Qual è il normale iter di una saga cinematografica famosa? Numerosi seguiti? Li abbiamo tutti. Un remake di solito pessimo? Non manca nemmeno quello. Quindi, l’ultimo passaggio obbligato non può che essere il reboot! Benvenuti al nuovo capitolo di… Blog of the Apes!
All’alba del
nuovo millennio qualche capoccione della 20th Century Fox sorge dal suo letto,
si sbuccia una banana, si gratta la pera e le chiappe (non per forza in
quest’ordine) e pensa: "Quale nostro storico film non abbiamo ancora reso
Reboottante? Il pianeta delle scimmie!".
Pronti via si parte con la produzione di un nuovo punto di partenza per la saga
quadrumane più famosa della storia del cinema.
La tradizione pretende la solita selva di nomi proposti come possibile
regista, ma alla fine la spunta Rupert Wyatt che senza saperlo diventa uno dei
primi registi a subire il trattamento che ormai è canonico: hai diretto un film
indipendente ben fatto? Ottimo! Ora ti troverai a capo di un baraccone costoso,
un blockbuster estivo con cui dimostrarci che puoi giocare in serie A. Sono
sicuro che avete sette o otto nomi di registi a cui è capitato lo stesso, con
risultati ben peggiori, non credo sia un caso che la sceneggiatura di questo “Rise
of the Planet of the Apes” sia stata affidata proprio ad Amanda Silver e Rick
Jaffa, sì, gli stessi di Jurassic World,
il titolo che riassume alla perfezione il modello di produzione (in massa) di
pellicole sopra descritto.
Lo dico subito: ho visto “L'alba del pianeta delle scimmie” al cinema alla sua uscita e devo
dire che lo trovai gradevole, rivedendolo ho notato ancora di più certi difetti
evidenti, ma è anche chiaro che Rupert Wyatt abbia fatto tutto sommato un buon
lavoro, anche un po’ a sorpresa, certo agli spettatori è richiesto un discreto
sforzo di fantasia per digerire certi passaggi, ma tranquilli, ora ne parliamo!
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"Questo nuovo mondo ha creato solo problemi, maledette tredici colonie!" |
La base di questo
rilancio è chiaramente il film 1999 - Conquista della Terra, quindi ripartiamo proprio da Cesare, la scimmia che
guida i suoi simili alla rivolta, ma per renderlo un film fruibile da chiunque,
Silver e Jaffa scelgono di riassumere in 105 minuti tutta l’evoluzione (che
diventa rivoluzione, dove dice la frase di lancio del film) delle SIMMIE.
Bisogna anche
dire che qui da noi in uno strambo Paese a forma di scarpa, abbiamo deciso di
rispettare la tradizione del maltrattamento in fase di traduzione dei titoli, “Rise
of the Planet of the Apes” diventa “L'alba del pianeta delle scimmie”, un modo
tutto sommato sensato di adattare quel “Rise” che in italiano può indicare vari
concetti. Sapete la prima cosa che ho pensato quando ho letto il titolo italiano qual'è stata? Sai le risate se poi dovesse uscire davvero un “Dawn of
the Planet of the Apes”, ecco appunto, come mi secca avere sempre ragione!
(Cit.).
Nella saga originale,
l’astronauta Taylor (Charlton Heston) si ritrovava su un mondo (il nostro) in
cui la razza umana si era autodistrutta a colpi di bombe e le scimmie,
lentamente, nel corso di decenni, si sono evolute fino a colmare il vuoto di
potere lasciato dalla nostra disgraziata razza. “L'alba del pianeta delle
scimmie” condensa tutto questo sfruttando il trucco dello scienziato motivato e
guidato da nobili propositi, che utilizza la scienza e un siero rivoluzionario
chiamato ALZ-112 per dare il via alla scintilla evolutiva. Fa ridere che la
colpa di un pianeta popolato di scimmie, sia tutta di James Franco, uno che di
solito al massimo la scimmia ce l’ha sulla spalla, quando passa le giornate a
fumacchiare sul divano, nel fumoso soggiorno di casa di Seth Rogen.
