venerdì 26 giugno 2015

Un Mercoledì da leoni (1978): l'amicizia al tempo del cromosoma Y


Non voglio risultare sessista scrivendo un commento riservato ai soli lettori uomini, anzi, spero vivamente che tante donne lo leggano, però non vogliatemi male Signore, ma per un momento, devo rivolgermi direttamente ai miei colleghi maschi. Datemi solo il tempo di issare il cartellone della rubrica... Eccolo qua!

Amici, avete mai avuto una fidanzata?
Ottimo! Ma va bene anche una moglie, un'amica, una zia, un'amante, una collega di lavoro, qualcuna con cui siete in buoni rapporti che vi ha detto LA FRASE.
Chiariamoci, quando l’altra metà del cielo ci dice qualcosa è sempre importante, ma qualche frase è più importante delle altre. Magari cambiando l’ordine delle parole, ma mantenendo inalterato il senso, LA FRASE suona più o meno così: «Ma io non la capisco proprio l’amicizia tra voi uomini».

L’avete già sentita una domanda come questa no? Bene, in questi casi c’è un solo modo per rispondere, prendere la Signorina e metterla seduta davanti a “Un Mercoledì da leoni” di John Milius.
A fine film avrà capito tutto quello che c’è da capire. basterebbe già questo a fare di questo titolo.... un CLASSIDO!


Lo sapevate che George Lucas fu costretto dal padre a iscriversi all'università, dopo aver devastato l’ennesima macchina in una gara di corsa? L’unica vera passione di Lucas in giovane età. Per dirvi di che voglia aveva il giovane Georgie di studiare, invece di barrare “Fotografia” sul modulo di richiesta, mise una X su “Cinematografia”, in linea di massima sapete che tra lui e il cinema le cose sono andate abbastanza bene, quello che non sapete forse, è che in classe con lui trovò l’entusiasta Steven (Spielberg) e il talento della scrittura John (Milius). Storia vera.

Se Lucas aveva il pallino delle auto da corsa, Milius aveva la passione per il Surf (e questo spiega tutte le scene di surf di “Apocalypse Now”). Quindi, anni dopo, una volta diventato un regista affermato, decise di fare un film che celebrasse il suo sport preferito. Quando Spielberg e Lucas lessero il copione di “Big Wednesday” convinti di trovarsi di fronte ad un capolavoro, proposero a Milius uno scambio di quote. In cambio di una percentuale sugli incassi del film, gli avrebbero dato una percentuale sui loro film in uscita, che erano rispettivamente “Incontri ravvicinati del terzo tipo” e “Guerre stellari”.

Ovviamente “Big Wednesday” quando uscì, fu un grosso Flop. Cosa ci insegna tutto questo? Mai fare affari con i vostri amici, ma soprattutto, ci insegna che molti dei miei film preferiti, al botteghino hanno portato a casa noccioline.

Milius e il cast in attesa dell'onda giusta. Per girare? Ma Va! Per Surfare!

A proposito di amicizie, mi rivolgo direttamente sempre a voi lettori uomini: avete mai avuto un amico un po’fuori di melone? Uno di quelli che pensi che un giorno finalmente metterà la testa a posto, oppure uno di quegli amici precisi, affidabili, su cui avete sempre potuto contare. Sono sicuro di sì e se non lo avete avuto, probabilmente è perché siete voi a rientrare in una di queste categorie.

“Un Mercoledì da leoni” è capace di commuovere il pubblico maschile proprio perché per noi possessori di cromosoma Y, è difficile non immedesimarsi nei protagonisti di questa pellicola.
Raramente un film ha saputo raccontare così bene le impalpabili caratteristiche dell’amicizia maschile, quella sfumatura che noi cavernicoli non riusciamo ad esprimere, figuriamoci tentare di spiegarlo ad una donna. Amicizia fatta di azioni, di condivisione di momenti, tutto un dimostrarsi di volersi bene senza doverselo dire mai.

Noi basici possessore di cromosoma Y diamo sempre un valore relativo alle parole, dando più peso ai gesti e alle azioni, di fatto questo è il “Bromance” quello vero non macchiato da facili ironie.

Bromanceometro mandato a fondo scala.

L’amicizia maschile è fatta di racconti di micro-epica, di viaggi, di sbronze, di "stupidera" varia ed eventuale, qualche volta di pugni e di risse, il tutto crea una piccolo avventuroso romanzo di formazione e “Big Wednesday” ci parla di tutto questo, utilizzando il METAFORONE del Surf.
Non è importante essere appassionati di Surf per ritrovarsi nei personaggi di questo film, basta essere stati in campeggio o in vacanza, aver aspettato di rivedere un amico dopo molto tempo, per capire cosa stanno provando quei ragazzi sullo schermo. In questo possiamo immedesimarci tutti, anche chi come me non sa nemmeno nuotare, figuriamoci cavalcare un'onda, ho già i miei problemi a cavalcare i miei piedi, non scherziamo…

Milius riassume in un film così intimista, tutti i tratti caratteristici del suo cinema, ci mette la passione per il Surf, ma anche i suoi personaggi che affrontano sempre la vita con la schiena dritta e il vento in faccia.

