giovedì 24 settembre 2015

Self/Less (2015): Cosa vuoi fare da grande Tarsem?


Io voglio bene a Tarsem Singh. Anche se non capisco bene cosa voglia fare da grande. Ok il regista, sì, ma di cosa? Se guardo alla sua filmografia e al suo ultimo film “Self/Less”, il mistero si fa sempre più fitto.

Il regista Indiano ora residente negli USA (no, questo non fa di lui un Indiano d’America) ha esordito con lo strambissimo “The Cell” che si portava nel DNA tanto dell’esperienza passata nel mondo dei videoclip. Il film che mi ha mandato giù di testa per lui è stato il bellissimo “The Fall”, un film unico, personale, ingiustamente ignorato, per darvi due direttive direi quasi Guillermo Del Toro, ma più metacinematografico. Il successivo “Immortals” era barocco e roccoccò, ha incassato l’equivalente di un pacchetto di noccioline, però Dei Greci al cinema così, li abbiamo visti raramente, poi il tracollo… “Biancaneve”, di cui preferisco non dire nulla, ho ancora le fitte alle coronarie…

Quando ho scoperto che il tanto pubblicizzato (… diffidate dai film troppo pompati dalla pubblicità) “Self/Less” era suo, mi sono stropicciato gli occhi, ad una prima occhiata lo stile “barocco” del regista è assente, così come la sua fidata costumista Eiko Ishioka, purtroppo scomparsa nel 2012. Trama? Trama!

"Posso mettere almeno qualcosina color oro qui, su questa parete vuota?".
Damian (Ben Kingsley, mai così volutamente odioso da quella volta che ha interpretato… Ben Kingsley in un episodio de “I Soprano”) è un miliardario con poche settimane di vita che viene contattato da una misteriosa compagnia, la Shedding, gestita dal solito scienziato pazzo (l’elegante e distaccato come richiede il ruolo Matthew Goode), pagando il giusto numero di Ex presidenti spirati stampati su carta verde, l’azienda offre un servizio unico: prende la tua mente e la sposta in un corpo nuovo, giovane e sano creato in provetta per l’occasione. Kingsley accetta, incassa l’assegno e sparisce dal film sgommando come Saetta McQueen (Cia-Ciao!), quando si risveglia si ritrova nei muscoli di Ryan “Deadpool” Reynolds, uno che non ho mai capito se è anche bravo, però posso dirvi che almeno mi sta simpatico.

"Sig. Kingsley, il suo assegno è pronto" , "Sono già sull'aereo del ritorno, me lo faccia accreditare".
Damian diventa Eddie, si trasferisce a New Orleans, gioca a basket con gli amici e le sue toste giornate filavano così, tra un tiro a canestro e un film di Spike Lee. Poi la palla lanciata un po’ più giù, andò proprio sulla testa di quei vichinghi laggiù, il più duro si imball… No scusate, ho fatto un po’ di confusione, proprio come il protagonista, che inizia ad avere strane visioni… Visto come ho recuperato? (FIIIIUUUU!).

Le visioni sono le occasioni per Tarsem di inserire qualche momento lisergico che ricorda il suo classico Cinema, ma per il resto la storia procede, non sto a raccontarvi quello che di fatto è l’unico (minimo) colpo di scena del film, vi ricordo solo che “Self/Less” sta per altruista, quindi se Damian era l’odioso riccastro amante delle giovani ragazze e della bella vita, ma padre assente di Michelle Dockery, (che si intravede a sprazzi nel film) questa seconda vita è l’occasione per sistemare qualcosa e dare una sistemata oltre che all’aspetto fisico, al Karma.


"Tranquilla Natalie, è tutto finito, non reciti più in quella schifezza di 'Under the Dome' va tutto bene".
Scritto da David e Alex Pastor mi è sembrato il remake non autorizzato di “Operazione diabolica” di Frankenheimer, l’inizio è quasi identico al film con Rock Hudson, ma poi la trama diventa una specie di lungo inseguimento, nel finale se ne gioca anche uno discreto in auto (devo pensare che Tarsem sia andato a rivedersi anche “Ronin”?) e l’inevitabile scontro finale sparacchiato, che voglio dire, io non dico mai di no ad un action movie che sa il fatto suo.