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"Sgancia il fumo James, tanto lo so che lo tieni in tasca". |
Per essere
proprio sicuri che le motivazioni dello scienziato puro di cuore non vengano
fraintese dal pubblico, Silver e Jaffa aggiungono un padre malato di Alzheimer,
che rappresenta la motivazione del protagonista e proprio per mettersi dalla
parte della ragione ed essere sicuro che NESSUNO metta in dubbio che questo
povero padre debba essere aiutato costi quel che costi, lo facciamo
interpretare a quel mito vivente di John Lithgow (applausi grazie!) che compare
pochissimo, ma siccome è un grande fa sfoggio di bravura anche con un
personaggio monodimensionale. La parola che state cercando è: talento.
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Le iscrizioni al John Lithgow fan club sono sempre aperte, ve lo ricordo. |
Veniamo ad un
altro punto chiave: ve lo immaginate voi questo stesso identico film, con delle
vere scimmie come protagoniste? Nel senso che lo immaginate James Franco che
tiene per la manina un vero scimpanzé e gli dice “Vieni Cesare torniamo a
casa”, un po’ come faceva Matthew Broderick in Fuga dal futuro? Ecco, secondo
voi sarebbe stato un film credibile? Ve la immaginate la rivolta finale sul
Golden Gate di San Francisco girata in questo modo? Sarebbe sembrata la puntata
più costosa di “Lancilotto 008” mai girata.
In nostro
soccorso arriva la tecnologia, la migliore che i soldi possano comprare nel
2011 (come nel 2017), ovvero la computer grafica della Weta, quella ci ha
regalato le battaglie de “Il Signore degli anelli” e il “King Kong” di Peter
Jackson, incluso nel pacchetto, dalla Nuova Zelanda, forse con già tutti i
sensori per il MOCAP attaccati sulla faccia, arriva anche Andy Serkis che dopo
Gollum e il Kong di Pietro Di Giacomo, è il singolo bipede sul pianeta con
maggior numero di ore di motion capture maturate in carriera.
Andy Serkis
arriva preparatissimo, oltre alla sua espressività, regala a Cesare tutta una
serie di movimenti scimmieschi del tutto credibili e se c’è qualcuno che ha
trasformato schermi verdi e freddi sensori in arte, quello è proprio Andy
Serkis, un tempo avevamo Peter Lorre e Lon Chaney Jr. oggi abbiamo Andy,
lasciatemi dire che non siamo cascati proprio malissimo dai!
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Non solo Andy ha un gran talento, ma può stare in pigiama tutto il giorno! |
Il passaggio
chiave de “L'alba del pianeta delle scimmie” è tutto qui, le scimmie sono
realizzate alla grande, il protagonista Cesare può contare sull’espressività e
il talento di Serkis, ma a livello inconscio come spettatori sappiamo che non
sono vere scimmie, motivo per qui tutto questo film altro non è che un grosso
cartone animato, che mescola attori veri e attori realizzati al computer. Questa
stessa identica storia, se fosse uscita che so, per la Pixar, probabilmente non
ci sarebbe stata grossa differenza.
Questo piccola, ma sostanziale differenza, permette al pubblico di accettare passaggi anche molto forzati, tipo l’Orango Maurice (omaggio a Maurice Evans, il Professor Zaius del film originale) che utilizzando il linguaggio dei segni, dice a Cesare di averlo imparato quando stava in un circo, oppure il fatto che Oranghi, Gorilla, Scimpanzè e per la prima volta nella saga un Bonobo, collaborino invece che massacrarsi come farebbero in natura. Avete presente gli animaletti di Madagascar che fuggono dallo zoo per cercare di raggiungere l’Africa? Stessa cosa, nessuno si pone il problema che leone Alex si divori la zebra Marty e poi pasteggi con i cosciotti di Gloria, no anzi, è normalissimo che collaborino, qui? Uguale!
Questo piccola, ma sostanziale differenza, permette al pubblico di accettare passaggi anche molto forzati, tipo l’Orango Maurice (omaggio a Maurice Evans, il Professor Zaius del film originale) che utilizzando il linguaggio dei segni, dice a Cesare di averlo imparato quando stava in un circo, oppure il fatto che Oranghi, Gorilla, Scimpanzè e per la prima volta nella saga un Bonobo, collaborino invece che massacrarsi come farebbero in natura. Avete presente gli animaletti di Madagascar che fuggono dallo zoo per cercare di raggiungere l’Africa? Stessa cosa, nessuno si pone il problema che leone Alex si divori la zebra Marty e poi pasteggi con i cosciotti di Gloria, no anzi, è normalissimo che collaborino, qui? Uguale!
