Interno notte, una scuola superiore di uno strambo Paese a forma di scarpa.
Un
cartello in bacheca indica gli orari delle lezioni per studenti adulti fuori
corso con professori non professionisti, alle 21.00 è in programma
“Sceneggiature Sci-Fi/Fantasy: Come evitare i MACCOSA”.
Ok dai, Ragà, mettete via gli SmartFoni che
gli altri filmati con le donne nude li guardiamo dopo in pausa, su fate i
bravi! Oh, allora, mi chiamo Cassidy, oggi sarò il vostro professore supplente
per la lezione sulle sceneggiature Sci-Fi e Fantasy senza momenti WTF, se vi
state chiedendo perché hanno mandato me, è perché voi scrivete dei film talmente
idioti che uno sceneggiatore vero vi sputerebbe in faccia, quindi vi beccate
me… E zitti!
Ah! Una cosa importante: tu, Giuseppe
Cosoniski, di padre Polacco, tu... Com'è che ti chiami?
Mi chiamo Joseph Kosinski, professore, ho
scritto “Tron Legacy”.
Non ricordarmelo Cosoniski. Fai cambio di
posto, vieni qui in prima fila che c’è un banco libero, tu sei uno che si
distrae hai bisogno di stare concentrato…
Mentre
Kosinski cambia posto, una ragazza tatuata gli sputa una pallina di carta con
la penna Bic sul collo
Ehi tu! Bellina! Tu che hai fatto il bagno
nell'inchiostro stamattina, come ti chiami?
Sono Diablo Cody Prof.
Ti ho visto che sparavi le palline in testa a Cosoniski,
come ti permetti?
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Consegnateli a me... uno ad uno... |
Ma io ho vinto un Oscar per la sceneggiatura
di “Juno”, non dovrei nemmeno stare qui, mi hanno beccato con l’erba in
macchina!
Fai il giro dei bar la sera per rimorchiare
dicendo: “Ehi, io sono quella che ha scritto Juno”? No, perché se non lo fai poi non
lamentarti se vai sempre in bianco… Hai scritto pure il remake di “Evil Dead”,
una roba per cui non avresti dovuto lasciare il tuo vecchio lavoro.
Ma io prima facevo la spogliarellista!
Ecco appunto! Quello sì che era un lavoro onesto,
non come scrivere i remake!
Allora, il film di cui parliamo oggi è “2022 i
Sopravvissuti”, almeno in uno strambo Paese a forma di scarpa da cui vengo io
si chiama così, perché dopo il successo di “2001 Odissea nello spazio” tutti i
film si beccavano la data ad inizio titolo.
Film del 1973 diretto da Richard Fleischer,
quello de “I Vichingi”, “Viaggio Allucinante” e di quella schifezzetta di “Conan
il Distruttore” tra le altre cose. Scritto per il grande schermo a Stanley R.
Greenberg adattando un romanzo, il suo titolo originale è “Soylent Green”, ma
siccome era troppo attinente alla trama, in Italia hanno pensato bene di storpiarlo
mettendogli un titolo completamente a caso…
Il protagonista è l’investigatore Thorn,
interpretato da Charlton Heston
(lo stesso de “Il Pianeta delle Scimmie” e “1975: Occhi bianchi sul Pianeta
Terra”, due ottimi esempi di Fantascienza Dispotica con molto in comune con
“Soylent Green”).
In questo futuro dispotico, il problema
principale è la sovra popolazione: c’è gente ovunque, c’è gente che dorme in
auto, gente che dorme sulle scale anti-incendio (tanto che il protagonista deve
evitare le persone sdraiate sugli scalini), c’è gente che si rifugia nelle
chiese... Il problema è che non c’è cibo sufficiente per tutti.
La Soylent è una potente multinazionale che
produce, vende e distribuisce tavolette commestibili di vari colori in base ai
valori proteici, ma il prodotto con cui hanno intenzione di invadere il mercato
è il “Soylent Verde” derivato dal Plancton che verrà presto venduto al popolo
affamato.
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Charlton Heston si esibisce in... Saltelli aggraziatissimi! |
I ricchi, invece, non hanno il problema della mancanza di spazio e cibo, tanto che vivono in enormi palazzi lussuosi, in ogni appartamento è possibile
trovare una bella ragazza a disposizione (che viene definita “Furnitures”,
letteralmente mobilio)… Prendete appunti, questa si chiama: M-E-T-A-F-O-R-A.
