Pearl Jam - Let's Play Two: (Someday We'll Go) All The Way
Sapete qual'è il
problema di andare al cinema a vedere un film concerto dedicato ai Pearl Jam? Che
mi devo prendere a schiaffi in faccia per restare seduto sulla poltroncina
senza saltare in piedi e mettermi a cantare tutte le canzoni, porco mondo!
Nel nostro
piccolo noi fan italiani dei Pearl Jam abbiamo avuto modo di capire gli
appassionati dei Chicago Cubs, certo per la vittoria in campionato della loro
squadra hanno dovuto aspettare 108 anni, noi per vedere “Let’s play two” in
sala solo fino al 30 novembre, unico giorno in cui il film è passato nelle
nostre sale, ma considerando che nel resto del mondo era già uscito e la
colonna sonora, con i pezzi suonati in questo documentario, è tra i miei
ascolti costanti da quasi due mesi, beh, un minimo di quella pazienza tipica dei
fan dei Cubs abbiamo dovuto usarla anche noi.
Pazienza del
tutto ripagata, però, perché il documentario diretto dal fotografo Danny Clinch
e prodotto dalla Monkey Wrench racchiude in due emozionanti ore, il meglio dei
due concerti che i Pearl Jam hanno tenuto dal vivo allo stadio dei Chicago
Cubs, il Wrigley Field il 20 e il 22 agosto del 2016, per celebrare la vittoria
in campionato della squadra di cui Eddie Vedder è gran tifoso.
Ecco come passa il tempo libero Eddie, quando non fa surf o suona l'Ukulele.
Sì, perché i Pearl
Jam sono una band di Seattle, ma il loro cantante è nato a Chicago e super
tifoso delle squadre della “Windy city”, tra cui proprio i Cubs, il
documentario di Danny Clinch, infatti, ci mostra alla perfezione la passione di
Vedder per la squadra, con tanto di filmati risalenti al 1992 quando Eddie, con
i suoi caratteristici braghini tipici dell’epoca e il berretto (dei Chicago
Bulls) in testa, fa da perfetto cicerone lungo la città, un invasato assoluto
che si esalta quando trova gettate su un lato della strada alcune zolle di
terra provenienti proprio dal Wrigley Field (storia vera!).
Non sono un
grande appassionato di Baseball, conosco giusto le regole generali, ma da
fanatico di basket so bene a quale livello di mistica gli Americani sanno
portare le loro squadre professionistiche, inoltre il mito (o per meglio
dire, la maledizione) dei Chicago Cubs è talmente leggendario da essere parte
della cultura popolare americana.
Questa serie i Chicago Cubs affronteranno i... Pearl Jam? EH!?
Penso che sia
pure molto facile fare il tifo per una squadra che vince sempre, la passione
vera si vede quando la tua squadra del cuore non vince mai, ma mai proprio,
nella storia dello sport professionistico americano nessuno è stato più sfigato
dei Chicago Cubs, la cosiddetta Maledizione della capra ha tenuto banco per
108 anni, vi rendete conto? Ci sono stati tesserati della squadra bianco blu
che sono nati e morti senza aver mai visto i loro colori trionfare, mi dicono
che qui farebbe molto ridere una battuta sugli Interisti, ma non capisco una
cippa di calcio, quindi passo.
Tifare per una
squadra che non vince per 108 anni di fila ti trasforma in qualcuno con il
muscolo della speranza molto ben allenato, come dice Vedder nel documentario,
una passione vera che da parte mia riconosco solo nella musica (per quanto
mi riguarda proprio quella dei Pearl Jam) ed è proprio qui che il documentario
di Danny Clinch si gioca la sua carta migliore.
Lo sport spesso è
la migliore metafora della vita e per quanto tu sia nato con la camicia, avrai
sempre momenti duri da affrontare, prima o poi per quanto tu desidererai
qualcosa arriverai a perderla o a non riuscire a conquistarla, come i Cubs con
la vittoria a fine stagione. La determinazione, la speranza e la dedizione con
cui farai fronte ai momenti duri della vita non può trovare una
rappresentazione dei Cubs che davanti all’ennesimo sconfitta hanno ripetuto “Ci
proveremo ancora l’anno prossimo” per poi ricominciare tutto da capo, per 107
anni di fila prima di sconfiggere la maledizione, “Non abbiamo paura di nessuna
capra”, come dice Eddie nel film.
A human being that was given to fly.
Personalmente non
ho dubbi, quando ho bisogno di motivazioni è proprio alla band di Seattle che
mi rivolgo, gli unici che da una vita (mia) e una carriera più che ventennale
(loro) hanno la capacità di azzeccare sempre la canzone giusta per il momento
che sto passando che sia felice o triste, che io sia incazzato con il mondo e
gioioso, i Pearl Jam hanno sempre la canzone giusta per festeggiare, per fare
casino e brindare, oppure per farti ringhiare, sfogare e riprendere quando sei
incazzato.
