Se il titolo di questo film non fosse già così d’impatto, in
uno strambo Paese a forma di scarpa avrebbero quasi potuto decidere di
intitolarlo: lo strano caso del dottor cinema e del signor Netflix.
L’ultima fatica di Alex Garland era tra i titoli
più attesi del 2018, ma dopo i primi test di prova pare che la pellicola sia
stata considerata fin troppo intellettuale per il grande pubblico, questione
che potrebbe essere approfondita, ma qui alla Bara Volante si parla di cinema,
quindi limitiamoci a quello, per ora.
La Paramount, quindi, ha deciso di svendere tutti i diritti
per il mercato europeo temendo un disastro al botteghino (storia vera), a
beneficiarne sono stati fondamentalmente in due: prima di tutti, Netflix, la
celeberrima piattaforma di streaming che è sempre alla ricerca di una
credibilità anche per i film (con risultati spesso così così) ha potuto sbattere
Natalie Portman sul suo paginone
fregiandosi di questa ottima presa. Secondo beneficiario di questa soluzione?
La mia pigrizia, vuoi mettere la comodità di avere Natalina Portuale a portata
di “Play”, invece che uscire di casa, andare al cinema, fare la fila. Oh, gente:
la pigrizia è un lusso di questi tempi!
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"Niente più fila per i biglietti, ti mettono sul paginone e tutti ti guardano" , "Parli di Netflix o di Playboy?". |
Eppure, questa stramba distribuzione porta con sé vantaggi e
svantaggi, perché “Annihilation” penso che verrà visto da molte più persone
di quante sarebbero davvero andate in sala per godersi il film, eppure, allo
stesso tempo, questo potrebbe essere anche uno svantaggio, un po’ perché anche
se il film di Garland strizza spesso l’occhio a tanti popolari classici della
fantascienza, come
Alien o
La Cosa, non somiglia per davvero a
nessuno dei due, il che potrebbe far storcere più di un naso.
Ma per assurdo, ci troviamo di fronte ad un film con alcuni
limiti di produzione anche piuttosto evidenti, il budget di 50 milioni di ex
presidenti defunti stampanti su carta messi a disposizione dalla Paramount sono
evidentemente pochini per le ambizioni del film, il risultato è che sembra di
guardare una puntata di
Lost diretta
da Tarkovskij quando va bene, oppure “Stalker” (1979) in versione lussuosa, ma
televisiva, nei momenti in cui va peggio, insomma alti e bassi.
Lo dico fuori dai denti: “Annientamento” mi è piaciuto molto
di più di
Ex Machina. Se la
precedente regia di Alex Garland nella messa in scena strizzava l’occhio a
Stanley Kubrick, qui è chiaro che il modello di riferimento sia proprio quel
capolavorone di “Stalker”, per questo posso dire che “Annihilation” è
molto più nelle mie corde, ma solo perché ho un’insana passione per il film di Andrej
Tarkovskij. Somiglianza che ho voluto sottolineare nel titolo del post, per cui
devo ringraziare uno dei miei lettori per l’assist (Ciao Enrico!).
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Da grande voglio fare il pompiere Tarkovskij! |
Bisogna anche dire che la responsabilità della somiglianza
con “Stalker” va divisa, perché “Annihilation” è tratto dal romanzo omonimo di Jeff
VanderMeer, prima parte della “Trilogia dell’Area X” composta da ben tre
capitoli (lo avreste mai detto?): “Annientamento”, “Autorità” ed “Accettazione”. Titoli che sono anche un bell’indizio per provare a decrittare un film che
volutamente lascia lo spettatore con più domande di quelle che forse il
pubblico generalista di Netflix (e la mia pigrizia) avrebbero gradito.
La scena d’apertura pare un omaggio a
La Cosa di Giovanni Carpentiere ed occhio perché più avanti il
Maestro ripassa a trovarci. Un meteorite precipita sulla Terra il punto
d’impatto diventa una zona disastrata messa in quarantena dal governo e
ribattezzata “Area X” (fate ciao ciao con la manina alla “Zona” di Tarkovskij),
una bolla di energia permeabile che muta ogni forma di vita al suo interno,
delle squadre di militare mandati in esplorazione, non è tornato nessuno, o
meglio uno si, Kane (ve l’ho detto che si strizzava l’occhio ad
Alien no?), interpretato dal sempre
bravo Oscar Isaac, ormai attore feticcio di Alex Garland.