Da notare, infatti, che i personaggi siano proprio caratterizzati in base al ruolo, il cattivissimo Koba, ha l’occhio sgarrato per farci capire che è la versione cattiva di Cesare, ironico che abbiano scelto proprio un Bonobo per questo personaggio, la scimmia, se non addirittura l’animale più pacifico di madre natura, anche perché passa le sue giornate ad accoppiarsi... Secondo voi uno così ha qualche ragione per essere incazzato in vita sua?
Digerito questo punto, “Rise of the Planet of the Apes” diventa un cartone animato (con attori) del tutto scimmia centrico, la prima parte del film si concentra su Cesare così tanto che è impossibile non provare empatia per lui ed identificarsi della sua rivolta, in quest’ottica non può mancare nemmeno il vicino di casa stronzo scritto con il pennarellone a punta grossa, oppure il guardiano della, ehm, prigione per scimmie? Che insulta le scimmie citando più volte Charlton Heston a ruoli invertiti (lo sentiamo ripetere la frase sulla zampacce puzzolenti, ma anche gridare "È un manicomio!" proprio come faceva Taylor nel primo film), che passa il tempo a dire che le scimmie sono stupide, però poi ne affronta una armata di idrante, con in mano un taser elettrico. No, sul serio, se questi sono i rappresentati della razza umana, qui signora mia tempo tre giorni sarà tutto un pianeta di scimmie!
Digerito questo punto, “Rise of the Planet of the Apes” diventa un cartone animato (con attori) del tutto scimmia centrico, la prima parte del film si concentra su Cesare così tanto che è impossibile non provare empatia per lui ed identificarsi della sua rivolta, in quest’ottica non può mancare nemmeno il vicino di casa stronzo scritto con il pennarellone a punta grossa, oppure il guardiano della, ehm, prigione per scimmie? Che insulta le scimmie citando più volte Charlton Heston a ruoli invertiti (lo sentiamo ripetere la frase sulla zampacce puzzolenti, ma anche gridare "È un manicomio!" proprio come faceva Taylor nel primo film), che passa il tempo a dire che le scimmie sono stupide, però poi ne affronta una armata di idrante, con in mano un taser elettrico. No, sul serio, se questi sono i rappresentati della razza umana, qui signora mia tempo tre giorni sarà tutto un pianeta di scimmie!
Rupert Wyatt si concentra su Cesare, si prende tutto il tempo necessario per farci patteggiare con il personaggio, gli basta inquadrare il guinzaglio nella mano di James Franco e gli occhioni teneroni (sempre per il discorso cartone animato) di Maurice, per farci rivivere a tutti il trauma di quando mamma e papà ci hanno smollati alla colonia estiva, avete presente, no? Quei traumi da cui non ti riprendi mai davvero.
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"Ti divertirai tanto, tanti nuovi amici con cui giocare..." Cesare, ci hanno fregati tutti così. |
Inoltre, siccome il modello regista-indipendente-gettato-nelle-fiamme-dei-blockbuster era ancora in fase di formulazione del 2011, Rupert Wyatt si rivela straordinariamente adatto a dirigere un film che per buona parte è una specie di “La grande fuga” (1963) con le scimmie, oppure “Toy Story 3” (2010) se vogliamo restare nell’ambito cartoni animati. Anche perché l’unica regia precedente di Wyatt era il solidissimo “Prison Escape” (2008) con Brian Cox (che, non a caso, compare anche in questo film) a capo di una fuga da una prigione inglese, visto una volta ad un Torino Film Festival di una vita fa.
