The War - Il pianeta delle scimmie (2017): I'm talkin' about (the) war
Me la sono presa
calma complici le vacanze, ma non mi sono affatto dimenticato, è il momento di
completare la rubrica… Blog of the Apes!
War
What is it good for?
Absolutely nothing, say it again
War
What is it good for? Absolutely
nothing, come on
Il celebre inno
contro la guerra di Norman Whitfield che, personalmente, ho sempre amato nella
muscolare versione di Bruce Springsteen è la facilissima associazione di idee
che mi balza alla mente di fronte all’ennesimo colpo di genio della nostra
distribuzione che decide di “tradurre” un titolo inglese (War for the Planet
of the Apes) con un altro titolo pseudo inglese come “The War” (però con sottotitolo),
tirando le somme possiamo dire che il vero minimo comune denominatore della saga
del Pianeta delle scimmie, oltre ai quadrumani sono i pessimi titoli inventati
in uno strambo Paese a forma di banana scarpa.
In ogni caso, ho
visto anche questo ultimo capitolo, mi è piaciuto? Sì, ma anche no, cioè sono
confuso (più fuso che con) partiamo dalla fine, partiamo dal cattivo. Cosa gli
vuoi dire ad una saga che nel giro di due film, si gioca nel ruolo del cattivo
due dei miei attori preferiti di sempre? Prima Gary Oldman ed ora Woody Harrelson, davvero poco se non fosse che
malgrado abbia trovato Harrelson più in parte, entrambi hanno sformato due
prove che non sono criticabili, ma nemmeno verranno ricordate tra le migliori
di questi due grandi attori, che poi è forse il miglior concetto applicabile a
questo film.
“The War” è la
perfetta conclusione di una trilogia che malgrado il cambio di regista tra il primo e il secondo capitolo, ha saputo restare estremamente coerente con se
stessa nel bene e nel male. Anche in questo terzo film non mancano le
strizzatine d’occhio ai film originali della saga, ma soprattutto raramente al
cinema abbiamo visto tre film in grado di portare avanti dei personaggi fino a
far completare loro un arco narrativo coerente, il tutto mantenendo anche una
certa omogeneità visiva.
Il problema di
questo film è un po’ quello di tutta la nuova trilogia delle SIMMIE, ovvero che
dentro potete trovarci dieci idee buone, ma anche altrettanti spunti scemi quasi
tutti di sceneggiatura. Probabilmente questa trilogia verrà ricordata come
molto intelligente, anche se, a ben guardare, non lo è poi davvero. In pratica è
proprio come il suo protagonista, Cesare, un personaggio che viene considerato
bravo e intelligente perché di fatto scimmiotta (ah ah) tutti gli atteggiamenti
umani compreso quello di parlare, un po’ meglio di un uomo, un po’ peggio di
una bestia.
Lo voglio anche io il casco che ti trasforma in una scimmia!
Tutta questa
nuova trilogia fa proprio questo: scimmiotta qualcun altro. Avevo delle
aspettative per questo “The War”, perché se L'alba del pianeta delle scimmie (2011) era una rivisitazione di 1999 - Conquista della Terra (1972) e Apes Revolution - Il Pianeta delle Scimmie (2014) prendeva spunto da Anno 2670 - Ultimo atto (1973) per questo film mi aspettavo che il
regista Matt Reeves e lo sceneggiatore Mark Bomback, decidessero di camminare finalmente eretti e dire davvero qualcosa
di nuovo, invece “The War” risulta essere solo la “Coda strumentale”, passatemi la "metafora musicale” di Apes Revolution, un film che pesca ancora a quattro mani da Anno 2670, lo fa in
certi momenti anche molto bene, ma manca lo spirito originale quello anche
satirico di Pierre Boulle che nel 1963 scrisse il racconto originale.