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"È adesso che faccio il monologo del colonnello Kurtz?". |
Problema: Kane non è proprio lo stesso, sua moglie la
biologa Lena (Natalie Portman) se ne accorge subito, anche se come Garland ci
spiega nei vari flashback che intervallano l’esplorazione della
Zona
Area X, tra moglie e marito il rapporto è andato un pochettino a sud. Nel
tentativo di capire cos'è successo a suo marito e di trovare una cura alla sua
malattia, Lena si unisce alla nuova squadra spedita in esplorazione, questa volta
composta da sole donne, ognuna a suo modo senza più niente da perdere, quindi
motivate ad andare a fondo di questo strano mistero. Direi che il paragone con Tarkovskij
ci sta no? Ah, ve lo dico per sicurezza: da qui in poi moderati
SPOILER!
Alex Garland prima di esordire alla regia con
Ex Machina, ha una lunga storia come
sceneggiatore (“28 giorni dopo” del 2001) con una spiccata predilezione per i
soggetti fantascientifici che siano essi tratti da romanzi come “Non
lasciarmi” (2010) o da fumetti come
Dredd. Questo, però, non vuol dire che da
scrittore prestato al cinema, non sappia quando è il caso rimaneggiare il
materiale originale, motivo per cui “Annientamento” non è un adattamento pagina
per pagina del romanzo di Jeff VanderMeer. Garland sostituisce l’infezione
della parola presente nel libro, con qualcosa di più adatto ad una narrazione
visiva tipica del cinema, le cellule cancerogene mutanti, il cui funzionamento
ci viene illustrato da Natalie Portman in versione “Esploriamo il corpo umano”.
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"Sei una biologa? Toh! 'chiappa il mitra e vai a biologare". |
Quello che viene sacrificato dalla narrazione è il passato
delle compagne di viaggio di Lena, le tre donne sono appena abbozzate, è chiaro
che ognuna di loro ha dei trascorsi (anche violenti) che le rendono personaggi
senza più nulla da perdere, la capacità di restare impresse nello spettatore, è
direttamente proporzionale al talento delle attici che le interpretano, si va
dal fanalino di coda Gina Rodriguez, alla appena un po’ più efficace
Tessa Thompson, per terminare con
l’imprendibile
Jennifer Jason Leigh
che riesce a prendersi spesso il proscenio grazie ad un monologo chiave, quasi
al limite dello sciamanico, in cui ci illustra la sua teoria
sull’autodistruzione, insita in ognuno di noi, che ha anche il compito di
giustificare il titolo del film.
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"Hannibal" Jason Leigh, "P.E." Portman, Sberla, Murdock e l'ultima credo sia Tanya Baker. |
L’idea di raccontare il passato della coppia composta dalla
Portman e da Oscar Isaac attraverso i flashback paga i suoi dividendi, di fatto,
Lena e Kane come coppia sono già stati annientati, perché Garland avrà pure
riempito il suo film di strizzate d’occhio a tanti classici della fantascienza,
ma è chiaro che il suo intento sia quello di utilizzare il genere per fare
metafora dell’animo umano. In un certo senso, “Annihilation” è un film sul
cambiamento, sulla capacità di adattarsi ad esso e in qualche modo a crescere.
A ben guardarlo, è un film circolare quello di Garland, si
apre e si chiude con Natalie Portman interrogata dai tizi in tuta, le scene
chiavi tra Lena e suo marito prevedono un bicchiere pieno d’acqua, quello che
all’inizio riflette le loro dita che s'intrecciano sul tavolo della cucina,
sottolineando anche visivamente come Kane sia stato trasformato dal suo viaggio
nell’Area X ed è proprio un bicchiere quasi identico quello che vede Lena nel
finale, prima di riabbracciare suo marito, oppure quello che Bruce Springsteen
avrebbe definito “Brilliant disguise”, un ottimo travestimento. I due
personaggi nel finale si ritrovano, cambiati e pronti ad accettare l’altrui
cambiamento, come si vede dagli occhi, in un finale che qualcosa di
Carpenteriano lo ha... Ve lo avevo detto che il Maestro sarebbe tornato in questo
post, no?
