1981. Il 15
Ottobre, proprio come oggi, in un cinema del Michigan sta per essere proiettata
la prima del film, il regista (anni 20) e il protagonista (anni 21) sono un po’
in tensione. Non per il loro esordio, ma perché la seconda bobina della
pellicola non è ancora arrivata, una corsa disperata e un volo aereo da New
York e il montatore del film (anni 27) arriva di corsa per consegnare il
rullo in tempo. Il film viene proiettato, gli spettatori in sala assistono a
qualcosa di MAI visto prima. Il montatore era un ragazzo del Minnesota di nome
Joel Coen, regista e protagonista del film, due amiconi di nome Sam Raimi e
Bruce Campbell. Il film, anche se quel giorno fu presentato con il titolo
provvisorio “The book of dead”, è ovviamente “The Evil Dead” da noi “La Casa”.
Classido? Il più facile della mia vita.
Ma prima di
arrivare alla corsa disperata di Joel Coen, bisogna fare un passo indietro, per
trovare i fondi e convincere qualcuno a produrre “The Evil Dead” Sam Raimi e
Bruce Campbell nel 1978 hanno prima sfornato un corto intitolato “Within the
Woods”, quattro ragazzi, uno chalet e delle entità maligne che lì costringono
ad un assedio, la trama è quasi identica a quella di “Equinox” diretto da Jack
Woods (occhio al cognome) nel 1970, per tutti i dettagli su questa gustosa
somiglianza, vi rimando
all’intuizione dell’Investigatore Lucius.
Se Sam Raimi
abbia mai visto “Equinox” non è importante, perché il corto convinse il
produttore illuminato Rob Tapert, che sganciò la bellezza (si fa per dire) di
350.000 ex presidenti spirati stampati su carta verde per produrre il film,
armati di (letteralmente) un pugno di dollari e quintali di talento, i due
amici si misero al lavoro… Prossima fermata, storia del Cinema, anche se loro
ancora non lo sapevano.
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I compagni di scuola che avreste sempre voluto avere... |
La rivoluzione
cominciò nel 1979, data di inizio delle riprese del film, come location si
sceglie uno Chalet nel Tennessee, per due ragioni, la casa sperduta tra le
montagne aveva una (abbastanza) comoda strada sterrata per raggiungerla, inoltre da quelle parti gli inverni
sono più miti che nel Michigan. Peccato che... Quell'anno fu uno degli inverni più
rigidi mai visti nel Tennessee e uno dei più caldi in Michigan… Non è sempre
così?
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Greetings from Tennessee... Venite a passare i vostri week-end qui da noi! |
Forti di una
sceneggiatura di ben 50 pagine (12 introduttive, il resto efferatezze di vario
genere) si parte tutti per il Tennessee, il casting è stato fatto mettendo
annunci nelle bacheche dei campus universitari, ai quali stranamente rispondono
delle ragazze anche carine, come Betsy Baker (che interpreta Linda) e Theresa
Tilly (Shelly nel film), anche se sul set si sono presentate con i rispettivi
(e immagino enormi) fidanzati, come ha candidamente ammesso Sam Raimi anni
dopo, venuti a controllare che da quelle parti non si girasse un porno o uno
Snuff movie.
Si parte come
voi o io partiremmo per la gita in montagna, con mezzi propri, l’auto dei
ragazzi nel film è la mitica Oldsmobile Delta 88 del ’73 colore beige (o giallo
chiaro a seconda di chi la guarda) la giardinetta della famiglia Raimi che è
comparsa in praticamente tutti i film del regista, un'icona con i pneumatici che
era già mitica prima di diventarlo davvero, infatti era già soprannominata “The
Classic”.
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La rombante e smarmittante 'The Classic' in tutto il suo splendore. |
Se vi siete
mai chiesti chi siano i due campagnoli che salutano i cinque ragazzi in auto
all’inizio del film, sono proprio Sam Raimi e Rob Tapert, per calarsi nel ruolo
(il primo di mille mila camei di Raimi) i due si sono tagliati i capelli a
vicenda per sembrare più redneck (storia vera).