Certo, rispetto
alla concorrenza in circolazione, fatta di tante super calzamaglie e remake inutili questa nuova trilogia delle SIMMIE sta
mezza spanna sopra tutti, cosa gli vuoi dire ad un film in cui le scimmie che
già nel capitolo precedente erano quasi perfette ora sono addirittura migliori,
non più personaggi in CGI, ma quasi un costume di scena computerizzato,
indossato da attori in stato di grazia come Andy Serkis, che qui ci regala una
prova che senza i peli digitali probabilmente gli avrebbe permetto di mettere
qualcuno dei premi che contano sopra la mensola del camino di casa.
Se mai dovesse vincere un Oscar, chissà se Andy andrebbe a ritirarlo in smoking oppure indossando i sensori.
“The War” fin dal
titolo (anche quello brutto italiano) era l’occasione per questa nuova trilogia
di portare avanti il testimone dei vecchi film della saga, composta da un capolavoro del cinema e da tanti film di puro intrattenimento, di qualità
inferiore, ma sempre pronti a fare satira del mondo moderno che fosse l’incubo nucleare, la paura del diverso, oppure la rivolta dei “Fratelli” neri negli statiuniti.
Sì, vero, in
questo film ci sono un sacco di temi e tematiche anche serie, popoli in fuga
dalla guerra, esodi di massa, ci sono campi di concentramento e scimmie
“collaborazioniste”, però vigliacca se mai, anche per un solo momento Matt
Reeves e Mark Bomback ci dicano in modo chiaro e preciso: "Sì, stiamo facendo un
metaforone sul pianeta Terra dell’anno 2017", non accade mai, cosa fanno loro?
Ci ricordano come fa Bruce Springsteen in apertura di questo post che la guerra
è brutta e non serve a niente e nessuno, ma per farlo guardano alla Siria,
all’Afghanistan e agli altri (purtroppo) mille fronti aperti? Ma va! Prendono a
modello ancora una volta Apocalypse Now (1979), che è sempre cosa buona e
giusta ok, però era la risposta di Coppola alla sua guerra di allora, quella
del Vietnam.
This is the jaw, my only friend the jaw (Quasi-Cit.)
Dopo Kong: Skull Island abbiamo un altro film
di scimmie ricalcato sul capolavoro di Coppola, se non fosse chiaro fin dalla
prova (magnetica) di Woody Harrelson che fa il colonello Kurtz della
situazione, basterebbe il visibilissimo graffito che compare nel film “APE-OCALYPSE
NOW” più chiaro di così Reeves cosa dovrebbe fare? Mettere un pezzo degli anni
’60 come sottofondo ad una delle scene più intense? Ah no, ha fatto pure quello,
“Hey Joe” di Jimi.
Visivamente il
film è molto bello, avevo già detto che Matt Reeves è bravissimo a gestire la
palette di colori e qui conferma la mia tesi, i toni del film seguono il
viaggio di Cesare e dei suoi compagni, Maurice, Rocket e ehm... Luca (avevano
finito i nomi esotici), quelli che io ho ribattezzato “I quattro della SIMMIA
selvaggia”. Ah, lo dico per correttezza: da qui in poi volano SPOILER sul film!
Cavalcano insieme, i quattro della scimmia selvaggia!
Un viaggio che
parte a cavallo lungo la spiaggia (come Taylor e Nova) dove i colori sono
caldi, si fanno più freddi come accade a Cesare che si ritrova il pelo sempre più
ricoperto di neve ad ogni tappa del suo viaggio in verso un ideale cuore di tenebra. Il travagliato finale dell’arco narrativo di una scimmia con tormenti da uomo
il cui unico obbiettivo è andare ad uccidere il Colonnello Kurtz McCullough
per vendicare la morte della sua famiglia.
Cuore di tenebra SIMMIA.
Un percorso ad
ostacoli che prevede scelte sempre più difficili, come portarsi dietro la portatrice
sana del nuovo ceppo del virus che ha prima sterminato gli umani ed ora li sta
facendo diventare sempre più scemi e muti, una bambina che infatti come si chiama?