Il nostro protagonista è un cinico investigatore che quando può rubacchia dalle case dei ricchi per tirare avanti,
il suo socio è un “Libro” una delle poche persone che ha accesso alla biblioteca
e quindi alla conoscenza, Per le strade, giorno e notte, la polizia rastrella la popolazione usando le ruspe e portando via i corpi su veri e propri camion della
monnezza.
Unico sollievo possibile: giocarsi la carta dell’eutanasia. Il volontario accede così ad una sala relax dove può vedere le immagini che preferisce per alcuni minuti prima di
lasciare questa valle di lacrime…
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Lunedì vetro e lattine, Martedì umani morti, Mercoledì carta e plastica. |
Insomma, metaforoni lanciati addosso allo
spettatore, un futuro dispotico diviso in classi e un romanzo di base che
analizza l’andamento del presente, ipotizzando il futuro… Roba proprio da stare
sereni e tranquilli per una serata di divertimento leggero, no?
Su tutto questo un Charlton Heston ruvido, deciso, che non si fa problemi ad intascarsi sapone e Whiskey, oppure a
prendere a sberle belle ragazze o informatori poco collaborativi. In questo
senso, sembra il buzzurro (e tamarro) protagonista di “The Omega Man”/”1975:
Occhi bianchi sul pianeta Terra”, ma più funzionale alla storia. Il finale,
poi, che non rivelerò MAI (ma è bellissimo nella sua durezza…) ha un che de “Il
Pianeta delle Scimmie”. Heston sembra la quadratura del cerchio per
questo ruolo, se poi consideriamo che sarebbe diventato un reazionario delle
peggio specie, a capo dell’NRA, altro che quadratura del cerchio, direi
bersaglio perfetto: BANG!
La regia sobria e azzeccata di Richard Fleischer non sbaglia un
colpo e a rivederlo dopo tanti anni dalla sua uscita, bisogna dire che tutti gli
elementi del film hanno fatto quadrato di fronte all'aggressione costante e
logorante di Padre Tempo: se si esclude la curiosa divisa dei poliziotti
(Foulard al collo e curioso cappellino da Ferro Tranviere) non ci sono trovate
che a distanza di anni risultano risibili. Facendo il paragone con un altro
(BELLISSIMO) film Sci-Fi ambientato in un futuro dispotico come “La Fuga di
Logan”, questo ha tenuto meglio negli anni, non arriva mai la scena (tipo quella
del Robot di “Logan’s run”) che ti smonta tutta la poesia…
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"Mi toglierete il whisky solo dalle mie fredde mani morte" |
Rivisto ora,
sembra un film ancora terribilmente attuale, il finale è di una potenza unica
e anche se è stato citato in mille pellicole risulta sempre efficace ad ogni
visione. Se non lo conoscete vi consiglio di non andare a cercare
informazioni in giro, non leggete nulla, correte subito a guardarlo!
Ogni scelta della
sceneggiatura è azzeccata, a ben guardare ogni volta si opta per la soluzione
più semplice: non ci sono mai “spiegoni” non c’è bisogno di ribadire
l’ovvio, eppure la trama risulta stratificata, la critica sociale arriva
subito e il film abbraccia subito un'aurea di “potrebbe succedere”, le cose
potrebbero anche andare così. La trama fa restare concentrato lo spettatore
che si angoscia quando necessario e di conseguenza il film porta a casa il
risultato.
Negli anni “Soylent
Green” è diventato un culto, forse (troppo) poco conosciuto in questo strambo Paese a forma di scarpa, ma è un ottimo esempio di Fantascienza dispotica che
fa critica social, quindi, andate a rivedervelo che la prossima settimana
interrogo, vai adesso, la lezione è finita…
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Venite a visitare il futuro, ci divertiremo un mondo! |
Gli
studenti lasciano di corsa l’aula, ma da dietro la lavagna si alza una voce,
uno studente con le orecchie da asino (e la faccia da Pirla) chiama:
Professore? Professor Cassidy? Posso uscire da
qui dietro?
Scrivi 100 volte
sulla lavagna “I Biologi non toccano le creature aliene trovate su pianeti
ostili” e poi vai a casa… Ma non ti togliere il cappello Lindelof.
Uno dei miei cult personali, nonché il primo titolo che mi viene in mente se penso ai migliori futuri distopici mai raccontati al cinema, di quelli che fanno critica sociale vera, e feroce.
