mercoledì 7 febbraio 2018

The end of the f***ing world - Stagione 1: Una vita (abbastanza) al massimo


Lascia da pe***re il m**o in cui Ne**lix sia rius***a a di***ndersi così rapidam… Hey, ma che c***o su**ede? Blo**er ha de***o di iniz***e cen***armi?! Asp***are ricomincio!

Ok, stavo dicendo, trovo incredibile come Netflix si sia diffuso a macchia d’olio, questa serie con tanti asterischi nel titolo ne è la prova, perché penso che sia stata vista da TUTTI gli abbonati della popolare piattaforma di streaming, complice anche il fatto che la prima stagione è composta da otto episodi da una ventina di minuti ciascuno, roba che si “beve” con una facilità irrisoria, un minutaggio da sit-com per una serie che, invece, tira dentro anche qualche argomento più serio.

Si sa che come cantavano i Tre allegri ragazzi morti, ogni adolescenza convince con la guerra, ci siamo passati tutti ed è forse questa la forza di “The end of the f***ing world” tratta dall’omonimo fumetto di Charles Forsman che, però, non ho letto e quindi non vi saprei dire se è tanto o poco diverso dalla serie tv.


I protagonisti di questa f***uta serie televisiva.
Se hai circa 17 anni come i due protagonisti, facile che potrai immedesimarsi nella loro apatia e nel generale senso di fastidio contro tutto e tutti se, invece, come il sottoscritto, sei sopravvissuto alla guerra dell’adolescenza, tutto sommato te lo ricordi ancora com’eri l’altro ieri, roba che James ed Alyssa a confronti sono due figli modello.

Già, perché James qui è interpretato da Alex Lawther, il ragazzetto che nella terza stagione di Black Mirror, passava un bruttissimo quarto d’ora nell’episodio (angosciantissimo) “Shut Up And Dance” che poi ragazzetto... Ha 23 anni anche se gliene daresti un sacco di meno.


Lo stato di alienazione che ti prende verso i 17 anni o giù di lì.
Il ragazzo è una specie di sociopatico privo di emozioni, per cercare di sentire qualcosa si è fritto una mano nella friggitrice e dato la caccia a tutti gli animaletti del circondario, nel disperato tentativo di provare qualcosa, ora punta ad un bersaglio più grosso da uccidere, ovvero Alyssa.

Una ragazza che non sopporta l’omologazione rappresentata da una vita passata attaccato allo smartphone e a casa è stata messa da parte quando sua madre si è risposata mettendo al mondo una paio di gemelli. Lei con i suoi turbamenti adolescenziali non è in linea con l’immagine di famiglia perfettina stile “Mulino bianco” e trova in James uno all’altezza del suo bisogno di stranezza.


Come quando nei "Peanuts" si sentono parlare gli adulti.
Insomma, a loro modo si piacciono, entrambi sono alla ricerca di qualcosa, lei di una vita più eccitante, lui di togliere la vita a lei, ovviamente ognuno porterà lo scompiglio nella vita dell’altro, in un viaggio (di formazione) on the road che li fa sembrare due novelli Bonny e Clyde, solo molto più pallidi, inglesi e lentiginosi.

Per altro, nei panni di Alyssa troviamo un'azzeccata Jessica Barden, perfetta perché riesce a risultare, tenera, trucida ed odiosa in parti rigorosamente uguali, decisamente brava per essere così giovane, a soli 17 anni recit… Come ha 26 anni? Nata nel 1992? Ma mangiano sti ragazzi inglesi? Ma è il clima di quell’isola che li fa sembrare tutti più giovani!?

“The end of the f***ing world” mi è sembrata una serie di Wes Anderson, però con molto più sesso e sangue, ma a dirla tutta mi devo correggere più che Bonny e Clyde i due protagonisti somigliano a Clarence e Alabama, i due protagonisti del cult di Tony Scott, scritto da Quentin Tarantino, “True Romance” da noi noto come “Una vita al massimo” (1993), ecco, quindi posso dire che “The end of the f***ing world” sembra “True Romance”, però diretto da Wes Anderson.