Nova (occhiolino occhiolino). Ma anche dover affrontare il tradimento di
scimmie collaborazioniste come Winter, quanti altri blockbuster estivi moderni
ci sono in giro che si giocano una scena drammatica come quella proprio tra
Cesare e il gorilla bianco? Ve lo dico io: nessuno.
Tanto di cappello per utilizzare Koba come voce della coscienza di Cesare, ma ancora di più fare
di Winter un gorilla albino, una forma di vita rarissima che in altre
condizioni sarebbe da preservare a tutti i costi, come Copito de Nieve, il
gorilla albino che ha vissuto una vita nello Zoo di Barcellona, mentre qui non
fa che rendere ancora più drammatica la scelta di Cesare.
Il sogno del gorilla bianco.
Mettiamoci dentro
anche il personaggio di Asino (“Ti lasci chiamare asino?”) il personaggio che
incarna la rivolta delle scimmie e il ritorno al potere di Cesare, tutta roba
validissima che apprezzo niente da dire che, però, proprio come gli altri
capitoli della saga, va di pari passo con scelte di sceneggiatura frettolose e
se non proprio sceme.
Tutta la faccenda
del virus mutato in una nuova forma viene tirata dentro alla storia per i
capelli, per cercare di dare una forma circolare alla saga e mettersi in scia
al film del 1968, l’effetto collaterale è che Woody Harrelson tutto sommato si
riduce ad un altro padre tormentato (come Cesare, come Gary Oldman nel film
precedente) che disinnesca la tanto promessa “Guerra totale” che era alla base
di tutta la campagna pubblicitaria del film, doveva essere “SIMMIE vs. Umani:
Scontro finale”, invece ci troviamo davanti, “Umani Vs. Altri umani, ma di più e
poi se abbiamo tempo magari impalliniamo pure due scimmie”.
"Uh-uh ah ah uh!" (Tradotto dallo scimmiesco: Metaforone!).
Certo, il “Duello”
finale tra Cesare e McCullough è uno scontro tra due ottimi attori come Andy
Serkis e Woody Harrelson, mi spiace solo che il secondo non cacci mai fuori la
mascella nella sua caratteristica mimica, mi esalto ogni volta che lo fa!
Il prezzo da
pagare è l’enorme metaforone del muro da costruire, che non sarebbe
comunque in grado di fermare niente e nessuno visto che viene demolito con una
facilità irrisoria, oppure la scimmia con il piumino imbottito da paninaro
perché la spalla comica non può mai mancare, che nome gli diamo a questo
personaggio visto che con “Luca” ci siamo giocati l’estremo gesto di fantasia?
La chiamiamo “Scimmia cattiva” perché è il modo in cui gli umani la chiamavano
sempre, idea che conferma il fatto che uno dei miei cani probabilmente penserà
di chiamarsi “Dina levati!” perché ha la capacità di ficcarsi sempre in mezzo
ai piedi nei momenti meno opportuni (storia vera).
Povero, povero Sméagol... Ah no scusate, film sbagliato!
Quando poi la
guerra, quella vera, contro il famoso esercito gigante che ormai è in marcia già
dallo scorso film dovrebbe cominciare
davvero, di fatto non comincia mai (come per gli Estranei di Giocotrono) perché tutto si risolve con
l’ennesima trovata assolutamente cretina dettata dalla fretta: una mega slavina
che centra in pieno tutti tranne Cesare (ovviamente) e il resto delle scimmie
buone salite sugli alberi. Perché è notoriamente risaputo che quintali di neve
in caduta libera non travolgono MAI gli alberi, ma solo le persone,
possibilmente armate di mitra.
Insomma, capite la
mia posizione? In “War for the Planet of the Apes” ci sono dieci cose per cui
potrei tranquillamente amare questo film e quasi altrettante per cui per quanto
ben fatto, mi è sembrato la giusta conclusione dell’arco narrativo di Cesare, ma
una grande occasione sprecata in quanto a fantascienza che fa satira e metafora
nei NOSTRI tempi, il finale di una favola fantasy in cui le SIMMIE avrebbero
potuto essere quasi qualunque altra cosa (uomini rettili con le antenne,
folletti, fate voi) e non sarebbe cambiato poi molto, in questo senso il film
dimostra di non aver capito né la lezione di Pierre Boulle né quella del film del 1968.
