mercoledì 29 novembre 2017

Mindhunter - Stagione 1: Fissare a lungo l'abisso, a tuo rischio e pericolo


“Profiler” è diventata una parola familiare al pubblico televisivo, ci sono un sacco di serie tv che ruotano attorno alla figura dell’agente dell’FBI esperto nel decrittare la mente dei “Serial Killer”, altra doppietta di parole inglesi da cui le serie tv pescano a piene mani.

“Mindhunter” basata sul libro “Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano” scritto da Mark Olshaker e John E. Douglas, ci racconta l’inizio della storia, portandoci tutti nell’anno 1977 quando l’agente il giovane e talentuoso agente dell’FBI Holden Ford (Jonathan Groff) in coppia con il navigato collega Bill Tench (Holt McCallany) iniziò a studiare una tipologia di assassino dal principio etichettato come “Assassini sequenziali” per voi evolvere in “Assassini seriali”, giusto per dirvi in qualche zona oscura ed inesplorata della psicologia criminale i due si sono messi in testa di muovere i primi passi, una branca che allora non aveva nemmeno una suo vocabolario specifico.

"Mi dica che cosa vede qui?" , "Due sbirri per altro vestiti uguali".
Ora ve lo dico poi voi siete liberi di arrivare alle conclusioni che preferite: ho sempre avuto una passione per le storie dei serial killer americani, mi piace leggere dei dettagli dei loro omicidi, delle loro tecniche, oh! Non vi stupirete mica del fatto che sono un tipo strano, no?

Ecco, i primi due episodi sui dieci che compongono la prima stagione di “Mindhunter” mi hanno esaltato, mentre lo guardavo pensavo che questa regia e questa ambientazione anni ’70 sembravano figlie di quel capolavoro che è “Zodiac” (2007) diretto da David Fincher e sapete perché questa serie ricorda così tanto quel film? Perché è creata e diretta proprio da Fincher! Oh, sentite ogni tanto mi distraggo e mi perdo questo tipo di dettagli, da niente direi.

Insomma, per essere uno che per anni si è sforzato a ripetere «Non sono il regista dei serial killer», Fincher tende a tornare spesso sull’argomento, "Seven" (1995) e "The Girl with the Dragon Tattoo" (2011) potrebbero rientrare in questa categoria (il primo sicuramente!), mentre proprio “Zodiac”, a mio avviso, è stato un punto di svolta davvero autoriale per il regista di Alien 3.


"Non è stata colpa mia, lei mi ha detto di farlo!".
I primi due episodi di “Mindhunter” sono una bomba, la regia di Fincher è come al solito millimetrica e gli attori sono fenomenali, uno svetta su tutti gli altri, anche per motivi di altezza, si tratta di Cameron Britton che interpreta in modo davvero viscido e sinistro Ed Kemper, noto anche come “Co-Ed Kemper” uno dei più efferati assassini della storia degli Stati Uniti, che qui ha il compito (del tutto riuscito) di risultare l’Hannibal Lecter della situazione, il male incarnato che, però, in quanto a carisma non è secondo a nessuno.

Nella serie troviamo anche Anna Torv, la bionda di “Fringe” negli elegantissimi panni della psicologa Wendy Carr che si unisce presto alla squadra, non con qualche problemuccio personale da risolvere prima. Il mio problema con la Torv torna di stretta attualità: la trovo molto brava, ma quando entra in scena mi ricorda che non sono mai andato oltre l’episodio 1x14 di “Fringe” senza cadere in un sonno pesantissimo, roba da bolla al naso tipo manga Giapponese, un problema che in questa serie torna di stretta attualità.


"Sentito? Cassidy non ha mai visto Fringe" , "Sapevo che il ragazzo aveva qualche problema mentale grave".
“Mindhunter” non è chiaramente una serie basata sull’azione, le uniche scene d’azione (e saranno tre sparse su dieci episodi) sono momenti non chiave della storia. I protagonisti qui parlano un sacco, in certi momenti ci si appassiona al modo in cui il loro lavoro influisce sulle vite personali, tipo nella riuscitissima scena delle scarpe della fidanzata di Ford, un momento che riesce ad essere ironico e amaro in parti uguali.

Funziona un po’ meno l’eterno ciarlare che fa stagnare la parte centrale della stagione, non aiuta, il fatto che quel losco figuro, che fa la sua breve comparsata in ogni episodio della serie ed è chiaro che sarà il prossimo “Cliente” della squadra (COFF! Coff! Il figlio di Sam! Coff COFF!) in questa stagione sia l’eterna promessa che non si avvera mai, rimandata chiaramente (e volutamente) alla stagione due.

Il problema è che “Zodiac” poteva permettersi di concludersi con un finale che non era un finale visto che l’identità dell’assassino dello Zodiaco non è mai stata scoperta per davvero. Quindi, quel suo Non-Finale, alla fine riusciva ad essere un finale e pure molto bello per quella storia.


"Questo è il punto esatto dove ti si bloccherà il finale di stagione".
“Mindhunter” gioca nello stesso territorio, ci illustra la nascita di una professione prendendosi tutti i suoi tempi e rimandando quel finale a data da destinarsi, quindi stringi stringi, dopo dieci episodi hai l’antefatto di una storia che si prospetta molto lunga che dopo dieci episodi rischia di lasciare il pubblico con l’antica sensazione che potremmo riassumere come: «Eh, ma quindi?».

