In vista dell’uscita dell’ultimo capitolo (in ordine di
tempo) della saga di “Insidious” io avrei dovuto scrivere qualcosa, purtroppo
ho il piccolo problema che ho sempre trovato quasi tutti i film abbastanza
insignificanti, insipidi, anzi direi proprio “Insipidus”.
Per fortuna posso contare sull’assist di Lucius Etruscus che mi ha alzato un bel pallone, quindi ne approfitto per recuperare l’iniziativa: Cassidy cover your favorites!
Insidious (2010)
Tra i titoli sfornati dalla Blumhouse e l’ascesa di James
Wan, i primi anni duemila hanno visto una proliferazione di pellicole a tema
“Fantasmoso”, sarà perché costano poco, ma davvero ne escono a bizzeffe. Non
dico che sia iniziato tutto con “Insipidus”, anche perché Oren Peli con il suo
“Paranormal Activity” (2007) ha dimostrato che le storie con i fantasmini che
fanno “BU!” (che meraviglia) potevano fare soldini ed è proprio qui che inizia
tutto.
James Wan alla regia e il suo amico Leigh Whannell a
scrivere e recitare, hanno fatto il botto con l’ottimo “Saw” nel 2004, ma da
allora non ne azzeccano più una, “Dead Silence” (2007) non ottiene il successo
sperato e “Death Sentence” (2007) è un buon film che, però, hanno visto in
quattro. Mentre la carriera di Wan stagna, quella di Oren Peli è in rampa di
lancio, quindi il furbissimo James si abbraccia Oren gridando fortissimo:
«Portami con teeeee! Ti Preeeeeegooooooo!».
Nel 2010 esce “Insidious”, Oren Peli produce, James Wan
dirige Leigh Whannell scrive e recita, il film manda in brodo di giuggiole il
pubblico dei film festival, costato circa un milioncino di ex presidenti morti
stampati su carta verde, ne porta a casa globalmente 90 milioni (!), il mio
ricordo della prima visione del film è riassunto in questo scambio via SMS (mi
pare, in ogni caso: storia vera).
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"Io diventerò qualcuno, non studierò, non leggerò, a tutti voi dirò di no" (Cit.) |
Wing-Woman:
«Che fai?»
Io: «Guardo un horror, sono a metà non è male, considerando
che è appena uscito»
Wing-Woman: «Un horror bello che non è uno di quelli antichi
che guardi tu? Incredibile».
Io (dopo i titoli di coda del film): «Sì, peccato che abbia
smesso di essere bello più o meno quando ti ho scritto».
“Insipidus” è così, un primo tempo che non ci si crede per
quanto è figo (lasciatemi l’icona aperta che ora arrivo con i dettagli) ed una
seconda parte in cui James UAN dà un calcio al secchio del latte. La trama? Un
insieme di tutti gli horror che avete già visto nella vostra vita condensanti
insieme, con l’aggiunta dei mostrini con la faccia da pupazzoni presi proprio
da “Dead Silence” (2007).
Patrick Wilson e Rose Byrne sono una coppia con tre bambini
uno più odioso dell’altro, ora sarà che da qualche anno vivo in una casa con un
pessimo vicinato che per fortuna sto per lasciarmi alle spalle, sarà che in
tutto questo tempo una “adorabile” famigliola con tre bambini orribili mi ha
fatto dormire poco e male, sarà che ancora devo traslocare e ho già la casa
piena di scatole e mettici anche che sono bilioso e incattivito dal vicinato,
ma la famiglia Lambert mi è stata in odio fin dal primo secondo. Li vedi
trasferirsi in una nuova casa, tempo di scaricare una scatoletta e puff! Tutto
sistemato, aggiungi che Rose Byrne strimpella pezzi noiosi alla chitarra,
fastidiosi quasi quanto il piffero dei miei bimbo vicini suonato a tutte le
ore ed immeditatamente mi ritrovo a fare il tifo per i fantasmi!
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Se la ridono degli spettatori in sala affetti da cagozzo. |
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Vuoi farti un paio di mesi con i miei vicini Rose? Dopo ti mancheranno i fantasmi credimi. |
Siccome, come detto, il modello è Poltergeist, a questo punto entra in scena la medium Elise
interpretata da Lin Shaye e dai suoi due compari, Specs (Leigh Whannell che sta
qui perché è amico del regista) e Tucker (Angus Sampson), che non so per quale
ragione (cioè lo so: sono un cretino) nella mia testa si chiamano “Space
Trucker” quasi come un film di Stuart Gordon che abbiamo visto in venticinque.