"Tanto ho la testa più dura delle tue pallottole".
Però, devo dire
che se i protagonisti non fossero state scimmie, ci saremmo persi quello che è
forse il vero grande contributo di “The War” all’enorme panorama dei “Monkey
Movies”, questo va detto, perché Matt Reeves ha avuto il coraggio di rompere
un tabù: questo è il primo film in cui una scimmia lancia la sua cacca contro
un umano, un momento storico! Anzi, dirò di più, il lancio della cacca è un
elemento chiave è il momento in cui le scimmie riescono a mettere in atto il
loro piano con tanto di tunnel scavato per fuggire (come ne “La grande fuga”
1963 e sono già due volte che questa
trilogia cita questo capolavoro). Insomma, è un piccolo lancio di cacca per una
scimmia, ma un passo enorme per i Monkey Movies!
Le SIMMIE esultano per il grande risultato raggiunto!
Bisogna anche
dire che non manca la volontà da parte di Reeves e Bomback di rifarsi a tanto
cinema americano classico, oltre ai già citato “La grande fuga” e “Apocalypse
Now”, nel film troviamo un po’ di “Spartacus” e il finale poi, in cui la
palette cromatica torna ad essere calda, grazie a quei toni del rosso non ho
potuto non pensare a “I dieci comandamenti” (1956), vuoi anche per
un’associazione di idee visto che qui Cesare porta i suoi nella terra promessa
come un Mosè scimmiesco ed ora che ci penso vi ricordate chi interpretava Mosè
nel film di Cecil B. DeMille? A volte questo pianeta (delle scimmie) è davvero
molto piccolo, il cerchio è completo, così come questa rubrica.
"Indovinate chi è tornato?".
Cassidy saluta con il linguaggio dei segni poi
correndo sui pugni si arrampica su un albero e scompare tra le foglie.
Apocalypse Now è un film su di un regista che dirige un film sulle difficoltà di girare un film sul Vietnam che sia anche un film sulla follia della guerra e la follia di girare un film sul Vietnam ( G. Marzullo - Pensieri in caduta libera - Editori Riuniti Contro Crepascolo 2017 ). Kurtz è più puro di Woody. E' quasi assoluto, nel senso etimologico del termine e quindi paradossalmente assolvibile ed assolto dal " garzone di bottega mandato dal padrone a riscuotere i sospesi ". Simia Serkis condanna Woody Scucchia senza appello all'inferno di non poter chiedere a terzi di accompagnarlo all'uscita. Matt mi ha detto che dopo Bats intende tentare di rimettere in carreggiata Ghost Rider ispirandosi alla mini di Ennis e Crain - per ora tieni la notizia per te, mi raccomando - e quindi avremo un Johnny Blaze che tenta di scappare dalla follia dell'inferno ( " praticamente Saigon con tizi che si tengono le frattaglie con l'elmetto anche dopo il trapasso " ) saltando i reticolati con la moto ( " pensavo a Simon Pegg che sembra la caricatura di McQueen " ) che è uno hog in fiamme ( " penso ad una standing ovation quando Simon con la zucca in fiamme correrà per la route 666 canticcchiando Born to Wild " ). Vedremo. Ciao ciao.
Ho visto una scimmia strisciare sulla lama di un rasoio ;-) SIMMIA Serkis è meno malleabile di Martin Sheen, in compenso Serkis Jr. non farà mai i danni che può fare Charlie (Don’t surf) Sheen!
Ma lo vedremo mai questo “The Batman” sta diventando una barzelletta? Davvero mi sembra più probabile il rilancio di Ghost Rider che in questa versione mi guarderei molto volentieri. Simon Pegg sarebbe un netto miglioramento rispetto a Nicola Gabbia :-D Cheers!