Sam Raimi è
il più giovane dei grandi Maestri dell’Horror, si trova in un bosco con i suoi
amici e non è interessato ad una storia con letture di secondo livello come i
film di Hooper o Craven, ancora meno a riletture in chiave politica che
Carpenter o Romero, lui vuole solo girare e nel film questa cosa è chiara,
perché anche rivedendo “La Casa” oggi qualcuno potrà ironizzare sugli effetti
speciali, ma nessuno che guarda un film e sa cosa guardare, può mettere in
dubbio una cosa: la tecnica registica di Sam Raimi, un talento puro come il
primo amore, una consapevolezza e un
controllo dei propri mezzi totale, assolutamente irreale per un ragazzo di 20
anni, con la capacità di dare clamorosi coppini in testa a metà dei
suoi colleghi più anziani, ma totalmente privo di spocchia. Dopo aver visionato
“Within the Woods” i produttori si aspettavano un ragazzo incazzato con il
mondo, una specie di metallaro dedito a venerare Satana nel suo scantinato. Si
stupirono di trovarsi di fronte il giovane Sam, uno normale dai modi educati,
che ancora oggi è uno dei pochi registi americani che non dirige con berretto
da baseball in testa, ma in giacca, camicia e cravatta (storia vera).
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Quando pensate di aver avuto una brutta giornata pensate a Bruce Campbell. |
La produzione
del film fu appena appena complicata, giusto due righe…
Lo chalet era
molto piccolo, i mobili vennero costruiti dal falegname presente sul set, nel
tentativo di dare un minimo di credibilità e far sembrare quella casa La Casa
del titolo italico, il resto lo fece Sam Raimi, girando tutto in 16mm sì, ma
regalando alle immagini una profondità di campo pazzesca, anche dopo 1876
visione del film, ogni volta mi colpisce il fatto che lo chalet sembri vivo,
come se dietro ogni porta possa uscire qualcosa pronta ad ucciderti. La
costante di TUTTE le volte che ho visto queste film (non propriamente poche) è
il fatto che mi viene voglia di gridare ai protagonisti di allontanarsi dalla
finestre aperte, per evitare che da quel buio possa uscire qualcosa… Lo faccio
davvero giuro!
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Allora poco casino lì sotto! Sto cercando di parlare di un classico! |
Siccome in
famiglia tutti abbiamo qualcuno esperto di bricolage, lo stesso vale per la
famiglia Campbell: fu Dan, fratello di Bruce a costruire la terrificante
botola, protagonista di alcune delle scene più di strizza di tutto il film, la
scala lunga due metri fu infilata in una buca scavata apposta, per dare
l’illusione che ci fosse davvero una cantina, le scene ambientate lì, vennero girare dopo, nel garage di Rob Tapert, addobbato a cantina, qui Bruce Campbell girerà la scena del ritrovamento del fucile, o quella fantastica
inquadratura a girare, che inizia con Bruce/Ash che gira la testa per guardarsi
intorno, fa una panoramica completa della cantina e ritorna sul volto del
protagonista, un po’ come se fossimo noi spettatori a guardarci intorno in
cerca di minacce, esattamente come fa Ash. Visto di peggio in vita mia.
Il poster
strappato di “Le colline hanno gli occhi” fa parte dell’arredamento della
cantina, un omaggio/Sfottò a Wes Craven, che anni dopo ha ricambiato il favore,
infatti in “Nightmare dal profondo della notte” si vedono delle scene di “The
Evil Dead”.