Che vi devo dire, avrò lasciato il cervello nell’Aldilà.
Elise mette su una seduta spiritica indossando una maschera
anti-gas, non si sa perché qualcuno in rete ipotizza un omaggio a Sandman, io penso che sotto la maschera Lin
Shaye si stesse facendo una pennichella. In ogni caso, James One Uan
Wan mette su un primo tempo fatto di atmosfere tirate, apparizioni quasi
Lynchiane e, in generale, quella sensazione che i giovani chiamano scagazzarsi
nelle mutande e poi si gioca il jolly, ci vuole un mostrino riconoscibile, con
un look che resta impresso, il suo sul set viene ribattezzato “Lipstick-face
demon” letteralmente il demone con il rossetto in faccia, un demone scostumato,
che metteva l’amore sopra ogni cosa e tanto per essere sicuro che non sia
originale nemmeno per errore, lo facciamo uguale a Darth Maul, però con il parrucchino.
Il secondo tempo di Insidious Insipidus non gira, non
riesco a non immaginarmi Wan impegnato a ridersela pensando che la sta facendo
franca, infilando ogni tipo di cliché sulle case stregate e in qualche modo
portare a casa il risultato. Perché è andata proprio così, avete notato che Wan
nelle foto sorride sempre, ha iniziato nel 2010 e ancora non ha smesso.
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C'è chi lo spavento lo fa per noia, chi se lo sceglie per professione (quasi-Cit.) |
Oltre i confini del maleː Insidious 2 (Insidious: Chapter 2)
(2013)
Nel 2013 Wan si conferma con L'evocazione - The Conjuring, un film che alla sua uscita ha
esaltato tanti spettatori, lasciando molto freddino me, pochi mesi dopo, vuoi
non battere il ferro finché è caldo e sfornare il secondo capitolo di Insipidus?
Quindi sì, James UAN è stato capace di sfornare due film nel giro di pochissimi
mesi, ma soprattutto, ha messo la sua firma sul seguito di un film che già dopo
il primo tempo del primo capitolo, non aveva più niente da dire, come ha fatto?
Facile! Spiegando, spiegando tutto!
Il primo capitolo ci lasciava, se non altro, con qualche
mistero: che cos’è esattamente l’Altrove, perché i fantasmi dell’aldilà,
vogliono tornarne nell’aldiquà? Insomma, tutte domande di cui nessuno sentiva
davvero il bisogno di conoscere una risposta, perché la paura spesso funziona
meglio se resta senza spiegazioni, ma a James Wan hanno aumentato il budget, se
con un milione ne ha portati a casa 90, vediamo cosa puoi fare se partiamo da 5
milioni. Non aiuta nemmeno che il titolo italiano del film ogni volta mi faccia
pensare ad un film di Peter Weir, tratto da un romanzo navale di Patrick
O'Brian, se avessero voluto essere più precisi avrebbero dovuto intitolarlo: "Insidious
2 - Lo Spiegone".
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"Shhh! Stiamo cercando di spiegare tutto qui". |
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"Capisci ci hanno ricoperti di soldi, senza che avessimo uno straccio di idea!". |
Sì, i fantasmini ci sono, la nebbia ad altezza caviglia
dell’Altrove anche, ma per me che sono cresciuto in un posto dove la nebbia non
la devi tagliare con il classico coltello, è meglio tentare direttamente con la
motosega, vuoi che mi faccia paura un po’ di nebbiolina intorno ai piedi?
Inoltre, Wan ha davvero troppo da fare, non c’è tempo per fare anche paura allo
spettatore, motivo per cui ogni scelta visiva è sciatta e frettolosa, l’errore
spiegato, meno avvincente di un documentario sulla vita sessuale dei
coleotteri.
L’unica idea che si salva è il flashback a metà che
offre almeno due interpretazioni possibili, ma ci sta che in un film così
proteso verso lo spettatore, così intenzionato a fornirgli tutte le spiegazioni
in modo che possa uscire dalla sala dicendo «Aaaaahh! Ora ho capito perché
hanno fatto così», venga fuori una scena espositiva ben fatta. Solo che sarebbe
un horror questo, se facesse anche un po’ di paura, non sarebbe male, no? Ma
chissenefrega, perché tanto questo secondo capitolo ha portato a casa 160
milioni di dollarazzi, quindi bravi loro!
