mercoledì 18 ottobre 2017

Preacher - Stagione 2: Santi, vampiri e predicatori


So che in molti hanno dubitato di questa serie ed inizialmente anche io avevo dei dubbi perché, potreste averlo intuito, il tizio che va in giro facendosi chiamare Cassidy potrebbe essere appena appena appassionato della serie a fumetti creata da Garth Ennis e dal compianto Steve Dillon (che la terra ti sia lieve).


Quel matto di Seth Rogen, insieme ai compari di sempre Evan Goldberg e Sam Catlin con la prima stagione di questa serie ha dimostrato di avere le idee piuttosto chiare, non un adattamento pagina per pagina, ma un prodotto televisivo che sta in piedi sulle sue gambe, pur abbracciando in pieno lo spirito e la follia di Garth Ennis, limiti della censura permettendo, ovvio.

Fin dagli ultimi episodi della stagione precedente è stato chiaro che Rogen e soci si sono presi delle libertà, anche grosse nel modificare il passato dei personaggi e non mi riferisco al fatto che Tulip nella serie sia l’etiope naturalizzata irlandese Ruth Negga anzichè una specie di Cameron Diaz con il carisma.

Quello che mi preoccupava sul serio era il famigerato “Ritmo AMC”, quello che vuole che tutte le serie di punta di questo canale procedano con l’andamento “Calma, calma, ritmo lento” che hanno sfoggiato anche i primi dieci episodi di “Preacher”. Quel classico “Non succede niente” che può tradursi nelle palle ripassate con la tela smeriglio di serie come I Camminamorti, oppure quel niente in cui in realtà succede di tutto come in quel capolavoro di “Breaking Bad”.


Cosa serve essere nel cast di Preacher se non puoi fare un po' il figo?
Ecco, sono bastati i primi tre episodi, ma forse anche solo il primo, della seconda stagione di “Preacher” per capire che la musica era cambiata, il viaggio “On the road” alla ricerca di Dio onnipotente del reverendo Jesse Custer della sua ragazza Tulip e del loro compare, il Vampiro irlandese Cassidy è iniziato per davvero ed oltre alle teorie cospirazioniste sull’utilizzo dei prepuzi asportati di Cassidy, abbiamo un ottimo ritmo, azione, sangue senza tirar via la mano, blasfemie assortite e una squadra di poliziotti falciata dai revolver del Santo degli assassini, in una scena che omaggia palesemente una delle più cazzute del primo ciclo di storie del fumetto.

"Ragazzi mettete via le armi, vi ricordate come è finito nel fumetto no?".

"Cosa vi avevo detto? Così imparate ad ascoltarmi".
Sapete cos'è accaduto anche che mi ha dato la prova che questa serie ha davvero messo il culo sui binari giusti? Il fatto che la solita associazione americana ultra religiosa, abbia protestato con AMC chiedendo non solo la cancellazione della serie, ma anche delle scuse ufficiali da parte dell’azienda per il contenuto altamente blasfemo (a detta loro) messo in onda, serve che aggiunga il solito storia vera o vi basta conoscere un po’ gli Americani per crederci?

L’inizio, come detto, è una discreta bomba, inseguimento in auto con pellicola sgranata e il Santo, inarrestabile assassino sulle tracce del nostro trio, interpretato davvero molto bene da un azzeccato Graham McTavish.

Il primo indizio raccolto dal trio porta la scombinata compagine nella patria del Jazz, ovvero New Orleans, sì, perché pare che l’Onnipotente sia ossessionato da un rarissimo pezzo intitolato “A walk to the peak” e quale posto migliore della “Big Easy” dove ascoltare del Jazz fatto come si deve? Problema: la cittadina nota per il suo folle martedì grasso è anche la zona delle operazioni del famigerato Viktor, da cui Tulip stava fuggendo fin dal pilot della serie.


