martedì 11 settembre 2018

Hereditary (2018): Non puoi scegliere la tua famiglia (ma gli horror da vedere si)


Bisogna saper distinguere tra la qualità di un film e la campagna pubblicitaria messa su per convincere il grande pubblico a correre in sala a vederlo, ma se c’è una cosa che ho imparato è che per qualche oscura ragione, paragonare un film a “L’esorcista” (1973) è ancora uno degli assi nella manica del reparto marketing.


L’esperienza m'insegna che il più delle volte gli strombazzati “Il film più spaventoso dai tempi de l’esorcista”, sono esagerazioni che raramente si traducono in buoni film e per quanto riguarda “Hereditary” potrebbero fare l’effetto del boomerang che torna indietro sì, ma sulla nuca di chi lo ha lanciato. Perché la frase “L’horror più spaventoso dai tempi dell’ultima volta che vi abbiamo detto che era l’horror più spaventoso, ma questa volta è vero” porta in sala una certa tipologia di pubblico, tendenzialmente giovane che non si aspetta due ore di Toni Collette con il volto deformato dalle urla.

Però, in fondo, chissene, perché nel giro di pochi anni la casa di produzione A24 è riuscita mandare a segno film come The Babadook e poi The VVitch, tutti diretti da esordienti, tutti abbastanza validi da arrivare a vedere il buio delle sale di uno strambo Paese a forma di scarpa (il che non è affatto poco), ma anche di colpire l’immaginario del pubblico, segnate pure tre sul referto, perché ora abbiamo anche questo “Hereditary” che sta magari un gradino sotto i due titoli citati, però chissene (secondo estratto) perché il suo regista Ari Aster ha delle cose da dire e lo fa lanciando addosso al pubblico tutto quello che ha, un approccio con il coltello tra i denti che mi piace.

"Non me frega niente a me del futuro! Vattene via! Adriaaaaaaaaana!" (Cit.)
Non so voi, ma personalmente i film dell’orrore a tema famigliare mi toccano dei nervi scoperti, la famiglia è il posto dove dovresti essere protetto e amato, invece trovo che ci siano poche cose più spaventose di un male che nasce dalle persone che dovrebbero volerti bene e che, invece, ti lasciano in regalo un oscuro malessere ereditario, come accade in questo film. Per anni Poltergeist è stato il modello su cui sono stati basati tutti gli horror del tipo “Famiglia vs Presenza maligna” (James Wan lo sa molto bene, ci ha messo su una carriera sfruttando l’idea), poi arriva “Hereditary” in cui gli schiaffoni più grossi i protagonisti li prendono proprio dai loro stessi famigliari: la famiglia non puoi scegliertela, al massimo puoi scegliere se essere picchiato con la mano sinistra o quella destra... Stacce!

Non è proprio un gran momento per la famiglia Graham, facciamo la loro conoscenza mentre si recano tutti al funerale della matriarca, nonna Ellen, non proprio una tenera nonnina almeno a giudicare dall’elogio funebre messo su dalla figlia Annie (Toni Collette). Il resto della famiglia? Papà Steve è un Gabriel Byrne in versione Totem, guarda, ma non favella per buona parte del film, i figli, invece? Quella con cui va meglio è la piccola Charlie (e occhio al nome mascolino che nella trama ha il suo peso) interpretata da Milly Shapiro, brava e perfetta per la parte quanto volete, ma diciamo non bellissima, ecco... E questa è quella buona! Sì, perché il figlio adolescente è Peter (Alex Wolff) è un debosciato che verrebbe voglia di prendere a schiaffi finché non esce dal torpore solo per poi ricominciare, così, per il gusto di farlo. Ci credo che poi Annie ha sviluppato un gran talento nel creare dettagliati diorami che rappresentano scene di vita famigliare idilliache, in cui magari rifugiarsi dentro, cosa che il regista Ari Aster fa letteralmente fin dalla prima inquadratura.