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Sono un Carpenteriano cresciuto nella nebbia, dovrete fare molto meglio di così. |
Insidious 3 - L'inizio (Insidious: Chapter 3) (2015)
Visto il successone, i produttori Oren Peli e il solito
Jason Blum rifatto lo stesso giochino, il budget questa volta sale a 10 milioni
di ex presidenti spirati, ma dal carrozzone di “Insipidus” scende il suo
principale responsabile, ovvero James Wan che stanco di fantasmi e fantasmini in
tutte le sale, è passato a dirigere il settimo capitolo della famiglia Toretto,
restando a bordo solo come produttore, anzi, a dirla tutta, fa anche un piccolo
cameo nel film durante la scena dell'audizione al teatro (storia vera).
Ero sicuro di averne già scritto di "Insidious 3", ma devo aver
fatto qualche casino con i post, meglio così, perché a distanza di pochi anni,
il film è già scomparso dalla mia mente, ricordo solo che per sopperire all’assenza
di UAN, i produttori hanno fatto l’unica cosa logica: «Tu! Che sei amico del
regista. Dirigi!!» ed ecco bambini, come Leigh Whannell ha esordito alla regia.
Disperato, Whannell si gioca l’unica carta sensata in una
situazione del genere, punta tutto sul trio di “Paragnosti” del film e per farlo
si gioca la carta del prequel, quindi se siete fanatici del vedere i film in
sequenza logica e non per ordine d’uscita, ecco la scaletta: Insidious 3 (2015), Insidious
4 (2018), Insidious (2010) ed Insidious 2 (2013). Ma se ascoltate me, vi vedete il primo tempo di “Insidious”
poi spegnete e conservate un bel ricordo della saga.
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"Se qualcuno ha idea di come si faccia un film, sono aperto a suggerimenti, grazie". |
Leigh decide di raccontarci una specie di “Elise Rainier: The
beginning”, infatti in uno strambo Paese a forma di scarpa com'è stato
intitolato il film? Ovvio: “L’inizio”. Non ci smentiamo mai! Quindi, mentre la
minaccia questa volta è il solito fantasmetto che se la prende con un'adolescente
inchiodata a letto a leggere libri dopo
un incidente automobilistico.
Whannell non ha certo il talento di fare paura del suo
amicone, come detto, punta tutto sui momenti comici del suo personaggio Specs, ma
soprattutto del suo compare Tucker (Angus Sampson) che qui compare con un
taglio di capelli in pieno stile Mr. T e una notevole maglietta dei “Masters of
the Universe” che non serve a nulla, però fa la sua porca figura!
Il vero spettacolo lo mette su Lin Shaye, una che si è
ritrovata ad essere una Scream Queens parecchio in là nel corso della sua
carriera, oggi è normale vederla in un po’ tutti gli horror a basso costo della Blumhouse, ma
che in vita sua ha fatto la gavetta, quella vera e pure di lusso, per esempio, è
stata diretta ben quattro volte da sua maestà Walter Hill, ma è comparsa anche
nel primo “Nightmare” (1984) nel primo Critters
e in L'implacabile, prima di finire
sotto l’ala protettiva di Peter e Bobby Farrelly, dove ha recitato in cinque
dei loro film, anche perché la nostra Lin non ha certo paura di sporcarsi le
mani, ennesima dimostrazione che un caratterista senza grilli per la testa, può
lavorare molto più a lungo di qualunque dei vostri divi super pagati. Volete un
esempio del fegato di Lin Shaye, guardatevi “Kingpin” (1996) e poi trovate un’altra
che avrebbe le palle di interpretare un ruolo come quello che fa lei nel film
con la stessa sicurezza. Ecco, il personaggio di Lin Shaye in “Kingpin” fa più
paura di tutta la saga di “Insipidus” messa insieme!
Ma anche questo capitolo incassa un botto, si parla di 113
milioni di ex presidenti defunti stampati su carta verde, per il semplice fatto
che il passaparola di un nome conclamato come quello di Insipidus, ehm Insidious,
basta per attirare in sala quelli che in sala ci vanno: i ragazzi giovani in
cerca di spaventi facili ed ecco perché, non c’è il due senza il tre e il
quattro vien da sé!
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L'unica cosa che ricordo del film, è proprio la bella maglietta (storia vera). |
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Come gli eroi dei film Hammer, nel buio solo con una lampada. |
Insidious - L'ultima chiave (Insidious: The Last Key) (2018)
Questa è la mia spiegazione, Leigh Whannell è un fan di Caparezza
che si è lasciato prendere dalla disperazione quando Jason Blum gli ha messo in
mano altri soldi urlandogli in faccia: «Insidious 4! Vai! Veloce! Fare soldi!