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"Mi dai un bicchiere d'acqua, gli spiegoni di Cassidy mi mettono sete". |
La circolarità è suggerita anche dal tatuaggio
sull’avambraccio di Lena, il classico “8” simbolo dell’infinito, ma il viaggio
di crescita dei personaggi prevede che prima si spingano nel “Cuore di tenebra”
dell’Area X, mossi da quello spirito di autodistruzione di cui parla Jennifer
Jason Leigh. La creatura che incontra e si scontra con
Licia Lena nel
finale, oltre ad essere piuttosto efficace nella messa in scena (la pelle color
petrolio è una scelta visiva molto efficace) pare incarnare proprio questo,
prima cerca di replicare Lena in tutto e per tutto, anche nella sua
autodistruzione (motivo per cui non reagisce in alcun modo alla bomba al
fosforo), più che un
Incontro ravvicinato del terzo tipo pare la conferma che la capacità umana di adattarsi (anche
alle parti peggiori della vita) sia anche quella che ci permette di sopravvivere
ed andare avanti.
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"Io volevo una missione, e per scontare i miei peccati, me ne assegnarono una" (Cit.) |
Certo, bisogna dire che il film è volutamente aperto ad
interpretazioni, quindi in base al vostro gusto personale potrete provare a scervellarvi
in cerca di una risposta, oppure arroccarvi dietro ad un «Non si capisce
niente!», questo sta ai vostri gusti, io posso portarvi giusto un’altra
motivazione a favore del film, eccola che arriva!
Un dettaglio che fa di “Annihilation” un film molto nelle
mie corde sono le gustose pennellate Horror sparse qua e là, l’Area X muta la
flora e la fauna in essa contenuta, quindi si parte piano con un enorme
coccodrillo albino, per arrivare a nuove forme di vita meno violente, tipo i
cerbiatti che devono qualcosa alle creature inventate da Hayao Miyazaki, anche
se l’apice assoluto resta il ritrovamento della memory card con il video della
precedente spedizione, la scena delle budella è un momento di sanguigno body
horror capace di tirarti dentro alla storia. Perché da qui in poi il gruppo di
protagoniste si spezza e la paranoia inizia a serpeggiare, altra dinamica
presa di peso dai film dell’orrore, ma proprio con tutte le scarpe.
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"Scusi bipede, è mica passata la principessa Mononoke di qui? Ci siamo persi". |
Il problema, forse, è la messa in scena, la
realizzazione delle mutazioni apportate dall’Area X agli interni è ottima, dà l’idea
di un virus pronto a diffondersi, anche la bella fotografia di Rob Hardy fa
venire voglia di mordersi le nocche per non avere avuto la possibilità di
godersi questo spettacolo visivo su uno schermo gigantesco. Menzione speciale per le musiche: il tema principale intitolato “The mark”, una specie di
basso tuba moderato in chiave elettronica, rende alla perfezione l’idea di
addentrarsi in un territorio inesplorato e del tutto alieno.
Purtroppo, va un po’ meno bene quando si parla della
boscaglia esterna, girare tutto in altissima risoluzione è un’arma a doppio
taglio per Alex Garland ed è qui che i 50 milioncini di ex presidenti spirati
stampati su carta verde si rivelano pochi e le ambizioni di diventare un Andrej
Tarkovskij 2.0 sbattono il naso contro la realtà di effetti digitali non all’altezza,
spiego!
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Alla voce: Ambizioni altissime. |
Il coccodrillone sarà pure figo, ma vederlo muoversi animato
da CGI così così, in pieno giorno, sullo sfondo di una boscaglia ad altissima
risoluzione che di alieno ha davvero poco, crea uno spaventoso effetto
Asylum che non gioca a favore delle
ambizioni di Garland, funziona meglio quella specie di muflone mutante che, non
a caso, compare in una scena buia e girata in interni, dettagli che si notano
sul piccolo schermo di casa e che fanno moderare quella voglia di mordersi le
nocche di cui parlavo là sopra. E' un attimo passare da “Stalker” a fumo nero di
Lost senza passare dal via.
