Come
dice il Dottore nel finale dell’episodio: “Every Christmas is the last Christmas”.
Ma prima di metterci tutti a cantare l’omonimo pezzo dei
Wham! disperati per aver visto l’ultimo episodio di “Doctor Who” dell’anno,
diciamolo subito: Steve Moffat ha “rigenerato” il Dottore sotto molti aspetti, con la sua gestione, gli speciali di Natale diventano sempre un appuntamento
imperdibile e anche questa volta ci ha
mandato tutti a casa felici!
Forse il personaggio che insieme ai coniugi Pond ha
rappresentato meglio la gestione Moffat, potrei quasi dire che
se l’arco narrativo dei Pond(s) è iniziato con “the eleventh hour” ed è
terminato con “Angels take Manhattan”, la storia di River Song iniziata con “Silence
in the Library” termina in questo speciale di Natale, anche se con il Dottore
non si può mai dire, le cose tendono a farsi spesso molto Wibbly wobbly…
Pare che ci sia bisogno di un chirurgo per curare Re Hydroflax,
un tiranno spaziale con il corpo robotico preso in prestito dal Baymax di Big Hero 6 e le molte teste
smontabili e intercambiabili, che danno al personaggio quel tocco alla “Futurama”.
Il dottore si presenta per l’occasione con delle corna da renna in testa,
giusto per far capire a tutti che è Natale, anche se Capaldi sembra più Ebenezer
Scrooge.
La sorpresa arriva quando scopriamo che l’intervento
medico è stato richiesto da River Song, moglie del Re, ma anche come ben
sappiamo noi Whooviani, moglie del Dottore. La cosa crea non poche tensioni
e le facce che fa Twelve, di fronte agli amoreggiamenti di River sono
micidiali.
![]() |
"Se te lo stai chiedendo: sì, sono corna da renna quelle sulla mia testa". |
La faccenda si complica ancora di più, perché River è sì
un personaggio ricorrente nella vita del Dottore, che ha visitato anche il
futuro del personaggio (da qui la spiegazione della sua frase più celebre,
ovvero l’ammonitrice e canzonatoria “Spoilers”). Ma di tutti i volti del
Dottore, River non ha memoria di quello di Twelve, infatti la riccioluta
archeologa ci mette molto tempo (troppo?) per riconoscerlo.
L’unico ammonimento (da poco) che riesco a fare al Moffa,
è rappresentato dall’elenco fotografico dei volti dei Dottori (tutti in ordine,
compreso il War Doctor) che si porta in giro, come se River a questo punto
della sua storia, conoscesse l’ordine preciso delle rigenerazioni del Dottore,
cosa che negli episodi precedenti dov' è stata protagonista, non ha mai dato
chiaramente prova di conoscere… Ma stiamo parlando di difetti da poco, lo so.
Peter Capaldi manda a segno un'altra prova maiuscola, credo
che lo scozzese sia stato l’attore che in Era moderna ha saputo adattarsi più
velocemente al personaggio, in questo episodio guardandolo, sembra che duetti
con Alex Kingston da decenni, il che di solito è un buon modo per misurare la
stoffa di un bravo attore.
L’episodio regala una serie quasi infinita di siparietti
comici ben riusciti, in cui quel diavolaccio del Moffa snocciola dialoghi
davvero ben scritti, tra la scena (molto Bondiana, bisogna dirlo) dello scambio
della ehm… Testa di Re Hrydoflax, al momento che forse rappresenta uno degli
apici di questo episodio, ovvero il monologo di Twelve, che per la prima volta
si ritrova lui ad esibirsi nel celebre “It's bigger on the inside!"
realizzando un desiderio che teneva nel taschino da una vita intera… Ennesima
occasione per Capaldi di mangiarsi lo schermo.