Ahimè, questo causa bimba e causa micro-programmazione estiva dei cinema me lo sono perso. Recuperò appena possibile, ma senza fretta. Il secondo capitolo di questa nuova trilogia non mi ha entusiasmato per niente. Vedremo questo terzo come andrà. Da come la metti giù non mi pare male per nulla...
Ti capisco perché anche io sono riuscito a vederlo tardissimo rispetto all’uscita. Somiglia molto al secondo capitolo nei pregi e nei difetti, tutto sommato la trilogia risulta molto coerente. Cheers!
La recensione più matura di Cassidy. Sei stato più analitico di quanto abbia avuto voglia di fare io per questo film che invece ho visto e dimenticato. L'ennesimo scimmia-film che scimmiotta altri film e piacerà a grandi e piccini. I riferimenti ovvi potevano essere più ovvi di così solo se un narratore improvvisamente avesse tuonato attraverso l'impianto ATMOS della sala frasi del tipo "QUESTA SCENA È UN RIFERIMENTO AD APOCALYPSE NOW".
Sto diventando grande ;-) Ti giuro che non avevo idea da che lato cominciare ad affrontarlo il commento di questo film, che dentro ha tante trovate anche coraggiose per la media dei blockbuster ma anche altre scemissime, tipo una scimmia con un piumino, in sala ho proprio usato la frase: «Ma perché quella scimmia è vestita da paninaro?» ;-)
Ti ricordi quella scena di “Jarhead” in cui Donnie Darko marcia nel deserto, mentre sulla sua capoccia passa un elicottero che dalle casse spara un pezzo rock immediatamente riconducibile alla guerra del Vietnam? Potevano essere i Doors o magari i Creedence ora non ricordo. Insomma il soldato urla una frase tipo: «Ma non possiamo avere una canzone per la NOSTRA guerra?». Uguale, ho pensato proprio questo guardando questo film. Cheers!
Sono nell'imminenza di vederlo quindi ho letto solo fino alla scritta "spoiler", ma già posso dire che io sarò meno sensibile e ricettivo: sento che sparerò a tutte le scimmie digitali con la mia penna zinefila! :-D Vedremo...
Spero di cuore che ti piaccia, perché uno dovrebbe sempre divertirsi guardando un film, ma se dovessi fare una predizione, penso che sarà un pollice verso Zinefilo. Ha gli stessi pregi e difetti del film precedente, lo dico per questa ragione. Oh poi alle brutte ci verrà fuori una gran recensione Zinefilo ;-) Cheers
Ho riso molto alla tua battuta del casco scimmia XD Comunque sono rimasto soddisfatto da questo gran finale... E' il filmone (scimmiesco) che non mi aspettavo!
Se riesco a mettere le zampe su quel casco prometto che lo farò sapere subito, sono scoperte scientifiche che vanno condivise :-P Penso che il fattore sorpresa sia stato fondamentale per tutti i capitoli di questa trilogia, mai sottovalutare una scimmia, specialmente al cinema! :-D Cheers
Cass, due cose. La prima è che questo film mi ha soddisfatto come pochi nella saga scimmiesca: la perdita della parola degli umani unita alla trovata della bambola macchiata di sangue, la bambola di pezza inanimata, di contro a quella a "batterie secolari" del capostipite, in cui le gocce di sangue macchiano proprio il viso e la bocca... è uno dei più riusciti omaggi e "cerchi chiusi" a livello narrativo e simbolico in una saga. Dalla bambola che parlava rivelando la verità sull'umanità e il passato delle scimmie (1968), a quella muta che annuncia il futuro dell'umanità muta quando le scimmie parlano (2017)... insomma, applausi. La seconda è per quell'immagine di chiusura su Mosè, perché quando sono uscito dal cinema dopo aver visto questo film avevo in mente la trasfigurazione di Cesare come Mosè. Ebbene sì, in capo a un triennio che ci ha "regalato" il Noah di Aronofsky e l'Exodus di Ridley Scott, il miglior film bibilico è stato proprio questo "War", perché Cesare è la più grossa metafora (anzi, reincarnazione!) di Mosè che si sia mai vista, e anche la più apprezzabile in termini narrativi. Bob
Le citazioni interne ai vecchi film sono notevoli, quella delle bambola sicuramente una delle più riuscite, come come il Mosè Cesare, Matt Reeves non è uno sprovveduto, mestierante quanto vuoi, ma non stupido ;-) Cheers!