Per ora l’unica certezza è che la serie tornerà con una seconda stagione nel 2018, ci sarà ancora David Fincher e ruoterà attorno alla morte di 24 bambini nota negli Stati Uniti come “Atlanta child murders”. Il potenziale di questa serie è come la sua qualità generale: altissimo, ma se dovessi dirvi che tutti e dieci gli episodi mi hanno entusiasmato come l’inizio dovrei mentirvi.

In generale, “Mindhunter” unisce fatti realmente accaduti ad eventi di fiction come piace a me, il tema dei serial killer mi attira molto e il marchio di David Fincher, anche quando lavora su serie tv come ha fatto, ad esempio, in alcune stagioni di House of cards è tutto lì da vedere, quindi occhio perché questa serie è destinata a volare in alto.


Visto che siamo in argomento, non perdetevi il pezzo del Cumbrugliume dedicato a questa serie!

16 commenti:

  1. Questa non la conoscevo, certo Fincher è garanzia di qualità!

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    1. Ha un modo di dirigere immediatamente riconoscibile, ultimamente poi non è raro vederlo alla prese con le serie tv, insomma il ragazzo si tiene in movimento, per nostra fortuna. Cheers!

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  2. L'amichevole Cassidy di quartiere salva sempre la giornata: proprio oggi infatti in due mi hanno chiesto di consigliare loro qualche nuova serie gagliarda, e come al solito sono in difficoltà, visto che io non guardo nuove serie gagliarde. Amazing Cassidy arriva al momento giusto e già mi sono rivenduto "Mindhunters", usando la tua descrizione come trametta :-P

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    1. Il tempismo non è quasi mai il mio forte (anzi!) ma per questa volta sono felice di essere arrivato giusto in tempo per essere d’aiuto, mi sento legittimato a canticchiarmi il tema di Spidey in testa per il resto della giornata ;-) Cheers!

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  3. Sto procedendo piano piano con la serie visto che mi è subito piaciuta...sono arrivato giusto al quarto episodio. Comunque è vero concettualmente è l'evoluzione stilistica del genere thriller iniziata con Seven e poi passata con Zodiac. Molto bella la regia, Fincher è presente in 4 episodi negli altri vi è anche il regista del documentario su Senna. Ottimo il cast: Jonathan Groff, Anna Torv, McCallany, Britton e ultima ma non oer importanza Hannah Gross (che in pratica è la studentessa universitaria che tutti vogliamo prima o poi incontrare).

    Comunque mi piace molto questa serie, Fincher assieme a Netflix e Charlize Theron hanno colto nel segno (anche grazie ad una sceneggiatura di Joe Penhall) la gente è semore affascinata dal male.

    Vedremo Tarantino, cosa farà con il nuovo film in produzione che per certi versi dalle notizie sembra rifarsi forse a queste tematiche.

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    1. I collaboratori che Fincher si è scelto e che gli danno il cambio alla regia non abbassano certo il livello, il cast è davvero ottimo, il personaggio di Hannah Gross poi è l’esatto opposto del protagonista, tutto precisino e impostato.

      Non è ancora chiaro il tema del film di Tarantino, le ultime affermazioni parlano di un film sul 1969 in cui ci sarà di sicuro dentro anche Charles Manson, spero che sia la versione di Quentin di quell’horror che aveva già minacciato di dirigere dopo The Hateful Eight ;-) Cheers!

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  4. L'ho vista tutta, mi è piaciuta molto come serie, forse un po' lenta la narrazione, ma l'idea è buona.

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    1. Sono estremista come al solito, è anche fin troppo lenta nello sviluppo ma l’idea è buonissima. Mi piacciono comunicare per iperbole ;-) Cheers

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  5. Mi é piaciuta veramente tanto invece e pure io ho questa malsana passione per i serial killer. A me gli episodi poi son piaciuti proprio tutti!

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    1. Ammetto di aver un po’ faticato, ma il tema è fighissimo e l’atmosfera anche, cinque alto! Non sono solo io allora il maniaco dei maniaci ;-) Cheers!

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  6. Fincher è uno dei miei registi preferiti (il mai citato "The Game" dove lo mettiamo?), quindi ottima segnalazione. Vedo di recuperarmelo...

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    1. Il ragazzo ha fatto le prove generali dirigendo qualche episodio di “House of cards”, deve essersi trovato bene sul piccolo schermo ;-) “The game” non lo rivedo da anni, una volta di questo dovrei rivedermelo, comunque mi era piaciuto molto. Cheers!

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  7. Grazie per la citazione! A me l'eterno ciarlare anche nelle puntate di mezzo è piaciuto molto, Mindhunter mi ha proprio preso per la sua psicologia e per l'attenzione al dettaglio. Poi è chiaro, quando sulla sedia del regista si accomoda Fincher (nei primi due e negli ultimi due episodi) è tutta un'altra storia. Per me è nella top 5 delle serie dell'anno, anche se devo ancora decidere la posizione!

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    1. Figurati doverosa! Verso metà mi ha sfiancato tutto questo parlare, però sono d'accordo con te, Fincher ha un altro passo, ed ora sono curioso per cosa si inventerà per la stagione due. Cheers!

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  8. Io invece ho preferito nettamente questa serie a Zodiac, film valido ma che non mi aveva conquistato del tutto...

    Fringe faceva dormire pure me, però questa volta Anna Torv si è riscattata! :)

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    1. Anna Torv è brava ed è anche molto bella! Con "Zodiac" Fincher ha fatto il suo decisivo passo per diventare un autore secondo me, tanto che anche questa serie coglie i frutti di quel lavoro, sono curioso di vedere cosa combineranno nella stagione due. Cheers!

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