giovedì 14 giugno 2018

Tredici - Stagione 2: Quella strana voglia di bullizzare gli sceneggiatori


La verità è che io la seconda stagione di Tredici, non la volevo nemmeno vedere, cavolo non mi è piaciuta nemmeno la prima!

Però, poi, niente, ho questa stramba teoria per cui il cinema è pavido e gioca sul sicuro sfornando sempre gli stessi titoli, remake su remake, mentre le serie televisive, alla costante ricerca del “The next best thing” stiano sempre lì, a sparare in aria cercando di colpire qualcosa, salvo ritrovarsi con per le mani storie che stiracchiate, possono funzionare per una stagione se va bene, poi tocca tirare fuori il naso di gomma rosso, le scarpe due taglie più grandi e fare capriole roteando palline in aria per distrarre gli spettatori dal fatto che non c’è davvero più nulla da raccontare, se ne parlava riguardo La casa di carta, ma qui mi sembra più vero che mai.

Il problema con “13 Reasons Why” è sempre lo stesso: non si può distinguere tra la serie e il suo contenuto, i famosi “Temi importanti” che la popolano, quindi in automatico, parlare male di questa serie ti trasforma nel Bryce Walker, uno stronzo dal cuore di pietra inZenZibile. Ma siccome mi sono già auto dichiarato “brutta persona” anche persona non grata (a questo blog), quindi continuo sulla stessa linea, anche perché se la prima stagione aveva dei difetti, la seconda è un vero disastro, talmente brutta che non si merita nemmeno un commento vero e proprio, ma la più alta forma di disgusto applicato ai pareri su Internet: l’elenco puntato!

Nuuuuoooo! L’elenco puntato noooo!

Sì, l’elenco puntato sì! Ah ah ah ah ah [maniacal laugh]


Per chi non avesse visto la seconda stagione vi avviso: SPOILER! Visto, non sono così malvagio.

1. Il messaggio (paraculo) sui “Temi importanti”

La seconda stagione inizia con tutto il cast che si presenta e sfondando la quarta parete invita i ragazzi a scuola a chiedere aiuto ai genitori, agli insegnanti o ad un adulto di fiducia. Cosa c’è di male in questo? Assolutamente NULLA (sono spietato e senza cuore, ma non fino a questo punto), se non fosse questa una dichiarazione di intenti della serie. Trovo sacrosanto voler usare la fiction per offrire ai ragazzi una mano tesa, ma anche solo uno spunto di riflessione su un tema come quello del bullismo che è sempre più una piaga dei nostri tempi, ma se l’intento è quello di diventare una serie che viene trasmessa nella scuole, non è con questi personaggi abbozzati (e spesso stereotipati) che otterrai il risultato. Allora, in quanto essere abbietto e senza cuore, mi viene solo da pensare che sia una gran mossa paracula per sfruttare un tema tristemente troppo in voga e, a questo punto, mi state un po’ sul cazzo. Come dicono i Francesi, quelli eruditi, però.

“Perché Cassidy è così cattivo con noi, guarda la mia auto” , “Ma no è Carpenteriano, pensava si aggiustasse come Christine”.
2. Salvate il soldato Hannah Baker Katherine Langford

Curioso diventare celebri con la storia di un personaggio che muore già all’inizio della prima stagione di una serie diventata piuttosto famosa, resta il piccolissimo problema, al momento di mettere in cantiere una stagione numero due, che oh cacchio! Come facciamo ad infilarci dentro Hannah Baker?

Sì, perché parliamoci chiaro: Katherine Langford è in rampa di lancio e non puoi proprio farne a meno, anche perché la Langford non è ancora arrivata ad eliminarsi da sola dall’equazione chiedendo una cifra esagerata, quindi tocca farle fare qualcosa, la parte di una gemella con la parrucca bionda? Naaa! Quella è una cosa che può funzionare solo se la fa David Lynch. Ideona! La facciamo comparire tipo “Harvey il coniglio” la voce della coscienza del protagonista Clay “Il moralizzatore” Jensen (Dylan Minnette), insomma la soluzione più vecchia e stantia del mondo.

Pensate davvero che avrebbero rinunciato a questa qui per la seconda stagione? Seeeee ceeeeerto.
Vi giuro che ad un certo punto, quando le viti che tengono su la mia faccia sono state corrose dal logorio della noia, al centesimo battibecco tra Clay e Hannah ho realizzato che in questa serie, il protagonista passa la maggior parte del tempo in una stanza a parlare da solo, roba che se lo scopre M. Night Shyamalan ci fa su un film tipo subito!