"Vuoi portarmi a vedere un film di Kung Fu?", "Tre film di Kung Fu" (Cit.)
A ben guardare, il film di Tony Scott viene citato proprio apertamente, per nascondersi e tentare di mimetizzarsi durante la loro fuga amorosa lontano da tutto e tutti, i due protagonisti si conciano proprio come Clarence e Alabama, lui s'infila in una camicia a fiori come quella di Christian Slater, mentre lei con i capelli tinti di biondo ricorda molto Patricia Arquette.

Visto che sono in vena di fare titoli di film a caso, potremmo passare da uno Scott all’altro, perché se Thelma e Louise, nel film di Ridley Scott erano in fuga da un mondo di uomini, James ed Alyssa scappano da un mondo dove gli adulti sono assenti, se non dei totali inetti, almeno secondo il loro punto di vista e per lo meno per quasi tutti gli episodi, prima di arrivare alla soluzione che più o meno tutti da adolescenti prima o poi abbiamo capito, non ve la svelo per non rovinarvi il (non imprevedibile) finale, o perché magari qualcuno di voi è in piena adolescenza e non vuole spoiler, mi pare pure giusto, non voglio che mi accusiate di avervi rovinato la gioventù!


"Ci hai rovinato il finale dell'adolescenza, adesso dovremmo ucciderti Cassidy".
In questo loro tumulto giovanile, Alyssa e James sono due tornado che fanno il vuoto tirando dentro tutti e lasciandosi dietro una scia non proprio complicata da seguire, a farlo è una detective interpretata da Gemma Whelan, ci ho messo un attimo, avevo la sensazione di averla già vista, ma dopo un paio di puntate ho capito che era la Greyjoy di Giocotrono.

Tra quelli che si fanno coinvolgere dal terremoto provocato dai due ragazzi, sicuramente il giovane ed annoiato Frodo che fin dal nome lascia intendere una vita di soprusi su gentile concessione della famiglia... No, sul serio puoi chiamare un figlio Frodo? Ma ti rendi conto che un giorno questo andrà alle medie e sarà lo zimbello di tutti?

Non credo sia un caso che ehm, Frodo si ribelli alla prima occasione utile, il ragazzo è interpretato da Earl Cave, figlio del ben più celebre Nick Cave (storia vera) che al cinema e in televisione si trova sempre più spesso.


Sospetto che presto le classi saranno piene di Frodo, Aragon e Arwen.
Il finale non ve lo rivelo, mi è sembrato quello giusto per questa storia, anche se sono certo farà storcere qualche naso. A giudicare dal fatto che TUTTI hanno visto questa serie, facile che Netflix metterà in cantiere una seconda stagione, ma onestamente non ne sento il bisogno, forse non avrebbe senso continuare la storia, o per farlo, ci vorrebbe davvero un’idea di primo livello, per ora godiamoci questo strambo “True Romance” in salsa Wes Anderson che va bene così.


Non perdetevi la recensione di questa serie fatta dal Cumbrugliume, anzi scusate, il C**brugl***e!

24 commenti:

  1. ciao cassidy.

    premesso che mai vedrò sta serie e mai vedrò un film di wes anderson che ne dici del bellissimo e dimenticato " scheggie di follia" del 1988 diretto da quel regista che dirigerà anche hudson hawk??

    leggendo la trama più che "true romance"( a quando la rece??) a me pare che The end of the f***ing world” sembra “schegge di follia ”, però diretto da Wes Anderson.

    grazie


    rdm

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    1. Buongiorno! ;-) Il riferimento a “True Romance” è piuttosto evidente, hai ragione Wes Anderson tende ad essere un po’ Hipster, ma alcuni suoi film mi piacciono. “Scheggie di follia” è un gran bel filmetto, necessito di un ripasso, saranno passati boh, dieci anni? Dall’ultima volta che me lo sono visto ;-) Cheers