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Dritto di Sam Raimi e colpo di rovescio di Wes Craven. |
L’esordio alla
regia di Sam Raimi è un film completamente visivo, fatto proprio per lanciare
in faccia allo spettatore immagini potenti, nella prima parte la tensione è
serpeggiante, ma già forte nel suo manifestarsi (le inquadrature rasoterra lungo
il bosco) e dopo la mattissima scena degli alberi stupratori, il film esplode,
il sangue inizia a scorrere copioso senza fermarsi fino alla fine, l’intento
era proprio quello di far scattare una reazione nello spettatore, farlo
scappare disgustato dalla sala o inchiodarlo terrorizzato allo schermo. Rob
Tapert ancora oggi racconta di un suo amico, che portò una ragazza al loro
primo appuntamento al cinema a vedere “La Casa”, risultato: la fanciulla salta
sul tipo alla prima scena di paura e resta abbracciata a lui tutto il tempo. Per
la nuda cronaca i due sono ancora sposati oggi (storia vera).
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Horror: Aiuta le persone ad avere matrimoni felici dal 1981. |
Ma veniamo al
punto: tante persone quando guardano “The Evil Dead” per la prima volta,
ridacchiano degli effetti speciali, ma secondo la mia esperienza, provate a far
vedere il film a chiunque, sentirete gli inevitabili commenti su quanto il make
up sia datato (non si può fare molto), ma ci saranno anche un sacco di persone
che (ma tu pensa!) dovranno rispondere al telefono/andare in bagno/controllare
la posta/bagnare i fiori, proprio durante le scene più spaventose, sono pronto
a metterci dei soldi. Io stesso, anche dopo mille mila visioni, quando inizia
la cantilena della posseduta Linda (“Noi ti avremo, noi ti avremo, non ci
sfuggirai, quando dormirai…") ancora oggi ho i brividi, e non sono tanti i
film in grado di farmi questo effetto…
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Tu e la tua stramaledetta cantilena... Brrrrr. |
Perché
malgrado la giovane età, Raimi dimostrò di conoscere bene l’horror, i suoi
trucchi e i suoi codici, di fatto il film non inventa molto a livello di
contenuti, la storia è piuttosto standard, ma è nella messa in scena che è rivoluzionario: Raimi inizia ad infettare l’Horror con lo splastick (e
raggiungerà il top nel capitolo successivo della trilogia), senza mai
scadere nella parodia. Questa non è una Horror-Comedy come ne escono un soldo
alla dozzina oggi, ma si tratta di innesti comici (o grotteschi) che lasciano
totalmente inalterata la paura, quando “The Evil Dead” deve fare paura, lo fa.
Forte.
Per noi oggi è
abbastanza normale, ma non oso immaginare le reazioni in sala (dopo l’arrivo di
corsa di Joel Coen) quando gli spettatori si trovarono di fronte questa roba,
perché lo splatter come lo intendiamo oggi allora non esisteva, se lo è
inventato quel ragazzino educato del Michigan, spingendo i corpi nel suo film a
fare (e subire) cose pazzesche. Lo schema non è più adolescenti contro
assassino inseguitore, ma l’orrore letteralmente entra dentro di loro, li possiede,
i corpi vengono deformati, mutati, resi irriconoscibili, ridotti a
brandelli e presi a mazzate nemmeno fossero cartoni animati, roba che Willy il
coyote quando guarda “The Evil Dead” alza il cartello con su scritto “Auch!”.
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"Non ci volevo neanche venire in questo cavolo di chalet!". |
Raimi dimostra
di aver capito che chi guarda gli Horror, spesso reagisce ridendo alle scene e,
quindi, lui amministra saggiamente entrambi i registri, ad esempio: la famigerata
scena degli alberi, nella sceneggiatura era descritta semplicemente con un
“Cheryl esce nel bosco e viene aggredita dagli alberi”, il resto, effetti
speciali compresi, fu tutto improvvisato sul set, in un'escalation di grottesca
violenza. Qualcuno riderà vedendo la scena, ma l’orrore, vien fuori dal momenti
più o meno comici, quindi un attimo prima stai ridacchiando e quello dopo
pensi “Gulp” perché è nella commistione di risate e brivido che “The Evil Dead”
si guadagna il suo posto nella storia.
