mercoledì 11 ottobre 2017

Hitman vol. 1: C'è un nuovo sicario in città


Di quante prove abbiamo bisogno per considerare Garth Ennis uno dei più importanti autori di fumetti di sempre? La mia stima per quel pazzo di un Nord Irlandese è ai massimi, già solo per aver scritto il mio fumetto preferito, per le sue ottime storie di guerra, per il suo ciclo di storie di “Hellblazer” o quella bellissime dedicate al Punitore. Ah sì, poi ci sarebbe sempre quella cosina intitolata “Hitman” e qui come direbbero gli americani: And the crowd goes banana!


Sulle pagine di “Hellblazer” Ennis ha preso in mano un personaggio creato da altri (Alan Moore per la precisione) regalando a John Constantine alcune delle sue storie più rappresentative, forte di quel successo ha potuto insieme al compagno di sbronze Steve Dillon (ciao Steve! Minchia come mi manchi!) creare i suoi personaggi, il risultato è quel capolavoro gigante di Preacher. Ma “Hitman”, beh, è tutto un altro affare.

Lavorare per un colosso fumettistico americano, come potrebbe essere la Marvel o la DC Comics (pardon Distinta Concorrenza) non è un affare semplice, il più delle volte lavori con personaggi che non sono di tua proprietà, che devono sottostare a rigidi controlli da parte della censura e ad ogni piè sospinto, la “scuderia” organizza qualche maxi saga, mega evento che altera lo status quo dei personaggi, senza alterarlo poi davvero, ma più che altro per un pugno di dollari, o per qualche fumetto in più.


Quando vi chiedete dove Garth trovi l'ispirazione per le sue storie, ora lo sapete.
Inoltre, negli ultimi anni, il famigerato e integerrimo “Comics Code Authority” ha perso la sua onnipotenza, ma negli anni ’90 vi assicuro che faceva il bello e il cattivo tempo e se il mostro ha prima barcollato per poi cadere, è merito anche del lavoro di un iconoclasta come Garth Ennis. Ma se Preacher era un carro armato lanciato contro le istituzioni, Hitman è il guastatore paracadutato dietro le linee nemiche, se il risultato finale è un fumetto in pieno stile Garth Ennis, è soltanto perché un autore (pazzo) e di razza come lui, non può essere facilmente imbrigliato.

“Hitman” è durato 60 numeri, tutti pubblicati nell’era del Comics Code Authority, dal 1996 al 2000, ho seguito la serie fin dal suo italico esordio saltellando tra la serie regolare e le raccolte in volume e approfittando della ristampa della Planeta DeAgostini in tre comodi volumoni, mi sto concedendo una molto gradita rilettura, quindi come già fatto per Preacher, mi sembra doveroso omaggiare anche “Hitman”.



Hitman, Sicario, ovvero il protagonista della serie e anche la professione di Tommy Monaghan, se già lo conoscete lo idolatrate, altrimenti ve lo dico: il vostro prossimo personaggio dei fumetti preferito!

Irlandese di origine, irriverente per formazione, Tommy Monaghan vive a Gotham City, sì la città di Batman, ma il suo quartiere è talmente losco che penso che nemmeno l’uomo pipistrello voglia avvicinarsi, si chiama il Calderone, il posto dove gli immigrati in cerca del sogno americano venivano scaricati direttamente dalle navi, con venti isolati tutti dedicati agli Irlandesi e qui ci starebbe una citazione dal film “The commitments”.


Tommy e i suoi compari di bevute giù al Pub.
Il primo esordio di Tommy Monaghan avviene sulle pagine di “The Demon annual” #2, come comparsata dell’altro personaggio ai tempi scritto da Ennis, ovvero Etrigan, il demone che parla in rima della Distinta Concorrenza. A questo punto, subentra la prima (di tante) imposizioni della scuderia, il personaggio deve entrare a far parte del crossover “Linea di sangue” in cui alcuni alieni giunti sulla Terra, si divertivano a mozzicare umani risvegliando i loro poteri latenti, una roba da lettori di fumetti di super eroi, non agitatevi, il bello arriva dopo.