Con questo film, ho un rapporto "strano": lo apprezzo particolarmente, perché l'ho potuto vedere poco prima di un trasloco piuttosto significativo, ma dopo quel momento, non l'ho più visto sino a tempi recenti. Personalmente, l'ho trovato una buona chiusura della storia di Cesare, e un ottimo modo per seminare indizi su possibili sviluppi: la comunità di Cesare, ora guidata da Maurice, manterrà la propria linea pacifica? Ci saranno altre scimmie come Scimmia Cattiva? Ci saranno scontri fra i buoni e le altre scimmie? Il confronto fra Cesare e il Colonnello è davvero azzeccato e riesce a trasmetterti emozioni palpabili: il disgusto di Cesare nel comprendere come il Colonnello abbia ucciso suo figlio; il confronto fra i due, in cui Cesare capisce quanto peso si sia portato dietro con l'odio verso l'umano; e la morte finale...una scena che strappa un brivido ogni volta che la vedo. Forse, l'unico appunto che farei al film è che avrei voluto sentir parlare Maurice, Rocket e Luca...orma, dopo due film in cui le altre scimmie parlano con linguaggio dei segni, avrei gradito sentirle parlare nel corso di questo capitolo. Per il resto, forse troppo risolutrice la valanga ex machina che distrugge l'esercito umano, diciamo che è stato un modo per evitare che i nostri pelosi amici dovessero confrontarsi con dei soldati armati...è un'uccisione del pathos? Mah, non direi: tutta la parte precedente è pregna di tensione e conflitto, forse è stato meglio aver concluso positivamente l'epopea di Cesare. Delle molte saghe uscite al cinema negli ultimi 10 anni (nel 2011 usciva il primo film con James Franco) credo che questa sia l'unica che centra l'obbiettivo di rispettare il materiale originario, prendendo al contempo una sua direzione: non è stata una corsa perfetta, qualche buca c'è stata (come ha potuto Koba avere dei seguaci che si staglino contro Cesare? Oltretutto, servendo gli umani...se li vedesse Koba, si rivolterebbe nella tomba), e il secondo capitolo è forse il più deboluccio, come spesso accade coi film di raccordo....
Uno dei blockbuster più intelligenti e curati degli ultimi anni, sporcato da dei momenti di faciloneria che ne hanno inficiato sul risultato finale, in ogni caso confermo che Matt Reeves per me, è uno dei migliori talento in circolazione ad oggi. Cheers
Apocalypse Now è un film su di un regista che dirige un film sulle difficoltà di girare un film sul Vietnam che sia anche un film sulla follia della guerra e la follia di girare un film sul Vietnam ( G. Marzullo - Pensieri in caduta libera - Editori Riuniti Contro Crepascolo 2017 ).
RispondiEliminaKurtz è più puro di Woody. E' quasi assoluto, nel senso etimologico del termine e quindi paradossalmente assolvibile ed assolto dal " garzone di bottega mandato dal padrone a riscuotere i sospesi ". Simia Serkis condanna Woody Scucchia senza appello all'inferno di non poter chiedere a terzi di accompagnarlo all'uscita.
Matt mi ha detto che dopo Bats intende tentare di rimettere in carreggiata Ghost Rider ispirandosi alla mini di Ennis e Crain - per ora tieni la notizia per te, mi raccomando - e quindi avremo un Johnny Blaze che tenta di scappare dalla follia dell'inferno ( " praticamente Saigon con tizi che si tengono le frattaglie con l'elmetto anche dopo il trapasso " ) saltando i reticolati con la moto ( " pensavo a Simon Pegg che sembra la caricatura di McQueen " ) che è uno hog in fiamme ( " penso ad una standing ovation quando Simon con la zucca in fiamme correrà per la route 666 canticcchiando Born to Wild " ). Vedremo. Ciao ciao.