Il film è
violentissimo, tanto violento che in Germania è stato censurato per anni e
uscì per la prima volta solo nel 1993 (!), ma a differenza del seguito, molto
più ironico, la violenza e il terrore non sono mai mitigati dall'umorismo. Lo
stesso 20enne che si è dovuto inventare lo splatter, ha saputo smontare
l’horror e ricostruirlo, rinnovandolo, rendendolo più simile a quello che
conosciamo oggi, il tutto sempre orientato a voler girare, riempiendo lo
schermo di immagini iconografiche create con davvero nulla: quattro amici in un
bosco che non hanno niente da perdere, ma sono carichi di talento e di voglia di
fare.
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Vieni a vedere "La Casa" insieme a noi... |
Bruce Campbell
inizia qui il suo camminato per diventare “The King”, il suo Ash non è il
personaggio iconico che conosciamo, al pari del libro, il Necronomicon direte
voi… “Eh No!” (citando mio Zio), quello compare solo nel secondo capitolo, in
questo film si parla di un antico libro sumero chiamato “Naturon Demonto” che,
però, nel doppiaggio italico non viene mai citato… A proposito di
doppiaggio: ogni volta che guardo il film mi sembra che gli amici del
protagonista lo chiamino “Nash”, ma forse sono solo io che sono sordo, mi pare
che gli unici a chiamarlo con il suo nome corretto siano i demoni… Il che se ci
pensate è davvero inquietante.
L’Ash (senza
la N) di questo film è uno normale, più interessato a passare un romantico
weekend con la fidanzata, uno particolarmente caramelloso vista la scena del
ciondolo (che prima lo turba a poi gli salva la vita), la prima volta che vede
una delle creature, malgrado Scotty gli gridi di colpirlo lui fa quello che
farebbero in molti nella stessa situazione… Resta paralizzato. Dovrà imparare
presto a combattere per sopravvivere, in un curioso caso di “Final Boy”,
vogliamo annoverare anche questa tra le novità inventate da Raimi?
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Quando (non era ancora) Re. |
Il bello è che
Campbell di recitare non aveva molta voglia, fu convinto dall’amico Sam, sulla
base del fatto che Bruce era quello che piaceva alle ragazze, un po’ come
accadde tra John Carpenter e Nick Castle. Che figata deve essere stato quel
set? A parte la totale follia dei due amici, la mia storiella preferita è
quella in cui Bruce fa la faccia drammatica e poi chiede al suo regista: “Com’ero?
Convincente?” e Sam gli risponde: “La tua faccia drammatica è uguale a quella
che hai quando sei sbronzo” (storia vera).
Proprio l’atmosfera
quasi famigliare fu la base della riuscita del film: quel misto di follia e
arte Zen di arrangiarsi. All’epoca uno dei fratelli di Sam, il grande Ted,
aveva 15 anni e venne impiegato in praticamente ogni cosa durante la
realizzazione, tipo far spuntare una mano dalle assi del pavimento per
afferrare Ash, oppure farsi inquadrare le gambe al posto di quella di quella di
Scotty, perché nel frattempo, l’attore che lo interpretava, Richard DeManincor
aveva agguantato l’assegno e se l’era filata da quel branco di matti. Sì, perché
gli attori sparivano dal tostissimo set e fu sfruttato il make up per sopperire
alle assenze. Se Sam Raimi ha portato la macchina sul set, il registratore con
la voce registrata che evoca il male era del nonno di Bruce Campbell, i due
amici lo usavano per rimorchiare le ragazze… Se qualcuno è in grado di
spiegarmi come, mi farebbe un piacere, sono anni che me lo chiedo.
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Bruce riascolta le registrazioni delle sue conquiste amorose. |
Un set povero
e fatto tra amici, il sangue (usato a litri) fatto utilizzando un misto di
sciroppo di melassa e caffè macinato, gli inquietanti occhi bianchi dei demoni
erano delle spesse lenti a contatto di plastica, che provocarono più di una
congiuntivite agli attori, anche perché l’addetto a metterle e toglierle era
Bruce Campbell che girava per il set improvvisandosi oculista, magari
imbrattato di sciroppo di melassa.