Che poi dicono
che nella vita chi si somiglia si piglia, quindi solo dei sopravvissuti all’era
del Grunge come loro potevano essere quelli giusti per mettere in musica la
caparbietà dei Chicago Cubs e del loro presidente Theo Epstein per arrivare
fino in fondo e andare finalmente “All the way” proprio come il titolo dell’inno
della squadra composto, guarda un po’, da Eddie Vedder in tempi non sospetti (parliamo
dell’agosto del 2007) proprio per la sua squadra del cuore, citando nel testo
proprio le parole della leggenda della squadra, Ernie Bank, «It’s a great day for
a ballgame, let’s play two» che è proprio quello che hanno fatto i PJ, che al Wrigley
Field di concerti ne hanno fatti bene due.
Ernie "Mr. Cub" Banks, in MLB dal 1953 al 1971, sempre in maglia Cubs.
Il film
ripercorre la stagione in cui i Cubs hanno sconfitto la maledizione, procedendo
di pari passo con alcuni momenti presi dai due concerti tenuti dal gruppo, ad esempio,
“Lightning Bolt” è perfetta per ricordare il fulmine che ha colpito il Wrigley
Field proprio durante la prima esibizione del gruppo, una sfiga degna dei Cubs da
cui, però, tutti sono usciti illesi, perché il concerto è stato interrotto in
tempo per portare tutti al sicuro.
Se un
prolungamento delle gradinate dello stadio, sono rappresentate dai tetti delle
case accanto al Wrigley Field, dei veri e propri “Posti in piedi” da cui
seguire la partita, allora i Pearl Jam si esibiscono a loro volta in un set
acustico proprio su uno di questi tetti, suonando un paio di rarità come “Thumbing
My Way” e di “Dirty Work” degli Steely Dan, appena accennata dal chitarrista
della band Stone Gossard.
No tranquilli, non si accorgerà nessuno che state suonando.
Per sottolineare
l’unione tra la band di Seattle e la città di Chicaco, come da tradizione, in
ogni concerto tenuto dal gruppo nella “Windy City” sulle note di “Black, Red,
Yellow” sale sul palco il mitico Dennis Rodman, ex cestista dei Chicago Bulls a
cui la canzone è dedicata, sì, perché pare che il titolo del pezzo sia venuto
fuori, guardando i colori presenti in un polaroid scattata sull’occhio (come
sempre truccatissimo) del “Verme”, immagine che, per altro, è finita nella
variopinta copertina dell’album dei Pearl Jam “No Code” (1996).
Eddie prova l'ebbrezza di cantare dai due metri d'altezza del Verme.
La meravigliosa “Given
to fly” diventa una dedica all’allenatore Joe Maddon e ai suoi ragazzi, mentre
uno dei momenti più toccanti è sicuramente “Inside Job”, brano scritto dal
chitarrista del gruppo Mike McCready e dedicato al suo amico ed ex giocatore di
football Steve Gleason, colpito dalla SLA, inutile dire che se una persona colpita
da una malattia tanto terribile, riesce se pur con carrozzina e computer per decrittare
la sua voce, a dirci con le sue parole dal palco del Wrigley Field: «Ho
scoperto che mi sento davvero forte e sto fottutamente bene», dovrebbe farci
riflettere tutti sul vero valora della caparbietà e della resistenza.
Bravo ragazzi tenetevi in forma, che ci vediamo a Giugno.
Una passione che
un gruppo come i Pearl Jam è perfetto per metterla in musica, il documentario chiarisce come la passione dei fan dei Cubs per la loro squadra e di quelli
dei Pearl Jam non siano così distanti, solo gli appassionati di sport e di musica
possono ritenere sacro un luogo come uno stadio e i fan dei Pearl Jam arrivano
da tutto il mondo armati di bandiere pur di sentire il loro gruppo preferito,
come fa John nel film che pur di godersi “Release” in prima fila, la fila
fuori dallo stadio ha cominciato a farla quattro giorni prima del concerto. Questo
John potrebbe essere il mio migliore amico, ho trovato uno che parte anche prima
di me per andare ad un concerto!
Ma la cavalcata
dei Cubs non potrebbe essere la loro se non fosse un percorso ad ostacoli, perché
a mettergli i bastoni tra le ruote ci pensano gli Indians, che vanno sopra tre
a uno nella serie, mettendo i Cubs spalle al muro. Con la prospettiva di un
altro anno da perdenti, i Cubs rialzano la testa e vanno a vincere anche l’ultima
gara in casa ed è proprio Eddie Vedder che nella pausa del settimo Inning
canta la tradizionale “Take me out to the ball game” che porta bene alla
squadra locale, che pareggia e resta viva, sportivamente parlando. Avrete giù intuito che il pezzo che celebra questo loro ennesimo colpo di coda,
non può che essere “Alive”.
