Sgombriamo subito il campo dai dubbi, malgrado il titolo, in
questa serie non ci sono alieni che escono dal torace degli umani. Mi spiace
Lucius, ci ho sperato fino all’ultima
puntata ma niente.
Ma “The Alienist” ha comunque dei numeri, tratta dal romanzo
omonimo di Caleb Carr, questa serie di TNT è disponibile su Netflix, perché
tanto ormai è chiaro che una serie, se vuole garantirsi la sopravvivenza, è
sulle grandi piattaforme di streaming che deve stare, citofonare
Ash Williams per conferma.
Il cast della serie non passa inosservato, ma ad attirarmi è
stata l’ambientazione e il tema di fondo, nella New York dell’anno 1896, una
serie di brutali omicidi sconvolgono la Grande Mela (guarda come sembro professionale quando mi ci metto), un ragazzino che campava prostituendosi per
le strade, viene ritrovato orrendamente mutilato e abbandonato vicino al ponte
di Williamsburg, ma è solo il primo dei ragazzini ammazzati malamente, un filo rosso unisce
tutte le morti, un filo che nessuno pare notare, un po’ perché a nessuno
importa davvero di qualche sfortunato orfanello, per di più pederasta, ma la verità
è che nel 1896 non esisteva certo la figura del profiler che popola le serie tv
moderne, ma nemmeno tutta la psicologia criminale.
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Tutto possiamo dire, ma non che la sigla della serie non sia suggestiva. |
Al massimo esistevano gli alienisti, che non sono gli
appassionati della saga creata da
Ridley Scott, ma i medici che curano gli
alienati. No nemmeno loro sono i fan di
Alien,
anche se qualcuno potrebbe pensarlo.
L’alienista in questione è il Dr. Laszlo Kreizler,
interpretato dalla faccia da schiaffi di
Daniel Brühl, uno che personalmente trovo molto bravo a recitare, in particolare i
personaggi un po’ stronzi, e mi rendo conto che questo attore, a gran parte del pubblico, simpaticissimo non risulti poi molto, non è nemmeno difficile capire il perché, ma dopo averlo
visto interpretare Niki Lauda in “Rush” (2013) così bene, io spero che il suo
agente trovi per lui solo ruolo da stronzacchione.
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“Perché tanto odio? Vi ricordo qualcuno che vi ha picchiati da piccoli?”. |
Immaginate quanta credibilità possa avere, nella New York
del 1896 un dottore dall’accento TeTesco di Cermania, che parla di psicologia
criminale applicata agli omicidi di alcuni ragazzini, ecco, ora provate ad immaginare
quando possa aumentare la sua credibilità se come alleati, il dottore si ritrova un paio di gatti
senza collare come John Moore (Luke Evans) e Sara Howard (Dakota Fanning).
Lui è un ritrattista, specializzato in identikit per la
polizia e svuotamento di bottiglie, visto che combatte con un alcolismo galoppante
ormai da molti anni, ma anche con un complesso rapporto con la bionda Sara, che
è la prima donna a collaborare con la polizia di New York, ed ecco mettiamola
così, se per una donna, un posto di lavoro completamente (e storicamente)
maschile può essere complicato nel 2018, figuriamoci nel 1896.
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Dakota nella posa degli eroi Hammer, lanterna in mano e pedalare. |
Luke Evans, al pari di Daniel Brühl è ancora uno di quegli
attori famosi ma non famosissimi, ha fatto svariate cosette viste anche da una
larga fetta di pubblico, ma non ci si
ricorda mai particolarmente bene di lui, devo dire che ultimamente sta
riemergendo forte in acqua quattro, sarà che gli vengono bene le storia in
costume con
l’ambientazione un po’ retrò?
Non so, qui il suo John Moore funziona piuttosto bene.
Un'altra che con cosette retrò pare andare alla grande è Dakota
Fanning, l’ex ragazzina che per un po’ è comparsa in tipo TUTTI i film, vuoi un
po’ per il suo visino, ma risulta perfetta per questo tipo di ruoli candidi e tosti, lo
ha già dimostrato ampiamente in
Brimstone,
e qui non fa che confermarsi.
Attraverso il suo personaggio, il curatore della serie e
regista di tutti e dieci gli episodi Jakob Verbruggen (che ha sostituito al
volo Cary Fukunaga, rimasto solo come produttore esecutivo) può cavalcare il
tema (ammettiamolo, così tristemente in voga, tanto da risultare purtroppo
inflazionato) della condizione femminile, ma se non altro, bisogna dire che ogni
volta che “The Alienist” rischia di scadere nel santino femminista, Verbruggen (salute!) da una virata al timone e riporta la trama in zone più ambigue e meno abusate.