3. La noia (no, non ho detto gioia)
Sfolgorante, assoluta, totale, impietosa ed infinita, la seconda stagione di “Trecidi” è una noia oltre l’immaginabile, i primi sei episodi sono il niente condito da un oceano di Bla Bla Bla Bla che poi io dico, gli argomenti di interesse ci sarebbero pure come, ad esempio il tema, caldissimo negli Stati Uniti, quasi quanto il bullismo se non di più, del controllo delle armi, ma anche il processo sarebbe IL motivo di interesse della stagione, a cui bisognerebbe aggiungere il mistero delle Polaroid che dovrebbero nelle intenzioni degli autori, sostituire la cassette delle prima stagione, peccato che tutto questo si trasformi in un guazzabuglio di chiacchiere PALLOSISSIME e inconcludenti almeno fino al sesto episodio (compreso) su tredici, una media un po’ bassina.

D’altra parte, con un protagonista così espressivo, come fai ad annoiarti?
4. Il processo
La messa in scena del processo è a dir poco ridicola, l’avvocato assoldato dalla madre di Hannah Baker ha una linea d’accusa chiara, sottolineare come la scuola non abbia supportato al meglio la ragazza, mentre l’avvocatessa della difesa, ha una linea molto più definita: smontare, se necessario personalmente, ogni testimone portato sul banco degli imputati.

Il risultato è qualcosa di tragicomico: l’accusa procede paciosa come se stesse organizzando un picnic accumulando accuse velate, quasi delle frecciatine più che delle prove, mentre l’avvocatessa della difesa passa come un rullo compressore sopra tutto e tutti, con una strategia al limite della distruzione della reputazione. Se un personaggio è divorziato, viene fatto notare alla giuria (eh!?) se uno è stato accusato in un remoto passato di essersi fatto una piccolissima cannetta, giù con il pugno di ferro!

“Si metta all’atto che la teste ha abbattuto degli alberi sprecando preziosa carta!”.
No, ma seriamente? Vi sembra una condotta credibile? Ognuna di queste accuse verrebbe considerata non attendibile da un giudice vero, ma siccome i personaggi di questa serie sono macchiette, andiamo avanti così, facciamoci del male!

5. Un cattivo cattivissimo
Forse la vera forza di Tredici, era proprio il personaggio di Hannah Baker, l’oggetto dell’attenzione dei bulli, ma non una vittima predestinata, un tipo di personaggio controverso, fatto di chiari e scuri, un personaggio nemmeno simpaticissimo, eh? Bisogna dirlo, però, a suo modo abbastanza realistico, cosa che non si può affatto dire di quello che è a tutti gli effetti il cattivo: Bryce Walker.

Se già funzionava il giusto nella prima stagione, qui davvero Bryce Walker (Justin Prentice) diventa una macchietta, il cattivo che è addirittura compiaciuto della sua malvagità, talmente perfido da essere spavaldo nel suo essere sicuro di cavarsela. Per una serie che punta a trattare temi concreti in modo reale, risulta un personaggio totalmente irrealistico.

“Sono così bullo, che quando indosso gli occhiali, mi viene voglia di picchiarmi da solo”.
Volete dirmi che nelle realtà esiste qualcuno di così totalmente malvagio e marcio fino al midollo? Forse, ma per una storia così il cattivo avrebbe dovuto essere sfaccettato almeno quanto Hannah Baker e non venite a dirmi che quella mezza puntata in cui ci mostrano il piccolo Bryce Walker maltrattato basta, perché la disparità di caratterizzazione è abissale.

6. Le polaroid
Se dovevano essere le nuove cassette di questa stagione, missione fallita, al massimo le polaroid riescono solo a tener alto il livello di “Hipsterismo” di questa serie, anche perché fino al settimo od ottavo episodio, saranno quasi un elemento di contorno della stagione, salvo poi ritrovarsi al centro di scene patetiche al limite del MACCOSA (Clay le lascia sul sedile posteriore dell’auto? No, ma davvero? A recuperarle chi mandano? Quello zoppo e con problemi di memoria? No, ma di cosa stiamo parlando, dai!).

"Tirami il dito, così copriamo la puzza di questa ottima sceneggiatura".
7. I momenti involontariamente comici
Questi non mancano, non so se dire per fortuna, oppure purtroppo, la mega rissa nei corridoi della scuola, quella che dovrebbe essere il momento dell’apice del rancore dei personaggi, si trasforma in una specie di lotta a cui manca solo la musica del “Benny Hill Show” in sottofondo, però devo dire che è stato anche uno dei pochi momenti capace di risvegliarmi dal torpore in cui questa stagione è riuscita a farmi sprofondare. Se non altro mi sono fatto due risate.