Rapido, rapido, rapido!». A quel punto sconsolato Whannell si è messo ad
ascoltare il suo artista preferito e sulle note di “Una chiave” ha scritto, il
sequel del prequel del 2015, una nuova avventura per Elise e i suoi “Space
Truckers”, che fa un ulteriore passetto indietro nella storia della sensitiva
portandoci addirittura alla sua infanzia.
Devo ammettere che l’inizio del film è buono, se il vostro
livello di buono vi permette di digerire la piccola Elise che con fratellino,
mamma e papà secondino, vivono in una casa appiccicata al braccio della morte
della prigione, roba che ogni volta che friggono qualcuno sulla sedia, le luci
ballano e lampeggiano. Ci credo che poi uno le vengono i poteri paranormali! Provateci voi a crescere in un posto così!
Nel vostro livello di “Buono”, tenente anche da conto la
famigerata chiave del titolo, un oggettino che da un lato è una normale chiave
e dall’altra estremità è un fischietto. Ma secondo voi una roba così esiste? Ma
poi avete mai sentito parlare del fatto che i fantasmi scappano quando sentono
un fischio? Ma cos’è una specie di fischietto anti aggressione per fantasmi? A
questo punto mi viene da pensare che esista anche lo spray al peperoncino
contro gli spettri!
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I ain't afraid of no ghost (Cit.) |
Purtroppo, il resto del film non è così coinvolgente, Elise
dovrà ritornare nella casa dov'è cresciuta, ritrovando il fratello e tanti
vecchi fantasmi, qualcuno sotto forma di ricordi, altri di mostrini che spuntano
dal buio per fare “BU!” con tempi come al solito, studiati per lasciare al
pubblico in sala il tempo di ridere del compagno di sedia per l’urletto ben
poco mascolino lanciato nel buio.
Quello che non funziona è lo stacco così deciso tra scene di
paura e i siparietti comici infilati dentro a forza, sul serio sentire Specs
che si presenta dicendo: «Lei è la sensitiva e noi i sensori» è una battuta che
NON fa ridere, se la ripeti due volte di fila, non migliora di certi, anzi,
crea solo imbarazzo.
La sorpresa finale, però, è il modo con cui Leigh Whannell
risolve la trama, in un modo che risulta estremamente naturale la fine di
questo film si ricongiunge con il primo capitolo del 2010, in soli quattro film
la saga di “Insipidus” è iniziata, finita, ricominciata e continuata, almeno fino
alla prossima volta in cui Jason Blum non farà un fischio a Leigh Whannell per
cheidergli un nuovo film. A quel punto possiamo solo sperare che Leigh sia
anche fan di Elio e le storie tese e non solo di Caparezza rispondendo una cosa
tipo:
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"Questa sono le battute migliori che riesci a scrivere?" , "Scusa capo". |
Io fantasma non saro’ e al tuo denaro dico no.
Se dimentichi il seguito fischiettando ti dirò: fi fi fi fi
fi fi fi fi, fi fi fi fi fi fi fi fi
Mi raccomando, non perdetevi l'esilarante rassegna di commenti del Zinefilo dedicati alla saga di Insidious, li trovate tutto QUI.
Mi raccomando, non perdetevi l'esilarante rassegna di commenti del Zinefilo dedicati alla saga di Insidious, li trovate tutto QUI.
Per quanto riguarda la saga di "Insidious" io mi limito ai primi due (in ordine di uscita...). Il primo non era male anche se non è di certo quel capolavoro assoluto per il quale viene spesso spacciato e/o venduto. Un buon film che, dopo un inizio molto molto promettente, cala di almeno due tacche nella seconda parte. Peccato perché avrebbe potuto essere un "Classydo" e invece si ritaglia la categoria "Insipidous".
RispondiEliminaIl secondo è, come da tradizione dei sequel, come il primo ma di più. Perfetto. Quindi avete preso la prima parte di "Insidious" e l'avete migliorata creando il "Classydo"? No, abbiamo preso la seconda parte, quella che ha svaccato. E se già nel primo c'era ogni cliché possibile dell'horror, nel secondo è un fagiolata di luoghi comuni e di già visto che fa paura! Un minestrone di idee riciclate dove le poche idee nuove vengono annacquate in un mare di chiacchiere che tirano il freno alla pellicola.