Una filmografia con il vento in faccia e la schiena dritta, riassunta in un fotogramma.

Diviso in tre parti: si inizia con “La grande mareggiata da Sud, Estate 1962” per concludere con “The Great Swell - 1974″, 12 anni e tre amici, tra gli alti e bassi della vita e delle onde. Dopo una vita passata a surfare, Milius ormai troppo vecchio e troppo dedito al cinema per poter vivere di solo Surf, decide di contribuire come può alla disciplina che ama, diventandone il massimo cantore, questo senza rinunciare a far uscire troupe e attori dall’acqua, quando le onde diventavano così buone per potersele cavalcare lui in persona con la sua tavola.

Di tutti i film che hanno parlato della guerra del Vietnam (e non sono propriamente pochissimi) “Un Mercoledì da leoni” ha anche il primato di mostrare una parte di quella guerra che al cinema si è vista poco, ovvero: l’arruolamento forzato. La scena in cui gli amici cercano di evitare la chiamata alle armi è un ottimo “Come eravamo”, capace di descrivere una situazione meglio di cento pagine di un libro di storia. Ed è, inoltre, un ulteriore momento di immedesimazione maschile, ci ricordiamo tutti la nostra visita militare, chi non l’ha fatto è solo perché è schifosamente giovane.

Alla mia visita di leva io sono andato conciato ben peggio di così (Storia vera).

La guerra non è mai mostrata, nel film vediamo il prima e il dopo, perché “Big Wednesday” non è un film d’azione, ma un film di azioni, di gesti, di sguardi d’intesa e di cose non dette, mentre stai facendo altro, tipo surfare, ad esempio.

Fin dai primi minuti del film è chiaro che è tutta una celebrazione dell’amicizia e del Surf. Jack è quello preciso, interpretato da Ralph Supermaxieroe, Matt il dannato talentuoso, mentre Leroy è il pazzo del gruppo, interpretato non a caso dai dentoni di Gary Busey che anni dopo omaggiò il suo stesso personaggio interpretando Angelo Pappas in Point Break.

La dentatura più imponente vista in acqua dai tempi dello Squalo di Spielberg.

I tre amici ci vengono presentati come dei Re, entrano in spiaggia sempre dallo stesso punto, attraversando due colonne che danno al loro arrivo un senso maestoso e regale. La celebrazione continua quando un paio di ragazzini riconoscono emozionati il mitico Matt Johnson, ubriaco come una ciliegia sotto spirito (come sarà per gran parte del film). Come farlo riprendere dalla massiccia sbornia? Facile: mettendolo su una tavola e tra le onde, il suo elemento naturale, il ragazzo ritrova la sobrietà.

La scena delle festa? Una gustosa esagerazione che serve a guardare con occhio affettuoso, tutte le festacce alcoliche fatte con gli amici. Per raccontarci tutto questo il film tiene volutamente da parte tutti i personaggi femminili, una delle scene più efficaci per riassumere “Un Mercoledì da leoni” è forse il ritorno di Jack dal Vietnam: Il talento di Milius è quello di mostrarci un salto temporale, suddiviso da un paio di scene, il risultato è un manuale cinematografico di quel dire tutto, senza dire nulla, tipicamente maschile.

Jack con ancora l’uniforme addosso e i baffi per far capire anche all'ultimo degli spettatori che il personaggio è cresciuto ed è cambiato per quello che ha visto in guerra, corre subito in spiaggia, in un attimo è già in acqua dove, in attesa di un onda, c’è Matt.

Quando eravamo Re.

Qualunque regista avrebbe reso la scena in maniera caramellosa, magari con Jack con il volto illuminato dal sole e una serie di sguardi con l’amico. Milius non fa nulla di tutto questo, fa primi piani sulla mani di Jack mentre nuota sdraiato sulla tavola, letteralmente mentre affonda le mani nel suo elemento.
Nel momento in cui i due amici si ritrovano, Milius li inquadra da lontano, lasciandoli idealmente da soli, non sentiamo cosa si dicono e non vediamo i loro volti, vediamo, però, cosa fanno: si mettono a Surfare.

Milius celebra l’amicizia e per farlo si porta dietro un altro suo compagno di scuola, nonché storico collaboratore: Basil Poledouris che cura le musiche del film. Perché Poledouris non viene immediatamente citato, quando si parla dei migliori compositori della storia del cinema io non lo so, ma questa colonna sonora dovrebbe far cambiare idea a molte persone.

