo primo attore feticcio, Tim Roth, che qui (complice anche la pelliccia) ricorda molto il Christoph Waltz di “Django Unchained”, rimasto fuori da questo film per via degli impegni lavorativi. Voglio sperare che Roth non sia stato chiamato solo come sostituto (da quello che ho letto in giro no, ne parleremo nel prossimo post specifico), in ogni caso risponde con un'altra grande prova, dove il suo accentone inglese ha perfettamente cittadinanza.


"Faccio anche pezzi a richiesta, volete qualcosa di Morricone?".
Non mancano piccole particine di lusso nemmeno per James Parks (Figlio di Michael Parks) e per Zoe Bell, ma la menzione speciale va sicuramente a Walton Goggins. Vi prego, se ne avete la possibilità gustatevi il film in lingua originale, perché l’accento pazzesco da “Hillbilly” di Goggins è qualcosa che NON si può doppiare!

Walton Goggins ha per le mani il personaggio più difficile di tutti, razzista, ignorante e odioso, basta un attimo a scadere nel macchiettismo con un personaggio del genere, lui non solo lo interpreta alla grande, ma sembra che sia nato con cinturone e speroni, è un peccato che ci siano così pochi film Western in giro, perché lui sembra davvero nato negli anni della frontiera americana.

Insomma, cosa devo aggiungere? Anche questa volta Quentin ha vinto tutto, trovate una sala che proietta il film in 70mm e in lingua originale e godetevi questo spettacolo, l’ottavo grandissimo film uscito dalla testa di quel pazzo dalla parlantina a mitraglia… Scusate, ottavo film e mezzo.

34 commenti:

  1. Quasi tre ore?Già il Khalasar non impazzisce per Quentin,se mi dici così lo guarderemo tipo in due volte,mi sa....sempre che il Khal abbia voglia di guardare la seconda parte di un film verbosissimo ambientato in una sola location O.o
    Io voglio vederlo perchè c'è Kurt,ma temo la noia.Oltre al fatto che Samuele mi sta sulle palle da morire.

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    1. Nella versione in 70mm lo proiettano completo, 3 ore (con Overture musicale tra primo e secondo tempo), in tutte le altre sale dura un po’ meno di 3 ore. L’ho visto due volte, e ti giuro che mi è volato via ad entrambe le visioni, puoi dire al Khal che nel secondo tempo c’è il sangue che lui apprezza tanto ;-)
      Kurt è un monumento di grandezza, Samuele Di Giacomo qui è figo e odiosissimo allo stesso tempo, proprio come promette il titolo del film ;-) Cheers!

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  2. Credo che questo film me lo papperò con moooolto gusto.

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    1. Penso anche io che ti piacerà molto, attendo il tuo parere ;-) Cheers!

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  3. le analogie con TEN LITTLE NIGGERS sono tante (ci vorrà un post apposito per elencarle) a cominciare dai personaggi di Wargrave (nel romanzo) e di Warren (quasi un anagramma)
    specialmente la versione cinematografica del 1965, ambientata in una casa in mezzo alla neve...
    lì però (ATTENZIONE, SPOILER) la trama della Christie è modificata, perché qualcuno sopravvive!

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    1. Bravissimo, non avevo pensato ai nomi Wargrave/Warren, ottima intuizione ;-) Riguardo a Warren nelle mie ricerche ho scoperto che Tarantino stava omaggiando, ne parleremo nel post dedicato. Le analogie con il romanzo della Christie ci sono, poi però Carpenter richiede il suo tributo ;-) Cheers!

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  4. Eh, come ben sai la pensiamo diversamente, anche se non totalmente. Per me è un film non brutto ma neanche eccezionale veramente. Ma prima di venir io ingurgitato dagli avverbi, concordiamo ben donde per quanto riguarda l’aspetto misoginia e razzismo. Nonché sul fatto che J. J. Abrams… Ops! Sorry, volevo dire J.J. Leigh in questo film è FANTASTICA ed è sempre bello ritrovare un Kurt Russell in gran forma.