"Quindi stiamo cercano un locale Jazz, a New Orleans? Quanti episodi dura la stagione, 963?".
Dominic Cooper e Ruth Negga sono sempre più a loro agio nei panni di Jesse Custer e Tulip, apprezzo il fatto che entrambi non siano i due tostissimi chiodi da bara del fumetto, ma due personaggi con debolezze che stanno prendendo forma sotto i nostri occhi, basta vedere il modo libertino con cui il Predicatore utilizza il Verbo, solo nella prima puntata della serie Jesse lo utilizza quasi più volte che nei 66 numeri della serie a fumetti!

Chi, invece, si è trovato alla grande nei panni di Cassidy è Joe Gilgun che qui continua a furoreggiare, incredibile che in certi momenti sia lo squilibrato vampiro irlandese a cercare di fare da paciere tra Jesse e Tulip, quando nel fumetto è spesso LUI il vero motivo della zizzania, però le dinamiche tra i tre personaggi funzionano e poi ditemi pure che sono di parte (avreste ragione), ma Cassidy è sempre il migliore! Giuro non è una frase messa qui per assecondare la mia scarsa autostima, lo penso sul serio.


Cass non credo che il gioco del coltello si faccio in questo modo.
Come detto, la serie non ha paura di prendersi licenze rispetto al fumetto originale, ad esempio ho trovato molto azzeccato l’utilizzo del personaggio di Dennis, che i lettori ricordano dalla prima trasferta newyorkese dei personaggi la loro prima tappa del viaggio (a New Orleans ci arriveranno molto più avanti), ma è solo una delle strizzatina d’occhio non invasive gettate nella mischia per i lettori, spero che abbiate notato i poster di Bill Hicks e la foto del Duca John Wayne, non messi certo lì a caso.

Proprio il personaggio di Dennis rappresenta una novità che ci aiuta ad approfondire il personaggio di Cassidy, persino il Santo degli Assassini subisce qualche piccola modifica, devo ammettere che l’idea del camioncino blindato e della raccolta di anime in provetta mi ha fatto un po’ storcere il naso, ma alla lunga e sparsa sui tredici episodi di questa seconda stagione anche questa svolta a metà tra il misticismo e la fantascienza trova il suo spazio e contribuisce al colpo di scena finale, che non è davvero niente male anche solo a livello di coinvolgimento…


Se questo è un Santo, figuriamoci i diavoli come sono.
… Ok, lo so che accadeva (quasi) la stessa cosa nel fumetto, però in maniera abbastanza diversa a confermare il fatto che questa serie abbia tutto per appassionare i neofiti, ma allo stesso tempo per non essere una pallosa replica con attori della trama che abbiamo letto mille volte tra le pagine scritte da Ennis e disegnate da Steve Dillon.

Forse la parte che mi ha convinto meno della stagione sono stati quei due o tre episodi centrali in cui Tulip turbata dal suo incontro con il Santo si lancia in costanti sfide con la morte, ecco forse del trio è proprio il personaggio di Tulip quello che andrebbe ancora sviluppato, in troppi momenti i suoi cambi di umore rischiano di farla passare per un'isterica. Seth Rogen, Evan Goldberg, prendete appunti grazie!


Anche nella serie, quando vedo questa faccia, scoppio a ridere pensando a cosa gli accadrà.
Inoltre, in questa stagione “Preacher” introduce alcuni comprimari storici della serie, anzi, alcune nemesi storiche, una in particolare, ovvero Herr Starr. Ora, io non so dove abbiano pescato l’attore Pip Torrens (anche se ha recitato nell’ottimo The Crown), ma il suo Starr è assolutamente perfetto, basta guardare l’episodio 2x07 (“Pig”) che tra ehm… Maiali volanti e l’esilarante scena dell’addestramento, introduce il personaggio e con lui il famigerato e potentissimo Graal... Se siete ansiosi di saperlo sì, non mancano nemmeno i tormenti (di ogni genere!) che Starr è costretto a subire per colpa di Jesse Custer, insomma lo spirito dei personaggi resta intatto. Venite a dirmi che Lara Featherstone qui non è bionda, Julie Ann Emery è assolutamente perfetta per il ruolo!