Da qua in poi mi sono fermato. Gli ultimi due capitoli e gli spin-off per me sono inediti e credo li lascerò là per un bel po'.
Tirando le somme, per me è un gran peccato vista l'occasione gettata nel cassonetto. Ma se si guardano i numeri hanno ragione loro, come sempre. Con due spicci di costo hanno tirato su il PIL del Portogallo. Davanti a ste cifre alzo le mani e ammetto che quello che non capisce un c@zzo sono io, non la Blumhouse.
Lo penso anche io, ai tempi non ci credevo di stare vedendo un film horror, appena uscito, che anche senza inventare niente, utilizzasse così bene gli elementi che lo componevano. Poi è arrivato il secondo tempo ed è diventato tutto “Insipidus”.
EliminaLucius ha centrato benissimo il punto nella sua bellissima rassegna sui film sulle pagine del Zinefilo, questa serie si rivolge alla porzione di pubblico che poi al cinema ci va a scatola chiusa, i ragazzi giovani. Sono film che costano poco e incassano un botto, molto più di roba più bella e blasonata, quindi hanno ragione loro, per questo Jason Blum domina incontrastato questi anni ’10 ;-) Cheers
vidi il primo e mi ricordo pressochè nulla. no buono . di poltergeist mi ricordo praticamente tutto.
RispondiEliminagirava una leggendda metropolitana che diceva che nel primo insidious c'era jonny depp truccato da fantasma.
grazie
rdm
In realtà non era travestito da fantasma, è il fantasma della carriera di Johnny Depp che si aggira ancora per Hollywood :-P Dici bene, “Poltergeist” è un film freschissimi, il padre nobile dei film con case stregate e famiglie in pericolo che sono il pane quotidiano nel nostro cinema contemporaneo.
EliminaIl film di Hooper (anzi di Spielberg, perché è chiaramente un film di Spielberg) lo posso vedere dieci volte non mi stanza mai, questi “Insipidus” per fortuna ne ho scritto, perché già ora dopo il ripasso che ho fatto per questo post, li sto dimenticando. Cheers!
Essendo un fifone, ho visto solo il primo, e non mi è dispiaciuto.
RispondiEliminaCerto Dead Silence è molto più divertente (una bara per lui?), ma il bambino che balla il charleston mi ha inquietato non poco...
Ho preparato due bare per “Dead Silence” e “Death Sentence”, specialmente il secondo è da un po’ che mi chiama, lasciami il tempo poi mi dedicherò al loro epitaffio ;-)
EliminaIl primo tempo di “Insidious” è davvero figo, fa il suo dovere, quello che spesso in un horror è dato per scontato, tenerti sul film, far paura, Wan le scene estreme le sa girare, il resto non tanto, ma quelle forti gli vengono bene. Cheers
Contento di averti stuzzicato anche se il debito karmico mi è tornato indietro: ti ho spinto a scrivere una saga che poi mi sono sorbito pure io. Mal comune tutto gaudio :-D
RispondiEliminaDopo il finale del quarto film sono davvero curioso di scoprire come riuscirà il nostro sceneggiatore preferito a inventarsi un'altra storia, in un eventuale Insidious 5: quella sì sarà una sfida...
Ti ringrazio sia per questa ghiotta occasione, sia per il tuo ottimo ciclo che trovo davvero esaustivo su questa saga, quindi massimo divertimento per tutti con il minimo sforzo ;-)
EliminaEsatto ho pensato proprio la stessa cosa, tanto Blum gli chiederà di sicuro un quinto capitolo, dopo aver fatto un giro completo su se stessa, per questa saga dovranno davvero inventarsi qualcosa, per assurdo sono quasi curioso :-P Cheers!
I primi due film mi erano piaciuti tanto, due dei migliori horror che abbia visto negli ultimi 10 anni, il terzo non mi é piaciuto pre niente, mentre il quarto ancora non sono riuscito a vederlo e penso che lo faró a breve...
RispondiEliminaAspetto il tuo parere, il quarto ha un buon inizio, mi ha preso abbastanza devo dire. Anche se per me il meglio resta il primo tempo del primo film, quello validissimo. Cheers!
EliminaIo mi sono fermato al secondo.
RispondiEliminaSo che quel giorno mi farò del male, ma intendo recuperarli prossimamente.
Che la Forza sia con te!
EliminaFrase che non ha nulla a che vedere con “Insipidus” ma che suona sempre bene ;-) Cheers
Sbaglio o l'ultimo è uguale al terzo?