Ennis, gestisce questa (possiamo dirlo) stramba richiesta a modo suo, il morso dell’alieno nei limiti della censura assomiglia ad un mezzo stupro, a Tommy passa dall’essere un sicario di poco conto, ad un vero e proprio Hitman (nuovo soprannome di battaglia), dotato di vista a raggi-X e una capacità telepatica di leggere la mente. Due poteri che un ragazzaccio mezzo irlandese sfrutta alla sua maniera, nascosti i suoi occhi dalla pupille completamente nere, dietro ad un paio di occhiali da sole (un po’ come il vampiro Cassidy), Tommy sfrutta i suoi poteri per iniziare a farsi un nome, diventando un assassino con una sua etica, specializzato nell’uccisione di metaumani… Che ogni tanto sbircia le donne sotto i vestiti, mah vabbè non formalizziamoci, dai!
Un campione di stile, classe a raffinatezza.
Pastrano fino alle caviglie, sorriso irriverente sempre sul grugno, occhiali neri, una sigaretta appesa ad un angolo della bocca e una 45 automatica per ogni mano, Tommy Monaghan, spara dritto, insulta duro e beve forte, ma soprattutto diventa subito un personaggio di culto nel panorama della Distinta Concorrenza.

Garth Ennis ha sempre dichiarato di non odiare i super eroi, ma di odiare il modo in cui monopolizzano il mercato dei fumetti americano e ha sempre trovato il modo di inserire le tematiche e le situazioni (anche assurde ed estreme) che ama lui all’interno di questo mondo fatto di tutine aderenti e nomi altisonanti, Tommy Monaghan con i suoi modi irriverenti, è come un disco dei Clash o dei Pogues, sparato a palla durante una serata in cui è richiesto l’abito da sera.

Dove lo trovate un personaggio che nella sua seconda storia (tratta da Batman Chronicles #4), si becca un cazzotto nello stomaco da Batman e in tutta risposta, gli vomita la cena a base di curry del ristorante indiano sugli stivali?
Ci vorrà parecchio Bat-olio di gomito per pulire quei Bat-Stivali.
Oppure, che si permette di interagire con quello che io (ed evidentemente anche Garth Ennis) ho sempre considerato il super eroe più stupido di sempre, ovvero Lanterna Verde, trattarlo come un cretino verde vestito e fargli fare pure la figura del taccagno, quando al bar con gli amici, Lanterna non può offrire un giro, visto che il suo costume non ha tasche... Più che Lanterna Verde, Lanterna al verde!
Anche questa volta il super eroe più scemo di sempre, porta a casa un'altra bella figura di niente.
Poi ci sono gli amici di Tommy, un branco di sicari coloriti quasi quanto lui, il suo amico Sean Noonan, figlio del barista e veterano della seconda guerra mondiale Pat Noonan. Oppure, il freddissimo Ringo Chen (e ditemi che non è il nome più figo che vi sia mai capitato di sentire, dai?), ma anche quel cazzone di Hacken, cresta a t-shirt della guerra del Golfo, senza averla mai combattuta davvero.

A differenza del fidato Natt il cappello (in originale Nat the hat, purtroppo perdiamo l’allitterazione), commilitone di Tommy proprio durante Desert Storm e famoso oltre per il suo vistoso cappello, anche per il tentativo di non utilizzare parolacce, cosa che vi assicuro in un fumetto di Garth Ennis non succede tanto spesso.
Nat il Cappello, il compare di bevute (e sparatorie) ideale.
Se proprio dovessimo dirla tutta, tra gli amici del Pub ci sarebbe anche il super eroe Six Pack! Oddio, super eroe, lui va conciato con una tutina fatta in casa e il suo tasso alcolico costantemente alterato gli fa credere di avere qualche potere, ma oltre quello di straparlare e vomitare, Six Pack è più colorito che davvero utile, almeno nelle prime storie di “Hitman”, dategli tempo.