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    1. Vero, non siamo poi così distanti, quest’anno i film nevosi sono piaciuti più a me che a te, sarà che fuori dai film, non nevica più ormai ;-) Le doppie J.J. vanno forti ultimamente, per me (come sai) meglio la bionda Leigh, che fa boccacce e dispetti come una bimba dispettosa, per diventare sempre più diabolica (e grondante sangue) con il passare dei minuti fantastica, Kurt poi, "Che te lo dico a fare?" (Cit.) Cheers!

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  5. E grazie per aver fissato con autofilettanti al tungsteno la bara della mia rece. NUFF SAID!

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    1. Grazie a te per aver citato il vecchio wolfranio, capita così raramente di poterlo citare in una conversazione ;-) Cheers!

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  6. Ottima recensione, con un sacco di spunti interessanti che mi hanno fatto venir voglia di tornare al cinema a spararmi le tre ore in UP70mm!
    Frequenti anche tu l'Arcadia a Melzo? Io l'ho visto lì venerdì sera!

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    1. Ti ringrazio moltissimo ;-) Purtroppo non abitualmente, Sabato ho visto il mio secondo film all’Arcadia, ho fatto Torino-Milano andata e ritorno per godermi il 70mm… Come i Western dei nostri padri, che meraviglia! :-D Se dovessi tornare all’Arcadia ti faccio un fischio così ci beviamo una birra ;-) Cheers!

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    2. Se dovessi tornare a Melzo per vedere il film per la terza volta il fischio fallo anche a me, che vengo pure io!
      (ovviamente non ho letto nulla perchè per noi "comuni mortali" non è ancora uscito, ma così, a prima vista, sembra più reservoir dogs che django...)

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    3. Ottimo, se organizzo ti faccio un urlo e si va tutti insieme ;-) Senza rovinare la visione a nessuno, posso dirti che ci hai visto molto, ma molto bene... Cheers! ;-)

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    4. Approposito di Iene, tu l'hai già visto anche in lingua originale? Perché sono roso dalla curiosità di sapere in che modo il generale Smithers apostrofa Kurt Russel/Ruth nell'originale, visto che si parlava di Carpenter...

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    5. Ho quasi finito il post con tutte le (auto) citazioni di Tarantino, ma non ti lascio con il dubbio, lo chiama "hyena" anche in lingua originale ;-) Cheers!

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  7. Come dicevo dalla Bolla, mi è ritornato l'hyper per gli odiosi otto...
    Venerdì prossimo mi fiondo al cinema!

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    1. Metti pure il NOS al tuo entusiasmo e buona visione, poi fammi sapere come lo hai trovato ;-) Cheers!

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  8. Con quel paragone mi fai diventare l'hype…formato maxi panino gigante. :D

    Ma ti voglio chiedere: l'edizione "corta" sacrifica la trama?

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  9. Allora mangiatelo sto maxi panino ;-)Ti diró la versione corta si segue alla grande, non sembra un film a cui manca qualcosa, nella versione 70mm ci sono due scene (corte) in più, di cui una che da un altro minimo indizio, é una scena non fondamentale per la risoluzione del giallo, se manca non é un grosso problema secondo me. Spero che per l'edizione bluray metteranno la versione completa ;-) Cheers!

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  10. Grazie di cuore, Cassidy. Mi sarebbe dispiaciuto vedere una versione troppo "sacrificata".

