Le rapine in banca sono il sale del cinema, per tanti anni, però, il tizio che sta fuori in auto, con il motore acceso e le porte aperte è stata solo una figura indistinta che giusto il Maestro Walter Hill ha saputo valorizzare in quel capolavoro di “Driver l'imprendibile” (1978).
Ultimamente a
raccogliere il testimone di Gualtiero Collina ci ha pensato più di un regista, il
primo tra tutti Nicolas Winding Refn nel 2011 con “Drive” e più recentemente
anche Edgar Wright con il bellissimo Baby Driver, probabilmente l’ultimo film
in cui avete visto recitare Kevin Spacey, quindi fatevelo bastare.
Ad unirsi a
questo ragguardevole club riportano idealmente tutti agli anni ’70 di Walter
Hill ci pensa un esordiente, Jeremy Rush, che arriva da un paio di cortometraggi e pare avere già le idee chiare, ma anche il produttore giusto, il mio amico Joe
Carnahan, uno che mi piacerebbe veder dirigere più film, visto che è dal 2014
(e proprio con la storia di un autista)
che non lo si vede più, purtroppo.
Il suo zampino si
vede, perché l’ambientazione di “Wheelman”, disponibile su Netflix con il
titolo “L’autista” è tutta notturna e molto anni ’70, sembra davvero di vedere,
non dico un film di quel periodo, ma almeno uno ambientato in quel decennio, finché l’autista Frank Grillo non si mette l’auricolare e inizia a
parlare al cellulare. Che bello quando una storia riesce a tener conto della
tecnologia moderna, una mossa che apprezzo sempre.
Carnahan era lo
stesso che a lungo ha accarezzato l’idea di fare un film su Daredevil proprio
ambientato negli anni ’70 (storia vera) e qui in Geremia Corsa trova una degna
spalla, perché il film è la storia proprio di uno di quegli autisti che aspettano
fuori mentre qualcuno svuota le casse ed è proprio qui che inizia e si
ambienta quasi tutta la trama: in macchina.
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"Un tizio losco a bordo di una bara volante ci segue con i fari spenti". |
Rush apre la
pellicola tenendo la macchina da presa sui sedili posteriori dell’auto del
protagonista e ci fa guardare da lontano il personaggio di Frank Grillo che
poi entra in macchina e parlando al telefono idealmente ci racconta la sua
storia: divorziato e con una figlia 13enne Katie (Caitlin Carmichael) a casa per
il weekend, il nostro ha ricevuto un ordine diretto, lasciare in braghe di
tela i due rapinatori, partire sgommando e portare i soldi della rapina in un
punto preciso della città. Anche se non è una mossa molto professionale, il
nostro accetta anche perché uno dei suoi due compari è un gentiluomo che si fa
chiamare “Motherfucker” interpretato dal sempre bravo Shea Whigham, che qui si vede troppo poco, ma fa in tempo a
sfoggiare una cresta di capelli alla Travis Bickle, tanto per rimanere il tema
anni ’70.
Da qui le cose si
complicano, il committente che compare sempre solo come una chiamata da fuori
città sullo smartphone del protagonista, vuole i soldi e cambia le carte in
tavola, per farlo rapisce la moglie del protagonista, quindi i 92 minuti di
durata di “Wheelman” lo rendono un film quasi in tempo reale, tanto parlato per
ovvie ragioni, ma anche con un ottimo ritmo.
A ben guardarlo, “L'autista”
ricorda molto “Locke” (2013) scritto e diretto da Steven Knight, però decisamente più di genere rispetto al film con
Tommaso Resistente alla guida, perché Frank Grillo sta mettendo su una più
che decente carriera da eroe d’azione alternativo e qui si carica sulle
spalle (anzi, sui primi piani) tutto il film, non dev'essere semplice tenere lo
schermo per 90 minuti, recitando tutti i dialoghi da solo in auto, fingendo di
parlare con qualcuno dall’altra parte del telefono, ancora più complicato
tirare fuori un film d’azione da questa premessa, ma Grillo e Rush ci sono
riusciti.
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"Alla prossima curva semino quella cassa da morto". |
La trama è
tirata, non ci sono tempi morti e il duello verbale tra l’autista e i suoi
avversari telefonici diventa spesso un duello fisico, contro un sicario in moto
prima e tanti sicari armati nel finale, il tutto sfruttando l’abitacolo
dell’automobile come unica location del film.
Le volte che Jeremy
Rush tradisce questo principio e porta la macchina da presa (e il suo protagonista)
fuori dalla macchina, in realtà non fa che ribadire il concetto, perché anche
quando l’azione ci viene mostrata dal punto di vista della figlia Katie, la
ragazza è comunque sempre vicino alla macchina, anche quando cambia come nel
finale, quanto padre e figlia zompano sopra una Porsche bianca (con un vistoso
numero 13 sul cofano) per l’ultima tiratissima scena d’azione.
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Se soffrite il mal d'auto, forse è meglio vedere un altro film. |
Una scena davvero efficace perché prevede sia un inseguimento in auto che una sparatoria e la decisione cinematografica estrema di tenere sempre la macchina da presa e il protagonista in auto, diventa quasi poetica nella scena (che non vi rivelo) che conclude il film.