Il problema di “Self/Less” non sta nemmeno tanto nel cast, Ryan Reynolds fa il suo dovere e si carica il film sulle spalle, come detto, nemmeno questa volta ho capito se è bravo o no, però di sicuro non sfigura e forse gli manca l’elemento comico dove di solito dà il meglio (il suo personaggio era l’unica cosa sensata di quella porcheria di Blade: Trinity), la storia dopo un inizio promettente, imbocca i binari della convenzionalità e non mi ha convinto nemmeno del tutto il modo in cui l’avido Damian si trasforma nel Boy Scout Eddie…

Forse la cosa più semplice da dire è che lo stesso Tarsem si ritrova in un corpo che non è il suo, dopo aver visto il film la sensazione è quella del compitino, fatto bene, ma banale, non riesco a capire se Tarsem Singh da grande voglia fare l’autore, o il regista di film di genere, se questo film lo ha fatto per provare qualcosa di nuovo, o solo per cercare di rientrare negli standard del Bosco di Holly.

"Ma non si era detto Frankenheimer? Questa sembra una scena di 'Vacanze romane'...".
Oltre al film di John Frankenheimer ho pensato a quello di John Woo, anche lui ha fatto un film su commissione con scambio di corpi (Face Off) che inizia con elementi di fantascienza e finisce nell’action più puro e con tutti i difetti di quel film, aveva più personalità di “Self/Less”, e come diceva il Jules di “Pulp Fiction”: "È la personalità, quello che conta".

A livello di intrattenimento il film fa il suo dovere, ora io non ho capito in che direzione Tarsem vuole portare il suo cinema, posso dire che ho sicuramente preferito questo esperimento su commissioni, a "Mirror Mirror" dove il nostro appariva imbalsamato in quello che ci si aspetterebbe di vedere da lui. Un tentativo quindi, se poi Tarsem decidesse di seguire le orme dei due John sopra citati, a me andrebbe anche bene, intanto aspettiamo la serie tv Emerald City, che sta a Tarsem come il cacio sopra i maccheroni.

6 commenti:

  1. E la mamma preoccupatoa disse "vattene a Bel Air" :-D
    Recensione mitica e mi spingi addirittura a vedere un film che ero intenzionato a saltare: non ricordo mai il nome dell'attore protagonista e questo testimonia quanto io lo odi! (Odio che, mi spiace dirlo, è iniziato proprio con Blade Trinity)
    Mi hai stuzzicato i sensi di zinefilo :-P

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    1. Ti ringrazio moltissimo ;-) A me Tarsem piace, ma deve trovare la sua strada, mi fa piacere vedere che qui ci ha provato, anche se il risultato è quello che è... Ryan Reynolds presto si farà perdonare tutto, l'anno prossimo esce il film su Deadpool, e lui è proprio la scelta giusta ;-) Cheers!

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  2. Sì, Singh è un regista abbastanza discontinuo. Da "The Fall" in poi non ne ha più azzeccata una, poraccio. Questo però un poco mi ispirava, ammetto...

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    1. Proprio con "The Fall" si è guadagnato la mia attenzione (per quella che vale) non perchè sia un film barocco e roccocò ma perchè era personale e capace di parlare del raccontare una storia senza le solite banalità. Si è perso e qui sta provando un percorso nuovo, il risultato è un compitino, spero davvero di vederlo di nuovo fare film convincenti. Cheers! ;-)

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  3. A me the Cell era piaciuto davvero molto,gli altri non mi pare di averli visti.Il film è intrettenente ma dal finale ipertelefonato,e Raynolds,pur se sempre piacevole alla vista,come attore drammatico secondo me non vale granchè.Le parti leggere(commedie o rom-com,nonchè action movies) sono il suo!Non vedo l'ora di vedergli fare Deadpool ;)

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    1. Anche io penso che con Deadpool quel ragazzone Canadese troverà davvero il suo, spero sia un film violento, ironico e meta-cinematografico ;-) Ti consiglio caldamente “The Fall” ancora oggi il mio film preferito di Tarsem ;-) Cheers!

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