"Guarda quante cazzate scrive Cassidy" , "Il Benny Hill Show ma quanti anni ha? Novanta?".
8. La scena violenta d’ordinanza
Ogni volta che mi ritrovo a parlare con qualcuno della prima stagione di Tredici, l’argomento finisce sempre su quanto sia cruda la scena del suicidio di Hannah Baker, pare che a nessuno importi dei milioni di “MACCOSA” su cui sia necessario fare surf per arrivarci. Sì, è vero, la scena è molto cruda, più della media delle vostre serie tv, ma state tranquilli che gli autori lo sanno, oh se lo sanno!

Lo hanno capito così bene, da renderlo un marchio di fabbrica del loro prodotto, quindi per la stagione numero due si replica, sì, mi riferisco alla scena dello scopettone, che pone l’accento sul problema delle violenze maschili che è cruda il giusto, ma al pari di quella della prima stagione, ancora più fuori luogo, gratuita e forzata, inserita nella trama per giustificare il prossimo tema utilizzato poco e malamente, eccolo che arriva…

9. Il controllo delle armi
Poteva essere sfruttato di più e meglio, ma parliamo comunque di una stagione che spreca 12 episodi su un processo e nell’ultima puntata ci fa assistere ad un secondo processo che per forza di cose risulta frettoloso e ancora più irrealistico del primo.

“Non ti piace? Sono un cosplayer di Frank Castle allora?”.
Mi pare abbastanza chiaro che il controllo delle armi, specialmente nei licei americani, si candidi ad essere il tema per la stagione numero tre, ma onestamente, se pensano di trattarlo in maniera così grossolona, con Clay che da moralizzatore si trasforma in orsetto del cuore e con il potere dell’amore ferma il male... No, guardate, io mi fermo qui, so che l’avevo detto anche per la prima stagione, ma questa volta lo faccio sul serio!

10. Le bollette di Gregg Araki
Capisco che tutti dobbiamo mangiare e pagare le bollette, ma avere Gregg Araki tra i registi e ridurlo ad anonimo mestierante è un crimine, insomma non si fanno queste cose, liberate Gregg Araki subito!

Araki in questa serie è come chiedere consiglio a Stephen King per il costume di Halloween.
Potevo arrivare a tredici punti? Sì, ma sarei diventato più verboso di questa seconda stagione, quindi preferisco fermarmi qui. Alla luce del finale, era davvero necessaria una seconda serie dedicata al resto della storia del fantasma di Hannah Baker? A mio avviso no, ma le cose stanno così: se una serie ha successo, è destinata a continuare, anche se non ha più nulla da dire, oppure ancora peggio, lo fa in maniera grossolana, il che potrebbe essere anche peggio.

14 commenti:

  1. Ciao, sento il bisogno irrefrenabile di commentare. Già. Perché sono d'accordo con tutti i punti, sono d'accordo che gli errori sono plateali, e soprattutto sul fattore iniziale della noia, tanto che stavo abbandonando la visione.
    Ma un MA lo devo aggiungere. Alla fine ero contenta di aver visto la serie, alla fine mi è piaciuta, e vorrei anche che fosse proposta nelle scuole. E si può continuare a fare l'elenco dei difetti, giustissimi, perché non si tratta di un capolavoro, non è una serie perfetta. Ma vuoi o non vuoi deve avere dei pregi se può piacere anche ad una adulta con figli adolescenti come me. E se siamo qui a parlarne. Non farò la disamina delle cose buone, non sono all'altezza. Anche perché non devo difendere Io il prodotto. Ti dico solo che probabilmente ci sono corde che vengono toccate per qualcosa, può essere la recitazione, la musica, il tema. Qualcosa arriva, pur nei grandi limiti che tu hai illustrato molto bene.
    Per farla breve per me la serie supera i notevoli limiti, va oltre, e diventa facile provare empatia per le tematiche e i diversi personaggi, cosa utile visto che uno dei gravi problemi dell'umanità è proprio la mancanza di empatia.

    Barbara

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    1. Ciao Barbara e benvenuta sulla Bara Volante ;-)
      Ero consapevole, come lo ero scrivendo della prima stagione, che descrivendo i difetti di una serie come questa si rischia di passare per dei mostri senza cuore, a mio avviso gli intenti di questa serie sono più mobili e giusti del risultato finale, Perché se per la prima stagione, si poteva ancora chiudere un occhio si alcuni difetti che erano già evidenti, per la seconda la corta inizia a diventare un po’ corta, e dammi pure del cinico, ma credo che gli autori avrebbero dovuto impegnarsi un po’ di più di così, proprio perché hanno per le mani qualcosa che ha la forza di arrivare ai ragazzi, invece ci vedo un po’ troppo la volontà di allungare il brodo ecco.