RispondiEliminaQuesti film anni '70 sono vibranti come pochi nel raccontare la crisi della società presente (allora) e futura (il nostro oggi), continuando a raccontare futuri terribili che paiono assai più credibili dei nuovi deliranti (e spesso banali) futuri immaginati nella cinematografia post-Matrix.
Da vedere in compagnia di altri titoli ugualmente poco noti come "La fuga di Logan" (no, non Wolverine...), il citato "1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra", ma anche "Anno 2000: la corsa della morte" e "1999: Conquista della Terra" (ancora con queste date!), "Fahrenheit 451" e mettiamoci dentro anche "Rollerball" (senza andare a scomodare Romero, che si muove però in zona horror).
Bob.
Totalmente d’accordo, infetti questi titoli alla fine mi rendo conto di averli commentati tutti, mi manca giusto “Fahrenheit 451" (dovrei rimediare) ma il succo è proprio quello, è una tipologia di film molto legata al periodo storico e all’aria che tirava allora, che per quanto pesante, si rifletteva nei film, per nostra fortuna, perché questi titoli sono ancora degli archetipi narrativi, mentre tutta la roba post-Matrix è già stata dimenticata. Cheers!
EliminaUno dei rari casi in cui il film è superiore al libro (un altro è 2010 - L'anno del contatto).
RispondiEliminaPS: Il futuro dispotico è geniale, sarà pieno di gente prepotente.
PPS: Ho appena scoperto il tuo blog ed è molto interessante, infatti questo è il mio secondo commento in un solo giorno. Da oggi hai un nuovo lettore :D
Lo penso anche io, forse sarà un caso, ma a me è sempre piaciuto molto anche "2010 - L'anno del contatto" visto e rivisto tante volta da bambini. Grazie mille sono felice che il blog ti piaccia, ti do il benvenuto ufficiale sulla Bara Volante! ;-) Cheers
EliminaCiao Cassidy. In attesa di riuscire a recuperare Strange Days sono riuscita a vedermi questo. Che dire? Sono rimasta senza parole, nel finale e sulle immagini che accompagnano i titoli di coda. È invecchiato nell'estetica (ma non poi così tanto a dire il vero...) ma il tema che era fantascienza negli anni '70 è diventato attualità. Potrebbe essere tranquillamente proiettato come documentario sulle conseguenze dei cambiamenti climatici secondo me.
RispondiEliminaMi ha ricordato un piccolo grande racconto, come ne scrivevano nei bei tempi andati. S'intitola C'è posto per tutti di J.G.Ballard, e mi è venuto in mente guardando lo slalom che fa Heston per le scale in mezzo a tutte quelle persone. Nel racconto il mondo è così sovrappopolato che per andare da casa a lavoro bisogna stare attenti a come si imbrocca il marciapiede, altrimenti la folla ti porterà da tutt'altra parte...e nessuno ricorda più che sensazione si prova a stare da soli, o ad allargare le braccia senza toccare un altro essere umano. E tutti lo accettano e nessuno si ribella...
Continuiamo così: facciamoci del male...(cit.)
Ah! Comunque il post è grandioso! Dovresti tenere più lezioni così! :-D (Lindelof è il tipo che, come si dice dalle mie parti, avrebbe bisogno di essere preso a ceffoni, metaforici s'intende, a due a due fino a che non fa conto dispari...)
La fantascienza distopica anni ’70 per me è il meglio della vita, la scena dello slalom è micidiale, dice tutto di quel mondo ;-) Ti ringrazio molto, però per fortuna sembra che i ceffoni stiano facendo effetto al vecchio “Cioccolatino”, a furia di dargliene tanti :-P Cheers!
EliminaHai presente quando ti ho suggerito di fare il revival di certi vecchi post? Magari rivedendoli e aggiungendo qualcosina? Ecco, questo è uno dei post da riportare in vita, perchè abbiamo la responsabilità morale di far conoscere questo film. Considera che nel frattempo il tuo pubblico è cresciuto, magari solo in larghezza (il che gli renderà più difficile uscire dalla pagina) o in età (con più saggezza potrebbero decidere di recuperarlo).
RispondiEliminaAnche perché il 2022 è dietro l'angolo e ci stiamo sinistramente avvicinando, poi questo post avrebbe bisogno di qualche ritocco. Cheers!
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