martedì 26 maggio 2015

Maggie (2015): la notte degli Schwarzenegger viventi


Arnold Schwarzenegger in un film di Zombie!

Partono i fuochi d’artificio, le sgommate fatte con il Pick-up nel cortile di casa (distruggendo le aiuole fiorite di vostra Zia), i cinque alti, in un tripudio di America… FUCK YEAH!

No, no fermi! Non è come pensate voi! Lasciate stare i fiori che poi chi la sente mia zia! Fermi!!
“Maggie” è un film di esordi: quello di Henry Hobson, al suo primo film da regista, ma anche quello di John Scott 3 (i primi due capitoli della saga, però non li ho visti…) che firma la sua prima sceneggiatura e, in qualche modo, sembra quasi un esordio anche per il veterano Arnold.

"Hasta la vista... Muertos"
Se vi aspettate di vedere l’ex Governator prendere a fucilate i non morti, coglionandoli con qualche clamorosa Punch line delle tipo “Get to the Dead Choppa!” o “Hasta la Vista Muertos” cascate male, c’è un solo momento nel film in cui Swarzy fa la faccia brutta e se la prende con un paio di poliziotti, ma è del tutto funzionale alla trama e non entrerà sicuramente a far parte delle migliori scene d’azione della lunga carriera del buon vecchio Arnold. Siccome vi voglio bene e non voglio farvi soffrire, è bene che lo scopriate da me subito e non grazie ad una lenta agonia, i cerotti vanno tolti con un unico strappo deciso… Il film è anche PG-13. Nuuuuuuooooooooo!!

Eppure “Maggie” detto “Margherita” ha il pregio di essere uno dei pochi film a farci il favore di far tornare la figura dello Zombie alla sua origine di METAFORONE. I lentissimi non morti sono diventati sinistramente di moda e se in tv hanno addirittura perso la loro natura minacciosa (ogni riferimento a TWD è puramentevoluto…), fa quasi piacere vedere un'opera quasi Indie che almeno prova a restituire l’essenza metaforica agli Zombie.

Wade (Arnold Schwarzenegger) riporta a casa sua figlia Maggie (Abigail Breslin) dall’ospedale dove è stata ricoverata, causa infezione Zombesca. Alla ragazza è stato concesso di trascorrere, sotto costante controllo medico, gli ultimi giorni prima della quarantena con la sua famiglia. Qui ritrova le sorellastre e la matrigna Caroline (Joely Richardson) la donna sposata da Wade in seconde nozze, dopo la morte della madre naturale di Maggie.

Arnold alle prese con il ruolo drammatico intimista... Prima o poi tocca a tutti.
Henry Hobson applica al film una fotografia plumbea, tutti i personaggi sono dimessi e avvolti in svariate tonalità di grigio, che poi è anche il colore adatto a fare da cornice alla vicenda, le poche volte che utilizza colori più caldi, lo fa per sottolineare i momenti intensi padre/figlia. Tutto sommato fa un lavoro manicheo forse, ma più che dignitoso trattandosi di un esordio.

Inoltre, la novità rispetto ai soliti Zombie-Movie è la rappresentazione della società: la sensazione è quella di stare assistendo ad un mondo che ha lasciato la tragedia alle spalle, ma da pochissimo tempo.
La pandemia è stato contenuta, nei distributori trovi la benzina, la polizia fa il suo dovere, gli ospedali sono pienamente operativi e le scuole presto riapriranno. Nessuno vive barricato in casa e i contatti con i pochi zombie vaganti, vengono gestiti quasi come parte della routine, ma in tutto questo la quarantena è la condizione non negoziabile per tentare di tornare alla normalità, è proprio qui che la storia di “Maggie” comincia e si fa metaforone…

Il film è principalmente la storia di un padre, messo di fronte ad una scelta difficile, forse la più difficile in assoluto quando sei un genitore. La progressiva trasformazione in Zombie assetata di sangue della figlia diventa chiaramente una metafora di una qualunque malattia terminale. E' un film che parla del peso di un destino avverso che di fatto nemmeno Schwarzenegger può sconfiggere, quando una guarigione è del tutto impossibile, una rapida morte può diventare l’atto di amore definitivo di un padre…

Act of Love (...a sort of).
La pelle di Maggie che si deteriora è la messa della morte che si fa sempre più visibile e questo decadimento logora tutti quanti, anche la matrigna Caroline che cercherà di restare accanto alle persone che ama, almeno fino a quando le sarà possibile sostenere la situazione.