      Non credo che una serie tv possa risolvere i problemi, però potrebbe essere un mezzo per fare un passo nella direzione giusta, la mancanza di empatia è IL problema, pare che troppe persone, in auto, davanti ad uno schermo o dentro una cabina elettorale, abbiano dimenticato che dall’altra parte non c’è quasi mai un sacco da boxe su cui sfogarsi, ma una persona. Se un ragazzo o una ragazza che hanno subito un torto, guardando questa serie trovano la forza di fare quel passo, mi auguro di cuore che questa serie duri cento stagioni, ma quando si analizza un’opera bisogna separare i parametri oggettivi da quelli soggettivi, a volte è un compito ingrato.

      Ti ringrazio molto per il tuo commento, hai portato un po’ di serietà qui sopra, di solito ci sono solo io che sparo caSSate ;-) Cheers!

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  2. Proprio come "La casa di carta" anche in questo caso aumenta la gente che mi dice che è un capolavoro, ma dubito fortemente che mi sincererò di persona: mi limito alle tue recensioni ^_^

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    1. Non so se, come dicevo qui sopra nel commento, è considerata un capolavoro per i suoi intendi didattici e perché no sociali, oppure è un capolavoro, perché ormai è un capolavoro tutto e via. Vorrei che fosse un capolavoro del primo tempo, perché come qualità è tutto tranne che un capolavoro ;-) Cheers!

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  3. Non ti leggo nemmeno oggi... Ieri ero in barca compleamente disconnesso dal mondo (alè!) ma oggi salto tutto dopo che ho letto la parola "spoiler". A me la prima stagione non mi ha fatto impazzire ma non l'ho neanche bocciata appieno. Qualcosa da salvare c'era anche se sepolto sotto un mare di cavolate buone per riempire buchi di sceneggiatura grossi così e assurdità gratuite. Ma il messaggio di fondo che aveva la serie non mi è dispiaciuto. Però una stagione mi sembrava sufficiente.

    Però visto che a casa siamo in due che guardiamo la tv, alla mia compagna "13" è piaciuto un botto e mi sa che sta seconda annata mi toccherà sorbirmela. Sommando il tutto la conlusione è: visto che devo guardala a schiaffoni, almeno non mi frego quel poco di buono che la serie ha da offrirmi... A domani Cassidy!

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    1. Vai tranquillo tanto il post non scappa, fammi poi sapere il tuo parere, tanto la tua compagna ti farà vedere la serie, quindi il tuo approccio è logico come quello di un Vulcaniano ;-) Cheers!

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    2. Sarà tra un bel po', mettiti comodo... E questo sono io che mi metto pacifico sul divano a guardare quello che la mia compagna propone:
      https://www.thewisemagazine.it/wp-content/uploads/2018/05/9vKVl_bk.jpeg

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    3. È un delitto! Il caro caro Ludovico Van non ha mai fatto male ad anima viva! ;-) In bocca al lupo (di mare). Cheers

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  4. Secondo me non c'era proprio bisogno di una seconda stagione.
    La penso come te comunque, sebbene tutto sommato l'ho seguita con abbastanza interesse.
    Forse qualche personaggio in meno e con la parte del processo più diluita, avrebbe funzionato di più.

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    1. I difetti mi sono balzati agli occhi come la poca necessità di continuare la storia, probabilmente faranno una terza stagione, ma per me, basta così grazie ;-) Cheers

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  5. Io non disprezzo gli elenchi puntati, anzi, anche se si dice che il lettore degli elenchi puntati sia un analfabeta :D.

    credo di capire che questo tredici bis sia semplicemente un grande operazione commerciale. Il fatto di ripresentare il personaggio della protagonista (che è deceduta) è già un chiaro sintomo. Una grande serie deve avere il coraggio di fare una seconda stagione anche rinunciando all'elemento principale della prima (che poi appunto, tredici era una grande serie?).

    Poi la parte del processo mi ha fatto sorridere, insomma, è più emozionante una cronaca giudiziaria dal Tribunale di Rimini, lì almeno la pubblica accusa ringhia e fa sentire i suoi muscoli.

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    1. No, al massimo l'analfabeta qui sono io, ho fatto la gavetta da 'nalfabeta ;-)

      Una parte chiave di questa seconda stagione è proprio il processo, ed è stato gestito a mio avviso malissimo, per una serie che punta al realismo, proprio non ci siamo. Cheers!

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  6. Sarei tentato di andarmi a cercare le scene involontariemente comiche per farmi quattro risate...
    Curiosità: hai seguito Lethal Weapon? Hanno cacciato a calci nel sedere il successore di Mel Gibson.

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    1. La scena della rissa in corridoio è uno spasso :-P Ho semplicemente ignorato l'esistenza della serie, l'altra sera ho visto tre minuti di un episodio (i due tizi erano su un aereo senza piloti) e ho pensato BAH! Assurda la sostituzione, per prendere poi uno che è un comico, questo mette in chiaro gli intenti della serie. Non ho mai avuto la forza nemmeno di vedere il nuovo MacGyver, fai un po' te ;-) Cheers

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