Insomma, in un
cinema moderno che è sempre più ossessionato dal tenere bassi i costi, Jeremy
Rush riesce a farlo abbracciando un genere che prima di questo film pareva
richiedere per forza inquadrature a bordo strada per mostrare le sgommante. Non
dico che Geremia Corsa cambierà la storia del cinema, quello proprio no, ma
quello che poteva essere un palloso e troppo parlato esercizio di stile, si
traduce in un film d’azione con una sua identità, che vi intratterrà come si
deve per tutta la sua durata, quella giusta, 90 minuti per me è il tempo
perfetto per un film.
Se vi scappa di
buttare un occhio al film, ora sapete cosa aspettarvi, intanto teniamo tutti
gli occhi su Jeremy Rush, per essere un esordio è piuttosto buono, vedremo se e
cosa ci riserverà per il futuro.
Recensione interessante. LOCKE con Hardy mi è piaciuto molto e questo, da quanto leggo, è parente di quella pellicola. Poco budget a disposizione ma se si ha una bella idea, un attore in parte che regge il film e un regista che valorizza il tutto, può venire fuori una discreta bombetta. Questo WHEELMAN mi intriga, vediamo se riesco a recuperarlo. Ma ieri mi hai fatto salire la scimmia con OZ e mi sa che per un po' sarò impegnato... Maledetto Cassidy!
RispondiEliminaIl mio piano di conquista mondiale prevede di tenervi tutti impegnati davanti allo schermo a guardare cose BUAHA HA HA Ah ehm… Scusa ogni tanto mi parte l’embolo e mi trasformo nel Dr. Male :-P
Elimina“Locke” era bello teso per essere un film tutto parlato, qui non manca nemmeno l’azione, poi dura 90 minuti spaccati, davvero un film che si “beve” in un sorso ;-) Cheers
Dopo la recensione di OZ di ieri, stanotte mi sono sognato che mi mettevano in carcere...pur fortuna braccio 100% etero. Stra-maledetto Cassidy! Segnamo pure questo. Meglio in macchina, che sotto la doccia con un insegnante di musica che ti guarda furbetto.
RispondiEliminaSe ti può consolare, è capitato anche a me. Non ieri, quindi non è colpa di Cassidy, ma quando anni fa mi sono sparato tutto OZ durante un mese estivo: ho avuto incubi plurimi! :-P
EliminaHo risvegliato degli Oz-traumi con il post di ieri! Spero tu non abbia più incubi, ma nel caso mi prendo il ruolo di Augustus, voglio provare quella scatola rotante da cui sparava le sue incredibili massime di vita! Cheers
EliminaCavolo davvero, la serie di Tom Fontana ci ha ricordato che rigare dritti e non infrangere mai la legge è davvero una bella cosa considerando l’alternativa ;-) Cheers!
EliminaMolto bene! Non l'ho ancora visto ma è in rampa di lancio, anche perché Frank Grillo è uno di quegli attori che in qualche modo mi piacciono sempre..
RispondiEliminaAspetto il tuo parere, ha il pregio di essere un film breve con un ottimo ritmo, quindi lo si guarda in scioltezza. Vero, Frank Grillo ha fatto una lunga gavetta, non è il classico eroe dell’azione, però funziona sempre. Cheers
EliminaOttimo! Avevo giusto tre film uguali da parte in attesa di organizzare uno speciale, e questo è il quarto: mi sa che a breve partirò con "Acting in My Car" (omaggio alla "Sleeping in My Car" dei Roxette dei tempi d'oro). ^_^
RispondiEliminaLa citazione ai Roxette è fantastica! ;-) Non vedo l’ora di scoprire quali sono gli altri tre, ma penso proprio che saranno di più, la mono location dell’automobile fa risparmiare soldi, quindi penso che vedremo tanti attori impegnati a rimpinguare la tua rubrica ;-) Cheers!
EliminaL'ho visto proprio l'altra sera, non sapendo mai che film vedere su Netflix mi sono buttato su questo senza troppe pretese, mi ha sorprendentemente intrattenuto, quindi il suo lo fa.
RispondiEliminaMi permetto di consigliarti un altro film che si trova su Netflix (non prodotto da esso, però), ossia Nell'ombra di un delitto, il titolo originale è Exposed. Per il 50% è un So bad it's Good di quelli micidiali, per l'altro 50% è un film di merda che ti potrebbe far venire voglia di gettare il più lontano possibile il televisore.
Ti prego, guardalo.
Lo penso anche io, fa davvero il suo dovere, poi ha quel toco da film anni ’70 che mi compra sempre ;-) Ma è quello con Keanu Reeves? Me lo sono perso al cinema, evitando una discreta pallottola a quanto mi è stato riferito da alcuni fidati colleghi Blogger, se riesco proverò a buttargli un occhio, almeno per Ana de Armas :-P Cheers!