Our heroes with pinstripes and heroes in blue (Cit.)
Sì, perché “I’ve
Got A Feeling”, cover dei Beatles con cui i Pearl Jam avevano chiuso il loro
live al Metro, primo concerto a Chicago della band avvenuto 25 anni prima è un'ideale chiusura del cerchio, mentre l’inno della squadra “All the way” è una sacrosanta
festa, il baricentro morale (ed emotivo) su cui si basa tutto il film, l’inno
di tutti quelli che sanno che prima o poi arriveranno a vincere anche l’ultima
partita, ma è proprio “Alive” il motivo per cui i Pearl Jam e i Chicaco Cubs
sembrano fatti gli uni per gli altri.
La band che ne
ha passate di tutti i colori nella sua storia, gli ultimi sopravvissuti del
Grunge, un movimento che è quasi più famoso purtroppo per i lutti (alcuni anche
fin troppo recenti e dolorosi…) che per la musica, che come i Cubs non ha
mollato mai, d’altra parte se un giocatore di baseball svicola sulla base prima
dell’arrivo della palla, l’arbitro gli grida “Salvo!”, ma potrebbe anche
cantargli “Alive”.
"Salvo! Anzi nel tuo caso... Alive!".
“Let's Play Two” è
proprio questo, un inno alla capacità di resistere, al far fronte ai brutti
momenti per quanto lunghi essi possano essere ed uscire vincitori, a testa
alta, ancora vivi, sicuri del fatto che un giorno arriveremo fino in fondo. Quindi,
mentre aspettate la prossima partita dei Cubs o il prossimo concerto dei Pearl
Jam, che dite? Ne giochiamo un paio?
Davvero? Si è capito tanto? ;-) Si siamo in piena zona (mio) fanatismo, bisogna dire che però i PJ quando si muovono lo fanno bene, è il secondo documentario che fanno (il primo PJ Twenty era diretto da Cameron Crowe) e non si limitano ai classici film pensati solo per i fan, anche questo è un documentario ben fatto che racconta una storia, le parti dedicati alla storia dei Cubs sono una figata anche per uno come me che di Baseball conosce poco o nulla ;-) Cheers
Quando penso ai documentari musicali mi viene sempre in mente This is spinal tap, non ci posso fare niente. Questo lo potrei vedere, anche per prepararmi in vista del concerto del 26 a Roma,già presi i biglietti ;)
Beh ma “This is spinal tap” è molto di più di un semplice documentario, è uno stracapolavoro! Prima o poi dovrò scriverne per forza, amo molto quel film e il suo tipo di umorismo ;-) Grande! Io ho preso quelli per Padova, purtroppo Roma per giorni e distanza mi era un po’ scomodo, anche se mi sarebbe piaciuto molto.
Anzi, lo dico anche qui, ci fosse qualcuno interessato cerco compari per il concerto di Padova, ho due biglietti! Fine angolo dei fattacci miei ;-) Cheers!
Si parlane assolutamente di Spinal Tap, in Italia purtroppo non lo conosce nessuno ma è un film geniale! Sullo stesso genere, anche se un po' di nicchia, è uscita la serie Documentary now! che è realizzata in maniera sopraffina ed è davvero divertente
Lo metto in pista per le vacanze di Natale, era un pezzo che volevo rivederlo, ogni tanto mi guardo qualche spezzone sul TuTubo ;-) Non la conoscevo questa serie! Dovrò vederla il formato del falso documentario mi piace davvero molto, anzi avevo anche una cosa in testa sull’argomento, chissà se avrò mai anche il tempo per realizzarla, grazie per la dritta! Cheers
Mi sono sempre piaciuti i Pearl Jam (anche se i miei grunge preferiti rimangono gli “Alice in Chains” di Layne Staley e ritengo “Jar of Flies” uno dei più bei album mai prodotti) ma il tuo è vero e proprio fanatismo! Mi piacciono i documentari o i concerti al cinema, anche se l’unico che sono riuscito a vedere in sala fu quello dei Led Zeppelin 5-6 anni fa. Li tengono troppo poco in sala! Questo dei Pearl Jam vedrò di recuperarlo in seguito...
Con me sfondi una porta aperta, i PJ sono i miei preferiti del movimento Grunge ma vado giù di testa anche per gli altri, sono molto legato al gruppo di Layne Staley, giusto per darti un’idea, “Nutshell” è uno dei miei pezzi del cuore degli Alice in catene ;-)
Di solito i concerti al cinema mi dicono poco, ma per questo potevo fare un’eccezione, come dicevo sopra, i PJ hanno fatto due documentari, ed entrambi sono davvero ottimi. Cheers!