In questa storia di amici, Garth Ennis si porta dietro un suo amico direttamente da Belfast, il grande John McCrea, uno che si è fatto le ossa sulle pagine di “Judge Dredd” e con Ennis ha prodotto l’anarchico e controverso (tanto per cambiare) “Dicks”, ma anche un ciclo di storie per “The Boys”. Ennis ha sempre definito il disegnatore come uno della vecchia scuola, uno che quando disegna usa la matita e che se vuoi parlare con lui, o tiri su il telefono (scordati di mandargli un email), oppure vai al pub più vicino, su “Hitman” fa un lavoro splendido: non solo da forma alle follie di Ennis, ma riesce a rendere una sparatoria perfettamente coreografata, insomma l’uomo giusto per un personaggio come Tommy Monaghan.

Questo primo volumone raccoglie gli esordi del personaggio ed è uno spasso vedere Tommy interagire con il demone Etrigan, il personaggio creato da Jack Kirby, che Garth Ennis riesce a rendere tosto malgrado la parlata in rima. Il primo ciclo di storie “A Rage in Arkham” prevede una missione speciale per Tommy, un viaggetto da incubo nel famigerato manicomio criminale di Arkham per uccidere un cliente metaumano molto speciale: Il Joker!
Mettiamo un bel proiettile su quella faccia.
In questa porzione di storie esordisce anche un altro personaggio pazzesco, il temibile Mawzir demoniaco sicario infernale con dieci braccia (tutte armati di pistole!) inviato sulla Terra dall’Arkannone, l’inferno delle persone uccide da un proiettile, che vorrebbero Tommy Monaghan come suo nuovo assassino a piede libero sulla Terra, ovviamente Tommy è di un altro avviso e le pallottole voleranno sul serio.

Ma ne volano ancora di più nel secondo ciclo di storie contenute nel volume, ovvero “Ten Thousand Bullets” (Hitman #4-8 e Hitman ANNUAL #1) probabilmente il piatto forte del primo volumone. Qui Ennis si concentra sul sottobosco criminale di Gotham City, in una storia di assassini arrivati da Miami per uccidere Tommy e un lutto grosso e molto drammatico nella sua vita, ve lo dico? Una delle mie storie di “Hitman” preferite di sempre, in cui Tommy e Nat fanno volare davvero quintali di pallottole, in una versione su carta di un film di John Woo (non Tarantino, a cui Ennis viene sempre paragonato).

La soluzione Monaghan ai problemi della vita: Un'automatica per ogni mano in stile John Woo.
Non manca nemmeno il grande amore di Ennis per il western, nel primo Annual dedicato al personaggio, Tommy che normalmente cita Guerre Stellari ad ogni piè sospinto, ci rivela l’altra sua grande passione, quella per gli spaghetti western e si trova protagonista di un'avventura oltre il confine in pieno stile Western intitolata “Una bara piena di dollari” (mica male come nome, no?), disegnata da un'altra leggenda del fumetto e storico collaboratore di Ennis, il grande Carlos Ezquerra (in collaborazione con il bravissimo Steve Pugh) che con Ennis aveva già sfornato tra le altre cose, anche lo speciale di Preacher dedicato al Santo degli Assassini, giusto per stare in tema western!

"Sai che somigli a uno che vale duemila dollari?" , "Già, ma tu non somigli a quello che li incassa" (Cit.)
Si torna, invece, nel Calderone con il ciclo “Local hero” (Hitman #9-14) dove Tommy diventa il beniamino del suo scalcagnato quartiere, tenendo testa ad alcuni poliziotti mandati ad incastrarlo e dando pienamente forma alla sua etica, si ammazzano solo i cattivi, sicario assassino con vista a raggi-X va bene, ma con una morale cacchio! Inoltre, proprio qui fa il suo esordio la tostissima detective del distretto di Polizia di Gotham Debbie Tiegel, che inizierà una complicata relazione con Tommy. Sì, perché Ennis sa curare le sparatorie, farcisce le sue storie di trovate folli, ma sa davvero creare personaggi sfaccettati, capaci di corteggiarsi e innamorarsi in modo efficace e realistico. Salvo poi un minuto dopo inventarsi una storia come “Zombie Night at the Gotham Aquarium" che anticipa la mia degli squali zombie di una ventina d’anni o giù di lì!