Ho visto una scimmia strisciare sulla lama di un rasoio ;-) SIMMIA Serkis è meno malleabile di Martin Sheen, in compenso Serkis Jr. non farà mai i danni che può fare Charlie (Don’t surf) Sheen!
EliminaMa lo vedremo mai questo “The Batman” sta diventando una barzelletta? Davvero mi sembra più probabile il rilancio di Ghost Rider che in questa versione mi guarderei molto volentieri. Simon Pegg sarebbe un netto miglioramento rispetto a Nicola Gabbia :-D Cheers!
Ahimè, questo causa bimba e causa micro-programmazione estiva dei cinema me lo sono perso. Recuperò appena possibile, ma senza fretta. Il secondo capitolo di questa nuova trilogia non mi ha entusiasmato per niente. Vedremo questo terzo come andrà.
RispondiEliminaDa come la metti giù non mi pare male per nulla...
Ti capisco perché anche io sono riuscito a vederlo tardissimo rispetto all’uscita. Somiglia molto al secondo capitolo nei pregi e nei difetti, tutto sommato la trilogia risulta molto coerente. Cheers!
EliminaLa recensione più matura di Cassidy. Sei stato più analitico di quanto abbia avuto voglia di fare io per questo film che invece ho visto e dimenticato.
RispondiEliminaL'ennesimo scimmia-film che scimmiotta altri film e piacerà a grandi e piccini. I riferimenti ovvi potevano essere più ovvi di così solo se un narratore improvvisamente avesse tuonato attraverso l'impianto ATMOS della sala frasi del tipo "QUESTA SCENA È UN RIFERIMENTO AD APOCALYPSE NOW".
PS il piumino da paninaro di Luca AHAHAHAH!
Sto diventando grande ;-) Ti giuro che non avevo idea da che lato cominciare ad affrontarlo il commento di questo film, che dentro ha tante trovate anche coraggiose per la media dei blockbuster ma anche altre scemissime, tipo una scimmia con un piumino, in sala ho proprio usato la frase: «Ma perché quella scimmia è vestita da paninaro?» ;-)
EliminaTi ricordi quella scena di “Jarhead” in cui Donnie Darko marcia nel deserto, mentre sulla sua capoccia passa un elicottero che dalle casse spara un pezzo rock immediatamente riconducibile alla guerra del Vietnam? Potevano essere i Doors o magari i Creedence ora non ricordo. Insomma il soldato urla una frase tipo: «Ma non possiamo avere una canzone per la NOSTRA guerra?». Uguale, ho pensato proprio questo guardando questo film. Cheers!
Sono nell'imminenza di vederlo quindi ho letto solo fino alla scritta "spoiler", ma già posso dire che io sarò meno sensibile e ricettivo: sento che sparerò a tutte le scimmie digitali con la mia penna zinefila! :-D Vedremo...
RispondiEliminaSpero di cuore che ti piaccia, perché uno dovrebbe sempre divertirsi guardando un film, ma se dovessi fare una predizione, penso che sarà un pollice verso Zinefilo. Ha gli stessi pregi e difetti del film precedente, lo dico per questa ragione. Oh poi alle brutte ci verrà fuori una gran recensione Zinefilo ;-) Cheers
EliminaHo riso molto alla tua battuta del casco scimmia XD
RispondiEliminaComunque sono rimasto soddisfatto da questo gran finale... E' il filmone (scimmiesco) che non mi aspettavo!