“Forse era meglio nascere orfani”.
Istruzioni per l’uso. “Hereditary” pare diviso in due netti tronconi, o meglio, per vedere qualcosa di davvero soprannaturale farsi largo nella storia, dovrete attendere parecchio, il ritmo va di pari passo, quindi molto, ma molto (ma molto molto) calmo, ve lo dico così lo sapete. Detto questo, tenete gli occhi aperti, perché l’esordiente Ari Aster ha gusto per il dettaglio, non voglio rivelarvi troppo sulla storia, però collane identiche, strani segni sulla testiera del letto e anche su un certo palo, ma anche i piccoli indizi, solo citati che trovano un loro senso nel finale. Il ragazzo (classe 1986) semina indizi e lo fa con inquadrature ricercate, ad esempio la macchina da presa che segue la discesa della bara di nonna Ellen giù nella tomba, ma è solo un esempio, la regia è davvero curata.

Per tutta la prima parte “Hereditary” riesce ad essere un film spaventoso prima che un film horror, se la campagna pubblicitaria ha martellato con i paragoni con “L’esorcista”, la stampa un po’ più accorta ha scomodato “Rosemary's baby” (tenetemi l’icona aperta che dopo torna buono questo titolo), sarà... Ma il primo tempo del film è un discreto calcio sui denti. Sì, perché prima ti fa affezionare a questi poveri cristi, poi con un'abile mossa e un buon numero di formiche, elimina un personaggio che a vederlo così, sarebbe sembrato quello chiave di tutta la vicenda, chiamiamolo per comodità il protagonista, dandoti il primo pugno alla bocca dello stomaco.

Mi rifiuto di raccontarvi ulteriori dettagli, ma la scena più spaventosa del film, quella che ti smuove tutte le interiora, prevede un primo piano su un personaggio inespressivo ed un altro che sentiamo solo urlare in lontananza e, siccome sappiamo perché sta urlando, l’aggettivo spaventoso questo film se lo merita.

Spaventosa è anche Toni Collette, io non so perché quando si parla di bravi attrici, l’australiana non venga mai tirata in ballo, certo, l’ultima volta che l’abbiamo vista in un horror, era di natura tutta diversa e bisogna dire che ha una certa predisposizione per i personaggi tormentati interiormente, ma qui è davvero bravissima ad impersonare un personaggio che deve fare i conti con una serie di lutti brutti, a distanza ravvicinata uno dall’altro. Il momento in cui sclera, ma proprio malamente a cena con il figlio, non è solo un pezzo di bravura di un’attrice che nel corso del film letteralmente si trasfigura, ma è proprio il momento in cui non puoi non patteggiare per lei, a confronto con quel debosciato del figliolo.

“Maestraaaaa! Cassidy mi ha detto che sono un debosciato!”.
Vi avevo promesso un’icona da chiudere sul Roman Polański? Eccola che arriva! Nel film sopra citato, Polański introduceva l’elemento sovrannaturale poco a poco, svelando le carte con più grazia, qui, invece, Ari Aster, ad un certo punto, dopo aver sparso gli indizi ci dice: "È tutta colpa del demonio", se vi piace è così, altrimenti è così lo stesso, mannaggia al diavoletto che c'ha fatto litigare, tiè.

Per quanto mi abbia stupito veder proliferare in rete articoli su articoli che “Spiegano” il film e il suo finale, ad un certo punto Ari Aster utilizza i dialoghi del film (l’ultimo è clamoroso in tal senso) come cartelli stradali per essere sicuro che anche l’ultimo spettatore capisca quello che sta succedendo e tutti gli indizi sparsi trovano una collocazione logica, tutti tranne uno: la scena nel libro lanciato tra le fiamme. Ci penso e ci ripenso, ma continuo a pensare che non abbia alcun senso, se non quello di provocare una reazione inattesa nel pubblico giocando sporco e “barando” sulle regole interne della storia, altre spiegazioni non ne ho e questo mi aiuta ad arrivare al prossimo punto: i jump scare, meglio noti come “Salto paura”.

“Un paragrafo sui Jump Scare scritto da Cassidy è troppo, non leggerlo ti prego!”.
Un altro tasto su cui la pubblicità di questo film ha battuto forte sono i jump scare e la capacità del film di far cambiare colore alle vostre mutande, premesso che la paura è soggettiva e che alzare a palla il volume è un trucco da poco, devo dire che Ari Aster in una scena mi ha quasi colto alla sprovvista, ma perché il ragazzo è abile e “Hereditary” si gioca bene le sue carte.