Believe it or not, I'm walkin' on air water (I never thought I could feel so free)

Il finale è in linea con la celebrazione del film: dopo 12 anni i nostri tre amici si ritrovano, di nuovo allo stesso arco d’accesso alla spiaggia di sempre, anche se la guardia costiera fa allontanare tutti per via dell’enorme mareggiata, loro si buttano a pesce, per 20 minuti di pura celebrazione delle loro vite, del surf e del grande cinema, che solo John Milius ci poteva regalare.

Il migliore non perché il più spettacolare o il più tecnico, ma il migliore perché il più epico e romantico, la somma totale dell’amicizia fatta di non detto, ma di condivisione di azioni ed esperienze, l’apice di quel cinema “Di azioni” che è ben riassunto dai tre protagonisti a loro volta in azione nel loro elemento naturale a Surfare. Non dico che venga voglia di comprarsi una tavola e imparare a cavalcarla guardando questo finale, non serve, perché è un finale talmente bello, epico e soddisfacente che non ha bisogno di parole. Voi signorine avete il vostro modo per esprimere quanto vi vogliate bene, il nostro modo è riassunto in “Big Wednesday”.

29 commenti:

  1. Recensione EPICA: davvero complimenti ^_^
    P.S. Sono tra i grandi estimatori del grande Basil compositore ;-)

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    1. Ti ringrazio moltissimo;-) Scritta ascoltando la colonna sonora di Basil per tutto il tempo ;-) Cheers!

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    2. Anch' io! XD E anche per me è una questione sul perché non venga così citato. Boh!

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    3. Basil è assoluto, meriterebbe il posto che nessuno gli vuole riconoscere. Cheers!

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  2. bellissimo pezzo per un film bellissimo che ha un posto speciale nel mio cuore...

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    1. Ti ringrazio ;-) Questo film, il cuore e il cromosoma Y, compongono i tre vertici di un ideale triangolo ;-) Cheers!

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  3. Ebbravo che mi giustamente incensi il Basilio!! Che filmone,one, ONE...la mia prima asse da onde autoprodotta si chiamava, a fuoco, Big Wednesdey..... Se mai qualcuno si azzardasse a fare con questo film quello che stanno facendo con Point Breack lo vado a cercare a casa con due scagnozzi strafatti di crack, delle pinze ed una buona saldatrice.

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    1. Ah...ti sei dimenticato 2 cose: 1) Tra Ralph Supermaxieroe e Portello c'è il futuro Stradivarius Hawkdi Supercopter, #micacotiche... 2) Uno dei personaggi più fighi è il VERO "Bear"

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    2. Muchas Gracias ;-) Katrina Bighelova ha unito i due film usando tavole da surf e i dentoni di Gary, quindi concordo… “Una cura medioevale per i loro culi” ;-) Cheers!

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    3. Era quello con Ernest “Mito” Borgnine? Ho dei flash ma non posso dire di averlo mai davvero visto. Il vero Bear è uno che avrebbe potuto essere il quarto protagonista, viene citato e in parte omaggiato da Milius però ;-) Cheers!

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    4. http://www.dailymotion.com/video/x28mshi_sigla-di-airwolf-supercopter_tv MARANZISSIMO TUTTO

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    5. Fiiiiiiiicoooooooo ;-) Cheers!

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  4. Sarò una donna molto strana, ma io ogni volta che vedo questo film comincio a piangere e non mi fermo per almeno due o tre ore.
    Oddio, ma a me basta un'inquadratura di Milius per piangere per due o tre ore.
    E in effetti mi identifico nel modo di intendere la vita del buon John in maniera quasi totale.

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    1. Oh! Un parere femminile.. Considerando che non mi hai mandato a cagare, vuole dire che forse ho raggiunto il mio intento ;-) Detto questo, il tuo coinvolgimento emotivo e umano con il cinema di Milius denota buon gusto, cosa che trascende i cromosomi, ma da te non mi aspetto nulla di meno ;-) Per altro, se riesco a rispettare la mia scaletta (se la vita non avrà la meglio su di me) Venerdì prossimo arriva una cosa che potrebbe interessarti ;-) Grazie per il commento, Cheers!

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  5. Capolavorone.
    È incredibile come alcune scene di questo film restino marchiate a fuoco nella memoria.
    Bellissima recensione Cass. ;-)

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    1. Vero, mentre in altre semplicemente ti identifichi in pieno ;-) Mille grazie... Cheers ;-)

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  6. Fratello.... stima per la recensione.
    Magnifico anche il film... mi mette molta nostalgia.
    Quanto mi piace!

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    1. Muchas gracias ;-) In questi casi si tende il pugno e si risponde solo Bro- Fist ;-) Cheers!