La cosa
divertente che confessò Raimi è che da quelle lenti non si vedeva un
infiochettatissima, quindi il regista metteva un coltello in mano alle attrici
e diceva: "Cammina avanti a te agitando il coltello"… All’amico Bruce, invece,
diceva solo di non farsi colpire.
Incuranti del
pericolo come solo due 20enni possono essere, alcune delle inquadrature più
esaltanti del film (e sono tantine) sono state ottenute ignorando
sistematicamente le regole della sicurezza, ma anche del buon senso. Quando il
male si avvicina allo chalet velocissimo volando a pelo d’acqua, all’inizio del
film? Sam Raimi, telecamera in mano sdraiato su un asse di legno e Bruce
dietro a spingere immerso nell’acqua gelata.
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Non è una scena di "Southern comfort" è Sam Raimi con il produttore e il resto della troupe. |
La celeberrima
inquadratura in cui l’oscura presenza striscia nel bosco rasoterra (per altro
vista poi identica in “Arizona Junior” di Ethan e Joel Coen… No, non è un caso)
ottenuta con la solita tavola di legno, la telecamera di Sam Raimi sopra e Bruce a
correre come un disperato. Avete presente l’inseguimento con gli Speeder de “Il
ritorno dello Jedi”? La versione low cost.
La più
emblematica è la scena in cui Ash spara fuori dalla finestra, rivolto dritto di
fronte alla telecamera… Ottenuta nel modo più facile del mondo: Bruce Cambell
dentro a sparare, Sam Raimi e il cameraman fuori in direzione dello sparo.
Pazzi, furiosi, ora, però, sono un po’ in ansia perché Bruce e Sam stanno bene,
ma non ho trovato notizie sul cameraman.
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"Ho sentito un rumore.... Non sarà mica il cameraman?". |
Ci devono
essere poche cose più soddisfacenti per chi fa cinema, che girare con i tuoi
amici, con totale libertà creativa, inventandoti tutte le soluzioni a problemi
quotidiani sul set usando solo l’ingegno e l’incoscienza, ritrovarsi di notte,
da soli al freddo e ricoperti di sangue finto, come i protagonisti del film.
Quando si guarda “The Evil Dead” (il titolo italiano appiattisce e confonde,
motivo per cui di questo film esiste una serie apocrifa) c’è chi ridacchia
(pochino) per gli effetti speciali, c’è chi va in bagno quando Linda inizi a
cantare (se arriva in tempo…), c’è chi giustamente si esalta giustamente per il
talento registico sovrannaturale di Sam Raimi, per me “The Evil Dead” è questo, ma soprattutto
il caso più emblematico di come si fa il Cinema, come dovrebbe sempre essere
fatto: tra amici, con gioia, inventiva e follia, partendo dalla provincia per
arrivare alla storia del Cinema… Sempre se Joel Coen riesce a correre
abbastanza veloce.
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Sam Raimi & Joel Coen, 15 Ottobre 1981 |
Ottimo articolo per un classiDo senza tempo...C'é un sentiero nel bosco, ma gli alberi...gli alberi lo sanno...
RispondiEliminaTi ringrazio ;-) Un film che prima o poi tutti nella vita dovrebbero vedere, ed è un rito obbligato anche per chi non ama l’Horror… In questo film fa paura tutti, anche gli alberi! ;-) Cheers!
EliminaGrazie di cuore per la citazione, e come sempre hai colto nel segno: è assurdo accusare questo film di essere "datato", perché è così genialmete creato che la sua potenza visiva è senza tempo. Nel 3000 ci saranno ancora appassionati che si stupiranno a vedere quant'erano folli Sam e Bruce... mentre già oggi l'abominevole remake è giustamente dimenticato...