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    1. Figurati de nada ;-) In entrambe le versioni un passaggio mi ha creato qualche dubbio, ma è comunque un difetto minore dello script, davvero una cosa poco... Per il resto, buona visione ;-) Cheers

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    1. Per fortuna l'attesa ormai è finita, da oggi è in tutte le sale, buona visione ;-) Cheers

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  12. Premessa, Scoperto per caso il blog, visto suburra e cercavo una recensione, mi piace molto come scrivi e ti sei guadagnato un nuovo lettore.
    E come già hai sviscerato, concordo su tutto, soprattutto nel vederlo in lingua, non so se riuscirò ad affrontare l'ennesimo doppiaggio di pannofino. Opinione molto spiccia, a me è garbato moltissimo soprattutto dopo la delusione di django per le esplosioni inutili e il cavallo che danzava random.

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    1. Ti ringrazio moltissimo, benvenuto sulla bara volante siamo qui tutti i giorni ;-) É stato doppiato abbastanza decentemente, ma in originale é un altra cosa, i dialoghi scritti da Tarantino hanno una musica tutta loro. Si il cavallo ballerino era una tamarrata, ma Django é un tamarro da Blaxploitation guarda come si veste ;-)Django celebrava gli eroi cinematografici, in "Gli Ottodiosi" non ci sono eroi, solo anti eroi con i denti sporchi;-) Cheers!

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  13. Mi rincresce doverlo dire (e pure ammettere) ma a sto giro Tarantino non mi ha convinto. Prima parte davvero estenuante e troppo troppo parlata, la seconda fa pompare più adrenalina ma non c'è più quell'esplosione che avevano Kill Bill e soprattutto Pulp Fiction! Mi manca quel Tarantino lì. A sto punto spero davvero in un horror. Te lo ripeto, mi spiace di dover dire questa cosa ma questo ottavo film mi ha convinto pressoché quanto Jackie Brown, cioè poco. E lì perlomeno c'era Bridget Fonda che si faceva notare.

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    1. Mi spiace non ti sia piaciuto, ma la sua (enorme) verbosità è lo sparti acque del film, ti può piacere o ci puoi sbattere il naso contro, "Gli Ottodiosi" è come la scena della taverna di "Bastardi senza Gloria" solo che dura 3 ore ;-) "Jackie Brown" mi è sempre piaciuto, la Jennifer Jason Leigh di questo film non ha nulla da invidiare a Bridget Fonda ;-) Cheers!

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  14. La parte di Tim Roth mi è parsa scritta appositamente per il buon Waltz, ma la sua performance è ottima e non ci fa pesare la mancanza di Christoph.
    Mentre il film è magnifico ma non ho gradito molto "L'Ultimo Capitolo". Trovo che sia fuori tono con il resto del film che, ripeto, è magnifico! Ovviamente è solo un'impressione personale. ;)

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    1. Concordo, e sono molto contento di averlo di nuovo visto in un film di Tarantino, è un attore che stimo moltissimo, nell’altro post che ho scritto dedicato al film, ho parlato del ruolo che avrebbe dovuto essere di Waltz. Chiaro, figurati ci sta tutto, secondo me l’ultimo capitolo è quello che tira le fila del sotto testo razziale delle pellicola e fa i conti con “La Cosa” di Carpenter. In effetti il tono è differente rispetto al resto del film, anche il livello di sangue ;-) Cheers!

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  15. Certo, ho letto l'approfondimento (come al solito impeccabile!). Ho sobbalzato insieme a, si e no, altre 2 persone in sala quando il generale ha detto “Tu sei una Iena” a Kurt Russell ma immaginavo che in originale avesse detto Snake. Comunque in giro ho letto che dopo il furto della sceneggiatura, Tarantino ha cambiato il finale. E a quanto pare era molto più "movimentato", anche a livello di sangue! :D

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    1. Grazie ti ringrazio ;-) Ai tempi avevo letto il copione di Kill Bill che era finito in rete (avevo anche molto più tempo libero allora...) mi sarebbe piaciuto leggere anche quello di the Hateful Eight, anche solo per godermi le differenze ;-) Cheers!

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  16. Un film che ti inchioda lì sulla poltrona e quando te ne accorgi è finito

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    1. La penso allo stesso modo. Quando succede è sempre una figata ;-) Cheers

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