RispondiEliminaUguale ma di più, nel senso che ruota attorno al passato di Elise, la differenza è che essendo successivo poi si ricollega con il primo. Però in soldoni si, è sempre la stessa minestra :-P Cheers
EliminaSono dovuta andare a vedere di Oren Peli perché pensavo che avessi tradotto tu il nome! E invece...
RispondiEliminaMitico Darth Maul col parrucchino :D, e a questo punto anche il famoso maestro jedi potrebbe diventare Obi Bim Bum Bam Kenobi. Per insipidous 5 potrebbero usare qualche spada laser invece che la chiave che fischia. Ma più che una chiave che fischia, ci vorrebbe una chiave che risponde al fischio quando non la trovi e fischi tu però, non lei.
No no, vorrei fosse un personaggio uscito dalla mia fantasia malata, ma Oren Peli esiste sul serio, purtroppo ;-) La chiave con fischietti ritrova chiavi, ottima per i fantasmi disordinati, o i vecchi cavalieri Jedi senza più memoria causa anzianità. Cheers!
EliminaFINALMENTE uno che non si strappa i capelli per James Wan!
RispondiEliminaGià "The conjuring" non mi ha detto nulla - brofist! - di questa saga invece mi sono fermato al primo. E lo scambio di sms con la signora Cassidy riassume perfettamente quello che penso in merito...
Il brofist ci sta tutto ;-) Penso che le scene normali, anche quelle di congiunzione, il pupazzo UAN non le sappia proprio girare, forse non ne ha voglia non so, ma in generale non è certo uno che inventa molto. Si vede che dei due, quella con la capacità di sintesi è la mia wing-woman ;-) Cheers
Eliminaè SUCCESSO! è SUCCESSO! Per la prima volta sono (quasi) totalmente in disaccordo con Cassidy! XD
RispondiEliminaParto col dire che... sì, sono uno di quei spettatori che, se può, le saghe se le recupera in ordine cronologico di timeline (se avessi potuto, avrei perfino visto "Rogue One" e "Solo" prima di "Una nuova Speranza", tanto per intenderci). E diciamo che con Insidious... si parte male.
Concordo assolutamente con la vuotezza del terzo episodio, un'accozzaglia di clichè da horror commerciale senza verve nè entusiasmo.
Condivido anche il tuo apprezzamento per i lati positivi del quarto film, anche se io sarei molto più generoso.
E poi arriviamo a James Wan.
Ora, gli horror commerciali sono un sottogenere che non mi piace molto; la vedo la loro superficialità fatta per vendere biglietti e spaventare i ragazzini dodicenni al cinema e ciò non me li fa piacere (sto guardando te, "IT"). Preferisco gli horror più seri, artistici, pazzoidi splatter o concettuali... Eppure, James Wan, è colui che riesce a farmi piacere anche quello commerciale, e pure tanto!
La sua regia non solo è visibilmente divertita (e diverte) ma è molto studiata; osa e sperimenta, non lascia annoiati e si concede dei virtuosismi che però non sono fini a se stessi. Adoro il suo occhio e l'impostazione di una scena, sia in questi Insidious sia in The Conjuring; e questo fattore mi ha portato ad apprezzare molto il talento del regista di "Saw". Al contrario tuo, poi, mi sono sentito molto vicino alla famiglia protagonista, facendomi tenere per le loro sorti e regalando qualche bel colpo di scena.
Insomma, su questa saga nn ci troviamo d'accordo ma, francamente, preferirei che tutti gli horror commerciali moderni fossero diretti da Wan; vediamo ora cosa combinerà con "Aquaman" ;)
Oh finalmente! Doveva accedere prima o poi! Rompiamo questi tabù :-P :-D
EliminaIl problema per me è che UAN ha diretto mezzo “Insidious” e poco altro, però è impossibile non riconoscere la sua influenza negli horror mainstream moderni, poi trovo che non sia di mio gusto, ma questo è un altro discorso. Inoltre l’horror si conferma la miglior palestra per un regista, per assurdo Wan mi piace di più quando non dirige Horror, cosa che sembra molto intenzionato a fare lui stesso. Ecco, “Acquaman” è un personaggio che trovo insipido, non ho visto nemmeno il trailer (che mi dicono durare tipo un’ora o giù di lì) proprio per questo Wan potrebbe stupirmi, saremo a vedere, anche se lo ammetto, lo vedrò ma magari non il primo giorno di programmazione ecco ;-) Cheers