Quello che non ricordavo dalla prima visione al cinema, è l’esagerato numero di rimandi alla saga originale, la madre di Cesare è soprannominata “Bright Eyes” che poi è come Zira chiamava Taylor nel film del 1968, il nostro protagonista, costruisce un puzzle che rappresenta una statua della libertà (occhiolino occhiolino!), persino la veterinaria Freida Pinto (ma che fine ha fatto?) arriva a dire “Adoro gli scimpanzé” che è la stessa frase che diceva Armando, il proprietario del circo in Fuga dal pianeta delle scimmie. Pensate che sono riusciti persino a ficcarci dentro un cameo di Charlton Heston, nei televisori lasciati accesi per le scimmie nelle loro gabbie, passano le immagini dei film, “I dieci comandamenti” (1956) e “Il tormento e l'estasi” (1965) non sto nemmeno a dirvi chi è il protagonista di entrambe le pellicole, troppo facile!
Quello che non ricordavo dalla prima visione al cinema, è l’esagerato numero di rimandi alla saga originale, la madre di Cesare è soprannominata “Bright Eyes” che poi è come Zira chiamava Taylor nel film del 1968, il nostro protagonista, costruisce un puzzle che rappresenta una statua della libertà (occhiolino occhiolino!), persino la veterinaria Freida Pinto (ma che fine ha fatto?) arriva a dire “Adoro gli scimpanzé” che è la stessa frase che diceva Armando, il proprietario del circo in Fuga dal pianeta delle scimmie. Pensate che sono riusciti persino a ficcarci dentro un cameo di Charlton Heston, nei televisori lasciati accesi per le scimmie nelle loro gabbie, passano le immagini dei film, “I dieci comandamenti” (1956) e “Il tormento e l'estasi” (1965) non sto nemmeno a dirvi chi è il protagonista di entrambe le pellicole, troppo facile!
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"Indovina cosa sto per dire. Inizia per 'N', vuoi comprare una vocale?". |
Trattandosi di un blockbuster estivo, però, il nostro Rupert Wyatt ad un certo punto deve aver sentito sulla spalla il “toc toc” del ditone dei produttori, pronti a dirgli “Buttaci dentro l’azione!”, motivo per cui se la prima parte del film risulta comunque solida e impegnata a descrivere l’andamento causa ed effetto di tutte le scelte dei personaggi, man mano che ci avviciniamo alla fine, la trama sembra dire: “Boh dai, fino qui siamo andati abbastanza bene, ora possiamo sbracare!”.
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"Abbiamo un bel sole su San Francisco, con possibili precipitazioni di Gorilla nel pomeriggio". |
Motivo per cui il capo di James Franco, passa dal cacciarlo dallo studio, ma non dicendo niente del fatto che la scimmia Cesare vive in casa con lui, a rivolerlo a bordo non appena l’ALZ-112 dà prova di funzionare (per un po’) su papà John Lithgow, ma anche il fatto che l’assistente pasticcione di Franco, infettato dalla nuova versione del farmaco, sparga il suo virus per il mondo, senza che nessuno (nemmeno lui stesso!) si preoccupi del fatto che sputare sangue non sia poi tanto normale.
Il passaggio logico che trovo più dettato dalla fretta è quando le scimmie rese intelligenti dal composto, liberano le scimmie dello Zoo di San Francisco che, senza colpo ferire, rimpolpano le fila dei quadrumani rivoltosi, come se sapessero già cosa fare e come farlo. Scusate, ma sono solo io che penso che un branco di scimmie non esposte all’ALZ-112 (quindi normalissime scimmie), non farebbe altro che arrampicarsi all’albero più alto, lanciando cacca di scimmia sui passanti alla faccia della rivoluzione di Cesare?
Il passaggio logico che trovo più dettato dalla fretta è quando le scimmie rese intelligenti dal composto, liberano le scimmie dello Zoo di San Francisco che, senza colpo ferire, rimpolpano le fila dei quadrumani rivoltosi, come se sapessero già cosa fare e come farlo. Scusate, ma sono solo io che penso che un branco di scimmie non esposte all’ALZ-112 (quindi normalissime scimmie), non farebbe altro che arrampicarsi all’albero più alto, lanciando cacca di scimmia sui passanti alla faccia della rivoluzione di Cesare?