![]() |
Prometto niente battute del tipo "Un episodio da perdere la testa" davvero, faccio il bravo... |
Penso che la più dispiaciuta di tutti sia proprio Alex
Kingston, l’idea di non rivedere, forse mai più River Song mi mette una certa
tristezza, ma l’attrice inglese proprio grazie a questo personaggio ha sempre
regalato prove maiuscole e questa volta non è affatto da meno, non perde un
colpo nemmeno quando Steve Moffat si gioca (bene) la carta del Deus ex machina,
distruggendo la nave/ristorante in cui i due protagonisti si trovano. Per
altro, Moffat ha una fissa per i ristoranti, tra questo e quello piazzato vicino
alle Torri Cantanti di Darillium, non riesco proprio a non credere che non
siano tutti omaggi alla Guida Galattica di Douglas Adams.
Proprio le torri cantanti, citate molte volte nel corso
delle stagioni (ricordo l’episodio Last Night del 2011, dove il Dottore dava
appuntamento a River, salvo cambiare idea all’ultimo minuto) trovano finalmente
la loro collocazione. Come raccontava la stessa River in “Silence in the
Library” i due si trovano in questo famoso ristorante, indossando “A suit” per
passare insieme la loro ultima notte, prima di perdersi per sempre.
![]() |
"Hello sweetie" (Un occasione troppo ghiotta per il Dottore). |
Ovviamente, Steve Moffat non perde occasione per mandare a
segno l’ultimo (di tanti) gioco di parole sul nome River Song, questa volta il
parallelismo è tra il cognome dell’archeologa e la canzone delle Torri Cantanti.
Come dice la stessa River “you don't expect a sunset to admire you back”, ma non
è detto che “L’ultimo Tango a Darillium” debba durare poco, la sorpresa con il
Dottore è sempre dietro l’angolo, perché su Darillium, le notti durano… 24
anni.
Mentre Murray Gold
si scatena con un tema musicale che a tratti cita anche “2001 Odissea nello
spazio” (mica pizza e fichi), Twelve saluta un'altra delle donne della sua vita, dopo Clara, è il momento degli addii per River Song, anche se il
Moffa, nella sua diavoleria riesce a dare finalmente un senso anche al più
classico degli epiloghi ovvero: E vissero tutti felici e contenti.
Ultima cosa da dire prima di concludere e iniziare la
lunga (lunghissiiiiiiiima) attesa per la prossima stagione di “Doctor Who” è
questa: ora che Twelve ha di nuovo il suo cacciavite sonico (da usare in
combinazione con gli occhiali sonici, come fa in questo episodio) ne regala uno
anche a River Song. Concordo con lui: la “Cazzuola Sonica” dell’archeologa
davvero non si poteva guardare.
Prima o poi ti raggiungero' col Dottore, ma intanto... merry last christmas ;-)
RispondiEliminaUna gran serie, che purtroppo dura sempre troppo poco... Merry last christmas anche a te, anche se ormai è ora di farsi gli auguri di buon anno ;-) Cheers!
EliminaLa mia contentezza nel ritrovare finalmente l'irresistibile e incontenibile River Song è stata raffreddata dal suo (supposto) addio, ma tanto lo sappiamo che nessuno rimane davvero lontano dal Dottore. Chi cena al "Ristorante al termine dell'universo" di adamsiana memoria non può davvero sparire.
RispondiEliminaIl divertente di "Doctor Who" è stanare la valanga di volti noti britannici che ci fanno una comparsata, e qui è irresistibile il mastodontico comico Greg Davies, la cui corporatura riempirebbe davvero la tuta da robottone! E poi l'alienissimo Matt Lucas, che essendo nato con una disfunzione genetica per cui è totalmente privo di peli corporei sembra molto più alieno del Dottore!
Non sono stato completamente soddisfatto da questa stagione, che è stata potente e con splendide trovate ma il Moffa Style già mi aveva deluso con "Sherlock" e qui ho ritrovato tutti i suoi difetti, oltre ai tanti pregi. Perciò ho davvero apprezzato questo speciale natalizio, frizzante, intenso, divertente e commovente.
Allons-y!
Matt Lucas è stato uno dei “Companion” migliori di sempre e nessuno lo ricorda mai quando si fanno questo tipo di classiche, la stagione dimostra che al Moffa era già scesa la catena, però River Song è sempre un gran personaggio ;-) Cheers!
Elimina