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"Hai una roba strana sulla faccia, forse un Facehugger" , "Ti ho detto che è la mia barba e che questo non è Alien!”. |
Trovo interessante tutto questo proliferare di serie sulle
origini della psicologia criminale, “L'alienista” sembra il nonno in costume di
Mindhunter, anzi, a dirla proprio
tutta pare la versione Yankee e semplificata di “From Hell”, e non mi riferisco
a quella riduzione per bambini cinematografica con Johnny “Faccette” Depp, da
noi noto come "La vera storia di Jack lo squartatore" (2001), mi riferisco
proprio al romanzo originale di Alan Moore, che ha più di un punto in comune
con questa serie, se non altro per il canovaccio e alcuni dettagli legati all’assassino,
specialmente quelli più macabri.
Non voglio dire che questa serie sia l’equivalente del
romanzone di Moore, sarebbe impossibile, però nel corso dei dieci episodi, da
cinquanta minuti ciascuno, il tempo per le chiacchiere non mancano, inoltre ho
trovato azzeccato il modo in cui l’indagine procede, mantenendo alto l’interesse
attorno alla risoluzione del caso.
Il bello di avere uno con la faccia da stronzo (in senso
buono in questo caso) come Daniel Brühl aiuta, perché appena la storia inizia a
farci dubitare di tutti, anche del preparatissimo Dr. Laszlo Kreizler, avere
uno come Brühl paga i suoi dividendi, il pubblico può sospettare anche di lui, e vi lascio immaginare, in questo senso che vantaggio può essere avere uno come
Michael Ironside che ogni tanto fa
capolino all'interno della serie, uno che quando distribuivano la faccia da bastardo, era in prima fila.
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“Vorrete mica prendervela con me? Vi sembro uno che potrebbe essere cattivo con questo cappello?”. |
La parte che ho apprezzato di più della prima stagione, è
proprio l’andamento dell’indagine, procedendo per indizi, i protagonisti si
ritrovano a seguire tracce coerenti con la possibile psicologia dell’assassino,
che però si rivelano completamente false prima della metà della serie, e no,
NON è uno SPOILER, ma un ottimo modo per tenere alta l’attenzione del pubblico.
Anche perché quando la risoluzione del giallo arriva, è meno
banale e sicuramente più interessante rispetto alla prima ipotesi, il tutto in
un’ambientazione che riesce ad essere spesso anche piuttosto torbida, quindi
devo dire che malgrado i molti passaggi verbosi, necessari ad una storia così,
si resta avvinghiati all’indagine, sospettando di tutti e facendo teorie sul
divano davanti alla tv, quando succede non è mai un male, inoltre se avete familiarità
con le opere di Caleb Carr
, troverete anche una certa coerenza tematica, non vi rivelo
altro per non rovinarvi la visione.
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Sono come la squadra di “Criminal Minds”, però scritti leggerissimamente meglio. |
La serie in patria non è andata benissimo, ma dai? Mi sembra
chiaro, come dicevo in apertura che le serie tv fuori dalle grandi piattaforme
di streaming, non hanno modo di sopravvivere, a meno che non diventino
generaliste e per il grande pubblico (traduzione: Abbassando di brutto la
qualità e l’ambizione delle trame), ma Carr aveva già pubblicato il secondo
romanzo con le avventure del Dr. Laszlo Kreizler intitolato “l'angelo delle
tenebre” (1997), quindi volendo materiale per una seconda stagione ci sarebbe
pure, ma tanto ultimamente tutte le serie che trovo interessanti me le uccidono
senza pietà, quindi non aspettatevi niente, al massimo una mia accusa di Serial
Killer del piccolo schermo.
Neanche un piccolo chestburster? Peccato :-D
RispondiEliminaricordo che il romanzo ha avuto parecchio successo e non so perché ero convinto esistesse già qualche adattamento, magari cinematografico. Invece a quanto pare questo è il primo. Per capire il mio falso ricordo dovrò andare a da qualche menta(lien)ista :-P
No cavolo nemmeno uno, ci speravo in una scena onirica di Daniel Brühl che si risveglia tutto sudato tenendosi le mani sul petto, invece niente ;-) In effetti il romanzo era piuttosto popolare, e la storia regge molto bene anche adattata per il piccolo schermo, tra tutte le robe che ho visto di recente è una delle poche serie che si è distinta. Cheers!
EliminaMi accingo a guardarlo. Ho letto tutti i romanzi dell'autore e quindi sono un po' titubante, ma alla fine vincerà la curiosità.
RispondiEliminaSe hai letto già tutto un minimo di sorpresa è andata, però secondo me funziona come adattamento, fammi sapere la tua poi ;-) Cheers
EliminaSì, volentieri. Intanto ti dico che la serie che avevi consigliato tempo fa, quella dedicata a Hap & Leonard, me la sono vista, due stagioni. Bella, bella, bella.
EliminaOh bene, e aspetta di vederti la terza di Hap & Leonard, che ha un solo difetto, sarà l'ultima purtroppo! Cheers
EliminaCome ho già detto più volte, a mia moglie piace parecchio Luke Evans (mi sono sorbito Dracula Untold e Professor Marston per questo)..quindi mi sa che prossimamente lo vedremo!
RispondiEliminaMentre scrivevo della carriera di Luke Evans ti ho pensato, eh sì, mi sa che non puoi scappare ;-) Cheers
EliminaAh, io avevo capito che invece la seconda stagione l'avrebbero fatta.