Quanti film abbiamo visto dove c'è gente che svolazza in aria posseduta, oppure si arrampica in modo strano sulle pareti cantando «Spider Pork, Spider Pork, il soffitto tu mi sporc…», ok magari anche senza cantare, però avete capito il concetto, vi rispondo io: circa un centinaio di film a volersi contenere. Eppure, “Hereditary” ha l’abilità di restituire la forza anche agli elementi sovrannaturali abusati. Il cambio di direzione della seconda metà del film, funziona grazie a quanto di buono fatto nel primo tempo che a livello di cattiveria verso i protagonisti, secondo me, è anche più spaventoso.

Occhio ai dettagli, questo film fornisce parecchi indizi sparsi qua e là.
Menzione speciale per il montaggio sonoro, lo schiocco di lingua di Alex Wolff è una trovata ricorrente ed una delle scene horror più riuscite, quella in cui l’eredità tra personaggi si conferma essere una questione di… Ehm, testa. Si svolge fuori campo, ma è proprio l’audio ancora una volta a farci capire chiaramente cosa sta accadendo, risultato finale: gli ultimi dieci minuti di “Hereditary” sono una bella tirata, sperate solo di non avere ragazzini sghignazzanti attorno, o magari quella fetta di pubblico che poi ha bisogno di una recensione che spiega per filo e per segno ogni passaggio, perché sennò: "Oh, ma non si capisce niente di ‘sto film oh!".

Alla fine “Hereditary” non è una metafora famigliare lineare e riuscita come Babadook e la butta più in caciara rispetto a The VVitch, inoltre non è sicuramente “Il più spaventoso horror dai tempi dello spaventosissimo horror che vi avevamo già venduto come il più spaventosissimo del mondo”, però fa la sua porca figura. Che bello vedere un film che ti ricorda che l’orrore peggiore puoi averlo in famiglia e poi si diverte a trattare male lo spettatore, regalandogli qualche momento da portarsi anche oltre i titoli di coda, non succede spesso, quindi quando accade, specialmente con un horror, tenetevelo stretto. Mica male riuscire a restituire un minimo di attributi anche a scene viste a straviste e attenti ad Ari Aster, abbiamo un altro nome da tenere d’occhio per il futuro.

24 commenti:

  1. Di questo "Hereditary" ne lessi un gran bene da qualche parte (su I 400 calci?) tempo addietro ma com'è e come non è non sono ancora riuscito a vederlo. Adesso che pure il buon Cassidy me lo promuove mi tocca rimboccarmi le maniche e cercarlo.

    Devo anche essere sincero al 100% però. Mentre "The Babadook" mi è piaciuto parecchio e l'ho consigliato a chiunque, "The VVitch" non mi ha entusiasmato per nulla...

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    1. Ci ho messo un po’ pure io a vederlo, ho approfittato del tempo extra delle vacanze per fare una scappata a vederlo, ne hanno scritto in tanti, ma devo ammettere che mi ha incuriosito la proliferazione di articoli del tipo: Ora vi spieghiamo il finale di “Hereditary”. Che per altro è chiarissimo, ma ormai se i film non sono scritto in stampatello a carattere gigante il pubblico li considera subito criptici.

      “The Babadook” è più dritto come storia, una metafora più riuscita, “The VVitch" è girato ancora meglio, questo film secondo me sta una spanna sotto entrambi, però ha dei numeri, devi mettere in conto un primo tempo leeeeeentissimo, ma secondo merita la visione ;-) Cheers