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  2. Pensa che me l'hanno consigliato qualche giorno fa, davvero Netflix riesce a creare ondate di interesse per alcuni titoli pur producendone tipo un milione a settimana.
    Sono intrigato e magari ci butto un'occhiata, complice la breve durata ;-)

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    1. La durata aiuta molto, perché davvero si guarda in un attimo, dici bene, producono quintali di materiale ma spesso puntano su un prodotto in particolare, questa serie secondo la mia esperienza, è stata vista da quasi tutti quelli che conosco, anche chi guarda roba completamente diversa, il potere di Netflix non è da sottovalutare ;-) Cheers!

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  3. Comunque è vero, la tizia è uguale a Patricia Arquette :D (ebbene sì, conosco entrambe le Arquette, strano, ma vero).

    I due protagonisti sono veramente la non espressività più espressiva che abbia mai visto :D

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    1. Si esatto, ma è una mono espressività funzionale al loro scazzo adolescenziale, quindi funzionano ;-)
      Gli Arquette sono quasi (ho detto quasi!) come i Baldwin, si parte da nonno Cliff per passare a papà Lewis, fino ai figlioli Rosanna, Patricia e David, ora non vorrei dire una cazzata, ma mi pare ci sia un'altra sorella di cui non ricordo il nome, che mi pare abbia pure cambiato sesso, ribadisco non aggiungo altro per non dare informazioni errate. Cheers!

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  4. Avevo qualche dubbio se iniziare o meno TEOTFW (non ho voglia di scrivere il titolo completo), ma leggendo il tuo articolo mi sono convinto a vederla :D Questo tipo di storie mi affascinano sempre :D

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    1. A me il titolo fa pensare ad un pezzo famoso dei REM, tanto per restare in tema di acronimi ;-) Funziona come storia sull’adolescenza, inoltre si guarda in frettissima, poi fammi sapere com’è andata. Cheers

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  5. Dai, me l'hai venduto. Il paragone con il film di Scott mi ha intrigato e vista la breve durata non dovrei avere problemi a guardarlo.

    Domanda al volo: è ambientato in epoca contemporanea o in un passato recente? (tipo gli anni '90 con la "depressione grunge"). Giusto una curiosità perché se è ambientata negli anni '90 me la guardo già stasera! La frase che hai usato ("...l’omologazione rappresentata da una vita passata attaccato allo smartphone") non capisco se è generica o riferita alla serie.

    Ultima nota: il nome Frodo è strano e vabbè... Ma sapessi che nomi hanno dato a ragazzini qua in zona mia. Ti metteresti le mani nei capelli!

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    1. Dura veramente poco, quasi quanto un film, quindi si può vedere in una sola sera. L’ambientazione è l’Inghilterra contemporanea, e la frase sugli smartphone è legata alla serie, Alyssa il suo lo spacca in gesto di ribellione ;-) In effetti eliminati i cellulari, poi la serie sembra ambientata in una decade passata.

      Guarda ne sono certo, non che sia molto sul pezzo quando si parla di bambini, ma pure io ho notato una proliferazione di “Matilda” che ancora rientra nei nomi abbastanza normali, ma io farei passare una legge per cui puoi chiamare tua figlia Matilda solo sei hai visto “Léon” più di venti volte ;-) Cheers

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    2. Fai una ricerca veloce presso conoscenti e amici: quanti maschietti si chiamano Leonardo e sono nati a fine anni '90...

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    3. Al volo così? Ne conosco almeno un paio, per fortune le bambine non si chiamano Celine :-P Cheers

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  6. Carino, ma meno " bastardo " di quello che mi aspettavo, nel senso che sarebbe stato un capolavoro di serie se il ragazzino protagonista avesse dato seguito ai suoi propositi iniziali, magari nell'ultima puntata.
    Comunque una buona serie specie se si cerca ( come hai fatto tu ) di empatizzare con i protagonisti e l'adolescenza.
    A 17/20 anni lo avrei apprezzato molto di più.