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  7. "Il soffio di Dio"

    Già solo questa espressione la dice lunga sul film! XD

    "ci ricordiamo tutti la nostra visita militare, chi non l’ha fatto è solo perché è schifosamente giovane…"

    Io feci domanda di rimando causa studi e l' anno dopo l 'abrogarono. XD

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    1. Più o meno come è andata a me, la mia annata è stata l'ultima a partecipare alla visita prima che smettesse di essere obbligatoria, tre giorni passati a leggere (due romanzi di King interi), mi mandarono pure dallo psicologo, cose che capitano se ti presenti con maglietta metallara, e al test barri "C" a tutte le domande (storia vera) ;-) Cheers

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  8. Alla mia visita di leva (era il periodo della mia vita in cui ho avuto i capelli più lunghi in assoluto: mezza schiena) mi dissero alcune reclute lì che "sovrintendevano" tanto per prendermi in giro «A mmetalliga!! E mò tte li tajamo 'sti capelli, eeeh!!» (storia vera!!)
    Ero perfettamente coetaneo di un ragazzo conosciuto lì (tutti e due 20 ago 1983) che aveva i capelli lunghi quasi quanto me e indossava un giacchetto di pelle marroncino tutto consumato con sotto una t shirt di Kurt Cobain 😄😄 Dovevi da vedé che coppia!!

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    1. Beavis e Butthead ;-) Sicuro che non ero io? No io non sono nato il 20 agosto, ma avrei potuto esserlo ;-) Cheers

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    2. Non solo! Invece che dallo psicologo sono andato a finire dallo PSICHIATRA!! Ahahah chissà che cacchio avevo risposto di "poco consono".... Fatto sta che sto psicologo sembrava questo tizio qua ihihi😉😄 (o per lo meno me lo ricordava tantissimo anche se non gli somigliava propriamente, aveva in più un pochino di barba)

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    3. Aveva anche una strana cicatrice sul palmo della mano per caso? ;-) Cheers

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    4. Ahaha quella non l'aveva!

      Comunque in tre conciati in quel modo saremmo stati veramente imbattibili! 😂😂

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    5. E tra l'altro: ma Poledouris non è anche quello del tema di RoboCo...atto??

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    6. Sempre lui, perché credi sia uno dei miei compositori preferiti di tipo... Sempre ;-) Cheers

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  9. Un mercoledi da leoni inizia mettendo subito in chiaro le cose: il mare è l'elemento che la fa da padrone; il tempo, gli amici, il surf è tutto un contorno. La forza delle onde distrugge e sconvolge le vite, ma non allontana nessuno da quell'elemento primordiale che tanto ricorda il liquido in cui il feto è immerso prima di nascere. Un bisogno ancestrale di sentirsi uniti a quella forza inarrestabile che non si può spiegare a parole, ma solo con gli sguardi, i gesti il non detto.
    Il mare, nel suo moto perpetuo, si ritira per poi tornare con forza maggiore ed allo stesso modo le immagini studiate dal regista si imprimono nella memoria. Un film di immagini, più che di parole, un bildungsroman che si comprende non perchè lo si racconta ma perchè lo si vive.
    I tre amici rappresentano noi, tutti noi, il lato maschile dell'universo in senso lato e l'umanità in senso ampio.
    Non c'è distinzione di censo, non c'è distinzione d'età: da giovani un fuoco arde dentro, un fuoco che ha bisogno di trovare uno sbocco, di sbeffeggiare il mondo dei grandi, dei vecchi, dei genitori. Eppure si deve imparare a far fronte ad una forza ancora più impalpabile ed inarrestabile: quella del tempo. Ed il tempo scorre veloce, il non detto quasi diventa un rimpianto, il ricordo diventa mito e nessun giovane sa che quei tre erano esattamente come loro sono adesso, nessuno sa che si deve far fronte all'orrore della guerra (il problema del Vietnam era ancora troppo vivo quando fu girato il film) dove la guerra altro non è che lo scontro che tutti viviamo con il resto del mondo. Il sogno di rivivere, anche per un solo attimo, quel che fu e che ora non è più.
    Ed i ragazzi di oggi che non conoscono il passato si sentono forti ed imbattibili come loro tre si sentivano quando erano giovani.
    Più le cose cambiano più restano le stesse: per comprendere l'amicizia non servono parole, la si vive fin dentro la pelle.
    Nizortace.

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    1. Analisi impeccabile Nizortace, sono completamente d’accordo, è una storia che va sottopelle perché è impossibile non riconoscersi dentro, e se ti trovi in queste situazioni e questi personaggi, di conseguenza il film diventa un pezzo di cuore, perché ci sono stati pochissimi capolavori che hanno saputo parlare così bene al pubblico, e ritrarre in mare nella sua primordiale potenza. Cheers!

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