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  2. “L’horror più spaventoso dai tempi dell’ultima volta che vi abbiamo detto che era l’horror più spaventoso, ma questa volta è vero” e Il più spaventoso horror dai tempi dello spaventosissimo horror che vi avevamo già venduto come il più spaventosissimo del mondo” potrebbero essere i titoli dei prossimi due libri di Faraci/Sio. Considera che sono sempre bestseller e che l'unico modo per schiodare Crepascolino dalla rete quando guarda il dottor Culocane o le altre ineffabili creaturine del papà del cosiddetto disegnomalismo è promettergli di portarlo in un Games & Stop. Bravo.
    Noto che una volta ti è scappato un familiare in loco del più comune oggi famigliare e per questo ti ringrazio perché io ricordo i telefoni colla rotella per formare il numero, il tv in b/n e le domeniche a targhe alterne e la seconda soluzione, per dirla con Odino nelle storie di Lee/Lirby, non avrà mai albergo e santuario ad Asgard ( distaccamento quartiere Isola di Milano ndr ). Hereditary è quindi per me un horror famiLiare che non vedrò perché non ho ancora metabolizzato l'Esorcista. Mi spiace per Gabe Byrne che apprezzo dai tempi dei Soliti Sospetti e a cui ho persino perdonato un Cris Colombo prodotto dalla RAI quando avevo l'età per apprezzare Sio, ma Sio non era stato ancora progettato.
    Una idea per un horror che possa vedere anche un fifone come me: Toni ( occhio al nome ndr ) Columbus è una illusionista alla David Copperfield specializzata nel camminare sulle pareti canticchiando canzoni di David Byrne perseguitata dai fans al punto che sbrocca e li identifica col Maligno. Nel bel mezzo di uno show ripreso anche dalla tv, sparisce in un varco che si apre in un soffitto al quale aderiva come un ragno. Non ricompare. I media ritengono sia uno straordinario colpo di scena e non dubitano Toni ritornerà non appena l'attesa avrà raggiunto il climax.
    Nello stesso momento, una scialuppa alla deriva nell'oceano consegna un naufrago interpretato dall'ex leader dei Talking Heads ad una isola -apparentemente- deserta. Il tizio ha una amnesia parziale. Ricorda solo e riproduce con un rametto sulla sabbia i primi numeri di Next Men di John Byrne. Brr. Ciao ciao

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    1. Per tutti i fossili hai ragione! Ho corretto il refuso grazie, ma quando si parla di famiglia mi riparte la dislessia galoppante, gracias! Sio va stranamente forte, ma sarà che pure io ricordo i telefoni con la rotellona, che Chris Rock sbeffeggiava in “Arma Letale 4” e quindi sono troppo vecchio per queste SIOnzate, che più o meno è una citazione sempre da “Arma Letale”.
      Quindi ora Asgard sta da quelle parti? Si sposta così spesso che toccherà seguirla con un GPS o qualche diavoleria moderna senza rotella.

      Per me qualunque cosa con i Talking Heads di mezzo migliora, tutto, anche tipo il gelato con i Talking Heads, buonissimo, il mio gusto preferito! ;-) Cheers

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  3. L'ho trovato un gran bel horror, certamente ben sopra la media degli ultimi anni anche se tra questo e il tanto decantato Esorcista ce ne sono stati molti altri di ugualmente piacevoli.
    Toni Collette è stata immensa! Immensità bilanciata forse dalla totale assenza del personaggio del marito, mai come in questo caso catatonico (i mariti, in questo tipo di film, tendono sempre ad essere dei cazzoni scettici, anche di fronte alle evidenze più evidenti, ma qui siamo davvero oltre).
    UN film senza dubbio da vedere, ma anche da rivedere per recuperare tutti quei piccoli indizi buttati lì che al momento noti ma ti riservi di comprendere in seguito (ma sono talmente tanti che occorre per forza un recupero). Detto questo, il finale lo avrei girato diversamente, senza mostrare troppo....

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    1. Bisogna distinguere tra la pubblicità e il film, comunque l’Esorcista è ancora un titolo che fa presa sul pubblico, pochi horror possono godere di una tale fama.
      Toni Collette è da spavento, in tutte le derivazioni della parola in questione, anche secondo me hanno sottolineato tanto l’assenza del marito, farlo interpretare ad un attore famoso rimarca il concetto.
      Il finale è troppo didascalico, però non importa perché è un film che riesce ridare il giusto peso all’elemento paranormale, gli indizi proliferano, non vorrei solo che si rischi di valutarlo per più intelligente di quello che è proprio in virtù dei tanti indizi, curato da questo punto di vista si, quello lo è moltissimo. Cheers!

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  4. Io come sai l'ho trovato un horror pazzesco. A dirti la verità mi aveva inquietato parecchio già dal trailer e in qualche modo avevo capito già da lì che mi sarebbe piaciuto assai. Per me uno dei migliori film visti quest'anno, merito di Toni Collette straordinaria e di un Alex Wolff che forse interpreta la sua parte ancora meglio. Alla prima visione il finale non mi aveva convinto del tutto, poi l'ho rivisto una seconda volta e trovo che sia tutto al suo posto proprio come un orologio svizzero. E Ari Aster firma un grandissimo esordio.