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"Ah c'è una carietta qui eh? Ma il filo interdentale lo usa?". |
Posso dire che “Annientamento” me lo sono sparato comodo
comodo sul divano di casa al primo giorno di programmazione (se così possiamo
chiamarla) su Netflix, ma è chiaro che la celebre piattaforma di streaming stia
cambiando il modo di usufruire e forse anche di giudicare i film, lo avrei
apprezzato di più o di meno se lo avessi visto in sala? Per ora non lo so, ma
trovo significativo che la Warner Bros abbia puntato sulla fantascienza
citazionista e ambiziosa che si fa metafora della vita di
Arrival, mentre la Paramount non si sia fidata nemmeno di potersi
giocare Natalie Portman in locandina, in ogni caso il cambiamento è in atto, siamo
entrati nell’Area X della distribuzione cinematografica.
Caro Cassidy, ci vediamo domani! Questo devo ancora vederlo e non voglio spoiler... Anche perché devo vederlo con la mia compagna alla quale è piaciuto da matti “Ex-Machina”. Mi sa che se tutto va bene il nuovo lavoro di Garland lo vedremo tra 6-8 mesi...
RispondiEliminaAloha!
Vai con calma, tanto la strada la conosci e il post non scappa, fammi poi sapere come vi siete trovati. Cheers!
Elimina"Da grande voglio fare il pompiere" è per caso Grisù il draghetto?
RispondiEliminaAbbiamo il vincitore del concorso segreto “Trova la citazione del giorno”, complimenti! ;-) Cheers
EliminaConcordo con la tua recensione su tutta la linea. La parte più deludente del film è proprio quando sembra di stare di fronte a una serie tv per qualità visiva. Un enorme peccato in sto senso.
RispondiEliminaTi ringrazio, da un certo punto di vista è stata una fortuna per questo film uscire direttamente su Netflix, i suoi limiti però si notano anche sul piccolo schermo. Insomma alti e bassi, mi è piaciuto per tipologia di storia, ma è lontano dall’essere un film impeccabile, anzi. Cheers!
EliminaEhilà, grazie per la cit.! Un film che pur pescando da Alien, La Cosa, Apocalypse Now, Stalker e I guerrieri della palude silenziosa (quanto cazzo è bello quel film?) riesce ad avere una sua identità, visiva e contenutistica. I difetti ci sono tutti, certo, oltre una certa freddezza d'insieme, ma mi era mancata la fantascienza filosofica ambiziosa e visionaria, e qui ci sono parecchie scene meritevoli, (il balletto con il doppio poteva risultare ridicola girata da qualcun altro). E accontenta pure chi, come me, ama l'horror e i Rolling stones (la scena con l'orso mi ha persino dato qualche brivido)
RispondiEliminaFigurati doverosa, nel momento di scegliere un titolo al posto non ho avuto dubbi, grazie a te ;-) Davvero stai chiedendo ad un fan di Walter Hill quanto è bello “Southern comfort”, come chiedere ad un Gallese se gli piace il rugby :-P
EliminaLa freddezza e la lentezza mi piace, ma d’altra parte se mi piace “Stalker” poteva essere diversamente? La scena del “balletto” esatto è molto efficace, e funziona anche meglio con la successiva spiegazione, dettaglio da non sottovalutare. Un film con dei difetti certo, ma con più personalità di “Ex Machina” che a distanza di tempo ho già quasi del tutto dimenticato, i momenti horror funzionano, l’orso muflone quando lancia il suo urlo ti fa cambiare posto sulla poltrona (in questo caso di casa) me anche la scena delle budella, veramente ottima.
Resta un film a metà, mi fa piacere che la fantascienza filosofica e metaforica stia un po’ rialzando la testa (penso ad “Arrival” anche), d’altra parte però nemmeno la Paramount ha creduto a questo film fino in fondo, sia per budget che per distribuzione.