Due facce che i lettori riconosceranno al volo.
La seconda stagione di “Preacher” si ritaglia il suo tempo per sfornare scene molto riuscite, guarda caso, nell’episodio diretto da Seth Rogen (2x02 “Mumbai Sky Tower”) Cassidy si mette a fare festa in puro stile, beh… Film di Seth Rogen! Non si smentisce mai quel ragazzo.

Menzione speciale anche per le scene d’azione, nel primo scontro con i soldati del Graal Dominic Cooper risulta un po’ scolastico nell’assestare i colpi, ma poi decisamente migliora, ho apprezzato il lungo pestaggio sulle note di “Uptwon girl” (grande utilizzo della musica fuori contesto, per altro!) dell’episodio 2x04 (“Viktor”), ovvero della soggettiva in cui l’Unità Sansone del Graal fa irruzione nell’appartamento dei nostri, tutta mostrata dal punto di vista del visore notturno dei soldati, in una specie di versione in piccolo di “REC” (2007) dove, però, ad un certo punto tocca vedersela con un vampiro irlandese incazzato. Niente male nemmeno la scena di Jesse alle prese con i terroristi Armeni, in cui utilizza la pistola scarica come quest'anno ho visto fare solo in Atomica Bionda!


Il nuovo insegnante di religione a scuola.
Le parti più azzeccate sono proprio quelle in cui la serie decide di prendersi i suoi spazi e sfoggiare la cattiveria e lo spirito caustico tipico del fumetto di Garth Ennis e Steve Dillon alla sua maniera, sarà anche spalmata lungo tutta la stagione, ma la sottotrama di Eugene “Facciadiculo” Root intrappolato all’inferno è davvero ottima, non so quante serie possano permettersi di utilizzare il personaggio di Adolf Hitler (Noah Taylor mette anche questo nella sua curriculum di cattivoni) e trasformarlo in un personaggio molto centrato, perfetto per quella situazione, positivo no, non scherziamo nemmeno, ma se non è voglia di provocare questa allora non esiste la voglia di provocare.

"Ho sentito dire che il diavolo di South Park passerà a trovarci...".
Proprio nella sua trasferta infernale Eugene diventa un personaggio con una sua storia, il suo dover continuamente rivivere il momento più drammatico della sua vita aiuta a farci patteggiare per lui e l’effetto finale funziona molto bene.

A proposito di provocazioni è l’esilarante inizio dell’episodio 2x10 (“Dirty Little Secret”) ci mostra forse l’idea più blasfema di tutta la serie a fumetti “Preacher”, mi ha fatto molto piacere vedere che gli autori abbiano osato facendoci conoscere il mitico Humperdoo, oppure abbiano deciso di utilizzare una persona travestita proprio da cane (chiamiamolo così…) Dalmata per rappresentare l’Onnipotente, tutta roba che rispetta lo spirito del fumetto e fa incazzare i ben pensati. La scena d’apertura di questo episodio, in cui mettiamola così, Gesù ci fa capire che davvero predicava l’amore non solo in senso lato, è proprio quella che ha fatto incazzare la sopra citata comunità religiosa. Massimo rispetto per tutti, però il senso dell’umorismo ogni tanto, andrebbe anche utilizzato.


Ok, da padrone di Dalmata ora sono ufficilmente molto preoccupato!
Il finale piuttosto coinvolgente ci lascia tutti con delle ottime premesse per il futuro di questa serie, in alcuni flashback Evan Goldberg, Seth Rogen e Sam Catlin ci hanno mostrato il passato del giovane Jesse Custer, con quella bara che i lettori ricordano molto bene, è chiaro che Angelville sarà al centro della stagione numero tre, personalmente non vedo l’ora.

La seconda stagione di “Preacher” si avvicina ai canoni, esagerati e satirici del fumetto, ma resta una storia abbastanza nuova da poter intrattenere anche i vecchi lettori come me, lo so che questo è un punto che divide, ma sono sempre a favore di un adattamento che non sia un’ammaestrata replica della storia che già conosciamo. I lettori di fumetti e ne posso parlare male perché rappresento fieramente la categoria, per essere così affamati di nuove storie, sono fin troppo conservatori nei confronti delle stesse.

