domenica 24 maggio 2015

Miracleman - Libro Primo - Il sogno di un volo: Dopo 20 anni abbiamo finalmente la possibilità di leggerlo


Da qualche giorno la Panini Comics ha mandato alle stampe un volumone che contiene il primo ciclo di storie di Miracleman, intitolato: “Il Sogno di un volo”. Impossibile non cogliere la palla al balzo per parlarne…

Dopo 20 anni di diatribe legali degne di “Law and Order” abbiamo la possibilità di leggere quello che a detta di tutti è un capolavoro del fumetto revisionista, ovvero Miracleman scritto da “Lo Scrittore Originale” e disegnato da Garry Leach.

Per i due al mondo che non lo sapessero “Lo Scrittore Originale” è Alan Moore, ma seguendo una linea di coerenza, come spesso fa quando vuole prendere le distanze da qualcosa (tipo la sceneggiatura dell’adattamento cinematografico di “V for Vendetta” o “Watchmen” o “From Hell” o… Beh, è un po’ lungo l’elenco) ha preferito non essere citato. La cosa che ha fatto vorticare le balle a Moore questa volta, è stata tutta la pantomima di legali e tribunali, quindi in questa edizione della Panini Comics (ma anche in quella originale della Marvel) il suo nome non compare, ma di fatto, dietro anche a questo capolavoro seminale del fumetto, c’è il genio del Mago di Northampton. Tutta la faccenda legale legata a questo fumetto è qualcosa di tragicomico ma allo stesso tempo appassionante, una roba degna, se non di un film, almeno di una miniserie televisiva, ma siccome è talmente lunga da raccontare (ed io sono privo della capacità di sintesi) meglio se mi limito a commentare la storia in sé, che poi è anche la parte migliore…


L'incontenibile gioia di aver finalmente sconfitto un avversario terribile... Gli avvocati!
Il protagonista Michael Moran è tormentato da un incubo ricorrente e da una parola che non riesce a ricordare, ma che presto gli cambierà la vita (Kimota!). Fantastico il modo in cui Moore (AKA Lo Scrittore Originale) riesca a gestire il passaggio dalle prime pagine del fumetto, disegnate in stile Golden Age (e quindi molto Naif) alla porzione di storia ambientata nel 1982. I disegni di Garry Leach hanno tenuto benissimo alla prova del tempo e, anche grazie alla nuova colorazione, non dimostrano i 30 anni che si portano sulle spalle.

In questa edizione completa, compaiono anche le storie comparse sulla rivista inglese “Warrior”, la stessa che ospitò anche altre storie dello “Scrittore Originale”, basta dire che i primi numeri di “V for Vendetta” videro la luce proprio qui. In particolare, riesco a comprendere lo straniamento dei lettori inglesi di allora, poiché la storia dedicata al viaggio nel tempo, interrompe drasticamente il pathos, portando i protagonisti in location del tutto nuove, ma credetemi quando vi dico che i Warpsmith che fanno il loro esordio qui, saranno molto importanti negli sviluppi futuri della storia. Per altro la loro entrata a gamba tesa è l’ennesimo colpo di genio di Moore, per capire pienamente quel dialogo lasciato a metà, dovremmo attendere l’ultimo ciclo di storia di Miracleman, ovvero “Olimpo”, un giorno poi parliamo anche di quello… Restate Tonnati!

Fa il suo esordio anche Kid Miracleman, per altro disegnato da Gary Leach come si disegna in paradiso, mentre Moore con i suoi testi, inizia la decostruzione del Super uomo, anticipando i suoi futuri capolavori a fumetti, scusate se è poco…

Il nostro amico doppia M sa come farsi ascoltare...
Proprio su queste pagine assistiamo anche all’esordio di altri due grandi talenti britannici, ovvero: Alan Davis (che con “Lo Scrittore Originale” avrebbe lavorato su un bellissimo ciclo di “Excalibur” per la Marvel UK) e Steve Dillon, proprio il geniaccio dietro alle 66 storie di “Preacher”.