Resta la nota (amara? Non so) di fondo: “Arrival” strizza l’occhio a “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, questo a “Stalker”, sembra che il cinema moderno, non possa proprio fare a meno della stampella dei titoli del passato per stare in piedi. Cheers!
Quello che dici sul cinema moderno è vero, d'altro canto la fantascienza è un campo su cui diventa man mano sempre più difficile innovare, secondo me ormai l'idea di base è più quella di fare "variazioni sul tema", cercare di dire qualcosa di nuovo anche da un tema abusato. Lo cercava di fare Arrival, Ex Machina pure (non troppo bene, è un film che ho dimenticato anch'io) e lo fa anche questo Annientamento, poi quanto effettivamente sarà efficace ed influente ce lo potrà dire solo il tempo.
EliminaTitoli di coda: https://www.youtube.com/watch?v=5mu5V7mIHW0 enjoy ;)
Vero, l’unico modo per essere davvero originali, sarebbe esagerare sul serio, proprio come fecero i Kubrick, Tarkovskij e in parte anche Spielberg ai tempi, che magari avevano anche basi letterarie (le avevano) ma poi hanno osato. Quello che manca ora è anche quello, questo “Annientamento” finito su Netflix parla chiaro. Cheers!
EliminaP.S. Ry Cooder spacca!
Ho scritto per mezz'ora e poi è partito Google+ e s'è cancellato tutto....Va be', il succo era che dopo tutti questi maestri citati (e derubati) devo assolutamente vedere questo film, anche se già so che mi farà male: vedere Garland che rifà Stalker sarà un dolore terribile...
RispondiEliminaUltimamente Google+ fa strambi scherzi mi spiace per il testo (e il tempo) perso. I riferimenti sono palesi, sono abbastanza certo che non ti piacerà, anzi a dirla tutta non so nemmeno se è piaciuto nemmeno a me, sicuramente ha dei numeri, ma anche dei grossi grossi difetti. Cheers
EliminaLucius, non hai armi in casa, vero?
EliminaLucius è lui stesso un'arma ;-) Cheers
EliminaTemo per la sua vita quando se lo vedrà
EliminaPiù che altro temo per la vita di Garland quando lo vedrà :-P Cheers
EliminaStalker proprio non lo conoscevo, Ex-Machina l'abbiamo visto e ci è piaciuto molto..questo lo vorrei recuperare
RispondiEliminaQuesto mi è piaciuto più di "Ex Machina", ma meno di "Stalker" ma vabbè, quello è un capolavoro inarrivabile a cui quasi tutti possono giusto allacciare le scarpe ;-) Cheers
EliminaBella recensione.
RispondiEliminaVolevo dargli un'occhiata per vedere se valeva la pena recuperare la trilogia di Jeff VanderMeer. Sopratutto visto che tutti lo descrivono come una storia di fantascienza al femminile ma senza il "Girl Power" strombazzato a tutto spiano. Comunque sembra da quello che dici un film che avrebbe dato di più al cinema ma non avrebbe raccolto lo stesso successo grazie a Netflix.
Mille grazie :-) Di “Girl power” qui non si vede nemmeno l’ombra se non per il fatto che sono tutte donne, ma di fatto sono personaggi a pezzi, non credo basti questo no? Boh chi lo sa, sono tempi incasinati ;-) Garland ha sicuramente adattato la materia per il grande schermo, solo che poi, almeno qui da noi, sul grande schermo non ci è arrivato mai. Cheers
EliminaOttimo lavoro Cass. Il problema è che questi film non mi attraggono proprio per questa cosa del significato da interpretare, da capire...filosofia esistenziale, è il mezzo giusto un film con militari e mostri? Ora tu mi dirai di sì, avendolo anche visto...Ed è vero che se avessero ragionato tutti come me, non avremmo avuto Odissea 2001 nello spazio, Alien, la Cosa..