Nelle ultime pagine, anche l’inizio della mitica saga “Ace of Killers” in cui oltre a ritornare il malvagio Mawzir, Tommy si ritrova incastrato in un assedio, con una certa signora appassionata di gatti piuttosto famosa a Gotham City, non aggiungo altro, perché la storia si completa nel secondo volume e, tranquilli, ne parleremo presto.
Ho come l'impressione che il vecchio Tommy sia un tipo da gatti, anzi, da gattine.
Insomma, “Hitman” è un capolavoro di un artista talmente irriverente, iconoclasta e talentuoso, da non poter essere imbrigliato tra maxi saghe e censure di sorta, il fatto che Tommy Monaghan abbia infestato la pagine della Distinta Concorrenza con la sua faccia da schiaffi e la sua attitudine Punk, è la prova della vittoria di Garth Ennis, l’uomo che non odia i super eroi no no… Se lo avesse fatto allora? Cosa gli avrebbe combinato?

8 commenti:

  1. Di essere pulp era pulp ma non ho mai amato alla follia questo fumetto, forse per i metaumani presenti (ok, mi dirai che in fondo anche Cassidy in Preacher lo è, ma è diverso). Ennis, dove lo metti, fa capolavori.
    Dillon ci manca troppo, col suo tratto pulito che sembra di guardare un cartoon.
    Comunque, Hitman dovrei riscoprirlo, forse, ma resto dell'idea che non lo amerei. Forse proprio per l'interazione col mondo DC (certo, anche se ci sono piccole perle come quella che citi su Lanterna Verde).
    Dio mio, la Catwoman coi capelli ricci e lunghi non mi è mai piaciuta, per inciso.
    Ricordo le sue storie parallele alla saga Figliol Prodigo (Prodigal), meglio senza quella chioma.Ma erano gli anni '90, dopotutto.

    Moz-

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    1. Concordo Ennis spacca, bisogna considerare che qui aveva sul collo il peso della censura, rileggendolo si nota, ma le sue trame sono comunque potentissime lo stesso, quindi tanto di cappello ;-)

      In questo volume sono raccolte le prime storie, dove i metaumani sono molto presenti, ma è divertente vedere come tutti (Lanterna Verde su tutti) fanno una figura di niente contro Tommy, l’unico che si salva è Etrigan, ma solo perché Ennis è affezionato al suo diavolaccio. Arriveranno commenti anche sui prossimi volumi, ti consiglio di dare una possibilità ad “Hitman”, per quanto mi riguarda il finale di questa serie, è tra i più belli mai scritto da Garth in carriera.

      Il suo look attuale è più figo, però devo dire che ai tempi faceva la sua (posso aggiungere porca?) figura, ma forse era colpa dei miei ormoni adolescenziali, per un po’ ho seguito anche la sua serie solista, “Figliol Prodigo” la ricordo in parte, per un po’ in italia Catwoman era pubblicata insieme a Wonder Woman in un assurdo fumetto che bisognava girare su se stesso per poter essere letto ;-) Cheers!