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    1. Lo so, lo so, Toni Collette si mangia la sua parte ed Alex Wolff bravissimo nel risultate fastidioso come il personaggio richiede. Alla fine fila tutto, come si diceva qui sopra, magari anche un po’ meno espositivo sarebbe stato meglio, ma il finale è una bella tirata ;-) Cheers

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  5. Buon film dell'orrore, a mio avviso è stato sia troppo sopravvalutato dalla critica, sia troppo sottovalutato dal pubblico.
    Io sto nel mezzo e riesco a godermelo grazie ad una regia attenta che hai ben notato e all'ovvio omaggio a quell'insuperabile "Rosemary's baby".
    Ho apprezzato molto la continua analogia tra la casa dei protagonisti e i modellini realizzati dalla madre: le stanze vengono sempre riprese tenendo conto anche degli angoli del soffitto, una cosa un pò inusuale ma che aumenta la sensazione di sbirciare dentro ad un vero modellino; nelle scene in esterno la casa è l'unico punto focale visibile, tutto il resto è sfocatissimo proprio come se ce l'avessi ad un palmo dal naso, e infine il passaggio tra dì e notte è talmente rapido da sembrare una luce intermittente meccanica (oppure un montaggio alla Edward Wright).


    Comunquie sia la A24 ha prodotto un altro ottimo horror, intitolato "It comes at night"; crudo, schietto e carico di tensione.
    E come dici sempre, se è vero che i primi cinque minuti devono darti l'idea ottimale del film; "It comes at night" ci riesce anche solamente con tre. ;)

    Saluti ereditati!

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    1. Ne hanno parlato troppo o troppo poco concordo, certo “Rosemary's baby” aveva un’altra classe, ma questo per essere un film d’esordio ha dentro tanta roba ottima.
      Ho volutamente saltato tutta quella parte, il giorno e la notte si alternano come spegnendo l’interruttore, ed è chiaro che i diorami siano una chiave di lettura, non ho capito però se siano un vezzo del regista o una soluzione veramente integrata nella trama, avrei bisogno di una seconda visione per chiarirmi le idee. Invece avrei bisogno della prima visione di “It comes at night” che mi sono perso e dovrei recuperare, ne ho sentito parlare più che decentemente ;-) Cheers!

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    2. Guarda, io ho avuto il sospetto che stessi assistendo alla storia non di persone vere ma di modellini rappresentati persone. Sul finale mi aspettavo che il tetto della casa sarebbe stato sollevato da una bambina gigante che ha giocato con loro per tutto il tempo e si sfogava con loro per via del rancore provato verso la sua vera famiglia.
      Lo so, non avrebbe avuto senso ed è forse più adatto ad una puntata halloween dei Simpsons; ma quando mi dicevano che il colpo di scena finale era superlativo, mica mi aspettavo un "Rosemary's baby 2.0"!

      Ah, mi sono dimenticato di aggiungere una cosa: da quando ho visto il videocommento dei "Blog Doppiaggi Italioti" su "L'esorcista", non riesco più a prendere seriamente il film. XD
      Ormai quando leggo nelle pubblicità "l'horror più spaventoso dai tempi de L'esorcista" mi viene subito la ridarella. XD

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    3. Questo sarebbe stato un colpo di scena, perché quello che arriva nel film è un “Rosemary's baby 0.5” al massimo ;-) Questa cosa dei modellini è da capire, la sensazione che ho avuto è di una trovata aggiunta, non una vera chiave di lettura del film, ma magari mi sbaglio.

      Devo ancora vederlo quello purtroppo! Già "L'esorcista", di suo si espone alla risata, ora dovrò vederlo Evit e Petar sono capaci di farti cambiare per sempre la percezione di un film! ;-) Cheers

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    4. L'unica chiave di lettur... (ehm, concedimi un tuo evergreen)la METAFORONA del film sarebbe che la vita di questi personaggi sia nelle mani di persone che li comandano come se fossero dei modellini.
      Tutto qua, nulla di troppo sorprendente.

      Io con il loro video mi sono strozzato dalle risate dall'inizio alla fine.
      è vero, ne sono capaci, ne sono capaci!

      Saluti!