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"Un, due, tre... STELLA!". |
La caciara finale sul Golden Gate è tutta l’azione che i produttori volevano, Rupert Wyatt fa un lavoro tutto sommato decente nel gestire l’ultima sequenza, ma poi appena può ritorna sulle piste del SUO film, in buona sostanza “Rise of the Planet of the Apes” è quasi una storiella auto conclusiva di padre e figli, una specie di A boy and his dog, ma con al posto del cane, uno scimmia che parla e che si mette a capo di rivolte. Il finale avviene nel bosco, qui Cesare dice a papà James Franco “Cesare casa” ed io realizzo… Cacchio ma è il finale di Bigfoot e i suoi amici! Ecco perché nel cast compare John Lithgow! Ora è tutto chiaro!
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"Vai a casa James, tranquillo. Siamo rimasti traumatizzati tutti da Harry" |
Insomma, i difetti ci sono e allo spettatore è richiesto di digerire diversi passaggi non proprio cartesiani, però alla fine è impossibile non patteggiare per Cesare e pur avendone già tutte le caratteristiche, risulta più solido dei blockbuster sfornati negli ultimi cinque o sei anni, anche se, devo dirlo, giustificare la prossima distruzione della razza umana per mano degli effetti collaterali del composto in una scena di due minuti piazzata dopo i titoli di coda, è una grande idea! Davvero poi ambientarla in aereoporto, lasciandoci tutti con il dubbio sul futuro, ideona! Era la stessa già usata da Terry Gilliam ne “L’Esercito delle dodici scimmie” (1995) grandi! Vuoi vedere che il virus ha avuto effetto anche sulla qualità delle sceneggiatura dei blockbuster usciti dopo il 2011?
Per restare in
tema, vi consiglio il video commento al film di Evit, e la recensione, anzi la
recenZione del Zinefilo!
visto e apprezzato al cinema.
RispondiEliminac'era una ragazza indiana nel film che non aveva nessun tipo di significato. pura tapezzeria
rdm
Freida Pinto che faceva surf sull’onda lunga del successo di “Slumdog Millionaire”, sia lei che James Franco hanno poi definito il film facendo spallucce, se non altro Franco almeno recitava, lei davvero pura carta da parati. Cheers!
EliminaLithgow può aver fatto tutti i film del mondo ma per me sarà sempre il padre di Barney Stinson. Il resto è fuffa.
RispondiEliminaIl film lo vidi al cinema e pur trovando semplificata ai massimi la storia con una divisione assoluta dei ruoli (buoni buonissimi contro cattivi cattivissimi) e pur con qualche passaggio a vuoto come lo scienziato che tossisce sangue ma se ne sbatte, scimmie intelligentissime sbattute in un centro per le scimmie, un esercito di primati che si alleano e combattono in maniera perfetta e marziale roba che neanche i legionari romani (tralascio che hanno la meglio sull'esercito americano armato fino ai denti),... Ecco, al netto di tutto ho apprezzato il risultato finale. In un film era impossibile fare di meglio e tutti hanno fatto il suo. Pure James Franco che, anche se mi sta molto simpatico, lo trovo più a suo agio a fare i ruoli da c@zzone piuttosto che i ruoli seri, qua ci sta alla grandissima.
Menzione d'onore per Andy Serkis. Spiace solo che la sua faccia non venga mai ricordata mentre i suoi ruoli sono i più iconici dei film a cui partecipa (Gollum, King Kong, Cesare,...).
*scimmie intelligentissime sbattute in un centro per le scimmie al posto di essere studiate o diventare star di Studio Aperto
EliminaSono stato un grande appassionato di “How i met your mother” (magari si intuisce pure), pensa la mia gioia a vedermi comparire Lithgow in quel cameo di lusso, anche se il resto che ha fatto in carriera, dai non è poi malissimo in linea di massima :-P
EliminaIl film richiede parecchia sospensione dell’incredulità, come cartone animato funziona, ed è incredibile che quando uscì “Pineapple express” quasi tutti abbiamo pensato: “Ecco, un attore promettente come James Franco che decide di buttare la sua carriera giù per lo scarico”. Ed invece ora, a quasi tutti sembra strano quando Franco non fa un ruolo da super cretino, ha vinto lui ;-)
Serkis porta avanti una tradizione vecchia come il cinema, è un ottimo caratterista e tiene lo schermo anche da protagonista (Burke & Hare), se qualcuno ha portato talento e calore nei freddi sensori del Mocap quello è stato lui. Cheers!