"Tu non somigli al Jesse Custer del fumetto?" , "Di un po' stai scherzando vero?".
Se voglio leggermi quel fottuto capolavoro di “Preacher” posso farlo ogni volta che voglio, mi basta mettere mano ai miei volumi della serie, da una serie mi aspetto che sia fedele, non una fotocopia, per ora andiamo sempre meglio e il potenziale di miglioramento di questa serie è ancora molto grande, non vedo l’ora di esplorarlo.

10 commenti:

  1. Condivido il discorso finale sull'adattamento, se volessi la stessa storia mi rileggerei il fumetto! Il resto dell'articolo l'ho scorso velocissimamente per evitare spoiler anche minimi, visto che ancora devo cominciare.. :)

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    1. Sono rimasto sul vago comunque hai fatto bene goditi la stagione ;-) Discorso annoso lo so, fedeltà totale quindi replica con attori o interpretazione? Siccome sono sempre alla ricerca di qualcuno in grado di raccontarmi una storia che mi appassiona, preferisco la seconda tipologia. Restando in casa AMC "The walking dead" era meglio quando non era la copia sbiadita del fumetto, anche se lo so, non é proprio la serie migliore da usare come esempio ;-) Cheers!

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  2. Bravo, continua a tenermi aggiornato che poi un giorno farò la botta da matto e mi vedrò tutto d'un fiato :-P

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    1. Sicuro contaci, appena il livello di questa serie dovesse scendere mi sentirai subito digrignare i denti, per ora vai tranquillo ;-) Cheers!

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  3. Io sono per una via di mezzo, alcune cose le ho apprezzate mentre altre non mi hanno convinto del tutto.
    La serie è altalenante in quanto a ritmo, ma il coraggio di alcuni episodi è apprezzabilissimo.
    Apprezzo anche il fatto che non sai cosa aspettarti anche se hai letto il fumetto e forse i cambiamenti sono la cosa migliore proprio perché prendono di sorpresa anche chi conosce a menadito tutta la storia.

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    1. Si come ritmo si incarta un po' verso metà in particolare sulla sotto trama dedicata a Tulip. Anche a me certe scelte non sono piaciute moltissimo ma sono state compensate dalle modifiche azzeccate. Per ora é ancora una serie che con una mano accarezza il lettore sulla testa e con l'altra lo sorprende rubandogli il portafoglio, il che mi sta bene. Non é una replica che può ancora migliorare. Cheers!

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  4. Ho finito di vederla giusto questa mattina mentre andavo al lavoro in metro. Mi é piaciuta,forse piú della prima. Non so ben decidere se ho adorato di piú il Santo degli Assassini o Herr Starr. Tulip mi é stata parecchio antipatica per tutta la stagione e mi é piaciuta la parte all'inferno

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    1. Oh bene sono contento ti sia piaciuta, è una spanna e mezza sopra la prima, il Santo è figo quasi quanto nel fumetto, quasi ;-) Tulip purtroppo è il punto debole della serie, devono lavorare sul suo personaggi, anche perché di lei sappiamo poco o nulla. Cheers!

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  5. Wao, quindi con la seconda stagione osano davvero più, specie dalle parti della blasfemia *___*
    Ok, forse... forse lo riprendo.
    Devo disabituarmi dal fumetto, che era perfetto. Tutto qui.

    Moz-

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    1. Il fumetto è un fottuto capolavoro, ma possiamo rileggerlo ogni volta che vogliamo. Qui grazie soprattutto a questa seconda stagione la serie ti riporta in quei territori e con quei personaggi, ma con una versione un po' differente. Eppure lo spirito irriverente, blasfemo e sboccacciato è proprio quello, fossi in te mi ci butterei, ha quel gusto per la provocazione che penso potrebbe piacerti ;-) Cheers!

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