Sapevo della tua passione per il gruppo, anzi, già ti volevo bene prima di saperlo per dirla proprio tutta ;-) Bravissimo hai centrato proprio una capacità dei PJ, o comunque di chi fa musica di qualità, la capacità di consolare/confortare/far saltare con il pezzo giusto al momento giusto. Numeri uno assoluti ;-) Cheers!
Uh, non seguo il gruppo quindi non credo che vedrò il film, però da qualche piccolo indizio mi sembra di capire che ti sia piaciuto :-P
RispondiEliminaDavvero? Si è capito tanto? ;-) Si siamo in piena zona (mio) fanatismo, bisogna dire che però i PJ quando si muovono lo fanno bene, è il secondo documentario che fanno (il primo PJ Twenty era diretto da Cameron Crowe) e non si limitano ai classici film pensati solo per i fan, anche questo è un documentario ben fatto che racconta una storia, le parti dedicati alla storia dei Cubs sono una figata anche per uno come me che di Baseball conosce poco o nulla ;-) Cheers
EliminaQuando penso ai documentari musicali mi viene sempre in mente This is spinal tap, non ci posso fare niente. Questo lo potrei vedere, anche per prepararmi in vista del concerto del 26 a Roma,già presi i biglietti ;)
RispondiEliminaBeh ma “This is spinal tap” è molto di più di un semplice documentario, è uno stracapolavoro! Prima o poi dovrò scriverne per forza, amo molto quel film e il suo tipo di umorismo ;-) Grande! Io ho preso quelli per Padova, purtroppo Roma per giorni e distanza mi era un po’ scomodo, anche se mi sarebbe piaciuto molto.
EliminaAnzi, lo dico anche qui, ci fosse qualcuno interessato cerco compari per il concerto di Padova, ho due biglietti! Fine angolo dei fattacci miei ;-) Cheers!
Si parlane assolutamente di Spinal Tap, in Italia purtroppo non lo conosce nessuno ma è un film geniale! Sullo stesso genere, anche se un po' di nicchia, è uscita la serie Documentary now! che è realizzata in maniera sopraffina ed è davvero divertente
EliminaLo metto in pista per le vacanze di Natale, era un pezzo che volevo rivederlo, ogni tanto mi guardo qualche spezzone sul TuTubo ;-) Non la conoscevo questa serie! Dovrò vederla il formato del falso documentario mi piace davvero molto, anzi avevo anche una cosa in testa sull’argomento, chissà se avrò mai anche il tempo per realizzarla, grazie per la dritta! Cheers
EliminaMi sono sempre piaciuti i Pearl Jam (anche se i miei grunge preferiti rimangono gli “Alice in Chains” di Layne Staley e ritengo “Jar of Flies” uno dei più bei album mai prodotti) ma il tuo è vero e proprio fanatismo!
RispondiEliminaMi piacciono i documentari o i concerti al cinema, anche se l’unico che sono riuscito a vedere in sala fu quello dei Led Zeppelin 5-6 anni fa. Li tengono troppo poco in sala!
Questo dei Pearl Jam vedrò di recuperarlo in seguito...
Con me sfondi una porta aperta, i PJ sono i miei preferiti del movimento Grunge ma vado giù di testa anche per gli altri, sono molto legato al gruppo di Layne Staley, giusto per darti un’idea, “Nutshell” è uno dei miei pezzi del cuore degli Alice in catene ;-)
EliminaDi solito i concerti al cinema mi dicono poco, ma per questo potevo fare un’eccezione, come dicevo sopra, i PJ hanno fatto due documentari, ed entrambi sono davvero ottimi. Cheers!
I PJ sono stati a lungo tra i miei preferiti ed "Alive" ha rappresentato un difficile periodo della mia vita,quindi che dire se non PJ Uber Alles.
RispondiEliminaSapevo della tua passione per il gruppo, anzi, già ti volevo bene prima di saperlo per dirla proprio tutta ;-) Bravissimo hai centrato proprio una capacità dei PJ, o comunque di chi fa musica di qualità, la capacità di consolare/confortare/far saltare con il pezzo giusto al momento giusto. Numeri uno assoluti ;-) Cheers!
EliminaNon vado mai a vedere i concerti al cinema e a questo ci tenevo particolarmente in realtà. Però mi sa che mi consolo con il concerto a Rho.
RispondiEliminaGrande! Ci ho pensato pure io di andare, poi ho preferito prendere i biglietti per Padova con il Ten Club ;-) Cheers!
EliminaEhilà Cassidy, c'è un Liebster per te...
RispondiEliminaWoa grazie mille! Passo subito a trovarti ;-) Cheers!
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