mercoledì 6 gennaio 2016

Sherlock - The Abominable Bride: "Elementare, Moffat!"


Per fortuna sono abituato ai tempi di attesa semi-Biblici del Doctor Who, altrimenti non so proprio come farei. La terza stagione di “Sherlock” si è conclusa quasi due anni fa e dovremo attendere ancora parecchio prima di poter vedere quella nuova. Nel mezzo è arrivato questo episodio speciale. Dopo averlo visto ho pensato che fosse composto da un 50% di Genio e un 50% di paramento di culo, considerando chi lo ha scritto (Steve Moffat e Mark Gatiss) c’era anche da aspettarselo.

Doveva essere una puntata, come si dice in gergo, fuori continuity, ovvero distaccata dagli eventi della serie tv, un bell’episodio ambientato in Era Vittoriana, dove Watson ha i baffi (per assomigliare alle illustrazioni dei suoi racconti, che poi sono quelli di Sir Arthur Conan Doyle), dove Holmes indossa il celebre "Deerstalker hat", in realtà quei due matti del Moffa e del suo compare, hanno scombinato ancora una volta le carte, regalandoci un antipasto per la prossima stagione.

Emilia Ricoletti, sposa impazzita si è suicidata con un eclatante colpo di pistola alla testa, salvo poi comparire la notte successiva, per uccidere suo marito. Da allora le apparizioni del “Fantasma” (ma non chiamatelo così se non volete far inferocire l’investigatore di Baker Street) si sono moltiplicate. L’ispirazione per la storia arriva dal racconto breve “The Adventure of the Musgrave Ritual”, dove il personaggio di Ricoletti viene citato, ma da qui in poi, la “coppia di fatti” Moffat e Gatiss semina indizi agli spettatori e fate attenzione alle parole utilizzate dai personaggi: ad un certo punto, fanno capolino parole un po’ troppo moderne per l’epoca Vittoriana in cui la storia è ambientata. Tranquilli, tutto sotto controllo…

"Un altro dettaglio sulla trama e ti ammazzo".
Non voglio rovinarvi la sorpresa, perché a mio avviso l’episodio è ben fatto e mi sono anche divertito a guardarlo, bisogna fare attenzione ai dettagli, veri indizi per la risoluzione del caso, la trasposizione Vittoriana dei personaggi non è solo un modo per mettere di nuovo in scena l’eterna lotta tra Sherlock e suo fratello Mycroft (lo stesso Mark Gatiss, qui in versione “Ciccio bastardo”)…

Ma tranquilli, per quanto proverete a restare attenti, il Moffa e il suo compare riusciranno a fregarvi, risolve la trama principale con una strizzatina d’occhio al pubblico femminile (cosa che per altro ho trovato sensata e in linea con l’ambientazione, ma sempre di paraculata si tratta) e apre uno scenario tutto differente.

Senza rivelare altro sulla trama, devo dire che ho apprezzato la messa in scena, la temibile Sposa ricordava un po’ le creature del Doctor Who (nella scena nel parco ricorda molto uno dei Weeping angels) e anche i tratti distintivi di questa serie, come i processi mentali di Sherlock Holmes, sono stati adattati bene all’epoca Vittoriana.

"Alt! Ho capito tutto... L'assassino è Steve Moffat".
Da un certo punto di vista, questo episodio potrebbe essere adatto anche al pubblico che non ha mai seguito la serie tv, anche se sulla lunga distanza si rivela strettamente connesso agli eventi della terza stagione, se siete appassionati dei romanzi di Sir Arthur Conan Doyle alcune scene (come quella delle cascate di Reichenbach) sicuramente vi potranno coinvolgere, o forse anche sconvolgere, perchè il Moffa spesso gioca e rigira i racconti originali alla sua maniera.

Gli attori sono tutti molti bravi, forse solo uno va un po’ troppo sopra le righe (non rivelo il nome per non rovinare la sorpresa), Martino Uomolibero è come al solito bravissimo, non ricordo una sua singola brutta interpretazione (nemmeno quando il film era palesemente una ciofeca), qui ancora una volta il suo John Watson rappresenta il cuore, i sentimenti che al freddo calcolatore Holmes spesso mancano, invece Benedict Cumberbatch è il solito monolite con zigomi capace di tenere da solo lo schermo.

Hey! Anche io voglio i post-it volanti, dove si comprano?
Per fortuna, in questo singolo episodio l’effetto “Sheldon Cooper” che ha aleggiato (un po’ troppo) nella terza stagione scompare, a tratti sembra di vederlo già proiettato sotto la cappa del Dottor Strange della Marvel, forse il vero motivo per cui le già bibliche attese di questa serie, si stanno ulteriormente allungando.

Insomma, “The Abominable Bride” come detto è a metà tra il paraculo e la genialità, devo dire che il risultato finale mi è anche piaciuto, forse se fosse stato davvero un episodio fuori continuity, non lo avrei apprezzato così tanto. Ora, però, facciamo in tempo a rivederci tutti gli episodi di “Sherlock” prima di avere un altro nuovo episodio… Evidentemente alla BBC hanno un calendario diverso da quello degli altri terrestri.

4 commenti:

  1. A me è piaciuto tanto questo speciale, ma sono di parte... :-)
    Meravigliosa la messa in scena, soprattutto nelle sequenze di presentazione della dolce Emilia. E sì, come te non lo definirei "fuori continuity", dato che strizza l'occhio a chi Sherlock lo conosce bene. Però ad avercene, di paraculate british così.

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    1. Idem anche io sono di parte, apprezzo il Moffa e Gatiss per il lavoro che fanno su "Doctor Who" in compenso i due protagonisti di questa serie, il Benedicto e il Martino Uomolibero sono due attori fenomenali, la mossa paracula è tutta da vedere, ma da quella coppia di autori me la aspetto anche ;-) Detto questo, un ottimo speciale, che ha un solo difetto... Prima di dover vedere il prossimo episodio toccherà aspettare una vita. Cheers! ;-)

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  2. Ti condivido alla cieca perché attendo con ansia questo episodio, magra consolazione nell'annosa attesa della nuova stagione. Tornerò a trovarti dopo la visione ;-)

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    1. Ti ringrazio ;-) Non vedo l'ora di leggere il tuo parere su questo episodio, sono sicuro che scoverai molti più riferimenti alle opere originali di Arthur Conan Doyle di quante ne abbia notate io... Cheers! ;-)

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