Il film conferma che non esiste un metodo giusto per affrontare un dramma come questo, viene quasi da fare il tifo per la caparbia testardaggine del padre, ma su tutto prevale una dolorosa rassegnazione illuminata giusto da qualche “giornata buona”, brevi momenti in cui Maggie prova a vivere una breve storia d’amore con un ragazzo, o quando si trova particolarmente vicina al padre. L’utilizzo delle margherite, in combinazione con il nome delle protagonista, rischia di far scivolare tutto il film in zona “lacrime facili”, in realtà funziona, anzi, l’ultimo saluto di Maggie al padre è una delle cose più riuscite del film.

La pellicola avrà sicuramente dei detrattori ed io stesso non mi sento di consigliarla a tutti, quando Hobson inquadra una volpe, capisci con svariati minuti di anticipo cosa succederà, in generale questo film è un dramma familiare, ma anche un interessante modo per tornare ad utilizzare gli Zombie come metafora, quindi fan di Swarzy e dei film Horror, se siete in vena di qualcosa del genere date una possibilità a “Maggie”.

Abigail Breslin è brava a gestire una parte non così semplice, risulta del tutto credibile e in coppia con Arnold funziona molto bene, ma è proprio la prova di Schwarzenegger a dare al film una marcia in più.
Hobson con la sua telecamera indugia impietoso su tutte le rughe del volto di Arnold e lui di sicuro non si tira indietro. Lontano dai canoni dei suoi personaggi, è bello scoprire che sia anche un attore, nel senso: non credo che sia una scoperta per nessuno la grande intelligenza che lo ha sempre contraddistinto e, proprio grazie a questa, sa sfruttare la sua gamma espressiva (limitata) nel migliore dei modi, il risultato è una prova quasi alla Clint Eastwood e, considerando la mia stima per l’ex Sindaco di Carmel by the Sea, questo è un gran complimento.

"Ed ora ne fumiamo uno per celebrare la fine delle riprese"
Ormai è chiaro che Arnold Schwarzenegger non possa più ambire ad essere il selling point di un film in cui lui copre il ruolo di unico Divo. L’unica strada per restare al top è cercare di tornare sui suoi franchises storici, oppure film come questo, che come detto, sembrano quasi un secondo esordio per Governator.

Fatemi chiudere con una nota personale: ho poco interesse nel vedere il nuovo Terminator, con un T-800 invecchiato, ma dopo aver visto “Maggie”, se non altro sono un po’ rincuorato. Sono tantissimi anni che vorrei vedere quel famigerato “Legend of Conan”, una parte che ora come ora, richiederebbe più un attore, che un fisicatissimo ex Mr. Olimpia. Beh, posso dire che per quel ruolo di attore, Schwarzenegger può rispondere nuovamente presente.

30 commenti:

  1. Dovevo guardarlo ieri sera poi sono subentrati un po' di impegni e temo non riuscirò prima della settimana prossima. Ma ho buone speranze e poi a me Arnie non è mai piaciuto solo per i suoi action, anzi!

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    1. Siamo in due allora, perché l’ex Governator ha un senso dell’umorismo e un cervello grosso come il suo torace, è riuscito a fare bene nella commedia, e qui se la cava anche con il dramma. Fammi sapere poi come ti è sembrato in questo film ;-) Cheers!

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  2. Ma io arnold con la barba non l'avevo ancora visto!
    Questo non mi ispirava e in generale gli zombie mi stanno antipatici. Però mi hanno appena consigliato un film con gli zombie che dicono fatto bene, dopo quello potrei dare una possibilità anche a questo :-)

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    1. Fa un po’ strano vederlo barbuto, ci ho pensato ance io ;-)
      Qui la figura delle zombie è molto metaforica, quindi può essere apprezzato anche da chi non è un fanatico del genere, per pura curiosità, che titolo ti hanno consigliato? Grazie per il commento ;-) Cheers!

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    2. so solo il titolo e che c'è qualche zombie: the cabin in the wood!

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    3. Non lo definirei un film di zombie, lo definirei un Capolavoro grosso così! :-D goditelo e mi raccomando, non andare a leggerti assolutamente NULLA della trama prima di vedere il film, meno sai meglio è ;-) Cheers!

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  3. Fa strano pure vederlo piangere...vabbe' ci prova....

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    1. Si, non è proprio il classico pianto da attore drammatico consumato, hai detto bene ci prova, secondo me funziona però perché se persino Terminator si rassegna sconsolato, allora capisce l’entità del dramma… Per i film in cui spara c’è sempre tempo ;-) Cheers!