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    1. In effetti quel proposito viene abbandonato, è chiaro anche il perché però in fondo era il suo tratto distintivo e sparisce piuttosto presto. Si decisamente, forse è per questo che ha avuto tanto successo? Ha colpito i 17/20enne di oggi ;-) Cheers

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  7. Visto tutto d'un fiato in tv e comprato giusto giusto oggi il fumetto!
    Partiamo dalla carta: il fumetto(suddiviso in 8 episodi) non ha la stessa eccentricità della serie, ed è più vicino a quelle piccole storie adolescenziali in cui conta creare un piccolo legame emotivo col lettore condensando la storia in attimi, più che in un'espansa avventura. Per darti l'idea, quello che hai visto in questa serie è per l'85% inventato di sana pianta e ha una sua identità distinta.
    Se quindi il fumetto appare più "delicato" in generale ma non per forza meno esplicito (es: la presenza dei satanisti, che per lo schermo sono stati riadattati in un serial killer dalla casa di lusso e sua madre che tiene la videocamera rivelatoria), la serie tv mette in scena un avventura molto più godibile per tutti e di buonissima qualità, specie nel montaggio di certe sequenze azzeccatissime e di un cast ammirevole. Alla fine penso di essermi affezionato di più alla serie tv, che si è dimostrata , a mio avviso, una superlativa trasposizione. PS: Gli omaggi filmici che hai individuato non sono del fumetto. PPS: Il finale del fumetto NON lascia dubbi su come sia andata a finire la storia.

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    1. Oh bellissimo! Ti ringrazio molto per tutti questi ghiotti dettagli, insomma la serie tv si conferma una cosina di carattere che non ha paura di smarcarsi dal materiale originale, forse il finale è stato reso meno limpido per tenere una porticina aperta in caso di seconda stagione. Grazie ancora! Cheers

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  8. Grazie per la citazione Cassidy! Confesso che non avevo colto la citazione (mea culpa), ma per il resto siamo grossomodo sulla stessa linea. Pur nella sua vena stravagante trovo che The End of the *uck*** World descriva bene i ggiovani di oggi, molto meglio di una furbata edulcorata come Tredici per intenderci. Netflix sta facendo i passi giusti. Qui c'è di mezzo anche Channel 4, penso che non sfuggiremo a una seconda serie, anche se non ce ne sarebbe bisogno.

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    1. Figurati di nulla! ;-) Anche io penso che sia più onesta di "Tredici" che è scritta peggio e pure più paracula. Concordo anche sulle mosse di Netflix, sta salendo di colpi anche con la qualità dei film da loro prodotto, insomma, bene ;-) Cheers!

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  9. Una gran bella serie, anche se alcune manifestazioni di entusiasmo mi sono parse quasi eccessive. Pompatissima da Netflix, è divertente e fa riflettere alla grande, ma è ben lontana dall'essere un capolavoro.

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    1. Concordo non è un capolavoro, anzi, però si lascia guardare e lo spunto è originale, o per lo meno viene sfruttato in modo originale ;-) Cheers

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  10. F*rse non è la r*ba di Net*lix che mi at*rae di più, ma d*vo c*munque tr*vare un amic* a cui scr*ccare un po' di vis*ioni :P

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    1. Di s**lito in qu**ti casi sca**a l’a**ount condi**so come fa**o in t**ti su N**flix ;-) Cheers!

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  11. Ciao Cassidy,curioso come la meglio roba ultimamente la produca Netflix e non le reti tradizionali. Curioso davvero.....

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    1. Avranno forse più disponibilità economica, anche se è un mistero, considerando quanto poco costa l’abbonamento rispetto alle altre piattaforme dello stesso tipo. Cheers!

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