RispondiEliminaComunque il coccordillo stile Asylum vince su tutti ahah
Grazie mille capo! Questo bisogna dire che richiede più riflessione di altri film, personalmente amo i film con due piani (o più) di lettura, ma qui è davvero questione di gusto personale. Eheh è stato il primo commento mentre guardavo il film, quindi ho pensato di riportarlo nudo e crudo ;-) Cheers
EliminaSarebbe impossibile non pensare a "La Cosa" e "Alien" ma ti dirò che sul terzo atto vi ho scovato anche un pò di "2001" (quel senso di straniamento; il contatto mistico con il paranormale;le musiche e gli effetti sonori...) mentre per la trama dei flash-back ho ripensato ad "Arrival" (legami affettivi strettamente collegati al tema del film).
RispondiElimina"Stalker", invece, mi manca e lo vorrei recuperare. Noto che dura ben 177 minuti, credo che lo guarderò in due parti!
Saluti!
Non so se i riferimenti a "2001" siano più che altro quelli da te elencati, però "Stalker" te lo consiglio molto, 177 minuti, ritmo lentissimo e vale ogni singolo fotogramma! Cheers
EliminaHo recuperato "Stalker". Mamma mia, che filmone mi ero perso! A questo punto mi recupererò la filmografia di Tarkovskij, assolutamente!
EliminaSaluti dalla Zona!
Molto felice che ti sia piaciuto, ma davvero tanto! ;-) Cheers
EliminaANche in questo caso siamo abbastanza allineati, cercherò di parlarne anche io a breve. Gli ho comunque preferito Ex Machina, ma questo Annientamento è talmente carico di tensione e di contenuti che non si può non volergli bene.
RispondiEliminaNon vedo l'ora di leggerti, io che sono amante dei film di genere, se vedo mitra e giungle mi esalto sempre, poi non è tutto pesche e crema (anzi) ma sono contento di averlo visto. Cheers!
EliminaL'ho scoperto oggi, me lo segno!
RispondiEliminaLo trovi ben pubblicizzato su Netflix ;-) Cheers!
EliminaLetto e... condivido. E sappi che con "chiappa il mitra e vai a biologare!" sono caduto dalla sedia :D Ottimo film che avrebbe potuto essere migliore con qualche valigia piena di dollaroni in più. Alla fine io sono contento che sia su Netflix, ho paura che sul grande schermo alcune magagne sarebbero saltate più all'occhio... E film come questo più vengono visti e meglio è!
RispondiEliminaLo penso anche io, certe magagne che si notano sul piccolo schermo, figurati come sarebbero visibili sul grande schermo! Ora vado a leggere il tuo pezzo che ho visto che hai pubblicato ;-) La frase del mitra è proprio quello che ho pronunciato quando ho visto Natalina Portuale armata, così, pronti via senza preavviso nel film (storia vera) ;-) Cheers
EliminaMa il finale è conclusivo conclusivo o si presuppone un seguito? I libri come sono?
RispondiEliminaNon ho letto nessuno dei seguiti, quindi non ti so dire. Il film può essere visto come opera a sé stante, nel senso che arrivi alla fine e comunque hai visto un film, non hai mai la sensazione di stare guardando un primo capitolo di una saga. Se poi al cinema arriveranno gli altri capitoli non lo so, dipende sicuramente dagli incassi (immagino non esagerati vista questa Netflix-Distribuzione) e la volontà di Garland.
EliminaTi dico la mia, Garland mi pare uno che ha detto la sua e ciao. Cheers!
io avevo detestato ex machina, e devo dire che mi fa un po' paura questo... (perché ex machina era veramente ma veramente tremendo!!)
RispondiEliminaPiù passa il tempo e meno mi ricordo di “Ex Machina”, il che vuol dire due cose: la prima, il commento (per non dire l’epitaffio) migliore al film che si possa fare. La seconda, che Garland fa parlare di sé un po’ e poi sparisce. Cheers!
EliminaGuarda, torno a leggerti non appena avrò visto il film (spero a breve). Ma da quello che ho sentito in giro e leggendo il tuo titolo già mi è chiaro come tu abbia capito tutto!!!
RispondiEliminaCiao neh
Vincenzo
Grazie capo gentilissimo come sempre! Buona visione, sono curioso di sapere la tua sul film ;-) Cheers!
EliminaRieccomi. Visto il film e letta tutta la tua rece. Intanto son felice di trovare in te un ammiratore di Stalker che è uno dei miei due film best ever...