La trovata del centro di detenzione per le scimmie mai capita davvero, ok magari sono riusciti a tenere sotto silenzio il super cervello di Cesare, ma devo aspettarmi anche un centro di detenzione per criceti? Per gatti siamesi? Per pesci rossi ;-) Cheers
EliminaOra voglio il film sul centro di detenzione per roditori! LO ESIGO!
EliminaPer altro temo che esistesse un film con i topastri in CGI, sono piuttosto sicuro di averlo visto (no non avevo fumato nulla!), anche se non aveva nessun centro di detenzione, forse per quello era pessimo ;-) Cheers
EliminaP.S. Esiste davvero!: http://www.imdb.com/title/tt0436339/
C'è sempre "Denti Assassini" ;)
EliminaNe registrammo un episodio per la nostra serie su YouTube ma ci fu un problema audio e temo non lo vedrete mai, purtroppo.
Nooo "Denti assassini" mamma mia cosa mi hai ricordato! Ecco peccato davvero che si andato perduto. Cheers
EliminaVisto al cinema mi piacque moltissimo, rivisto a casa mi è piaciuto moltissimo... Sai che c'è? Dopo la tua recensione me lo riguardo! Forza scimmie!
RispondiEliminaDella prima visione al cinema, ricordo solo il dettaglio delle scimmie liberate dallo Zoo che si uniscono alla rivolta. Rivedendolo ho notato molte più forzature, eppure sarà che sembra “Toy Story 3” alla fine ti affezioni a Cesare e quindi funziona, più come film con SIMMIE che come parte di una saga ;-) Cheers
EliminaPurtroppo non sono riuscito ad apprezzarlo neanche alla prima visione, troppo abbacinato dalle assurdità di sceneggiatura che cercavano di fari digerire: è uno di quei casi in cui non esiste un solo fotogramma plausibile nell'intero film, dimostrando che gli sceneggiatori hanno studiato a lungo ogni aspetto della storia con il solo intento di scrivere l'esatto contrario di ciò che è plausibile.
RispondiEliminaGli effetti speciali mi annoiano così non ho potuto gioire neanche di quell'aspetto: diciamo che preferisco il più sgangherato dei vecchi film al migliore di questi nuovi, perché almeno lì ti fai due risate! :-P
In effetti due minuti di “Eh ma visto come sono fatte bene le scimmie al computer?” bastano e avanzano. Sarà che sono scimmie con tratti antropomorfi (come in un cartone animato), che ti porta a sorvolare (o provare a farlo) su certi passaggi a vuoto della trama, è l’unica spiegazione che mi do, perché di solito anche io preferisco gli effetti vecchia maniera alla computer grafica. Ma forse è solo perché sono Scimmiologo ecco ;-) Cheers
EliminaLucius, non hai gioito perché non lo hai visto con me e Petar! È il film che ci ispirò ad iniziare la nostra serie "i videocommentatori", insomma qualcosa di buono è uscito da questo film dopo tutto... dipende a chi lo domandi, ovviamente. :P
EliminaCioè, già solo il fatto che venga riproposto il tema di Fuga da Alcatraz in versione scimmiesca (solo UNO delle dozzine di... """"omaggi"""" ad altri film) non può non farlo ascendere subito a piccolo capolavoro di intrattenimento trash. Sembra una delle idee bacate di Golan negli anni '80 che incanta/imbroglia i finanziatori sponsorizzando la produzione di un Fuga da Alcatraz, ma con i babbuini.
EliminaQuesto film va adorato per i motivi sbagliati.