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  4. se c'è Abigail Breslin ci sono zombie movie strani .. 2 indizi fanno una prova xd

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    1. Si in effetti ci ho pensato anche io "Zombieland" è un altro esempio ;-) Personalmente sono curioso di vedere "Final girl" anche solo per il titolo ;-) Grazie per il commento! Cheers

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  5. Ma davvero che è uscito un nuovo film di Schwarzy???
    Ah, mi hai stupito!

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    1. Eh sì, attivissimo, il mese prossimo fa il nuovo Terminator, quello con le lettere posizionate in modo casuale nel titolo “Terminator: Genisys” ;-) Cheers!

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  6. Guardacaso volevo vederlo proprio stasera ^^'

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    1. Buona visione, poi fammi sapere come ti è sembrato ;-) Cheers!

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    2. Ti dirò... non ha mantenuto tutte le aspettative, ma comunque un film con le palle, soprattutto sapendo come sono puritani in America. Grande Schwarzy!

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    3. Concordo, la parola che non viene mai detto ma solo suggerita (eutanasia) è un colpo per i puritani, Yankee e non solo, per il resto Swarzy si è re-inventato ancora ;-) Grazie per essere ri-passato ;-) Cheers!

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  7. L'ho cominciato a vedere ieri sera e già ho i lucciconi...e niente Swarzy intimista nonostante il faccione mi piace...

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    1. Il vecchio Swarzy ne ha centrata un altra nella sua carriera. Fammi sapere come lo trovi a fine visione ;-) Cheers!

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    2. Sul finale, ammetto che mi ha strappato una lacrimuccia.
      Una piccola - e bella - sorpresa. Epilogo forse scontato, ma avrebbe fatto un po' male, ovunque sarebbe andato a parare. E bravo Arnold (ma pure Abigail, che è bravissima). Gli zombie piangono, gli Swarzy pure e manco io scherzo.

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    3. In effetti questo film funziona e commuove, chi l’avrebbe mai detto parlando di Zombie e Swarzy? Grazie per il commento, Cheers!

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  8. Recuperato ieri.
    Una tragedia per i miei condotti lacrimali.
    Grande Schwarzy. Come sempre.

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    1. Vero vengono messi a dura proba, per il resto concordo, pochi attori rischiano uscendo dai loro ruoli comodi come ha fatto Swarzy. Cheers! ;-)

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  9. Orco cane, questo me lo sono perso clamorosamente...forse un po' fuorviato dal titolo italiano e forse perché quando uscì era tutta una fioritura a moda zombie...che come ti dicevo in altro post, quando parte una "moda" a me fa l'effetto «Cura Ludovico» , ovvero mi fa stomacare anche la roba che normalmente mi piace (vedi Guerre Stellari, roba con vampiri e appunto roba con zombie....) per poi tornare ad una discreta normalità a debita distanza di tempo! E quando non vedo in giro più magliette "a tema" provenienti da ___________ /inserisci qui nome di negozio «alla moda»/ (per me ormai indice per regolarmi che è molto attendibile!! - e anche questo ti dicevo altrove) vuol dire che forse il peggio è passato!!

    Va beh, tutto sto pippone per dire che la tua recensione mi ha incuriosito molto e andrò a recuperarlo! 😄😄

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    1. Il titolo italiano è ancora più truffaldino, mi pare una roba tipo “Contagious”, un po’ come aggiungere “La vendetta” dopo il titolo “Aftermath“, altro film della fase intimista di Arnold che trovi sulla Bara. Cheers!

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    2. Il sigaro della vittoria alla Independence Day è fortissimo 😂😂

      Aftermath pure quello non pervenuto! Cacchio mi sono accorto di averlo un po' abbandonato l'Arnoldone nostro...madornale errore!!

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    3. Si tende a dimenticare la sua carriera dopo la fase “Governator”. Cheers!

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  10. Secondo me non sfigura nella sua filmografia. Da suo fan, mi è piaciuto nel vederlo così preso in una prova drammatica che mi sa molto di crepuscolare nella sua filmografia. Se l'ultimo grande ruolo action è stato in The Last Stand, qui abbiamo avuto un canto del cigno prettamente d'attore. Un film a tema zombismo non per tutti i gusti, ma in quella scelta drammatica (del genere) è stato scritto bene, senza neanche troppo buonismo. Buono il cast e via dicendo.


    Povero volpino! Non mi è sembrata comunque una volpe classica, sembrava più una di quelle che viene (purtroppo) allevata per far le pellicce.

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    1. Temo anche io fosse uno di quelli da pelliccia, in ogni caso concordo, decisamente non un film da nascondere cambiandogli (veeeero distribuzione italiana?) per il nostro Arnold. Cheers!

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