Un momento fondamentale de “Il Sogno di un volo” è sicuramente lo scontro tra Miracleman e Kid Miracleman. Non solo penso che sia fantastico il modo in cui Moore sia riuscito a rendere la frustrazione di Johnny Bates, intrappolato per anni in un ruolo di facciata, ma anche lo scontro tra i due “Miracolati” è superlativo: Moore inizia a mostrarci i Super Eroi come vere forze della natura, paragonando i loro poteri ai grandi disastri naturali di fronte ai quali, gli esseri umani sono impotenti, seminando sul fondo delle menti dei lettori, il concetto che i Super Eroi siano in realtà semidei, come detto l’ultimo ciclo di storie si intitola “Olimpo” e non è certo un caso.

Ho trovato fantastica la scena in ospedale, i dialoghi riportati sul foglio vengono letti dal protagonista (e da noi spettatori), letteralmente “inquadrati” sempre più da vicino, facendo aumentare l’ansia e il senso di paranoia. La chicca però è la bellissima storia intitolata dall’epico titolo “Guerra Fredda, Freddo Guerriero”, caratterizzata da dialoghi interamente in lingua aliena che mi hanno ricordato molto la storia del piccolo marziano precipitato nella palude di “Swamp Thing”. Magari una volte di queste sarebbe anche ora che mi decidessi a scrivere anche di quel capolavoro di Alan “Scrittore Originale” Moore.

Ma è nell’ultimo capitolo della storia che il Mago di Northampton conferma il suo genio.
Le origini di Mircaleman infrangono la barriera della quarta dimensione, la prendono letteralmente a pugni in faccia, il tutto senza perdere l’occasione per fare un'analisi (critica) al contenuto delle storie di Super Eroi. Moore trova un modo brillante di raccontarci la storia, lo fa dal punto di vista di chi sta ripulendo le rovine dopo gli eventi drammatici della notte precedente, a mio avviso un gran modo di portare avanti la narrazione senza ricadere sempre nei solito schemi.

I due addetti alle pulizie, paragonano il passato di Miracleman a quello di Mighty Mouse, nel farlo, per bocca dei suoi personaggi, Moore non le manda certo a direi ai suoi colleghi. Basta pensare alla rappresentazione del personaggio di Big Ben, in pratica una nemmeno troppo velata critica ai Super Eroi ipertrofici che di lì a poco, avrebbero intasato le fumetterie durante gli anni ’90, in tale senso “Miracleman” è riuscito anche ad essere profetico sull'andamento del media, come solo uno che lo conosce bene come Moore potrebbe fare.


Miracleman e lo "Scrittore originale" ci cantano 'Everything is awesome'.
Mi ha fatto un po’ specie vedere i disegni di un Alan Davis ancora così acerbo artisticamente parlando, alla luce della carriera fatta dallo straordinario artista, bisogna dire però che le sue matite riescono comunque ad esprimere la potenza di Miracleman, ma anche l’oscurità di fondo della storia.

“Miracleman” è un fumetto che conquista fin dalle prime pagine, ma la cui vera grandezza, si può cogliere solo procedendo nella lettura. Anche dopo 30 anni dalla sua prima uscita, questo fumetto ricorda ancora fresco, potente e seminale per la storia dei super eroi, il fatto che per tanti anni ci abbiano privato della possibilità di leggerlo è quasi un crimine. Ma probabilmente anche questo è parte del suo mito e della sua bellezza, essere rimasto nascosto per tanto tempo come Mike Moran, quando avrebbe, invece, meritato di volare come Miracleman.

4 commenti:

  1. Beata ignoranza... io pensavo l'avesse scritto Nel Gaiman, non Alan "Ilmigliorautoredisempre" Moore O___o

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti non ricordavi poi così male, Miracleman tra le sue mille particolarità ha anche quelal di essere un personaggio i due diritti, restano in carica allo scrittore titolare. Dopo questa serie iconica mi Moore (composta da tre libri, degli altri due scriverò prossimamente...) il barbuto Alan fu seguito ai testi proprio da Neil Gaiman, infatto lo scrittore rimase incastrato nelle varie beghe legali durate 20 anni. Proprio grazie al riavvicinamento tra Gaiman e la Marvel la cosa si è risolta, permettendoci finalmente di avere una ristampa completa del ciclo di Moore. Grazie per il commento... Cheers! ;-)

      Elimina
  2. Grazie dell'informazione e del succoso post :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te ;-) Ho in pista anche i commenti delle storie di Miracleman successive a questa, che sono ancora meglio... Restate tonnati ;-)Cheers!

      Elimina