Mi sono ammazzato dalle risate con il vostro videocommento ma non basta a farmi apprezzare il film. Golan o Corman possono permettersi di scopiazzare in modo divertente: qui c'è solo la cialtronaggine americana nel trattare temi pseudo-scientifici, che non fa ridere per nulla. E' un film talmente sterile che è urticante: preferisco di gran lunga i filmacci con Stephen Baldwin, dove davvero ridi di pancia :-P
EliminaAdesso mi state mettendo la curiosità, dovrò per forza vedere il vostro videocommento! Già mi frego le zampe :-D Cheers
EliminaIn effetti il primo pianeta delle scimmie era evoluzionistico, le scimmie soppiantavano l'uomo mettendoci molto molto tempo. Qui devono mettersi a pari in meno di due ore, quindi via con la medicina magica ;-) Cheers
EliminaVedrai se Stephen Baldwin non ce lo mettono in un futuro episodio della serie
Elimina"Baldwin of the Apes". Anzi peggio, ancora più apocalittico: "Planet of the Baldwins" :-D Cheers
EliminaComunque non riesco a smettere di pensare ad un reazione tipo: Ma quelli sono Babbuini, e stanno fuggenzo da Alcatraz! ;-) Cheers
EliminaPur coi suoi difetti, l'ho trovato un blockbuster molto umano. Il seguito l'ho adorato ❤
RispondiEliminaIn effetti ha tanti svarioni di trama, eppure risulta molto solido se non altro nella direzione che vuole dare alla storia, una caratteristica che tanti altri blockbuster non hanno, anche se a suo modo ha anticipato lo schema di parecchi di questi. Cheers!
EliminaCome inizio di trilogia è tutto sommato buono.
RispondiEliminaIl tema del "povero animale chiuso in gabbia" è stata trattata in maniera migliore in altre produzioni (il più recente caso è "Okja") ma direi che quando si arriva alla scena in cui Cesare pronuncia il suo "NO!" non si può fare a meno di restare colpiti.
PS: Quando uscì al cinema, non sapevo si trattasse di un reboot, ero veramente convinto si dovessero riallacciare al film originale del 1968. Dopotutto sullo schermo televisivo si sente parlare della partenza di un certo space shuttle a noi noto, quindi le teorie sono due: o è l'ennesimo omaggio al cult di Schaffner o l'Icarus ha effettivamente viaggiato attraverso un'altra realtà spazio temporale.
E' solo un omaggio, vero? XD
Saluti!
“Okja” è una bomba, prossimamente da queste parti ;-) Quando pronuncia il “No” è una scena di gran impatto, per altro anche questo un piccolo omaggio, in “Fuga dal pianeta delle scimmie” Cornelius parlava di una scimmia che disse no, l’ormai mitico Aldo ;-)
EliminaLa trovata dello shuttle a tratti sembra una strizzata d’occhio al film del 1968, poi pare invece qualcosa che potrebbe proseguire nei film successivi, visto che così non è stato, considerando anche le differenze di date (anche se la precisione delle date NON è mai stata la forza di questa saga) a me è parso solo uno dei tanti rimandi alla saga originale. Cheers!
Uh-uh! Mi sembrava strano che non avessi ancora parlato di Okja, allora aspetterò la tua review!
EliminaSì, molto probabilmente si tratta solo di un omaggio tuttavia il prossimo "The War - il pianeta delle scimmie" potrebbe concludersi con una scena post credit in cui si vede atterrare lo space shuttle quando ormai il pianeta delle scimmie è bello che fatto. Dopodichè potrebbe iniziare una nuova trilogia con quei astronauti... E' una mia fantasia ma non vorrei averci azzeccato! :P
Saluti!
Visto e adorato nel week end, ma non avevo dubbio, Bong Joon-ho trova sempre il modo di conquistarmi, il pezzo arriverà probabilmente lunedì ;-)
EliminaIn effetti potrebbe essere un idea, ora è nero su bianco (anzi viceversa) dovesse avverarsi hai le prove della predizione. Quello che mi attira di più del nuovo film, è la presenza di uno dei miei preferiti Woody Harrelson ;-) Cheers
Sembra passato un secolo da quei primi episodi della nostra serie su Youtube dove commentavamo per svago questo film e poi il suo seguito
RispondiEliminahttps://youtu.be/Za-h-JZfCng
Ti ho visto pubblicizzato dal Zinefilo, anzi, adesso aggiungo i link ad entrambi (farcire questo post di foto e didascalie è stato una battaglia), mi ripromette di guardare il video nel week end, per altro ho scoperto che avete commentato anche il Capitan America con le orecchie di gomma, mi farò un doppio spettacolo ;-) Cheers
EliminaCapitan America gommoso è uno dei nostri cavalli di battaglia. Ne hai già parlato da queste parti?