EliminaMi hai ricordato un film con Colin Farrell "In linea con l'assassino", solo che là si stava tutto il tempo in una cabina telefonica, questo invece è bello in movimento! Vedo che Frank Grillo dopo essere "esploso" in Civil War è lanciato nei film d'azione, peccato sia alto un metro e cinquanta :D
RispondiEliminaVero è "Diversamente alto" ;-) Ora mi fa ridere vederlo in particine in alcuni vecchi film o serie tv, mi viene da puntare il dito dicendo: Toh il grillo parlante!
Elimina"In linea con l'assassino" non era affatto male, Joel Schumacher sfruttava una vecchia idea mai realizzata da Hitchcock (storia vera) per tirar fuori un filmetto che sapeva il fatto suo, Schumacher è stato massacrato per aver messo i capezzoli a Batman, ma ci ha regalato tanti titoli mica male ;-) Cheers!
Carabara, qui a Cinelandia ormai produciamo solo due cose ( e non sono tori e checche come diceva il tale ) : 1) kolossal ripieni di metaumani e mostri mutnti e robottoni ed elfi e draghi impegnati nella prossima apocalisse, roba che impegna somme sufficienti a clonare dai detriti e poi terraformare Krypton 2) low budget ed uno straccio di idea che funzioni come le sirene di Ulisse .
RispondiEliminaIo sono sempre per la opzione due. Non ti dico quanto mi sono battuto - kris malese tra i denti- per quel film con il tizio che non può uscire dalla cabina telefonica perchè sotto tiro. Sono riuscito dove nemmeno Hitch era riuscito ad ottenere il placet. Ancora un po' e non avremmo trovato una cabina telefonica in strada ed avremmo dovuto costruirne una il che avrebbe comportato lo sforare il budget. Io ora sto combattendo per un novanta minuti di film con un tale che resta chiuso dentro una di quelle macchinette per le istantanee dopo il crepuscolo mentre cerca di smaltire alcune sostanze psicotrope ed illegali e la macchinetta continua ad emettere foto del suo passato e del suo futuro. Sto mettendo da parte i dindi cibandomi solo di cipters della macchinetta e dividendo una bottiglietta di Gatorade collo sceneggiatore. Le due cannucce sono state prese in prestito dal set di un collega che sta girando in stop motion un film con pupazzi di pezza che si lanciano dardi avvelenati come gli jivaro. Tutto per l'arte. Ciao ciao.
Avete fatto appena in tempo, altrimenti per la cabina del telefono sarebbe stata necessaria la CGI come per i dinosauri di Spielberg, ma a quel punto sarebbe già scattato il mega blockbuster su Doctor Who ;-) Dove posso contribuire all’idea della macchinetta spara foto? Un film così oltre a scriversi da solo io lo guarderei molto ma molto volentieri, non scherzi mica! Cheers
EliminaSei il nostro pubblico ideale, ma non sei tutto il nostro pubblico. Non ti annoierò con le lettere di commento per il mio script in cui ipotizzavo che la cabina telefonica del dottore si materializzasse ad un incrocio giusto per essere piallata da un pazzo in fuga dalla polizia con l'auto piena di grilli parlanti di plastica colla cordicella che iniziano tutti insieme a fare la ramanzina al driver nel momento del botto. Il dottore restava offeso e ricoverato senza memoria in un ospedale dove era operato anche al viso e sbendato era Chris Plummer mentre nelle foto che aveva in tasca era Kev Spacey. Ero quasi riuscito a mettere insieme i dindi. Poi tutti pollici verso sud. So goes life.
RispondiEliminaAnche perché Kev è diventato improvvisamente una foto (segnaletica) mentre Plummer a cui nessuno tranne Terry Gilliam dava un ruolo decente, ora ha l’agenda piena fino al 2034 ;-) Frank Grillo nella parte del Grillo parlante, così risparmiamo qualcosa, fosse solo in caratteri da digitare, anche sulla grafica dei titoli di coda del film, un soldo risparmiato è un soldo guadagnato. Cheers!
EliminaWao, perfetto, da vedere. Ritmo, durata, tutto preciso, e poi... amo i film (tamarri) con le auto^^
RispondiEliminaMoz-
Questo si tiene le sgasate per la fine, però sporca davvero pochissimo il foglio, merita un'occhiata ;-) Cheers!
EliminaInvece questo non è proprio il film per me :D
RispondiEliminaLe avventure in auto per me sono affrontare la gente che entra in carreggiata principale tagliandoti la strada, il vecchietto che va ai 40 laddove il limite è dei 70 oppure la donna che alla rotonda si ferma anche se ci sono le baglie di fieno che rotolano...
Ecco quelle sono le avventure vere in auto, la vera azione, il vero pericolo! ;-) Cheers
EliminaIl film non l'ho visto... Ma commento con una scemata.
RispondiEliminaIl tizio in copertina mi sembra Troisi XD
Credimi ho avuto un colpo a vederlo :D
Ahahah é vero! Mi da che a Photoshop la mano é scappata ;-) Ora mi immagino tutto il film con Troisi che alle minacce di morte al telefono risponde: "Si mo mo segno" ;-) Cheers!
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