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  2. Carabara, mi permetto di non essere sicurissimo che la cena indiana di Tommy finisca sulle bat-scarpette in una cronica di Batman ( mi pare che la storia che citi sia quella che inizia con il primo piano del Dark Knight che morde una pistola ) quanto nel primo o nel secondo episodio di Hitman che devo aver letto nel primo numero della seconda serie del Lobo della Play Press. Pinzillacchere comunque. Hitman è da contestualizzare in quegli anni per capire perchè Mamma DC abbbia prodotto un fumetto così personale e lontano, per esempio, dalla Catwoman disegnata da Jim Balent qui richiamata da MikiMoz. Erano gli anni del successo del Jack Knight /Starman di James Robinson/Tony Harris ed AAVV in cui si cambiava mood ed ambientazione da numero a numero o da run a run e lo sceneggiatore poteva permettersi di guardare negli occhi il lettore via gli occhi del suo personaggio avatar e spiegargli cosa gli piaceva o no, come al bar. Fumetti per fans con i supereroi non tanto distanti dalla Vertigo ( in un numero di Hitman è citato John Constantine e Starman è stato protagonista di un team up con lo Wesley Doddds di Sandman Mystery THeatre ). Ennis e Mcrea erano in un momento magico - nella intervista al disegnatore nel citato numero di Lobo si accenna alla possibilità di un team up tra Hitman ed il Darkness della Top Cow che Ennis aveva co-creato - e hanno potuto portare la testata esattamente dove volevano, se non consideriamo piccole censure ( mi pare di ricordare che il gag con Bats dovesse atterrare dalle parti dell'Esorcista...).
    Bats che incerotta il Joker e la famiglia di freaks della pulotta afroamericana di cui Tommy sarà il primo amante sono divertenti ancora oggi. McCrea a me piace tanto. Non vado pazzo per gli inchiostri cupi di parte delle storie - lo preferisco nel citato Demon o anche nella mini coi personaggi di Autorithy o nella effimera Monarchy o in Tangled Web e mi spiace non sia stato tradotto il suo Superboy - ma pazienza: immagino fosse necessario che Leach incupisse il tratto del matitista considerato il mood di alcune storie.
    A chi ama il dinamico duo consiglio le storie di Castle in cui si prendono per il lato B Spidey e Logan ed uno zinzino, ma meno, anche Daredevil con ospite alla fine il Golia Verde.
    Immagina un Lupin III scritto e disegnato dai ragazzi di Dicks. B/n. Formato Millennium ( la mini italiana di inizio secolo con i talenti di Accardi, Signora, Crosa ed altri ndr ). Improvvisamente il mondo non sembra un posto migliore ? Ciao ciao.

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    1. La storia è proprio quella del primo piano dell’Uomo pipistrello, anche io ricordavo che fosse una delle prime storia della serie “Hitman”, perché su Lobo della Play Press fu presentata proprio tra le prime storie di Tommy, ma dopo una verifica mi pare davvero le cronache di Batman #4

      http://www.shwiggie.com/hitman/contagion/index.html

      Verissimo l’effetto Vertigo si sentiva, e le gag fanno ancora molto ridere, nel secondo volume di questa ristampa, un personaggio in particolare ci fa capire che Ennis poteva mostrare molto poco, ma riesce lo stesso a far ridere e disgustare (si, sto parlando di Bueno Exelente). McCrea è tornato a lavorare con Ennis su “The Boys” e anche “Tangled Web” che ancora oggi ricordo come una delle storie di Spidey più riuscite di sempre (“il Migliaio” mi pare si intitolasse).

      Il Punisher di Ennis che prende per il culo Logan, non era altro che la versione Marvel di Tommy vs Lobo, dimostrazione che all’Irlandese piacciono i duri veri, gli altri sono per lui solo guappi di cartone ;-) Cheers!

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  3. Un giorno trovai su bancarella una sua storia completa di quattro numeri, piena di citazioni cinematografiche, e l'ho adorata (e conservo ancora). Davvero un puro Ennis deflagrante :-P

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    1. Rileggendolo ho riscoperto alcune citazioni cinematografiche gustosissime, ne parlerò diffusamente nel prossimo post ;-) Hitman è invecchiato alla grande, veramente Ennis al suo meglio! Cheers

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    1. Hanno ristampato da poco tre volumoni in alternativa a breve arrivo von il resto dei post sul personaggio. Si lo so Garth Ennis é meglio ;-) Cheers!

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