RispondiEliminaCitazione doverosa e obbligatoria, tutti devono conoscere l’esito della tua brillante indagine ;-) Sarò pedante, ma questa cosa che certi capolavori vengano snobbati perché considerati vecchi mi fa accapponare la pelle, dici bene, nel 3000 ci saranno ancora persone ispirati dalla follia di quei due matti ;-) Il remake? Odiato con tutte le mie forze, un film che ha provato per qualche minuto a camminare sulle sua gambe, per poi calare malamente le braghe… l’oblio è il suo posto ;-) Cheers!
EliminaChiaramente la trilogia di Raimi e' in cima all'olimpo dei migliori film horror di sempre ma non sarei cosi' inflessibile sul remake di Fede Alvarez.
EliminaIo l'ho apprezzato parecchio (cosi' come la maggior parte della critica):c'e'rispetto per il materiale originario ma se ne discosta spesso proseguendo per la sua strada.
Le sequenze splatter poi sono degne del prototipo e sorprendono per la loro violenza e cosa importante il film trasmette la giusta tensione se non paura.
Inoltre i pg non sono i classici stereotipi di cui si desidera la morte immantinente ma hanno una loro dignita'.
Poteva andarci molto peggio......ricordi il remake di The Fog? ;-)
Il remake di The Fog non ho ancora trovato la voglia di vederlo ;-) La mia posizione sul remake di Fede Alvarez la trovi QUI:
Eliminahttp://labaravolante.blogspot.it/2016/09/man-in-dark-2016-fede-alvarez-sei-piu.html
La cosa che ho apprezzato di meno è quel finale, forse più voluto dai produttori che dallo stesso Alvarez. Cheers!
Gli preferisco il secondo, eh. Ma è solo perché l'ho visto più volte. Per il resto, gran capolavorò!!!
RispondiEliminaTi capisco bene, ma amo la trilogia così tanto che per me è un po’ come per i primi due capitoli di “Terminator”, se me lo chiedi oggi ti dico che preferisco il primo, se mi fai la stessa domanda domani ti risponde che il secondo è meglio… Sono giunto alla conclusione che i tre capitoli di “Evil Dead” siano tre livelli diversi di genio, ma avremo modo di approfondire parlano dei sequel nelle prossime settimane ;-) Cheers!
EliminaLa trilogia più pazza della storia! XD
Elimina"Sarò pedante, ma questa cosa che certi capolavori vengano snobbati perché considerati vecchi mi fa accapponare la pelle"
A chi lo dici!
Che poi un film diventa vecchio quando non è più credibile, qui gli effetti speciali, saranno datati quanto vuoi, e lo sono, ma funzionano, trasmettono un aria malsana, quindi sortiscono ancora il loro effetto ;-) Cheers
EliminaLa scena della possessione con la matita infilata nella caviglia, mi tormenta ancora.
RispondiEliminaCome Babol anch'io preferisco il secondo che ho visto prima ( correndo poi a recuperare il primo in videocassetta ), ma questo merita tutti gli onori del caso, poiché questo ciclo è uno di quelli che mi ha reso un patito del genere horror.
La scena della matita resta uno dei momenti più shock di tutta la pellicola, come dicevamo sopra anche nell’anno 3000 qualcuno resterà sconvolto guardandola ;-)
EliminaAmo tutta la trilogia, e ho un enorme stima per Sam Raimi, nata qui e continuata negli anni… Uno dei miei preferiti ;-) Cheers!
ottima anilisi di uno dei miei film horror preferiti!
RispondiEliminaGrazie mille ;-) Una vera pietra miliare, appunto, un Classido ;-) Cheers!
EliminaIo ho recuperato la trilogia al contrario. Dall'Armata delle Tenebre fino alla Casa.
RispondiEliminaChe dire... Nonostante non sia un'amante degli horror, l'ho davvero gradito!
Esatto! Perché un'altra delle mille cose belle di questa saga è il fatto che piaccia anche a chi non ama l’Horror, anche se tutti e tre i capitolo lo sono, i primi due in particolare ;-) Cheers!