Se riesco a mettere le zampe su quel casco prometto che lo farò sapere subito, sono scoperte scientifiche che vanno condivise :-P
EliminaPenso che il fattore sorpresa sia stato fondamentale per tutti i capitoli di questa trilogia, mai sottovalutare una scimmia, specialmente al cinema! :-D Cheers
Cass, due cose. La prima è che questo film mi ha soddisfatto come pochi nella saga scimmiesca: la perdita della parola degli umani unita alla trovata della bambola macchiata di sangue, la bambola di pezza inanimata, di contro a quella a "batterie secolari" del capostipite, in cui le gocce di sangue macchiano proprio il viso e la bocca... è uno dei più riusciti omaggi e "cerchi chiusi" a livello narrativo e simbolico in una saga. Dalla bambola che parlava rivelando la verità sull'umanità e il passato delle scimmie (1968), a quella muta che annuncia il futuro dell'umanità muta quando le scimmie parlano (2017)... insomma, applausi.
RispondiEliminaLa seconda è per quell'immagine di chiusura su Mosè, perché quando sono uscito dal cinema dopo aver visto questo film avevo in mente la trasfigurazione di Cesare come Mosè.
Ebbene sì, in capo a un triennio che ci ha "regalato" il Noah di Aronofsky e l'Exodus di Ridley Scott, il miglior film bibilico è stato proprio questo "War", perché Cesare è la più grossa metafora (anzi, reincarnazione!) di Mosè che si sia mai vista, e anche la più apprezzabile in termini narrativi.
Bob
Le citazioni interne ai vecchi film sono notevoli, quella delle bambola sicuramente una delle più riuscite, come come il Mosè Cesare, Matt Reeves non è uno sprovveduto, mestierante quanto vuoi, ma non stupido ;-) Cheers!
EliminaCon questo film, ho un rapporto "strano": lo apprezzo particolarmente, perché l'ho potuto vedere poco prima di un trasloco piuttosto significativo, ma dopo quel momento, non l'ho più visto sino a tempi recenti.
RispondiEliminaPersonalmente, l'ho trovato una buona chiusura della storia di Cesare, e un ottimo modo per seminare indizi su possibili sviluppi: la comunità di Cesare, ora guidata da Maurice, manterrà la propria linea pacifica? Ci saranno altre scimmie come Scimmia Cattiva? Ci saranno scontri fra i buoni e le altre scimmie?
Il confronto fra Cesare e il Colonnello è davvero azzeccato e riesce a trasmetterti emozioni palpabili: il disgusto di Cesare nel comprendere come il Colonnello abbia ucciso suo figlio; il confronto fra i due, in cui Cesare capisce quanto peso si sia portato dietro con l'odio verso l'umano; e la morte finale...una scena che strappa un brivido ogni volta che la vedo.
Forse, l'unico appunto che farei al film è che avrei voluto sentir parlare Maurice, Rocket e Luca...orma, dopo due film in cui le altre scimmie parlano con linguaggio dei segni, avrei gradito sentirle parlare nel corso di questo capitolo.
Per il resto, forse troppo risolutrice la valanga ex machina che distrugge l'esercito umano, diciamo che è stato un modo per evitare che i nostri pelosi amici dovessero confrontarsi con dei soldati armati...è un'uccisione del pathos? Mah, non direi: tutta la parte precedente è pregna di tensione e conflitto, forse è stato meglio aver concluso positivamente l'epopea di Cesare.
Delle molte saghe uscite al cinema negli ultimi 10 anni (nel 2011 usciva il primo film con James Franco) credo che questa sia l'unica che centra l'obbiettivo di rispettare il materiale originario, prendendo al contempo una sua direzione: non è stata una corsa perfetta, qualche buca c'è stata (come ha potuto Koba avere dei seguaci che si staglino contro Cesare? Oltretutto, servendo gli umani...se li vedesse Koba, si rivolterebbe nella tomba), e il secondo capitolo è forse il più deboluccio, come spesso accade coi film di raccordo....
Uno dei blockbuster più intelligenti e curati degli ultimi anni, sporcato da dei momenti di faciloneria che ne hanno inficiato sul risultato finale, in ogni caso confermo che Matt Reeves per me, è uno dei migliori talento in circolazione ad oggi. Cheers
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