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    5. Se me la etichetti METAFORONA imbrocchi tutto il senso del film e mi lusinghi pure ;-) Sono potentissimo quei due, appena riesco vado a vedermelo, li guardo tutti ma per motivi di tempo sempre in differita. Cheers!

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  6. Condivido alla cieca ma ripasserò a commentare: sono troppo curioso di vedere "il film più spaventoso prima del prossimo film più spaventoso" :-P
    Onestamente ho trovato giusto carino Badabook e insopportabile VVitch, sebbene siano entrambi girati benissimo, quindi temo che sarò deluso da questo Hereditary, ma la curiosità rimane ;-)

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    1. Bisogna vederlo, prima che ne facciano un altro ancora più spaventoso ;-) Non credo ti piacerà, ma secondo me va visto, più che altro sul versante horror, ho per le mani un titolo che promette bene, ha degli elementi di tuo interesse, lasciamo un po’ di tempo e arriverà ;-) Cheers

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  7. Pare sempre brutto farsi piacere un film di cui la stampa ha già parlato molto bene, ho una reputazione da guastafeste da mantenere, eppure con Hereditary è successo. Il film mi è piaciuto, i nomi grossi bisognerebbe lasciarli dove stanno, però se c'è veramente una cosa in comune con l'Esorcista e Rosemary's baby sarebbe un racconto che procede lineare con toni (colette) realistici e drammatici fino alla tre quarti per poi virare sul soprannaturale all'ultimo, portandoti in territori sconosciuti. Ed è curioso che molte delle critiche che ho sentito finora a questo film siano le stesse che sono state rivolte a suo tempo ai due film precedenti (parte finale pasticciata, era meglio lasciare tutto ambiguo ecc.). Poi secondo è stato sottovalutato come black comedy, nonostante la cupezza c'erano delle atmosfere quasi caricaturali ogni tanto. Riguardo all'ultimo dialogo che spiega tutto per filo e per segno concordo, è una caduta di stile, ma allo stesso messo fuori campo in quel finale delirante ha il suo effetto; molto probabilmente è stata aggiunta in seguito a screenings in cui la gente non ci aveva capito una fava.

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    1. Anche secondo me qualche proiezione di prova ha influito, mi è piaciuto come un film che porta in scene momenti paranormali già visti, sia riuscito a restituire cattiveria a quei momenti, a dargli di nuovo un peso, anche secondo me “L'esorcista” e “Rosemary's baby” avevano un altro passo, specialmente il secondo, però avercene di film d’esordio così ;-) Cheers

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  8. Mi devo accontentare di leggere le tue (bellissime!) recensioni, perché oramai sono talmente "sensibilizzato" agli horror che se uno dallo schermo mi fa "BU!" io mi cago addosso... :(
    Sono giusto riuscito a vedere - e personalmente a molto apprezzare - The VVitch perché l'Elvezio mi ha giurato e stragiurato che quello potevo reggerlo "persino io".
    Quanto vi invidio, quanto...

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    1. Grazie mille sempre gentilissimo ;-) Vero, “The VVitch” da quel punto di vista gioca sul sicuro, “Hereditary” specialmente nel secondo tempo le prova tutte per fare “BU!” allo spettatore. Cheers!

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  9. Certo che vedere questo film con tutti questi pareri negativi non aiuta.. ;)

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    1. Bah guarda io ti consiglio di vederlo perché film che prendono a schiaffoni il pubblico così ci vogliono, non è tutto impeccabile, però un’occhiate se la merita a mio avviso ;-) Cheers

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  10. Il primo effetto positivo della tua recensione è che mi è venuta voglia di riguardare Rosemary's Baby, che non vedo da un secolo. Su tutto il resto concordo: anche io lo ritengo mezza spanna sotto The VVitch e una spanna intera sotto Babadook, che continua a sembrarti il più potente horror moderno degli ultimi anni. Ma averne di film come Hereditary, che vanno giù dritti e duro seguendo una propria strada personale. Il successo è sì figlio di un marketing un po' furbetto, ma anche meritato

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    1. La campagna pubblicitaria furba e nemmeno moderna, i paragoni con "L'esorcista" per vendere film a ragazzi che probabilmente non lo hanno nemmeno mai visto? Uhm. Ci vuole questo livello di cattiveria, il film non è perfetto ma fa il suo dovere, magari poterne vedere di più così. Cheers!

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