EliminaUguale! XD
EliminaA me è andata bene allora, li ho scoperti in ordine, il terzo, causa titolo diverso, visto per ultimo, ma dopo un minuto ho detto "Ash!" felice di aver trovato un altro capitolo. Gioie che nell'era dell'hype sono perdute ;-) Cheers
EliminaMa quanto gli voglio bene, è il film per cui ho aperto un blog! <3
RispondiEliminaNon avresti potuto scegliere un esordio migliore di questo, pioggia di cuoricini ;-) Cheers!
EliminaAh La Casa La Casa! Lo vidi al cinema col mio migliore amico alla tenera età di 11 anni, nascondendoci dal terrore dietro gli schienali della fila davanti e sbirciando solo tra le fessure tra i sedili di legno. Erano altri tempi, quando se volevi potevi restare in sala al termine del film e rivederlo tutte le volte che volevi. Così facemmo guardandocelo una seconda volta con molto più "coraggio" ma rischiando anche il linciaggio perché disseminavamo ad alta voce spoiler a non finire: E se adesso gli alberi la attaccano? Pensa se adesso si trasforma! Il tutto è finito male quando il papà del mio amico si è presentato al cinema preoccupato perché il figlio non tornava a casa e si è accorto che non eravamo andati a vedere un cartone animato come gli era stato detto...
RispondiEliminaComunque recensione davvero bella per un film che, come giustamente dici tu, ha trasformato per sempre, assieme ai suoi poveri protagonisti, il cinema horror. Un modo di fare film sfruttando fino all'ultimo centesimo disponibile e contando solo sul proprio talento smisurato che forse oggi non è più possibile mettere in pratica.
Ti ringrazio anche per il bel racconto di vita ;-) Hai ragione, altri tempo, quanto era figo potersi vedere il film due (o tre) volte di fila, non per fare sempre quelli malinconici, ma era un'altra cosa ;-) “La Casa” prima di essere un classico è un rito di passaggio, prima o poi tutti devono affrontare quello chalet per uscirne cambiati, spesso rafforzati… Come Ash ;-) Cheers!
Elimina"quanto era figo potersi vedere il film due (o tre) volte di fila"
EliminaQuando ho scoperto che non si poteva più sono rimasto di sasso! °_O XD
Bisognerebbe istituire nuovamente questa buona abitudine, anche se oggi sarebbe impossibile. Cheers!
EliminaCazzo, grandissimo post per un classico totale.
RispondiEliminaE con il secondo hanno fatto anche meglio.
Grazie moltissimo ;-) Ti regalo l’anteprima…. Passa da queste parti questo Venerdì, troverai un “numero 2” ad attenderti ;-) Cheers!
EliminaSe lo sapevo che preparavi un articolo sulla casa ti avrei permesso, anzi forse implorato, di includere anche questo ahah https://doppiaggiitalioti.wordpress.com/2011/02/13/della-serie-titoli-italioti-8-puntata/
RispondiEliminaMa ho anche un'intera serie basata sull'exploitation italiana dei titoli a base di "La Casa", con capostipite questo articolo https://doppiaggiitalioti.wordpress.com/2011/03/20/della-serie-titoli-italioti-13-puntata-la-casa/
Non conoscevo molti degli aneddoti che hai riportato qui, ma del resto non sono un grande esperto dei retroscena di questo film. Ricordo che quando lo vidi da piccolo (sulla famosa VHS italiana con la casa di Psycho in copertina) lo trovavo inquietante, l'uso stesso della telecamera era inquietante.
Non posso dire di apprezzarlo nella sua interezza però: tra le tante, lo stupro della ragazza da parte della vegetazione del bosco, lo trovo di cattivo gusto, quasi appartenesse ad un altro regista, ad un altro sceneggiatore, ad un altro film.