RispondiEliminaAmo il protagonista sin dai Bastardi tarantiniani, vero: faccetta da cazzo ma che però sa il fatto suo.
La recupero, anche perché per fortuna comunque la vicenda la chiude :)
Moz-
Se non mi sono perso qualcosa, per ora la conferma non è ancora arrivata. Ma la prima stagione è praticamente auto conclusiva quindi si può guardare senza problemi. Verissimo Brühl non risulta simpaticissimo, però è anche molto bravo a scegliersi i ruoli giusti, sia nei “BEsterdi” di Tarantino che in “Rush” era davvero azzeccato. Cheers!
EliminaNon è un genere che sta nelle mie corde e ho pure troppa roba inchiodata che non riesco a smaltire. Ma se nel post mi tiri in mezzo Moore e "From Hell" me l'hai venduto.
RispondiEliminaA proposito di Moore, due parole al volo sulla prossima serie tv HBO di "Watchmen"?
Due parole? Fammele selezionare bene: Vaffanculo Lindelof!
EliminaVa bene come commento? :-D Cheers
Come direbbe Jack Nicholson in Codice d'Onore: "Cristallino!". Sottoscrivo! :-D
EliminaAhaahah gran citazione :-D
EliminaTornano in me per un attimo, posso dirti che certe opere dovrebbero stare nel media a cui appartengono, non è un discorso da nerd fanatico che urla «Watchmen è sacrooooooo!» penso proprio che se vuoi fare un adattamento, devi avere della cosa da dire, non una copia carbone che risulta monca…. Vero Zack Snyder!?!
Il maledetto cioccolatino Lindelof ha già dichiarato che la sua versione NON sarà un adattamento fedele, il che mi andrebbe benissimo, se a dirlo non fosse lui, che ormai ha ampiamente dimostrato di non sapere portare avanti una storia e soprattutto concluderla. Mi basta un adattamento indigesto di Watchmen, due, nella stessa vita, sarebbe davvero troppo!
Terry Gilliam aveva ragione, infilmabile, quindi limitiamoci a leggerlo e basta ;-) Cheers
In effetti come spieghi all'inizio del post, gli ideatori si premuniscono a ripetere con una scritta che appare all'inizio di ogni episodio cosa è un alienista, nel caso uno non lo capisse. Mi pare una sorta di Criminal Mind ante litteram con qualche accenno gore, comunque la ricostruzione di New York nei set ungheresi sembra reale, con la camera che spesso vola sopra i tetti di una città marcia. Da brivido quando Bruhl dice che vuole entrare nella psiche del killer, lui che ha un segreto da nascondere. Da segnalare Ted Levine il baffuto ispettore cattivo, già tenente di polizia nella serie tv Monk.
RispondiEliminaSi, fin troppo ripetitiva la scritta, ma se pensi ad una programmazione settimana (quindi non in stile Netflix, un episodio via l'altra) ci sta per allineare anche gli spettatori occasionali. La grande mela è ricostruita bene, non mi sono soffermato ma di solito sbagliare quella città è un rischio sempre dietro l'angolo, che invece qui hanno evitato. Verissimo è della partita anche Ted Levine, che però per me sarà sempre Buffalo Bill ;-) Cheers
EliminaE' una serie carina, di cui magari vorrei una seconda stagione, ma senza fare i salti mortali per ottenerla. Ci sono state un po' di cose che non mi hanno convinto, tipo la scelta di [SPOILER]non presentarci mai l'assassino fino alla risoluzione del caso[FINE SPOILER].
RispondiEliminaSi è lasciata guardare senza problemi, ma forse mi aspettavo un po' troppo e non l'ho trovato.
A me non è dispiaciuta quella trovata, non abbiamo mai corso il rischio di annoiarci troppo presto, ma se non dovesse arrivare la stagione numero due, va bene lo stesso ;-) Cheers!
EliminaSono indecisa: leggo il libro o guardo la serie tv? Dopo il tuo post, l'ago della bilancia sta proponendo un po' di più verso la serie...
RispondiEliminaTi ringrazio gentilissima, anche il libro non è male però, era piuttosto popolare fino a qualche tempo fa, fammi sapere come ti sei trovata poi! ;-) Cheers
EliminaHo cominciato a guardarla, ma le prime due puntate mi hanno fatto fare dei goduriosi sonnellini. Credo che rimarrà in stand-by fino alla mia prossima crisi di insonnia :D
RispondiEliminaNon ha certo un ritmo brioso, anzi, però devo dire che mi ha abbastanza preso, a differenza delle prossime due serie che arriveranno qui sulla Bara, quelle sì, mi sono fatto sonore dormire ;-) Cheers
EliminaE' una serie che ho apprezzato molto! Spero che ne seguiranno altre tratte dagli altri libri!!
RispondiEliminaHo sentito che era in programma una seconda...
Ma speriamo, di tanti "procedurali" questo almeno era originale ;-) Cheers
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