EliminaL'Altra settimana, nel post dedicato all'Uomo Ragno televisivo del 1977 ho citato Capitan orecchie di gomma, infatti è stato lì che ho scoperto del vostro commento grazie a Lucius, che non perde un colpo ;-) Cheers
EliminaÈ vero che richiede una grande in sospensione dell' incredulità ma l'ho adorato visceralmente. Non vedo l'ora di rivedere stasera Apes Revolution che amo ancora di più(e se non sbaglio per te è lo stesso)
RispondiEliminaMa guarda tra i due “Apes” è anche divertente, ma penso che mi piaccia un po’ di più questo, nessuno dei due è originalissimo, ma il primo mi coinvolge sempre di più durante la visione ;-) Cheers
EliminaL'unico della nuova saga che ho visto.
RispondiEliminaNon male, ma nemmeno niente di che tanto che ho tranquillamente bypassato gli altri venuti dopo.
Si lascia guardare e di quelli nuovi secondo me é anche il migliore, quindi puoi anche evitare l'altro mi sa ;-) Cheers
EliminaA me sta saga nuova piace pure abbastanza, sia questo primo capitolo, sia il secondo mi sono sembrati piuttosto solidi e di grande intrattenimento. Andy Serkis poi è un cazzo di mostro!
RispondiEliminaA livello di intrattenimento funzionano molto, questo mi piace un pochino più del secondo. Francamente spero di divertirmi con il terzo, già mi pregusto un Woody Harrelson che si mangia tutto ;-) Cheers
Elimina1- Carino ma non lo rivedrei.
RispondiElimina2- Voglio assolutamente la tessera del John Lithgow Fan Club.
3- Grandissima la citazione a Scott McKenzie.
4- Freida Pinto e' bella bella bella in modo assurdo.
5- Ma il King Kong di Jackson ti e' piaciuto?
1 - Non è certo un film che ti cambia la vita.
Elimina2 - Assegnata! Hai il numero 12, per le magliette ci stiamo attrezzando.
3 - Mi sono messo a cantarla guardando il film, nella scena in cui inquadrano le scimmie che guardano il Golden Gate (storia vera).
4 - Mi ricordo una scena in particolare di “Immortals”, sono sicuro la ricordi anche tu ;-)
5 - Ho promesso un commento su quel film, devo riuscirci prima della fine del 2017!
Cheers!
Certamente ricordo quella scena di "Immortals". Purtroppo era una controfigura :-(
EliminaDelusione, oppure complimenti alla sostituta, dipende dai punti di vista ;-) Cheers
EliminaMi sto affezionando a questa nuova saga/prequel/rebot
RispondiEliminaMi dispiace che siamo arrivati alla fine... Ma è giusto così
Come alla fine?!?
EliminaAlla fine Cesare il leader crucciato è un personaggio che calamita l'attenzione, sono curioso di vedere come sarà l'ultimo capitolo ;-) Cheers
EliminaImmagino che Marco si riferisca al prossimo film, con il bellissimo titolo di "The War" ;-) Cheers
EliminaIl grosso pregio di questo film in particolare è che, a differenza del film degli anni 60, parteggi per Cesare e la sua rivolta, ma sei compartecipe anche dell'inizio dell'estinzione umana.
RispondiEliminaE gran parte delle emozioni sono veicolate tramite l'espressivita' facciale: la scena in cui Cesare, per difendere l'anziano "nonno", esagera e stacca il dito al vicino manesco, esprime il momento di bilico fra l'istinto animalesco e la capacità di capire i propri errori. Forse è la scena che, ad una recente visione, mi ha colpito maggiormente...anche più del "NO" detto a Tom "Malfoy" Felton.
È facile empatizzare per le scimmie, molto di più che nom con l'originale film, in cui puoi capire la paura di Zaius, ma non riesci a calarti nei suoi panni, perché ne avverti la natura aliena, in tutti i sensi, rispetto a Tylor.
Non ti saprei dire, io provavo parecchie empatia anche per le scimmie dei film originali che erano evoluzioni, scimmie intelligenti, qui non sono scimmie ma scimmie in CGI che tutti nel film fingono siano scimmie, perché non si possono usare più gli animali, per questo dicevo che questo sarebbe un buon film d'animazione. Cheers!
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