EliminaIl fatto che Garland cerchi di emularlo è evidente (pure le pozze d'acqua, buon Dio)...
Poi come hai giustamente detto tu in un commento qui sopra, al capolavoro di Tarkovskij non può neanche essere messo vicino, e lo si nota fin dalle primissime sequenze. Ma poi quest'ansia di mostrare, che era totalmente assente in Tarkovskij, che anzi giocava tutto sul non mostrare. Vabbè, s'è capito che ne penso. Annientamento è Stalker fatto da un angloamericano. Il problema è che un capolavoro come Stalker non avrebbe MAI potuto esser girato da un angloamericano!
Lo penso anche io, per rifare certi film, bisognerebbe prima aver capito perché funzionavano, non solamente citarli, cercando di ricreare l'atmosfera perché fa figo. In questo passa la differenza tra un vero regista e un arredatore d'interni. Cheers!
EliminaMan quel muflone non era l'uomo-orso-maiale? 😂
RispondiEliminaScherzi a parte non è un film da sottovalutare per quello che offre nonostante il dualismo della coppia protagonista sia in qualche modo una specie di arma a doppio taglio, prima volta che vedo Garland usare così tanti flashback, non si può che rimanere incantati dal crescere. Molti ci vedranno tantissime citazioni partendo da Arrival arrivando anche al particolare Under the skin ma quello che si può notare è che un film di fantascienza fatto e finito cosa che mancava a Ex-Machina.
Lo rivedrò ancora una volta magari per analizzare meglio certe parti e trovare una chiave di lettura molto più chiara.
Jennifer comunque è sempre il top.
Si, in amicizia noto come il muflone ;-) Jennifer è sempre fortissima, anche quando le fanno recitar monologhi acidi come fa qui. Anche secondo me è più un film fatto e finito, rispetto al romanzo però, da quanto ho capito, è una riduzione per bambini a livello di contenuti. Cheers
EliminaDi Garland ho preferito Ex Machina, più compattezza e almeno lì le ambizioni non finivano tramortite da alcuni limiti tecnici. Annihilation è affascinante, con alcuni passaggi interessanti e altri meno. Di difetti ce ne sono tanti, ma Garland usa frattaglie e schizzi di sangue per coprirli (con ottimi risultati). Proprio i momenti splatter mi hanno sorpreso, questo tipo di brutalità in un film del genere è benvenuta (anzi necessaria).
RispondiEliminaPeccato proprio per i personaggi secondari sacrificati, perché il potenziale era stratosferico (dalla madre in luggo al monologo finale di J.J.Leigh, fantastico considerata la sua malattia).
Devo dire che il "mistero" è la parte meno riuscita del film, una serie di cose si intuiscono già dalle primissime scene.
Tecnicamente troppi alti e bassi, rinunciare a qualche campo lungo di troppo, tenendo il focus più sui personaggi e meno sugli scenari avrebbe dato un che di clastrofobico in più, perché è inutile voler stupire se poi i fondali in CG sfumata stonano a quel modo. Anche certe scelte di fotografia discutibili, a tratti bella, a tratti quasi insensata.
Tanto affascinante quanto imperfetto, ma avercene di film ambiziosi che osano anche a costo di fallire.
p.s. a circa metà ho avuto un'intuizione "questo film avrà di sicuro un finale del ca…" e in effetti... ma qui il viaggio conta più della destinazione.
Bob.
Ah, e riguardo al tatuaggio dell'8-infinito, ci hai fatto caso vero, che il tatuaggio ce l'aveva Anya/Gina Rodríguez e in seguito appare sul braccio di Lena/Natalie?
EliminaE che è un 8 disegnato in pelle di serpente, altro metaforone sul cambiamento di pelle?
Anche secondo me ha troppi alti e bassi, poteva essere un gran film, ma a distanza di tempo, non mi ha lasciato davvero molto, di solito questo è un fattore. Cheers!
EliminaOra che mi ci fai pensare si, un simbolismo un po’ scadente, bisogna dirlo, siamo un po’ alle aste. Anche se il messaggio mi sembra proprio quello. Cheers!
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