Il tuo articolo sulla serie apocrifa lo avevo visto ma non letto completamente, lo farò di sicuro ;-) Si vero "La Casa" ha un aria che io definisco malsana, sembra quasi che il male del film possa uscire dallo schermo e consumare anche gli spettatori. La scena dello stupro arboreo è tostina, contribuisce a quel senso di malsano generale, però è vero, pensa che è stata improvvisata sul set, nella sceneggiatura c'era scritto che la ragazza veniva aggredita dagli alberi ;-) Cheers!
EliminaQuel malato make-up fa ridere!?! A me inquieta di brutto! XD
RispondiEliminaComunque effettivamente guardare questo film oggi risulta un pò diverso rispetto al periodo anche se grazie alla regia il tono è decisamente fresco!
Ha qualcosa di fonte che ti farebbe voglia di riderci, ma è la risata nervosa per mimetizzare la paura e l'inquietudine che questo film ti fa venire. Dal secondo in poi Raimi lavorerà sull'elemento comico di fondo, ma questo? Un film dall'aria malsana, sinistramente inquietante ;-) Cheers
EliminaGran bell'articolo! Non sono mai stato un fan del genere horror ma lo sto diventando un po' per volta ma su una cosa non ho dubbi: La Casa è il mio horror preferito! Spero un giorno di trovare una bella edizione dvd o blu ray della trilogia, intanto mi accontento del cofanetto della serie tv.
RispondiEliminaTi ringrazio moltissimo, è anche uno dei miei film preferiti di sempre, ci tenevo ad onorarlo come si deve. Belle edizioni in DVD si trovano, in blu ray non ho mai controllato, ma in compenso anche io ho messo gli occhi sul cofanetto di "Ash vs. Evil Dead" ;-) Cheers
EliminaAnche Spiderman è un esempio di come il talento di Raimi venga diluito dalle Major : non so se hai visto su You Tube il provino di come sarebbe dovuto essere il costume originale di Goblin ( bello spaventoso, pure troppo )?
RispondiEliminaGiusto per far capire come sarebbe stato il film se Raimi avesse avuto carta bianca.
Visto visto, mi ha esaltato, sarebbe stato molto simile al fumetto ma anche spaventoso, in puro stile Sam Raimi! ;-) Cheers
EliminaQuesta te la devo raccontare. Mi sto vedendo a puntate le presentazioni che il cast di "The Predator" sta facendo in giro per festival, e al Comic-Con di San diego - ripeto, il Comic-Con di San Diego - l'intervistatrice chiede all'attore Steling Brown come lo vede un ipotetico scontro fra il Predator ed Ash di "EVil Dead". Forse non si è reso conto di dove fosse, ma l'attore risponde candidamente che non ha mai visto Evil Dead...
RispondiEliminaNon so se sia uscito vivo dalla sala, ma è assolutamente imperdibile la faccia di Shane Black, che si gira a guardare l'attore come se avesse appena scoperto che spacciava droga sul set :-D
Nuuuoooo! Ma è l’equivalente di entrare in chiesa con la maglia degli Slayer! :-D Visto che lo ha già fatto, ora Shane Black chiederà alla Fox di aggiungere altre scene extra a “The Predator”, almeno uno in cui Brown viene ucciso malamente ;-) Cheers
EliminaFilm che vidi la prima volta in montagna, da solo, su un tv in bianco e nero (sono vecchio) durante una notte horror di Italia1, mentre c'era un temporale... Inutile dire che non avevo mai visto nulla di così spaventoso prima di allora, non so ancora come ho fatto a non caXarmi sotto. Si vedeva che c'era un che di artigianale nella realizzazione, però questo pensiero passava in fretta di fronte alla storia che ai tempi era ancora considerata originale... Ovviamente Ash e la sua trasformazione caratteriale (e poi anche fisica, dal secondo film) sono l'essenza del film: essendo un ragazzo intelligente capisce che se vuole sopravvivere deve combattere i demoni e alla fine si scopre essere pure bravo nel farlo! Il problema è che confondo spesso il primo con il secondo capitolo, essendo per certi versi sovrapponibili... Ciao
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